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IL CINGHIALE E ROSA BIANCA

Quando Marco mi ha contattato, ero ancora immersa in quanto mi era accaduto la sera prima e non
vedevo l'ora di condividere un'esperienza così speciale.
L'occasione si è presentata come per magia, come magica è l'atmosfera che avvolge questa storia.
Ve la racconto:
Quel mercoledì sera avevo appena finito di condurre la lezione di Yoga e Movimento per un gruppo
affiatato di donne sulle alture della periferia di Genova, era tardi e buio ed era comparsa una leggera
nebbia mista a pioggia quando mi trovavo alla fermata ad aspettare un autobus che sembrava non
arrivare mai. Mi guardavo intorno e constatavo di essere sola in un luogo deserto e silenzioso, una
sensazione insolita. Fino a che in mezzo alla strada spunta la sagoma scura di un animale
retroilluminato da un auto, scendeva lentamente verso di me che osservavo interessata questa scena
già bizzarra di per sé. Un curioso cane che diventava sempre più grande e pesante mentre si
avvicinava, a un certo punto si ferma immobile e dietro di lui anche l'auto. E' qui che mi sono
accorta che non si trattava di un cane bensì di un cinghiale. Non ho avuto il tempo di chiedermi
come reagire perchè la macchina bloccata ha acceso immediatamente i fari, il cinghiale si è
spaventato a morte, si è girato ed è fuggito proprio verso la luce che lo stava accecando, muso
contro muso tutto in un secondo. Ora sì che non sapevo davvero cosa fare, di istinto aiutare
l'animale ma in un altro secondo la scena era già cambiata: il cinghiale era scomparso nel buio della
salita e la macchina in discesa, ero nuovamente sola in un luogo deserto e silenzioso dove
succedono delle cose strane. Lo avevo sognato?
A quel punto l'autobus è arrivato. Ancora frastornata mi sono messa a parlare con il conducente,
eravamo noi due ed io cercavo di capire se il ritardo, l'apparizione di una bestia e il mezzo di
trasporto vuoto che portava ad una destinazione diversa da quella ordinaria, fossero elementi
collegati tra loro o semplici originali coincidenze. Sale una donna, forse ero o sono o sarò io un
giorno o uno spazio parallelo a questo. Una donna nel suo lungo cappotto verde con dei lunghi
capelli bianchi raccolti e nascosti. Anche lei si domandava le mie stesse domande. Così ho iniziato a
raccontarle del cinghiale illuminato trasportata dal moto naturale del flusso, lei ascoltava
immedesimata anche con lo sguardo. Poi mi interrompe: “Non sai quante volte mi sono trovata in
queste situazioni, di fronte a una famiglia di cinghiali o addirittura a un branco di lupi.”. Devo aver
sgranato gli occhi incredula, perchè mi ha spiegato che è sempre stata una grande camminatrice
solitaria e che ha attraversato alpi e appennini per passione accostandola alla ricerca nel suo lavoro
di biologa. Si gira con tutto il corpo nella mia direzione mentre mi narra della sua vita che sento
come una parte di me e il tempo assume quella sospensione sublime di questi momenti vibranti,
vivi. Le chiedo “ Allora mi descrivi cosa hai provato davanti a quei lupi e a quei cinghiali, come ci
si comporta?”.
“Ti faccio vedere”. Si alza in piedi e si scioglie i capelli, più lunghi e bianchi e lucenti di quanto
avevo intravisto. Prende una postura stabile e sicura, socchiude le palpebre a mezz'asta e
semplicemente RESPIRA. Respira profondamente e lentamente dal naso.
“Vedi, con una postura statica e uno sguardo presente si acquisisce sicurezza. Ma la cosa più
importante è questa: respirare concentrandosi sull'aria che entra e che esce dal naso.”
Non credevo alle mie orecchie! Le stesse identiche parole che uso nelle mie lezioni di yoga, questa
donna misteriosa e sconosciuta me le stava ripetendo come un mantra senza sapere niente della mia
storia.
“Quando portiamo la consapevolezza nel respiro, succede qualcosa di molto particolare. Iniziamo a
produrre e trasmettere ferormoni diversi, i lupi li fiutano tutto intorno dunque si voltano dall'altra
parte e se ne vanno.”
I brividi da capo a piedi. Ricordarmi del respiro è stata la mia salvezza tanti anni fa, quella che poi
mi ha avvicinato naturalmente allo yoga. Ma lei non ne sapeva ancora niente o meglio tutto.
All'improvviso eravamo al capolinea, mi dice che sta andando alla sua lezione di Qi Gong e le dico
che insegno yoga e che ne venivo proprio da una lezione e che la consapevolezza del respiro è un
punto centrale di questa disciplina e a quanto pare non solo di questa. Entrambe allibite scendiamo
dal bus e senza pensarci camminiamo insieme fino al momento di salutarci.
Come in un film a ritroso, prima ci stringiamo in un abbraccio sentito e poi ci presentiamo:
“Rosa Bianca”.
“Chiara”.

Del tragitto fino a casa non ricordo praticamente nulla. Se non che risuonava questo nome come un
profumo leggero e il mistero del respiro con il suo enorme potere.
Forse ogni giorno, ad ogni istante accadono infiniti piccoli grandi miracoli di cui non ci
accorgiamo. Non lo so. Ma quella sera quando ho acceso il computer la prima cosa che ho visto è
stata una poesia dal titolo “La rosa bianca”.
La poesia è di Attilio Bertolucci e l'aveva pubblicata poco prima un amico.
Ora qualcuno potrebbe pensare che io sia una visionaria, cosa peraltro veritiera; ma Rosa Bianca
esiste ed andrò a sentirla cantare prima di Natale.
Continuo tutt'oggi a riflettere sul significato di quanto accade quando diventiamo consapevoli del
nostro respiro, forse è successo semplicemente questo in quella sera nebbiosa.
Si contatta un centro fermo come l'occhio del ciclone, un punto nello spazio vuoto senza tempo, ci
si connette con l'Universo, con il Tutto, con l'Uno, con il Sè Superiore. Si trascende la paura.
Un luogo tale dove persino le funzioni dell'organismo subiscono una trasformazione, quali
informazioni trasmettono quei ferormoni per fare sì che gli animali si sentano così in pace da alzare
i tacchi e andarsene tranquillamente? Quale meccanismo psichico o mentale innesca questo
processo?
Oppure, oso immaginare che si tratti di qualcosa che va aldilà della materia del corpo e del
pensiero.
Si accede all'immenso potenziale dell' Energia spirituale, all'Amore?
Chi sono veramente, questo afflato così puro?
Non lo so.
L'unica cosa che so profondamente è che tutto questo è Vita e Yoga.

Chiara Scarfò, Novembre 2019

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