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1 author:
Maurizio Sighele
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All content following this page was uploaded by Maurizio Sighele on 04 June 2016.
a cura di
Maurizio Sighele
illustrazioni di
Mario Zara
con la collaborazione di
Mick Allen, Ernesto Cavallini, Carla Chiappisi, Giacomo Sighele
progetto grafico di
Maurizio Sighele
foto di
Marco Banterla: 35b, 89, 91b, 143b Paolo Panarotto: 4, 30, 31a, 31b, 47, 49b, 53a, 55a, 67a, 77, 88a,
Nicola Baruffaldi: 8-9, 18, 33a, 35a, 78, 84-85, 100 113, 143c, 153
Valerio Bollin: 37a, 128 Daniele Ponticello: 53b
Marco Boccafoli: 14, 19, 60a, 69, 71, 73, 75, 79, 83, 86, 88b, 93, 95a, Arturo Rossi: 111
95b, 99, 101, 105b, 108, 109, 124, 125, 129a, 135, 140, 141, 150, 157 Silvio Scamperle: 13, 38, 39a, 42a, 137, 139, 145
Sandro Carugi: 42b, 57, 61a, 62b Luigi Sebastiani: 97a, 123
Ernesto Cavallini: 59d Francesco Sestili: 29b, 41a, 41b, 72, 97b
Giangaetano Dalle Vedove: 52, 59e, 60b, 60d, 81, 82, 120, 136 Giacomo Sighele: 28, 130a, 133, 134
Mauro D’offria: 59b, 63b Maurizio Sighele: 7, 32, 44, 45b, 55b, 58b, 58c, 59a, 61c, 62d, 63c,
Igino Falco: 33b, 49a, 60c 92, 102, 103, 106, 107b, 114, 121, 130b, 131, 132, 138, 142b, 156
Raffaele Favatà: 126 Emanuele Stival: 50, 62a, 91a, 122
Roberto Lerco: 6-7, 10, 29a, 33, 37b, 39b, 40, 45a, 46, 51, 58a, Antonello Turri: 56, 61b, 63a, 157
59c, 61d, 63d, 68, 70, 74, 76, 80, 87a, 87b, 104, 105a, 107a, 116, Rosanna Valentini: 119
117a, 117b, 118, 127, 129b, 142a, 143a Carlo Zanussi: 115
Dimitri Lindegg Zinetti: 98 Gabriele Zinetti: 36, 62c
Michele Mendi: 67b
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Ali del Frassino
Son passati diversi anni da quando alla mia richiesta di dove poter fare un po’ di osservazione degli uccelli
in provincia di Verona, rivolta a un volontario di una allora fervente sezione locale della LIPU,
mi sentii rispondere “Vai al Frassino!”
“Al Frassino?”, mi chiesi, “che altro ci sarà oltre al santuario?”
Imparai presto che nel comune di Peschiera del Garda è situato un laghetto intermorenico di circa
30 ettari le cui acque quasi stagnanti ospitano nei mesi invernali alcune migliaia di anatre tuffatrici!
Le anatre tuffatrici. Già. Perché ci sono molte specie di uccelli che frequentano le acque e le rive del
Laghetto del Frassino: diverse specie di anatre ad esempio, e le anatre tuffatrici,
moretta e moriglione in particolare, sono le più numerose.
Oasi e zona protetta da conservare intatta dalle manipolazioni, vigilando che rimanga integro il suo
habitat e anche esaltando i pregi di quest’area attraverso la divulgazione delle sue peculiarità,
quelle dell’avifauna in primis.
La divulgazione non si può fare senza conoscere quello di cui si sta scrivendo. Chi, meglio dei birdwatcher
che la frequentano da anni, può sapere cosa si può incontrare in quest’area? E chi, più di un amante della
natura, può trasmettere la passione verso questo mondo che in realtà... è il nostro pianeta?
Il libro che avete tra le vostre mani nasce da questi presupposti: divulgare la bellezza di questo sito e
degli abitanti con le ali che lo frequentano, attraverso la passione di chi scrive o di chi fotografa o
di chi disegna, perché anche altri possano esserne conquistati.
“Sentirete” il Frassino.
Maurizio Sighele
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Ali del Frassino
INTRODUZIONE
“Fare birdwatching” è un termine ormai entrato nel nostro linguaggio comune. La disciplina del
birdwatching, termine di derivazione anglosassone per identificare l’arte dell’osservazione degli uccelli, è nata
per definire chi passeggia con il binocolo al collo, una guida all’identificazione in tasca e un taccuino da
campo sempre pronto per riportare, con brevi appunti e schizzi, le tracce delle emozioni di una giornata di
osservazione. Oggi magari ci si aiuta anche con un tablet o uno smartphone...
Ma che cosa significa veramente “fare birdwatching”? È il piacere di osservare gli uccelli selvatici in libertà,
di scoprire il loro affascinante mondo fatto di suoni e colori nonché di capire i loro comportamenti; è l’emozione
di intravedere tra le foglie una femmina mentre accudisce i suoi piccoli, di alzare gli occhi al cielo e di seguire
con lo sguardo due rapaci che si contendono una preda, o magari di imbattersi in una specie rara e poterne
condividere l’osservazione con altri amici.
Il Laghetto del Frassino è una specie di calamita per i birdwatcher durante i mesi invernali. Sulle sue
acque, tra la fine di settembre e aprile, sostano migliaia di anatre tuffatrici, due in particolare: la moretta e il
moriglione. “Tuffatrici” perché sono solite tuffarsi per cercare il cibo sott’acqua. Arrivano dopo avere volato
per chilometri e chilometri provenendo perlopiù dall’Europa centro-orientale; la moretta con un viaggio più
lungo poiché nidifica comunemente più a nord del moriglione, che invece preferisce zone temperate. Grazie a
ricatture di soggetti inanellati sappiamo con certezza che in Veneto arrivano individui di provenienza svizzera,
tedesca, danese, polacca, dai paesi baltici e, solo per la moretta, anche finlandesi e russi dagli Urali.
Questi due anatidi erano considerati piuttosto comuni anche agli inizi del XIX secolo, infatti Ciro Pollini
li ricorda nel suo Viaggio al Lago di Garda e al Monte Baldo coi nomi di Capo negro e Collo rosso, ma erano
numerosi solo nei due periodi di passo migratorio: settembre-ottobre e poi marzo per il moriglione, ottobre-
novembre e poi aprile per la moretta. Nella seconda metà del XX secolo per queste due anatre si è registrata
un’espansione numerica e di areale verso sud-ovest, dovuta, almeno per la moretta, in parte alla capacità di
adattarsi e di insediarsi anche in piccoli invasi come i laghetti di parchi urbani, dall’altra per la comparsa di una
nuova fonte alimentare, un mollusco alloctono, la Dreissena polymorpha.
Questo bivalve, detto cozza zebra, originario dei fiumi della Russia e del Kazakistan così come del Mar
Nero e del Mar Caspio e introdotto accidentalmente o di proposito in Europa occidentale, è divenuto nei
mesi invernali la fonte energetica principale per la moretta. Il mollusco ha colonizzato pian piano i laghi
europei, anche quelli prealpini italiani, primo tra tutti il Lago di Garda già alla fine degli anni ’60 del XX secolo.
In provincia di Trento, moriglione e moretta erano quasi sconosciuti come svernanti fino agli anni ’80 del
secolo scorso, diventando pian piano regolari e numerosi soprattutto nei laghi dove è abbondante la Dreissena
polymorpha.
L’abbondanza alimentare, quindi, è stata sicuramente un fattore determinante per queste anatre nello
scegliere il Garda come sito trofico, ma restava il problema non secondario di dove riposare, visto l’accanimento
venatorio. All’inizio degli anni ’90 del XX secolo le acque del Laghetto del Frassino, questo piccolo bacino
così poco distante dal Benaco, furono considerate zona protetta per l’avifauna e sparirono così le oltre venti
postazioni fisse di caccia che trovavano posto sulle sue sponde. Pian piano il laghetto è divenuto un’oasi per
queste due anatre tuffatrici, imparando a sfruttarlo per sostare e riposarsi in pace durante il giorno; la logistica
poi è straordinaria: basta loro prendere il volo per pochi minuti e durante la notte si possono tuffare nelle
acque del Garda, ricche dei molluschi di cui sono ghiotte.
a sinistra: moriglione maschio
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Il binomio Frassino-Garda si è quindi rivelato un’opportunità straordinaria per queste anatre tuffatrici.
Dalle due dozzine di morette e moriglioni contati nel 1989, in qualche anno la presenza è salita a circa 4.000-
5.000 individui. I primi anni sembrava più numeroso il moriglione che poi ha manifestato non disdegnare di
fermarsi sul Garda anche durante le ore diurne. La moretta, invece, è tendenzialmente sempre più numerosa,
contrariamente all’andamento nazionale, e il Laghetto del Frassino è oggi il sito italiano più importante per lo
svernamento di questa specie: si contano qui, infatti, un terzo delle morette italiane.
Con così tanta grazia, diventa per forza “naturale” che un birdwatcher veronese frequenti il Frassino durante
i mesi più freddi, a riempirsi gli occhi di quella moltitudine nera e bianca, grigia e rossa o bruna, con i suoi borbottii
e brontolii. E poi a frugare nel branco, alla ricerca di qualche altra specie, quali altre anatre tuffatrici come la
moretta grigia o la moretta tabaccata, che ai neofiti appaiono così impegnative da distinguere. Sbinocolando
con pazienza, nonostante le mani e i piedi tendano a gelare, si aspetta un volo rivelatore o un suono nel
canneto, sperando di incontrare anche le specie più rare come la pesciaiola o il tarabuso che qui trovano ancora
quei fragmiteti che sul Garda hanno dovuto lasciare il posto a spiagge, darsene, moli e passeggiate a lago.
Oltre a essere un’attività rilassante, inevitabilmente stimolata dalla curiosità di scoprire l’affascinante mondo
che ci circonda, il birdwatching è anche presa di coscienza ecologica e motivo di riflessione sull’ambiente.
Le parole spesso non bastano per esprimere tutto quanto sentiamo noi birdwatcher quando guardiamo
gli uccelli. Vogliamo provarci, aiutandoci con immagini e suoni, sperando di trasmettere le nostre emozioni
al lettore di questa pubblicazione su una delle oasi più straordinarie che abbiamo la fortuna di ospitare in
provincia di Verona.
Il Laghetto del Frassino è situato nel comune di Peschiera del Garda, in provincia di Verona,
solo 1 Km più a sud del Lago di Garda, latitudine N 45°26’08”, longitudine E 10°39’51”.
Si tratta di un bacino intermorenico di poco più che 30 ha, lungo approssimativamente 800 m
e largo 400 m, profondo al massimo 15 m, con minime variazioni di livello per via del flusso
assai ridotto di immissari ed emissari.
Ali del Frassino
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Ali del Frassino
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il canneto in estate: 1 cannaiola comune, 2 cannareccione, 3 cuculo, 4 folaga, 5 tarabusino,
6 svasso maggiore, 7 airone rosso, 8 germano reale, 9 usignolo di fiume, 10 rondine
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Ali del Frassino
Fischione
Anas penelope
Wigeon
Fischione
Ciòsso, fìo
Fra gli anatidi che fanno la loro comparsa nel Laghetto del Frassino è doveroso
annoverare il fischione, una delle più variopinte ed eleganti anatre di superficie
per la splendida livrea carica di caldi colori. Questa anatra che nidifica nel nord
Europa, in particolare in Russia e nei paesi scandinavi, predilige quali areali di
svernamento le zone costiere mediterranee e del Mar Nero, dove mostra la sua
natura gregaria con importanti concentrazioni di decine di migliaia di individui.
In Italia la specie è migratrice regolare, sia nei flussi primaverili che autunnali,
e svernante regolare. I principali siti di svernamento sono situati nelle zone
costiere e lagunari del Gargano e del nord Adriatico, in particolare nel Delta
del Po veneto dove rappresenta l’anatide più numeroso nei mesi invernali.
01 Comune anche nelle coste della Toscana, della Sardegna e della Sicilia, nelle
acque interne sverna con concentrazioni nettamente inferiori, eccezion fatta
per il Lago Trasimeno e i laghi pontini.
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Una caratteristica peculiare che aiuta a individuare gruppi di fischioni anche quando sono mescolati ad altre
specie di anatre è la tipica voce del maschio: un fischio breve ma particolarmente sonoro emesso di frequente,
dal quale deriva sia il nome italiano che il dialettale fìo. La dieta del fischione è prevalentemente vegetariana
ed è in grado di alimentarsi sia in acqua (piante acquatiche) che su prateria e coltivi a riposo.
In provincia di Verona è migratore e svernante regolare, seppur poco numeroso. Il Laghetto del Frassino è uno dei
siti dove sosta sia nei passi migratori sia in periodo invernale, ma i conteggi non superano la decina di individui.
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Ali del Frassino
Marzaiola
Anas querquedula
Garganey
Marzaiola
Rochèto
La marzaiola è una piccola anatra di superficie che, a differenza degli altri
anatidi più comuni, sverna nell’Africa subsahariana per arrivare in Europa solo
a riprodursi. In Italia nidifica con poche centinaia di coppie e si attesta più
numerosa nel periodo dei passi migratori; solo occasionalmente si ferma per
svernare.
Nel Veronese l’ambiente prediletto è quello delle zone umide e delle coltivazioni
igrofile, maggiormente rappresentato da risaie e marcite, ove giunge dai
quartieri di svernamento da metà febbraio fino a metà maggio con il picco
massimo a marzo, motivo del nome volgare di questa specie. Qualche coppia
può rimanere a nidificare, ma la maggior parte degli individui prosegue la sua
migrazione verso altri siti riproduttivi. Al Laghetto del Frassino la marzaiola è
sotto: maschio visitatrice regolare prevalentemente durante la migrazione primaverile, quando
in alto a destra: maschio e femmina si possono contare anche un centinaio di individui, in particolare nella terza
in basso a destra: maschi decade di marzo. Più rara e scarsa nel passo postriproduttivo.
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sopra: marzaiole
sotto: mestoloni, fischioni e alzavole
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Ali del Frassino
Moretta
Aythya fuligula
Tufted Duck
Moretta
Mòreta, mòra, garavèla,
ànara dal ciùfo Anatra tuffatrice ampiamente diffusa, la moretta si riproduce nell’intera Europa
settentrionale fino all’Islanda e alla Siberia, ma il suo areale arriva fino alla
penisola della Kamchatka e al Giappone, abitando zone climatiche boreali,
temperate e steppiche. Le popolazioni più settentrionali sono migratrici e
trovano i loro quartieri di svernamento lungo le coste del Mediterraneo,
nell’Europa occidentale e nel sud dell’Asia, mentre quelle dell’Europa centrale
sono per lo più sedentarie. In Europa centrale è stato registrato un incremento di
individui svernanti, attribuito sia all’adattabilità della specie a numerosi habitat
umidi artificiali come laghetti urbani, sia alla diffusione del mollusco bivalve
esotico Dreissena polymorpha, che ha colonizzato numerosi laghi ed è ritenuto
oggi l’alimento principale durante i mesi invernali. In Italia è specie soprattutto
07 migratrice e svernante regolare, seppure in decremento, con 6.000-8.000 individui
sui laghi prealpini, nell’alto Adriatico, in Toscana, in Puglia e in Sardegna; è anche
specie nidificante di recente colonizzazione, con qualche decina di coppie che si
riproducono tutti gli anni, alcune anche nel Veneto orientale.
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Ali del Frassino
2500
2000
1500
1000
500
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
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È solo agli inizi degli anni ’90 del XX secolo, con l’istituzione dell’oasi protetta, che il Laghetto del Frassino si
è dimostrato così rilevante per lo svernamento della moretta e del moriglione. I conteggi massimi di gennaio-
febbraio, infatti, censivano solo 25 morette nel 1989, salite a circa 300 nel 1993, numero che negli anni è
incrementato progressivamente assestandosi a 1.700-2.700 individui. Questo significa che il bacino del Garda è
il sito più importante in Italia per lo svernamento di quest’anatra, ospitando circa il 30% delle morette italiane.
Considerando quindi che il moriglione è specie cinque volte più numerosa in Italia, distribuita più ampiamente sia
nel Paese che in provincia di Verona, e che invece la moretta è di minore diffusione nazionale e così concentrata
al Laghetto del Frassino, si può realizzare come quest’oasi sia importante soprattutto per questa splendida
anatra tuffatrice.
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Ali del Frassino
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Sopra: una moretta con la base del becco ampiamente bianca emerge facilmente dal gruppo. Che si tratti di
una moretta (e non di una moretta grigia) lo suggeriscono la forma squadrata della testa e le dimensioni, simili
a quelle delle morette che ha intorno.
Sopra: la femmina di moretta grigia (in basso a destra) si distingue per la testa rotonda, l’assenza di ciuffo,
il bianco alla base del becco assai ampio, i fianchi dello stesso colore del dorso e a diretto confronto con le
morette si possono apprezzare le maggiori dimensioni.
Sopra: in volo l’unica moretta mostra una ampia fascia alare bianca, non presente nel moriglione.
Sopra: la moretta grigia (a sinistra un maschio del primo inverno) ha dimensioni simili a quelle del moriglione
(una femmina). Sotto: la moretta tabaccata mostra sempre un evidente sottocoda bianco; l’occhio bianco dei
maschi è caratteristica unica tra tutte queste specie.
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Moretta, maschio
Capo squadrato con lungo ciuffo nucale, ampia
unghia nera sulla punta del becco, iride gialla,
fianchi bianchi, piumaggio nero di dorso, petto e
posteriore
Moretta, maschio
Individuo che presenta un abito di transizione tra
quello eclissale, quando il piumaggio è ampiamente
soffuso di grigio bruno, e quello tipico bianco e
nero; i fianchi appaiono in parte grigio-bruni e non
candidi, il ciuffo nucale è poco evidente
Moriglione, maschio
Capo castano con iride rossa, becco bicolore nero e
grigio-azzurro, petto nero, corpo e dorso grigi
Moriglione, femmina
Piumaggio grigio-bruno di dorso e fianchi con
capo e collo più bruno scuro, iride scura, anello
perioculare chiaro che continua posteriormente
con una stria pallida, becco grigio scuro con fascia
più chiara subterminale e punta nera
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Moretta grigia, maschio
Capo di forma arrotondata, becco con piccolo spot
nero sulla punta, iride gialla, piumaggio grigio
chiaro del dorso, fianchi bianchi, petto nero
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Ali del Frassino
Tarabusino
Ixobrychus minutus
Little Bittern
Tarabusino
Trentaòssi, sgarzèta pìcola
Il tarabusino è il più piccolo airone europeo. La sua popolazione viene stimata
tra le 37.000 e le 110.000 coppie, metà delle quali concentrate in Russia. In Italia
è di presenza estiva, migratore regolare e nidificante; si può osservare fra metà
marzo e settembre, periodo in cui si riproduce diffusamente in Pianura Padana.
È specie migratrice a lungo raggio: dopo la nidificazione raggiunge le lontane
zone di svernamento nei paesi africani a sud del Sahara fino al Sudafrica. Questo
estenuante viaggio è affrontato nelle ore notturne, a volte aggregandosi ad
altri individui conspecifici.
Il piumaggio del tarabusino è molto delicato e sobrio: il maschio è fulvo con vertice
del capo e dorso neri, mentre le copritrici secondarie sono bianche, particolare
09 che si nota molto bene quando il piccolo ardeide è in volo. La femmina è simile,
ma le parti scure sono marroni e non nere; il giovane si contraddistingue per le
marcate striature, sia inferiori che superiori. Il becco di questo piccolo airone è
giallastro, ma all’apice della stagione riproduttiva (metà maggio-metà giugno) si
tinge di arancione alla base. Le zampe sono verdi e vengono tenute a penzoloni
quando il tarabusino sorvola, con battiti alari potenti e rapidi, il canneto o gli
specchi d’acqua circondati da una fiorente vegetazione riparia.
Depone il nido tra la vegetazione palustre, all’interno della quale si muove molto furtivamente e abilmente
spesso arrampicandosi, soprattutto nel periodo del corteggiamento, fino alla sommità delle canne per far
echeggiare meglio il suo canto, una monotona e ripetuta nota soffocata. Caccia piccoli pesci, grossi insetti e anfibi
appostandosi sempre ai margini delle zone umide e prediligendo le ore crepuscolari e notturne per spostarsi.
Se disturbato, il tarabusino assume una insolita postura, simile a quella del tarabuso e detta bitterning posture,
che consiste nell’allungare il collo e il becco verso l’alto in modo da confondersi con l’ambiente circostante, le
canne, nella speranza di disorientare il predatore. Condivide col tarabuso anche l’abitudine di non nidificare in
garzaie, ma in coppie isolate.
Nel Veronese la specie è diffusa nelle zone umide con canneti piuttosto estesi come le paludi della Bassa
Veronese, le cave di Ronco all’Adige, le rive del Mincio; oggi poco frequente nel basso Garda. Al Laghetto del
Frassino era considerato comune nidificante fino alla fine del XX secolo; oggi è ancora di presenza regolare, ma
sono stimabili solo 1-2 coppie riproduttrici. È stato segnalato tardivamente fino alla prima decade di dicembre.
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Ali del Frassino
Svasso maggiore
Podiceps cristatus
Great Crested Grebe
Svasso maggiore
Valangòto, vìsolo
Lo svasso maggiore è il più grande degli svassi europei; la sua popolazione è
stimata tra le 320.000 e 1.300.000 coppie, gran parte delle quali localizzate in
Russia, mentre quelle nidificanti in Italia sono circa 3.000. Nel nostro Paese è
distribuito abbastanza diffusamente con una concentrazione particolare nella
Pianura Padana lungo il corso dei principali fiumi, presso i laghi prealpini o le
coste adriatiche.
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Ali del Frassino
Nel piumaggio invernale lo svasso maggiore ha la parte anteriore del collo, i fianchi e il petto bianchi, il dorso
scuro, guance bianche che contrastano con il cappuccio quasi nero, stria nera tra il becco e l’occhio. La livrea
riproduttiva, invece, si differenzia in modo particolare per la presenza di ciuffi ornamentali, neri sul capo e
rossicci ai lati, che adornano la testa dello svasso maggiore. Ciuffi che possono essere tenuti più o meno distesi a
seconda dello stato emozionale. Il becco è grande, chiaro e ricorda la forma di un pugnale, la coda è praticamente
assente, mentre le zampe sono grigiastre e lobate. Il giovane si caratterizza per le redini rosa e per il piumaggio
complessivamente striato di nero sul capo e sul collo, mentre il dorso è tinto uniformemente di grigio.
Un capitolo assai importante nella vita dello svasso maggiore consiste nell’elegante rituale di corteggiamento
che incomincia già alla fine dell’inverno e che vede impegnati entrambi i sessi in spettacolari parate nuziali. Il
cerimoniale inizia con i richiami che il maschio rivolge alla femmina per attirarne l’attenzione, prosegue con
brevi immersioni senza mai perdere di vista il partner e successivamente i due si affrontano con il collo lungo
Ali del Frassino
Folaga
Fulica atra
Coot
Folaga
Fòlega
La folaga è un rallide di medie-grosse dimensioni presente in moltissimi ambienti
acquatici, ad esclusione di quelli ove vi sia una corrente rapida, distribuita
ampiamente in tutto il paleartico orientale. Nel nostro Paese è specie piuttosto
comune, presente tutto l’anno, con popolazione particolarmente abbondante
durante i periodi di migrazione nei mesi invernali, quando sono stimabili circa
250.000 individui.
Il nome latino di questa specie contiene il termine atra che significa nero, scuro,
in riferimento al colore dominante del piumaggio, da cui spiccano però la placca
cornea frontale bianca ed il becco bianco-rosato. La coda è corta e generalmente
non viene alzata come invece usa fare la gallinella d’acqua; per quanto riguarda
21 il piumaggio non vi sono distinzioni né tra i sessi né tra le stagioni. Si possono
invece distinguere i giovani, che nel primo periodo di vita sono ricoperti da un
fitto piumino e caratterizzati da un vistoso vertice rossastro, colorazione che con
la crescita dell’animale vira verso toni grigio-bruni con evidenti macchie chiare
ai lati del capo e sul collo. Le zampe sono grigiastre e provviste di lamelle lobate
lungo le dita, accorgimento che consente alla folaga di nuotare bene durante le
brevi immersioni che compie alla ricerca di cibo. Le vocalizzazioni sono piuttosto
varie: un breve monotono metallico psiit al quale può abbinare uno stridente
kroc, o una serie di più musicali versi a trombetta.
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A differenza delle altre specie di questa famiglia, la folaga frequenta spesso acque aperte, dove sovente si
aggrega nei mesi invernali formando stormi di centinaia di individui.
Nel Veronese questa specie è abbondante soprattutto nei mesi invernali sul Lago di Garda, meno numerosa nel
periodo riproduttivo; nidifica sulle sponde del Garda così come in stagni, cave o zone a corso lento dei fiumi. Al
Laghetto del Frassino la folaga è facilmente osservabile tutto l’anno; anche in questo sito è più numerosa nei
mesi invernali, ma qualche coppia nidifica nel canneto.
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Ali del Frassino
Gabbiano comune
Chroicocephalus ridibundus
Black-headed Gull
I gabbiani
Cocàl
Il gabbiano comune, la gavina e il gabbiano reale sono i laridi che si osservano con
maggior facilità e regolarità al Laghetto del Frassino. La popolazione europea
si aggira approssimativamente intorno ai due milioni di coppie per quanto
concerne il gabbiano comune e intorno al milione per la gavina, entrambe
specie ampiamente distribuite ma con importanti concentrazioni in Russia; per
il gabbiano reale, che predilige l’area mediterranea al resto d’Europa, è stata
approssimata una popolazione di circa 220.000 coppie.
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Gabbiano reale
Larus michahellis
Yellow-legged Gull
Cocalòn, magòga, sardenàr
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102
Ali del Frassino
Oltre che per le diverse caratteristiche fenologiche, questi tre laridi si differenziano innanzitutto per le
dimensioni: il gabbiano comune è il più piccolo dei tre, seguito dalla gavina e dal gabbiano reale, decisamente
il più grande e massiccio.
La colorazione del piumaggio invernale degli individui adulti non è di grande aiuto nell’identificazione, essendo
in tutte e tre le specie complessivamente grigia sul dorso e generalmente bianca nelle parti inferiori, sul collo
e sul capo. Va specificato “invernale” perché nei mesi più freddi il piumaggio è diverso rispetto a quello del
periodo riproduttivo. E va specificato “individui adulti” poiché il piumaggio definitivo, così come la colorazione
delle parti nude, è assunto solo dopo qualche anno di vita. Per ciascuna di queste specie sono differenti pure
i tempi necessari per raggiungere tale “piumaggio dell’adulto”: per il gabbiano comune è di circa 2 anni, per
la gavina di 3 anni, mentre per il gabbiano reale è di 4-5 anni. Ciò significa che individui appartenenti a una
stessa specie assumono diverse colorazioni del piumaggio in base alla stagione e all’età posseduta, complicando
l’opera di identificazione da parte dell’osservatore. È quindi necessario osservare i particolari.
Nel caso del gabbiano comune, nei mesi invernali il capo dell’adulto è bianco ma caratterizzato da macchie
auricolari scure, mentre nell’abito riproduttivo non è affatto bianco, ma presenta un ampio cappuccio bruno
scuro che a distanza appare nero. Viceversa, nella gavina adulta il capo è bianco candido solo nei mesi estivi,
mentre d’inverno appare come “sporcato” di grigio; nel gabbiano reale adulto, infine, è completamente bianco
quasi tutto l’anno, apparendo appena “sporco” solo a fine estate e per breve periodo.
sotto: due gavine (a sinistra) e tre gabbiani comuni in abito non riproduttivo, tutti adulti
a sinistra: gabbiano reale del primo inverno
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Ali del Frassino
Pendolino
Remiz pendulinus
Penduline Tit
Pendolino
Pendolìn, sparonsolìn
Il pendolino è un passeriforme di piccole dimensioni il cui areale riproduttivo
è distribuito nella porzione euroasiatica della regione Paleartica occidentale,
in seguito ad un forte processo espansivo che, iniziatosi nel settore orientale
dell’Europa, lo vede oggi presente fino alla penisola iberica. A seguito di
questa espansione la specie ha iniziato a insediarsi largamente anche in Italia
a metà del XX secolo, con circa 20.000-30.000 coppie stimate negli anni ’80,
ma a partire dagli anni ’90 è decisamente diminuita, con stime attuali più che
dimezzate. Il suo areale di svernamento include l’Europa meridionale e il Medio
Oriente; anche la popolazione italiana si arricchisce di individui migratori nei
mesi invernali.
33 Il maschio adulto del pendolino ha parti superiori del corpo color rosso-ruggine
e parti inferiori crema; il capo è grigio chiaro, con una larga mascherina nera
intorno agli occhi. La femmina è simile ma con testa di un grigio più scuro e
mascherina meno pronunciata; nel giovane i caratteri cromatici sono più
uniformi, sul bruno-grigio e la mascherina è del tutto assente. Il becco è corto
e appuntito. Il verso di contatto è un tipico tzì o tzìu, grazie al quale è facile
contattarlo ancor prima di vederlo nascosto nel canneto.
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Ali del Frassino
Migliarino di palude
Emberiza schoeniclus
Reed Bunting
Migliarino di palude
Spiònsa, piònsa da àqua
Il migliarino di palude è un uccello robusto e compatto, grande quanto
un passero, appartenente alla famiglia degli zigoli. La sua distribuzione
comprende gran parte del Paleartico. Rappresentato in diverse sottospecie
anche in Europa, è diffuso dal Mediterraneo al circolo polare artico; è
sedentario o migratore di breve distanza, con quartieri di svernamento fino
al nord Africa. In Italia è oggi comune soprattutto nei mesi invernali quando
sopraggiungono individui dal nord-est europeo, ma è anche specie nidificante
con soggetti parzialmente erratici.
Altri acquatici
Cigno reale – Cygnus olor – Mute Swan
Dall’ultimo decennio del XX secolo il cigno reale nidifica sul basso Lago di
Garda, dove la popolazione aumenta sensibilmente nei mesi invernali. Dal
Garda verosimilmente giungono gli individui che si osservano al Laghetto del
Frassino, con presenze più numerose nei mesi invernali, come il 3 gennaio 2001,
quando erano presenti 6 individui. È stata anche accertata la nidificazione con
l’osservazione di pulli in diverse occasioni, ma non di recente.
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Ali del Frassino
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Ali del Frassino
Altri rapaci
Il Laghetto del Frassino è strategicamente idoneo per l’attività alimentare o di
sosta di una svariata quantità di specie di uccelli anche se non strettamente
legati agli ambienti umidi, tra questi i rapaci diurni.
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Ali del Frassino
sopra: poiana
a sinistra: gheppio
birdwatching al Frassino
BIRDWATCHING AL FRASSINO
Fare birdwatching al Laghetto del Frassino è un’esperienza emozionante e gratificante; gli appassionati
dell’associazione Verona Birdwatching lo sanno bene.
Va però ricordato che mantenere un comportamento equilibrato è una priorità assoluta quando si osservano
gli animali selvatici nel loro ambiente: l’interesse primario deve essere sempre quello degli uccelli! Ricordiamo
che il disturbo può avere gravi ripercussioni: è fondamentale non mettere in crisi il naturale ciclo biologico dei
nostri amici volatili sia in fase di riproduzione e allevamento della prole, sia in migrazione o semplice sosta per
alimentarsi, così come nei freddi mesi invernali quando il laghetto è pieno di anatidi e intorno la caccia è una
minaccia attiva.
Come arrivare
Il Laghetto del Frassino è situato nel comune di Peschiera del Garda, in provincia di Verona, solo 1 Km più a
sud del Lago di Garda, latitudine N 45°26’08”, longitudine E 10°39’51”.
Per raggiungere il Laghetto del Frassino con l’autostrada, uscite dall’autostrada A-4 Milano-Verona-Venezia
al casello di Peschiera e seguite le indicazioni per Sirmione e Brescia, imboccando la circonvallazione; provenendo
da Verona con la SR 11, giunti in prossimità di Peschiera, non svoltate per il centro del comune benacense,
ma proseguite dritti sulla circonvallazione verso ovest. Superato il centro abitato, la strada (sempre la SR 11)
diventa alberata: dopo solo circa 200 m, girate a sinistra al primo incrocio (per Broglie). Dopo circa 500 m, in
concomitanza di una rotonda, svoltate ancora una volta a sinistra (seguite ancora le indicazioni per Broglie);
poco dopo passate sotto il ponte della ferrovia e subito dopo troverete, sulla sinistra, il laghetto.
È bene ricordare che per l’accesso all’oasi, in particolare per le visite di gruppo, è necessaria una preventiva
autorizzazione dell’Amministrazione Provinciale e che i terreni circostanti il laghetto sono tutti privati.
I mesi invernali, da novembre a fine marzo, sono quelli in cui il lago è più frequentato dalle morette,
con punte a gennaio e febbraio, quando è anche più facile incontrare la moretta grigia. Le ore pomeridiane
sono quelle in cui la luce è più favorevole, poiché il posto d’osservazione migliore è situato sulla sponda
ovest del lago.
Abbigliamento
Come in ogni ambiente naturale è necessario vestire un abbigliamento non troppo vistoso. Non esistendo
luoghi attrezzati o capanni, l’adozione di un vestiario il più possibile mimetico aiuterà senz’altro a non recare
disturbo agli uccelli e ad avere più fortuna negli avvistamenti. Al Laghetto del Frassino le osservazioni si
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Ali del Frassino
effettuano perlopiù da fermi: restando immobili a lungo ed essendo quest’oasi importante per la frequentazione
delle anatre tuffatrici nei freddi mesi invernali, indossare abiti e accessori adeguati può fare la differenza tra
una visita ben riuscita e un insuccesso.
Attrezzatura
Per poter effettuare buone osservazioni è fondamentale portare con sé un binocolo o un cannocchiale. Come
ogni birdwatcher sa, l’ingrandimento di un binocolo è indicato dal primo dei due numeri che ne definiscono le
caratteristiche ottiche: ad esempio nel caso di un binocolo “10x50” il fattore di ingrandimento è “10”. Il secondo
numero segnala il diametro della lente anteriore in mm e si riferisce quindi alla luminosità. Molto più potente
del binocolo è il cannocchiale, con il quale si possono ottenere anche 75 ingrandimenti (“75x”). Il cannocchiale si
presta a lunghi appostamenti e di conseguenza appare lo strumento più adeguato per l’osservazione al Laghetto
del Frassino, per cercare rarità o specie poco numerose da individuare tra le migliaia di anatre tuffatrici presenti
nei mesi più freddi o nascoste nel canneto della sponda opposta.
Fotografia
Per le distanze da cui solitamente si osservano gli uccelli in questo laghetto, una tecnica consigliata è quella
del digiscoping, a cui dedichiamo un capitolo a parte.
Vocalizzazioni
Se i dispositivi ottici sono essenziali per osservare al meglio le specie acquatiche, per registrare il canto o le
vocalizzazioni degli uccelli può essere proficuo l’utilizzo di un’apparecchiatura audio, in particolare per i cantori
del canneto. Questo strumento è utile anche in caso di dubbi di identificazione, per un confronto successivo.
143
Ali del Frassino
la salvaguardia
LA SALVAGUARDIA
Oasi
Abbiamo sempre considerato un’Oasi come una vera e
Il termine “Oasi” fa ormai parte del linguaggio comune. È propria Area protetta, quindi gli interventi gestionali (dai piani
sinonimo di pace e tranquillità, ma anche di luoghi ricchi di vita, e dai documenti di pianificazione fino alle azioni su ambienti e
in particolare dove la natura è protetta. specie) sono stati il filo conduttore che ha permesso nel corso
degli anni il riconoscimento dell’importanza di queste aree per la
Le Oasi di protezione faunistica sono generalmente aree conservazione della natura.
dove la caccia è vietata e le attività di tutela e protezione degli
ambienti e della natura sono generiche. L’istituzione di un’Oasi di protezione, o meglio ancora di una
Riserva naturale, rappresenta di per sé un atto importante per
Sono istituite dalle province, in base alla normativa regionale la conservazione della natura in generale, più nello specifico di
sulla regolamentazione dell’attività venatoria, che è originata specie e ambienti presenti nella zona che si è scelta.
dalla Legge nazionale 157/92.
La connessione ecologica con altre oasi, siti Rete Natura
Le Riserve naturali sono delle vere e proprie Aree protette, 2000, parchi e riserve diventa poi fondamentale per consentire
dove gli ambienti e le specie animali e vegetali godono di alla biodiversità di deframmentare un territorio, quello italiano,
particolari interventi e misure di tutela e protezione. Le Riserve troppo spesso cementificato, violentato e danneggiato dalle
naturali sono istituite dalle Regioni all’interno dei programmi ecomafie o da uno sviluppo crescente che è insostenibile per un
di tutela e di conservazione delle stesse, all’interno della Legge equilibrio vero tra uomo e natura.
nazionale 394/91.
In questo contesto, l’esperienza ormai trentennale della LIPU
Le Oasi e Riserve LIPU sono particolari aree che le associazioni è abbastanza significativa, avendo operato in differenti contesti
possono gestire in collaborazione con enti locali (Comuni, territoriali e con modalità ed obiettivi specifici di volta in volta.
Province, Regioni, Enti Parco) e con il supporto di soggetti privati Azioni che hanno permesso la nascita di Oasi prima e di Riserve
proprietari dei terreni. Le Oasi e Riserve LIPU sono istituite in base naturali poi, il riconoscimento da parte degli enti pubblici anche
al valore e all’importanza degli ambienti e delle specie animali e in strumenti di pianificazione e gestione territoriale, l’avvio di
vegetali presenti, con particolare attenzione per gli Uccelli. interventi di conservazione della natura.
Vengono inoltre individuate e gestite con un duplice scopo: Fulvio Mamone Capria, presidente nazionale LIPU
conservazione della natura ed educazione e sensibilizzazione
ambientale. Per questo motivo, accanto alle iniziative e azioni di
tutela e protezione, l’Associazione progetta e gestisce interventi Un futuro per tutti
ed attività per favorire la visita e la fruizione da parte del pubblico,
dai bambini delle scuole ai turisti, dalle famiglie agli appassionati Le rive del Lago di Garda fino a non molto tempo fa erano
di natura. in gran parte ricoperte da folti canneti che ospitavano animali
e piante caratteristici. Anche lungo tutto il corso del Mincio non
L’importanza di un’Oasi o di una Riserva per la conservazione mancavano gli acquitrini e la valle di questo fiume collegava gli
della natura è quindi duplice. ecosistemi lacustri del Garda ai laghi di Mantova e poi giù fino al
fiume Po.
Da un lato l’istituzione di un’Oasi di protezione permette a
quel sito (e alle specie di fauna e di Uccelli e Mammiferi in primis) Nell’entroterra gardesano, tra le colline moreniche, esiste-
di ricevere un minimo di tutela. La storia degli ultimi 30 anni in vano molte aree umide di dimensioni più o meno limitate, che
Italia, grazie anche ai primi interventi di LIPU e WWF, ha di fatto completavano un ecosistema che si era insediato in questi territori
consentito che un gran numero di siti importanti per la natura dopo la fine delle grandi glaciazioni.
venissero comunque tutelati. Dapprima appunto con l’istituzione
dell’Oasi di protezione, quindi del divieto di caccia, per poi passare In questi luoghi vivevano, insieme all’uomo, una miriade di
dopo alcuni anni di gestione attiva al riconoscimento successivo, animali e piante, ma molti tra loro sono ormai scomparsi. Tra le
quello di Riserva naturale. piante possiamo ricordare l’euforbia palustre, il campanellino
maggiore e l’utricolaria. Al Frassino nidificava la marzaiola, era
Dall’altro, proprio grazie alle prime esperienze di LIPU e WWF, possibile incontrare il basettino e anche la testuggine palustre. I
successivamente riprese da enti pubblici ed altre associazioni grossi cambiamenti sono iniziati negli anni ‘50 del XX secolo con
locali, la reale gestione delle oasi e delle riserve naturali ha fatto la completa canalizzazione del Mincio da Peschiera a Pozzolo e
la differenza. con l’espansione del turismo di massa.
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Ali del Frassino
Il comprensorio del Lago di Garda è una delle zone del mondo Un’oasi anche preistorica
a più alto flusso turistico: oltre 10 milioni di presenze annuali
solo sulla sponda veronese. Il giro di affari, di occupazione e di «Delle tracce preistoriche però… non c’è traccia», scrivevo
indotto messo in movimento è gigantesco e nessun altro settore assieme a Corrado Zanini in un comunicato stampa di Italia Nostra
economico ha una rilevanza paragonabile. nel settembre 2010.
Naturalmente le strutture destinate a questo settore sono Motivo del comunicato erano recenti vicende subite dal sito e
largamente prevalenti sulle altre e se ne continuano a costruire sintetizzate, pochi giorni prima, da un titolo de “L’Arena”: «Oasi
e progettare di nuove. Aggredite da una voglia di spiagge del Frassino, la Provincia contro “lo scempio” dei privati». Eppure,
balneabili che non conosce freni, le rive del lago sono state quasi digitando “Laghetto del Frassino” su internet si visualizzano
completamente “ripulite” dai canneti che, di anno in anno, 136.000 risultati, ma che in gran parte lo ignorano come sito
diventano ancora più scarsi. Gli stagni e le torbiere intramoreniche archeologico.
invece sono stati quasi ovunque bonificati per scopi agricoli e
trasformati in campi e vigneti. A questa lacuna ha supplito, ma finora solo in ambito
scientifico, la citazione in un’importante pubblicazione del prof. de
Dicono che questo è lo sviluppo e che lo sviluppo non si può Marinis: le analisi dendrocronologiche hanno datato le palificazioni
fermare! del Frassino fra il 1709 e il 1637 a.C., mentre la gran quantità di
vasellame (raccolto a 3-4 metri di profondità entro l’area palafitticola
L’ultima vera e ampia zona umida dell’anfiteatro morenico in buono stato di conservazione) è stato tipologicamente attribuito
veronese è rappresentata dal Laghetto del Frassino che è alle “fasi 2a e 2b” dell’Antica Età del Bronzo.
importante non solo per lo specchio d’acqua che ospita gli anatidi
svernanti, ma anche per le sue rive occupate dalla vegetazione Ma la valenza archeologica del Frassino era nota già da:
palustre e da un ricco assortimento di specie ad essa legate. «prima del 1907» quando durante lavori di estrazione
della torba lungo la riva Ovest del bacino inframorenico del
Se perderemo anche questo lembo di natura, dove Frassino si rinvennero numerosi pali di quercia lavorati, infissi
metteremo il pendolino e gli altri animali che sono i suoi nel fondo del laghetto e molti reperti ceramici e faunistici;
compagni dei canneti? «il 1957» perché sulle sue sponde nord nei pressi della
riva, si raccolsero materiali ceramici e litici attribuibili a
Per migliaia di anni la loro casa è stata la nostra casa, la nostra frequentazioni avvenute dal Neolitico antico (V millennio
vita si legava alla loro vita. Adesso però li abbiamo sfrattati, a.C.) a quello medio e recente (metà III millennio a.C.).
abbiamo occupato tutti i luoghi che avevano a disposizione e non
ci basta ancora. Solo dal 2012, però, l’importanza preistorica del sito ha
finalmente avuto il riconoscimento che merita, essendo stato
È giusto? Ne abbiamo il diritto? Siamo noi gli unici esseri inserito (assieme alla palafitta del Belvedere, Peschiera) nella Lista
viventi degni di vivere liberi su questa terra? Tutti gli altri animali del Patrimonio Mondiale UNESCO denominata “Siti palafitticoli
e piante hanno diritto di rimanere solo se sono al nostro servizio e preistorici dell’arco alpino”, di cui fanno parte 19 palafitte
possibilmente dando un vantaggio economico immediato? preistoriche italiane su un totale di 111 località selezionate
lungo l’arco alpino, dove sono noti ben 1000 siti tardo-preistorici
Forse chi ha creato il nostro territorio pensava che ci dovesse conservati in ambienti umidi.
essere un posto anche per il basettino, il coregone e perfino
per la lontra. Noi invece pensiamo a riempire ogni spazio di Il Laghetto del Frassino, pur essendo un piccolo bacino
nuove urbanizzazioni, residence turistici, campi da golf, parchi morenico, è molto rilevante per la qualità del materiale ceramico
divertimenti, vigneti intensivi e, se proprio abbiamo finito le idee, ritrovato: essendo una torbiera, un lago chiuso quindi senza moto
strade e mais. ondoso, gli oggetti sono stati rinvenuti molto più integri che in
altri contesti coevi.
Ci sarà un limite a tutto questo? Potremo mai parlare di
territorio senza essere obbligati a inventare qualche sistema per Dunque le premesse per conoscenza, rispetto e valorizzazione
“monetizzare” le sue potenzialità? di questa preziosa tessera del mosaico preistorico veronese
sembrano aver finalmente trovato avallo internazionale.
Sarebbe tempo di considerare che la natura ha un valore
che non si può misurare solo in termini economici, che la nostra Speriamo, anzi diamoci da fare affinché la sua percezione
vita è bella anche perché, quando ne abbiamo voglia, possiamo si diffonda realmente: siccome, nel nostro tempo, l’esistenza
venire al Frassino e trovare, d’inverno, un lago pieno di anatre pubblica di un bene culturale sembra misurarsi in termini di
selvatiche e, d’estate, l’airone rosso che scende nel canneto. Il volo “pagine Internet”… digitando “Laghetto del Frassino + Età del
delle libellule. I cori delle raganelle. I piccoli fiori che emergono Bronzo” si visualizzano 13.200 pagine, mentre associandolo
dall’acqua. I colori delle farfalle. Il verso del cannareccione. E il ad “archeologia” se ne selezionano 6.940 e, abbinandolo a
nido del pendolino! “preistoria”, appena 1.890! Un semplice confronto on line con siti
trentini ci rivela 82.700 pagine per “palafitte di Ledro” e 12.100
Per questo noi continuiamo a sperare che, nel nostro futuro, “palafitte di Fiavè” (a cui solo da pochi mesi è stato dedicato un
ci sarà un posto anche per loro. nuovo museo).
Ernesto Cavallini, WWF Sudovest Veronese Giorgio Chelidonio, Italia Nostra sezione di Verona
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Ali del Frassino
numerose e i suoi effetti negativi si moltiplicano per l’incontrollato come Ambito naturalistico di Livello Regionale; l’“Oasi naturale
e perdurante apporto di sostanze organiche e chimiche a cui si del Laghetto del Frassino” istituita dalla Provincia di Verona nel
sommano le conseguenze della recente cementificazione. 1990; il Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) nonché la Zona a
Protezione Speciale (Z.P.S.) ai fini della protezione dell’ambiente
Il fenomeno dell’eutrofia e il conseguente ridursi dell’ossigeno e della conservazione delle specie a rischio di estinzione; il “sito
disciolto, innescato a seguito di un uso incontrollato dei concimi palafitticolo” patrimonio dell’UNESCO; il riconoscimento di
provenienti dai dilavamenti dei terreni agricoli circostanti e dagli “Zona Ramsar” e infine il Piano di Valorizzazione approvato dalla
emissari, ha visto un’inesorabile evoluzione con l’aumento delle Regione Veneto nel 2006 in variante al PRG comunale.
presenze abitative nel bacino, che hanno aggiunto sostanze
organiche (liquami) e inquinanti in genere (prodotti detergenti, Purtroppo la realtà di questi vincoli non è stata per niente
solventi, ...). Vi sono alcuni scarichi diretti di fogne o di attività sufficiente a garantirne la tutela e il rispetto.
produttive, mascherati da scarichi di acque meteoriche, che il
Comune di Peschiera del Garda sembra non conoscere. Il sistema Come appare evidente anche a un passante distratto
delle fognature è incompleto: è presente lungo la riva orientale la metamorfosi territoriale avvenuta e in atto, voluta dagli
ma non lungo quella occidentale, dove è attivo un cantiere per amministratori di ogni rango, regionali, provinciali e comunali,
la realizzazione di una struttura ricettiva per complessive 280 ha irrispettosamente modificato il paesaggio. La cessione dei
camere, ristorante e piscine, con picchi di presenze giornaliere fino lotti per un uso privatistico dei fondi con premialità volumetriche
a 500 ospiti. Il condotto fognario, là dove esiste, convoglia acque in cambio di “benefici pubblici” quali passeggiate a lago,
nere e bianche assieme ed è frazionato in segmenti interrotti da camminamenti con panchine o piste ciclabili, in sfregio al sito
pompe di innalzamento. appartenete alla Rete Natura 2000 creata dall’Unione Europea
per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie,
Al massimo carico, che si verifica in estate quando i residence animali e vegetali, è l’effetto del fallimento del sistema della
e le seconde case sono utilizzati o in concomitanza di grandi pianificazione in vigore nella nostra Regione, fatto di deroghe e
precipitazioni, la condotta non regge e i liquami si riversano di labilità normative.
nel lago attraverso i due immissari, il Paulmano e il Giordano.
Gli inquinanti provengono soprattutto attraverso il Giordano Ne è testimonianza l’inefficacia delle norme inserite nel
che riceve gli scarichi della zona industriale e dell’abitato di PTRC e nel Piano d’Area Baldo-Garda, tra cui la limitazione
Broglie, dove passa intubato presso lo stabilimento di un’azienda alla nuova edificabilità con indici pari a 0,001 mc/mq (1 m ogni
specializzata nelle lavorazioni dell’acciaio inox. Lo stesso corso 1.000 mq) o alla possibilità per l’esistente di soli interventi
d’acqua raccoglie anche le acque di dilavamento del piano di manutenzione ordinaria e straordinaria ai sensi della LR
stradale dell’autostrada A4, tangente a sud il lago, aumentando 24/1985. Ne è testimonianza l’assenza di contenuti nello stesso
quindi gli inquinanti, prevalentemente idrocarburi pesanti, che Piano di Valorizzazione del Frassino, di fatto utilizzato come
defluiscono nel piccolo bacino lacustre. compensazione alla costruzione del porto dei Pioppi in area
S.I.C. sul Garda, oltre ad aver permesso di superare le misure di
Sulla costa orientale, dove l’urbanizzazione ha già consumato salvaguardia imposte dal PTRC.
circa 85.000 mq di suolo agricolo trasformato in residenziale
e dove una casa colonica dei primi anni del Novecento del XX Ne è testimonianza la sorprendente e ripetuta dichiarazione
secolo è stata innalzata e trasformata in residence, è da poco di «ininfluenza alla conservazione del sistema prioritario relativo
stato approvato un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) per la al S.I.C.-Z.P.S. del Frassino», riscontrabile inesorabilmente in
realizzazione di nuovi 11.000 mc di edifici residenziali (leggasi tutte le conclusioni delle Valutazioni di Incidenza Ambientale
seconde case) su una superficie di oltre 20.000 mq. È l’ultimo, per tutti gli interventi e progetti avviati e/o conclusi nell’ambito
in senso temporale, degli interventi di cementificazione del del sito. Ne è testimonianza, infine, la mancanza di rispetto del
Frassino approvato dalla Pubblica Amministrazione, e fa seguito riconoscimento dell’UNESCO che ha inserito il Frassino a far parte
all’intervento in fase di ultimazione della variante alla SR 11 del Patrimonio mondiale dell’Umanità. Nessun riguardo, nessuna
che ha trovato sedime nell’area agricola parallela al tracciato attenzione, nessun segnale inteso a voler correggere le scelte
della linea ferroviaria Milano-Venezia che lambisce e barriera il pianificatorie, se non le solite rituali ma ormai insopportabili
laghetto a nord. dichiarazioni di rito di ministri, sottosegretari, presidenti di Enti
ecc. che auspicano una maggiore tutela e valorizzazione “visto
Ultima minaccia la linea della TAV, attualmente provvista del l’interesse sovranazionale del sito”.
solo progetto di fattibilità, che potrebbe trovare collocazione a
sud del laghetto parallelamente al tracciato dell’autostrada A4, Vale la pena ricordare, a conclusione, l’art. 6 del Codice dei
anch’essa, peraltro, oggetto di possibile allargamento se non Beni Culturali: «La valorizzazione consiste nell’esercizio delle
addirittura di raddoppio. funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la
conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori
Un complesso di infrastrutture e di interventi urbanistici che condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio
hanno sistematicamente e irreversibilmente modificato quel stesso».
paesaggio naturale che è stato meritevole, negli ultimi 20 anni,
di molte tutele e vincoli, tra cui: la Legge del 29 giugno 1939 n. I beni naturali e culturali non sono merci ed è irragionevole
1497 relativa alla protezione delle bellezze naturali confermata la separazione tutela-valorizzazione: smantellare l’una significa
e ampliata dal decreto legislativo n. 42 del 2004 riguardante il cancellare l’altra.
Codice dei Beni Naturali e del Paesaggio; il Piano Territoriale
Regionale di Coordinamento (PTRC - 1992) che lo ha recepito Lorenzo Albi, presidente Legambiente Verona
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Ali del Frassino
i canti
I CANTI
Alcuni uccelli sono più facili da riconoscere ascoltandone il canto piuttosto che osservandone il piumaggio,
ma descrivere un suono si rivela spesso impossibile. Nel CD audio allegato a questo libro troverete molte
vocalizzazioni delle specie più comuni al Laghetto del Frassino: le anatre non sono molto musicali e spesso
piuttosto silenziose nei mesi invernali; più facile è riconoscere i versi di svassi, rallidi e gabbiani; tipici e non
difficili da memorizzare sono i richiami dei picchi; ma i “canti” veri e propri sono quelli dei Passeriformi,
molteplici e melodiosi.
Per ogni traccia sono qui elencati il tipo di vocalizzazione, località, autore e data della registrazione.
cannareccione in canto
Elenco delle vocalizzazioni
01 Fischione - Wigeon 0:29
0:00 richiami a fischio di maschi, richiami di maschi e femmine
Riserva Naturale Diaccia Botrona (GR) M. Dragonetti 10/2009
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12 Airone cenerino - Grey Heron 1:04 24 Gabbiano reale - Yellow-legged Gull 1:32
0:00 richiami in volo 0:00 richiamo di individuo posato, richiami di individui in volo
Magliano in Toscana (GR) M. Dragonetti 05/2010 Cavallino, Venezia M. Sighele 04/2012
0:24 richiami in garzaia 1:07 richiami di individuo posato
Calcirano, Salizzole (VR) M. Sighele 03/2012 Torretta, Legnago (VR) M. Sighele 06/2012
13 Airone rosso - Purple Heron 0:41 25 Parrocchetto dal collare - Ring-necked Parakeet 0:43
0:00 richiami in volo 0:00 richiami di un piccolo gruppo
Palude di Scarlino (GR) M. Dragonetti 04/2008 Laghetto del Frassino (VR) M. Sighele 03/2012
0:17 richiami in garzaia
Cave di Noale (VE) F. Trave 05/2001 26 Martin pescatore - Kingfisher 0:27
0:00 richiami in volo
14 Tuffetto - Little Grebe 0:51 Foce del Nervia, Ventimiglia (IM) S. Inaudi 04/2011
0:00 richiami 0:15 richiami in volo
Riserva Naturale Diaccia Botrona (GR) M. Dragonetti 10/2006
Maraschina, Lago di Garda (VR) R. Lerco 03/2012
0:11 canto tipico, canti di più individui 27 Gruccione - Bee-eater 1:11
Maraschina, Lago di Garda (VR) R. Lerco 03/2012 0:00 richiami di singoli individui posati
Ronco all’Adige (VR) M. Sighele 06/2012
15 Svasso maggiore - Great Crested Grebe 2:03
0:00 richiami d’allarme e altri richiami 28 Torcicollo - Wryneck 0:55
Lido Campanello, Lago di Garda (VR) M. Sighele 02/2012 0:00 canto
0:56 richiami diversi Lazise, Lago di Garda (VR) M. Sighele 04/2012
Bardolino, Lago di Garda (VR) M. D’offria 02/2012
1:29 richiami diversi 29 Picchio verde - Green Woodpecker 1:42
Maraschina, Lago di Garda (VR) R. Lerco 02/2012 0:00 canto
Ceraino, Val d’Adige (VR) M. Sighele 03/2012
16 Falco di palude - Marsh Harrier 1:05 0:30 canto
0:00 richiami nuziali di un maschio in volo San Fidenzio, Verona R. Lerco 04/2009
Palude del Busatello (VR) M. Sighele 03/2012 1:03 canto di due individui
Laghetto del Frassino (VR) M. Sighele 03/2012
17 Albanella reale - Hen Harrier 0:08 1:15 richiami in volo
0:00 richiami in volo Grezzana (VR) R. Lerco 04/2012
Riserva Naturale Diaccia Botrona (GR) M. Dragonetti 02/2009 1:32 richiami in volo
Avesa, Verona M. Sighele 03/2012
18 Falco pescatore - Osprey 0:24
0:00 richiami in volo 30 Picchio rosso maggiore - Great Spotted Woodpecker 1:25
Orbetello (GR) M. Dragonetti 03/2010 0:00 richiami di più individui
Basovizza (TS) M. Sighele 05/2012
19 Porciglione - Water Rail 1:35 0:43 richiami
0:00 tipico canto terrioriale Arcè, Pescantina (VR) M. Sighele 02/2011
Palude di Scarlino (GR) M. Dragonetti 02/2007 0:56 tambureggiamento
0:17 canto terrioriale Pastrengo (VR) C. Zanini 03/2012
Laguna di Caorle (VE) F. Trave 10/2001 1:06 tambureggiamenti
0:27 richiami Laghetto del Frassino (VR) M. Sighele 03/2012
Palude di San Genuario (VC) S. Inaudi 01/2010
0:49 richiami 31 Rigogolo - Golden Oriole 1:45
Alma (CN) S. Inaudi 03/2011 0:00 canto e richiamo
1:20 richiami Concamarise (VR) R. Lerco 06/2012
Mari ‘e Pauli (OR) M. Sighele 07/2010 0.36 richiamo e canto
Cave di Noale (VE) F. Trave 04/2001
20 Gallinella d’acqua - Moorhen 0:51 1:01 richiamo
0:00 richiami di un individuo Belfiore (VR) M. Sighele 06/2011
Marega, Bevilacqua (VR) M. Sighele 06/2012 1:23 canto
Belfiore (VR) M. Sighele 06/2012
0:29 richiamo
Maraschina, Lago di Garda (VR) R. Lerco 02/2012 32 Cornacchia grigia - Hooded Crow 1:10
0:33 richiamo 0:00 richiami
Palude del Busatello (VR) M. Sighele 04/2011 Finetti, Tregnago (VR) R. Lerco 06/2012
0:39 richiamo 0:30 richiami
Maraschina, Lago di Garda (VR) M. Sighele 03/2012 Varanger, Norvegia M. Sighele 06/2009
0:45 richiamo 0:42 richiami e verso atipico
Lido Campanello, Lago di Garda (VR) M. Sighele 05/2011 Lessinia orientale (VR) M. Sighele 03/2012
21 Folaga - Coot 2:03 33 Pendolino - Penduline Tit 1:19
0:00 richiami diversi (spitting & kowping calls) 0:00 richiami
Bardolino, Lago di Garda (VR) M. D’offria 02/2012 Lido Fornaci, Lago di Garda (VR) R. Lerco 02/2012
0:41 richiami diversi 0:19 richiami
Montalto, Nogara (VR) M. Sighele 03/2012 Lido Campanello, Lago di Garda (VR) M. Sighele 10/2011
1:17 richiami diversi (kowping calls), richiami in aggressione 0:49 richiami
Lido Campanello, Lago di Garda (VR) M. Sighele 02/2012 Lido Campanello, Lago di Garda (VR) M. Sighele 02/2012
1:47 richiami 1:07 richiami di individui che si involano
Maraschina, Lago di Garda (VR) M. Sighele 03/2012 Lido Campanello, Lago di Garda (VR) M. Sighele 02/2012
151
Ali del Frassino
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morette grigie
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Ali del Frassino
INDICE
Presentazione ................................................................................................................................................................. p. 3
Introduzione ................................................................................................................................................................... p. 5
Inquadramento geologico-vegetazionale .................................................................................................................... p. 11
Gli uccelli del Laghetto del Frassino ............................................................................................................................. p. 15
Check-list degli uccelli del Frassino ............................................................................................................................... p. 22
Schede descrittive
Fischione ............................................................................................................................................................. p. 28
Canapiglia ........................................................................................................................................................... p. 30
Alzavola .............................................................................................................................................................. p. 32
Germano reale .................................................................................................................................................... p. 34
Codone ................................................................................................................................................................ p. 36
Marzaiola ............................................................................................................................................................ p. 38
Mestolone ........................................................................................................................................................... p. 40
Fistione turco ...................................................................................................................................................... p. 44
Moriglione .......................................................................................................................................................... p. 48
Moretta tabaccata .............................................................................................................................................. p. 50
Moretta ............................................................................................................................................................... p. 52
Moretta grigia .................................................................................................................................................... p. 56
Identificazione delle anatre tuffatrici ............................................................................................................... p. 58
Pesciaiola ............................................................................................................................................................ p. 66
Cormorano .......................................................................................................................................................... p. 68
Tarabuso ............................................................................................................................................................. p. 70
Tarabusino .......................................................................................................................................................... p. 72
Gli aironi bianchi ................................................................................................................................................ p. 74
Airone cenerino .................................................................................................................................................. p. 78
Airone rosso ........................................................................................................................................................ p. 80
Tuffetto ............................................................................................................................................................... p. 82
Svasso maggiore ................................................................................................................................................. p. 84
Albanella reale ................................................................................................................................................... p. 90
Falco pescatore ................................................................................................................................................... p. 92
Porciglione .......................................................................................................................................................... p. 94
Voltolino e schiribilla ......................................................................................................................................... p. 96
Gallinella d’acqua ............................................................................................................................................... p. 98
Folaga ................................................................................................................................................................. p. 100
I gabbiani ............................................................................................................................................................ p. 102
Martin pescatore ................................................................................................................................................ p. 108
I picchi ................................................................................................................................................................. p. 110
Pendolino ............................................................................................................................................................ p. 116
Rondine ............................................................................................................................................................... p. 118
Usignolo di fiume ............................................................................................................................................... p. 120
Cannaiola comune ............................................................................................................................................. p. 122
Cannareccione .................................................................................................................................................... p. 124
Migliarino di palude .......................................................................................................................................... p. 126
Altri acquatici ..................................................................................................................................................... p. 128
Altri rapaci .......................................................................................................................................................... p. 134
Altri passeriformi................................................................................................................................................. p. 138
Birdwatching al Frassino ............................................................................................................................................... p. 142
Digiscoping al Frassino .................................................................................................................................................. p. 144
La salvaguardia .............................................................................................................................................................. p. 146
I canti .............................................................................................................................................................................. p. 150
Glossario ......................................................................................................................................................................... p. 154
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moriglione
Finito di stampare nel mese di agosto 2012 a Verona da Grafiche F.D.G. - 045 8230730 fdg@grafichefdg.it