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Yogi Ramacharaka

LA VITA DOPO
LA MORTE

Traduzione di Silvia Cecchini

Parole d'Argento Edizioni


INDICE

CAPITOLO I - "L'ALTRA SPONDA"


CAPITOLO II - "NON C'È NESSUNA MORTE"
CAPITOLO III - I PIANI DI VITA
CAPITOLO IV - IL PIANO ASTRALE
CAPITOLO V - DOPO LA MORTE
CAPITOLO VI - IL SONNO DELL'ANIMA
CAPITOLO VII - IL RISVEGLIO DELL'ANIMA
CAPITOLO VIII - GEOGRAFIA DEL PIANO ASTRALE
CAPITOLO IX - STATI DELL'ANIMA PRIMITIVA
CAPITOLO X - ESPERIENZE RELIGIOSE ASTRALI
CAPITOLO XI - PARADISI E INFERNI ASTRALI
CAPITOLO XII - ESPRESSIONE ASTRALE DI SÈ
CAPITOLO XIII - OCCUPAZIONE SUL PIANO ASTRALE
CAPITOLO XIV - COMPAGNIA SUL PIANO ASTRALE
CAPITOLO XV - "COMUNICAZIONE SPIRITICA"
CAPITOLO XVI - ANIME LEGATE ALLA TERRA
CAPITOLO XVII - GUSCI ASTRALI
CAPITOLO XVIII - IL SECONDO SONNO DELL'ANIMA
CAPITOLO XIX - RINASCITA
CAPITOLO XX - OLTRE LA REINCARNAZIONE
EPIGRAFE

"Quella che chiamiamo morte


è solo l'altra sponda della vita."
CAPITOLO I
"L'ALTRA SPONDA"

Una delle domande poste più frequentemente agli insegnanti di Sapienza


Orientale è questa: "Cosa insegnate riguardo all''altra sponda' del fiume della
morte?". Per l'occultista sviluppato e allenato, questa domanda non sembra
mai perdere la sua stranezza. Per lui sembrerebbe come la domanda: "Cosa
insegnate riguardo l''altro lato' della strada?" all'uomo comune. Quest'ultimo
sarebbe naturalmente sorpreso di una tale domanda sull'"insegnare" questo
soggetto, perché chi chiede dovrebbe solo usare i suoi occhi per ottenere la
risposta.
L'insegnante orientale non cessa mai di stupirsi davanti alle molte prove del
risultato degli insegnamenti semplicemente teorici e dogmatici nella
maggioranza degli insegnanti e predicatori del mondo occidentale. Questi
cosiddetti insegnanti sono come i "ciechi che conducono altri ciechi", perché
non hanno il modo di verificare le loro affermazioni, e trasmettono
semplicemente quello che hanno ricevuto ciecamente da altri, che, a loro
volta, hanno ricevuto la loro istruzione nello stesso modo. In oriente, al
contrario, si incontrano così tante persone dal senso spirituale e psichico
altamente sviluppato per cui i fenomeni dell'"altra sponda" sono familiari
come i fenomeni di "questa sponda", e l'"altra sponda" sembra altrettanto
reale ed attuale dell'ambiente comune della vita terrena. Fra gli orientali
sviluppati l'"altra sponda" è un mare non mappato, ma ha le sue correnti,
abissi, isole, e altre generalità come chiaramente affermate e comprese come
è l'oceano atlantico dal marinaio occidentale. Inoltre, ogni orientale colto
impara fin dalla giovinezza che i fenomeni dell'"altra sponda" non hanno
bisogno di essere accettati per fede, ma possono essere realmente conosciuti
da coloro che vorranno passare il tempo e lo studio richiesti per sviluppare i
sensi superiori che sono posseduti da tutta la razza.
Ma, per le stesse ragioni, gli occultisti orientali sviluppati si trovano a
confronto con un compito sconcertante, per non dire scoraggiante, quando
cercano di trasmettere la loro conoscenza di questo argomento agli studenti
occidentali. La mente occidentale istintivamente rifiuta di accettare la verità
nel modo con cui la accetta la mente dello studente orientale. Non avendo
realizzato per esperienza reale certi fatti fondamentali psichici e spirituali,
che servono da base per gli insegnamenti dettagliati, la mente occidentale
naturalmente domanda "prove reali" di questi fattori basilari, prima di voler
procedere oltre. Poiché questi fatti devono essere prima sperimentati per
essere conosciuti, nessuna argomentazione serve mai a portare quella
convinzione di verità che dovrebbe servire come base fondamentale per gli
insegnamenti dettagliati. Di conseguenza, dallo studente occidentale, le
affermazioni generali di base dell'insegnante sono accettate o solo per fede,
oppure considerate come speculazioni da parte dell'insegnante. E, poiché ci
sono migliaia di simili teorie speculative avanzate nel mondo occidentale, lo
studente può ben essere scusato se rifiuta di accettarle come verità, perché,
come spesso argomenta, "un'ipotesi vale l'altra".
Nella presentazione dei fatti dell'"altra sponda", a cui è dedicato il presente
volume, lo studente deve realizzare fin dall'inizio che non gli può essere
offerta nessuna reale prova fisica, in mancanza di uno stato altamente
sviluppato dei suoi sensi spirituali e psichici. In tal caso, la prova richiesta è
quella che chiede il cieco che vuole una prova del rosso o di qualsiasi altro
colore; oppure come quella chiesta dall'uomo sordo, che chiede la prova
dell'esistenza dell'armonia in musica. A causa della stessa natura delle cose,
in nessuno di questi casi può essere offerta una prova. Immaginate il tentativo
di spiegare il gusto dello zucchero a chi non abbia mai sperimentato il gusto
di qualcosa di dolce. Come e dove si dovrebbe incominciare? Come e dove si
dovrebbe procedere?
Perciò, capiamoci meglio reciprocamente, maestro e studenti. Capiamo che
gli insegnamenti di questo libro non sono offerti come prova dei fenomeni
dell'"altra sponda", ma solo con lo spirito del viaggiatore tornato da qualche
paese nuovo e straniero, che racconta del suo viaggio e quello che vi ha visto.
Come abbiamo detto agli studenti delle nostre prime lezioni, date al mondo
occidentale nove anni fa: "Non vogliamo che gli insegnanti orientali insistano
perché l'allievo accetti ciecamente ogni verità che gli viene presentata. Al
contrario, istruiamo l'allievo ad accettare come verità solo quello che può
provare da solo, poiché nessuna verità è tale finché uno non può provarla con
la sua stessa esperienza. Ma allo studente si insegna che, prima che molte
verità possano essere provate in tal modo, egli deve svilupparsi e crescere.
L'insegnante chiede solo che lo studente abbia fiducia in lui come chi gli
indica la strada, e dice, in effetti, allo studente: "Questa è la strada; entraci, e
sul sentiero troverai le cose di cui ti ho parlato; prendile, soppesale, misurale,
assaggiale, e conosci le cose da solo. Quando raggiungerai il punto nel
sentiero in cui ne saprai tanto quanto ne sapevo io o qualsiasi altro abbia
raggiunto quello stadio particolare del viaggio, e non prima che tu arrivi a
quel punto particolare, dovrai o accettare le affermazioni di quelli che ti
hanno preceduto, o rifiutare tutto il soggetto in quel punto particolare. Non
accettare niente come definitivo finché non l'hai provato; ma se sei saggio,
profitterai del consiglio e dell'esperienza di quelli che vi sono passati prima di
te. Ogni uomo deve imparare con la sua esperienza, ma degli uomini possono
servire agli altri per indicare la strada. Ad ogni stadio del viaggio, si troverà
che quelli che hanno progredito un po' di più sulla via, hanno lasciato dei
segnali come indicatori per coloro che seguono. Il saggio si avvantaggerà di
questi segnali. Non chiedo fede cieca, ma solo fiducia, finché non siete capaci
di dimostrare quelle verità da voi stessi. Io ve le sto trasmettendo come mi
sono state trasmesse da quelli che mi hanno preceduto."
Lo studente occidentale scettico può obiettare che non offriamo "prove
scientifiche" dei fenomeni dell'"altra sponda". Se con "scientifico" intende
prove della scienza fisica, siamo d'accordo con lui. Ma per l'occultista
avanzato, il termine "scientifico" ha un significato molto più ampio e vasto.
La persona che si aspetta di pesare, misurare e registrare le cose spirituali con
gli standard fisici non troverà altro che delusioni o fallimenti, perché non
otterrà mai le prove che cerca. L'apparato fisico è inteso solo per gli oggetti
fisici – il mondo dello spirito ha il suo apparato, che solo è capace di
registrare i suoi fenomeni. Perciò desideriamo che la materia sia chiaramente
capita dal lettore che sta iniziando lo studio di questo libro. Non vengono
offerte prove fisiche. Non ce ne sono, strettamente parlando, in nessun altro
luogo, su questo argomento. Inoltre, non c'è nessun tentativo di
argomentazione – perché non c'è nessuna base per poter discutere tra i
veggenti dell'"altra sponda" e coloro la cui visione è limitata al piano terreno.
Ma questo non significa che vi stiamo offrendo una massa di affermazioni
irrazionali, e che insistiamo perché le accettiate per fede. Ben lungi da noi
questo intento. Perché, anche se la ragione da sola non può mai sperare di
penetrare oltre il velo che separa i due lati della Vita-Morte, ciò nonostante,
la ragione, se le si permette di seguire i suoi riscontri, privati dal pregiudizio e
dalla cieca aderenza ai vari insegnamenti, percepirà una certa ragionevolezza
in un'affermazione vera sui fatti dell'ignoto – le sembrerà che gli
insegnamenti si accordino ad altri fatti accettati, e che spieghino in modo
ragionevole dei fenomeni altrimenti inspiegabili. In breve, alla ragione
sembrerà che gli insegnamenti della verità si riconcilino con serie di fatti
apparentemente opposti, e metteranno insieme molti frammenti oscuri di
verità che si trovavano ad essere accettati dalla ragione, ma che, fino a quel
momento, non era capace di mettere insieme in una struttura coerente
mentale.
Lo studente è invitato a sospendere il giudizio finché non abbia letto
attentamente, e poi attentamente considerato, ciò che abbiamo da dire. Che
rilegga e rifletta bene sul libro nel suo complesso. Poi che si ponga la
domanda onesta se la cosa non sembri ragionevole e probabile. Se non riesce
a fare niente di più che accettare il tutto come un'"ipotesi di lavoro", allora
che si accontenti pure di quella posizione - anche se a noi il termine può
evocare un sorriso, quando realizziamo che l'insegnamento è costruito
sull'esperienza e testimonianza dei saggi nelle varie epoche. Ma, se
l'insegnamento è attentamente letto e considerato, si proverà essere sempre
più ragionevole via via che gli anni passano nell'individuo. Fatto dopo fatto si
vedranno accordarsi all'insegnamento generale, e, via via che concezioni più
antiche vengono scartate, si troverà che questi insegnamenti avranno il loro
posto. Non è facile sfuggire a una verità, una volta che vi è stata presentata.
Ha un certo qual modo di farvi prudere le orecchie, una volta che ci si è
piazzata. Perché, dietro quell'orecchio, c'è una parte di voi che, per quanto
nascosta da molti involucri, sa – che SA! Per quanto neghiate, non potete
sfuggire alla Verità una volta che il suo seme è stato posto nella vostra
coscienza, perché essa trarrà nutrimento dal vostro subconscio, e col tempo
germoglierà e farà sbocciare foglie e fiori.
Così, dopo tutto, importa poco se lo studente possa o no afferrare
l'insegnamento questa volta. Perché il Tempo è lungo, e si ha tutto il tempo in
cui padroneggiare la lezione. Tutti gli insegnamenti, alla fine, non sono che
un procedimento di semina.
CAPITOLO II
"NON C'È NESSUNA MORTE"

La razza è stata ipnotizzata dall'idea della Morte. L'uso comune del termine
riflette l'illusione. Sentiamo quelli che dovrebbero saperne di più parlare di
persone che sono state "recise nel fiore della giovinezza", oppure "la cui vita
è stata troncata prematuramente", ecc.. L'idea esprime il concetto che
l'individuo è stato strappato alla vita e ridotto a niente. Questo è
particolarmente vero nel mondo occidentale. Anche se la religione dominante
dell'ovest insegna le gioie dell'"aldilà" in termini così forti che sembrerebbe
che ogni credente dovesse accogliere con gioia il trapasso, anche se si
potrebbe ben supporre che parenti e amici dovrebbero vestirsi vivacemente ed
ornarsi di fiori per il trapasso del loro caro in una sfera di esistenza più
luminosa e felice – nonostante questo, vediamo le manifestazioni opposte. La
persona media, nonostante la sua fede ed il suo credo, sembra temere
l'approccio della "falce", e i suoi amici si vestono di nero ed esprimono in
ogni modo il dolore di aver perso per sempre il loro caro. Nonostante le loro
convinzioni, o espressione di credo, la Morte incute un terrore che sembrano
non riuscire a superare.
In coloro che hanno acquisito quel senso di consapevolezza dell'illusione
della morte, queste spaventose emozioni sono svanite. Per loro, anche se
sentono naturalmente il dolore di una temporanea separazione e la perdita
della sua compagnia, l'amato sembra essere semplicemente passato ad
un'altra fase della vita, e niente è stato perduto – niente è perito. C'è una fiaba
indù antica di secoli, in cui si parla della storia di un bruco, che, sentendosi
avvicinare il languore che testimonia la fine della sua esistenza strisciante e
l'inizio di un lungo sonno nello stadio di crisalide, chiama attorno a sé i suoi
amici. "È triste" disse, "pensare che devo abbandonare la mia vita, piena di
così tante brillanti promesse di futura realizzazione. Stroncato dalla nera
mietitrice, nella mia giovinezza, sono un esempio della crudeltà della Natura.
Addio, cari amici, addio per sempre. Domani non ci sarò più." E,
accompagnato dalle lacrime e lamenti degli amici attorno al suo letto di
morte, trapassò. Un vecchio bruco affermò, tristemente: "Il nostro fratello ci
ha lasciato. Il suo fato è lo stesso nostro. Uno per uno saremo abbattuti dalla
falce distruttrice come l'erba del prato. Per fede speriamo di risorgere, ma
forse questa non è che la voce ispirata da una vana speranza. Nessuno di noi
sa niente di certo sulla vita dell'aldilà. Piangiamo insieme il fato comune della
nostra razza". E, detto questo, si lasciarono.
La sinistra ironia di questa favoletta viene chiaramente percepita da tutti
noi, e sorridiamo al pensiero dell'ignoranza che accompagnava il primo stadio
della trasformazione della vile creatura strisciante nella gloriosa creatura
alata, che, a tempo debito emergerà dal sonno della morte e si sveglierà in
una forma superiore di vita. Ma non sorridete, amici, dell'illusione dei bruchi
– non erano che come voi e me. Perché il narratore indù di tanti secoli fa ha
dipinto l'ignoranza umana e l'illusione in questa favola sulle forme di vita
inferiori. Tutti gli occultisti riconoscono negli stadi di trasformazione del
bruco-crisalide-farfalla un quadro della trasformazione che aspetta ogni uomo
e donna mortale. Perché la morte è per l'essere umano niente più di quello che
è il sonno mortale del bruco. In nessuno dei due casi la vita cessa anche per
un solo istante – la vita persiste mentre la Natura opera i suoi cambiamenti.
Consigliamo ogni studente di portare sempre con sé la lezione di questa fiaba,
raccontata secoli fa ai bambini della razza indù, e trasmessa loro di
generazione in generazione.
Strettamente parlando, dal punto di vista orientale, non c'è una cosa come la
Morte. Il nome è una menzogna – l'idea un'illusione che nasce dall'ignoranza.
Non c'è nessuna morte – non c'è altro che Vita. La vita ha molte forme e
aspetti, e alcuni degli aspetti sono chiamati "morte" dagli uomini ignoranti.
Niente realmente muore – anche se ogni cosa sperimenta un cambiamento di
forma e attività. Come dice così perfettamente e adeguatamente Edwin
Arnold, nella sua traduzione della "Bhagavad Gita":
"Mai lo spirito è nato;
mai lo spirito cesserà di essere.
Mai ci fu un tempo in cui non c'era;
la fine e l'inizio sono sogni.
Senza nascita e senza morte, e senza mutamento,
rimane lo spirito per sempre;
la morte non l'ha toccato affatto,
anche se morta sembra la sua casa."
I materialisti spesso propongono, come argomentazione contro la
persistenza della vita oltre lo stadio della morte, l'assunzione del fatto che in
natura tutto subisce la morte, la dissoluzione e la distruzione. Se questo fosse
davvero il fatto, allora davvero sarebbe ragionevole arguire la morte
dell'anima come conclusione logica. Ma in realtà non accade niente di questo
genere in natura. Niente realmente muore. Ciò che è chiamato morte, anche
della cosa più piccola e inanimata, è semplicemente un cambiamento di
forma e condizione dell'energia e attività che la costituiscono. Perfino il
corpo non muore, nel senso stretto del termine. Il corpo non è un 'entità,
perché è semplicemente un'aggregazione di cellule, e queste cellule sono
semplicemente veicoli materiali per una certa forma di energia che le anima e
le vitalizza. Quando l'anima esce dal corpo, le unità che compongono il corpo
manifestano repulsione l'una per l'altra, in luogo dell'attrazione che prima le
teneva insieme. La forza unificatrice che le ha tenute insieme ritrae il suo
potere, e si manifesta l'attività contraria. Come ha ben detto uno scrittore: "Il
corpo non è mai tanto vivo come quando è morto." E un altro scrittore ha
detto: "La morte non è che un aspetto della Vita, e la distruzione di una forma
materiale non è che un preludio alla costruzione di un'altra." Così l'argomento
dei materialisti in realtà manca della sua premessa maggiore, e tutto il
ragionamento basato su di essa deve portare ad una falsa conclusione.
Ma l'occultista avanzato, o un'altra persona spiritualmente avanzata non ha
bisogno di considerare seriamente l'argomentazione dei materialisti, neanche
se queste argomentazioni fossero cento volte più logiche. Perché una tale
persona ha risvegliato in sé facoltà superiori psichiche e spirituali, con cui
può realmente sapere che l'anima non perisce quando il corpo si dissolve,
quando uno può lasciare dietro di sé il corpo fisico, e viaggiare realmente
nelle regioni "dell'altra sponda", come nel caso di molti individui avanzati: in
tal caso, qualsiasi discussione puramente speculativa sulla realtà della "vita
dopo la morte" assume un aspetto futile e assurdo.
Se un individuo, che non ha ancora raggiunto lo stadio di discernimento
psichico e spirituale per cui ha la prova dei suoi sensi superiori sulla
questione della sopravvivenza dell'anima, e che sente che la sua ragione
chiede qualcosa di simile ad una "prova", allora che rivolga il suo sguardo
mentale dentro di sé invece che al di fuori, e là troverà quello che cerca.
Perché alla fine, come ci insegnano tutte le filosofie, il mondo interiore è
molto più reale del mondo fenomenico. Infatti, l'uomo non ha nessuna
conoscenza reale dell'esterno – tutto quello che ha è il resoconto del mondo
interno sulle impressioni ricevute dal mondo esterno. L'uomo non vede
l'albero che sta guardando – percepisce solo l'immagine rovesciata di
quell'albero dipinta sulla sua retina. Anzi, la sua mente neanche vede quella
immagine, perché riceve solo il riscontro vibratorio dei nervi le cui
terminazioni sono state eccitate da quella immagine. Perciò non dobbiamo
vergognarci di rivolgerci ai recessi della nostra mente, perché molte delle più
profonde verità sono là registrate.
Nelle grandi regioni subconsce e super-consce della mente si trova una
conoscenza di molte verità fondamentali dell'universo. Tra due di queste
verità impresse più fortemente sono queste: 1) la certezza dell'esistenza di un
Supremo Potere Universale, che è alla base, dietro e in supporto del mondo
fenomenico; e 2) la certezza dell'immortalità del Sé Reale – quel Qualcosa
Dentro che il fuoco non può distruggere, l'acqua non può affogare, né l'aria
soffiar via. L'occhio mentale rivolto all'interno troverà sempre l'"Io", con la
certezza della sua immortalità. È vero che questa è un tipo diverso di prova
da quella che riguarda gli oggetti materiali e fisici, ma con questo? La verità
cercata è un fatto di vita interna spirituale, e non della vita esterna fisica –
perciò deve essere cercata dentro, e non fuori, dell'anima. L'intelletto
oggettivo si interessa solo degli oggetti fisici – l'intelletto soggettivo, o
intuizione, si interessa degli oggetti psichici e spirituali; il primo del corpo
delle cose, l'altro dell'anima delle cose. Cercate la conoscenza che concerne
ogni classe di cose nella sua regione appropriata del vostro essere.
Che l'anima parli per sé, e troverete che il suo canto risuonerà forte e chiaro,
glorioso: "Non c'è nessuna Morte; non c'è nessuna Morte; non c'è nessuna
Morte; non c'è altro che Vita, e quella Vita è una VITA PERENNE!" Tale è il
canto dell'anima. Ascoltatelo nel Silenzio, perché solo là le sue vibrazioni
possono raggiungere le vostre orecchie. È il Canto della Vita che sempre
nega la Morte. Non c'è nessuna Morte – non c'è altro che la Vita Perenne, per
sempre, e sempre, e sempre.
CAPITOLO III
I PIANI DI VITA

Una delle idee elementari della Filosofia Yoga più difficile da afferrare e
assimilare per la comune mente occidentale è quella dei "piani" di vita.
Questa difficoltà è evidente quando lo studente occidentale tenta di cogliere
gli insegnamenti Yoga riguardo all'"altra sponda". Il pensiero occidentale
insiste sul concetto che il regno di vita delle anime disincarnate sia un luogo
o dei luoghi. Ne è responsabile la teologia occidentale, in gran parte, anche se
si deve considerare la tendenza della mente occidentale a pensare in termini
di esistenza oggettiva, anche quando si considera la vita staccata
dall'oggettivo. Il religioso medio occidentale insiste nel pensare al "paradiso"
come a un luogo situato da qualche parte nello spazio, che contiene bei
palazzi fatti di pietre preziose, situati su strade pavimentate d'oro. Anche
quelli che hanno superato questa idea infantile trovano difficile concepire il
loro paradiso come uno stato piuttosto che un luogo. La mente occidentale
trova difficile formarsi un concetto astratto, e naturalmente ricade nella
vecchia idea di un paradiso nello spazio.
La mente orientale, al contrario, trova assolutamente facile afferrare l'idea
di vari piani di esistenza. Secoli di pensiero familiare sul soggetto lo hanno
reso chiaro e definito come il concetto di luogo. Abbiamo incontrato
pensatori occidentali che sorridendo confessavano di non riuscire a privare il
loro concetto di "piani" dell'idea di livelli, o strati di qualche genere di
sostanza materiale. Ma questo concetto è altrettanto lontano dalla verità
quanto l'idea di un semplice luogo. Un piano è uno stato, non un luogo in
nessun senso della parola. E lo studente deve imparare ad eliminare l'idea di
luogo da quella di piano.
Un piano è una condizione o stato di attività nell'energia eterna dello Spirito
in cui il Cosmo vive, si muove e ha la sua esistenza. In un dato punto dello
spazio ci possono essere molti piani di attività. Prendiamo i nostri esempi dal
mondo fisico, e usiamo le comuni vibrazioni sonore. L'aria può essere piena
di molte note della scala musicale. Ogni nota è semplicemente un certo grado
di vibrazione dell'aria. Le note occupano la stessa posizione nello spazio,
eppure non confliggono reciprocamente per quanto riguarda le qualità di
riempimento dello spazio. È un assioma della fisica che due corpi di materia
non possono occupare lo stesso spazio allo stesso tempo. Ma migliaia di
queste note vibratorie possono occupare lo stesso spazio allo stesso tempo.
Questo accade quando qualcuno ascolta qualche grande orchestra che esegue
una composizione musicale. Molti strumenti suonano allo stesso tempo, e
l'aria è colma di innumerevoli vibrazioni, eppure se uno vuole può cogliere
uno strumento particolare, e distinguere anche note particolari. Nessuna nota
viene persa, eppure l'intero volume si manifesta nel piccolo spazio del
timpano di un orecchio. Questo è un esempio piuttosto grossolano, ma può
servire per abituare la mente a formarsi il concetto adatto.
Un altro esempio, stavolta su una scala superiore, è quello delle vibrazioni
di luce. La luce, sappiamo, appare come il risultato delle onde vibratorie
dell'etere che entrano in contatto con la materia fisica. Ogni colore ha il suo
posto sulla scala vibratoria. Ogni raggio di sole che ci raggiunge è composto
di una grande varietà di colori – i colori dello spettro, che possono essere
separati per mezzo di certi prismi. Tutti i colori si trovano in ogni punto dello
spazio in cui appare il raggio di sole. Sono tutti là, e possono essere separati e
registrati separatamente. Inoltre, oltre il regno della luce visibile all'occhio
umano, ci sono molti colori invisibili alla vista umana a causa del fatto che le
loro vibrazioni sono troppo alte o troppo basse. Questi colori invisibili
possono essere intercettati per mezzo di strumenti. Forse queste varie
frequenze di vibrazioni colorate possono aiutarvi a formare l'idea dei piani di
esistenza privi di spazio,
Un altro esempio si può trovare nel campo dell'elettricità, in cui troviamo
nuovi casi di vari gradi e condizioni di energia che occupano lo stesso spazio
allo stesso tempo. In un apparato moderno telegrafico troviamo molti
messaggi che passano in ogni direzione lungo lo stesso cavo: l'aria può essere
piena di migliaia di messaggi telegrafici senza fili, sintonizzati con diverse
chiavi e di conseguenza non interferenti l'uno con l'altro. Le varie vibrazioni
si interpenetrano, e ognuna sembra inconsapevole della presenza dell'altra e
non ne viene influenzata. È concepibile anche che ci possano essere una
dozzina di mondi che occupino la stessa parte di spazio, ognuno sintonizzato
ad una diversa scala vibratoria di materia, che non interferiscono l'uno con
l'altro. Le cose viventi su ognuno sono totalmente inconsapevoli
dell'esistenza delle altre. Autori scientifici si sono divertiti a scrivere storie
fantastiche di una tale serie di mondi, e invero inconsapevolmente hanno ben
scritto, perché hanno simbolizzato con termini fisici una verità metafisica.
Ma, si può obiettare, la Filosofia Yoga insegna che questi piani di Vita non
sono che forme diverse di vibrazione della materia? Niente affatto. Ben lungi.
L'insegnamento è che ogni piano rappresenta un grado diverso di energia
vibratoria – ma non di materia. La materia è semplicemente una forma molto
bassa di energia vibratoria – anche la forma di materia più fine. Ci sono
forme di materia tanto più alte della più sottile forma nota ai comuni
scienziati di fisica, quanto questa ultima forma sottile è superiore alla roccia
più dura. E oltre il piano della materia si elevano piano su piano di energia
super-materiale, di cui la mente della scienza fisica non osa nemmeno
sognare. Eppure, a mo' di esempio, possiamo dire che è possibile pensare che
ognuno dei piani si manifesti nello stesso punto dello spazio allo stesso
tempo. Quindi vedete, il concetto di piani non ha niente in comune con quello
di spazio.
Da ora in avanti, lo studente vedrà che quando parliamo di piani di
esistenza dell'"altra sponda", siamo lontani dal voler indicare luoghi o regioni
di spazio. La Filosofia Yoga non ha niente a che fare con le dottrine che
parlano di paradiso o inferno o purgatorio nel senso di luoghi. Non conosce
tali luoghi, o regioni, anche se riconosce la base reale degli insegnamenti che
vi credono.
In questo volume, non tenteremo di considerare la questione generale degli
innumerevoli piani di esistenza che si manifestano nell'universo. Lo scopo di
questo lavoro particolare ci fa limitare alla considerazione e descrizione di
quei particolari piani del Mondo Astrale che sono interessati nella
manifestazione dell'esistenza di anime disincarnate degli abitanti sulla terra –
il cosiddetto "mondo dello spirito" della razza umana. Vedremo che ci sono
molti piani e sotto-piani di esistenza sul grande Piano Astrale della Vita – in
genere noto come Mondo Astrale, per poter distinguerlo dal Mondo Fisico,
inferiore nella scala vibratoria. Ogni piano e sotto-piano ha i suoi particolari
fenomeni e caratteristiche distinti, come vedremo nel procedere. Eppure le
stesse leggi e principi generali e qualità caratteristiche sono comuni a tutti.
Infine, prima di passare a considerare il Piano Astrale, lasciateci cercare
ancora una volta di imprimere nelle vostre menti il concetto più adeguato
della reale natura di ciò che conosciamo come "piani". Quando parliamo di
"elevarsi" da un piano più basso a uno più alto, o di "discendere" da un piano
superiore ad uno inferiore, non vorremmo che si immaginasse una salita o
una discesa di scalini. Né stiamo dipingendo una salita o discesa da uno strato
ad un altro. Anche il simbolo familiare dell'uscita dagli abissi dell'oceano alla
sua superficie è scorretto. Il quadro mentale più vicino possibile da crearsi
per la transizione da un piano all'altro è quello dell'aumento o diminuzione di
vibrazioni, come vengono evidenziate nelle onde sonore, luminose, o
elettriche. Tirando una corda di violino, si può innalzare la sua frequenza
vibratoria e perciò la sua nota. Lo stesso si può fare scaldando una sbarra di
ferro e facendo cambiare il suo colore da un rosso cupo a un delicato violetto
o bianco. O, nel caso della corrente di elettricità, la potenza può essere alzata
o abbassata a volontà. Se occorre un esempio più materiale, abbiamo il caso
del minerale più duro che può essere mutato in un vapore invisibile
semplicemente alzando le sue vibrazioni col calore. Ciò che è vero sui piani
inferiori di manifestazione, è vero sui superiori. La transizione dal più alto al
più basso, o dal più basso al più alto può essere pensata (se volete) come una
mutazione di vibrazione nell'energia di cui sono composte tutte le cose.
Questo arriverà il più vicino possibile alla verità per quanto lo permettono i
nostri imperfetti poteri di concepire e paragonare la cosa. Non ci sono parole
per esprimere i fenomeni superiori – un esempio che usi i termini dei piani
inferiori è grossolano, imperfetto, e insoddisfacente. Ma anche con questi
simboli la mente dell'uomo può arrivare a cogliere le idee di cose superiori ai
sensi ordinari, e oltre la capacità di espressione dei termini ordinari.
E ora, con tutto questo fermamente fisso nelle vostre menti, procediamo a
considerare il Grande Piano Astrale di Esistenza.
CAPITOLO IV
IL PIANO ASTRALE

Gli studenti di occultismo, orientali e occidentali, trovano molti riferimenti


nelle opere delle autorità antiche a quella grande serie di piani,
immediatamente sopra quello del mondo materiale, che sono genericamente
classificati come "Piano Astrale". Ma trovano che le varie autorità
differiscono nell'uso del loro termine. Molti antichi autori usano il termine,
come faremo noi in questo libro, per designare l'intera serie di piani che
stanno fra quelli del mondo materiale e quei piani molto elevati di esistenza
noti come "Piani Spirituali", la cui stessa natura è oltre la comprensione della
mente dell'uomo medio. D'altro canto, alcuni dei moderni autori occidentali
sul soggetto usano il termine "Piano Astrale" per indicare semplicemente i
piani inferiori e i sotto-piani delle serie Astrali – quei piani che si fondono nei
piani materiali da una parte e nei piani astrali superiori dall'altra. Questo ha
causato un po' di confusione nelle menti di coloro che iniziano lo studio dei
piani superiori a quello materiale.
In questo libro, come nei nostri volumi precedenti, seguiamo l'esempio
delle autorità antiche, e applichiamo il termine, come hanno fatto loro,
all'intera grande serie di piani che stanno tra quelli materiali e gli spirituali
superiori. Consideriamo preferibile questa condotta, per il motivo che è più
semplice, e tende ad impedire allo studente di confondersi a causa delle molte
distinzioni tecniche.
Il Piano Astrale è composto di innumerevoli piani e sotto-piani, e divisioni
di sotto-piani, che salgono in una scala graduale da quelli che toccano e si
fondono con i piani materiali superiori, a quelli che toccano e si fondono con
gli strati inferiori (se possiamo usare questo termine) dei grandi piani
spirituali. Ma tra questi due estremi si trova la maggiore varietà possibile di
fenomeni e fasi di esistenza. Sui piani inferiori dell'Astrale si manifestano le
attività psichiche che gli uomini conoscono come chiaroveggenza,
chiarudienza, telepatia, psicometria, ecc.. Su un altro dei piani astrali si
trovano certe forme di "fantasmi", "spiriti", e altre apparizioni di anime
disincarnate che occasionalmente sono percepite e sentite dagli uomini e da
alcuni degli animali inferiori. Su alcuni di questi piani, anche, i corpi Astrali
degli uomini ancora incarnati viaggiano e manifestano attività, o durante il
sonno del possessore del corpo, o in certe condizioni di trance, oppure
quando il proprietario deliberatamente lascia il corpo fisico in quel momento
e proietta il suo Corpo Astrale sul Piano Astrale.
I colori astrali sono le aure che circondano i corpi fisici di tutti gli esseri
umani, e si manifestano su certi sotto-piani dell'Astrale. Certi altri sotto-piani
possono essere chiamati "i piani delle forze psichiche" per mezzo di cui si
effettuano varie forme di fenomeni psichici. Su simili piani inferiori si
trovano le "forme-pensiero", "onde-pensiero", "nubi di pensiero", ecc., che
emanano dalle menti degli esseri umani, che viaggiano e influenzano i
pensieri e le emozioni di quelli che li attraggono e che si sintonizzano alla
loro nota-chiave psichica. Li menzioniamo solo di passaggio e per
informazione generale, piuttosto che in dettaglio, perché questi fenomeni
sono stati trattati in altri volumi di questa serie di libri.
Alcuni dei sotto-piani inferiori dell'Astrale sono lungi dall'essere posti
gradevoli o salutari da visitare, o su cui muoversi, per la persona non allenata.
Di fatto l'occultista esperto ha a che fare il meno possibile con essi, e
consiglia tutti i neofiti in occultismo di evitare queste regioni psichiche
miasmatiche, alla stessa guisa con cui farebbe con una regione paludosa e
insalubre sul piano materiale. Molte persone si sono procurate molti danni
tentando di penetrare in questi piani inferiori senza una corretta conoscenza
della loro natura. Molti si sono fatti male al corpo o alla mente producendo
scioccamente o inducendosi condizioni psichiche che li facciano muovere su
questi piani psichici inferiori. Il vecchio adagio che ci informa che "gli
sciocchi corrono dove gli angeli hanno paura di posare i piedi", si applica
pienamente a questo caso.
Alcuni di questi sotto-piani Astrali inferiori sono pieni di forme Astrali di
esseri umani disincarnati, i cui principi superiori sono ancora attaccati al
corpo Astrale, e che si mantengono legati alla terra a causa della loro
attrazione al mondo materiale. In questa regione abita per un certo tempo la
feccia della vita umana disincarnata, esseri che restano attaccati alla terra a
causa di appetiti materiali, e non hanno niente che li attragga in alto. È
penoso vedere persone che non penserebbero di frequentare da incarnate
questo tipo di uomini, ma che ciò nonostante accolgono con piacere dei
rapporti psichici e comunicazione con questa stessa classe nel mondo Astrale,
accettandoli come "spiriti benedetti" e "belle anime". Il disgusto che giunge a
molte persone che li frequentano in spirito in certi tipi di sedute spiritiche,
viene prontamente capito quando comprendiamo il carattere delle entità che
abitano questi piani bassi. Alcuni di questi delinquenti dei piani Astrali bassi
spesso fanno finta di essere amici e parenti del postulante, con grande
dolorosa sorpresa di quest'ultimo.
Via via che i piani salgono di grado lasciamo questa classe di entità dietro
di noi, ed entriamo nei regni in cui abitano le anime disincarnate di coloro
che hanno un grado superiore di spiritualità. Sempre più su sale la scala dei
piani e sotto-piani, finché alla fine si raggiungono i regni dei beati – il
temporaneo luogo di residenza di quelli che hanno raggiunto un alto grado di
sviluppo spirituale, i "paradisi" che le religioni della razza hanno cercato di
definire secondo i loro credo e tradizioni. E, proprio come nei credo della
razza è stata postulata l'esistenza dell'"inferno", opposto all'idea del
"paradiso", così nel mondo Astrale, come ci si poteva aspettare, si trovano
certi piani inferiori in cui abitano le anime disincarnate di persone di tendenza
e natura brutale, in cui si elabora l'inevitabile risultato della loro vita terrena.
Ma questi inferni dell'Astrale non sono eterni – l'anima disincarnata a sua
volta può passare ad un ambiente migliore – le può venir data "un'altra
possibilità". Anche la concezione cattolica di "purgatorio" ha la sua esistenza
Astrale, nella forma di certi sotto-piani in cui, come ha detto lo spirito del
padre di Amleto: "i vili crimini compiuti nei miei giorni da incarnato
vengono bruciati e purgati" - ma non nel fuoco della materialità: bastano i
fuochi della memoria e dell'immaginazione.
In breve, sul grande piano Astrale si trovano condizioni corrispondenti a
quasi tutte, se non a tutte, le concezioni formate dalla mente dell'uomo in
connessione con le religioni di tutti i tempi e posti. Queste concezioni non
sono nate per semplice caso – sono il risultato dell'esperienza di certi della
razza che in un qualche modo hanno stabilito connessioni psichiche con
alcuni dei molti Piani Astrali, ognuno dei quali, secondo la sua natura e
inclinazione, ha riportato la sua esperienza ai suoi compagni, che in seguito le
hanno incorporate nelle varie religioni del mondo. Si ricorderà che ogni razza
di esseri umani ha avuto la sua tradizione del "posto" delle anime dipartite: la
sua descrizione varia grandemente, eppure tutte concordano in qualche
particolare. Via via che procediamo, vedremo come questi resoconti sono
stati ottenuti, e come i vari racconti possono essere armonizzati e compresi in
connessione l'uno con l'altro.
Il termine "Astrale" ovviamente indica "di o pertinente alle stelle".
Originalmente è entrato in uso nell'occultismo a causa dell'idea comune degli
uomini che "l'altra sponda" è "su in cielo", tra le nubi, o nella regione delle
stelle. Anche ai nostri giorni, quando l'idea di cielo come luogo è uscita dalle
menti delle persone intelligenti, è del tutto naturale per noi alzare gli occhi
quando parliamo di "paradiso", o indicare in alto quando desideriamo
indicare dove vivono i beati. È difficile scuotersi di dosso i concetti abituali
della razza, e mentre sappiamo più che supporre che ci sia uno speciale "su e
giù" nel Cosmo, pure abbiamo la vecchia abitudine di pensiero ereditata dalla
razza che ci fa pensare ai regni superiori dell'anima come "su" verso le stelle.
E, in modo simile, il vecchio termine "Astrale" è persistito nella terminologia
occulta.
Ancora una volta dobbiamo mettere in guardia lo studente e non confondere
l'idea del Piano Astrale con l'idea di luogo o dei luoghi. Non c'è un luogo
come il Piano astrale. Il Piano Astrale non è né su né giù, né a nord, né a sud,
né ad est, né ad ovest. Non sta in nessuna direzione speciale – eppure sta in
tutte le direzioni. È, per prima cosa, per ultima, e per sempre, uno stato o
condizione e non un posto. È piuttosto una fase o grado di vibrazione,
piuttosto che una parte di spazio. Le sue dimensioni sono quelle del Tempo –
non quelle dello Spazio. Quando usiamo le parole "regione", "regno",
"superiore o inferiore", "sopra o sotto", noi impieghiamo questi termini in
modo figurato, proprio come parliamo di un'"alta frequenza vibratoria", o di
"un tasso di vibrazione sopra quello", ecc.. Troviamo necessario ripetere
questo avvertimento, per il motivo che lo studente medio cade nell'errore
abissale di connettere l'idea di piano con quella di luogo, quando non
dovrebbe esserci nessuna associazione mentale fra le due cose.
CAPITOLO V
DOPO LA MORTE

Una delle domande poste più spesso dalla persona media che considera la
questione della vita sull'"altra sponda" è questa: "Qual è l'esperienza
dell'anima subito dopo che ha lasciato il corpo?". È in un certo qual modo
penoso udire le risposte date a questa domanda da molte delle cosiddette
autorità sul soggetto. Invero, "solo un po' di conoscenza è una cosa
pericolosa".
La persona media si immagina che l'anima semplicemente esca dal corpo e
subito dopo entri in un nuovo mondo di attività – una meraviglia di scene
strane e misteriose. Per molti esiste la speranza di incontrare dall'altra parte
tutti i propri cari che sono già trapassati – una grande riunione. Anche se c'è
qualcosa che corrisponde a questo, c'è anche una condizione interamente
differente da sperimentare da parte dell'anima subito dopo il trapasso.
Consideriamo l'esperienza dell'anima immediatamente prima, e
immediatamente dopo il suo passaggio fuori dal corpo, così possiamo avere
una luce maggiore sul soggetto.
La persona che si avvicina allo stadio generalmente chiamato "morte", ma
che è solo uno stadio di transizione tra i due grandi piani della vita,
sperimenta un graduale ottundimento dei sensi fisici. Vista, udito, e
percezione diventano sempre più vaghi, e la "vita" della persona sembra
come la fiamma vacillante della candela che sta per estinguersi. In molti casi,
questo è l'unico fenomeno che attesta l'avvicinarsi della morte. Ma, in molti
altri casi, mentre i sensi fisici si affievoliscono, i sensi psichici diventano
meravigliosamente acuti. È un evento comune che una persona morente
manifesti la coscienza di ciò che avviene in un'altra stanza, o in un altro
luogo. La chiaroveggenza spesso accompagna l'avvicinarsi della morte, in
alcuni casi anche accompagnata dalla chiarudienza: il morente diventa
consapevole di visioni e suoni di luoghi distanti.
Sono anche registrati molti casi negli annali delle società per la ricerca
psichica, e altrettanti tramandati all'interno delle famiglie, in cui il morente è
stato capace di proiettare fortemente la propria personalità al punto che amici
e parenti distanti hanno realmente visto la sua forma, e in alcuni casi
addirittura hanno potuto conversare con lui. Un attento confronto di tempo
mostra che queste apparizioni, in quasi ogni caso, sono apparse prima della
reale morte della persona, piuttosto che dopo. Ci sono ovviamente, casi in cui
un forte desiderio del morente gli ha fatto proiettare il suo corpo Astrale in
presenza di qualcuno a lui vicino, immediatamente dopo la morte. Questi casi
però sono molto più rari di quelli di cui abbiamo parlato prima. Nella
maggioranza dei casi il fenomeno è causato da un processo di trasferimento
del pensiero di un tale potere e grado che la persona visitata riceve la
consapevolezza della presenza dell'amico o parente morente, mentre l'anima
di quest'ultimo rimaneva ancora nel corpo.
In molti casi, inoltre, la persona morente diviene psichicamente conscia di
una vicinanza ai propri cari che sono già trapassati. Questo, tuttavia, non
significa necessariamente che queste persone siano realmente presenti sulla
scena. Si deve ricordare che i limiti di spazio sono largamente spazzati via sul
Piano Astrale, e si può entrare in stretto rapporto con l'anima di un altro senza
che ci sia vicinanza spaziale. In altre parole, mentre le due anime possono
non essere in quella che si dice vicinanza di spazio, ciò nonostante possono
godere della più stretta relazione di mente e spirito. Sul piano materiale,
ovviamente, governano le leggi dello spazio. La telepatia ci dà la chiave ai
fenomeni dell'"altra sponda". Due persone incarnate possono sperimentare la
più stretta relazione grazie alla comunione dei loro principi mentali, eppure
possono essere da parti opposte del mondo. Nello stesso modo, due anime
possono godere della più stretta comunione e comunicazione di anima,
indipendentemente dallo spazio.
Come abbiamo detto, il morente spesso entra in comunione di anima e
comunicazione con coloro che sono già nell'aldilà, e ne è molto rallegrato. E
questo è un bel fatto che riguarda quella che chiamiamo "morte" - questo
fatto che realmente avviene quella bella riunione di cari di cui la brava gente
discorre con tanta speranza. Ma non nel modo che si immagina la brava
gente.
Il corpo Astrale del morente gradualmente si disimpegna dalla sua
controparte fisica. Il "corpo Astrale", come probabilmente sa lo studente, è
un'esatta controparte del corpo fisico, e durante la vita questi due vivono
insieme, nella maggioranza dei casi. Il corpo Astrale, tuttavia, lascia il corpo
fisico alla morte di quest'ultimo, e forma la copertura dell'anima per qualche
tempo. È in realtà una forma di sostanza materiale, di un grado, tuttavia, così
fine che sfugge alle prove che rivela la materia ordinaria. Verso la fine, il
"corpo Astrale" scivola via dal corpo fisico ed è connesso con esso solo da un
filo sottile o cordone di sostanza Astrale. Alla fine questo cordone si stacca e
il "corpo Astrale" veleggia via, abitato dall'anima che ha lasciato dietro di sé
il corpo fisico. Ma questo "corpo Astrale" non è l'anima, più di quanto lo sia
stato il corpo fisico che essa ha appena lasciato. Sia i corpi fisico che astrale
sono semplici coperture temporanee per la stessa anima.
L'anima, lasciando il corpo fisico (nel "corpo Astrale") si immerge in un
sonno profondo o stato di coma che somiglia alla condizione che il bambino
non nato ha vari mesi prima della nascita. Si prepara alla rinascita sul Piano
Astrale, e richiede del tempo per adattarsi a questa nuova fase di esistenza. La
natura è piena di queste analogie - la nascita sul piano fisico e sul Piano
Astrale hanno molti punti di somiglianza, ed entrambe sono precedute da
questo periodo di coma. Durante questo stadio simile al sonno, l'anima abita
nel "corpo Astrale" che serve da copertura e protezione, proprio come l'utero
serve da protezione per il bambino che si avvicina alla nascita fisica.
Prima di procedere, tuttavia, dovremmo fermarci a considerare certe
caratteristiche della vita dell'anima in questo stadio. Ordinariamente l'anima
dorme in pace, indisturbata e protetta dalle influenze esterne. Ci sono due
cose, però che tendono a creare un'eccezione in alcuni casi, in particolare
quelli che possono essere chiamati sogni dell'anima addormentata. Questi
sogni nascono per due classi generali di cause, cioè: 1) intenso desiderio che
colma la mente del morente, come amore, odio, o compiti o doveri non
portati a termine; 2) i forti desideri e pensieri di quelli lasciati indietro,
ammesso che tali persone siano in rapporto sufficientemente stretto con
l'anima dipartita, a causa dell'amore o altri forti attaccamenti. Una o entrambe
queste cause tendono a produrre irrequietezza nell'anima addormentata, e
hanno la tendenza ad attrarre l'anima alle scene della terra, sia in
comunicazione di sogno che telepatica, oppure, in alcuni casi, in qualcosa che
si avvicina allo stato di sonnambulismo della vita fisica. Queste condizioni
non sono auspicabili, perché disturbano l'anima e rimandano la sua
evoluzione e sviluppo nella sua nuova fase di esistenza. Consideriamo questo
un po' più in dettaglio, prima di procedere.
Una persona che passa dal piano materiale nel Piano Astrale in uno stato
mentale di pace raramente viene disturbata nel sonno Astrale dagli stati simili
a sogno. Invece, attraversa naturalmente il suo stato di coma, e poi evolve
facilmente nella nuova fase di esistenza altrettanto naturalmente di quanto il
boccio si apre in un fiore. È diverso con l'individuo la cui mente è colma di
forti desideri che riguardano la vita terrena, o da forti rimorsi, odio, o grande
amore e ansia per quelli rimasti. In quest'ultimo caso la povera anima è
spesso tormentata da questi legami terreni, e il suo sonno Astrale è reso
febbrile e agitato. In tali casi c'è spesso anche un tentativo involontario di
comunicare o apparire a persone ancora sul piano materiale. In casi estremi,
come abbiamo detto, possono addirittura avvenire stati molto simili al
sonnambulismo, e la povera anima addormentata può addirittura visitare le
sue scene di vita. In tali casi, quando l'apparizione è visibile agli uomini, si
noterà che c'è un'aria e dei modi da semi addormentata nell'apparizione –
come se mancasse qualcosa rispetto a quando viveva sulla terra. Le storie di
"fantasmi" sostengono questa affermazione, e la spiegazione appena data è
l'unica che realmente getti luce sul soggetto. Col tempo, tuttavia, queste
povere anime legate alla terra si stancano, e finalmente affondano nel
benedetto sonno che è loro appropriato. Nello stesso modo, i forti desideri di
quelli lasciati indietro servono a stabilire una condizione di rapporto tra
queste persone e l'anima dipartita, facendola sentire inquieta e a disagio.
Molte persone ben intenzionate hanno agito in modo da ritardare però i
naturali processi del Piano Astrale in relazione a qualche caro che è
trapassato, e hanno negato all'anima stanca quel riposo che meritava.
CAPITOLO VI
IL SONNO DELL'ANIMA

Riguardo al sonno dell'anima, di cui abbiamo parlato nel capitolo


precedente, ci prendiamo la libertà di citare uno dei nostri primi lavori, in cui
questo soggetto è stato brevemente toccato. "Sia l'affondare nello stato di
riposo, sia la profondità del sonno possono essere disturbati da quelli che
sono rimasti nella vita terrena. Un'anima che ha "qualcosa sulla mente" da
comunicare, o che è appesantita dal dolore di quelli che si è lasciata dietro
(specialmente se ode i lamenti e i costanti richiami perché torni) farà
resistenza allo stato di sogno che le sta scivolando addosso, e farà sforzi
disperati per tornare. E parimenti i richiami mentali di coloro che ha lasciato
dietro di sé disturberanno il suo sonno, una volta che vi è entrata, e faranno sì
che l'anima addormentata si alzi e cerchi di rispondere ai richiami, o almeno
si svegli parzialmente e ritardi il suo sviluppo. Queste anime mezzo-sveglie
spesso si manifestano in cerchi di spiritismo. Il nostro dolore egoistico e
richieste spesso causano ai nostri cari che sono trapassati molto dolore,
dispiacere, ed irrequietezza, a meno che non abbiano capito il vero stato delle
cose prima del trapasso, e rifiutino di essere richiamati indietro, anche da
quelli che amano. Sono noti agli occultisti casi in cui le anime hanno
combattuto col sonno per anni per restare accanto ai loro cari sulla terra, ma
questa condotta è stata poco saggia poiché ha causato dolore inutile sia al
trapassato che a quelli rimasti in vita. Dovremmo evitare di ritardare il
processo di quelli che sono trapassati – lasciarli dormire e riposare,
aspettando l'ora della loro trasformazione. È come far loro morire la loro
morte varie volte in successione – coloro che amano realmente e capiscono lo
eviteranno. Il loro amore e comprensione li spingerà a lasciar partire in pace
l'anima e prendere il suo ben meritato riposo, guadagnandosi il suo pieno
sviluppo. Questo periodo di sonno dell'anima è come l'esistenza del bambino
nell'utero di sua madre – dorme per poter risvegliarsi alla vita e alla forza."
C'è un'altra fase di questo particolare stadio del progresso dell'anima che
dovremmo trattare qui. Di nuovo citiamo da ciò che abbiamo scritto in
precedenza sul soggetto. "È solo l'anima di chi è morto di morte naturale che
affonda subito (se non disturbata) nel suo sonno. Quelli che muoiono per
"incidente", o che vengono uccisi – in altre parole, quelli che trapassano
improvvisamente, si trovano completamente svegli e in pieno possesso delle
loro facoltà mentali per qualche tempo. Spesso non sono consapevoli di
essere "morti" e non possono capire che cosa accade loro. Sono spesso
completamente consci (per un breve tempo) della vita sulla terra, e possono
vedere e udire tutto quello che avviene accanto a loro, grazie alle loro facoltà
astrali. Non possono immaginare di essere trapassati, e sono amaramente
perplessi. Il loro destino sarebbe infelicissimo, per alcuni giorni, fino a che il
sonno non li possiede, se non fosse per gli Aiutatori Astrali, che sono anime
degli stati superiori di esistenza che si raccolgono attorno a loro e gentilmente
rivelano loro la loro reale condizione – offrono loro parole di conforto e di
consiglio, e si prendono cura di loro finché non affondano nel sonno proprio
come un bambino stanco si addormenta la notte. Questi Aiutatori non
falliscono mai nel loro compito, e nessuno che trapassi improvvisamente
viene trascurato, che sia "buono" o "cattivo", perché questi Aiutatori sanno
che siamo tutti figli di Dio e che essi sono loro fratelli e sorelle. Uomini di
alto sviluppo e poteri spirituali sono noti per essere usciti temporaneamente
dai loro corpi fisici (per mezzo dei corpi astrali) allo scopo di aiutare e dar
consigli in tempi di grandi catastrofi, o dopo una grande battaglia, quando
sono necessari assistenza immediata e consigli.
In tali momenti, inoltre, alcune delle intelligenze superiori nella scala
dell'evoluzione spirituale scendono dai loro stati superiori e appaiono come
uomini che porgono parole di incoraggiamento e beneficano con la loro
saggezza. Questo non avviene solo nei paesi civilizzati ma in tutte le parti del
mondo, perché tutti sono fratelli. Molti che hanno raggiunto gli alti stadi di
sviluppo spirituale, e che sono avanzati molto oltre il resto del loro
particolare gruppo razziale a cui appartengono, e che si sono meritati un
soggiorno più lungo negli stati superiori, aspettando il progresso dei loro
fratelli, si dedicano a questo compito e simili, abbandonando volontariamente
il loro meritato riposo e felicità per il bene dei loro fratelli meno fortunati. Le
persone che muoiono nel modo appena detto, ovviamente, cadono
gradualmente nel sonno dell'anima, e il processo di spogliarsi degli involucri
procede come nel caso di quelli che muoiono di morte 'naturale'".
Un'altra materia che dovrebbe essere menzionata ora è quel meraviglioso
fenomeno della rivisitazione della vita passata da parte dell'anima, il grande
panorama che passa davanti alla visione mentale dell'anima via via che
affonda nel suo sonno. Le autorità ci informano che questo occupa in realtà
solo una parte infinitesima di tempo – un momento così breve che si può a
malapena definire un punto nel tempo. Pure, in questo breve momento,
l'anima assiste al panorama della vita che ha passato sulla terra. Scena dopo
scena, dall'infanzia alla vecchiaia, vengono passate in rassegna. L'incidente
più insignificante è riprodotto con altrettanta fedeltà nei dettagli quanto
l'evento più importante. I piani subconsci della memoria svelano i loro segreti
fino all'ultimo – niente viene tenuto in serbo o trattenuto. Inoltre, l'anima, col
suo discernimento spirituale risvegliato, può conoscere il significato, la causa
e la conseguenza di ogni evento nella sua vita. È in grado di analizzare e di
passare in giudizio se stessa e i suoi atti. Come un giudice imparziale ed
onnisciente giudica se stessa. Il risultato di questo processo è che gli atti della
vita trascorsa sono centrati e impressi negli archivi dell'anima, per divenire
semi che produrranno frutti migliori in futuro. Questi semi servono a portare i
frutti del carattere futuro, nelle vite future, almeno per quanto le
caratteristiche e i desideri acquisiti lo vorranno ammettere.
A coloro che possono obiettare che è impossibile per la mente cogliere gli
eventi di una vita nello spazio di un momento, diremo che la psicologia li
informerà che questo è possibile anche nella vita terrena ordinaria. Perché si
sono verificati molti casi in cui una persona che si addormenta ha sognato di
eventi che hanno occupato un periodo apparente di molti anni. Nei sogni
ordinari il tempo è in pratica ridotto a una piccola unità, e nello stato di cui
parliamo il processo di concentrazione è intensificato, e il singolo punto di
tempo copre il periodo di una vita lunghissima.
L'anima porta con sé nel suo stato di sonno un record concentrato della sua
intera vita, inclusi i semi dei suoi desideri, ambizioni, simpatie e antipatie,
attrazioni e repulsioni. Questi semi di idee presto iniziano a germogliare e
arrecare fiori e frutti. Non solo nelle future incarnazioni si manifestano, ma
anche nella vita dell'anima sul Piano Astrale. Perché la gentile Natura non
impone all'anima il compito di vivere ed esprimere tutte le sue tendenze nelle
sue future incarnazioni, ma fa sì che molti di questi forti impulsi si
manifesteranno e si esauriranno sul Piano Astrale, così che l'anima potrà
lasciarseli dietro quando rinascerà in una nuova vita terrena. Ed è verso
questa fruizione che serve il sonno dell'anima. Durante questo sonno l'anima
si prepara ad entrare nella vita e manifestazione Astrale, i cui dettagli
vedremo col procedere. Il sonno dell'anima è altrettanto necessario per
l'anima in questo stadio del suo progresso quanto lo è il sonno del bambino
non nato nell'utero di sua madre.
Abbiamo udito qualche persona irragionevole che, nell'udire questi
insegnamenti, manifestava paura di questo stato di sonno, e che diceva di
"temere di dormire in un luogo sconosciuto, fra così tante cose e creature
ignote." Questa obiezione sembra molto infantile all'occultista avanzato,
perché sa che non c'è un posto in Natura in cui un'entità sia così attentamente
e completamente protetta come in questo caso dell'anima che dorme nel
grande Piano Astrale. Così assolutamente sicure da invasioni o intrusioni, da
influenze nocive o dannose, sono queste anime addormentate, che niente che
non sia una completa rivoluzione delle più sacre leggi della Natura potrebbe
toccarle. Quello non è un luogo, ricordate, ma una condizione o uno stato, e
questo stato o condizione è tale che nessuna influenza maligna o dannosa
potrebbe in alcun modo raggiungerle o attirarle. Magari tutti noi fossimo così
attentamente protetti nella nostra vita terrena. Così sicure sono queste anime
addormentate che sembrerebbe che tutte le forze della Natura abbiano
cospirato per sorvegliarle e proteggerle. C'è una massima indù che dice:
"Neanche gli dei sui loro troni hanno un qualche potere o dominio sulle
anime addormentate."
A coloro i cui ideali sul soggetto dell'"altra sponda" sono stati così
influenzati dagli insegnamenti della teologia corrente, al punto che questa
concezione dell'anima addormentata può sembrare strana o insolita, diremo
che una breve riflessione mostrerà loro che sotto la concezione popolare
anche dei principali teologi si troveranno molte velate allusioni a questo
benedetto stato di riposo che l'anima richiede dopo una vita strenua e prima di
un'altra. "Egli le dà il suo amato sonno", "C'è riposo per gli stanchi", "È
andato al suo lungo riposo". Queste e molte altre espressioni familiari e
citazioni cercano di esprimere l'idea innata della mente umana riguardo un
periodo di riposo che giungerà all'anima stanca. L'idea di "riposo", dopo lo
stress e le tempeste della vita, è così naturale e istintiva che si può dire
rappresentare la massima inclinazione e convinzione dell'anima umana
riguardo all'idea della morte. È fissa come la convinzione di una vita futura
oltre la tomba. Nei soli insegnamenti occulti avanzati, tuttavia, si trova la
spiegazione dell'idea.
L'anima che viene istruita riguardo all'esistenza e natura di questo periodo
di sonno non troverà altro che soddisfazione nella detta contemplazione.
Imparerà a guardare questo stadio della sua futura esistenza come un balsamo
e un conforto benedetto. Sentirà, verso questo stato, quello che troviamo
espresso nelle parole della vecchia canzone: "E calmo e pieno di pace dormo,
cullato nella Culla del Profondo". Riposo sicuro nel seno del Grande Oceano
della Vita. Riposo, calma, pace, sicurezza, protezione – questa è la
condizione del sonno dell'anima sul Piano Astrale.
CAPITOLO VII
IL RISVEGLIO DELL'ANIMA

C'è una grande differenza nel tempo richiesto per l'evoluzione durante il
sonno dell'anima da parte di anime diverse. Alcune restano in questo stato per
un tempo brevissimo, mentre anime di grado superiore di realizzazione
richiedono un tempo molto più lungo. Anche qui troviamo una notevole
corrispondenza col fenomeno della gestazione e nascita sul piano materiale.
Per esempio, nel caso di quegli animali il cui periodo naturale di vita è breve,
troviamo di regola che il periodo di gestazione nell'utero è breve; d'altro
canto, animali di una vita naturale lunga passano un periodo molto più lungo
nell'utero prima della nascita. Così, l'elefante ha venti o ventun mesi
nell'utero; l'uomo, nove mesi; i conigli, un mese; i porcellini d'india, tre
settimane: la vita naturale di ognuno è relativa al periodo di gestazione. Nello
stesso modo, il periodo di gestazione sul Piano Astrale – il periodo di sonno -
si trova variare in proporzione al tempo che l'anima risvegliata deve passare
sul Piano Astrale. Un'eccezione apparente a questa regola si trova nel caso di
persone di poteri spirituali e conoscenza altamente avanzati, in cui l'anima
può, con la sua conoscenza e potere, controllare ampiamente i processi
naturali invece di essere sotto il loro controllo generale.
La differenza nel periodo di sonno dell'anima nei vari casi, su notata, sorge
dal fatto che l'anima durante il suo periodo di sonno scarta le parti più basse
della sua natura mentale (come anche il suo corpo Astrale) e si sveglia solo
quando ha raggiunto il massimo stato passibile di sviluppo, quando riesce a
passare al piano o sotto-piano particolare a cui la chiama il suo grado di
sviluppo. Un'anima dal basso sviluppo ha molto poco da scartare in questo
modo, e presto si sveglia su un piano basso. Un'anima di sviluppo superiore,
al contrario, deve scartare involucro su involucro della natura animale e
inferiore, prima di poter svegliarsi sul piano della sua realizzazione maggiore.
Quando diciamo "involucro" o "scartare" intendiamo piuttosto prepararsi a
scartare, perché il reale processo di scarto di questi frammenti inferiori di
personalità avviene immediatamente dopo il primo stadio di risveglio, come
vedremo nel prossimo paragrafo.
L'anima che sente gli impulsi della vita risvegliata, si muove lentamente e
languidamente, come si fa quando ci si sveglia da un sonno profondo nella
vita terrena. Allora, come la farfalla che getta da parte il guscio della
crisalide, scivola via dal corpo Astrale, e in rapida successione scarta i
principi inferiori della sua natura. Questo occupa solo un breve tempo, e
avviene mentre l'anima riprende lentamente coscienza. Nel momento del
reale risveglio, l'anima è libera da tutti questi gusci consumati, e apre gli
occhi sulle scene delle sue nuove attività ed esistenza nel Mondo Astrale.
Ogni anima è destinata a risiedere sul piano migliore, dopo che sono stati
scartati gli elementi inferiori. Si sveglia sul piano che le dà la migliore
possibilità di sviluppo ed espansione. L'anima può, e spesso fa, grandi
progressi sul Piano Astrale, e durante il suo soggiorno può scartare molta
della sua natura inferiore e passare a piani o sotto-piani ancora superiori.
È un bel fatto questo dell'anima che risiede sul suo piano migliore. Lo
studente immediatamente riconosce che questo risponde al desiderio
dell'anima e all'aspirazione del cuore. C'è spesso qualcosa dentro gli individui
che è molto superiore a quanto sembrano indicare la loro vita e azioni
quotidiane. L'ambiente e le circostanze materiali tendono a ritardare e
prevenire l'espressione di quanto c'è di meglio in noi, in molti casi. Perciò, è
piacevole sapere che nell'"altra sponda" l'anima è liberata da tutto quello che
tende a tenerla indietro e a tirarla in basso, ed è resa libera di esprimere e
sviluppare quelle qualità e caratteristiche che rappresentano la sua parte
migliore e più vera. Questo fatto concorda non solo col senso di giustizia ed
equità; non solo con i desideri e brame dell'anima imprigionata, ma anche coi
fatti e principi dell'evoluzione, che attira sempre avanti e in alto, verso
qualche lontano obiettivo di realizzazione e perfezione.
Se, passando sul piano delle sue future attività, l'anima ha scartato il suo
Corpo Astrale, quella strana controparte del corpo fisico è scartata ancora di
più. Da ora in avanti l'anima non veste più la forma dell'essere umano, ma è
qualcosa di un ordine molto più alto di esistenza, a cui non si applica il
termine "forma". I nostri corpi fisici (e la loro controparte Astrale) sono il
risultato dell'evoluzione fisica, e non sono che corpi di animali sviluppati.
L'anima sui piani superiori non ha bisogno di braccia o gambe, mani e piedi –
risiede dove questi strumenti di una forma inferiore di espressione non sono
necessari, è un essere che trascende i limiti di una vista fisica.
I principi mentali scartati presto si dissolvono nei loro elementi originali
(ma lo scartato Corpo Astrale diviene ciò che viene indicato come un "Guscio
Astrale", e, abbandonato dal suo precedente occupante, affonda, per quella
che può essere chiamata gravitazione astrale, nei piani inferiori dell'Astrale,
per poi disintegrarsi lentamente. I piani inferiori dell'Astrale sono pieni di
questi Gusci Astrali scartati, che fluttuano nell'atmosfera Astrale. Non sono
cose piacevoli da vedere, e fortunatamente l'anima sull'altra sponda non li
vede, perché risiede su un piano molto al di sopra della loro regione. Ma
persone nella vita terrena che si immischiano in tali cose, prima di capire i
primi principi della scienza psichica, spesso si trovano sui piani inferiori del
Piano Astrale e di conseguenza osservano cose molto spiacevoli in questa
regione, come c'è da immaginarsi.
Il piano in cui l'anima si risveglia non è un luogo, ricordate, ma uno stato o
condizione di esistenza – un grado nella scala di energia vibratoria del mondo
spirituale. Come abbiamo detto, ogni anima si risveglia sul piano che
rappresenta il suo meglio, e su questo piano risiede durante il suo soggiorno
sul Piano Astrale, a parte quando si sviluppa e si muove ad un piano ancora
superiore, o, quando, come ahimè!, a volte avviene, è attratta dalle memorie
dei principi inferiori e scende ad un piano inferiore dove trova una
compagnia ed ambiente più congeniale. C'è naturalmente una grande
differenza tra i vari piani e sotto-piani del Piano Astrale. Alcuni sono poco
distanti dalle scene inferiori della vita terrena, mentre altri esprimono le
concezioni superiori dell'anima umana, ed ognuno attrae a sé quelli che sono
adatti ad abitare nelle sue regioni – quelli che corrispondono meglio al nuovo
ambiente.
Ma il meglio dell'anima di scarso sviluppo non è che di poco superiore ai
pensieri ed azioni quotidiane della stessa anima nel corpo. Persone di basso
sviluppo spirituale devono attraversare molti periodi di purificazione e
sviluppo prima di poter sfuggire all'attrazione del mondo materiale. Ci sono
anime così legate alla terra – così ipnotizzate dai bassi piaceri della vita
terrena – che sull'"altra sponda" rifiutano addirittura di abbandonare il loro
Guscio Astrale, e lottano davvero per abitare nei gusci consumati e in
disintegrazione finché durano, e mantenere una relazione con le scene e le
compagnie della vita precedente. Altri si ritrovano su piani in cui c'è un
conflitto tra l'attrazione delle cose della vita spirituale e le cose inferiori del
mondo materiale, e vivono una vita più o meno sbilanciata nell'Astrale,
almeno per un po', finché l'attrazione di una delle due parti diviene più forte e
si trovano così a salire o a scendere nella scala spirituale. Altri ancora si
trovano su un piano in cui non c'è quasi nessuna attrazione per il mondo
materiale, e per loro la Vita Astrale viene sperimentata nell'avanzamento o
sviluppo, e in una completa espressione della loro parte migliore.
Il risveglio dell'anima è simile ad una nuova nascita – un ingresso in un
nuovo mondo di esperienza. L'anima non manifesta alcuna paura del suo
nuovo ambiente, ma è piena di attività nella direzione di espressione e
manifestazione dei suoi nuovi poteri. C'è molto di cui si deve occupare
l'anima, come vedremo nel procedere, ma non è né sola né isolata, perché ha
la compagnia di quelli in armonia e in simpatia con lei, ed è libera dalla
disarmonia e conflitti di relazione con quelli che hanno natura diversa. Trova
l'opportunità per la massima espressione delle sue attività e desideri, e,
soprattutto sui piani superiori, trova una vita molto più felice che non quella
sul piano materiale. Solo le anime di sviluppo minore, quelle povere creature
legate alla terra – sono infelici, perché sono staccate dall'unica cosa che dà
loro piacere, le cose della terra. E anche nel loro caso c'è almeno qualcosa di
simile alla felicità a volte.
Dopo il sonno dell'anima, l'anima si risveglia nella VITA, non in una
regione di Morte. Come la farfalla, allarga le ali e gode del suo nuovo stato di
esistenza, e non piange la perdita della forma e vita della crisalide. Nei
successivi capitoli vedrete con maggiori dettagli la natura e gli accadimenti di
questa nuova vita.
CAPITOLO VIII
GEOGRAFIA DEL PIANO ASTRALE

Prima di procedere a considerare le esperienze dell'anima disincarnata da


poco risvegliata, vi chiediamo di dare un'occhiata a quella che può essere
chiamata "geografia" del Piano Astrale, quella grande scena o piano delle
attività delle anime disincarnate della razza; questo è il sentiero logico di
approccio al soggetto. Perché, prima che ci si chieda di considerare gli
abitanti di un nuovo paese, in genere proviamo a conoscere il paese stesso, i
suoi colli e valli, i suoi fiumi e pianure, i suoi altipiani e paludi. E, usando la
stessa figura retorica, facciamo adesso una piccola lezione di geografia del
Piano Astrale, la residenza delle anime disincarnate.
Ma prima ricordiamo ancora una volta che il Piano Astrale non è un paese –
non è affatto un luogo – nel senso comune del termine. Le sue dimensioni
non sono quelle dello spazio, ma della vibrazione. In un certo senso si può
dire che le dimensioni del Piano Astrale sono le dimensioni del Tempo,
perché le vibrazioni possono essere misurate solo dalla frequenza, e quella
frequenza si determina solo in termini di Tempo. La stessa cosa è vera di tutte
le vibrazioni, sia dell'Astrale, che delle forme di energia inferiori. Le
vibrazioni della luce sono misurate in termini di Tempo, cioè un certo
numero di vibrazioni al secondo, e così via. Più alta è la frequenza di
vibrazioni, maggiore la velocità manifestata nella vibrazione. Gli antichi
occultisti amavano affermare la verità riguardo alle forme superiori di
vibrazioni dicendo che c'è una frequenza di vibrazioni così infinitamente
rapida che sembra assolutamente ferma e immobile. Da questo estremo,
scendiamo per gradi fino a raggiungere le forme più grossolane di materia, e
là troviamo una frequenza di vibrazioni così bassa che ugualmente essa
sembra immobile.
La sostanza del Piano Astrale è, ovviamente, molto più sottile di quella del
piano materiale – le sue vibrazioni molto più alte di quella della forma più
sottile di sostanza materiale. Ma c'è un amplissimo range tra le vibrazioni dei
piani inferiori e quelle dei piani superiori. Di fatto, la differenza tra il piano
più basso dell'Astrale e quello più alto del piano materiale è minore della
differenza tra il piano più basso e quello più alto dell'Astrale. Così che, tra
questi due estremi delle vibrazioni Astrali, abbiamo lo stesso grande territorio
che avremmo sul piano materiale, con questa differenza, tuttavia: che il
territorio materiale si misura con dimensioni spaziali, mentre quello Astrale si
misura solo in termini di vibrazioni, o di tempo, non di spazio.
Per esempio, quando uno viaggia sul piano materiale, deve attraversare lo
spazio – metri, miglia. Ma, sul Piano Astrale, quando si viaggia, si traversano
frequenze di vibrazioni – cioè, si passa da un'alta frequenza di vibrazione ad
una più bassa, o viceversa. E questi vari piani o sotto-piani di energia
vibratoria costituiscono le caratteristiche geografiche del Piano Astrale. Ci
sono innumerevoli piani e sotto-piani, o "regioni" del Piano Astrale, che
possono essere attraversate, ma tutti i viaggi Astrali sono effettuati
semplicemente passando da un grado di vibrazione ad un altro. Usando un
rozzo esempio, possiamo dire che è qualcosa di simile nel passare dallo stato
di ghiaccio a quello di acqua, e poi a quello di vapore. O, ancora, può essere
pensato come il passare dalla comune aria atmosferica, all'aria liquida, e poi
all'aria solida (quest'ultima è possibile teoricamente, anche se la scienza non è
ancora stata capace di solidificare l'aria). Questi esempi sono ovviamente
molto grossolani, ma possono aiutarvi a capire un po' meglio la geografia del
Piano Astrale.
Da ora in avanti, parleremo di viaggiare sul Piano Astrale – cioè viaggiare
tra i differenti piani e sotto-piani dell'Astrale – come su fosse un piano
materiale. Cioè, invece di dire che l'anima passa da uno stato di vibrazione ad
un altro, ne parleremo come se procedesse da un sotto-piano ad un altro con
gli stessi termini che impiegheremmo nel descrivere un viaggio su un piano
materiale. Questo ci semplificherà le cose, e ovvierà ad una inutile ripetizione
dell'affermazione che riguarda le condizioni o stati vibrazionali. Detto questo,
ora possiamo procedere.
Ci sono molti stati o condizioni di esistenza sul Piano Astrale, di cui si parla
come piani o sotto-piani. Questi piani e sotto-piani sono abitati da anime
adatte a risiedere sulla particolare serie di piani o sotto-piani su cui si
svegliano dal loro sonno. Principi sottili di attrazione di anima attirano ogni
anima nel posto particolare per cui è adatta. La grande legge di attrazione qui
opera invariabilmente. Non c'è caso o combinazione fortuita nel meccanismo
della legge di attrazione. La legge opera con assoluta precisione e uniformità
– non fa errori.
Ogni anima è ristretta nel suo range dai suoi stessi limiti e gradi di
sviluppo. Non c'è bisogno di polizia Astrale per tenere le anime disincarnate
nel luogo giusto. È impossibile che l'anima disincarnata viaggi in piani sopra
la sua serie immediata. La legge di vibrazione lo impedisce. Ma, al contrario,
ogni anima può, se lo vuole, visitare liberamente i piani e sotto-piani sotto la
sua serie, e osservare a suo piacere gli scenari e i fenomeni di quei piani
inferiori, mescolandosi ai suoi abitanti. (Questo, interamente a parte dall'alta
forma di comunicazione telepatica che prevale tra le anime disincarnate sul
Piano Astrale). Questo è un provvedimento molto saggio da parte della
Legge, perché, se fosse altrimenti, i piani superiori sarebbero aperti alle
influenze di quelli che abitano nei più bassi, e la vita e sviluppo dell'anima
sarebbe interrotta, proprio come se in un'aula di una scuola di filosofia
irrompesse una gang proveniente dai quartieri bassi di una grande città.
(Perché, ricordate, il Piano Astrale ha i suoi quartieri malfamati proprio come
il piano materiale.)
In un lavoro precedente abbiamo offerto un'illustrazione un po' grossolana,
pure efficace, di questa materia di comunicazione tra i vari piani e sotto-piani
del Piano Astrale, che qui riproduciamo. "È assolutamente impossibile per
un'anima andare oltre il piano a cui appartiene, anche se quelli sui piani
superiori possono visitare liberamente i piani inferiori, essendo questa la
regola del Mondo Astrale – non una legge arbitraria, ma una legge di natura.
Se lo studente perdonerà il paragone comune, può capire la cosa
immaginando un grande setaccio, una serie di setacci, come quelli usati per
separare i pezzi di carbone di varia misura. Il carbone grosso può entrare nel
primo filtro, quello medio nel secondo, e così via fino al più piccolo. È ovvio
che il carbone più piccolo può passare nel filtro del grosso, ma non l'inverso.
È così nel Mondo Astrale: l'anima con più materialità e natura più grossolana
è fermata dai filtri di un certo piano, e non può passare ai piani superiori,
mentre chi ha scartato più involucri limitanti ed è salito ai piani superiori può
facilmente tornare indietro e passare nei piani inferiori. Di fatto le anime
spesso lo fanno, per visitare amici sui piani inferiori, e dare loro gioia e
conforto in questo modo, e, nel caso di un'anima altamente sviluppata, può
essere offerto molto aiuto spirituale, grazie a consigli ed istruzioni, quando
l'anima sul piano più basso è pronta a riceverla."
Nell'opera appena citata ci sono anche le seguenti parole, che ripeteremo
qui, perché riguardano la geografia del Piano Astrale. "L'unica eccezione alla
regola del libero passaggio dell'anima ai piani inferiori, è quella che
impedisce alle anime dei piani inferiori di entrare nel "piano degli
addormentati", piano in cui non possono entrare anime risvegliate sui piani
bassi, ma solo quelle anime pure ed elevate dei piani superiori. Il piano della
camera dei dormienti è consacrato a quelli che lo occupano, e alle anime
superiori appena menzionate, ed è infatti, nella sua natura, un piano distinto e
separato, piuttosto che uno della grande serie di piani e sotto-piani."
Ci sono tanti tipi diversi di regioni sul Piano Astrale quanti ce ne sono sul
piano materiale, ed ogni piano è abitato esattamente dalla classe di anime che
vi si può aspettare che attragga. Vi si trovano anime degradate, così immerse
nella materialità e animalità che questo sarebbe un vero inferno per un'anima
di realizzazione superiore. Si può ben immaginare che l'anima dagli impulsi
superiori non ha desiderio di viaggiare in questi abissi dell'Astrale, a meno
che, invero, non si tratti di qualche anima altamente sviluppata che vuole
"scendere all'inferno" per aiutare qualche anima inferiore che sta lottando per
emergere dalla melma della disperazione in cui l'ha gettata la sua vita terrena.
Tali spiriti esistono, e fanno queste opere per i loro fratelli e sorelle. Ma di
regola le anime disincarnate preferiscono lavorare per la propria evoluzione
sul loro piano, per poter salire ai gradi maggiori di opportunità spirituali nella
loro incarnazione successiva, e per poter acquisire conoscenza spirituale
durante il loro soggiorno su quel particolare piano dell'Astrale.
CAPITOLO IX
STATI DELL'ANIMA PRIMITIVA

L'uomo e la donna colti e raffinati sono in genere inclini a sorridere delle


tradizioni sul paradiso dei popoli primitivi, e, forse, provano un certo
dispiacere per i bassi ideali delle razze barbare e semi-barbare che si
manifestano nelle loro concezioni primitive che riguardano il regno celeste.
Ma l'occultista esperto, a sua volta, può sorridere della compiacenza di molti
paesi cosiddetti civilizzati che parlano con compassione di quei bassi ideali,
perché questi occultisti sanno che queste concezioni hanno una base di realtà
nella vita dei popoli primitivi, sul Piano Astrale.
Proprio come la futura condizione dell'individuo è determinata in gran parte
dalla natura, carattere e forza dei suoi desideri, così la sua vita sul Piano
Astrale è in gran parte determinata dai suoi desideri ed ideali. Il Piano Astrale
dà libera espressione agli ideali nutriti dall'individuo nella vita terrena, e di
fatto se ne può parlare agevolmente come di un riflesso di quegli ideali. Sul
Piano Astrale i nostri ideali tendono ad una manifestazione reale. E questo è
vero non solo degli alti ideali, ma anche dei più bassi.
Compreso questo fatto, si capirà che è una necessità logica che l'esistenza
astrale dei popoli primitivi della razza sia un riflesso degli ideali e desideri
nutriti da essi durante il periodo di vita terrena – una drammatizzazione dei
loro ideali-desideri della vita passata. In breve, i nativi americani trovano
realmente i loro "felici terreni di caccia", e gli altri popoli primitivi il loro
paradiso particolare come immaginato nei loro credo e fede. Questo sulle
prime sembra piuttosto scioccante alla persona i cui ideali di "paradiso" sono
modellati sul regno delle strade dorate, dove scorre latte e miele. Ma una
breve riflessione mostrerà che la concezione delle "strade dorate" è superiore
solo di poco a quella dei "felici terreni di caccia", perché è puramente
materiale e riflette gli ideali di una razza i cui desideri sono di cose luccicanti
e costose.
Se si considera solo un attimo la natura emozionale e intellettuale della
persona primitiva, si vedrà che circondare una tale anima con l'ambiente di
una persona culturalmente civilizzata sarebbe renderla molto infelice. Infatti,
un tale paradiso gli sembrerebbe un inferno. Si deve solo immaginare un
selvaggio nella vita terrena posto in un palazzo appropriato agli ideali di una
persona colta e raffinata, per capire quanto sarebbe realmente infelice quel
selvaggio. La stessa cosa è vera sul Piano Astrale. La Natura è gentile col
selvaggio come con la persona colta, e gli offre l'ambiente in cui si sente più
a casa, e in cui troverà la maggiore opportunità di auto-realizzazione.
Questo non significa che sul Piano Astrale ci siano serie elaborate di scenari
adattati ai gusti di ogni tipo di anima. Al contrario, non c'è alcun tipo di
messinscena. Ecco il segreto: Non ci sono scenari sul Piano Astrale ad
eccezione di quelli forniti dalle forme-pensiero delle anime che lo abitano.
Ogni anima porta con sé il suo scenario, con le sue facoltà immaginative
mentali. Ne segue, ovviamente, che molte anime degli stessi ideali e gusti
generali che risiedono sullo stesso sotto-piano, porteranno con loro lo stesso
scenario mentale. E poiché il potere della trasmissione del pensiero si
manifesta fortemente sul Piano Astrale, ogni anima influenza lo scenario
generale delle altre. Di fatto, lo scenario di ogni sotto-piano, o sottodivisione,
rappresenta gli ideali e immagini mentali composti di quelli che vi risiedono.
Nella vita terrena, è l'ambiente che in gran parte fa l'uomo - sul Piano Astrale,
è l'uomo che fa il suo stesso ambiente, in accordo alle leggi assolute e
invariabili della Natura.
Il nativo americano, durante il breve periodo del suo soggiorno sul Piano
Astrale, si trova circondato da tutto quello che gli rende piacevole e
armoniosa la vita. I chiaroveggenti fra i vecchi nativi americani, che
riuscivano a penetrare nei piani inferiori del Piano Astrale, erano saggi
quando riferivano l'esistenza dei "felici terreni di caccia" dei loro fratelli
trapassati all'"altra sponda". Veri erano anche i racconti delle forme di ombra
che comunicavano con i loro precedenti fratelli sulla terra, e che dicevano la
stessa cosa. Il mondo del paradiso dei pellerossa era precisamente come i loro
uomini-medicina avevano loro insegnato. Tali anime, risvegliandosi dal
sonno, si trovavano perfettamente a casa, circondate da tutto ciò che rendeva
loro la vita piacevole: grandi foreste e pianure, fiumi e torrenti, tanti bufali e
cervi da cacciare, e tanti pesci da pescare. Tutte queste cose esistevano per
esse. Ma esistevano solo mentalmente. Come un sogno intenso, queste cose
apparivano così all'anima – che non realizzava mai che era solo un sogno. "I
sogni sono veri finché durano", come ci informano gli antichi scritti. E, in
quanto a questo, i più saggi della razza ci informano che l'universo
fenomenico ha in realtà la natura di un Sogno dell'Assoluto – ma non per
questo è per noi meno reale. Anche nella vita terrena, a volte, sperimentiamo
sogni così reali che soffriamo acutamente, o gioiamo estaticamente, in essi,
come se fossero realtà ancora più sostanziali che non nello stato di veglia.
Quelli che hanno studiato il soggetto ci informano che tra tutte le razze
degli uomini ci sono molti resoconti di chiaroveggenti, veggenti, sognatori, e
comunicatori con anime trapassate che affermano decisamente l'esistenza di
"paradisi" in esatto accordo cogli insegnamenti religiosi della loro tribù e
razza, indipendentemente da quanto possano apparire rozze e barbare queste
concezioni a chi abbia una fede più colta. È facilissimo liquidare questi
racconti come pure invenzioni, o sogni dei preti. Ma un esame più attento
rivelerà il fatto che c'è fra di essi un'importante unità di base – concordano
tutti su punti fondamentali, anche se differiscono nei dettagli. L'occultista sa
che questi resoconti sono veritieri, e sono basati su reali esperienze fisiche di
certi membri della tribù del popolo. Anche se differiscono grandemente nei
dettagli, concordano nei tratti fondamentali, e sono tutti basati sulla verità.
Una breve considerazione della natura dei fenomeni Astrali, come li abbiamo
descritti, spiegherà la cosa.
Queste anime primitive passano una breve esistenza sui Piani Astrali
inferiori a cui sono rimaste attaccate, e sviluppano nuovi e più completi ideali
e desideri, che porteranno fiori e frutti nella loro incarnazione successiva.
Inoltre, vivono ed esauriscono certi dei loro desideri inferiori, e in questo
modo lasciano il passo all'evoluzione spirituale che sta sempre cercando di
svilupparsi sull'Astrale; servono a far sviluppare un po' queste anime – solo
poco, è vero – ma qualsiasi cosa è un passo avanti. Inoltre, poiché la Vita
Astrale (e in genere la vita terrena) del selvaggio è relativamente breve,
queste anime in realtà fanno un notevole progresso in un definito spazio di
tempo – possono vivere un centinaio di vite terrene, e le corrispondenti Vite
Astrali, mentre un'anima più sviluppata guadagna il suo riposo spirituale sui
piani Astrali superiori. Si trova qui compensazione ed equità, come altrove,
nei processi di vita.
Uno dei grandi vantaggi dell'anima selvaggia sul Piano Astrale è quello
dello sviluppo della fratellanza e del cameratismo. Questo viene causato dalla
riunione dell'anima coi suoi amici terreni, e dalla gioia conseguente. Inoltre,
le animosità della vita terrena sono ammorbidite dalla natura della vita in
Astrale, perché con l'abbondanza di tutto quello che desidera l'anima del
selvaggio, ci sono meno opportunità di gelosie e rivalità che sulla terra. E di
conseguenza, l'odio si placa, e vengono incoraggiati il cameratismo e
l'amicizia elementare (gemme dell'amore universale). Ogni viaggio sul Piano
Astrale brucia un po' più della natura inferiore, e sveglia un po' più di quella
superiore – altrimenti, non ci sarebbero progressi per la razza, nelle vite
ripetute. Ogni anima, indipendentemente da quanto basso possa essere il suo
sviluppo, impara un po' di più di quel senso di unità, ogni volta che viene
sollevata dal fastidio del corpo fisico. Perciò, possiamo vedere che anche in
questi rozzi "paradisi" dei popoli primitivi, c'è l'opportunità e la certezza del
progresso. La felicità genera l'Amore, e l'anima risponde allo stimolo.
L'anima primitiva risiede solo un breve tempo sul Piano Astrale a cui è
attaccata. Presto esaurisce le sue limitate opportunità di espressione (anche se
per la stessa anima sembra sia passata un'eternità). Presto si sente sopraffare
dal sonno pesante che precede la rinascita, e cade in uno stato di coma,
aspetta l'attrazione del Karma che in breve la porta in un nuovo corpo, per
studiare ancora le lezioni della vita, e per vivere ed esprimere ciò che trova
dentro di sé. L'attrazione della vita terrena è forte in una tale anima, e la legge
di attrazione presto la riattira alle scene della terra. Non c'è ingiustizia né
durezza in questo – ogni anima ottiene quello che desidera di più, e quello
che più brama. La Legge di Compensazione è qui in piena opera, come
altrove, e regna la Giustizia eterna. "Tutto va bene", anche con tali anime
basse – e tutte sono SUL SENTIERO!
CAPITOLO X
ESPERIENZE RELIGIOSE ASTRALI

Chi fa uno studio comparato delle religioni è colpito dal fatto che dalla
prima massa di religioni primitive emerge un numero quasi illimitato di
credo, sette, e divisioni del pensiero religioso. Dalle superstizioni primitive
delle razze semplici fino alle concezioni più avanzate dei popoli colti, corre
un filo conduttore di convinzione fondamentale in QUALCOSA che si
innalza sull'universo fenomenico, e che è la Causa Senza Causa
dell'Universo. Insieme a questa concezione troviamo la convinzione
fondamentale che l'anima sopravviva dopo la morte del corpo. Ma anche
questa concezione è variamente interpretata dalle diverse autorità e sette
religiose. La terza concezione generale, il fondamentale istinto religioso della
razza, è quella che ritiene che la vita futura dell'anima dipenda dal carattere
ed azioni dell'individuo durante la sua vita terrena.
È un lungo viaggio da alcune delle più primitive interpretazioni di questi tre
principi fondamentali di credo religioso, a quell'alta concezione degli
occultisti avanzati, per cui un autore di talento ha detto: "Ci sono solo tre
verità che sono assolute, e che non possono essere perdute, ma che restano in
silenzio perché inesprimibili. 1) L'anima dell'uomo è immortale, e il suo
futuro è il futuro di una cosa la cui crescita e splendore non hanno limiti. 2) Il
principio che dà la vita abita in noi, e con noi; è immortale ed eternamente
benefico; non si vede né si ode, né si tocca, ma è percepito dall'uomo che
desidera percepirlo. 3) Ogni uomo è il governatore assoluto di se stesso, il
dispensatore di gloria o avvilimento, ed è lui stesso che decreta la sua vita, la
sua ricompensa o punizione.
"Queste verità, che sono grandi come la vita stessa, sono semplici come la
mente più semplice dell'uomo. Datele agli affamati."
Pure ognuna di queste concezioni, e tutti i vari gradi che appaiono tra i loro
estremi, sono simili ai risultati della percezione intuitiva dell'uomo di quel
QUALCOSA, dell'Immortalità dell'Anima, e della Legge del Karma. La
differenza tra le varie forme di pensiero religioso è semplicemente la
differenza tra le concezioni della Verità formate dalle menti di varie guide
religiose o insegnanti e i loro seguaci.
Tutti i credo e dogmi religiosi sono fatti dall'uomo, come affermano i
nemici della religione rivelata. Ma queste brave persone si perdono l'altra
metà della verità, cioè che alla base dei dogmi fatti dall'uomo esiste la
percezione intuitiva della razza riguardo all'esistenza della Verità. La mente
può non essere capace di interpretare correttamente la percezione intuitiva,
ma si trova decisamente impressa dal fatto che la Verità esiste. L'uomo ha
fatto un dio di quasi ogni cosa del mondo materiale, e si è poi inchinato a
venerare la sua stessa creazione – questo a causa del suo limitato potere di
interpretazione. Ma nell'adorare il legno o la pietra, l'immagine scolpita, o le
divinità antropomorfe, egli stava adorando inconsciamente e nella realtà quel
QUALCOSA che era la causa dell'intuizione religiosa della sua anima. E,
come dice bene uno dei Veda Indù, il Supremo accetta tale venerazione,
quando viene offerta onestamente. "La Verità non è che Una, anche se gli
uomini la chiamano con molti nomi", dice il vecchio detto Yoga antico di
secoli.
Ogni uomo crea per sé e si attiene alla forma particolare di fede religiosa
che è più adatta alla sua anima in un particolare periodo di evoluzione.
Quando è pronto per una concezione superiore, scarta la vecchia convinzione
ed abbraccia con entusiasmo quella più nuova. Il mondo ha assistito a molti
esempi di questa evoluzione di pensiero religioso, e, invero, in questo periodo
ne sta attraversando uno davvero importante. Il sentiero della razza è
disseminato di idoli scartati e rotti, materiali e mentali, che un tempo erano
preziosi a milioni di adoratori. E, via via che la razza avanza, molti altri idoli
saranno gettati via e lasciati in briciole sui sentieri del tempo. Ma ogni idolo
ha il suo luogo appropriato nella storia generale ed evoluzione del pensiero
religioso della razza. Ognuno è servito al suo scopo, e i suoi ideali sono
serviti ad aiutare l'uomo nel suo perpetuo ed eterno viaggio verso la Verità
Assoluta.
Considerando questi fatti, non ci aspetteremmo forse di trovare, per equa
corrispondenza, sull'"altra sponda" qualche risorsa per appagare le sincere
fedi religiose dell'umanità, opportunamente diversificata in relazione a
ciascuna religione? Immaginate l'angoscia spirituale di un'anima disincarnata
se dovesse vedere le sue credenze nutrite in un'intera vita e le tradizioni di
generazioni di antenati spazzate via come da un'alluvione. E questo,
particolarmente in considerazione del fatto che l'anima non sia
sufficientemente avanzata per comprendere o accettare le forme superiori di
verità religiose. Verrebbe ad essa semplicemente chiesto o di accettare
qualcosa che non potrebbe capire, oppure che ripugna alla ragione della sua
passata educazione ed esperienza. Questa sarebbe crudeltà per l'anima
disincarnata, quanto lo sarebbe stata durante la sua vita terrena.
C'è una convinzione innata in molte persone che implica che l'anima
disincarnata venga magicamente e istantaneamente trasformata dall'ignoranza
all'assoluta conoscenza quando passa all'"altra sponda". Questa è una
convinzione infantile, e di fatto non ha alcuna base. In realtà c'è solo una
piccola differenza nell'intelligenza generale o nella realizzazione spirituale
dell'anima prima o dopo la morte. Il progresso dell'anima è graduale, dentro o
fuori del corpo. L'anima disincarnata è praticamente la stessa in quanto a
intelligenza generale e comprensione, dentro e fuori dal corpo. "Dentro" e
"fuori" del corpo sono solo fasi successive della sua vita continua, che si
susseguono l'una all'altra come il giorno e la notte, o l'estate o l'inverno.
Perciò, ciò che è vero dei sentimenti ed emozioni di una particolare anima
nella sua vita terrena, è ugualmente vero delle stesse cose nella sua vita in
Astrale. Menzioniamo questo perché possiate capire meglio quello a cui
mirano le precedenti pagine di questo capitolo.
Di conseguenza, ciò che possiamo naturalmente aspettarci di trovare
(secondo la ragione e l'equità) riguardo alle esperienze religiose dell'anima
disincarnata, è così in realtà. Cioè, sul Piano Astrale ogni anima si trova
circondata da un ambiente religioso in accordo alla migliore delle sue
credenze nutrite da essa nella sua vita terrena. Non solo troverà quel
particolare paradiso, o inferno, che si aspetta di trovare, ma si troverà in
contatto con altre anime di simile convinzione, e coi profeti e saggi e
fondatori della sua propria religione. Ma questo ambiente sarà della natura di
un miraggio, perché è un prodotto del pensiero umano e non ha controparte
nei fatti assoluti della natura. Le forme-pensiero di una particolare forma di
pensiero religioso assumono grande forza sul Piano Astrale, e persistono con
tutta l'apparenza della realtà permanente alla percezione e comprensione del
credente e del devoto – anche se interamente invisibili a coloro di fede
differente. La presenza di profeti e fondatori resta insieme all'ambiente, anche
se le anime di questi individui sono da tempo passate ad altri piani di vita. Il
Piano Astrale è un regno di ideali, e ogni anima trova il suo ideale ivi
realizzato.
Il buon cristiano trova una manifestazione del meglio del suo credo e
convinzione, e viene rassicurato di avere la vera fede, e di aver raccolto la
ricompensa attesa. Ma lo stesso è vero del buon brahmano, del buon
maomettano, e del buon confuciano. Inoltre, ogni setta particolare o divisione
di credo religioso trova corroborate le proprie convinzioni del Piano Astrale.
Ma non c'è alcuna guerra di sette o religioni. Ogni anima trova la sua, e
dimentica le altre. Ma notate questa apparente eccezione: l'anima che è
avanzata abbastanza per realizzare che c'è Una Verità in tutte le convinzioni
religiose, e che ha manifestato uno spirito tollerante nella vita terrena, riceve
anche una conferma della sua convinzione, e gli viene permesso di vedere le
gioie dei beati di tutte le fedi religiose.
Si deve ricordare, tuttavia, che queste rappresentazioni Astrali delle varie
fedi e convinzioni religiose comprendono solo la parte migliore di ogni
particolare forma di convinzione – in breve, l'anima assiste alla massima
concezione ed ideale di cui è capace, riguardo la sua religione favorita.
Questo naturalmente ha l'effetto e il risultato di sviluppare le massime
convinzioni religiose nell'anima, e inibire le inferiori, così che, quando
l'anima intraprenderà il suo successivo pellegrinaggio sulla terra, porterà con
sé il gusto e inclinazione per i valori superiori della sua religione. Questo
aiuterà così l'evoluzione della religione sulla terra. A volte un'anima evolve
da una forma di concezione religiosa nella sua Vita Astrale, e nella sua
reincarnazione sarà pronta per una forma superiore. Ricordate sempre che
l'evoluzione spirituale porta sempre avanti e in alto, dall'inferiore al superiore
– avanti, avanti, avanti, per sempre.
La questione delle ricompense e punizioni religiose, sul Piano Astrale, che
forma naturalmente una parte del soggetto appena considerato, sarà discussa
nel capitolo seguente.
CAPITOLO XI
PARADISI E INFERNI ASTRALI

Nella citazione dell'autore occulto, data nel precedente capitolo, si trova la


seguente affermazione: "Ogni uomo è il governatore assoluto di se stesso, il
dispensatore di gloria o avvilimento, ed è lui stesso che decreta la sua vita, la
sua ricompensa o punizione." E questo è vero non solo nella vita terrena, ma
anche doppiamente vero nella vita dell'anima sul Piano Astrale. Perché ogni
anima disincarnata porta con sé il suo paradiso o inferno, di sua creazione, e
della sua fede favorita, e partecipa delle beatitudini o dolori di ognuno dei
due, secondo i suoi meriti. Ma il Giudice che dà la sentenza nel senso di
ricompensa o punizione non è un Potere esterno a sé ma un Potere Interno –
in breve, la sua stessa coscienza. Sul Piano Astrale la coscienza dell'anima si
afferma con forza, e la voce quieta e tranquilla che era stata forse soffocata
durante la vita terrena ora parla con toni di tromba, e l'anima la ode e
obbedisce.
La coscienza di un uomo, quando le viene permesso di parlare chiaramente
e con forza, è il Giudice più severo che esista. Mettere da parte tutte le auto-
menzogne, l'ipocrisia, conscia o inconscia, fa sì che l'anima si denudi davanti
al suo stesso sguardo spirituale. E l'anima, parlando alla sua stessa coscienza,
giudica se stessa in accordo alle sue stesse concezioni del giusto e sbagliato, e
accetta il suo fato come giusto e meritato. L'uomo può fuggire dal giudizio
degli altri – ma non può mai sfuggire alla sua coscienza del Piano Astrale. Si
trova incapace di fuggire al giudizio della sua coscienza, e conduce se stesso
alla sua ricompensa e punizione. Tale è la poetica giustizia della natura, che
va ben oltre le concezioni dell'uomo mortale nelle sue speculazioni religiose.
E notate l'assoluta equità e giustizia di tutto. L'uomo è giudicato secondo gli
standard superiori della sua stessa anima, che, ovviamente, rappresentano
gli standard del suo tempo ed ambiente. La parte migliore di lui – quella di
cui è capace – esamina e giudica quello che è in lui sotto quello standard. Il
risultato di questo è che ciò che la ragione superiore concepisce come
giustizia assoluta è attuata dall'anima stessa. I più importanti pensatori della
razza quasi unanimemente concordano sul fatto che qualsiasi standard
arbitrario di punizione, come è espresso dai codici penali della razza, deve
necessariamente essere inferiore alla invariabile giustizia reale. Poiché
l'ambiente e l'educazione del criminale possono averlo indotto a considerare
quasi naturale il delitto, mentre lo stesso delitto, se commesso da un altro,
potrà essere il prodotto di una negazione della coscienza e di un'infrazione
della legge morale, di cui egli è pienamente conscio.
Non sapremmo definire delittuoso il furto di un pollo commesso dalla
volpe, o criminale il gatto che di nascosto lecchi il latte da una ciotola sulla
tavola. Ci sono molti esseri umani il cui senso morale del giusto e sbagliato è
appena un po' superiore a quello degli animali suddetti: perciò, ogni legge
umana, almeno teoricamente non è volta a punire, ma a frenare con l'esempio
e il precetto.
In relazione a questo pensiero dobbiamo ricordare che la giustizia assoluta
non conosce affatto la punizione come tale. Come abbiamo detto, anche la
legge umana, almeno teoricamente, non cerca di punire il criminale, ma
persegue i seguenti fini: a) ammonire gli altri a non commettere lo stesso
delitto; b) impedire al delinquente di commettere altri delitti, confinandolo o
imponendogli pene salutari; c) riformarlo mostrandogli i vantaggi di
un'azione retta e gli svantaggi di un'azione disonesta. Se questo è vero per la
limitata legge umana, che cosa dobbiamo attenderci al riguardo dall'infinita
legge cosmica? Nulla di meno, certamente, di una disciplina che aiuti lo
sviluppo delle "buone" qualità dell'anima, mortificandone le "cattive". E
proprio questo l'occultista avanzato trova sul Piano Astrale.
A questo riguardo va ricordato che la disciplina che potrà confacersi
all'anima di bassi ideali sarebbe inefficace per l'anima raffinata – e viceversa.
In breve può dirsi che in verità la natura della disciplina appropriata a ciascun
individuo è bene espressa dall'idea di paradiso e di inferno che l'individuo
aveva nella vita terrena, e che è rimasta nell'anima dopo che questa è passata
sul Piano Astrale.
La mente di alcuni individui si ferma all'idea di un lago di zolfo per i
peccatori e di una piacevole dimora in un paradiso dalle strade dorate, con
musiche di arpe e cetre, per i beati. Altri, progrediti oltre questo stadio,
avendo lasciato dietro di sé le vecchie idee di un paradiso nello spazio e di un
inferno di torture, pensano che la più grande felicità possibile sia per essi
vedere raggiunti i propri ideali, realizzati i loro più alti fini, avverati i loro
sogni; e che la più grave punizione sia una condizione in cui possano
assistere alle estreme conseguenze del male che hanno fatto. E ambedue
queste categorie trovano sul Piano Astrale l'inferno e il paradiso che hanno
immaginato, perché entrambe li hanno creati nella loro coscienza interiore, e
queste concezioni mentali sono, per ciò stesso, vicine alla realtà, per essi – la
gioia e il tormento producono gli stessi effetti malgrado l'assenza del corpo
fisico.
Sul Piano Astrale il "peccatore" che crede ad un inferno di fiamme e di
zolfo ov'è atteso per gli "orrendi delitti commessi nei suoi giorni mortali",
non resta deluso. La sua credenza formerà l'ambiente, e la sua coscienza lo
condannerà alla pena in cui crede. Anche se ha tentato di divenire scettico
usando il suo raziocinio, tuttavia il suo subcosciente conserva il ricordo degli
insegnamenti avuti nell'infanzia o delle tradizioni della razza, ed egli si
troverà nella stessa condizione. Soffrirà le tradizionali torture e sevizie (nella
sua immaginazione, naturalmente) finché non avrà ricevuto un'efficace
lezione disciplinare, il cui oscuro ricordo lo perseguiterà nella prossima
incarnazione.
Questo è, naturalmente, un caso-limite. Vi sono molti altri gradi e varietà di
"inferno" che le anime portano sul Piano Astrale, a seconda delle rispettive
religioni. Ciascuno prevede la punizione più idonea ad esercitare un'azione
inibitoria preventiva e ad influire sulla successiva vita dell'anima.
Lo stesso vale per l'ideale di "paradiso". L'anima va incontro alle gioie della
beatitudine, quali aveva immaginato, per le buone azioni che stanno a suo
credito negli infallibili annali della memoria. Se poi l'anima non è stata
completamente "cattiva", né completamente "buona", ne segue che essa
conosce punizione e ricompensa, a seconda del riconoscimento della
risvegliata coscienza, ovvero, per dirla in altre parole, la coscienza "forma
una media" che risponde, verosimilmente, alla credenza prevalente
dell'anima.
Chi nella vita terrena ha raggiunto deliberatamente il convincimento che
non v'è "al di là" per l'anima, fa una peculiare esperienza. Incontra i propri
simili su un piano, in cui immagina di essere stato trapiantato su un altro
pianeta e di essere ancora in possesso del corpo fisico. Ed essi partecipano ad
un grande dramma del Karma, perché sono costretti a soffrire le stesse pene
che hanno inflitto agli altri, ed a godere le stesse gioie che agli altri hanno
elargito. Non sono puniti per il loro scetticismo – ciò che sarebbe
un'inconcepibile ingiustizia - ma imparano a proprie spese la lezione del bene
e del male. Questa esperienza è puramente mentale, ed è il prodotto della
rappresentazione Astrale dei ricordi della vita terrena, sollecitati dalla
coscienza risvegliata che applica ad essi il principio "occhio per occhio, dente
per dente".
La fede o lo scetticismo non modificano la legge cosmica di compensazione
e di "purificazione" Astrale. Le leggi del Karma non possono essere rese
inefficaci dal rifiuto di credere nell'al di là o di distinguere il bene dal male.
Ogni essere umano ha, per remota che possa essere, l'intuizione della
sopravvivenza dello spirito, e la profonda certezza dell'esistenza di un codice
morale. Queste idee e credenze del subcosciente vengono alla superficie sul
Piano Astrale.
Le anime progredite che ci hanno dato le migliori e più alte informazioni
sulla vita dello spirito sull'"altra sponda" concordano nel dirci che la più
eccelsa beatitudine e il più profondo tormento dell'anima di esseri intelligenti
e colti nascono, nel primo caso, dalla percezione dell'effetto delle loro buone
azioni e dei loro buoni pensieri nella vita terrena, e nel secondo, dall'identica
percezione circa le conseguenze delle cattive azioni e dei cattivi pensieri.
Quando gli occhi dell'anima sono illuminati così da poter discorrere e seguire
nella completa tessitura delle cause e degli effetti ciascuno dei fili che vi ha
inserito, l'anima conosce un paradiso o un inferno ben più drammatici di tutto
ciò che mai Dante immaginò. Non v'è gioia dell'anima che possa essere
paragonata a quella che deriva dal vedere le logiche conseguenze di una
buona azione, come nessun tormento è uguale a quello di vedere il risultato di
una cattiva azione, e di pensare disperatamente che "tutto poteva essere
diverso".
Ma anche queste esperienze si cancellano dall'anima. In realtà, durano un
sol momento che all'anima sembra un'eternità. Non esistono sul Piano Astrale
pene eterne o eterne beatitudini. Le une e le altre passano, e l'anima riemerge
nella vita terrena, per entrare ancora nella Scuola della Vita, nel Giardino
d'Infanzia di Dio, per apprendere e riapprendere la lezione.
Ricordate sempre che l'anima porta in sé stessa il proprio paradiso ed il
proprio inferno. Né l'uno né l'altro esistono oggettivamente – sono creazioni
dell'anima. L'inferno e il paradiso di ogni anima sono il prodotto del suo
Karma, ed una semplice creazione mentale della sua essenza; ciò non li rende
meno reali per l'anima. Nulla c'è nella vita terrena che le sembri più vero.
Ricordate ancora che inferno e paradiso, sul Piano Astrale, non sono
punizione o premio, ma solo mezzi naturali per sviluppare le più alte qualità e
ridurre le inferiori, affinché l'anima possa avanzare sul Sentiero.
E, per ripetere le parole citate all'inizio di questo capitolo: "Ogni uomo è il
governatore assoluto di se stesso, il dispensatore di gloria o avvilimento, ed è
lui stesso che decreta la sua vita, la sua ricompensa o punizione" sul Piano
Astrale.
Ma la vita sul Piano Astrale non consiste interamente di paradiso ed
inferno. Ci sono gioie sperimentate che non hanno niente a che fare con
azioni buone o cattive compiute sulla vita terrena, ma che nascono dal
bisogno di esprimere le proprie facoltà creative, ed esercitare l'intelletto con
maggior forza – le gioie dell'espressione e della conoscenza, che superano
ogni esperienza dei mortali. Nel nostro prossimo capitolo considereremo
queste fasi della vita sul Piano Astrale.
CAPITOLO XII
ESPRESSIONE ASTRALE DI SÈ

È uno degli aspetti più tristi della vita terrena quello di trovarci incapaci di
esprimere a pieno l'impulso creativo, la spinta artistica, la lotta del nostro
genio interno per svilupparsi. Dopo aver passato un certo punto della scala
della vita, l'anima in evoluzione trova dentro di sé la spinta sempre presente
di qualcosa dentro che lotta per esprimersi in manifestazioni oggettive. Può
essere una spinta ad esprimersi nell'arte, nella musica, nella letteratura, nelle
invenzioni; o può essere l'insistente desiderio di lavorare per rimodellare gli
affari del mondo in modo più vicino ai desideri dell'anima. In tutti questi casi,
è in realtà l'impulso creativo all'opera, che lotta per "fare cose" in forma
oggettiva, in accordo con il modello che si trova dentro l'anima. E verso una
tale espressione, la testa, il cuore e la mano sono ansiosi di mettersi all'opera.
Ma, ahimè, molto pochi sono in grado di realizzare nella vita terrena ciò
che l'anima sogna.
L'istinto artistico è sempre bramoso dell'espressione perfetta, eppure non
riceve che le briciole che cadono dalla tavola. L'anima ha sempre sete di
progresso e realizzazione, eppure le vengono concesse solo poche gocce che
cadono dalla fontana. Se questa vita fosse tutto – se questi desideri, brame, e
fame e sete dell'anima dipendessero solo dalle possibilità di quell'unica vita
terrena – allora invero il lamento dei pessimisti sarebbe giustificato, così
come il pianto degli scoraggiati. Perché, di fatto, questi impulsi e brame non
sono che il bisogno del seme di lottare per rompere i suoi involucri, per poter
generare fusto, ramo, fiore e frutto. E il seme non può certo aspettarsi di
arrivare al fiore e al frutto finché resta nella terra.
Ma, come sanno benissimo gli occultisti avanzati, questi desideri-seme non
sono che la promessa del futuro fiore e frutto. Lo stesso fatto della loro
esistenza è una prova della possibilità – anzi, la certezza – del loro
compimento. Ben lungi dall'essere una causa di scoraggiamento, dovrebbero
essere considerati come una profezia di futura realizzazione. È stato ben detto
che "in ogni aspirazione vive la certezza della sua stessa realizzazione."
Queste parole sembrano una beffa a molti, e, invero, lo sarebbero se la
possibilità di realizzazione fosse limitata ad una sola vita terrena in cui si
manifestano. Ma, per l'anima che è arrivata abbastanza in alto sul Sentiero
della Realizzazione, da poter guardare indietro e in basso ai piani della vita
sotto di essa, si vede che queste lotte del genio per esprimere se stesso non
sono che le "doglie del parto dell'anima", che devono precedere la futura
nascita del frutto del genio.
Sul Piano Astrale questi semi di genio emettono fusto e rami, e sono pronti
ai fiori e frutti delle incarnazioni future. Nello stato focalizzato della mente,
in certe fasi della vita Astrale, i talenti e il genio dell'individuo crescono e si
sviluppano molto rapidamente, e l'incarnazione successiva trova l'individuo
pronto a manifestare il potere che ha generato durante il suo soggiorno in
Astrale. L'anima si può dire che riceva e immagazzini energia mentre è in
Astrale, che la metterà in grado di manifestare poteri mai immaginati fino a
quel momento nella successiva vita terrena.
Un esempio familiare è quello del ragazzo che sta imparando a pattinare, e
che scopre di fare scarsi progressi durante il pomeriggio. Va a dormire quella
notte, e si dimentica tutto del pattinaggio, ma quando si rimette a pattinare il
giorno dopo, ecco!, scopre di aver fatto dei progressi meravigliosi. La
maggioranza di noi ha avuto simili esperienze riguardo i nostri piccoli
compiti della vita. Scopriamo che ci accade qualcosa mentre dormiamo.
Il segreto dei fenomeni suddetti è che, durante il sonno del ragazzo, il suo
subconscio o mente istintiva riprende il compito finché non ha realizzato
molto nella direzione di impararlo, e il giorno dopo mette in pratica quello
che ha imparato durante la notte – ma la mente conscia non è consapevole del
processo dell'apprendimento. Ci sono recessi della mente che riprendono in
mano questi nostri compiti, e che, mentre dormiamo e le nostre facoltà consce
riposano, risolve gli inciampi del compito, e mette in pratica il compito da
effettuare il giorno dopo.
Allo stesso modo le facoltà super-consce (non sub-consce) della mente
dell'anima praticano e divengono efficienti nei compiti della vita terrena
successiva, come indicato dalle spinte e dagli impulsi della realizzazione che
vogliono nascere. Ma con questa differenza: l'anima è pienamente conscia del
lavoro delle facoltà super-consce, e di fatto, sperimenta la massima gioia nel
lavoro di sviluppo e realizzazione. Il mondo del paradiso di quelle anime che
possiedono il desiderio di "fare cose" - creare, fare – è invero un regno di
beatitudine. Perché qui l'anima si trova capace di manifestare le cose che ha
lasciato nella sua vita terrena, ed esprimersi in una misura quasi oltre i
maggiori sogni e speranze dell'anima sulla terra.
E questa espressione e manifestazione viene effettuata per il solo amore del
fare – per la gioia del lavoro, per l'estasi della realizzazione creativa –
piuttosto che per la speranza di ricompensa. Solo sul Piano Astrale l'anima
può trovare le condizioni che sono descritte nei versi di Kipling:
"E solo il Signore ci loderà,
e solo il Signore ci biasimerà;
e nessuno lavorerà per denaro,
e nessuno lavorerà per la fama;
ma ognuno per la gioia del lavoro
ed ognuno nella sua sfera separata,
disegnerà la Cosa come la vede
per il Dio delle Cose come sono."

La stessa cosa è vera per il ricercatore di conoscenza – l'uomo per cui


l'esercizio dell'intelletto è la massima gioia. Colui trova il Libro della
Conoscenza aperto per molte pagine oltre quelle a cui era costretto a limitarsi
nella vita terrena. Il filosofo, lo scienziato, il metafisico, il naturalista – questi
possono esercitare pienamente le loro facoltà sul Piano Astrale. La libreria
del Cosmo – i laboratori dell'universo – sono a loro disposizione, ed essi sono
i benvenuti. Trovano realizzati i desideri del loro cuore nelle opportunità loro
offerte sul Piano Astrale. E quando giunge il loro momento per la
reincarnazione, tornano alla vita terrena con l'intelletto stimolato e la capacità
raziocinante aumentata. Quello che hanno così appreso appare nella vita
successiva come "intuizione".
È un fatto ben noto all'occultista avanzato che i grandi inventori, come
Edison – grandi filosofi come Hegel o Herbert Spencer – grandi scienziati
come Darwin o Huxley – che apparentemente manifestano conoscenza
intuitiva dei loro soggetti, non stanno che manifestando sul piano materiale
quello che hanno già acquisito in Astrale come il frutto dei desideri e tentativi
fatti nelle precedenti incarnazioni. È la comune esperienza di tali geni, come
narrano nelle loro memorie, che la maggior parte delle loro grandi scoperte
sia loro giunta improvvisamente, come piovuta dal cielo. Ma è una regola
della Natura che non c'è né fiore né frutto senza il seme precedente – e questo
è vero sul piano mentale come anche su quello fisico. C'è sempre una "causa"
per l'"effetto", in questi casi.
Il genio che lotta – anzi chi sente che potrebbe essere un genio se solo
riuscisse ad esprimere ciò che ha dentro di sé – queste anime avranno
nell'Astrale la loro ora, e se il seme è ben profondo nel fertile suolo
dell'anima, nella successiva incarnazione appariranno i fiori e i frutti.
Possiamo portare con noi quest'idea, un po' più chiaramente, forse, se
facciamo i seguenti paragoni:
I. La vita terrena è come la fase del bruco che striscia, che
sente dentro di sé qualcosa che non può esprimere, e che capisce
a stento;
II. la vita astrale è come la fase della crisalide, in cui la futura
splendida farfalla viene formata, e in cui le ali colorate già
esistono in forma Astrale;
III. la nuova vita terrena è come la fase della farfalla,
in cui l'idea sentita nel primo stadio e mentalmente sperimentata
nel secondo stadio diviene completamente manifesta ed attiva.

La Legge del Karma opera molto del suo lavoro sul Piano Astrale, perché
qui la materia è plastica e malleabile, avendo perduto il rozzo involucro del
corpo. E la legge è esatta ed infallibile nelle sue operazioni – porta sempre
ogni seme a germogliare, ed ogni seme produce i suoi frutti:

"Il Karma - la somma di ciò che l'anima


ha fatto e di ciò che ha pensato,
il 'sé' intessuto con i fili del tempo invisibile
incrociati sul telaio impalpabile degli atti.

Prima dell'inizio, e senza una fine,


eterno come lo spazio e certo come la sicurezza,
c'è un Potere divino che muove al bene,
solo con le sue leggi.

Ciò che semini raccogli. Guarda i campi laggiù:


il sesamo era sesamo, il grano
era grano. Il silenzio e il buio sapevano;
così nasce il fato di un uomo.

Egli giunge, miete ciò che seminò,


sesamo, grano, quanto ne gettò nella vita passata;
e quanta gramigna ed erba cattiva, che offendono
Lui e la terra dolorante.

Se lavora rettamente, estirpandole


e piantando al loro posto buone sementi,
fertile e bello e pulito sarà il campo
e ricco il raccolto."
CAPITOLO XIII
OCCUPAZIONE SUL PIANO ASTRALE

Riguardo alla questione dell'occupazione nel mondo celeste – il Piano


Astrale – ecco cosa dice di interessante ed istruttivo un famoso autore sul
soggetto, A. P. Sinnett.
"I lettori che ammettono che la visione della vita terrena dal paradiso
renderebbe impossibile la felicità in cielo, possono tuttavia dubitare che sia
possibile, nel monotono isolamento suddetto, una vera felicità.
"L'obiezione è evidentemente sollevata dal punto di vista di
un'immaginazione che non riesce ad evadere dal solito ambiente. Quanto alla
monotonia non v'è persona che si sia mai lamentata di aver conosciuto la
monotonia durante l'attimo, il minuto o la mezz'ora della gioia più grande che
la vita le abbia concesso. Molta gente ha conosciuto momenti felici ai quali
può tornare con la mente per comprendere questo paragone. Prendiamo anche
un solo minuto o attimo di felicità, troppo breve quindi per dare adito alla
monotonia, ed immaginiamo che la sensazione se ne prolunghi all'infinito
senza che alcun segno esteriore indichi il trascorrere del tempo. In simili
condizioni non è possibile concepire la noia. L'invariabile, incontrastata
sensazione di felicità continua, non eternamente perché le cause che l'hanno
prodotta non sono infinite in se stesse, ma per periodi molto lunghi di tempo,
finché l'impulso efficiente non si sia esaurito."
Un'altra fonte eminente (citata da Sinnett) dice: "Le qualità morali e
spirituali debbono trovare un terreno di espansione. Il Devachan (il Piano
Astrale) lo rappresenta. Tutti i grandi disegni di riforma morale, di ricerca
intellettuale nei principi astratti della natura – tutte le aspirazioni divine,
spirituali che riempiono la più splendida parte della vita, si avvicinano alla
maturità nel Devachan; e l'entità astratta è presa, in questo mondo interiore
che essa stessa crea, dal godimento degli effetti delle grandi cause di
beneficio spirituale seminate durante la vita. Essa vive un'esistenza
spiritualmente pura e cosciente – un sogno di vividezza realistica – finché,
essendo appagato in quel senso il Karma, l'essere passa alla sua prossima era
di cause, sia in questo stesso mondo sia in un altro, a seconda del suo stadio
di progresso... V'è dunque nel Devachan un continuo 'mutamento di
occupazione'. Poiché quella vita di sogno è la maturazione, il tempo del
raccolto, dei germi psichici caduti dall'albero dell'esistenza fisica durante le
nostre ore di sogno o di speranza. Visioni fantastiche di beatitudine e di
felicità, già oppresse da un ostile suolo sociale, fiorenti nell'alba rosata del
Devachan, maturano sotto il suo cielo eternamente fecondo. Se l'uomo avesse
anche un solo momento di esperienza ideale, questo non sarebbe mai, come
erroneamente si suppone, l'indefinito prolungarsi di quell'unico momento.
Quell'unica nota espressa dalla lira della vita sarà la chiave della condizione
soggettiva dell'essere e produrrà innumerevoli toni e semitoni armonici di una
fantasmagoria psichica. Ivi si realizzeranno tutte le speranze, le aspirazioni e i
sogni; le visioni della vita oggettiva diverranno la realtà della vita soggettiva.
Ivi, dietro il velo di Maya, le loro vaporose e ingannevoli forme sono
percepite dall'Iniziato che ha appreso il gran segreto per penetrare
profondamente nell'Arcano dell'Essere.
"Obiettare che questo è un 'inganno della Natura' e definirlo 'una fallace
sensazione di gioia priva di realtà' significa essere inadatti a comprendere le
condizioni della vita e dell'essere fuori della nostra esistenza materiale. Non
può applicarsi al Devachan, cioè all'infuori delle condizioni della vita terrena,
la stessa distinzione fra ciò che chiamiamo realtà e la contraffazione fittizia o
artificiale di essa in questo mondo. Lo stesso principio non può essere
applicato a due condizioni diverse.
"L'anima spirituale non ha sostanza e non è confinata in un determinato
luogo con un limitato orizzonte di percezione. Essa, dunque, sia dentro che
fuori del nostro corpo, non è soggetta agli stessi limiti di quest'ultimo, e se
noi definiamo le sue esperienze Devachan solo 'un inganno della natura' non
dovremmo neppure chiamare 'realtà' alcuno di quei sentimenti puramente
astratti della nostra anima, e che essa riflette ed assimila, come, ad esempio,
l'ideale della bellezza, l'amore del prossimo, l'amore ecc., ed ogni altra
sensazione puramente spirituale che durante la vita ci dà nel nostro intimo
grandi gioie o grandi dolori".
Certamente per l'anima che vi aspira c'è una felicità molto maggiore nel
pensiero di un mondo celeste in cui saranno sanati i problemi della vita – in
cui l'impulso creativo avrà ogni opportunità di svilupparsi ed esprimersi, per
poter poi dare fiori e frutti in una nuova vita – che non in un mondo celeste in
cui lo sviluppo e la creatività si interrompono, dove non c'è niente da fare o
da creare, dove non c'è alcuna occupazione se non stare a braccia conserte e
godere la gioia dell'ozio eterno. L'istinto creativo è nel cuore stesso della
Natura, nel pulsare del suo stesso sangue, perché la Natura è sempre
all'opera: crea, fa, funziona, diviene, realizza – per sempre, e sempre, e
sempre, avanti, avanti e avanti, incessantemente, verso realizzazioni sempre
maggiori, mentre passano gli eoni di tempo. Invero solo questa è vita, e:

"Ogni altra vita è una morte vivente, una terra dove vivono solo fantasmi;
un vento, un suono, un alito, una voce; il suonare di campane dei cammelli."

Eppure è così radicato nella materialità il mondo degli uomini, che essi
parlano del mondo celeste del Piano Astrale superiore come di un miraggio,
un semplice sogno, un fantasma. Non considerano niente "reale" a meno che
non sia sul piano materiale. Poveri mortali, non realizzano che, alla fin fine,
niente può esserci di più irreale, di più simile a sogno, di più transitorio, di
più fantasmatico che questo stesso mondo di sostanza materiale. Non sono
consapevoli che in esso non c'è assolutamente permanenza – che la mente
stessa non è abbastanza veloce per cogliere un bagliore della realtà materiale,
perché, prima che la mente afferri un fatto materiale, il fatto si è trasformato
in qualcos'altro.
Il mondo della mente, e, ancora più vero, il mondo dello spirito, è molto più
reale del mondo della materialità. Dal punto di vista spirituale non c'è niente
di veramente reale se non lo Spirito; e la materia è considerata come la più
volatile e irreale di tutte le apparenze illusorie. Dallo stesso punto di vista, più
in alto si sale sulla scala del piano materiale, più reali divengono i fenomeni
sperimentati. Perciò ne segue che le esperienze dell'anima sul Piano Astrale
superiore non solo non sono irreali nella loro natura, ma, in confronto, sono
molto più reali delle esperienze della vita sui piani materiali. Come hanno
appena detto gli scrittori citati, la Natura non viene beffata sul Piano Astrale –
ma la Natura stessa si manifesta con effetto molto più reale su quel piano che
sul piano materiale. Questo è duro da accettare al non iniziato – ma l'anima
avanzata diviene sempre più convinta di questa verità ad ogni ora che passa
della sua esperienza.
È un grande errore considerare le esperienze dell'anima nel mondo celeste
solo un po' più che "giocare alla realtà", come hanno detto alcuni critici
materialistici. Dobbiamo solo rivolgerci alle esperienze della vita terrena per
vedere che alcune delle migliori opere del mondo vengono effettuate in ore
diverse da quelle impiegate a modellare concretamente le cose. Ci sono volte
nella vita quotidiana dei più attivi lavoratori del mondo che possono essere
definite "stati di grazia" - cioè il momento in cui la mente crea e forma ciò
che in seguito si manifesta in forma materiale. Non c'è mai stato un edificio,
un ponte, né alcuna altra grande opera fatta dalle mani dell'uomo, che non sia
prima stata creata nella mente di qualche uomo o uomini. Essa ha avuto la
sua prima esperienza nelle facoltà creative della mente – la costruzione
materiale è semplicemente la riproduzione della creazione mentale.
Ricordando questo, cosa dovremmo considerare la creazione reale: quella
mentale o quella materiale?
L'anima, nelle sue attività sul Piano Astrale superiore, effettua un lavoro
simile a quello della mente dell'inventore, del designer, del costruttore,
quando dà forma e disegna ciò che in seguito avrà una forma oggettiva. Può
essere definito il periodo o stadio del formare il modello che in seguito
servirà per la manifestazione materiale. Solo gli ignoranti possono pensare a
un simile stadio di esistenza come ad un "semplice sogno". Invero, le croste
della materia servono ad accecare gli occhi dell'uomo. Più sale in alto nella
scala dell'esistenza, più le esperienze dell'anima sono reali – più si avvicina
alla materia, discendendo la scala, più irreali sono le sue esperienze. Ah,
Maya!, Maya!, tu, madre di illusione, quando impareremo ad elevarci sopra il
tuo incantesimo! Chi gioca nel fango ne resta macchiato e non può vedere
niente di più bello e più alto della sua viscida sostanza.
CAPITOLO XIV
COMPAGNIA SUL PIANO ASTRALE

C'è una domanda che viene sempre in mente a coloro che indulgono in
speculazioni riguardo all'"altra sponda" - quella domanda che viene espressa
con le parole del vecchio inno: "Ci riconosceremo lassù?". Questa domanda è
radicata nel cuore stesso dell'amore e affetto umani. Il mondo celeste, anche
se offre ogni altra gioia e soddisfazione, non sarebbe un paradiso per la
persona comune se non offrisse anche la compagnia delle persone care nella
vita terrena. L'anima istintivamente desidera la compagnia non solo di quelli
vicini per legami dell'amore fra uomo e donna, ma anche di coloro a cui è
legata per relazioni di genitore e figlio, fratello e sorella, amico e amica.
Senza questa sicurezza di compagnia continuata, il cielo sembrerebbe un
posto freddo e desolato all'anima umana media.
Siamo felici che gli insegnanti Yoga siano stati molto espliciti e chiari sul
soggetto, e che i loro studenti possano scoprire che questa speranza e
desiderio del cuore umano sono completamente e largamente esauditi dalla
vita sul Piano Astrale. Non solo "ci riconosceremo lassù", ma siamo
naturalmente legati da legami Astrali di attrazione a coloro che amiamo; e a
coloro per cui abbiamo simpatia, anche se non li abbiamo mai conosciuti
nella vita terrena. Inoltre, c'è, sul Piano Astrale, la possibilità di una
compagnia molto più stretta e intima tra anime gemelle di quanto non
avvenga comunemente nella vita terrena. Con il far cadere gli involucri del
corpo fisico, l'anima diventa capace di una relazione più stretta con anime
gemelle, rispetto a quanto si sperimenti mai sul piano fisico. I fuochi Astrali
hanno bruciato le scorie delle attrazioni inferiori, perciò l'anima è capace di
vibrare su piani molto più alti di associazione. Sul Piano Astrale, l'anima può
incontrare un'altra anima in stretta comunione e fratellanza, e i sogni e
desideri della vita terrena, la cui realizzazione si trovava impossibile su quel
piano, ora divengono gli eventi ordinari della nuova vita dell'anima. Quello
che l'anima ha desiderato invano sulla terra si trova ora in abbondanza.
Per realizzare cosa questo significa, è necessario solo pensare agli ideali
superiori nutriti dall'anima, nella vita terrena, riguardo le relazioni tra esseri
umani. Anche se questi ideali sono raramente realizzati nella vita terrena, ciò
nonostante risiedono costantemente nell'anima, ed è una delle tragedie della
vita terrena che questi ideali sembrino "troppo belli per essere veri". L'amore
dell'uomo e della donna, del genere giusto, ha sempre alle spalle questo
affetto e desiderio ideale, eppure quanto raramente l'ideale non viene
trascinato nel fango! La relazione tra genitore e figlio, tra fratelli e sorelle, tra
amici, si trova raramente avvicinarsi all'ideale che risiede in ogni cuore
umano. Talmente vero è questo ideale – talmente costante la sua presenza –
che quando, nella vita terrena, vediamo una compagnia che sembra anche
parzialmente rispondere alle richieste ideali, i nostri sentimenti più profondi
ne vengono toccati. Nei romanzi, nella poesia, nelle canzoni, nelle commedie,
troviamo che il quadro della realizzazione di questo ideale tocca fonti di
emozione e simpatia che ci elevano a piani superiori di pensiero e vita. Quale
deve essere allora la gioia, la beatitudine, la felicità, la soddisfazione di una
vita su un piano di esistenza in cui questa espressione è l'unica naturale, e
dove veramente l'ideale diviene realtà?
Sì, invero "ci riconosciamo lassù". Non solo l'"altro" che possiamo avere in
mente, ma anche molti "altri" con cui siamo in naturale armonia di anima.
Quelli che sono legati dai legami dell'amore terreno e dell'amicizia –
ammesso che ci sia realmente un legame di affetto di qualsiasi grado tra di
loro – hanno la piena opportunità di manifestare il loro reciproco affetto e
attrazione armonica sul Piano Astrale superiore. L'immaginazione umana più
eccelsa non può darci se non un pallido quadro della realtà dell'esperienza di
simili unioni. È vano tentare di dipingerle, poiché non vi sono parole che
possano esprimerle. La risposta alla domanda dovrà dunque essere: ogni
anima che vuol sapere volga lo sguardo entro di sé, trovi il quadro, tracciato
dalla fantasia, della più eccelsa beatitudine che tale stato può dare e pensi che
quel quadro immaginario è mille e mille volte inferiore alla realtà.
Solo nelle armonie della musica, o nella ritmica cadenza della più alta
poesia o nelle linee di qualche grande capolavoro, l'anima sulla terra può
intravedere la verità dell'Amore sul Piano Astrale. Esse di tempo in tempo
danno all'anima una pallida idea di quello che proverà sui più alti piani
dell'esistenza. È questo uno dei motivi per cui la musica, l'arte e la poesia ci
sollevano a volte al di sopra dell'ambiente in cui viviamo. Nei lampi della
Coscienza Cosmica che a volte giungono a taluni spiriti illuminati c'è
un'espressione di questo aspetto dell'unione delle anime sui più elevati piani
della vita. Ed il poeta occidentale ha giustamente espresso – in rotte cadenze
e in lingua confusa – la difficoltà di dire con le parole ordinarie la verità su
questa realizzazione della verità:

"Come in rapimento, un istante,


un altro ineffabile sole mi acceca,
e tutti i mondi che conoscevo, e più splendenti, sconosciuti mondi,
un attimo della terra futura, del Paradiso.

Non sono sveglio poiché nulla per me sembra come prima,


o, se sveglio sono, è questa la prima volta, e tutto finora è stato un sonno
meschino.

Quando tento di raccontare, non posso,


la mia lingua è paralizzata,
ed il mio respiro non obbedisce ai suoi organi,
e divengo muto."
Whitman.

"Le parole di un uomo che parli da quella vita debbono apparire vacue a
chi non è sullo stesso piano di pensiero. Io non oso parlarne. Le mie parole
non rendono il suo senso augusto; sono inefficaci e fredde. Esso soltanto può
ispirare chi vuole, e la parola diverrà lirica, dolce, universale, come la brezza
nascente. Eppure desidero, anche con parole profane, se le divine non posso
usare, dire quello che ho intuito della trascendente semplicità e dell'energia
dell'Altissima Legge."
Emerson

La difficoltà nello spiegare all'abitante della terra la natura e il carattere


della compagnia sui piani superiori Astrali è che la sua mente insiste a
pensare in termini di luogo, mentre non c'è nessun "luogo" sul piano Astrale
– sono solo condizioni e stati, come abbiamo spiegato. Abitare "nello stesso
posto" dell'amato, sul Piano Astrale, significa semplicemente abitare nello
stesso stato o condizione di essere, ed essere così portati in una relazione
stretta, più vicina, molto più vicina di quanto lo spazio possa offrire. C'è una
maggiore "intimità", a motivo di questa armonia della condizione Astrale, che
l'abitante della terra non riesce ad immaginare. Solo l'anima avanzata può
iniziare a comprendere questo mistero della Vita Astrale. Può essere
immaginato solo vagamente col richiamo all'unisono sperimentato talvolta
dagli amanti, quando sembra che i limiti della carne siano stati superati e le
anime si siano fuse in una sola. Questo è molto più che il contatto nello
spazio e tuttavia indica appena la condizione ideale della Vita Astrale.
Qualcuno domanderà come possono le anime godere di questa unione se,
dimorando su piani diversi dell'esistenza Astrale, non sono nel medesimo
stato o condizione in cui l'esperienza è possibile. La risposta è semplice per
chi è addentro alle più alte verità. L'anima sul piano alto sente l'attrazione di
simpatia dell'anima che è sul piano più basso, e, rispondendo, stabilisce una
connessione psichica (simile ad un'intensa forma di telepatia) rendendo così
possibile quella stretta comunione spirituale e mentale, la cui realtà trascende
le più intime unioni terrene. Inoltre, come abbiamo spiegato in un precedente
capitolo, l'anima sul piano più alto può effettivamente visitare, insieme con i
suoi pari, un'altra anima su un piano inferiore. In questo ed in altri modi si
manifesta il cameratismo fra le anime sul Piano Astrale. Non c'è ivi solitudine
o abbandono per le anime ansiose di simpatia.
Nulla di quel che è alto e nobile nella vita terrena non ha la sua più grande
contropartita sul Piano Astrale. V'è su questo come sul piano materiale una
legge naturale che regola e controlla tutto. L'anima non si allontana dalla
Natura quando lascia la vita terrena, ma piuttosto si eleva ad un piano della
Natura che è, sotto ogni aspetto, più ricco, più completo e più dolce di quello
che mai sulla terra l'anima abbia sognato. Bruciata dalle vibrazioni astrali la
grossolana materialità, l'anima fiorisce e fa maturare frutti nella nuova vita.
C'è una parola che, sopra tutte le altre, esprime l'essenza, i fini, e gli scopi dei
piani superiori - e i relativi fenomeni – quella parola è AMORE! E
quell'amore è il "Perfetto Amore che scaccia ogni Paura" - e il suo fiore è la
Gioia – e il suo frutto è la Pace!
CAPITOLO XV
"COMUNICAZIONE SPIRITICA"

Per la mente dell'occultista avanzato ci sono poche cose più deplorevoli


della confusione; le mezze-verità miste alla menzogna; le false dottrine; le
false conclusioni; soprattutto riguardo al soggetto della "comunicazione
spiritica" nella mente del mondo occidentale. Eppure, questa confusione, per
quanto sia deplorevole, è servita nonostante tutto ad attrarre l'attenzione delle
persone pensanti sul soggetto, e portarle ad ulteriori indagini nella materia.
Anche le pratiche fraudolente che sono state uno scandalo nella storia dello
spiritualismo nel mondo occidentale, per quanto disgustose e rivoltanti siano
state per le persone sagge, sono servite a mettere in evidenza la reale verità
dietro ai fenomeni generali dello spiritismo.
Lasciando completamente fuori dalla nostra considerazione i fenomeni
fraudolenti e semi-fraudolenti che si mascherano col nome di "comunicazione
spiritica", il soggetto della comunicazione tra persone incarnate e disincarnate
può essere diviso in due classi generali, cioè quella inferiore e superiore. La
classe inferiore è composta di 1) casi in cui le anime disincarnate, di un
ordine basso – le cosiddette anime "legate alla terra" - manifestano la loro
presenza a persone incarnate; o 2) casi di animazione di "Gusci Astrali". La
classe superiore dei fenomeni di "comunicazione spiritica", cosiddetta,
consiste di casi in cui le anime sui piani superiori dell'Astrale manifestano la
loro presenza a persone incarnate.
L'anima sui piani Astrali superiori risiede nella condizione idealistica, e non
si interessa delle cose del mondo che si è lasciata dietro. Ovviamente
mantiene una connessione simpatica con i vicini e cari a lei per legami di
amore ed amicizia che sono rimasti sul piano materiale, ma tale connessione
simpatica è di natura interamente psichica o spirituale, e non ha connessione
con la vicinanza spaziale, o prossimità fisica. I legami tra le anime
disincarnate e quelle ancora incarnate possono essere considerati come
filamenti spirituali – qualcosa come una forma trascendente di rapport
telepatico. Quando l'anima disincarnata pensa all'amato sulla terra,
quest'ultima sperimenta spesso un sentimento simile alla vicinanza fisica
dell'anima disincarnata, ma questa sensazione nasce semplicemente dal
sentire il rapporto mentale e spirituale di cui abbiamo appena parlato. Allo
stesso modo, l'anima disincarnata sperimenta un senso di "chiamata" o
messaggio da parte della persona incarnata quando quest'ultima pensa
intensamente a lei.
Di questa prosecuzione dei sentimenti di amore e di affetto fra le anime
separate non si può che dire bene, perché l'anima terrena è confortata e
corroborata dalla sensazione di corrispondenza e di vicinanza dell'anima
incorporea del Piano Astrale, e questa ha lo stesso piacere e la stessa gioia
della vicinanza fisica nella vita terrena. Questa relazione è particolarmente
sacra ed è goduta da molte persone di questo mondo, sebbene non ne parlino
a chi non potrebbe comprenderle. Quelli che hanno fatto tale esperienza
intenderanno l'esatto significato di queste parole. Tutti gli altri possono
immaginarlo riferendosi alle più intense sensazioni di vicinanza spirituale
provate nella vita terrena, che rappresentano una comunione di anime molto
prossima alla perfezione della comunione di anime sul Piano Astrale sotto
alcuni aspetti, anche se non ne rendono completamente la natura.
Desideriamo che si comprenda esattamente che non possiamo che dir bene di
questa forma di "comunicazione spirituale" fra persone unite da vincoli di
amore e di amicizia, delle quali una sia incorporea e l'altra ancora sulla terra.
Ciò che stiamo per condannare è qualcosa di ben diverso.
Gli occultisti avanzati sono praticamente unanimi nel considerare
totalmente deplorevole la pratica di richiamare l'attenzione degli spiriti
disincarnati per semplice divertimento, curiosità, o allo scopo di generale
"esibizione". Le migliori autorità condannano fortemente questa pratica. In
primo luogo, il risultato è sempre insoddisfacente, per ragioni occulte ottime
e sufficienti. In secondo luogo, l'effetto di richiamare così gli spiriti è
probabile sia di detrimento alle anime disincarnate, perché si richiama la loro
attenzione spirituale dalle cose più elevate, e le si fa volgere alle cose del
piano materiale, ritardando così il loro sviluppo ed evoluzione, confondendo
così la loro mente. È come dirigere la mente di un bambino in crescita alla
sua condizione prenatale, se fosse possibile una cosa del genere. E, per
l'anima che non capisce la natura e il carattere della sua Vita Astrale (e
nessuna se non le anime avanzate la capisce) il mescolare le cose e fenomeni
del piano materiale e dell'Astrale distrae, confonde, e sconcerta. L'anima
dovrebbe svilupparsi con naturalezza in questo nuovo piano, e non richiamata
indietro alla terra per soddisfare la curiosità o per offrire divertimento. Il
risultato che nasce da quest'ultima condotta è simile a quello che nascerebbe
nel persistere ad estrarre una pianta ogni giorno per vedere se le sue radici
crescono bene.
Un'altra forma di richiamare l'anima disincarnata – quella di richiamarla per
confortare e informare i suoi cari, parenti o amici – è quasi altrettanto
indesiderabile. L'anima disincarnata, richiamata dalla sollecitazione dei
legami di relazione empatica, ritorna come una persona che cammini nel
sonno, poiché tale è precisamente la sua condizione. Ora, come non è
desiderabile far camminare nel sonno una persona terrena, così non lo è lo
stesso tentativo per un'anima incorporea, che giunge dalle sue esperienze
Astrali in uno stato di abbacinamento, e dà ben poca soddisfazione a chi la
richiama, mentre passa attraverso una dolorosa perplessità e confusione. Chi
ha fatto esperimenti di richiami di anime disincarnate (in cui i fenomeni siano
stati genuini) ricorderà le risposte perplesse e in genere confuse che sono
state ottenute, e i risultati insoddisfacenti raggiunti, anche nelle migliori
condizioni. La pratica di richiamare le anime del Piano Astrale è una
perversione dei processi della Natura ed il risultato non è mai soddisfacente.
Non è mai giustificata ed è severamente condannata dalle migliori autorità in
materia. Il fugace sguardo nella natura e nella condizione della vita del Piano
Astrale, che abbiamo dato in questo libro, dovrebbe essere sufficiente per
consentirvi di vedere chiaramente la ragione di tale opinione e il motivo della
condanna.
È vero che le anime sul Piano Astrale, talvolta, sotto l'impulso di intensi
ricordi, di preoccupazioni per coloro che hanno lasciato sulla terra, sono
ritornate volontariamente sul piano terrestre, e si sono manifestate alle
persone che vi abitano, - materializzandosi perfino in qualche caso. Ciò non
avviene abitualmente, ma con frequenza sufficiente per farne menzione.
In simili casi, la forza del desiderio dell'anima disincarnata le ha fatto
assumere una forma percepibile ai sensi delle persone cui appare, esattamente
come una fortissima impressione telepatica. Ma, anche in questi casi, la
povera anima agitata cessa gradualmente di sentire l'attrazione della vita
terrena e di ritornarvi, cominciando a vivere la sua normale vita Astrale in
conformità delle leggi della Natura.
Sappiamo che nel pronunciare queste verità stiamo creando delusione, e
forse anche risentimento, nelle menti di qualche persona incarnata che ama il
pensiero di essere in frequente comunicazione con le anime dei suoi amici
trapassati e amati. Ma la verità è la verità, e siamo certi che un'adeguata
comprensione del soggetto rivelerà a tali persone che l'amore superiore per
coloro che sono già trapassati le spingerà a fare ciò che è meglio per la
persona amata, così che non insisteranno nel sacrificare quel migliore
interesse allo scopo egoistico di una propria soddisfazione temporanea. Anzi,
la "soddisfazione" non è mai realmente soddisfacente – c'è sempre la
consapevolezza dell'assenza di qualcosa, che qualcosa manchi.
Il vero amore consiste nel dare, piuttosto che nel prendere. E non è forse
vero in materia di comunicazione con quei cari sull'"altra sponda"? Non è
forse una cosa più alta e più nobile inviare loro pensieri amorevoli e di
simpatia, incoraggiandoli e rallegrandoli nel loro sviluppo sui piani superiori,
piuttosto che sforzarsi di attrarli indietro sul piano inferiore di materialità per
amore di sentir loro dire che sono felici e che sta andando loro tutto bene, e,
forse, sentirli mormorare qualche ovvietà semi-coerente allo stesso modo di
sonnambuli? E non è forse più degno di noi, che siamo ancora legati alla
carne, elevare il piano della nostra comunicazione con quelli dell'"altra
sponda" fino al loro piano superiore di esistenza, e comunicare con loro lungo
le linee della comprensione e rapporto spirituale – nel silenzio e senza parole
pronunciate – sul piano in cui anima può parlare ad anima senza il medium
delle parole, e senza la necessità della presenza fisica? Pensate a queste cose,
e che la vostra anima vi dica la verità dal profondo del cuore – state pur certi
che la risposta sarà concorde con quella delle verità delle massime autorità.
CAPITOLO XVI
ANIME LEGATE ALLA TERRA

Nelle opere che trattano del Piano astrale, in particolare se l'autore è una
delle antiche autorità, si trovano molti riferimenti a quelle che vengono
chiamate anime "legate alla terra". Di regola, questi riferimenti riguardano
anime di ordine inferiore, che rifiutano di sollevare il loro sguardo mentale
oltre le cose e le scene della terra, e che infestano i loro antichi scenari di
attività e vita, trovandovi l'unico piacere loro possibile, vista la loro
condizione degradata. Ma, a questo proposito, non dobbiamo trascurare di
menzionare anime di ordine superiore che, sfortunatamente sono lente a
sciogliere i loro legami terreni, e che si attaccano a coloro che hanno lasciato
dietro di loro. Consideriamo per un attimo quest'ultima classe.
Accade a volte che un'anima che è naturalmente adatta alla vita normale sui
Piani Astrali superiori, sia così legata ed attaccata a questioni che riguardano
la vita terrena, che, dopo il suo risveglio dal sonno dell'anima, sulle prime
rifiuta di partecipare alla normale esistenza Astrale, ma invece si occupa degli
affari terreni che dovrebbe invece aver lasciato dietro di sé. Questa sfortunata
condizione nasce in genere da qualche senso di non aver completato qualche
compito, o dal rimorso, o dall'ansia sul benessere di qualche caro che è
rimasto indietro. In tali casi realmente continua ad aleggiare nello spazio che
circonda la persona o il luogo a cui è interessata, e, in straordinarie condizioni
psichiche, può realmente rendersi visibile ai sensi delle persone incarnate.
Appartengono a questa categoria le povere anime afflitte che vagano sulla
scena dei loro misfatti terreni, spinte dal rimorso a tentare di distruggerne o
attenuarne le conseguenze. Queste anime infelici non sono, naturalmente
"completamente sveglie" sul Piano Astrale né sul piano della vita terrena.
Agiscono piuttosto come sonnambuli, non riuscendo a partecipare al normale
corso né dell'una né dell'altra vita.
Affini a queste sono le anime preoccupate e tormentate dal pensiero di
qualche dovere o compito rimasto incompiuto, e che in condizioni di
sonnambulismo si aggirano intorno ai luoghi della vita precedente, tentando
nebulosamente di mettere le cose a posto. Una terza categoria è composta da
poche anime così attaccate personalmente a quelle rimaste sulla terra, da
cercarle continuamente, sforzandosi inutilmente di aiutarle o guidarle.
In tutti questi casi i superstiti hanno un preciso dovere. Essi devono
ammonire mentalmente le povere anime che la giusta sede della loro attività è
sul Piano Astrale; che è loro dovere cessare di tormentarsi ed aggirarsi sulle
scene della terra; e che debbono cedere all'attrazione verso l'alto, elevandosi
al loro piano di esistenza Astrale per goderne le beatitudini. Chi avverte la
presenza di anime disincarnate non deve sottrarsi a tale dovere, qualunque sia
la pena che gliene derivi. È come parlare ad un bambino, nella maggioranza
dei casi, data la condizione semi-addormentata dell'anima legata alla terra di
questa categoria.
Sebbene l'anima possa disperdersi e piangere come un bambino, bisogna
esortarla, come si farebbe col bambino, a fare il proprio dovere ed a
raggiungere la propria dimora. Questo consiglio sarà spesso ascoltato e
l'anima cederà all'attrazione ascensionale, ponendo fine all'agitata esistenza.
Peraltro, anche senza tali consigli, l'attrazione delle più alte sfere finisce per
prevalere col tempo, e l'anima sale a raggiungere la propria vera sede
nell'Astrale. Diffidiamo chiunque dall'incoraggiare l'anima legata alla terra a
restarvi. Sarebbe come incoraggiare il nascituro a rimanere nel grembo, o la
farfalla a restare crisalide. Nessun bene può venire da una violazione delle
leggi della Natura, su qualsiasi piano di esistenza, compreso l'Astrale.
La categoria più bassa delle anime legate alla terra è completamente
diversa. Si compone di anime in cui, dato il bassissimo livello di sviluppo
spirituale, l'animalità predomina, e la materialità bruta è l'attributo
emozionale caratteristico. Queste anime sono considerate "legate alla terra"
perché l'attrazione del piano materiale contrasta la sollecitazione verso l'alto
così fortemente da neutralizzarla, prevalendo in modo che l'anima vive su un
piano il più vicino possibile a quello materiale. In sostanza, i piani inferiori
dell'Astrale sono abitati da questa bassa categoria di anime, così poco lontane
dal piano materiale che la loro situazione appare come uno stadio di
transizione fra il piano materiale e quello astrale – una commistione dei due.
È come se un tenuissimo velo fosse calato fra il piano astrale e la scena della
vita materiale – un ipnotizzante velo per queste basse anime – cosicché,
mentre non possono partecipare effettivamente agli affari terreni, possono in
qualche modo esserne vagamente consapevoli.
Queste anime basse legate alla terra di regola limitano le loro visite terrestri
agli scenari che le hanno attratte nella vita terrena. E queste anime si dilettano
diabolicamente a cercare di influenzare quelli del loro genere ancora
incarnati, quando sono confusi, spingendoli a nuove infamie e spesso a reali
crimini. In qualche caso estremo queste anime degradate hanno cercato di
rientrare nel loro guscio Astrale scartato e addirittura in quello di altri, e con
grande sforzo cercare di materializzarlo anche per breve tempo in forma
oggettiva di "fantasma". La natura di queste entità cambia solo di poco
durante il loro soggiorno in Astrale, ed esse continuano a compiacersi di tiri
grossolani, come durante i loro giorni di vita terrena. Molti casi di apparizioni
di fantasmi, di lancio di oggetti concreti, sono dovuti a questa bassa categoria
di anime disincarnate. Esse possono essere sempre allontanate e fatte
scomparire da chi dimostri loro di comprenderne la vera natura ed ordini loro
di allontanarsi. Uno sguardo imperioso ed un tono autoritario, uniti a parole
che dimostrano che le loro finzioni sono smascherate, volgeranno sempre in
fuga quelle creature, e le respingeranno donde vennero, sconfitte ed umiliate.
Un altro divertimento favorito da una certa categoria di questa specie di
basse anime disincarnate è quello di apparire nella forma Astrale, nelle sedute
spiritiche o in altre riunioni in cui le condizioni psichiche sono
sufficientemente favorevoli alla materializzazione. In simili casi queste
creature tentano impudentemente di assumere le sembianze altrui, sia di
amici o parenti di qualcuno dei presenti, sia di personaggi storici.
Chiunque abbia partecipato a sedute spiritiche ed abbia visto "George
Washington" o "Giulio Cesare" comparire e conversare nel tono e con le
parole delle persone più volgari, ne comprenderà facilmente la ragione. La
conoscenza di questo fatto servirà ad illuminare molte enigmatiche fasi dei
fenomeni psichici.
Questa bassa categoria di anime rimane, peraltro, poco tempo sul Piano
Astrale e passa a reincarnarsi in ambienti che corrispondono alla loro natura
ed ai quali sono attratte dalle leggi spirituali. Poiché sono totalmente attratte
dal mondo fisico, non v'è nulla che le trattenga sul Piano Astrale, e la loro
dimora vi è, nella maggioranza dei casi, molto breve.
Tuttavia anche nelle peggiori e nelle più brutali persone c'è un minimo di
bontà ed una scintilla spirituale che brilla brevemente durante ogni soggiorno
sul Piano Astrale. Nel corso del tempo, tale scintilla è sufficientemente
alimentata per emettere una fievole luce che illumina il cammino della povera
anima e la avvia verso cose più alte. Così anche fra quelle povere entità v'è
almeno un minimo di speranza e di promessa. Ma in maggioranza si tratta di
anime degenerate e cadute – discese da uno stato più alto – le quali, se non
traggono profitto dalle pene della vita materiale, sono destinate ad andare
sempre più in basso, finché la Natura benignamente non le distrugge,
risolvendole negli elementi spirituali originali.
Ci sono sotto-piani dell'Astrale così bassi e degradati che esitiamo a
ricordarli. Sono abitati da anime infime ed abiette, condannate
all'annichilimento, essendo per la loro essenza inadatte al cammino sui piani
sacri. Non parleremo qui dei particolari di questi sotto-piani, limitandoci a
citare le parole di due distinti autori, uno più antico ed uno più recente.
Dice l'antico saggio: "Io vedo com'è quel luogo. Privo di acqua, di aria, di
luce. Di una profondità infinita, e nero come la notte più fonda". Il più
moderno così parla: "Molti allievi trovano estremamente penosa
l'investigazione di questa sezione, perché in essa v'è un senso di densità e di
grossolana materialità indescrivibilmente sgradevole al corpo Astrale
liberato, che prova l'impressione di aprirsi la strada in un viscido fluido nero,
mentre gli abitanti e gli influssi locali sono straordinariamente
indesiderabili".
È appena necessario ammonire chi si occupa di fenomeni psichici di
carattere materiale che lo portano più o meno in contatto con questi piani
inferiori dell'Astrale. Tuttavia intendiamo ripetere l'ammonimento in questo
lavoro, come in altri nostri volumi.
L'ignoto tenta ed affascina molti, particolarmente quelli che non sono
familiarizzati con i fenomeni del Piano Astrale. Simili persone "si
avventurano follemente ove gli angeli non osano" e attirano a sé le più
indesiderabili entità e condizioni Astrali. Il nostro consiglio al riguardo è:
mantenere fissa la mente alle più alte verità dello spirito, ed alla più elevata
vita dell'anima; distogliere lo sguardo risolutamente dai fenomeni psichici
inferiori; non cercare affatto "fenomeni", ma la Verità, che, quando è
conosciuta, tutto illumina. Cercate sempre il sole dello Spirito, ed evitate il
pallido raggio della luna psichica.
CAPITOLO XVII
GUSCI ASTRALI

Trascureremmo il compito che ci siamo proposti con questo libro, se


omettessimo di menzionare un fenomeno particolare del Piano Astrale che
causa molta confusione a tutti i principianti nelle indagini dei fenomeni
psichici. Alludiamo a quelli che sono stati chiamati "Gusci Astrali", o corpi
astrali consumati delle anime che si sono risvegliate dal sonno sul Piano
Astrale. Questi involucri esauriti dell'anima vengono spesso confusi con
l'anima stessa, e a causa di questo errore è sorta molta confusione.
Ogni entità umana nella sua vita terrena ha, oltre il corpo fisico, una forma
più sottile e rarefatta di corpo, che è chiamato il Corpo Astrale (a volte
chiamato il "doppio eterico", noto agli indù come Linga Sharira). Questo
corpo Astrale è un'esatta controparte del corpo fisico, e di fatto, il modello
più sottile su cui viene modellato il corpo fisico. Quando l'anima lascia il
corpo fisico, porta con sé il Corpo Astrale come suo veicolo, e vi abita
durante il suo sonno, scartandolo solo quando si risveglia e passa a stati più
alti dell'Astrale. Il Corpo Astrale, così scartato dall'anima, diviene allora
quello che è noto agli occultisti come un "Guscio Astrale".
In un lavoro precedente, abbiamo parlato in tal modo del "Guscio Astrale",
dopo che è stato scartato dall'anima:" Il Corpo Astrale esiste per qualche
tempo dopo la morte della persona cui appartiene, e in determinate
circostanze è visibile dalle persone viventi, che lo chiamano 'fantasma'. Il
Guscio Astrale che talvolta si vede dopo essere stato lasciato dall'anima non è
altro che un cadavere di materia più fine del suo doppio fisico. Non possiede
quindi né vita né intelligenza e non è altro di più di una nube che nel cielo
rassomigli ad una forma umana. È soltanto un involucro... Abbandonato
dall'anima comincia a dissolversi... Fluttua nell'atmosfera inferiore Astrale,
finché si risolve nei suoi elementi originali.
"Sembra subire una particolare attrazione verso il suo antico 'doppio' fisico,
e spesso ritorna a dissolversi presso di esso. Le persone dotate di vista
psichica, sia normalmente che per influenza della paura o di altre emozioni
simili, spesso vedono questi 'Gusci Astrali' fluttuare intorno alle tombe, sui
campi di battaglia, e li scambiano per gli 'spiriti' dei morti, mentre non
rappresentano l'anima delle persone più di quanto la rappresenti il corpo
fisico sulla terra.
"Questi 'Gusci Astrali' possono essere galvanizzati in una sembianza di vita
venendo in contatto con l'energia di qualche 'medium' il cui prana li anima,
ed il cui subconscio vi induce segni di vita e di intelligenza. In alcune sedute
medianiche questi Gusci Astrali vengono materializzati dalla vitalità del
medium e fatti parlare in maniera stupida e sconnessa ai presenti, ma non è la
persona che parla, bensì un mero involucro animato dal principio vitale del
medium e del 'circolo', e che parla e agisce come un automa. Vi sono
naturalmente altre forme di 'ritorno dello spirito', ma gli studiosi di fenomeni
spiritistici non devono confondere questi 'Gusci Astrali' con la vera anima
degli amici trapassati."
Un'importante autorità sul soggetto ha scritto dei "Gusci Astrali" quello che
segue: "Alla morte si separa dal corpo per breve tempo e, in talune anormali
condizioni, può divenire visibile alle persone terrene, ed è scambiato
naturalmente per lo spettro della persona dipartita. Le apparizioni spettrali
possono essere ottenute in un altro modo, ma il terzo principio (il Corpo
Astrale), quando appare in un fenomeno visibile, è un semplice aggregato di
molecole in una particolare condizione, senza vita o coscienza alcuna. Esso
non è niente di più che un cirro nuvoloso che assume l'aspetto di una forma
animale. Parlando in generale, il linga sharira non abbandona il corpo che
alla morte, né emigra lontano da esso in tal caso. Quando è visibile, e ciò
avviene raramente, lo è in prossimità del luogo ove giace il corpo fisico.
"...È un errore parlare di coscienza del 'Guscio Astrale' nel senso che noi
intendiamo della vita; ciò nonostante può essere risvegliata nell'involucro
qualche cosa che vi rassomiglia improvvisamente, e che non ha alcuna
relazione con la vera coscienza che si sviluppa intanto, per forza e vitalità
proprie, nella sfera spirituale. L'involucro non ha alcun potere di apprendere e
assimilare nuove idee né di agire sulla base di queste. Ma v'è in esso una
sopravvivenza degli impulsi volitivi ricevuti durante la vita... Può essere
galvanizzato per un certo tempo dalla corrente medianica in uno stato di
coscienza e di vita che può essere paragonato a quello di una persona che,
trasportata in una camera sconosciuta in stato di incoscienza durante una
malattia, vi si risvegli debole, con la mente confusa, e guardi intorno con un
gelido senso di smarrimento assorbendo impressioni, udendo parlare e
rispondendo vagamente. Simile stato di coscienza è dissociato dalle nozioni
di passato e avvenire. È una coscienza automatica derivata dal medium."
Scrive un altro autore: "I resti dei Corpi Astrali abbandonati ed in via di
disintegrazione non hanno alcun rapporto con le anime che prima li
abitavano. Sono semplici involucri senza vita o mente, e tuttavia conservano
un certo grado di vitalità. Essi sono cadaveri Astrali, come cadavere è un
corpo fisico abbandonato. Ma come in questo una forte corrente galvanica
può risvegliare un'apparenza di vita, per cui muoverà gli occhi, le gambe, e
perfino emetterà suoni – così i cadaveri Astrali possono essere galvanizzati
dalla vitalità di un medium (che ne è inconscio), se le condizioni sono
favorevoli, e possono essere materializzati così da apparire come ombre che
agiscono, si muovono e parlano anche, e la cui mente è tuttavia quella fornita
loro dal medium e dai presenti alla seduta."
L'attento studioso di occultismo troverà nei lavori di tutti i migliori autori
molti avvertimenti contro la confusione tra i fenomeni relativi a questi "Gusci
Astrali" e quelli inerenti all'effettiva comunicazione fra anime disincarnate e
incarnate. Ma il pubblico generale, non essendo informato, cade facilmente
nell'errore di supporre che questa categoria di fenomeni sia una
manifestazione del "ritorno degli spiriti", con grave danno della giusta causa
dello spiritualismo razionale. È uno scherzo macabro galvanizzare
temporaneamente in vita questi involucri Astrali mediante la vitalità del
medium (consciamente o meno) e farli scambiare per le anime dei parenti o
amici scomparsi. Eppure questa terribile esperienza è accaduta a molti
intelligenti studiosi di fenomeni psichici e a molte persone che l'amore ha
spinto a voler ancora comunicare con i cari scomparsi.
Appare invero necessario diffondere tra il pubblico una maggiore
conoscenza dell'occultismo oggi che tanti si dilettano di ricerche psichiche e
producono fenomeni psichici di cui non comprendono il carattere e la natura.
Confidiamo che nulla di quanto abbiamo detto in questo e nei capitoli
precedenti sia considerato come un attacco contro il moderno spiritualismo
occidentale: non è affatto nostra intenzione. Ci rendiamo conto che attraverso
lo spiritualismo moderno molte anime di buona fede sono state condotte a
comprendere le più alte verità spirituali, giungendo alle porte della più alta
intelligenza occultistica. In realtà lo spiritualismo moderno si occupa ben
poco dei fenomeni, lottando invece per svelare le verità della vita nelle più
alte sfere dell'esistenza dell'anima. Ma ai margini del movimento vi sono
molti che sono attratti solo dai fenomeni più sensazionali – e a questi è
rivolto l'avvertimento, del pari che a coloro i quali seguono passivamente il
movimento di "ricerche psichiche", attratti dall'amore del nuovo e dalla
speranza di emozione. Desideriamo avvertire gli uni e gli altri che, aprendo le
porte della mente e dell'anima alle influenze Astrali inferiori, corrono gravi
rischi. Vi sono paludi e sabbie mobili nel mondo astrale, nelle quali l'incauto
può affondare. Noi diciamo: ATTENTI ALLE VIBRAZIONI ASTRALI
INFERIORI. Concentrate la mente e l'anima sulle più alte verità, e resistete
alla tentazione di impantanarvi nei fenomeni degli strati inferiori. Non c'è
soddisfazione nell'aspetto lunare dell'occultismo, e si incontrano spesso
grandi pericoli – voltate la vostra faccia verso il SOLE! Vivete sulle altezze
spirituali – attenti alle paludi miasmatiche e ai campi malarici delle terre
basse dello psichismo. Questi avvertimenti non saranno mai ripetuti troppo
spesso da coloro che hanno a cuore l'interesse della razza.
CAPITOLO XVIII
IL SECONDO SONNO DELL'ANIMA

Uno dei molti fatti che si imprimono sulle menti degli studenti di
occultismo è quello che illustra il principio che la Natura è coerente e
uniforme nei suoi metodi. Sui vari piani di esistenza, la Natura ha alcuni
metodi fondamentali o modi di manifestazione che lo studente impara presto
a cercare nelle sue indagini, e che trova sempre se continua sufficientemente
a lungo la sua ricerca e osservazione.
Uno di questi costanti metodi della Natura è quello con cui sempre frappone
un periodo di riposo, pausa, sonno, o recupero tra la fine di un periodo di
attività e l'inizio di un altro. Sul piano fisico abbiamo molti esempi di questo,
dalla pausa temporanea del pendolo tra l'oscillazione in avanti e quella
all'indietro, la pausa tra l'inspirazione e l'espirazione, il sonno tra la chiusura
del giorno e l'inizio del successivo, il periodo di riposo del bambino non
ancora nato tra il suo periodo di formazione e la sua nascita nel nuovo
mondo, ecc..
Nel mondo Astrale troviamo lo stesso fenomeno nel sonno dell'anima che
avviene tra quella che chiamiamo Morte e l'inizio della nuova esistenza sul
Piano Astrale.
E, ragionando per analogia, possiamo naturalmente aspettarci di sapere che
una fase o periodo simile esista tra la fine delle attività dell'anima sul Piano
Astrale e il suo passaggio alla reincarnazione o a sfere più alte di vita
spirituale. E invero tale periodo esiste, e forma un aspetto molto distinto
dell'esistenza dell'anima sull'"altra sponda". Tale fase è nota agli occultisti
come il "secondo sonno dell'anima", o secondo letargo.
Il secondo sonno dell'anima è preceduto da uno stato di transizione di
attività e consapevolezza che declina gradualmente, e di un corrispondente
desiderio di riposo da parte dell'anima. Quando i processi naturali sul Piano
Astrale si avvicinano alla conclusione, l'anima inizia a sperimentare un senso
di languore e stanchezza, e istintivamente desidera una pausa e il riposo. Si
trova ad aver realizzato la maggior parte dei suoi desideri, ambizioni, ed
ideali, e in molti casi li ha superati. Le giunge quel senso pensoso di aver
compiuto lo scopo del suo destino, e una premonizione dell'avvicinarsi di una
nuova fase di esistenza. L'anima non sente dolore all'avvicinarsi del secondo
sonno dell'anima, ma, al contrario, sperimenta soddisfazione e felicità al
giungere di qualcosa che promette riposo e recupero. Come il viaggiatore
stanco che ha scalato sentieri di montagna ed ha goduto delle esperienze del
viaggio, l'anima sente che si è ben meritata un sano riposo, e, come quel
viaggiatore, lo aspetta con desiderio.
L'anima può aver passato solo alcuni anni, o forse cento o mille anni, di
tempo terrestre, sul Piano Astrale, secondo il suo grado di sviluppo ed
evoluzione. Ma, che il suo soggiorno sia stato breve o lungo, il senso di
stanchezza la raggiunge alla fine, e, come molte persone anziane sulla terra,
sente che "il mio lavoro è finito – lasciatemi morire, lasciatemi morire".
Prima o poi, l'anima sente il desiderio di fare nuove esperienze, e di
manifestare in una nuova vita qualcuno dei progressi che ha realizzato grazie
al suo sviluppo sul Piano Astrale. E, per queste ragioni, e anche per
l'attrazione dei desideri che si sono accumulati, perché non sono stati vissuti o
sono stati soffocati, o forse influenzata dal fatto che qualche anima amata, su
un piano inferiore, sta per incarnarsi, per cui desidera esserle insieme, (ciò
che è anche una forma di desiderio), l'anima cade in una corrente che scorre
verso la rinascita e la selezione dei genitori adatti e delle più vantaggiose
circostanze ambientali. Di conseguenza, cade di nuovo in uno stato di sonno
gradualmente, e, a tempo debito, "muore" sul Piano Astrale, come già sul
piano materiale, e procede verso la rinascita sulla terra.
Ma, strettamente parlando, l'anima continua in una condizione di parziale
sonno anche dopo che è rinata sulla terra, perché non si sveglia subito nel
corpo del neonato, in cui si è reincarnata. Al contrario, si sveglia
gradualmente durante la prima infanzia e giovinezza del bambino. Questo è
un fatto molto interessante della scienza occulta, che è conosciuto ben poco
anche da molti studenti attenti. Ne abbiamo parlato così: "Un'anima non si
risveglia immediatamente alla nascita, ma resta in uno stato di sogno per i
giorni dell'infanzia; si risveglia gradualmente con la crescente intelligenza del
bambino, col cervello che tiene il passo con le richieste che gli vengono fatte.
In alcuni casi il risveglio è prematuro, e vediamo casi di bambini prodigio,
geni infantili, ecc., ma tali casi sono più o meno anormali, e poco sani.
Occasionalmente l'anima sognante nel bambino si sveglia a metà, e ci
sorprende con qualche osservazione profonda, o condotte e affermazioni
mature... I rari casi di bambini precoci o geniali sono esempi di risveglio più
rapido dell'ordinario. Sono noti casi in cui gli uomini sembrano risvegliarsi a
quarant'anni e più, dedicandosi al lavoro con rinnovata attività ed energia che
sorprende chi li ha conosciuti prima".
Ma ora siamo interessati in particolare ai primi stadi del secondo sonno
dell'anima – gli stadi che vengono trascorsi sul Piano Astrale. In questi primi
stadi, il sonno attraversa uno stadio particolare di quello che può essere
chiamato "digestione e assimilazione spirituale". Proprio come, nel primo
sonno dell'anima, l'anima digeriva i frutti della sua vita terrena ed assimilava
le lezioni ed esperienze là attraversate, così in questo secondo sonno l'anima
digerisce e assimila le meravigliose esperienze dell'Astrale. Perché, ricordate,
il periodo in Astrale è stato non solo una retrospettiva da una parte, e una
manifestazione di poteri latenti, dall'altra; è stato anche un periodo di
ricostruzione e di sviluppo.
Molte cose sono state vissute e superate sul Piano Astrale, e l'anima lascia
l'Astrale come un'entità molto diversa da quella che vi è entrata. Ma, e
ricordate anche questo, il cambiamento è sempre in meglio. Molte
caratteristiche indesiderabili sono state bruciate dai fuochi del pentimento e
del rimorso, e molte caratteristiche desiderabili sono state sviluppate nel ricco
terreno spirituale dei piani superiori, aiutate dal Sole dello Spirito che
avvolge l'anima sui piani superiori. Ma è ancora necessario un processo di
"immagazzinamento", riaggiustamento delle condizioni mentali, e
preparazione spirituale ad una nuova vita – e questo avviene nei primi stadi
del secondo sonno dell'anima.
Come il bambino, o l'adulto, riceve l'energia necessaria per il lavoro del
giorno successivo, quando è avvolto nel sonno alla fine della giornata, così
l'anima dormiente riceve energia dall'Unica Fonte, affinché affronti la nuova
vita con vigore e potenza. Non entriamo qui nei dettagli di questo lavoro di
recupero, perché desideriamo evitare ogni apparenza di tecnicismo. Basta
dire che l'anima riceve un nuovo impeto di energia e la "forma psichica" del
suo nuovo corpo fisico, durante il secondo sonno. Le è concesso anche di
sperimentare il potere di attrazione dei suoi legami karmici, che conduce alla
rinascita in conformità del carattere della sua natura. Similia similibus è
l'assioma che esprime il procedimento.
Ogni anima va dove la sua essenza la destina. Non è sottoposta ad alcun
arbitrario comando di alcun essere in cielo o in terra, ma in ogni caso opera
l'assoluta e giusta legge del Karma. Non v'è favoritismo, non v'è la minima
possibilità di ingiustizia nel destino di ciascuna anima, nobile o umile che sia.
La più alta come la più bassa è sotto la stessa legge, poiché tutti sono figli
dello stesso padre – tutti bambini nel giardino d'infanzia dell'Assoluto. Tutti
sono sulla Via, lo sappiano o no – e la loro ignoranza non è ad essi
addebitata.
Nell'ultimo capitolo di questo libro parleremo di anime che si elevano al di
sopra della reincarnazione nella vita terrena, ed ascendono a piani e stadi di
esistenza molto al di sopra di quanto la terra possa offrire. Le menzioniamo
qui solo per dire che anche tali anime debbono passare attraverso un secondo
letargo sul Piano Astrale, prima di procedere oltre.
In simili casi perdono durante il sonno quanto è rimasto dei ceppi del
desiderio terreno, e scagliano via tutti i frutti dell'azione terrena salvo quella
che è chiamata Liberazione o Libertà. Simili anime non si risvegliano più
sulla terra, né vi ritornano, salvo che, se mai, vogliano rivisitarla secoli dopo
come grandi maestri o capi. Esse qualche volta attraverso i secoli, hanno
rivestito la forma umana, ma sono state sempre molto al di sopra degli
uomini, salvo che nell'aspetto. Vi sono pani su piani di esistenza più elevati
della terra e del Piano Astrale. Benedetta è invero l'anima che si risveglia dal
secondo sonno e si trova anche nel più umile di questi stati esaltati. Perfino il
più saggio china la testa in segno di riverenza alla menzione di simili sfere di
esistenza, che trascendono anche l'immaginazione umana.
CAPITOLO XIX
RINASCITA

Nel capitolo precedente abbiamo spiegato che l'anima, cadendo nel secondo
sonno, è presa dalle correnti dell'attrazione karmica e trasportata verso la
rinascita in un ambiente e con vincoli che concordano con la somma del suo
carattere e dei suoi desideri. Come vedremo nel capitolo successivo, alcune
anime sfuggono a questa corrente e sono invece trasportate verso più alte
sfere di attività e di esistenza, ma la maggioranza delle anime sul Piano
Astrale muove verso la rinascita terrena, tale essendo il loro Karma. Ma
bisogna qui avvertire l'allievo di non cadere nell'errore troppo comune di
ritenere che questo Karma sia qualche cosa di severo che decreta premio o
punizione secondo un determinato codice. Il Karma è semplicemente la legge
spirituale causale.
Noi siamo puniti non per i nostri peccati, ma da essi, noi siamo
ricompensati non per le nostre buone azioni, ma da esse. In breve, premio o
punizione nascono dalla stessa natura del nostro carattere, ed il nostro
carattere è la somma dei nostri desideri. Il DESIDERIO è quindi il primo
motore del Karma, e, attraverso il Karma, delle nostre rinascite. A molti
sembra che la rinascita sulla terra sia imposta all'anima contro il suo
desiderio. È vero l'opposto, perché la somma dei desideri dell'anima è lo
stesso effettivo motore della rinascita.
Chi è rinato sulla terra non è rinato contro il proprio volere o desiderio. Al
contrario, è rinato perché effettivamente lo desiderava. È trasportato dalla
corrente della rinascita perché le sue tendenze e desideri hanno creato
aspirazioni che possono essere soddisfatte solo dalla vita rinnovata nella
carne. Benché inconsciamente, egli si pone istintivamente nelle operazioni
della Legge di Attrazione ed è trascinato alla rinascita nell'ambiente
esattamente calcolato nella miglior maniera per permettergli di vivere questi
desideri – per esprimere ed esaurire la forza del desiderio. È ansioso di
soddisfare le sue aspirazioni, e, finché l'ansia non è calmata, i desideri non
possono sparire. Ciò non significa che necessariamente ogni desiderio
dev'essere appagato, perché spesso accade che nuove riflessioni od
esperienze inducano nell'anima ripugnanza per l'oggetto dell'antico desiderio,
che così muore di morte naturale. Ma finché è vivo, tende ad attrarre l'anima
verso oggetti ed ambienti idonei a soddisfarlo: ciò è vero nella vita terrena
come sul Piano Astrale. Il desiderio è sempre il grande motore dell'anima nel
determinare la rinascita.
L'anima, conservando il desiderio delle cose materiali – della carne e della
vita terrena – e non essendo in grado di ripudiarlo, cadrà naturalmente nella
corrente della rinascita che la condurrà verso le condizioni in cui quei
desideri fioriranno e si manifesteranno. Solo quando l'anima, attraverso molte
vite terrene, comincia a vedere l'illusorietà e la vacuità dei desideri terreni,
comincia ad essere attratta dalle cose della vita della sua più alta natura, e,
sfuggendo il flusso della corrente della rinascita, si solleva al di sopra di esso
e ascende alle eccelse sfere.
L'individuo medio, dopo anni di esperienza terrena, è in grado di dire che
non ha più desiderio di vita sulla terra, e desidera lasciarla per sempre. Queste
persone sono perfettamente sincere nelle loro dichiarazioni e sentimenti ma
uno sguardo nel profondo del loro cuore rivelerà uno stato di cose
interamente differente. Non sono, di regola, realmente stanche della vita
terrena, ma semplicemente di quel particolare tipo di vita terrena che hanno
sperimentato durante l'incarnazione. Hanno scoperto la natura illusoria di un
certo tipo di esperienze terrene, e si sentono disgustate dalle stesse. Ma sono
sempre piene di un altro genere di desideri e hanno fame di un altro genere di
esperienze sulla terra. Non hanno trovato felicità e soddisfazione nella loro
esperienza, ma ammetteranno, se sono onesti con se stesse, che se avessero
potuto avere delle cose "così", invece che "cosà", avrebbero trovato
soddisfazione. Il "se" può essere un amore soddisfatto, ricchezza, fama,
ambizione gratificata, successo di vario genere, ecc. - ma, che sia quel che
sia, il "se" c'è quasi sempre, e quel "se" in realtà è il seme dei desideri che
loro restano. E la brama per quel "se" è in realtà il motivo della loro rinascita.
Pochissime persone sarebbero disposte a rivivere la loro vita terrena – ed
esse sono oneste nelle loro dichiarazioni. Ma, come il vecchio Omar, esse
sarebbero più che disposte a riplasmare il mondo secondo il desiderio del loro
cuore – ed allora vivere la vita terrena. Comprendete? Non è la vita terrena in
se stessa che non amano, ma solo le particolari esperienze di essa.
Date all'uomo e alla donna medi giovinezza, salute, ricchezza, talento ed
amore, ed essi saranno pronti a ricominciare il carosello della vita terrena. È
solo la mancanza o la deficienza di queste o simili cose che fa sì che essi
sentano che la vita è un fallimento – una cosa che si può lietamente lasciarsi
alle spalle.
L'anima, nel suo soggiorno sull'Astrale, è riposata, ristorata e rinvigorita. Si
è dimenticata della stanchezza della vita conosciuta durante la precedente
incarnazione; è di nuovo giovane, vigorosa, ambiziosa e piena di speranza.
Sente in sé il richiamo dell'azione, l'ansia dei desideri, aspirazioni, ambizioni
inappagate – e cade prontamente nelle correnti che la portano sulla scena di
azione su cui tali desideri si potranno manifestare.
Abbiamo molti casi di simili cambiamenti di umore nella vita terrena. Ci
sentiamo stanchi, scoraggiati, anche scoraggiati dagli affari terreni alla fine
della giornata, dell'anno o di un periodo eccitante. Ma il riposo, il sonno, il
cambiamento di luoghi, e l'influsso di nuove impressioni operano un
mutamento, e presto ci riempie il desiderio di nuova attività, di nuova azione.
La maggioranza delle persone non sono in realtà disgustate o stanche della
vita, ma provano soltanto l'impulso dell'umanità verso "qualche cosa di
diverso, qualche altro luogo" - un mutamento di scena e di occupazione
sarebbero la loro rapida cura. Lo stesso è dell'anima stanca. Portatela
sull'Astrale, datele l'Elisir di Vita, ed essa sarà pronta per una nuova parte nel
Dramma della Vita.
Un altro punto molto incompreso è quello riguardante l'incoscienza
dell'anima nella scelta dell'ambiente della nuova nascita. È vero che in anime
di basso sviluppo, il processo è quasi totalmente istintivo, e non v'è
praticamente una cosciente scelta o comprensione. Ma quando l'anima
comincia a svilupparsi e ad acquistare conoscenza spirituale, comincia ad
avere una vista spirituale interiore e coscienza, ed in molti casi vede
confusamente, come in un sogno (durante il secondo sonno) le condizioni
verso cui è tratta, e spesso esercita una decisa scelta. Nel caso di una forte
personalità, purché spiritualmente sviluppata, v'è spesso più che una scelta in
sogno, perché simili stime fanno molto per "creare le circostanze" per la
propria nuova nascita, naturalmente nei limiti del Karma.
Un altro punto da chiarire riguarda il carattere dei desideri che costituiscono
il motore della rinascita. Non è che debbano essere necessariamente bassi o
malsani; al contrario essi possono essere della natura più elevata, e possono
essere le più belle aspirazioni, ambizioni o i più alti fini, ma in essi v'è
sempre il principio del desiderio. Alti o bassi, i desideri sono il seme
dell'azione. E l'impulso verso l'azione è la caratteristica del desiderio. Il
desiderio vuole sempre avere, fare, o essere. L'amore, anche il più altruistico,
è sempre una forma di desiderio, così l'aspirazione più nobile. Il desiderio di
beneficare il prossimo è desiderio quanto l'opposto. In realtà molte anime
altruistiche sono ricondotte alla rinascita semplicemente dall'insistente
aspirazione a compiere qualche grande opera dell'umanità, o per servire gli
altri, o per adempiere qualche dovere ispirato dall'amore. Ma, alti o bassi, se
questi desideri sono connessi in qualche modo alle cose terrene, sono motivi
e passi della rinascita.
In conclusione nessuna anima che nel suo intimo non desideri la rinascita
sulla terra, rinascerà mai. Simili anime sono attratte verso altre sfere, dove
l'attrazione della terra non è sentita. Il loro Karma le porta lontano dalla terra
– non verso di essa. Ma questa è la condizione soltanto di pochi, anche se, un
po' per volta, ogni anima la sperimenterà negli eoni a venire. Perché tutti sono
sul Sentiero, e l'evoluzione spirituale si muove con certezza, anche se
lentamente. Quelli che sono interessati a questa vita superiore dell'anima sono
invitati a leggere il prossimo ed ultimo capitolo. Se le sue parole vi
risuonano, avete già mosso i primi passi verso la realizzazione.
CAPITOLO XX
OLTRE LA REINCARNAZIONE

Quelli che immaginano che la Filosofia Yoga insegni che prima


dell'esistenza dell'anima ci sia un'infinita catena di rinascite terrene, o serie di
reincarnazioni, non hanno colto il reale spirito dell'insegnamento. Quando si
ricorda che la terra è solo uno di innumerevoli mondi preparatori, che hanno
il loro inizio e fine nel tempo, la follia di tale dottrina diviene evidente. La
terra non è che una delle molte scuole, che di tempo in tempo si sono formate
nel Cosmo, e che, al massimo, non sono che semplici residenze di basso
grado. L'anima dell'uomo persisterà per eoni dopo che questa terra, e milioni
di altre simili ad essa saranno svanite nell'etere dello spazio da cui
originariamente sono emerse. Attribuire alla vita terrena una simile
importanza nell'ordine Cosmico è contrario agli insegnamenti del saggio.
Inoltre è anche erroneo l'insegnamento che nell'attuale fase di esistenza
l'anima non progredisca oltre l'incarnazione terrena. Anche se la maggioranza
dell'umanità dovrà sottostare a molte incarnazioni terrene prima di trovare
liberazione e libertà, pure è ugualmente vero che quando un'anima raggiunge
lo stadio di sviluppo spirituale in cui non ci sono più legami alla vita terrena a
costringerla, in quel momento è impossibile che una tale anima sia costretta
ad incarnazioni terrene, neanche per un momento di tempo.
Vi sono molte anime ora sul Piano Astrale in via di superare gli ultimi stadi
di liberazione dai legami terreni. E vi sono molte anime ora nella vita terrena
che non ritorneranno mai più sulla terra, ma che, dopo il loro prossimo
soggiorno sul Piano Astrale, saliranno ai più alti piani dell'esistenza,
lasciando per sempre dietro di sé la terra e tutte le cose terrene. Inoltre vi
sono oggi sulla via della libertà migliaia di anime che avranno soltanto
un'altra vita terrena da sopportare – e questa passerà in uno stato di sublime
comprensione e visione. Attualmente ci avviciniamo alla fine di un ciclo in
cui un grandissimo numero di anime si prepara al volo verso l'alto, e molte
che leggeranno queste righe sono probabilmente all'avanguardia del
movimento.
Sarebbe somma follia per la scienza umana tentare di descrivere la natura
dell'esistenza sulle più alte sfere, anche di un solo grado più alte della terra.
Nessuna parola potrebbe esprimerne il significato; nessun concetto mentale
contenerne l'idea. Anzi, la maggioranza dell'umanità non ha neppure il
congegno mentale per pensare la natura di tale vita. La mente umana media
non può neppure cominciare a riflettere circa i piani medi dell'Astrale, ed il
concetto dell'Astrale superiore è molto al di sopra di essa. Quale potrà dunque
essere la sua posizione rispetto al pensiero del regno dell'essere di fronte al
quale perfino i più alti piani Astrali sono soltanto collinette paragonate ai più
grandi palazzi del mondo? Basti sapere che esiste un'infinita scala di
esistenza, composta da un regno dopo l'altro sempre più alto – e che l'anima è
destinata a passare sempre più in alto verso l'Infinito.
È possibile sfuggire al giro della reincarnazione terrena quando l'anima
apprende la verità circa la sua natura e le sue relazioni col tutto. Quando
comprende l'illusoria natura dell'universo dei fenomeni e si rende conto che il
mondo spirituale è l'unico reale, allora i legami della vita materiale si
allentano, e l'anima inizia la lotta contro le sue limitazioni. Questa liberazione
è il grande fine della filosofia Yoga. Questa è la ragion d'essere, il fine, dello
Yoga. Alcuni lo raggiungono con fedele lavoro, altri con l'amore della
divinità e del divino frammento nei loro simili; altri con l'uso dell'intelletto e
con la conquista della saggezza; altri sviluppando le facoltà di intuizione, ma
tutte queste strade conducono allo stesso fine. Quando la natura delle cose
terrene è compresa, esse perdono ogni presa sull'anima umana. Il desiderio
muore, e l'anima è liberata e raggiunge la libertà spirituale. Sciolta
dall'attrazione della terra, l'anima alta vola e sfiora le supreme regioni
dell'essere. Le filosofie dell'oriente sono nutrite di questa idea. Essa appare
sotto vari aspetti. All'occultista iniziato appare come tutti gli insegnamenti
religiosi del mondo abbiano il loro lato esoterico. E lo spirito
dell'insegnamento esoterico è sempre la Liberazione. Mentre scriviamo
queste parole i nostri occhi cadono su un libro che è sulla nostra tavola – una
piccola storia dell'oriente, narrata da uno scrittore occidentale, il quale ha
colto ed esprime bene lo spirito dell'oriente. Udite le sue parole e notate come
aderiscono allo spirito dell'insegnamento.
"Il fine del Saggio, secondo l'antica dottrina indù, è divenire padrone
assoluto di sé stesso (jitama), rendersi completamente superiore, o piuttosto
indifferente, all'attaccamento a tutte le pompe mondane. L'ordinario mortale è
un prigioniero, in ceppi, attaccato (sakta) agli oggetti di illusione dei sensi.
Chiunque aspiri ad emanciparsi deve prima, con un lungo e strenuo corso di
pena e austerità, staccare questi attaccamenti, finché, anche se rimane tra di
essi, essi lo percorrano come l'acqua su un'anatra, e continua a vivere,
secondo la formula classica, come una ruota che continua a girare quando
l'impeto originale è cessato; o come un ramo che continua ad oscillare dopo
che l'uccello l'ha lasciato. È sveglio, in contrasto con chi è ancora accecato
dall'illusione; è libero, in contrasto con chi è legato."
Il suddetto autore, tuttavia, ha sbagliato quando parla di "lungo e faticoso
corso di pena e austerità" necessario a separarsi dagli attaccamenti materiali.
Le migliori autorità si accigliano davanti a queste pratiche di severa austerità,
e non le incoraggiano. La vera pratica è quella della realizzazione della
saggezza, e dell'apertura del cuore all'ingresso della Divina Saggezza che
giunge sotto forma di intuizione. Si deve solo percepire la reale natura delle
cose materiali per perdere il desiderio di esse; perciò la Conoscenza è la
grande Liberatrice. È vero che il grande amore altruistico (Bhakti Yoga) farà
sì che cadano le croste dagli occhi dell'anima; è altrettanto vero che opere
costanti e compiti effettuati senza speranza di ricompensa (Karma Yoga)
faranno vedere chiaramente; ma il percorso maggiore di tutti è lo Gnani
Yoga, la Via della Saggezza.
A coloro che bramano liberarsi, raccomandiamo un attento studio della
Filosofia Yoga, o di qualsiasi altra forma di Religione-Saggezza, e l'attento
perseguimento della Vita dello Spirito che è comune a tutte le religioni,
correttamente intese.
Riteniamo che la migliore piccola guida al Sentiero scritta in lingua inglese,
sia quel piccolo manuale, "Luce sul Sentiero" che si basa su assiomi occulti
comuni anche nell'antica Atlantide. In questo piccolo manuale si trovano "Le
regole che sono scritte sulle Mura della Sala dell'Apprendimento", dai
"Governatori del Cancello Dorato". Come ha detto uno scrittore: "Quello è
che è Parsifal per gli amanti della musica, è 'Luce sul Sentiero' alle anime che
aspirano – una fonte infinita di ispirazione e meraviglia". I seguenti assiomi,
presi dalle sue pagine, danno la nota chiave, quando chiaramente compresi –
il resto del manuale è solo una spiegazione degli assiomi:
1. Uccidi l'ambizione
2. Uccidi il desiderio della vita.
3. Uccidi il desiderio del benessere.
4. Uccidi ogni senso di separazione.
5. Uccidi ogni desiderio di sensazione.
6. Uccidi la fame per la crescita.
7. Desidera solo quello che è dentro di te.
8. Desidera solo quello che è oltre te.
9. Desidera solo quello che è irraggiungibile.
10. Desidera il potere ardentemente.
11. Desidera la pace fervidamente.
12. Desidera il possesso di tutto.
13. Cerca la via.
14. Cerca la via ritirandoti dentro di te.
15. Cerca la via avanzando all'esterno arditamente.
16. Stai da parte nella battaglia che giunge; e, anche se combatti, non
essere tu il guerriero.
17. Cerca il guerriero, e lascia che combatta in te.
18. Segui i suoi ordini per combattere, e obbediscigli.
19. Ascolta il canto della vita.
20. Conserva nella tua memoria la melodia che odi.
21. Impara da essa la lezione dell'armonia.
22. Guarda attentamente tutta la vita che ti circonda.
23. Impara a guardare con intelligenza nei cuori degli uomini.
24. Guarda attentamente il tuo stesso cuore.
25. Cerca nella terra, nell'aria, nell'acqua, i segreti che custodiscono per
te.
26. Chiedi ai santi della terra i segreti che custodiscono per te.
27. Chiedi all'assoluto, all'Uno, il suo segreto finale che custodisce per
te nelle epoche.
28. Tieniti stretto a ciò che non ha né sostanza né esistenza.
29. Ascolta solo la voce che è senza suono.
30. Guarda solo quello che è invisibile ai sensi interni ed esterni."

Questi assiomi hanno sette vari e distinti significati, sovraimposti uno


sull'altro, e che sono scoperti solo quando i veli via via si sollevano dagli
occhi dell'anima nel suo sviluppo. Beato colui che può comprendere anche
solo il primo set di significati, perché è sulla Via.
Il commentatore di questi assiomi, nel piccolo manuale, dà il seguente
consiglio a coloro che cercano la Via della Liberazione e della Pace: " Cerca
nel cuore la fonte del male e purgala. Vive e dà frutti sia nel cuore del
discepolo devoto come nel cuore dell'uomo di desiderio. Solo il forte può
sradicarla. Il debole deve aspettare che cresca, dia frutti, e muoia. Ed è una
pianta che vive e cresce nel tempo. Fiorisce quando l'uomo ha accumulato in
sé innumerevoli esistenze. Colui che entra sul sentiero del potere deve
strappare questa cosa dal suo cuore. E allora il cuore sanguinerà, e l'intera
vita dell'uomo sembrerà dissolversi completamente. Questo calvario deve
essere sopportato; può giungere al primo gradino della pericolosa scala che
conduce al sentiero della vita; può non giungere che alla fine. Ma, o
discepolo, ricorda che deve essere sopportato, e volgi le energie della tua
anima a questo compito. Non vivere né nel presente, né nel futuro, ma
nell'Eterno. Questa erbaccia gigante non può fiorire là; questa macchia
dell'esistenza è cancellata dalla stessa atmosfera del pensiero eterno."
Lo stesso commentatore pronuncia inoltre il seguente avviso: "Cerca il
fiore che fiorisce nel silenzio che segue la tempesta; non fino ad allora.
Fiorirà, sboccerà, spunteranno rami e foglie e formerà gemme, mentre la
tempesta continua, mentre dura la battaglia. Ma non finché l'intera
personalità dell'uomo si sia sciolta e fusa – non finché non venga ritenuta dal
divino frammento che l'ha creata come un semplice soggetto di un serio
esperimento ed esperienza – non finché l'intera natura non abbia ceduto e sia
divenuta sottomessa al suo Sé superiore, potrà il fiore aprirsi. Allora
giungerà una calma come in un paese tropicale dopo la forte pioggia, quando
la Natura opera in modo così rapido che si può vedere la sua azione. Una
calma simile giungerà allo spirito turbato. E nel profondo silenzio accadrà il
misterioso evento che proverà che la strada è stata trovata. Chiamala con
qualsiasi nome, è una voce che parla dove non c'è nessuno a parlare – è un
messaggero che viene, un messaggero senza forma o sostanza; oppure è il
fiore dell'anima che si è aperto. Non si può descrivere con nessuna metafora.
Ma può essere inseguito, cercato, desiderato, anche in mezzo all'infuriare
della tempesta. Il silenzio può durare un momento di tempo o mille anni. Ma
finirà. E tu porterai con te la sua forza. Ancora e ancora la battaglia deve
essere combattuta e vinta. È solo per un intervallo che la Natura può
fermarsi."
In conclusione, citiamo ancora l'autore di già menzionate parole – parole
ispirate da una fonte superiore di autorità e saggezza:
"TRE VERITA'"

"Ci sono solo tre verità che sono assolute, e che non possono essere
perdute, ma che restano in silenzio perché inesprimibili. 1) L'anima dell'uomo
è immortale, e il suo futuro è il futuro di una cosa la cui crescita e splendore
non hanno limiti. 2) Il principio che dà la vita abita in noi, e con noi; è
immortale ed eternamente benefico; non si vede né si ode, né si tocca, ma è
percepito dall'uomo che desidera percepirlo. 3) Ogni uomo è il governatore
assoluto di se stesso, il dispensatore di gloria o avvilimento, ed è lui stesso
che decreta la sua vita, la sua ricompensa o punizione.
"Queste verità, che sono grandi come la vita stessa, sono semplici come la
mente più semplice dell'uomo. Datele agli affamati."

E ora, amico e lettore, ti lasciamo ancora una volta. Confidiamo che ciò che
abbiamo detto si proverà essere come i semi di alberi futuri di conoscenza
dentro di te. Perché questo è il massimo che l'insegnante può sperare di fare –
piantare semi. Confidiamo che ti abbiamo almeno portato alle porte della
percezione della verità che non c'è nessuna Morte – che ciò che chiamiamo
Morte è solo l'"altra sponda" della Vita, e una cosa sola con essa. Possano i
tuoi occhi spirituali aprirsi, perché tu possa percepire queste verità da te
stesso e attraverso la tua esperienza. E ora, ancora una volta, bravo studente,
ti diciamo:

LA PACE SIA CON TE!

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