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69 risposte a 103 – Spiegazione Effetto “10 Carte”

1. Carma scrive:
Maggio 12, 2011 alle 7:38 am

Di questo video ho molto apprezzato l’approfondimento degli aspetti “a contorno”. Del


resto, vedo che tutto il corso darà molto spazio a questi aspetti oltre che alla “pura” tecnica:
bene ! Invece, l’effetto non mi è parso particolarmente forte, lo inserirei proprio nelle
categoria di quelli “spiegabili razionalmente”.
Il “modus operandi” proposto allo spettatore non è particolarmente “diretto” e pone dei
vincoli (lo spostamento in serie delle carte) che suggeriscono la presenza di un
ordinamento che deve essere mantenuto. Inoltre non mi convince l’azione di girare una
delle carte sul tavolo, azione che non mi pare trovi un suo posto nello svolgimento
dell’effetto.
Rispondi

2. Marko86 scrive:
Maggio 12, 2011 alle 8:36 am

L’effetto non è male, però effettivamente ha dei lati deboli: anzitutto il dover scegliere le
carte dal mazzo è la cosa che più fa storcere il naso allo spettatore, poi anche il dover
spostare le carte in modo ordinato rende il tutto più meccanico. Io ho già fatto una piccola
modifica, inserendo al posto del 10, un jolly. Bisogna comunque sottolineare, come
evidenziato più volte, che effettivamente conta molto il personaggio, il modo in cui ci
presentiamo e illustriamo i nostri effetti…nonché la scelta degli spettatori: proporre questo
effetto a una persona smaliziata, che magari è anche un abituale giocatore di carte può
essere molto più “pericoloso” e meno eclatante, che farlo svolgere a una persona che
raramente ha preso in mano un mazzo di carte.
Rispondi

o Frank 63 scrive:
Maggio 22, 2011 alle 9:39 am

Ciao a tutti buona domenica. Volevo rispondere a Marko 86 per oivviare al problema di
dover scegliere le carte dal mazzo. Secondo me se si hanno 10 cartoncini e si scrivono i n.ri
da 1 al 10 l’effetto diventa ancora piu improvvisato… è una mia idea cosa ne pensate???
mettendoli poi in ordine si possono far tagliare qualche volta..poi aprirli facendoli vedere
che sono mescolati e quando si giunge al cartoncino n.ro 10 si taglia in quel punto e si
porta la porzione sotto…ripristinando l’ordine….
Rispondi
3. Aroldo scrive:
Maggio 13, 2011 alle 11:12 am

Vedo che, sostanzialmente, le osservazioni di Carma e Marko86 si riconducono al concetto


“l’effetto non è forte”.
Approfitterei delle loro indicazioni – delle quali li ringrazio – per ragionare sugli effetti in
genere e su un aspetto particolare (quello della personalizzazione e contestualizzazione
delle performance).

Per quanto riguarda gli effetti in genere, mi chiedo – e chiedo a tutti voi: quando un effetto
diventa “forte”, tendenzialmente inspiegabile?
La risposta – a mio parere – è questa: quando il metodo viene ben occultato e si impedisce
che lo spettatore si dia – oltre a quella “vera” – anche altre (sbagliate) soluzioni.

Siccome non abbiamo (io almeno non ne ho) capacità paranormali, dovremo SEMPRE
usare un metodo.
O siamo in grado di occultare il metodo usato, oppure l’effetto sarà… debole.

L’attenzione, quindi – a mio parere – va portata non sul metodo in sè, ma sul come
nasconderlo.
Derren Brown usa dei metodi.
Tali metodi sono reperibili/usabili da chiunque.
La grandezza di Brown sta nel sapiente occultamento dei metodi. Punto.

Torniamo all’effetto delle 10 carte.


Proviamo a pensare come lo eseguirebbe un personaggio come Rol e come lo eseguirebbe
Derren Brown.
Entrambi troverebbero il sistema per celare il metodo.
Solo per fare un esempio, Brown potrebbe usare dieci persone sul palco anziché 10 carte;
potrebbe farsi (fintamente) bendare e potrebbe rivelare i nomi delle persone casualmente
spostate (i nomi li avrebbe potuto ottenere con un pre-show).

Quello che voglio dire è che le osservazioni fatte da Carma e Marko86 sono utili per
specificare un punto: ogni effetto e ogni metodo in sé non vanno presi semplicemente per
quello che sono, ma vanno combinati – con lo scopo di creare routine “razionalmente
inspiegabili” – con altri metodi e presentazioni e contestualizzazioni personalizzate.

In più, aggiungo che siamo all’inizio del corso e che non tutti gli iscritti hanno
dimestichezza con alcuni principi matematici che, invece, è opportuno conoscere.
Vorrei evitare, insomma, che si finisca il corso di sette mesi, venendo a conoscenza di
tecniche avanzate come il center tear o il pre-show… senza poi magari sapersi spiegare
effetti (apparentemente) più semplici.

Grazie, comunque, a Carma e Marko86 per avermi fornito l’opportunità di questo


chiarimento.
Rispondi

o Gaetano Ruffo scrive:


Settembre 28, 2014 alle 11:21 am

GRAAAANDEEEEEEEE!!!!!…. WOW BELLISSIMO!!!!… In questo corso di mentalismo è


integrato anche un corso di comunicazione verbale e paraverbale!!! il mentalismo deve
essere davvero complesso!!! Aroldo sei un grande!!! Veramente molto fine!!! e poi mi piace
che avete grande passione!!! Gente più interessata a scopi di lucro vende separatmente
corsi di mentalismo e di comunicazione, perche riesce a celare che nel mentalismo è
integrata se non al primo posto la comunicazione, e focalizza l’attenzione sugli effetti, o su
dei giochi da prestigiatore l’attenzione degli allievi e poi ripropone le stesse tecniche di
comunicazione sotto un’altra luce (anche perche qualcuno non ci arriva neanche talmente
che è troppo preso dagli effetti o dai giochi in se per se). Complimenti anche ad Andrew
come attore, che fa benissimo a mio parere la parte dell’allievo neofita mettendo a proprio
agio le new entry… molto professionali!!!! Davvero complimenti!!!!!!!!!!!!!
Rispondi

 Aroldo scrive:
Settembre 29, 2014 alle 4:33 pm

Sono contento che il corso ti piaccia, Gaetano, e sono fiducioso che possa piacerti ancora di
più, con l’aumentare delle conoscenze e dell’esperienza.
In effetti, con le tue osservazioni hai centrato un punto fondamentale: non è tanto
importante il metodo sottostante a ciascun effetto, quanto i “dettagli” (timing, sguardo,
impostazione, ecc. ecc.) che concretizzano la corretta “comunicazione”, permettono la
massima misdirection e, di conseguenza, danno all’effetto la massima credibilità.
Buona continuazione e a presto!
Rispondi

4. Zacca scrive:
Maggio 13, 2011 alle 9:02 pm
Molto bello nella sua semplicità come gioco, ho trovato un unico problema nel porlo, cioè
che volendo presentare un personaggio “real” quindi dicendo in precedenza che io in
particolari situazioni sono in grado di capire le scelte di una persona, le sue decisioni, e
quindi semplicemente guardandola capire quante carte sposta, mentre presento il modo in
cui vanno spostate le carte mi viene chiesto -e se faccio così non sei capace? (spostando le
carte una ad una, per autoconfermarsi che allora per forza di cose c’è uno schema, oppure
riuscirei comunque)- oppure molti (anche se poi arrivano alla conclusione sbagliata)
capiscono che le carte sono in ordine, azzardando questa ipotesi, c’è un modo migliore per
spegnere queste voci, zittirle per far concentrare il pubblico solo sul lato impossibile
dell’effetto?
Rispondi

o Strix scrive:
Luglio 19, 2011 alle 9:53 pm

Per giustificare lo spostamento di tutte le carte insieme, basta dire di non spostarle una alla
volta poichè potreste sentire il rumore dello scivolamento delle carte e quindi capirne il
numero e che quindi deve spostarle tutte insieme.
Rispondi

5. Francesco scrive:
Maggio 13, 2011 alle 9:27 pm

Una nota solo tecnica: il procedimento funziona uguale se si muovono le carte una per
volta invece che in blocco no?
Rispondi

o Zacca scrive:
Maggio 14, 2011 alle 8:20 am

No Francesco non funziona, il muovere le carte in blocco ne condiziona l’ordine


mantenendolo giusto per il proseguimento dell’effetto!
Rispondi

 Marko86 scrive:
Maggio 14, 2011 alle 10:07 am

No in realtà si possono muovere anche una alla volta, basta che si prenda sempre la prima
carta a sinistra e la si sposti sempre in fondo.
Rispondi
 Zacca scrive:
Maggio 14, 2011 alle 11:26 am

Si ma in questo modo lo spettatore immagina si possa anche solo capire quante carte ha
spostato in base al rumore, mentre lo spostarle tutte insieme toglie questa possibilità
Rispondi

 Marko86 scrive:
Maggio 15, 2011 alle 8:20 am

Si certo, però si può sempre dire di alzarle leggermente dal tavolo mentre le sposta, oppure
di parlare con noi in modo che non sentiamo possiamo rumori…anzi penso che sia
sicuramente una buona idea cercare di “caricare” lo spettatore in altre azioni in modo che
ponga meno attenzione al fatto che sta spostando le carte in blocco.

6. Aroldo scrive:
Maggio 16, 2011 alle 6:31 pm

Sabato ho avuto modo di assistere ad una conferenza di Maurizio Broccolo (in arte Simon),
un prestigiatore di Bologna.
Maurizio è un bravo mago cabarettista, quindi molto distante dal nostro settore.

Ad un certo punto Maurizio ha parlato di “timing”, in relazione sia ai giochi che proponeva,
sia in riferimento ai “tempi comici”.
Mentre ascoltavo le sue interessanti indicazioni, riflettevo sul fatto che forse non ho ben
sottolineato – né nel video di spiegazione dell’effetto delle 10 carte né nei messaggi a
commento – che l’aspetto più importante di questo effetto non è la sua riproducibilità per
“dimostrare doti paranormali”, diciamo così.
Quello che mi interessava sottolineare è invece proprio l’aspetto del timing, e cioè la
necessità che si usino dei “tempi”, nelle azioni che si svolgono in scena, che siano
funzionali al messaggio che vogliamo trasmettere.
Il discorso non si esaurisce quindi, ovviamente, al momento in cui “si gira la carta
nell’effetto delle 10 carte”.
Il discorso del timing deve essere sempre tenuto presente nella costruzione di qualsiasi
effetto in qualsiasi performance, in relazione a come e QUANDO ci si muove, a cosa si dice
e QUANDO la si dice, a come e QUANDO guardare, ecc. ecc.
Il timing è componente essenziale di ogni effetto.
E’ questo l’importante e vero concetto di questo video.
Spero di aver chiarito maggiormente la questione che a me più interessa, per l’aumento
dell’efficacia di ogni effetto proposto.

A presto!
Rispondi

o diegomagicrox scrive:
Giugno 3, 2011 alle 9:45 am

potrebbe però capitare uno spettatore che ,mentre tu sei girato, sbircia tutte le carte e
sconvolge tutto l’ordine , cosa fare in questi casi ?
Rispondi

7. Aroldo scrive:
Giugno 3, 2011 alle 4:48 pm

L’osservazione di diegomagicrox è fondamentalmente corretta e riguarda, in realtà, ogni


effetto che preveda l’intervento di uno spettatore/collaboratore.
In ogni effetto di questo tipo, infatti, può capitare che lo spettatore NON faccia quello che
viene richiesto o che – addirittura – faccia volontariamente il contrario…
Può accadere che si chieda di tagliare il mazzo (di carte, di tarocchi, di biglietti, di
banconote, ecc.) e lo spettatore, invece, lo mescoli…
Può accadere che gli si chieda di scrivere un nome su un biglietto e lui, invece, scriva una
parolaccia o una bestemmia (a qualcuno è successo, credetemi…).
Può accadere che si chieda allo spettatore di tenere un oggetto in mano, mentre il
performer è voltato di spalle, e lui invece getti l’oggetto ad un suo amico tra il pubblico (è
successo anche questo…).
I casi di non-collaborazione (volontaria o involontaria) sono sempre possibili, e non solo
per l’effetto in questione.

La soluzione, a mio parere, sta a monte.


Da una parte deve essere chiara sin da subito l’AUTORITA’ del performer: ti dico di fare
così e… lo fai.
D’altra parte aiuta molto il far capire (magari dicendolo chiaramente) che perché l’effetto
possa avere successo è necessario che venga seguita la procedura indicata: in caso
contrario… non succederà nulla.

In altre parole, se la scena è ben condotta (con autorità, con l’ausilio del concetto di
“collaborazione”, e con la scelta di uno spettatore “adeguato”), intoppi come quello
temuto da diegomagicrox non dovrebbero verificarsi.
Nel caso in cui si verificassero…ricordiamo pur sempre che il Mentalismo, per sua essenza,
è il “tentativo” di realizzazione di fenomeni.

Un effetto può anche non riuscire, insomma.


Rispondi

o Marko86 scrive:
Giugno 3, 2011 alle 6:24 pm

Spero verrà approfondita un giorno questa tematica, a mio parere molto importante. In
particolare, sarebbe interessante discutere dei modi in cui ovviare a un numero non
riuscito (magari anche solo per un nostro errore). Con gli spettatori distruttivi credo ci sia
ben poco da fare, bisogna fare attenzione nella selezione. Io in generale credo, e mi sembra
di notare, che le persone di sesso femminile siano meno inclini a distruggere o andare
contro il performer, può essere?
Rispondi

8. Rossetti scrive:
Giugno 4, 2011 alle 5:29 pm

si è vero , in genere sono sempre i maschi le carogne…


Rispondi

9. Aroldo scrive:
Giugno 4, 2011 alle 8:42 pm

Cercando di trarre indicazioni utili dalle inclinazioni soggettive su quale può essere
l’elemento più disturbante (uomo o donna) durante lo svolgimento di un effetto,
probabilmente una cosa si può fare, ed è allenarsi ad essere fermi, convincenti, carismatici,
chiamando a collaborare proprio quelli che si ritengono essere i più “pericolosi”.

A meno che, naturalmente, non si ritenga di essere già sufficientemente carismatici.


Ma se si ritiene di essere già sufficientemente carismatici non ha senso porsi il problema
dello spettatore “pericoloso”.

Un po’ come il comma 22 del famoso romanzo omonimo:


Articolo 12, Comma 21
«L’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.»
Articolo 12, Comma 22
«Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.»
Rispondi

10. CLAUDIO PENAZZI scrive:


Giugno 13, 2011 alle 4:37 pm

Io credo che i punti deboli di un effetto non stiano nell’effetto in se,ma nel metodo di
esecuzione, personalmente non ho trovato debolezze essenziali, anzi, mi ha colpito
moltissimo e ho subito memorizzato la spiegazione.
Come dice il signor Aroldo, bisogna saper gestire la situazione, essere pronti a tutto!
E, come spiegato in uno dei video di presentazione, è il “non aspettarsi determinate cose”
che colpisce di più; ad esempio se uno tenta di sabotare l’effetto e il performer riesce a
gestire la situazione, ecco che l0 stupore del sabotatore lo colpisce!
Quindi non guardiamo i difetti nell’effetto, ma cerchiamoli in noi stessi e rendiamo l’effetto
un “potere paranormale”
Rispondi

o Aroldo scrive:
Giugno 14, 2011 alle 8:44 am

Ottimo, Claudio.
A mio parere hai proprio centrato il problema.
Rispondi

 CLAUDIO PENAZZI scrive:


Giugno 14, 2011 alle 9:50 am

Grazie, cerco di capire meglio che posso..sono molto tentato di mostrare l’effetto ad amici e
parenti,ma come dicevo, se non interpreto il personaggio e creo la giusta atmosfera credo
che verrei “smascherato” o susciterei poca attenzione..sfrutto quindi il discorso delle
autoregistrazioni e mi esercito per conto mio..magari da solo così non passo per un pazzo!
(^o^)
Rispondi

 Aroldo scrive:
Giugno 15, 2011 alle 8:03 am

Il giusto mix, probabilmente, sta nello studiare (allenarsi) da solo ma ANCHE in


compagnia di un amico/partner/collega che sia realmente intenzionato ad aiutarti a
progredire.
Lo so, non è facile trovare la persona giusta, però studiare in due porta davvero a risultati
più veloci e consistenti.
Rispondi

11. inquilino scrive:


Giugno 14, 2011 alle 2:15 pm

Ciao a tutti, condivido con voi la mia esperienza con questo effetto.
Ho voluto rischiare testando un set-up un po’ anomalo: ieri mi trovavo ad una cena ed ero
seduto ad un tavolo con un giovane (ma molto in gamba) prestigiatore.
Mi ha mostrato un paio di giochi con le carte e ad un certo punto ho detto:
“Senti, so che le carte, per un prestigiatore, sono molto più che uno strumento di lavoro.
Vorrei farti vedere un effetto ma non mi sogno di chiederti in prestito il tuo mazzo di carte,
così vorrei che tu seguissi attentamente le mie istruzioni.”
A questo punto gli ho chiesto di scegliere liberamente 10 carte dal suo mazzo (“così sei
sicuro che non segno le carte toccandole”:-)), con l’unica condizione che fossero in
sequenza dall’1 al 10. Poi gli ho chiesto di disporle in fila in ordine crescente con il dorso
rivolto verso l’alto. Infine gli ho dato le istruzioni su come spostarle e ho cominciato con
l’effetto. E’ stato un successo. Domanda: il fatto che nè lui nè gli altri presenti a tavola
siano riusciti a individuare il meccanismo che sta sotto all’effetto può essere dipeso:
– dall’inesperienza del giovane prestigiatore?
– dal fatto che il set-up anzichè farlo io l’ho fatto fare a lui, sollevandomi da ogni sospetto?
Ma soprattutto: cosa ne pensate di questa “variante”?
Grazie
Rispondi

o Aroldo scrive:
Giugno 15, 2011 alle 7:58 am

La variante se ha successo è buona, e quindi la tua è ottima, visti i risultati.

La tua esperienza dimostra, in qualche modo, che anche “mostrando il metodo” (hai fatto
sistemare le carte a lui) l’effetto può risultare inspiegabile, se non lo si conosce.

E poi, diciamocelo francamente: dà soddisfazione vedere le facce perplesse dei

prestigiatori, eh?
Rispondi

 inquilino scrive:
Giugno 15, 2011 alle 2:44 pm

Bene, terrò a mente questa regola “empirica”

Molta soddisfazione

Grazie
Rispondi

12. Sebastiano Zanetti scrive:


Giugno 16, 2011 alle 10:04 pm

Quando ho visto la prima volta l’effetto mi son chiesto se Aroldo teneva uno specchietto in
mano per guardare cosa stesse facendo Andrew, ho pure un riflesso sulla parete…Anche
Andrew era estremamente sbalordito dall’effetto.
Il problema é che una volta a conoscenza del metodo ci viene da dire, ma é cosi semplice,
evidentente, elementare…e abbiamo così paura che lo spettatore capisca il metodo.
Invece dobbiamo toglierci questa paura perché lo spettatore il metodo non lo conosce, e se
rispettiamo il timing gli faremo credere di avere veramente dei poteri paranormali.
Usero questo metodo con dei Tarocchi i simboli mi riveleranno il numero di carte girate e
potrei dire così ” tu hai scelto girando 4 carte il Sole, il Sole a quattro raggi, per ogni raggio
un traguardo sul cammino della tua vita……

Scusate é mezzanotte fuori c’é la luna piena sono 5 ore che sto passando sul portale e sto
un poò delirando….

Ringrazio Andrew e Aroldo per aver avuto questa meravigliosa Idea, mi sentivo un pò
perso e solo alla ricerca del sapere e adesso ho un punto di riferimento dove tornare e
imparare…credo di essere nel pieno di una crisi di MENTALISMO EMOZIONALE !

Van Helsing
Rispondi

o admin scrive:
Giugno 17, 2011 alle 8:55 am

Grazie Sebastiano!

Mi fa molto piacere vederti così entusiasta.


I tuoi complimenti ci fanno capire che stiamo andando nella direzione giusta…
Ottima l’idea dei tarocchi: è un esempio di come il medesimo principio possa essere
utilizzato con approcci differenti, ottenendo così un effetto “originale” ed unico.
Continua così!

A prestissimo!
Rispondi

o Strix scrive:
Luglio 19, 2011 alle 9:48 pm

Bello con i tarocchi! tral’altro svia l’attenzione su un possibile set up (dall’asso al 10).
Complimenti
Rispondi

13. Eisenheim scrive:


Luglio 31, 2011 alle 2:52 am

Molto interessante questa lezione.

L’effetto mi è sembrato grazioso, semplice, ma ancora oscuro agli occhi del profano.

Quello che mi ha più interessato, però, è il concetto di timing. Mentalismo, quindi, non è
solo saper fare un effetto, ma anche dargli ritmicità, renderlo in un certo senso “musicale”.
Il concetto di timing in sé mi porta però a riflettere su quella che chiamerei una sua
estensione: la calibrazione del timing.

Questo effetto è forte perché ad una certezza linguistica, ( «Sono sicuro che..» ) Aroldo ha
associato altrettante fermezza visiva e cinetica. Il suo attributo principale è stato
l’istantaneità dell’azione, il suo essere veloce e compatta. E’ la sicurezza che il mentalista
esprime che mi è sembrata essere la vera forza dell’effetto.

Ora, vorrei però domandare agli esperti: cosa se decidessi di calibrare un timing più
disteso? La natura dell’effetto mi preclude ovviamente di sconfinare in una predizione e
sono certo che allungare il timing indebolirebbe l’effetto stesso, in questo caso. Cosa, però,
in altri? Significa che ad ogni effetto devo calibrare un timing diverso e, addirittura, che
due timing diversi possano far sembrare allo spettatore lo stesso effetto come due
differenti?

Un timing rapido sembra dare autorità al mentalista e fiducia nelle sue potenzialità. Un
timing disteso, al contrario, crea suspense e confonde ancora più la scena.
Entrambi creano però uno scarto emotivo, che mi sembra di capire è quello a cui
puntiamo.

A voi,
Paolo
Rispondi

14. Frank Wolf scrive:


Agosto 31, 2011 alle 11:58 am

Penso che un timing disteso dovrebbe essere associato ad una adeguata presentazione
dell’effetto e quindi ad una situazione diversa da quella di un bar dove, come diceva
Aroldo, i tempi devono essere rapidi e concisi.
Comunque a mio parere nulla proibisce di poter presentare quest’effetto,in contesti
adeguati, come personaggio “real” e magari ostentare al pubblico particolari capacità che
potrebbero giustificare la distensione del timing e rendere l’effetto più affascinante ed
emozionante.
Rispondi

o Aroldo scrive:
Agosto 31, 2011 alle 12:12 pm

Condivido la tua riflessione, Frank Wolf.


Come troverai ripetuto spesso durante il corso, ogni effetto può e deve essere adattato alle
situazioni, alle esigenze e alla personalità del Mentalista.
Non esistono, in realtà, “effetti da bar” o “effetti real”.
Esistono metodi ed effetti che vanno applicati/variati/adattati/integrati secondo la propria
creatività.
Questo corso indica delle strade.
Il percorso sarà personale e diverso per ciascuno.
Rispondi

15. Giacomo Cascino scrive:


Ottobre 5, 2011 alle 4:02 pm

Ho visto il video in un unico fiato, ero ansioso sui dettagli della spiegazione che avrebbe
dato Aroldo ed ho afferrato il concetto basilare “Timing” è questo che ha reso l’effetto forte,
altrimenti sarebbe diventato a vista del pubblico smalizioso un effetto matematico
(immaginando un ordine prestabilito delle carte).
Una cosa che mi chiedo invece è sul come mascherare il setup senza che il pubblico si
accorga che le sistemo in ordine crescente.
Interessante invece l’utilizzo dei tarocchi (allontana la visibilità sui numeri, si è attratti più
dalla figura), anche i cartoncini potrebbero essere utili, magari utilizzando qualche altro
effetto in precedenza, che ci porta a disegnare i numeri da 1 a 10.
Volevo invece complimentarmi con Andrew, stringe molto bene alle corde Aroldo, e gli
chiede l’impossibile costringendolo a dare risposte molto interessanti e far diventare questi
videocorsi davvero unici.
Riguardo allo spettatore imbranato che sbaglia involontariamente mi è piaciuto, perche
succede, non spesso, ma succede. Si potrebbe chiamare un altro spettatore come notaio,
con la scusa di segnare su un blocchetto le carte che sposta e che controlli la correttezza
delle azioni, se poi troviamo 2 spettatori imbranati , beh possiamo cambiare mestiere……..
Rispondi

16. Francesco Lostaffa scrive:


Ottobre 29, 2011 alle 5:37 pm

Questo è il mio primo messaggio!!! Ho deciso di iscrivermi a questo corso e già dopo poche
ore dall’iscrizione e con il materiale del “primo giro”, sono più che soddisfatto di questo
investimento!!! Non voglio dilungarmi in compimenti e ringraziamenti anche se meritati,
perchè non è la sede giusta.
Scrivo perchè mi ha molto colpito l’effetto delle dieci carte.
Dopo la spiegazione sono dovuto tornare indietro per rivedere in effetti con stupore che
Aroldo non pronuncia il numero di carte mai prima di aver addocchiato la carta che gira!!!
Il timing appunto è perfetto!!!
A proposito di timing vorrei chiedere se possibile qualche suggerimento in più
(bibliografia, videografia, artisti…) per approfondire e studiare bene fin da subito questo
aspetto importantissimo!!!
Rispondi

o Aroldo scrive:
Ottobre 29, 2011 alle 6:03 pm

Ciao, Francesco.
Sono contento che il corso ti piaccia già subito.

E questo è solo l’inizio…

Timing: purtroppo non sono a conoscenza di testi, video o autori che abbiano trattato
specificamente l’argomento.
Cosa dirti, allora?
Un buon esempio a me piace prenderlo dai tempi comici: a mio parere Verdone e Grillo
sono (quasi sempre) perfetti.
Sono esempi, naturalmente.
I nostri tempi mentalistici, diciamo così, dobbiamo impararli provando e riprovando.
Con l’esperienza diventeranno “giusti”.

Come credo sia successo anche a Grillo e Verdone.


Rispondi

17. Nicolò scrive:


Novembre 3, 2011 alle 4:40 pm

Ciao Aroldo.
Ieri, per la prima volta, ho messo in pratica l’effetto “10 carte” e volevo rendervi partecipi
di quello che mi è capitato.
Semplicemente è successo che alla prima prova dell’effetto con uno spettatore questi non
ha girato nessuna carta già al primo turno, cosa che mi sarei aspettato ma non all’inizio, e
quindi non sono riuscito a giustificare la presenza del 10 in maniera ottimale come consigli
tu nel video e ho tentennato per uno, due secondi.
Citando una convinzione della pnl “non c’è fallimento, solo feedback” posso dire che
adesso sono comunque soddisfatto perchè ho imparato una cosa che in effetti è banale, ma
proprio per questo potrebbe essere sottovalutata e non ne vale la pena visto il valore

dell’effetto
Rispondi

18. leo maccioni scrive:


Novembre 20, 2011 alle 10:53 pm

Ciao ho provato il gioco, x tre volte mi è andata bene, ma la quarta no, magari ho pensato
che invece di spostare le carte iniziali ha spostato delle carte al centro delle dieci carte,
oppure che non ha eseguito la procedura dello sposta mento iniziale, cosa ne pensi Aroldo?
da Leo
Rispondi

19. Aroldo scrive:


Novembre 21, 2011 alle 11:28 am

L’effetto in questione, Leo, è solo apparentemente semplice.


Ho voluto mostrarlo nel primo mese perché è un ottimo esercizio per sviluppare tre punti
essenziali:
1) La “credibilità” del personaggio (pur usando… le carte)
2) Il controllo del pubblico (pur a spalle girate)
3) Il Timing, come spiegato.

Se l’effetto non riesce i motivi possono essere questi:

– Le istruzioni non sono state chiare (colpa del mentalista)


– Errore di conteggio (del mentalista)
– Lo spettatore ha voluto fare il… furbetto (errore del mentalista che non ha scelto la
persona giusta)

Come si può vedere, la colpa non è mai dello spettatore.

La cura dei tre aspetti che ho segnalato (e l’esercizio costante a rafforzarli) è ciò che farà del
mentalista un Mentalista.
Rispondi

20. mauro zunino scrive:


Febbraio 29, 2012 alle 2:32 pm

Beh, in riguardo allo spettatore distruttivo( giustamente quasi sempre maschio) condivido
l’idea che la colpa sia sempre del mentalista che non sa FARSI imporre. Ricordo di aver
letto in un libro del mentalista inglese Thorsten Havener, che una sera durante uno
spettacolo si accorse che il soggetto(guarda caso questa volta una donna!) stava facendo
l’esatto opposto di quello che gli era stato richiesto. Chiaramente se ne accorse ma con
molta gentilezza disse “Le cose non funzionano così!” Poi questa volta in modo sempre
elegante ma dissoluto disse”E’ una delle rare volte che mi sento indispettito”, il publico
capì subito che qualcosa non stava andando, ma il mentalista senza perdersi chiese ssubito
ad un’altro spettatore di eseuire l’effetto con lui. Tutto andò logiamente per il meglio ed il
mentalista ricevette il doppio degli applausi, mentre la persona truffaldina si rese conto di
essere osservata in malo modo. Se a questo punto abbiamo la possibilità di avere come
avete chiamato voi un notaio che controlli l’esatta procedura del gioco credo che il
problema non sussista, se non abbiamo questa fortuna siamo comunque in grado di
scoprire se il soggetto ha fatto il furbo e comportandoci come Havener, rendere l’effetto
ancor più eclatante. Credo che il mentalista debba sempre mantenere la calma! In passato
ho fatto il cameriere, e come a tutti quelli di questa categoria mi è capitato di rovesciare
qualcosa per terra, NON mi sono mai allarmato, ho terminato di portare il rimanente in
cucina o al bar e dopo con molta tranquillità( non dormendo!) sono andato a mettere in
ordine l’incidente. Beh, che ci crediate o no, dopo il primo rumore tutti i clienti hanno
continuato a mangiare e parlare come se niente fosse, cosa che invece non accadeva a dei
miei colleghi che si lasciavano prendere dal panico. Un’ultima cosa, credo che quando
avvenga un’errore noi abbiamo dalla nostra parte il fatto che creiamo effetti, esperimenti e
quindi a differenza del prestigiatore possiamo permetterci di sbagliare e ritentare con
successo l’eperimento. Ciao Mauro.
Rispondi

21. Egeria Di Maria scrive:


Gennaio 15, 2013 alle 1:05 am

Buona sera,
scusate l’ora tarda ma vorrei esporvi un problema che credo abbiamo tutti e che hanno già
citato.
Purtroppo io non mi so gestire molto bene con le persone che fanno di testa loro
soprattutto perché, essendo poco provvista di pazienza, mi avvicinerei alla persona che
prendo come cavia e le tirerei due schiaffi alla volta finché diventano pari…
Non riesco a capire proprio perché vogliano stroncare questa bella illusione che si crea… Il
trucco risulta suggestivo solo se non ne conosci lo svolgimento e invece questa gente pensa
che, stroncando tutte le illusioni create dal mentalista o dal prestigiatore, si ha un bel
risultato non capendo che se capitano sotto le mie mani finisce male per loro…
Citando un episodio, ho avuto la genialissima idea di andare a proporre il trucco ad una
mia amica e questa ha deciso la seconda volta di non girare le carte e quindi di fregarmi in
una qualche maniera dato che mi sono trovata un 10 in mano. Non ci sarebbe una maniera
per evitare questo inghippo? Tipo, che ne so… sostituire il 10 con una carta bianca o
qualcosa di simile… e soprattutto esiste una maniera per sopportare questa gente, che odio
con tutto il cuore, che cerca di disintegrare la carriera del “mentalista” in questione?
Rispondi

o Aroldo scrive:
Gennaio 16, 2013 alle 9:48 am

Ciao, Egeria.

Prima di affrontare il problema degli spettatori “ostili”, vorrei parlare del problema tecnico
“se lo spettatore non gira le carte e mi ritrovo con il 10 in mano”.
La possibilità che, talvolta, gli spettatori non muovano alcuna carta “così vediamo cosa
succede!”… è parecchio alta.
Due, a mio parere, le possibilità principali per ovviare al problema:
1) Nelle istruzioni viene sottolineato che DEVE esserci uno spostamento di carte (da 1 a 9
carte), perché “non avrebbe senso non spostarne nessuna, visto che l’effetto sta proprio
nello spostamento”.
2) Quando ci si ritrova con il 10 in mano essere pronti a dire “Hai spostato zero carte, o
dieci, il che è lo stesso”. Per esperienza personale, posso dirti he questa soluzione
è efficacissima, perché (anche se a noi può sembrare debole perché conosciamo il
meccanismo) per gli spettatori hai indovinato (o “percepito” che dir si voglia – Ricordiamo
che non esiste una carta “zero”).
Altro discorso è quello degli spettatori “stupidi”.
Il problema è comune ad ogni performer, e sono stati dedicati alcuni articoli alla psicologia
dello spettatore stupido.
Per inciso, pare che questo tipo di spettatore sia MOLTO più frequente in Italia che in altri
Paesi.

Prendere a schiaffi uno di loro non risolverebbe il problema per sempre.


La soluzione – per quanto possa sembrare teorica – è invece un’altra (ed è molto pratica):
istruzioni precise.
In altre parole: patti chiari, amicizia lunga.
“Quello che posso mostrarvi comporta la necessità di seguire le mie istruzioni. Se vi chiedo
di pensare ad un fiore e pensate ad una città… non riuscirò ad eseguire l’effetto. Se vi
chiedo di mescolare le carte e non le mescolate, non riuscirò ad eseguire l’effetto. Se vi
chiedo di spostare le carte in questo modo e voi non lo fate, o lo fate in un altro modo, non
riuscirò ad eseguire l’effetto.”

Col tempo, Egeria, credimi, queste cose non sarà più necessario dirle esplicitamente.
I performer più esperti mettono subito in chiaro le cose… con uno sguardo.

Ma per il momento siamo solo al video n. 3 del primo mese di corso.


Stai affrontando le difficoltà che abbiamo affrontato tutti.

Nessun problema.
Rispondi

22. danilo dall'arche scrive:


Febbraio 3, 2013 alle 8:37 pm

da buon neofita volevo chiederti, Aroldo, se ai fini del mentalismo, è essenziale sempre fare
riferimento alle emozioni dello spettatore, come hai fatto tu riferendoti allo sguardo degli
occhi di chi spostava le carte, piuttosto che riferisi a caratteristiche degli oggetti tipo …
percezione del movimento delle carte… grazie danilo
Rispondi
o Aroldo scrive:
Febbraio 4, 2013 alle 8:43 am

Ciao, Danilo.

Le modalità di presentazione del mentalismo sono molteplici (dal mental magic al reading,
passando per il mentalismo da palcoscenico), e molteplici sono anche gli “agganci” verso il
pubblico.
Non c’è un “riferimento” giusto/essenziale e uno sbagliato.
Se continuerai a seguire i nostri percorsi, vedrai che a queste domande darai man mano
una tua risposta, quella più naturale per te.
Non dimentichiamo che per ora siamo solo al primo mese, agli effetti – e ai ragionamenti –
più semplici.
Il Mentalista si costruisce poco per volta, con pazienza e applixazione, e le risposte
arrivano un po’ alla volta.
Direi quasi automaticamente.
Rispondi

23. Giacomo Cascino scrive:


Febbraio 11, 2013 alle 3:10 pm

Salve a tutti, riprendo lo studio (ho dovuto sospendere per cause non dipendenti dalla mia
volontà) di questo affascinante corso iniziando nuovamente dalla prima lezione, beh devo
dire che a ragion veduta, le cose si vedono diversamente rispetto al primo impatto.
Per prima cosa l’effetto della 10 carte, per molti poteva essere un effetto debole in quanto
avendo avuto precedenti esperienze da prestigiatore, pensa più a manipolazioni varie per
nascondere il trucco, e qui manipolazioni non ce ne sono è tutto automatico.
Ma è proprio questo automatismo che rende l’effetto forte, l’automatismo ci permette di far
venir fuori il personaggio mentalista, che senza trucco ed inganno esegue un miracolo,
percepisce il numero di carte spostate senza manipolazione o compari, con un mazzo anche
in prestito e in qualsiasi luogo ci troviamo.
Riguardo alla possibilità che lo spettatore commetta qualche errore nello spostare le carte ,
vale a dire non esegue lo spostamento a blocchi, questo dipende sicuramente dal performer
per non aver dato le giuste indicazioni.

La vera lezione di questo effetto è il timing, la corretta scelta dei tempi, che spesso viene
trascurata dai principianti.
Variante:
Per venir incontro a chi come me, ancora ha timore nel proporre l’effetto così com’è, o
renderlo da scena, si potrebbe effettuare una variante.

Effetto:
Su un palco viene presentata una ruota girevole attorno ad un asse orizzontale, (tipo ruota
della fortuna della nota trasmissione TV), vengono mescolate delle carte speciali
raffiguranti numeri anziche le carte classiche, si scelgono a caso 10 carte che vengono
posizionate di dorso attorno alla ruota, dove nella stessa vi è una lancetta (tipo lancetta
orologio) che punta verso una carta.
A questo punto il mentalista, spiega allo spettatore che può ruotare liberamente la ruota in
senso antiorario, di quante carte vuole rispetto alla carta puntata, e per far ciò pensa ad un
numero da 1 a 9 e poi esegue lo spostamento pari al numero pensato.
Il mentalista nonostante di spalle riuscirà ad individuare il numero pensato, quindi delle
carte spostate.
Spiegazione:
Identica al gioco delle 10 carte.
1) Si prepara un seup di 10 carte in ordine crescente, nel mescolare si mantiene il setup
sopra il mazzo.
2) Nel posizionare le carte sulla ruota, si posizione la carta con il numero 1 in direzione
della lancetta e si prosegue in senso orario.
3) si esegue la stessa mossa del gioco 10 carte, spostando la ruota in senso antiorario ,
prima di una carta , poi di tre, sapendo che la carta da leggere sarà la 4° dopo l’indicazione
della lancetta.

p.s. Se avete difficoltà a capire posso provare a disegnare questa idea.


Rispondi

o Aroldo scrive:
Febbraio 11, 2013 alle 5:25 pm

Bella variante da scena.


Grazie, Giacomo!
Rispondi

24. Alessandro Castrianni scrive:


Aprile 3, 2013 alle 10:30 pm

Ciao a tutti.
Stasera ho provato una variante del gioco in base al personaggio che sto costruendo su di
me (una specie di racconta storie in chiave fiabesca). Ho preso 10 carte di “Arti e Mestieri”
in cui la terza lettera di ogni mestiere (eccetto per la “carta 10”) identificava il numero della
carta stessa: per esempio la caNestriera corrispondeva alla carta 2 (la N equivale al 2 in un
sistema di memorizzazione alfanumerico) e l’arRotino al 4 (R = 4) e così via. Quando mi
giravo facevo finta di “interrogare”una carta a caso in modo che mi rivelasse quante carte
erano state spostate: “Mugnaio, quante carte ha spostato ‘Luca’?”, l’accostavo al mio
orecchio e, dopo averlo “ascoltato” attentamente dicevo: “Il mugnaio mi dice che hai
spostato X carte! Dice forse il vero?” L’effetto, nel giusto contesto – dipende sempre dal
personaggio – devo dire che è bello. Oltretutto, se non spostano nessuna carta, non prendi
un 10, ma (nel mio caso) un Musicante che ti rivela che non è stato spostato nessuno!

Che ne pensate?
Rispondi

o Aroldo scrive:
Aprile 4, 2013 alle 9:36 am

Ottimo inizio, Alessandro.

La personalizzazione, la creatività, le possibili “varianti” sono il filo conduttore dell’intero


corso.
Dopo aver terminato i sette mesi, ritornando a guardare i primi video, le possibilità di
personalizzazione saranno ancora maggiori.
Si potrà, infatti, unire più principi in uno stesso effetto, per creare davvero qualcosa
di nuovo.
Il materiale a disposizione nel corso è decisamente “tanto”.

Se non manca la creatività si possono fare… miracoli.


Complimenti.
Rispondi

 Alessandro Castrianni scrive:


Aprile 4, 2013 alle 9:35 pm

Grazie mille, Aroldo

Il mio obiettivo è fare del mentalismo il comun denominatore di tutte le mie passioni:
Musica, Composizione, Scrittura e Spiritualità. Ci riuscirò mai? Incrociamo le dita!
P.s. a quando altri video?
Rispondi

 Aroldo scrive:
Aprile 5, 2013 alle 2:18 pm

Non posso che apprezzare il tuo intento, Alessandro.

Passando a “a quando altri video?”: come già segnalato altrove, ogni mese contiene tre fasi,
rilasciate a distanza di una decina di giorni.
Questa soluzione ci è parsa quella didatticamente più corretta.
Il materiale del corso è davvero ingente e il rischio, soprattutto per un neofita, è quello di
fare… indigestione.
Considera che in sette mesi si viene a conoscenza di una mole di materiale enorme, che di
solito viene acquisito in anni di ricerca ed esperienza.
D’altra parte, mettere a disposizione tutti i filmati del mese in un’unica tranche non
risolverebbe il problema: Finito di guardare quei filmati… bisognerebbe comunque
aspettare un mese prima di vedere gli altri.
La soluzione sarebbe quella di acquistare tutto in un unico pacchetto (la qual cosa è
possibile).
Ma, ripeto, c’è comunque il rischio di guardare tutto troppo in fretta.

E la fretta, si sa, non è sempre buona consigliera.


Rispondi

 Alessandro Castrianni scrive:


Aprile 7, 2013 alle 10:06 am

Ok, comprendo

L’entusiasmo dell'”inizio” porta a voler imparare molte cose subito. Intanto ho ordinato dei
testi, in modo tale da affiancare al corso on-line lo studio individuale.

Sto continuando ad approfittare di situazioni familiari o di ritrovi fra amici per provare i

primi effetti del corso. Che dire, nella loro semplicità lasciano le persone stupite!

Chissà quando poi vedranno il resto

Grazie ancora e a presto.


25. Alessandro Stigliano scrive:
Aprile 12, 2013 alle 11:28 pm

Io credo che qualsiasi mentalista esibendosi dovra’ scegliere e personalizzare ogni effetto,e
avra’ sempre a che fare con il proprio pubblico con persone scettiche e ostili ma e’ proprio
questo il bello del mentalismo…..faccio il semplice gioco delle 10 carte tra amici prendo il
peggiore di tutti quello che so si possa sentire ,il piu’ furbo e inteliggente e quindi,il piu
autorizzato a smascherare l’effetto ;la bravura del mentalista con un tipo del genere sta gia’
nella spiegazione di quello che dovra’ fare e farlo sentire ridicolo anche solo all’ idea di fare
il furbo.Bisogna calcolare tutto ma essere sempre sereni e non avere timore perche’ l’ansia
di non riuscire si potrebbe riflette sull effetto che si sta proponendo.
Rispondi

26. Cesare Vanzo scrive:


Giugno 14, 2013 alle 10:28 pm

Sono contento della scelta fatta anche se dovuta a curiosità. Ho ottant’anni e certamente
non calcherò mai le scene, però un pubblico affezionato non mi manca: i miei nipoti.
Aroldo e Andrew sono veramente bravi, credono in quello che fanno e trasmettono il loro
entusiasmo. Spero di poter conoscerli di persona.
Approfitto di questo contatto per evidenziare che il video della spiega dell’effetto 10 carte si
interrompe dopo 6 minuti e 18 secondi. Vi chiedo lumi sul da farsi. Grazie, a presto.
Caevan
Rispondi

o Aroldo scrive:
Giugno 15, 2013 alle 8:16 am

Grazie per l’apprezzamento, Cesare.


Spero anch’io in un incontro.

Ho controllato il video, ma non ho riscontrato interruzioni e il filmato scorre regolarmente


fino al termine.
Se il problema dovesse persistere sul tuo computer, ti prego di contattare privatamente
Andrew (info@nuovomentalismo.com).

Buona continuazione.
A presto.
Rispondi
27. Gabriele Rossi scrive:
Settembre 12, 2013 alle 1:00 pm

Un effetto straordinario se fatto (come egregiamente spiegato) in rapida successione di


due, tre ,massimo quattro ripetizioni, distogliendo poi subito l’ attenzione come i “due
caffe’ per favore”. Unica nota a mio avviso e’ vedere i primi due scambi per sincerarsi che lo
spettatore abbia imparato veramente il giusto spostamento da effettuare, mi sono capitate
infatti un paio di persone che dicevano di aver capito , e poi rovinare l’ esito perche’
utilizzavano spostamenti anomali (senza volonta’ nel farmi fallire) dopo aver detto di avere
capito bene.
Rispondi

28. Paolo Bianchi scrive:


Gennaio 6, 2014 alle 11:14 pm

Devo dire che l’effetto ha un’efficacia straordinaria, superiore a quella che io stesso
immaginavo, anche alla luce di “questioni” sollevate da alcuni corsisti (ordine delle carte
da mantenere, carta girata, etc.).
Vi posso tuttavia assicurare che, incredibilmente, le persone a cui ho eseguito questo
effetto non hanno assolutamente compreso che io “leggo” la soluzione nella carta girata,
anzi!
Altra cosa: personalmente tengo un mazzo di carte nella custodia di cartone con le prime
10 già numerate dal 10 all’asso, così che quando propongo o mi viene chiesto un effetto
fingo di prendere e di disporre semplicemente le prime 10 (in realtà precedentemente
preparate)
Rispondi

29. vittorio guarneri scrive:


Febbraio 7, 2014 alle 9:52 am

Buongiorno Mentalisti.
Volevo portarvi la mia esperienza in merito a questo gioco, provato con successo a moglie e
familiari ma con una piccola modifica.
Avendo una moglie molto scettica (lo trovo un vantaggio x migliorarmi e perfezionarmi) mi
sono trovato subito ad dover affrontare la domanda.. ma perche alzi una carta x dirmi
quanto carte ho spostato?
La domanda un attimo mi ha spiazzato ma poi mi è venuta un idea, potrei dire che oltra a
cercare di capire quante carte sono state spostate cercherò anche di individuare la carta
corrispondente al numero spostato.
In questo caso (almeno le mie prime esperienze mi han portato a pensare che) creo meno
sospetto nello spettatore sul fatto che alzo una carta quando gli dico quante ne ho spostate.
Cosa ne pensate?
Qualcuno si è trovato ad affrontare una domanda simile alla mia?
Keep on mentalist..
Rispondi

o Aroldo scrive:
Febbraio 7, 2014 alle 12:04 pm

Ciao, Vittorio.

Mi pare un’ottima risposta.

Nella costruzione di un personaggio “potente”, comunque, vedrai che man mano arriverai
al punto in cui le tue presentazioni degli effetti non saranno ostacolate da obiezioni simili.
Un Mentalista con esperienza sa come fare per evitare domande “moleste”.
E’ inimmaginabile, ad esempio, che durante uno spettacolo ufficiale vero e proprio (in
teatro o in salotto, ecc.) uno spettatore inizi a porre delle obiezioni.
In quei casi, è evidente che l’ufficialità della performance faccia da freno alle osservazioni
del pubblico.

Nelle esibizioni con la moglie scettica (è capitato anche a me… ) questi freni sono più
difficili da mettere in atto, se non si ha esperienza.
Vedrai, però, che col tempo ti sarà molto più facile gestire ogni situazione.

Credimi sulla parola.


Rispondi

 vittorio guarneri scrive:


Febbraio 7, 2014 alle 2:12 pm

Grazie della risposta Aroldo,


credo cmq che la “palestra” di moglie e parenti sia necessaria se non fondamentale oltre
che x fare pratica sopratutto perchè sono le condizioni meno favorevoli che un Mentalista
può trovare proprio perche manca questo freno inibitorio verso il performer… e poi queste
domande e a volte insinuazioni aiutano a sviluppare dei meccanismi di difesa che potranno
(speriamo di no) tornare utili in futuro.
Grazie intanto
Rispondi
30. Federico Sadocco scrive:
Febbraio 10, 2014 alle 6:26 pm

Ciao ad Aroldo, Andrew e a tutti i corsisti! Sono un neofita, mi sono appena iscritto e dopo
aver visto questo primo effetto con relativi commenti sotto ritengo sia stata davvero una
buona idea rilasciare il materiale del corso un po’ alla volta, perché in questo modo davvero
si approfondisce ogni singolo effetto, intensificando lo scambio di opinioni e stimolando
nuove idee. Sottolineo questa cosa perché forse non sono l’unico a cui è capitato di aver
conosciuto il mentalismo dalla TV e avere poi acquistato effetti su effetti credendo che con
questi avrei compiuto chissà che miracoli e che poi invece si risolvevano con un semplice
“carino questo” da parte del mio pubblico di familiari e amici. Il fatto è che uno guarda
Luke Jermay piuttosto che Docc Hilford e crede di poterli replicare uguale, soltanto perché
il metodo non appare difficile, meravigliandosi poi della mediocrità della propria
performance. Solo ultimamente invece mi sono reso conto dell’importanza della
costruzione del personaggio e dell’approfondimento degli effetti. E un effetto come questo
delle 10 carte può essere davvero un grande punto di partenza. Grazie Aroldo ed Andrew

per questo corso!


Rispondi

o Aroldo scrive:
Febbraio 10, 2014 alle 6:54 pm

Grazie a te, Federico, per aver espresso due principi fondamentali, spesso non del tutto
compresi, soprattutto da chi inizia.

Afferrare bene i concetti vuol dire metabolizzarli con i tempi necessari.


Teoricamente, i filmati presenti nei sette mesi potrebbero essere visti in due settimane di
visione continua; ma… si imparerebbe davvero, o soltanto si soddisferebbero curiosità che
non darebbero frutti?

I metodi usati dai Mentalisti più bravi e quelli usati dai mentalisti più scalcagnati sono gli
stessi.
La differenza, come giustamente dici, sta nel Mentalista.
NON nell’effetto.
Eppure, fuori di qui l’attenzione di tutti è rivolta al cosa fa il mentalista di turno (l’effetto)
e a come lo fa (il metodo).
Trascurando il chi, la persona, il personaggio, il suo presentare e il suo presentarsi.
E’ il CHI che fa la differenza.
Buon divertimento, Federico.
Rispondi

31. Divina scrive:


Aprile 5, 2014 alle 10:52 am

Ciao a tutti! Sono iscritta da poco e trovo veramente interesante il materiale che ho a
disposizione. Complimenti! Anche alla costruzione del personaggio, soprattutto, viene dato
un risalto importante perché anch’io sono sempre stata convinta che non è tanto quello che
fai, ma come lo presenti e come lo fai. In particolare questo effetto delle 10 carte. Ho
pensato di adattarlo facendo un “ibrido” con la lettura delle carte. Mi spiego. Io per hobby
leggo i tarocchi e ho sempre detto che le mie carte “mi parlano”. Partendo da questo ogni
mazzo di carte, una volta passato dalle mie mani, “mi parla”. Ecco risolto il problema delle
10 carte da scegliere da un mazzo qualunque: io scelgo 10 carte dall’1 al 10
( dichiaratamente e palesemente ) che poi diventano “mie” e mi sapranno dire quante carte
l’amico ha spostato. Quando mi giro dopo lo spostamento passo le mani sopra la fila delle
carte avanti e indietro un paio di volte, fermo le mani sopra la carta giusta e girandola dico:
” le mie carte mi dicono che tu hai spostato ( tot ) carte” guardandola. Il problema dello
spostamento non corretto da parte dell’amico lo risolvo dicendogli prima che deve spostare
le carte in quel preciso modo con dovizia di particolari, anche esagerati ( tipo la mano ben
distesa, che deve toccare le carte con i polpastrelli, che devono essere spostate insieme
concatenate…. ) che creano una sorta di aurea “magica”. In questo modo, per me, funziona
alla grande perché comunque riprende un pregresso che i miei amici conoscono e mi
facilita non poco le cose. Finora al terzo spostamento l’amico non sposta alcuna carta
( matematico, ripeto, finora ) e alla comparsa del numero 10 lascio un paio di secondi fare
il sorrisetto all’amico che si aspetta che io dica “10”, per poi dire ” tu pensi di essere furbo,
ma le mie carte mi dicono che non hai spostato alcuna carta”. Non gli dico ovviamente che
spostare 10 carte o non spostare nessuna carta è la stessa cosa, e curiosamente nessuno ci è
arrivato finora, nessuno ha sollevato obiezioni. Pensa che ho avuto anche la “fortuna
sfacciata” di prendere la carta giusta nel posto in cui doveva essere e sentire l’amico che mi
confessava di averle invece spostate alla rinfusa.
Devo ammettere che in quel momento mi ha sfiorato l’idea che le carte mi parlino davvero.
Per ora ho fatto un po’ di esperimenti con gli amici, sono ancora all’inizio e ancora non mi
sento molto sicura, e con questo ” allenamento ” sto cercando di affinare la presentazione e
la conduzione di questo effetto per presentarlo anche a degli estranei che non mi
conoscono e che quindi saranno un po’ più scettici. Vi saprò dire…. Scusate la

prolissità.
Rispondi
o Aroldo scrive:
Aprile 7, 2014 alle 8:50 am

Ottimo inizio, Divina.


Come ho già scritto altrove, la personalizzazione è la strada migliore perché un effetto
(qualsiasi effetto) diventi realmente efficace.
Quelli che presentiamo nei corsi, più che effetti in sé, sono semplicemente “metodi”,
intorno ai quali, poi, ciascuno deve costruire la propria cornice (presentazione, storia
sottostante, ambientazione, atmosfera, ecc.).
Esattamente come hai fatto tu.

Complimenti.
Rispondi

32. Andrea Brescianini scrive:


Febbraio 4, 2016 alle 12:05 pm

Ciao Aroldo
volevo un tuo parere su un idea che mi è venuta guardando questo video.

Se il timing lo uso per rivelare una carta scelta casualmente da uno spettatore?

Ovviamente l’effetto potrebbe esser svolto con un mazzo contrassegnato, come ho già fatto
(lasciando a bocca aperta tutti), però in mancanza di quello…
Il problema più grosso è trovare i tempi giusti e la parole giuste per far credere che la carta
si conosceva già prima.

Ciao

Andrea
Rispondi

o Aroldo scrive:
Febbraio 4, 2016 alle 1:07 pm

Ciao, Andrea.
Il tuo ragionamento è corretto, ma temo che la realizzazione sia estremamente difficile.
Nell’effetto mostrato in video il timing permette di “ingannare”, perché esiste almeno un
altro elemento che distoglie l’attenzione dello spettatore: “Come fa il mentalista a
individuare proprio quella carta? Se gira quella carta è perché SA quante carte ho
spostato!”
Se invece il mentalista deve soltanto capire qual è la carta scelta… l’attenzione dello
spettatore è concentrata soltanto su quell’aspetto: “Il mentalista non conosce la carta e
deve dirmi qual è PRIMA di girarla!”

In altri termini: non è (in astratto) impossibile concretizzare la tua idea, ma credo che sia
molto molto difficile riuscire ad ingannare un pubblico normalmente attento
Rispondi

33. Elisabetta Chiarapini scrive:


Dicembre 1, 2020 alle 4:14 pm

Ciao purtroppo non ho capito un passaggio: come fai a capire quante carte sposta Andrew?
Rispondi

o Aroldo scrive:
Dicembre 1, 2020 alle 5:15 pm

Ciao, Elisabetta, benvenuta.


Il fatto che un effetto resti inspiegabile anche dopo la spiegazione dà l’idea di quanto
“forte” possa essere per un pubblico non esperto.
In ogni caso, per cercare di chiarirti i dubbi, iniziamo col dire che la spiegazione di “come
faccio a capire quante carte sposta Andrew” è nel video.
Per cui, per poterti aiutare – cosa che faccio molto volentieri – devi però dirmi COME
esegui l’effetto (o come tenti di eseguirlo).
Quali sono i passaggi che fai?
Ecco: spiegami cosa fai esattamenente (posizionamento delle carte, spostamento delle
carte, conteggio per risalire alla carta da girare), e solo in questo modo posso capire qual è
il tuo problema.
Per comodità, se vuoi, puoi anche girare un piccolo video (va benissimo anche col
telefonino), per vedere come esegui i vari passaggi.
Puoi eventualmente mandarlo tramite wetransfer.com a info@nuovomentalismo.com
Comunque sia, che tu mi scriva qui o che mi mandi un video, ti inviterei a riguardare il mio
filmato con attenzione, perché sicuramente ti è sfuggito qualche particolare.
Tieni presente che in questo effetto il mentalista (io, nella fattispecie) NON SA quante
carte ha spostato lo spettatore, ma viene a saperlo quando gira la carta.
Tutto questo è spiegato nel video.
Più in generale: il mentalismo – soprattutto per chi non ne sa nulla – comporta un tipo di
applicazione intellettiva diversa da quella normalmente utilizzata nella vita di tutti i giorni.
Vedrai che proprio cercare di capire cose che non capisci ti porterà ad una “visione
maggiore”, alla capacità di risolvere piccoli/grandi problemi (diversi da quelli soliti) come
quello che incontri in questo effetto.
Pertanto, ti consiglierei di NON SALTARE questo effetto, e di cercare in tutti i modi di
capire il suo funzionamento, prestando attenzione a quello che dico nel video.
Ti assicuro che non è difficile, come possono testimoniare tutti coloro che hanno seguito e
seguono questo corso.
In ogni caso… sono qua.
Fammi sapere.
Rispondi

 Elisabetta Chiarapini scrive:


Dicembre 3, 2020 alle 7:27 pm

Sei decisamente bravo… Mentre ti leggevo pensavo di saltare questo effetto e leggo che mi
dici di non farlo!!! Mi impegnero’! Il passaggio che non capisco è quando ti giri e vai a
girare proprio quella carta. Perché giri quella carta? Grazie
Rispondi

34. Elisabetta Chiarapini scrive:


Dicembre 3, 2020 alle 7:35 pm

L’ho rivista ancora un’altra volta ed ho capito! Grazie …. Sicuramente ci sentiremo più
avanti!
Rispondi

o Aroldo scrive:
Dicembre 3, 2020 alle 8:34 pm

Sono davvero contento che tu ce l’abbia fatta da sola!


Il Mentalismo è una “palestra” eccezionale per sviluppare le capacità di attenzione e di
ragionamento.
Questo non toglie che ci possano essere, talvolta, meccanismi più “difficili” di altri.
Per cui, non farti problemi a chiedere spiegazioni, nel caso.
Ma vedrai che, man mano, i meccanismi insoliti del mentalismo entreranno a far parte del
tuo “solito”, e ti sarà sempre più facile, non soltanto capire i vari metodi, ma potrai
addirittura creare tu stessa nuove metodologie e nuove soluzioni, anche se adesso, magari,

ti sembra impossibile.
A presto!
Rispondi
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