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LA VITA DOPO
LA MORTE
La razza è stata ipnotizzata dall'idea della Morte. L'uso comune del termine
riflette l'illusione. Sentiamo quelli che dovrebbero saperne di più parlare di
persone che sono state "recise nel fiore della giovinezza", oppure "la cui vita
è stata troncata prematuramente", ecc.. L'idea esprime il concetto che
l'individuo è stato strappato alla vita e ridotto a niente. Questo è
particolarmente vero nel mondo occidentale. Anche se la religione dominante
dell'ovest insegna le gioie dell'"aldilà" in termini così forti che sembrerebbe
che ogni credente dovesse accogliere con gioia il trapasso, anche se si
potrebbe ben supporre che parenti e amici dovrebbero vestirsi vivacemente ed
ornarsi di fiori per il trapasso del loro caro in una sfera di esistenza più
luminosa e felice – nonostante questo, vediamo le manifestazioni opposte. La
persona media, nonostante la sua fede ed il suo credo, sembra temere
l'approccio della "falce", e i suoi amici si vestono di nero ed esprimono in
ogni modo il dolore di aver perso per sempre il loro caro. Nonostante le loro
convinzioni, o espressione di credo, la Morte incute un terrore che sembrano
non riuscire a superare.
In coloro che hanno acquisito quel senso di consapevolezza dell'illusione
della morte, queste spaventose emozioni sono svanite. Per loro, anche se
sentono naturalmente il dolore di una temporanea separazione e la perdita
della sua compagnia, l'amato sembra essere semplicemente passato ad
un'altra fase della vita, e niente è stato perduto – niente è perito. C'è una fiaba
indù antica di secoli, in cui si parla della storia di un bruco, che, sentendosi
avvicinare il languore che testimonia la fine della sua esistenza strisciante e
l'inizio di un lungo sonno nello stadio di crisalide, chiama attorno a sé i suoi
amici. "È triste" disse, "pensare che devo abbandonare la mia vita, piena di
così tante brillanti promesse di futura realizzazione. Stroncato dalla nera
mietitrice, nella mia giovinezza, sono un esempio della crudeltà della Natura.
Addio, cari amici, addio per sempre. Domani non ci sarò più." E,
accompagnato dalle lacrime e lamenti degli amici attorno al suo letto di
morte, trapassò. Un vecchio bruco affermò, tristemente: "Il nostro fratello ci
ha lasciato. Il suo fato è lo stesso nostro. Uno per uno saremo abbattuti dalla
falce distruttrice come l'erba del prato. Per fede speriamo di risorgere, ma
forse questa non è che la voce ispirata da una vana speranza. Nessuno di noi
sa niente di certo sulla vita dell'aldilà. Piangiamo insieme il fato comune della
nostra razza". E, detto questo, si lasciarono.
La sinistra ironia di questa favoletta viene chiaramente percepita da tutti
noi, e sorridiamo al pensiero dell'ignoranza che accompagnava il primo stadio
della trasformazione della vile creatura strisciante nella gloriosa creatura
alata, che, a tempo debito emergerà dal sonno della morte e si sveglierà in
una forma superiore di vita. Ma non sorridete, amici, dell'illusione dei bruchi
– non erano che come voi e me. Perché il narratore indù di tanti secoli fa ha
dipinto l'ignoranza umana e l'illusione in questa favola sulle forme di vita
inferiori. Tutti gli occultisti riconoscono negli stadi di trasformazione del
bruco-crisalide-farfalla un quadro della trasformazione che aspetta ogni uomo
e donna mortale. Perché la morte è per l'essere umano niente più di quello che
è il sonno mortale del bruco. In nessuno dei due casi la vita cessa anche per
un solo istante – la vita persiste mentre la Natura opera i suoi cambiamenti.
Consigliamo ogni studente di portare sempre con sé la lezione di questa fiaba,
raccontata secoli fa ai bambini della razza indù, e trasmessa loro di
generazione in generazione.
Strettamente parlando, dal punto di vista orientale, non c'è una cosa come la
Morte. Il nome è una menzogna – l'idea un'illusione che nasce dall'ignoranza.
Non c'è nessuna morte – non c'è altro che Vita. La vita ha molte forme e
aspetti, e alcuni degli aspetti sono chiamati "morte" dagli uomini ignoranti.
Niente realmente muore – anche se ogni cosa sperimenta un cambiamento di
forma e attività. Come dice così perfettamente e adeguatamente Edwin
Arnold, nella sua traduzione della "Bhagavad Gita":
"Mai lo spirito è nato;
mai lo spirito cesserà di essere.
Mai ci fu un tempo in cui non c'era;
la fine e l'inizio sono sogni.
Senza nascita e senza morte, e senza mutamento,
rimane lo spirito per sempre;
la morte non l'ha toccato affatto,
anche se morta sembra la sua casa."
I materialisti spesso propongono, come argomentazione contro la
persistenza della vita oltre lo stadio della morte, l'assunzione del fatto che in
natura tutto subisce la morte, la dissoluzione e la distruzione. Se questo fosse
davvero il fatto, allora davvero sarebbe ragionevole arguire la morte
dell'anima come conclusione logica. Ma in realtà non accade niente di questo
genere in natura. Niente realmente muore. Ciò che è chiamato morte, anche
della cosa più piccola e inanimata, è semplicemente un cambiamento di
forma e condizione dell'energia e attività che la costituiscono. Perfino il
corpo non muore, nel senso stretto del termine. Il corpo non è un 'entità,
perché è semplicemente un'aggregazione di cellule, e queste cellule sono
semplicemente veicoli materiali per una certa forma di energia che le anima e
le vitalizza. Quando l'anima esce dal corpo, le unità che compongono il corpo
manifestano repulsione l'una per l'altra, in luogo dell'attrazione che prima le
teneva insieme. La forza unificatrice che le ha tenute insieme ritrae il suo
potere, e si manifesta l'attività contraria. Come ha ben detto uno scrittore: "Il
corpo non è mai tanto vivo come quando è morto." E un altro scrittore ha
detto: "La morte non è che un aspetto della Vita, e la distruzione di una forma
materiale non è che un preludio alla costruzione di un'altra." Così l'argomento
dei materialisti in realtà manca della sua premessa maggiore, e tutto il
ragionamento basato su di essa deve portare ad una falsa conclusione.
Ma l'occultista avanzato, o un'altra persona spiritualmente avanzata non ha
bisogno di considerare seriamente l'argomentazione dei materialisti, neanche
se queste argomentazioni fossero cento volte più logiche. Perché una tale
persona ha risvegliato in sé facoltà superiori psichiche e spirituali, con cui
può realmente sapere che l'anima non perisce quando il corpo si dissolve,
quando uno può lasciare dietro di sé il corpo fisico, e viaggiare realmente
nelle regioni "dell'altra sponda", come nel caso di molti individui avanzati: in
tal caso, qualsiasi discussione puramente speculativa sulla realtà della "vita
dopo la morte" assume un aspetto futile e assurdo.
Se un individuo, che non ha ancora raggiunto lo stadio di discernimento
psichico e spirituale per cui ha la prova dei suoi sensi superiori sulla
questione della sopravvivenza dell'anima, e che sente che la sua ragione
chiede qualcosa di simile ad una "prova", allora che rivolga il suo sguardo
mentale dentro di sé invece che al di fuori, e là troverà quello che cerca.
Perché alla fine, come ci insegnano tutte le filosofie, il mondo interiore è
molto più reale del mondo fenomenico. Infatti, l'uomo non ha nessuna
conoscenza reale dell'esterno – tutto quello che ha è il resoconto del mondo
interno sulle impressioni ricevute dal mondo esterno. L'uomo non vede
l'albero che sta guardando – percepisce solo l'immagine rovesciata di
quell'albero dipinta sulla sua retina. Anzi, la sua mente neanche vede quella
immagine, perché riceve solo il riscontro vibratorio dei nervi le cui
terminazioni sono state eccitate da quella immagine. Perciò non dobbiamo
vergognarci di rivolgerci ai recessi della nostra mente, perché molte delle più
profonde verità sono là registrate.
Nelle grandi regioni subconsce e super-consce della mente si trova una
conoscenza di molte verità fondamentali dell'universo. Tra due di queste
verità impresse più fortemente sono queste: 1) la certezza dell'esistenza di un
Supremo Potere Universale, che è alla base, dietro e in supporto del mondo
fenomenico; e 2) la certezza dell'immortalità del Sé Reale – quel Qualcosa
Dentro che il fuoco non può distruggere, l'acqua non può affogare, né l'aria
soffiar via. L'occhio mentale rivolto all'interno troverà sempre l'"Io", con la
certezza della sua immortalità. È vero che questa è un tipo diverso di prova
da quella che riguarda gli oggetti materiali e fisici, ma con questo? La verità
cercata è un fatto di vita interna spirituale, e non della vita esterna fisica –
perciò deve essere cercata dentro, e non fuori, dell'anima. L'intelletto
oggettivo si interessa solo degli oggetti fisici – l'intelletto soggettivo, o
intuizione, si interessa degli oggetti psichici e spirituali; il primo del corpo
delle cose, l'altro dell'anima delle cose. Cercate la conoscenza che concerne
ogni classe di cose nella sua regione appropriata del vostro essere.
Che l'anima parli per sé, e troverete che il suo canto risuonerà forte e chiaro,
glorioso: "Non c'è nessuna Morte; non c'è nessuna Morte; non c'è nessuna
Morte; non c'è altro che Vita, e quella Vita è una VITA PERENNE!" Tale è il
canto dell'anima. Ascoltatelo nel Silenzio, perché solo là le sue vibrazioni
possono raggiungere le vostre orecchie. È il Canto della Vita che sempre
nega la Morte. Non c'è nessuna Morte – non c'è altro che la Vita Perenne, per
sempre, e sempre, e sempre.
CAPITOLO III
I PIANI DI VITA
Una delle idee elementari della Filosofia Yoga più difficile da afferrare e
assimilare per la comune mente occidentale è quella dei "piani" di vita.
Questa difficoltà è evidente quando lo studente occidentale tenta di cogliere
gli insegnamenti Yoga riguardo all'"altra sponda". Il pensiero occidentale
insiste sul concetto che il regno di vita delle anime disincarnate sia un luogo
o dei luoghi. Ne è responsabile la teologia occidentale, in gran parte, anche se
si deve considerare la tendenza della mente occidentale a pensare in termini
di esistenza oggettiva, anche quando si considera la vita staccata
dall'oggettivo. Il religioso medio occidentale insiste nel pensare al "paradiso"
come a un luogo situato da qualche parte nello spazio, che contiene bei
palazzi fatti di pietre preziose, situati su strade pavimentate d'oro. Anche
quelli che hanno superato questa idea infantile trovano difficile concepire il
loro paradiso come uno stato piuttosto che un luogo. La mente occidentale
trova difficile formarsi un concetto astratto, e naturalmente ricade nella
vecchia idea di un paradiso nello spazio.
La mente orientale, al contrario, trova assolutamente facile afferrare l'idea
di vari piani di esistenza. Secoli di pensiero familiare sul soggetto lo hanno
reso chiaro e definito come il concetto di luogo. Abbiamo incontrato
pensatori occidentali che sorridendo confessavano di non riuscire a privare il
loro concetto di "piani" dell'idea di livelli, o strati di qualche genere di
sostanza materiale. Ma questo concetto è altrettanto lontano dalla verità
quanto l'idea di un semplice luogo. Un piano è uno stato, non un luogo in
nessun senso della parola. E lo studente deve imparare ad eliminare l'idea di
luogo da quella di piano.
Un piano è una condizione o stato di attività nell'energia eterna dello Spirito
in cui il Cosmo vive, si muove e ha la sua esistenza. In un dato punto dello
spazio ci possono essere molti piani di attività. Prendiamo i nostri esempi dal
mondo fisico, e usiamo le comuni vibrazioni sonore. L'aria può essere piena
di molte note della scala musicale. Ogni nota è semplicemente un certo grado
di vibrazione dell'aria. Le note occupano la stessa posizione nello spazio,
eppure non confliggono reciprocamente per quanto riguarda le qualità di
riempimento dello spazio. È un assioma della fisica che due corpi di materia
non possono occupare lo stesso spazio allo stesso tempo. Ma migliaia di
queste note vibratorie possono occupare lo stesso spazio allo stesso tempo.
Questo accade quando qualcuno ascolta qualche grande orchestra che esegue
una composizione musicale. Molti strumenti suonano allo stesso tempo, e
l'aria è colma di innumerevoli vibrazioni, eppure se uno vuole può cogliere
uno strumento particolare, e distinguere anche note particolari. Nessuna nota
viene persa, eppure l'intero volume si manifesta nel piccolo spazio del
timpano di un orecchio. Questo è un esempio piuttosto grossolano, ma può
servire per abituare la mente a formarsi il concetto adatto.
Un altro esempio, stavolta su una scala superiore, è quello delle vibrazioni
di luce. La luce, sappiamo, appare come il risultato delle onde vibratorie
dell'etere che entrano in contatto con la materia fisica. Ogni colore ha il suo
posto sulla scala vibratoria. Ogni raggio di sole che ci raggiunge è composto
di una grande varietà di colori – i colori dello spettro, che possono essere
separati per mezzo di certi prismi. Tutti i colori si trovano in ogni punto dello
spazio in cui appare il raggio di sole. Sono tutti là, e possono essere separati e
registrati separatamente. Inoltre, oltre il regno della luce visibile all'occhio
umano, ci sono molti colori invisibili alla vista umana a causa del fatto che le
loro vibrazioni sono troppo alte o troppo basse. Questi colori invisibili
possono essere intercettati per mezzo di strumenti. Forse queste varie
frequenze di vibrazioni colorate possono aiutarvi a formare l'idea dei piani di
esistenza privi di spazio,
Un altro esempio si può trovare nel campo dell'elettricità, in cui troviamo
nuovi casi di vari gradi e condizioni di energia che occupano lo stesso spazio
allo stesso tempo. In un apparato moderno telegrafico troviamo molti
messaggi che passano in ogni direzione lungo lo stesso cavo: l'aria può essere
piena di migliaia di messaggi telegrafici senza fili, sintonizzati con diverse
chiavi e di conseguenza non interferenti l'uno con l'altro. Le varie vibrazioni
si interpenetrano, e ognuna sembra inconsapevole della presenza dell'altra e
non ne viene influenzata. È concepibile anche che ci possano essere una
dozzina di mondi che occupino la stessa parte di spazio, ognuno sintonizzato
ad una diversa scala vibratoria di materia, che non interferiscono l'uno con
l'altro. Le cose viventi su ognuno sono totalmente inconsapevoli
dell'esistenza delle altre. Autori scientifici si sono divertiti a scrivere storie
fantastiche di una tale serie di mondi, e invero inconsapevolmente hanno ben
scritto, perché hanno simbolizzato con termini fisici una verità metafisica.
Ma, si può obiettare, la Filosofia Yoga insegna che questi piani di Vita non
sono che forme diverse di vibrazione della materia? Niente affatto. Ben lungi.
L'insegnamento è che ogni piano rappresenta un grado diverso di energia
vibratoria – ma non di materia. La materia è semplicemente una forma molto
bassa di energia vibratoria – anche la forma di materia più fine. Ci sono
forme di materia tanto più alte della più sottile forma nota ai comuni
scienziati di fisica, quanto questa ultima forma sottile è superiore alla roccia
più dura. E oltre il piano della materia si elevano piano su piano di energia
super-materiale, di cui la mente della scienza fisica non osa nemmeno
sognare. Eppure, a mo' di esempio, possiamo dire che è possibile pensare che
ognuno dei piani si manifesti nello stesso punto dello spazio allo stesso
tempo. Quindi vedete, il concetto di piani non ha niente in comune con quello
di spazio.
Da ora in avanti, lo studente vedrà che quando parliamo di piani di
esistenza dell'"altra sponda", siamo lontani dal voler indicare luoghi o regioni
di spazio. La Filosofia Yoga non ha niente a che fare con le dottrine che
parlano di paradiso o inferno o purgatorio nel senso di luoghi. Non conosce
tali luoghi, o regioni, anche se riconosce la base reale degli insegnamenti che
vi credono.
In questo volume, non tenteremo di considerare la questione generale degli
innumerevoli piani di esistenza che si manifestano nell'universo. Lo scopo di
questo lavoro particolare ci fa limitare alla considerazione e descrizione di
quei particolari piani del Mondo Astrale che sono interessati nella
manifestazione dell'esistenza di anime disincarnate degli abitanti sulla terra –
il cosiddetto "mondo dello spirito" della razza umana. Vedremo che ci sono
molti piani e sotto-piani di esistenza sul grande Piano Astrale della Vita – in
genere noto come Mondo Astrale, per poter distinguerlo dal Mondo Fisico,
inferiore nella scala vibratoria. Ogni piano e sotto-piano ha i suoi particolari
fenomeni e caratteristiche distinti, come vedremo nel procedere. Eppure le
stesse leggi e principi generali e qualità caratteristiche sono comuni a tutti.
Infine, prima di passare a considerare il Piano Astrale, lasciateci cercare
ancora una volta di imprimere nelle vostre menti il concetto più adeguato
della reale natura di ciò che conosciamo come "piani". Quando parliamo di
"elevarsi" da un piano più basso a uno più alto, o di "discendere" da un piano
superiore ad uno inferiore, non vorremmo che si immaginasse una salita o
una discesa di scalini. Né stiamo dipingendo una salita o discesa da uno strato
ad un altro. Anche il simbolo familiare dell'uscita dagli abissi dell'oceano alla
sua superficie è scorretto. Il quadro mentale più vicino possibile da crearsi
per la transizione da un piano all'altro è quello dell'aumento o diminuzione di
vibrazioni, come vengono evidenziate nelle onde sonore, luminose, o
elettriche. Tirando una corda di violino, si può innalzare la sua frequenza
vibratoria e perciò la sua nota. Lo stesso si può fare scaldando una sbarra di
ferro e facendo cambiare il suo colore da un rosso cupo a un delicato violetto
o bianco. O, nel caso della corrente di elettricità, la potenza può essere alzata
o abbassata a volontà. Se occorre un esempio più materiale, abbiamo il caso
del minerale più duro che può essere mutato in un vapore invisibile
semplicemente alzando le sue vibrazioni col calore. Ciò che è vero sui piani
inferiori di manifestazione, è vero sui superiori. La transizione dal più alto al
più basso, o dal più basso al più alto può essere pensata (se volete) come una
mutazione di vibrazione nell'energia di cui sono composte tutte le cose.
Questo arriverà il più vicino possibile alla verità per quanto lo permettono i
nostri imperfetti poteri di concepire e paragonare la cosa. Non ci sono parole
per esprimere i fenomeni superiori – un esempio che usi i termini dei piani
inferiori è grossolano, imperfetto, e insoddisfacente. Ma anche con questi
simboli la mente dell'uomo può arrivare a cogliere le idee di cose superiori ai
sensi ordinari, e oltre la capacità di espressione dei termini ordinari.
E ora, con tutto questo fermamente fisso nelle vostre menti, procediamo a
considerare il Grande Piano Astrale di Esistenza.
CAPITOLO IV
IL PIANO ASTRALE
Una delle domande poste più spesso dalla persona media che considera la
questione della vita sull'"altra sponda" è questa: "Qual è l'esperienza
dell'anima subito dopo che ha lasciato il corpo?". È in un certo qual modo
penoso udire le risposte date a questa domanda da molte delle cosiddette
autorità sul soggetto. Invero, "solo un po' di conoscenza è una cosa
pericolosa".
La persona media si immagina che l'anima semplicemente esca dal corpo e
subito dopo entri in un nuovo mondo di attività – una meraviglia di scene
strane e misteriose. Per molti esiste la speranza di incontrare dall'altra parte
tutti i propri cari che sono già trapassati – una grande riunione. Anche se c'è
qualcosa che corrisponde a questo, c'è anche una condizione interamente
differente da sperimentare da parte dell'anima subito dopo il trapasso.
Consideriamo l'esperienza dell'anima immediatamente prima, e
immediatamente dopo il suo passaggio fuori dal corpo, così possiamo avere
una luce maggiore sul soggetto.
La persona che si avvicina allo stadio generalmente chiamato "morte", ma
che è solo uno stadio di transizione tra i due grandi piani della vita,
sperimenta un graduale ottundimento dei sensi fisici. Vista, udito, e
percezione diventano sempre più vaghi, e la "vita" della persona sembra
come la fiamma vacillante della candela che sta per estinguersi. In molti casi,
questo è l'unico fenomeno che attesta l'avvicinarsi della morte. Ma, in molti
altri casi, mentre i sensi fisici si affievoliscono, i sensi psichici diventano
meravigliosamente acuti. È un evento comune che una persona morente
manifesti la coscienza di ciò che avviene in un'altra stanza, o in un altro
luogo. La chiaroveggenza spesso accompagna l'avvicinarsi della morte, in
alcuni casi anche accompagnata dalla chiarudienza: il morente diventa
consapevole di visioni e suoni di luoghi distanti.
Sono anche registrati molti casi negli annali delle società per la ricerca
psichica, e altrettanti tramandati all'interno delle famiglie, in cui il morente è
stato capace di proiettare fortemente la propria personalità al punto che amici
e parenti distanti hanno realmente visto la sua forma, e in alcuni casi
addirittura hanno potuto conversare con lui. Un attento confronto di tempo
mostra che queste apparizioni, in quasi ogni caso, sono apparse prima della
reale morte della persona, piuttosto che dopo. Ci sono ovviamente, casi in cui
un forte desiderio del morente gli ha fatto proiettare il suo corpo Astrale in
presenza di qualcuno a lui vicino, immediatamente dopo la morte. Questi casi
però sono molto più rari di quelli di cui abbiamo parlato prima. Nella
maggioranza dei casi il fenomeno è causato da un processo di trasferimento
del pensiero di un tale potere e grado che la persona visitata riceve la
consapevolezza della presenza dell'amico o parente morente, mentre l'anima
di quest'ultimo rimaneva ancora nel corpo.
In molti casi, inoltre, la persona morente diviene psichicamente conscia di
una vicinanza ai propri cari che sono già trapassati. Questo, tuttavia, non
significa necessariamente che queste persone siano realmente presenti sulla
scena. Si deve ricordare che i limiti di spazio sono largamente spazzati via sul
Piano Astrale, e si può entrare in stretto rapporto con l'anima di un altro senza
che ci sia vicinanza spaziale. In altre parole, mentre le due anime possono
non essere in quella che si dice vicinanza di spazio, ciò nonostante possono
godere della più stretta relazione di mente e spirito. Sul piano materiale,
ovviamente, governano le leggi dello spazio. La telepatia ci dà la chiave ai
fenomeni dell'"altra sponda". Due persone incarnate possono sperimentare la
più stretta relazione grazie alla comunione dei loro principi mentali, eppure
possono essere da parti opposte del mondo. Nello stesso modo, due anime
possono godere della più stretta comunione e comunicazione di anima,
indipendentemente dallo spazio.
Come abbiamo detto, il morente spesso entra in comunione di anima e
comunicazione con coloro che sono già nell'aldilà, e ne è molto rallegrato. E
questo è un bel fatto che riguarda quella che chiamiamo "morte" - questo
fatto che realmente avviene quella bella riunione di cari di cui la brava gente
discorre con tanta speranza. Ma non nel modo che si immagina la brava
gente.
Il corpo Astrale del morente gradualmente si disimpegna dalla sua
controparte fisica. Il "corpo Astrale", come probabilmente sa lo studente, è
un'esatta controparte del corpo fisico, e durante la vita questi due vivono
insieme, nella maggioranza dei casi. Il corpo Astrale, tuttavia, lascia il corpo
fisico alla morte di quest'ultimo, e forma la copertura dell'anima per qualche
tempo. È in realtà una forma di sostanza materiale, di un grado, tuttavia, così
fine che sfugge alle prove che rivela la materia ordinaria. Verso la fine, il
"corpo Astrale" scivola via dal corpo fisico ed è connesso con esso solo da un
filo sottile o cordone di sostanza Astrale. Alla fine questo cordone si stacca e
il "corpo Astrale" veleggia via, abitato dall'anima che ha lasciato dietro di sé
il corpo fisico. Ma questo "corpo Astrale" non è l'anima, più di quanto lo sia
stato il corpo fisico che essa ha appena lasciato. Sia i corpi fisico che astrale
sono semplici coperture temporanee per la stessa anima.
L'anima, lasciando il corpo fisico (nel "corpo Astrale") si immerge in un
sonno profondo o stato di coma che somiglia alla condizione che il bambino
non nato ha vari mesi prima della nascita. Si prepara alla rinascita sul Piano
Astrale, e richiede del tempo per adattarsi a questa nuova fase di esistenza. La
natura è piena di queste analogie - la nascita sul piano fisico e sul Piano
Astrale hanno molti punti di somiglianza, ed entrambe sono precedute da
questo periodo di coma. Durante questo stadio simile al sonno, l'anima abita
nel "corpo Astrale" che serve da copertura e protezione, proprio come l'utero
serve da protezione per il bambino che si avvicina alla nascita fisica.
Prima di procedere, tuttavia, dovremmo fermarci a considerare certe
caratteristiche della vita dell'anima in questo stadio. Ordinariamente l'anima
dorme in pace, indisturbata e protetta dalle influenze esterne. Ci sono due
cose, però che tendono a creare un'eccezione in alcuni casi, in particolare
quelli che possono essere chiamati sogni dell'anima addormentata. Questi
sogni nascono per due classi generali di cause, cioè: 1) intenso desiderio che
colma la mente del morente, come amore, odio, o compiti o doveri non
portati a termine; 2) i forti desideri e pensieri di quelli lasciati indietro,
ammesso che tali persone siano in rapporto sufficientemente stretto con
l'anima dipartita, a causa dell'amore o altri forti attaccamenti. Una o entrambe
queste cause tendono a produrre irrequietezza nell'anima addormentata, e
hanno la tendenza ad attrarre l'anima alle scene della terra, sia in
comunicazione di sogno che telepatica, oppure, in alcuni casi, in qualcosa che
si avvicina allo stato di sonnambulismo della vita fisica. Queste condizioni
non sono auspicabili, perché disturbano l'anima e rimandano la sua
evoluzione e sviluppo nella sua nuova fase di esistenza. Consideriamo questo
un po' più in dettaglio, prima di procedere.
Una persona che passa dal piano materiale nel Piano Astrale in uno stato
mentale di pace raramente viene disturbata nel sonno Astrale dagli stati simili
a sogno. Invece, attraversa naturalmente il suo stato di coma, e poi evolve
facilmente nella nuova fase di esistenza altrettanto naturalmente di quanto il
boccio si apre in un fiore. È diverso con l'individuo la cui mente è colma di
forti desideri che riguardano la vita terrena, o da forti rimorsi, odio, o grande
amore e ansia per quelli rimasti. In quest'ultimo caso la povera anima è
spesso tormentata da questi legami terreni, e il suo sonno Astrale è reso
febbrile e agitato. In tali casi c'è spesso anche un tentativo involontario di
comunicare o apparire a persone ancora sul piano materiale. In casi estremi,
come abbiamo detto, possono addirittura avvenire stati molto simili al
sonnambulismo, e la povera anima addormentata può addirittura visitare le
sue scene di vita. In tali casi, quando l'apparizione è visibile agli uomini, si
noterà che c'è un'aria e dei modi da semi addormentata nell'apparizione –
come se mancasse qualcosa rispetto a quando viveva sulla terra. Le storie di
"fantasmi" sostengono questa affermazione, e la spiegazione appena data è
l'unica che realmente getti luce sul soggetto. Col tempo, tuttavia, queste
povere anime legate alla terra si stancano, e finalmente affondano nel
benedetto sonno che è loro appropriato. Nello stesso modo, i forti desideri di
quelli lasciati indietro servono a stabilire una condizione di rapporto tra
queste persone e l'anima dipartita, facendola sentire inquieta e a disagio.
Molte persone ben intenzionate hanno agito in modo da ritardare però i
naturali processi del Piano Astrale in relazione a qualche caro che è
trapassato, e hanno negato all'anima stanca quel riposo che meritava.
CAPITOLO VI
IL SONNO DELL'ANIMA
C'è una grande differenza nel tempo richiesto per l'evoluzione durante il
sonno dell'anima da parte di anime diverse. Alcune restano in questo stato per
un tempo brevissimo, mentre anime di grado superiore di realizzazione
richiedono un tempo molto più lungo. Anche qui troviamo una notevole
corrispondenza col fenomeno della gestazione e nascita sul piano materiale.
Per esempio, nel caso di quegli animali il cui periodo naturale di vita è breve,
troviamo di regola che il periodo di gestazione nell'utero è breve; d'altro
canto, animali di una vita naturale lunga passano un periodo molto più lungo
nell'utero prima della nascita. Così, l'elefante ha venti o ventun mesi
nell'utero; l'uomo, nove mesi; i conigli, un mese; i porcellini d'india, tre
settimane: la vita naturale di ognuno è relativa al periodo di gestazione. Nello
stesso modo, il periodo di gestazione sul Piano Astrale – il periodo di sonno -
si trova variare in proporzione al tempo che l'anima risvegliata deve passare
sul Piano Astrale. Un'eccezione apparente a questa regola si trova nel caso di
persone di poteri spirituali e conoscenza altamente avanzati, in cui l'anima
può, con la sua conoscenza e potere, controllare ampiamente i processi
naturali invece di essere sotto il loro controllo generale.
La differenza nel periodo di sonno dell'anima nei vari casi, su notata, sorge
dal fatto che l'anima durante il suo periodo di sonno scarta le parti più basse
della sua natura mentale (come anche il suo corpo Astrale) e si sveglia solo
quando ha raggiunto il massimo stato passibile di sviluppo, quando riesce a
passare al piano o sotto-piano particolare a cui la chiama il suo grado di
sviluppo. Un'anima dal basso sviluppo ha molto poco da scartare in questo
modo, e presto si sveglia su un piano basso. Un'anima di sviluppo superiore,
al contrario, deve scartare involucro su involucro della natura animale e
inferiore, prima di poter svegliarsi sul piano della sua realizzazione maggiore.
Quando diciamo "involucro" o "scartare" intendiamo piuttosto prepararsi a
scartare, perché il reale processo di scarto di questi frammenti inferiori di
personalità avviene immediatamente dopo il primo stadio di risveglio, come
vedremo nel prossimo paragrafo.
L'anima che sente gli impulsi della vita risvegliata, si muove lentamente e
languidamente, come si fa quando ci si sveglia da un sonno profondo nella
vita terrena. Allora, come la farfalla che getta da parte il guscio della
crisalide, scivola via dal corpo Astrale, e in rapida successione scarta i
principi inferiori della sua natura. Questo occupa solo un breve tempo, e
avviene mentre l'anima riprende lentamente coscienza. Nel momento del
reale risveglio, l'anima è libera da tutti questi gusci consumati, e apre gli
occhi sulle scene delle sue nuove attività ed esistenza nel Mondo Astrale.
Ogni anima è destinata a risiedere sul piano migliore, dopo che sono stati
scartati gli elementi inferiori. Si sveglia sul piano che le dà la migliore
possibilità di sviluppo ed espansione. L'anima può, e spesso fa, grandi
progressi sul Piano Astrale, e durante il suo soggiorno può scartare molta
della sua natura inferiore e passare a piani o sotto-piani ancora superiori.
È un bel fatto questo dell'anima che risiede sul suo piano migliore. Lo
studente immediatamente riconosce che questo risponde al desiderio
dell'anima e all'aspirazione del cuore. C'è spesso qualcosa dentro gli individui
che è molto superiore a quanto sembrano indicare la loro vita e azioni
quotidiane. L'ambiente e le circostanze materiali tendono a ritardare e
prevenire l'espressione di quanto c'è di meglio in noi, in molti casi. Perciò, è
piacevole sapere che nell'"altra sponda" l'anima è liberata da tutto quello che
tende a tenerla indietro e a tirarla in basso, ed è resa libera di esprimere e
sviluppare quelle qualità e caratteristiche che rappresentano la sua parte
migliore e più vera. Questo fatto concorda non solo col senso di giustizia ed
equità; non solo con i desideri e brame dell'anima imprigionata, ma anche coi
fatti e principi dell'evoluzione, che attira sempre avanti e in alto, verso
qualche lontano obiettivo di realizzazione e perfezione.
Se, passando sul piano delle sue future attività, l'anima ha scartato il suo
Corpo Astrale, quella strana controparte del corpo fisico è scartata ancora di
più. Da ora in avanti l'anima non veste più la forma dell'essere umano, ma è
qualcosa di un ordine molto più alto di esistenza, a cui non si applica il
termine "forma". I nostri corpi fisici (e la loro controparte Astrale) sono il
risultato dell'evoluzione fisica, e non sono che corpi di animali sviluppati.
L'anima sui piani superiori non ha bisogno di braccia o gambe, mani e piedi –
risiede dove questi strumenti di una forma inferiore di espressione non sono
necessari, è un essere che trascende i limiti di una vista fisica.
I principi mentali scartati presto si dissolvono nei loro elementi originali
(ma lo scartato Corpo Astrale diviene ciò che viene indicato come un "Guscio
Astrale", e, abbandonato dal suo precedente occupante, affonda, per quella
che può essere chiamata gravitazione astrale, nei piani inferiori dell'Astrale,
per poi disintegrarsi lentamente. I piani inferiori dell'Astrale sono pieni di
questi Gusci Astrali scartati, che fluttuano nell'atmosfera Astrale. Non sono
cose piacevoli da vedere, e fortunatamente l'anima sull'altra sponda non li
vede, perché risiede su un piano molto al di sopra della loro regione. Ma
persone nella vita terrena che si immischiano in tali cose, prima di capire i
primi principi della scienza psichica, spesso si trovano sui piani inferiori del
Piano Astrale e di conseguenza osservano cose molto spiacevoli in questa
regione, come c'è da immaginarsi.
Il piano in cui l'anima si risveglia non è un luogo, ricordate, ma uno stato o
condizione di esistenza – un grado nella scala di energia vibratoria del mondo
spirituale. Come abbiamo detto, ogni anima si risveglia sul piano che
rappresenta il suo meglio, e su questo piano risiede durante il suo soggiorno
sul Piano Astrale, a parte quando si sviluppa e si muove ad un piano ancora
superiore, o, quando, come ahimè!, a volte avviene, è attratta dalle memorie
dei principi inferiori e scende ad un piano inferiore dove trova una
compagnia ed ambiente più congeniale. C'è naturalmente una grande
differenza tra i vari piani e sotto-piani del Piano Astrale. Alcuni sono poco
distanti dalle scene inferiori della vita terrena, mentre altri esprimono le
concezioni superiori dell'anima umana, ed ognuno attrae a sé quelli che sono
adatti ad abitare nelle sue regioni – quelli che corrispondono meglio al nuovo
ambiente.
Ma il meglio dell'anima di scarso sviluppo non è che di poco superiore ai
pensieri ed azioni quotidiane della stessa anima nel corpo. Persone di basso
sviluppo spirituale devono attraversare molti periodi di purificazione e
sviluppo prima di poter sfuggire all'attrazione del mondo materiale. Ci sono
anime così legate alla terra – così ipnotizzate dai bassi piaceri della vita
terrena – che sull'"altra sponda" rifiutano addirittura di abbandonare il loro
Guscio Astrale, e lottano davvero per abitare nei gusci consumati e in
disintegrazione finché durano, e mantenere una relazione con le scene e le
compagnie della vita precedente. Altri si ritrovano su piani in cui c'è un
conflitto tra l'attrazione delle cose della vita spirituale e le cose inferiori del
mondo materiale, e vivono una vita più o meno sbilanciata nell'Astrale,
almeno per un po', finché l'attrazione di una delle due parti diviene più forte e
si trovano così a salire o a scendere nella scala spirituale. Altri ancora si
trovano su un piano in cui non c'è quasi nessuna attrazione per il mondo
materiale, e per loro la Vita Astrale viene sperimentata nell'avanzamento o
sviluppo, e in una completa espressione della loro parte migliore.
Il risveglio dell'anima è simile ad una nuova nascita – un ingresso in un
nuovo mondo di esperienza. L'anima non manifesta alcuna paura del suo
nuovo ambiente, ma è piena di attività nella direzione di espressione e
manifestazione dei suoi nuovi poteri. C'è molto di cui si deve occupare
l'anima, come vedremo nel procedere, ma non è né sola né isolata, perché ha
la compagnia di quelli in armonia e in simpatia con lei, ed è libera dalla
disarmonia e conflitti di relazione con quelli che hanno natura diversa. Trova
l'opportunità per la massima espressione delle sue attività e desideri, e,
soprattutto sui piani superiori, trova una vita molto più felice che non quella
sul piano materiale. Solo le anime di sviluppo minore, quelle povere creature
legate alla terra – sono infelici, perché sono staccate dall'unica cosa che dà
loro piacere, le cose della terra. E anche nel loro caso c'è almeno qualcosa di
simile alla felicità a volte.
Dopo il sonno dell'anima, l'anima si risveglia nella VITA, non in una
regione di Morte. Come la farfalla, allarga le ali e gode del suo nuovo stato di
esistenza, e non piange la perdita della forma e vita della crisalide. Nei
successivi capitoli vedrete con maggiori dettagli la natura e gli accadimenti di
questa nuova vita.
CAPITOLO VIII
GEOGRAFIA DEL PIANO ASTRALE
Chi fa uno studio comparato delle religioni è colpito dal fatto che dalla
prima massa di religioni primitive emerge un numero quasi illimitato di
credo, sette, e divisioni del pensiero religioso. Dalle superstizioni primitive
delle razze semplici fino alle concezioni più avanzate dei popoli colti, corre
un filo conduttore di convinzione fondamentale in QUALCOSA che si
innalza sull'universo fenomenico, e che è la Causa Senza Causa
dell'Universo. Insieme a questa concezione troviamo la convinzione
fondamentale che l'anima sopravviva dopo la morte del corpo. Ma anche
questa concezione è variamente interpretata dalle diverse autorità e sette
religiose. La terza concezione generale, il fondamentale istinto religioso della
razza, è quella che ritiene che la vita futura dell'anima dipenda dal carattere
ed azioni dell'individuo durante la sua vita terrena.
È un lungo viaggio da alcune delle più primitive interpretazioni di questi tre
principi fondamentali di credo religioso, a quell'alta concezione degli
occultisti avanzati, per cui un autore di talento ha detto: "Ci sono solo tre
verità che sono assolute, e che non possono essere perdute, ma che restano in
silenzio perché inesprimibili. 1) L'anima dell'uomo è immortale, e il suo
futuro è il futuro di una cosa la cui crescita e splendore non hanno limiti. 2) Il
principio che dà la vita abita in noi, e con noi; è immortale ed eternamente
benefico; non si vede né si ode, né si tocca, ma è percepito dall'uomo che
desidera percepirlo. 3) Ogni uomo è il governatore assoluto di se stesso, il
dispensatore di gloria o avvilimento, ed è lui stesso che decreta la sua vita, la
sua ricompensa o punizione.
"Queste verità, che sono grandi come la vita stessa, sono semplici come la
mente più semplice dell'uomo. Datele agli affamati."
Pure ognuna di queste concezioni, e tutti i vari gradi che appaiono tra i loro
estremi, sono simili ai risultati della percezione intuitiva dell'uomo di quel
QUALCOSA, dell'Immortalità dell'Anima, e della Legge del Karma. La
differenza tra le varie forme di pensiero religioso è semplicemente la
differenza tra le concezioni della Verità formate dalle menti di varie guide
religiose o insegnanti e i loro seguaci.
Tutti i credo e dogmi religiosi sono fatti dall'uomo, come affermano i
nemici della religione rivelata. Ma queste brave persone si perdono l'altra
metà della verità, cioè che alla base dei dogmi fatti dall'uomo esiste la
percezione intuitiva della razza riguardo all'esistenza della Verità. La mente
può non essere capace di interpretare correttamente la percezione intuitiva,
ma si trova decisamente impressa dal fatto che la Verità esiste. L'uomo ha
fatto un dio di quasi ogni cosa del mondo materiale, e si è poi inchinato a
venerare la sua stessa creazione – questo a causa del suo limitato potere di
interpretazione. Ma nell'adorare il legno o la pietra, l'immagine scolpita, o le
divinità antropomorfe, egli stava adorando inconsciamente e nella realtà quel
QUALCOSA che era la causa dell'intuizione religiosa della sua anima. E,
come dice bene uno dei Veda Indù, il Supremo accetta tale venerazione,
quando viene offerta onestamente. "La Verità non è che Una, anche se gli
uomini la chiamano con molti nomi", dice il vecchio detto Yoga antico di
secoli.
Ogni uomo crea per sé e si attiene alla forma particolare di fede religiosa
che è più adatta alla sua anima in un particolare periodo di evoluzione.
Quando è pronto per una concezione superiore, scarta la vecchia convinzione
ed abbraccia con entusiasmo quella più nuova. Il mondo ha assistito a molti
esempi di questa evoluzione di pensiero religioso, e, invero, in questo periodo
ne sta attraversando uno davvero importante. Il sentiero della razza è
disseminato di idoli scartati e rotti, materiali e mentali, che un tempo erano
preziosi a milioni di adoratori. E, via via che la razza avanza, molti altri idoli
saranno gettati via e lasciati in briciole sui sentieri del tempo. Ma ogni idolo
ha il suo luogo appropriato nella storia generale ed evoluzione del pensiero
religioso della razza. Ognuno è servito al suo scopo, e i suoi ideali sono
serviti ad aiutare l'uomo nel suo perpetuo ed eterno viaggio verso la Verità
Assoluta.
Considerando questi fatti, non ci aspetteremmo forse di trovare, per equa
corrispondenza, sull'"altra sponda" qualche risorsa per appagare le sincere
fedi religiose dell'umanità, opportunamente diversificata in relazione a
ciascuna religione? Immaginate l'angoscia spirituale di un'anima disincarnata
se dovesse vedere le sue credenze nutrite in un'intera vita e le tradizioni di
generazioni di antenati spazzate via come da un'alluvione. E questo,
particolarmente in considerazione del fatto che l'anima non sia
sufficientemente avanzata per comprendere o accettare le forme superiori di
verità religiose. Verrebbe ad essa semplicemente chiesto o di accettare
qualcosa che non potrebbe capire, oppure che ripugna alla ragione della sua
passata educazione ed esperienza. Questa sarebbe crudeltà per l'anima
disincarnata, quanto lo sarebbe stata durante la sua vita terrena.
C'è una convinzione innata in molte persone che implica che l'anima
disincarnata venga magicamente e istantaneamente trasformata dall'ignoranza
all'assoluta conoscenza quando passa all'"altra sponda". Questa è una
convinzione infantile, e di fatto non ha alcuna base. In realtà c'è solo una
piccola differenza nell'intelligenza generale o nella realizzazione spirituale
dell'anima prima o dopo la morte. Il progresso dell'anima è graduale, dentro o
fuori del corpo. L'anima disincarnata è praticamente la stessa in quanto a
intelligenza generale e comprensione, dentro e fuori dal corpo. "Dentro" e
"fuori" del corpo sono solo fasi successive della sua vita continua, che si
susseguono l'una all'altra come il giorno e la notte, o l'estate o l'inverno.
Perciò, ciò che è vero dei sentimenti ed emozioni di una particolare anima
nella sua vita terrena, è ugualmente vero delle stesse cose nella sua vita in
Astrale. Menzioniamo questo perché possiate capire meglio quello a cui
mirano le precedenti pagine di questo capitolo.
Di conseguenza, ciò che possiamo naturalmente aspettarci di trovare
(secondo la ragione e l'equità) riguardo alle esperienze religiose dell'anima
disincarnata, è così in realtà. Cioè, sul Piano Astrale ogni anima si trova
circondata da un ambiente religioso in accordo alla migliore delle sue
credenze nutrite da essa nella sua vita terrena. Non solo troverà quel
particolare paradiso, o inferno, che si aspetta di trovare, ma si troverà in
contatto con altre anime di simile convinzione, e coi profeti e saggi e
fondatori della sua propria religione. Ma questo ambiente sarà della natura di
un miraggio, perché è un prodotto del pensiero umano e non ha controparte
nei fatti assoluti della natura. Le forme-pensiero di una particolare forma di
pensiero religioso assumono grande forza sul Piano Astrale, e persistono con
tutta l'apparenza della realtà permanente alla percezione e comprensione del
credente e del devoto – anche se interamente invisibili a coloro di fede
differente. La presenza di profeti e fondatori resta insieme all'ambiente, anche
se le anime di questi individui sono da tempo passate ad altri piani di vita. Il
Piano Astrale è un regno di ideali, e ogni anima trova il suo ideale ivi
realizzato.
Il buon cristiano trova una manifestazione del meglio del suo credo e
convinzione, e viene rassicurato di avere la vera fede, e di aver raccolto la
ricompensa attesa. Ma lo stesso è vero del buon brahmano, del buon
maomettano, e del buon confuciano. Inoltre, ogni setta particolare o divisione
di credo religioso trova corroborate le proprie convinzioni del Piano Astrale.
Ma non c'è alcuna guerra di sette o religioni. Ogni anima trova la sua, e
dimentica le altre. Ma notate questa apparente eccezione: l'anima che è
avanzata abbastanza per realizzare che c'è Una Verità in tutte le convinzioni
religiose, e che ha manifestato uno spirito tollerante nella vita terrena, riceve
anche una conferma della sua convinzione, e gli viene permesso di vedere le
gioie dei beati di tutte le fedi religiose.
Si deve ricordare, tuttavia, che queste rappresentazioni Astrali delle varie
fedi e convinzioni religiose comprendono solo la parte migliore di ogni
particolare forma di convinzione – in breve, l'anima assiste alla massima
concezione ed ideale di cui è capace, riguardo la sua religione favorita.
Questo naturalmente ha l'effetto e il risultato di sviluppare le massime
convinzioni religiose nell'anima, e inibire le inferiori, così che, quando
l'anima intraprenderà il suo successivo pellegrinaggio sulla terra, porterà con
sé il gusto e inclinazione per i valori superiori della sua religione. Questo
aiuterà così l'evoluzione della religione sulla terra. A volte un'anima evolve
da una forma di concezione religiosa nella sua Vita Astrale, e nella sua
reincarnazione sarà pronta per una forma superiore. Ricordate sempre che
l'evoluzione spirituale porta sempre avanti e in alto, dall'inferiore al superiore
– avanti, avanti, avanti, per sempre.
La questione delle ricompense e punizioni religiose, sul Piano Astrale, che
forma naturalmente una parte del soggetto appena considerato, sarà discussa
nel capitolo seguente.
CAPITOLO XI
PARADISI E INFERNI ASTRALI
È uno degli aspetti più tristi della vita terrena quello di trovarci incapaci di
esprimere a pieno l'impulso creativo, la spinta artistica, la lotta del nostro
genio interno per svilupparsi. Dopo aver passato un certo punto della scala
della vita, l'anima in evoluzione trova dentro di sé la spinta sempre presente
di qualcosa dentro che lotta per esprimersi in manifestazioni oggettive. Può
essere una spinta ad esprimersi nell'arte, nella musica, nella letteratura, nelle
invenzioni; o può essere l'insistente desiderio di lavorare per rimodellare gli
affari del mondo in modo più vicino ai desideri dell'anima. In tutti questi casi,
è in realtà l'impulso creativo all'opera, che lotta per "fare cose" in forma
oggettiva, in accordo con il modello che si trova dentro l'anima. E verso una
tale espressione, la testa, il cuore e la mano sono ansiosi di mettersi all'opera.
Ma, ahimè, molto pochi sono in grado di realizzare nella vita terrena ciò
che l'anima sogna.
L'istinto artistico è sempre bramoso dell'espressione perfetta, eppure non
riceve che le briciole che cadono dalla tavola. L'anima ha sempre sete di
progresso e realizzazione, eppure le vengono concesse solo poche gocce che
cadono dalla fontana. Se questa vita fosse tutto – se questi desideri, brame, e
fame e sete dell'anima dipendessero solo dalle possibilità di quell'unica vita
terrena – allora invero il lamento dei pessimisti sarebbe giustificato, così
come il pianto degli scoraggiati. Perché, di fatto, questi impulsi e brame non
sono che il bisogno del seme di lottare per rompere i suoi involucri, per poter
generare fusto, ramo, fiore e frutto. E il seme non può certo aspettarsi di
arrivare al fiore e al frutto finché resta nella terra.
Ma, come sanno benissimo gli occultisti avanzati, questi desideri-seme non
sono che la promessa del futuro fiore e frutto. Lo stesso fatto della loro
esistenza è una prova della possibilità – anzi, la certezza – del loro
compimento. Ben lungi dall'essere una causa di scoraggiamento, dovrebbero
essere considerati come una profezia di futura realizzazione. È stato ben detto
che "in ogni aspirazione vive la certezza della sua stessa realizzazione."
Queste parole sembrano una beffa a molti, e, invero, lo sarebbero se la
possibilità di realizzazione fosse limitata ad una sola vita terrena in cui si
manifestano. Ma, per l'anima che è arrivata abbastanza in alto sul Sentiero
della Realizzazione, da poter guardare indietro e in basso ai piani della vita
sotto di essa, si vede che queste lotte del genio per esprimere se stesso non
sono che le "doglie del parto dell'anima", che devono precedere la futura
nascita del frutto del genio.
Sul Piano Astrale questi semi di genio emettono fusto e rami, e sono pronti
ai fiori e frutti delle incarnazioni future. Nello stato focalizzato della mente,
in certe fasi della vita Astrale, i talenti e il genio dell'individuo crescono e si
sviluppano molto rapidamente, e l'incarnazione successiva trova l'individuo
pronto a manifestare il potere che ha generato durante il suo soggiorno in
Astrale. L'anima si può dire che riceva e immagazzini energia mentre è in
Astrale, che la metterà in grado di manifestare poteri mai immaginati fino a
quel momento nella successiva vita terrena.
Un esempio familiare è quello del ragazzo che sta imparando a pattinare, e
che scopre di fare scarsi progressi durante il pomeriggio. Va a dormire quella
notte, e si dimentica tutto del pattinaggio, ma quando si rimette a pattinare il
giorno dopo, ecco!, scopre di aver fatto dei progressi meravigliosi. La
maggioranza di noi ha avuto simili esperienze riguardo i nostri piccoli
compiti della vita. Scopriamo che ci accade qualcosa mentre dormiamo.
Il segreto dei fenomeni suddetti è che, durante il sonno del ragazzo, il suo
subconscio o mente istintiva riprende il compito finché non ha realizzato
molto nella direzione di impararlo, e il giorno dopo mette in pratica quello
che ha imparato durante la notte – ma la mente conscia non è consapevole del
processo dell'apprendimento. Ci sono recessi della mente che riprendono in
mano questi nostri compiti, e che, mentre dormiamo e le nostre facoltà consce
riposano, risolve gli inciampi del compito, e mette in pratica il compito da
effettuare il giorno dopo.
Allo stesso modo le facoltà super-consce (non sub-consce) della mente
dell'anima praticano e divengono efficienti nei compiti della vita terrena
successiva, come indicato dalle spinte e dagli impulsi della realizzazione che
vogliono nascere. Ma con questa differenza: l'anima è pienamente conscia del
lavoro delle facoltà super-consce, e di fatto, sperimenta la massima gioia nel
lavoro di sviluppo e realizzazione. Il mondo del paradiso di quelle anime che
possiedono il desiderio di "fare cose" - creare, fare – è invero un regno di
beatitudine. Perché qui l'anima si trova capace di manifestare le cose che ha
lasciato nella sua vita terrena, ed esprimersi in una misura quasi oltre i
maggiori sogni e speranze dell'anima sulla terra.
E questa espressione e manifestazione viene effettuata per il solo amore del
fare – per la gioia del lavoro, per l'estasi della realizzazione creativa –
piuttosto che per la speranza di ricompensa. Solo sul Piano Astrale l'anima
può trovare le condizioni che sono descritte nei versi di Kipling:
"E solo il Signore ci loderà,
e solo il Signore ci biasimerà;
e nessuno lavorerà per denaro,
e nessuno lavorerà per la fama;
ma ognuno per la gioia del lavoro
ed ognuno nella sua sfera separata,
disegnerà la Cosa come la vede
per il Dio delle Cose come sono."
La Legge del Karma opera molto del suo lavoro sul Piano Astrale, perché
qui la materia è plastica e malleabile, avendo perduto il rozzo involucro del
corpo. E la legge è esatta ed infallibile nelle sue operazioni – porta sempre
ogni seme a germogliare, ed ogni seme produce i suoi frutti:
"Ogni altra vita è una morte vivente, una terra dove vivono solo fantasmi;
un vento, un suono, un alito, una voce; il suonare di campane dei cammelli."
Eppure è così radicato nella materialità il mondo degli uomini, che essi
parlano del mondo celeste del Piano Astrale superiore come di un miraggio,
un semplice sogno, un fantasma. Non considerano niente "reale" a meno che
non sia sul piano materiale. Poveri mortali, non realizzano che, alla fin fine,
niente può esserci di più irreale, di più simile a sogno, di più transitorio, di
più fantasmatico che questo stesso mondo di sostanza materiale. Non sono
consapevoli che in esso non c'è assolutamente permanenza – che la mente
stessa non è abbastanza veloce per cogliere un bagliore della realtà materiale,
perché, prima che la mente afferri un fatto materiale, il fatto si è trasformato
in qualcos'altro.
Il mondo della mente, e, ancora più vero, il mondo dello spirito, è molto più
reale del mondo della materialità. Dal punto di vista spirituale non c'è niente
di veramente reale se non lo Spirito; e la materia è considerata come la più
volatile e irreale di tutte le apparenze illusorie. Dallo stesso punto di vista, più
in alto si sale sulla scala del piano materiale, più reali divengono i fenomeni
sperimentati. Perciò ne segue che le esperienze dell'anima sul Piano Astrale
superiore non solo non sono irreali nella loro natura, ma, in confronto, sono
molto più reali delle esperienze della vita sui piani materiali. Come hanno
appena detto gli scrittori citati, la Natura non viene beffata sul Piano Astrale –
ma la Natura stessa si manifesta con effetto molto più reale su quel piano che
sul piano materiale. Questo è duro da accettare al non iniziato – ma l'anima
avanzata diviene sempre più convinta di questa verità ad ogni ora che passa
della sua esperienza.
È un grande errore considerare le esperienze dell'anima nel mondo celeste
solo un po' più che "giocare alla realtà", come hanno detto alcuni critici
materialistici. Dobbiamo solo rivolgerci alle esperienze della vita terrena per
vedere che alcune delle migliori opere del mondo vengono effettuate in ore
diverse da quelle impiegate a modellare concretamente le cose. Ci sono volte
nella vita quotidiana dei più attivi lavoratori del mondo che possono essere
definite "stati di grazia" - cioè il momento in cui la mente crea e forma ciò
che in seguito si manifesta in forma materiale. Non c'è mai stato un edificio,
un ponte, né alcuna altra grande opera fatta dalle mani dell'uomo, che non sia
prima stata creata nella mente di qualche uomo o uomini. Essa ha avuto la
sua prima esperienza nelle facoltà creative della mente – la costruzione
materiale è semplicemente la riproduzione della creazione mentale.
Ricordando questo, cosa dovremmo considerare la creazione reale: quella
mentale o quella materiale?
L'anima, nelle sue attività sul Piano Astrale superiore, effettua un lavoro
simile a quello della mente dell'inventore, del designer, del costruttore,
quando dà forma e disegna ciò che in seguito avrà una forma oggettiva. Può
essere definito il periodo o stadio del formare il modello che in seguito
servirà per la manifestazione materiale. Solo gli ignoranti possono pensare a
un simile stadio di esistenza come ad un "semplice sogno". Invero, le croste
della materia servono ad accecare gli occhi dell'uomo. Più sale in alto nella
scala dell'esistenza, più le esperienze dell'anima sono reali – più si avvicina
alla materia, discendendo la scala, più irreali sono le sue esperienze. Ah,
Maya!, Maya!, tu, madre di illusione, quando impareremo ad elevarci sopra il
tuo incantesimo! Chi gioca nel fango ne resta macchiato e non può vedere
niente di più bello e più alto della sua viscida sostanza.
CAPITOLO XIV
COMPAGNIA SUL PIANO ASTRALE
C'è una domanda che viene sempre in mente a coloro che indulgono in
speculazioni riguardo all'"altra sponda" - quella domanda che viene espressa
con le parole del vecchio inno: "Ci riconosceremo lassù?". Questa domanda è
radicata nel cuore stesso dell'amore e affetto umani. Il mondo celeste, anche
se offre ogni altra gioia e soddisfazione, non sarebbe un paradiso per la
persona comune se non offrisse anche la compagnia delle persone care nella
vita terrena. L'anima istintivamente desidera la compagnia non solo di quelli
vicini per legami dell'amore fra uomo e donna, ma anche di coloro a cui è
legata per relazioni di genitore e figlio, fratello e sorella, amico e amica.
Senza questa sicurezza di compagnia continuata, il cielo sembrerebbe un
posto freddo e desolato all'anima umana media.
Siamo felici che gli insegnanti Yoga siano stati molto espliciti e chiari sul
soggetto, e che i loro studenti possano scoprire che questa speranza e
desiderio del cuore umano sono completamente e largamente esauditi dalla
vita sul Piano Astrale. Non solo "ci riconosceremo lassù", ma siamo
naturalmente legati da legami Astrali di attrazione a coloro che amiamo; e a
coloro per cui abbiamo simpatia, anche se non li abbiamo mai conosciuti
nella vita terrena. Inoltre, c'è, sul Piano Astrale, la possibilità di una
compagnia molto più stretta e intima tra anime gemelle di quanto non
avvenga comunemente nella vita terrena. Con il far cadere gli involucri del
corpo fisico, l'anima diventa capace di una relazione più stretta con anime
gemelle, rispetto a quanto si sperimenti mai sul piano fisico. I fuochi Astrali
hanno bruciato le scorie delle attrazioni inferiori, perciò l'anima è capace di
vibrare su piani molto più alti di associazione. Sul Piano Astrale, l'anima può
incontrare un'altra anima in stretta comunione e fratellanza, e i sogni e
desideri della vita terrena, la cui realizzazione si trovava impossibile su quel
piano, ora divengono gli eventi ordinari della nuova vita dell'anima. Quello
che l'anima ha desiderato invano sulla terra si trova ora in abbondanza.
Per realizzare cosa questo significa, è necessario solo pensare agli ideali
superiori nutriti dall'anima, nella vita terrena, riguardo le relazioni tra esseri
umani. Anche se questi ideali sono raramente realizzati nella vita terrena, ciò
nonostante risiedono costantemente nell'anima, ed è una delle tragedie della
vita terrena che questi ideali sembrino "troppo belli per essere veri". L'amore
dell'uomo e della donna, del genere giusto, ha sempre alle spalle questo
affetto e desiderio ideale, eppure quanto raramente l'ideale non viene
trascinato nel fango! La relazione tra genitore e figlio, tra fratelli e sorelle, tra
amici, si trova raramente avvicinarsi all'ideale che risiede in ogni cuore
umano. Talmente vero è questo ideale – talmente costante la sua presenza –
che quando, nella vita terrena, vediamo una compagnia che sembra anche
parzialmente rispondere alle richieste ideali, i nostri sentimenti più profondi
ne vengono toccati. Nei romanzi, nella poesia, nelle canzoni, nelle commedie,
troviamo che il quadro della realizzazione di questo ideale tocca fonti di
emozione e simpatia che ci elevano a piani superiori di pensiero e vita. Quale
deve essere allora la gioia, la beatitudine, la felicità, la soddisfazione di una
vita su un piano di esistenza in cui questa espressione è l'unica naturale, e
dove veramente l'ideale diviene realtà?
Sì, invero "ci riconosciamo lassù". Non solo l'"altro" che possiamo avere in
mente, ma anche molti "altri" con cui siamo in naturale armonia di anima.
Quelli che sono legati dai legami dell'amore terreno e dell'amicizia –
ammesso che ci sia realmente un legame di affetto di qualsiasi grado tra di
loro – hanno la piena opportunità di manifestare il loro reciproco affetto e
attrazione armonica sul Piano Astrale superiore. L'immaginazione umana più
eccelsa non può darci se non un pallido quadro della realtà dell'esperienza di
simili unioni. È vano tentare di dipingerle, poiché non vi sono parole che
possano esprimerle. La risposta alla domanda dovrà dunque essere: ogni
anima che vuol sapere volga lo sguardo entro di sé, trovi il quadro, tracciato
dalla fantasia, della più eccelsa beatitudine che tale stato può dare e pensi che
quel quadro immaginario è mille e mille volte inferiore alla realtà.
Solo nelle armonie della musica, o nella ritmica cadenza della più alta
poesia o nelle linee di qualche grande capolavoro, l'anima sulla terra può
intravedere la verità dell'Amore sul Piano Astrale. Esse di tempo in tempo
danno all'anima una pallida idea di quello che proverà sui più alti piani
dell'esistenza. È questo uno dei motivi per cui la musica, l'arte e la poesia ci
sollevano a volte al di sopra dell'ambiente in cui viviamo. Nei lampi della
Coscienza Cosmica che a volte giungono a taluni spiriti illuminati c'è
un'espressione di questo aspetto dell'unione delle anime sui più elevati piani
della vita. Ed il poeta occidentale ha giustamente espresso – in rotte cadenze
e in lingua confusa – la difficoltà di dire con le parole ordinarie la verità su
questa realizzazione della verità:
"Le parole di un uomo che parli da quella vita debbono apparire vacue a
chi non è sullo stesso piano di pensiero. Io non oso parlarne. Le mie parole
non rendono il suo senso augusto; sono inefficaci e fredde. Esso soltanto può
ispirare chi vuole, e la parola diverrà lirica, dolce, universale, come la brezza
nascente. Eppure desidero, anche con parole profane, se le divine non posso
usare, dire quello che ho intuito della trascendente semplicità e dell'energia
dell'Altissima Legge."
Emerson
Nelle opere che trattano del Piano astrale, in particolare se l'autore è una
delle antiche autorità, si trovano molti riferimenti a quelle che vengono
chiamate anime "legate alla terra". Di regola, questi riferimenti riguardano
anime di ordine inferiore, che rifiutano di sollevare il loro sguardo mentale
oltre le cose e le scene della terra, e che infestano i loro antichi scenari di
attività e vita, trovandovi l'unico piacere loro possibile, vista la loro
condizione degradata. Ma, a questo proposito, non dobbiamo trascurare di
menzionare anime di ordine superiore che, sfortunatamente sono lente a
sciogliere i loro legami terreni, e che si attaccano a coloro che hanno lasciato
dietro di loro. Consideriamo per un attimo quest'ultima classe.
Accade a volte che un'anima che è naturalmente adatta alla vita normale sui
Piani Astrali superiori, sia così legata ed attaccata a questioni che riguardano
la vita terrena, che, dopo il suo risveglio dal sonno dell'anima, sulle prime
rifiuta di partecipare alla normale esistenza Astrale, ma invece si occupa degli
affari terreni che dovrebbe invece aver lasciato dietro di sé. Questa sfortunata
condizione nasce in genere da qualche senso di non aver completato qualche
compito, o dal rimorso, o dall'ansia sul benessere di qualche caro che è
rimasto indietro. In tali casi realmente continua ad aleggiare nello spazio che
circonda la persona o il luogo a cui è interessata, e, in straordinarie condizioni
psichiche, può realmente rendersi visibile ai sensi delle persone incarnate.
Appartengono a questa categoria le povere anime afflitte che vagano sulla
scena dei loro misfatti terreni, spinte dal rimorso a tentare di distruggerne o
attenuarne le conseguenze. Queste anime infelici non sono, naturalmente
"completamente sveglie" sul Piano Astrale né sul piano della vita terrena.
Agiscono piuttosto come sonnambuli, non riuscendo a partecipare al normale
corso né dell'una né dell'altra vita.
Affini a queste sono le anime preoccupate e tormentate dal pensiero di
qualche dovere o compito rimasto incompiuto, e che in condizioni di
sonnambulismo si aggirano intorno ai luoghi della vita precedente, tentando
nebulosamente di mettere le cose a posto. Una terza categoria è composta da
poche anime così attaccate personalmente a quelle rimaste sulla terra, da
cercarle continuamente, sforzandosi inutilmente di aiutarle o guidarle.
In tutti questi casi i superstiti hanno un preciso dovere. Essi devono
ammonire mentalmente le povere anime che la giusta sede della loro attività è
sul Piano Astrale; che è loro dovere cessare di tormentarsi ed aggirarsi sulle
scene della terra; e che debbono cedere all'attrazione verso l'alto, elevandosi
al loro piano di esistenza Astrale per goderne le beatitudini. Chi avverte la
presenza di anime disincarnate non deve sottrarsi a tale dovere, qualunque sia
la pena che gliene derivi. È come parlare ad un bambino, nella maggioranza
dei casi, data la condizione semi-addormentata dell'anima legata alla terra di
questa categoria.
Sebbene l'anima possa disperdersi e piangere come un bambino, bisogna
esortarla, come si farebbe col bambino, a fare il proprio dovere ed a
raggiungere la propria dimora. Questo consiglio sarà spesso ascoltato e
l'anima cederà all'attrazione ascensionale, ponendo fine all'agitata esistenza.
Peraltro, anche senza tali consigli, l'attrazione delle più alte sfere finisce per
prevalere col tempo, e l'anima sale a raggiungere la propria vera sede
nell'Astrale. Diffidiamo chiunque dall'incoraggiare l'anima legata alla terra a
restarvi. Sarebbe come incoraggiare il nascituro a rimanere nel grembo, o la
farfalla a restare crisalide. Nessun bene può venire da una violazione delle
leggi della Natura, su qualsiasi piano di esistenza, compreso l'Astrale.
La categoria più bassa delle anime legate alla terra è completamente
diversa. Si compone di anime in cui, dato il bassissimo livello di sviluppo
spirituale, l'animalità predomina, e la materialità bruta è l'attributo
emozionale caratteristico. Queste anime sono considerate "legate alla terra"
perché l'attrazione del piano materiale contrasta la sollecitazione verso l'alto
così fortemente da neutralizzarla, prevalendo in modo che l'anima vive su un
piano il più vicino possibile a quello materiale. In sostanza, i piani inferiori
dell'Astrale sono abitati da questa bassa categoria di anime, così poco lontane
dal piano materiale che la loro situazione appare come uno stadio di
transizione fra il piano materiale e quello astrale – una commistione dei due.
È come se un tenuissimo velo fosse calato fra il piano astrale e la scena della
vita materiale – un ipnotizzante velo per queste basse anime – cosicché,
mentre non possono partecipare effettivamente agli affari terreni, possono in
qualche modo esserne vagamente consapevoli.
Queste anime basse legate alla terra di regola limitano le loro visite terrestri
agli scenari che le hanno attratte nella vita terrena. E queste anime si dilettano
diabolicamente a cercare di influenzare quelli del loro genere ancora
incarnati, quando sono confusi, spingendoli a nuove infamie e spesso a reali
crimini. In qualche caso estremo queste anime degradate hanno cercato di
rientrare nel loro guscio Astrale scartato e addirittura in quello di altri, e con
grande sforzo cercare di materializzarlo anche per breve tempo in forma
oggettiva di "fantasma". La natura di queste entità cambia solo di poco
durante il loro soggiorno in Astrale, ed esse continuano a compiacersi di tiri
grossolani, come durante i loro giorni di vita terrena. Molti casi di apparizioni
di fantasmi, di lancio di oggetti concreti, sono dovuti a questa bassa categoria
di anime disincarnate. Esse possono essere sempre allontanate e fatte
scomparire da chi dimostri loro di comprenderne la vera natura ed ordini loro
di allontanarsi. Uno sguardo imperioso ed un tono autoritario, uniti a parole
che dimostrano che le loro finzioni sono smascherate, volgeranno sempre in
fuga quelle creature, e le respingeranno donde vennero, sconfitte ed umiliate.
Un altro divertimento favorito da una certa categoria di questa specie di
basse anime disincarnate è quello di apparire nella forma Astrale, nelle sedute
spiritiche o in altre riunioni in cui le condizioni psichiche sono
sufficientemente favorevoli alla materializzazione. In simili casi queste
creature tentano impudentemente di assumere le sembianze altrui, sia di
amici o parenti di qualcuno dei presenti, sia di personaggi storici.
Chiunque abbia partecipato a sedute spiritiche ed abbia visto "George
Washington" o "Giulio Cesare" comparire e conversare nel tono e con le
parole delle persone più volgari, ne comprenderà facilmente la ragione. La
conoscenza di questo fatto servirà ad illuminare molte enigmatiche fasi dei
fenomeni psichici.
Questa bassa categoria di anime rimane, peraltro, poco tempo sul Piano
Astrale e passa a reincarnarsi in ambienti che corrispondono alla loro natura
ed ai quali sono attratte dalle leggi spirituali. Poiché sono totalmente attratte
dal mondo fisico, non v'è nulla che le trattenga sul Piano Astrale, e la loro
dimora vi è, nella maggioranza dei casi, molto breve.
Tuttavia anche nelle peggiori e nelle più brutali persone c'è un minimo di
bontà ed una scintilla spirituale che brilla brevemente durante ogni soggiorno
sul Piano Astrale. Nel corso del tempo, tale scintilla è sufficientemente
alimentata per emettere una fievole luce che illumina il cammino della povera
anima e la avvia verso cose più alte. Così anche fra quelle povere entità v'è
almeno un minimo di speranza e di promessa. Ma in maggioranza si tratta di
anime degenerate e cadute – discese da uno stato più alto – le quali, se non
traggono profitto dalle pene della vita materiale, sono destinate ad andare
sempre più in basso, finché la Natura benignamente non le distrugge,
risolvendole negli elementi spirituali originali.
Ci sono sotto-piani dell'Astrale così bassi e degradati che esitiamo a
ricordarli. Sono abitati da anime infime ed abiette, condannate
all'annichilimento, essendo per la loro essenza inadatte al cammino sui piani
sacri. Non parleremo qui dei particolari di questi sotto-piani, limitandoci a
citare le parole di due distinti autori, uno più antico ed uno più recente.
Dice l'antico saggio: "Io vedo com'è quel luogo. Privo di acqua, di aria, di
luce. Di una profondità infinita, e nero come la notte più fonda". Il più
moderno così parla: "Molti allievi trovano estremamente penosa
l'investigazione di questa sezione, perché in essa v'è un senso di densità e di
grossolana materialità indescrivibilmente sgradevole al corpo Astrale
liberato, che prova l'impressione di aprirsi la strada in un viscido fluido nero,
mentre gli abitanti e gli influssi locali sono straordinariamente
indesiderabili".
È appena necessario ammonire chi si occupa di fenomeni psichici di
carattere materiale che lo portano più o meno in contatto con questi piani
inferiori dell'Astrale. Tuttavia intendiamo ripetere l'ammonimento in questo
lavoro, come in altri nostri volumi.
L'ignoto tenta ed affascina molti, particolarmente quelli che non sono
familiarizzati con i fenomeni del Piano Astrale. Simili persone "si
avventurano follemente ove gli angeli non osano" e attirano a sé le più
indesiderabili entità e condizioni Astrali. Il nostro consiglio al riguardo è:
mantenere fissa la mente alle più alte verità dello spirito, ed alla più elevata
vita dell'anima; distogliere lo sguardo risolutamente dai fenomeni psichici
inferiori; non cercare affatto "fenomeni", ma la Verità, che, quando è
conosciuta, tutto illumina. Cercate sempre il sole dello Spirito, ed evitate il
pallido raggio della luna psichica.
CAPITOLO XVII
GUSCI ASTRALI
Uno dei molti fatti che si imprimono sulle menti degli studenti di
occultismo è quello che illustra il principio che la Natura è coerente e
uniforme nei suoi metodi. Sui vari piani di esistenza, la Natura ha alcuni
metodi fondamentali o modi di manifestazione che lo studente impara presto
a cercare nelle sue indagini, e che trova sempre se continua sufficientemente
a lungo la sua ricerca e osservazione.
Uno di questi costanti metodi della Natura è quello con cui sempre frappone
un periodo di riposo, pausa, sonno, o recupero tra la fine di un periodo di
attività e l'inizio di un altro. Sul piano fisico abbiamo molti esempi di questo,
dalla pausa temporanea del pendolo tra l'oscillazione in avanti e quella
all'indietro, la pausa tra l'inspirazione e l'espirazione, il sonno tra la chiusura
del giorno e l'inizio del successivo, il periodo di riposo del bambino non
ancora nato tra il suo periodo di formazione e la sua nascita nel nuovo
mondo, ecc..
Nel mondo Astrale troviamo lo stesso fenomeno nel sonno dell'anima che
avviene tra quella che chiamiamo Morte e l'inizio della nuova esistenza sul
Piano Astrale.
E, ragionando per analogia, possiamo naturalmente aspettarci di sapere che
una fase o periodo simile esista tra la fine delle attività dell'anima sul Piano
Astrale e il suo passaggio alla reincarnazione o a sfere più alte di vita
spirituale. E invero tale periodo esiste, e forma un aspetto molto distinto
dell'esistenza dell'anima sull'"altra sponda". Tale fase è nota agli occultisti
come il "secondo sonno dell'anima", o secondo letargo.
Il secondo sonno dell'anima è preceduto da uno stato di transizione di
attività e consapevolezza che declina gradualmente, e di un corrispondente
desiderio di riposo da parte dell'anima. Quando i processi naturali sul Piano
Astrale si avvicinano alla conclusione, l'anima inizia a sperimentare un senso
di languore e stanchezza, e istintivamente desidera una pausa e il riposo. Si
trova ad aver realizzato la maggior parte dei suoi desideri, ambizioni, ed
ideali, e in molti casi li ha superati. Le giunge quel senso pensoso di aver
compiuto lo scopo del suo destino, e una premonizione dell'avvicinarsi di una
nuova fase di esistenza. L'anima non sente dolore all'avvicinarsi del secondo
sonno dell'anima, ma, al contrario, sperimenta soddisfazione e felicità al
giungere di qualcosa che promette riposo e recupero. Come il viaggiatore
stanco che ha scalato sentieri di montagna ed ha goduto delle esperienze del
viaggio, l'anima sente che si è ben meritata un sano riposo, e, come quel
viaggiatore, lo aspetta con desiderio.
L'anima può aver passato solo alcuni anni, o forse cento o mille anni, di
tempo terrestre, sul Piano Astrale, secondo il suo grado di sviluppo ed
evoluzione. Ma, che il suo soggiorno sia stato breve o lungo, il senso di
stanchezza la raggiunge alla fine, e, come molte persone anziane sulla terra,
sente che "il mio lavoro è finito – lasciatemi morire, lasciatemi morire".
Prima o poi, l'anima sente il desiderio di fare nuove esperienze, e di
manifestare in una nuova vita qualcuno dei progressi che ha realizzato grazie
al suo sviluppo sul Piano Astrale. E, per queste ragioni, e anche per
l'attrazione dei desideri che si sono accumulati, perché non sono stati vissuti o
sono stati soffocati, o forse influenzata dal fatto che qualche anima amata, su
un piano inferiore, sta per incarnarsi, per cui desidera esserle insieme, (ciò
che è anche una forma di desiderio), l'anima cade in una corrente che scorre
verso la rinascita e la selezione dei genitori adatti e delle più vantaggiose
circostanze ambientali. Di conseguenza, cade di nuovo in uno stato di sonno
gradualmente, e, a tempo debito, "muore" sul Piano Astrale, come già sul
piano materiale, e procede verso la rinascita sulla terra.
Ma, strettamente parlando, l'anima continua in una condizione di parziale
sonno anche dopo che è rinata sulla terra, perché non si sveglia subito nel
corpo del neonato, in cui si è reincarnata. Al contrario, si sveglia
gradualmente durante la prima infanzia e giovinezza del bambino. Questo è
un fatto molto interessante della scienza occulta, che è conosciuto ben poco
anche da molti studenti attenti. Ne abbiamo parlato così: "Un'anima non si
risveglia immediatamente alla nascita, ma resta in uno stato di sogno per i
giorni dell'infanzia; si risveglia gradualmente con la crescente intelligenza del
bambino, col cervello che tiene il passo con le richieste che gli vengono fatte.
In alcuni casi il risveglio è prematuro, e vediamo casi di bambini prodigio,
geni infantili, ecc., ma tali casi sono più o meno anormali, e poco sani.
Occasionalmente l'anima sognante nel bambino si sveglia a metà, e ci
sorprende con qualche osservazione profonda, o condotte e affermazioni
mature... I rari casi di bambini precoci o geniali sono esempi di risveglio più
rapido dell'ordinario. Sono noti casi in cui gli uomini sembrano risvegliarsi a
quarant'anni e più, dedicandosi al lavoro con rinnovata attività ed energia che
sorprende chi li ha conosciuti prima".
Ma ora siamo interessati in particolare ai primi stadi del secondo sonno
dell'anima – gli stadi che vengono trascorsi sul Piano Astrale. In questi primi
stadi, il sonno attraversa uno stadio particolare di quello che può essere
chiamato "digestione e assimilazione spirituale". Proprio come, nel primo
sonno dell'anima, l'anima digeriva i frutti della sua vita terrena ed assimilava
le lezioni ed esperienze là attraversate, così in questo secondo sonno l'anima
digerisce e assimila le meravigliose esperienze dell'Astrale. Perché, ricordate,
il periodo in Astrale è stato non solo una retrospettiva da una parte, e una
manifestazione di poteri latenti, dall'altra; è stato anche un periodo di
ricostruzione e di sviluppo.
Molte cose sono state vissute e superate sul Piano Astrale, e l'anima lascia
l'Astrale come un'entità molto diversa da quella che vi è entrata. Ma, e
ricordate anche questo, il cambiamento è sempre in meglio. Molte
caratteristiche indesiderabili sono state bruciate dai fuochi del pentimento e
del rimorso, e molte caratteristiche desiderabili sono state sviluppate nel ricco
terreno spirituale dei piani superiori, aiutate dal Sole dello Spirito che
avvolge l'anima sui piani superiori. Ma è ancora necessario un processo di
"immagazzinamento", riaggiustamento delle condizioni mentali, e
preparazione spirituale ad una nuova vita – e questo avviene nei primi stadi
del secondo sonno dell'anima.
Come il bambino, o l'adulto, riceve l'energia necessaria per il lavoro del
giorno successivo, quando è avvolto nel sonno alla fine della giornata, così
l'anima dormiente riceve energia dall'Unica Fonte, affinché affronti la nuova
vita con vigore e potenza. Non entriamo qui nei dettagli di questo lavoro di
recupero, perché desideriamo evitare ogni apparenza di tecnicismo. Basta
dire che l'anima riceve un nuovo impeto di energia e la "forma psichica" del
suo nuovo corpo fisico, durante il secondo sonno. Le è concesso anche di
sperimentare il potere di attrazione dei suoi legami karmici, che conduce alla
rinascita in conformità del carattere della sua natura. Similia similibus è
l'assioma che esprime il procedimento.
Ogni anima va dove la sua essenza la destina. Non è sottoposta ad alcun
arbitrario comando di alcun essere in cielo o in terra, ma in ogni caso opera
l'assoluta e giusta legge del Karma. Non v'è favoritismo, non v'è la minima
possibilità di ingiustizia nel destino di ciascuna anima, nobile o umile che sia.
La più alta come la più bassa è sotto la stessa legge, poiché tutti sono figli
dello stesso padre – tutti bambini nel giardino d'infanzia dell'Assoluto. Tutti
sono sulla Via, lo sappiano o no – e la loro ignoranza non è ad essi
addebitata.
Nell'ultimo capitolo di questo libro parleremo di anime che si elevano al di
sopra della reincarnazione nella vita terrena, ed ascendono a piani e stadi di
esistenza molto al di sopra di quanto la terra possa offrire. Le menzioniamo
qui solo per dire che anche tali anime debbono passare attraverso un secondo
letargo sul Piano Astrale, prima di procedere oltre.
In simili casi perdono durante il sonno quanto è rimasto dei ceppi del
desiderio terreno, e scagliano via tutti i frutti dell'azione terrena salvo quella
che è chiamata Liberazione o Libertà. Simili anime non si risvegliano più
sulla terra, né vi ritornano, salvo che, se mai, vogliano rivisitarla secoli dopo
come grandi maestri o capi. Esse qualche volta attraverso i secoli, hanno
rivestito la forma umana, ma sono state sempre molto al di sopra degli
uomini, salvo che nell'aspetto. Vi sono pani su piani di esistenza più elevati
della terra e del Piano Astrale. Benedetta è invero l'anima che si risveglia dal
secondo sonno e si trova anche nel più umile di questi stati esaltati. Perfino il
più saggio china la testa in segno di riverenza alla menzione di simili sfere di
esistenza, che trascendono anche l'immaginazione umana.
CAPITOLO XIX
RINASCITA
Nel capitolo precedente abbiamo spiegato che l'anima, cadendo nel secondo
sonno, è presa dalle correnti dell'attrazione karmica e trasportata verso la
rinascita in un ambiente e con vincoli che concordano con la somma del suo
carattere e dei suoi desideri. Come vedremo nel capitolo successivo, alcune
anime sfuggono a questa corrente e sono invece trasportate verso più alte
sfere di attività e di esistenza, ma la maggioranza delle anime sul Piano
Astrale muove verso la rinascita terrena, tale essendo il loro Karma. Ma
bisogna qui avvertire l'allievo di non cadere nell'errore troppo comune di
ritenere che questo Karma sia qualche cosa di severo che decreta premio o
punizione secondo un determinato codice. Il Karma è semplicemente la legge
spirituale causale.
Noi siamo puniti non per i nostri peccati, ma da essi, noi siamo
ricompensati non per le nostre buone azioni, ma da esse. In breve, premio o
punizione nascono dalla stessa natura del nostro carattere, ed il nostro
carattere è la somma dei nostri desideri. Il DESIDERIO è quindi il primo
motore del Karma, e, attraverso il Karma, delle nostre rinascite. A molti
sembra che la rinascita sulla terra sia imposta all'anima contro il suo
desiderio. È vero l'opposto, perché la somma dei desideri dell'anima è lo
stesso effettivo motore della rinascita.
Chi è rinato sulla terra non è rinato contro il proprio volere o desiderio. Al
contrario, è rinato perché effettivamente lo desiderava. È trasportato dalla
corrente della rinascita perché le sue tendenze e desideri hanno creato
aspirazioni che possono essere soddisfatte solo dalla vita rinnovata nella
carne. Benché inconsciamente, egli si pone istintivamente nelle operazioni
della Legge di Attrazione ed è trascinato alla rinascita nell'ambiente
esattamente calcolato nella miglior maniera per permettergli di vivere questi
desideri – per esprimere ed esaurire la forza del desiderio. È ansioso di
soddisfare le sue aspirazioni, e, finché l'ansia non è calmata, i desideri non
possono sparire. Ciò non significa che necessariamente ogni desiderio
dev'essere appagato, perché spesso accade che nuove riflessioni od
esperienze inducano nell'anima ripugnanza per l'oggetto dell'antico desiderio,
che così muore di morte naturale. Ma finché è vivo, tende ad attrarre l'anima
verso oggetti ed ambienti idonei a soddisfarlo: ciò è vero nella vita terrena
come sul Piano Astrale. Il desiderio è sempre il grande motore dell'anima nel
determinare la rinascita.
L'anima, conservando il desiderio delle cose materiali – della carne e della
vita terrena – e non essendo in grado di ripudiarlo, cadrà naturalmente nella
corrente della rinascita che la condurrà verso le condizioni in cui quei
desideri fioriranno e si manifesteranno. Solo quando l'anima, attraverso molte
vite terrene, comincia a vedere l'illusorietà e la vacuità dei desideri terreni,
comincia ad essere attratta dalle cose della vita della sua più alta natura, e,
sfuggendo il flusso della corrente della rinascita, si solleva al di sopra di esso
e ascende alle eccelse sfere.
L'individuo medio, dopo anni di esperienza terrena, è in grado di dire che
non ha più desiderio di vita sulla terra, e desidera lasciarla per sempre. Queste
persone sono perfettamente sincere nelle loro dichiarazioni e sentimenti ma
uno sguardo nel profondo del loro cuore rivelerà uno stato di cose
interamente differente. Non sono, di regola, realmente stanche della vita
terrena, ma semplicemente di quel particolare tipo di vita terrena che hanno
sperimentato durante l'incarnazione. Hanno scoperto la natura illusoria di un
certo tipo di esperienze terrene, e si sentono disgustate dalle stesse. Ma sono
sempre piene di un altro genere di desideri e hanno fame di un altro genere di
esperienze sulla terra. Non hanno trovato felicità e soddisfazione nella loro
esperienza, ma ammetteranno, se sono onesti con se stesse, che se avessero
potuto avere delle cose "così", invece che "cosà", avrebbero trovato
soddisfazione. Il "se" può essere un amore soddisfatto, ricchezza, fama,
ambizione gratificata, successo di vario genere, ecc. - ma, che sia quel che
sia, il "se" c'è quasi sempre, e quel "se" in realtà è il seme dei desideri che
loro restano. E la brama per quel "se" è in realtà il motivo della loro rinascita.
Pochissime persone sarebbero disposte a rivivere la loro vita terrena – ed
esse sono oneste nelle loro dichiarazioni. Ma, come il vecchio Omar, esse
sarebbero più che disposte a riplasmare il mondo secondo il desiderio del loro
cuore – ed allora vivere la vita terrena. Comprendete? Non è la vita terrena in
se stessa che non amano, ma solo le particolari esperienze di essa.
Date all'uomo e alla donna medi giovinezza, salute, ricchezza, talento ed
amore, ed essi saranno pronti a ricominciare il carosello della vita terrena. È
solo la mancanza o la deficienza di queste o simili cose che fa sì che essi
sentano che la vita è un fallimento – una cosa che si può lietamente lasciarsi
alle spalle.
L'anima, nel suo soggiorno sull'Astrale, è riposata, ristorata e rinvigorita. Si
è dimenticata della stanchezza della vita conosciuta durante la precedente
incarnazione; è di nuovo giovane, vigorosa, ambiziosa e piena di speranza.
Sente in sé il richiamo dell'azione, l'ansia dei desideri, aspirazioni, ambizioni
inappagate – e cade prontamente nelle correnti che la portano sulla scena di
azione su cui tali desideri si potranno manifestare.
Abbiamo molti casi di simili cambiamenti di umore nella vita terrena. Ci
sentiamo stanchi, scoraggiati, anche scoraggiati dagli affari terreni alla fine
della giornata, dell'anno o di un periodo eccitante. Ma il riposo, il sonno, il
cambiamento di luoghi, e l'influsso di nuove impressioni operano un
mutamento, e presto ci riempie il desiderio di nuova attività, di nuova azione.
La maggioranza delle persone non sono in realtà disgustate o stanche della
vita, ma provano soltanto l'impulso dell'umanità verso "qualche cosa di
diverso, qualche altro luogo" - un mutamento di scena e di occupazione
sarebbero la loro rapida cura. Lo stesso è dell'anima stanca. Portatela
sull'Astrale, datele l'Elisir di Vita, ed essa sarà pronta per una nuova parte nel
Dramma della Vita.
Un altro punto molto incompreso è quello riguardante l'incoscienza
dell'anima nella scelta dell'ambiente della nuova nascita. È vero che in anime
di basso sviluppo, il processo è quasi totalmente istintivo, e non v'è
praticamente una cosciente scelta o comprensione. Ma quando l'anima
comincia a svilupparsi e ad acquistare conoscenza spirituale, comincia ad
avere una vista spirituale interiore e coscienza, ed in molti casi vede
confusamente, come in un sogno (durante il secondo sonno) le condizioni
verso cui è tratta, e spesso esercita una decisa scelta. Nel caso di una forte
personalità, purché spiritualmente sviluppata, v'è spesso più che una scelta in
sogno, perché simili stime fanno molto per "creare le circostanze" per la
propria nuova nascita, naturalmente nei limiti del Karma.
Un altro punto da chiarire riguarda il carattere dei desideri che costituiscono
il motore della rinascita. Non è che debbano essere necessariamente bassi o
malsani; al contrario essi possono essere della natura più elevata, e possono
essere le più belle aspirazioni, ambizioni o i più alti fini, ma in essi v'è
sempre il principio del desiderio. Alti o bassi, i desideri sono il seme
dell'azione. E l'impulso verso l'azione è la caratteristica del desiderio. Il
desiderio vuole sempre avere, fare, o essere. L'amore, anche il più altruistico,
è sempre una forma di desiderio, così l'aspirazione più nobile. Il desiderio di
beneficare il prossimo è desiderio quanto l'opposto. In realtà molte anime
altruistiche sono ricondotte alla rinascita semplicemente dall'insistente
aspirazione a compiere qualche grande opera dell'umanità, o per servire gli
altri, o per adempiere qualche dovere ispirato dall'amore. Ma, alti o bassi, se
questi desideri sono connessi in qualche modo alle cose terrene, sono motivi
e passi della rinascita.
In conclusione nessuna anima che nel suo intimo non desideri la rinascita
sulla terra, rinascerà mai. Simili anime sono attratte verso altre sfere, dove
l'attrazione della terra non è sentita. Il loro Karma le porta lontano dalla terra
– non verso di essa. Ma questa è la condizione soltanto di pochi, anche se, un
po' per volta, ogni anima la sperimenterà negli eoni a venire. Perché tutti sono
sul Sentiero, e l'evoluzione spirituale si muove con certezza, anche se
lentamente. Quelli che sono interessati a questa vita superiore dell'anima sono
invitati a leggere il prossimo ed ultimo capitolo. Se le sue parole vi
risuonano, avete già mosso i primi passi verso la realizzazione.
CAPITOLO XX
OLTRE LA REINCARNAZIONE
"Ci sono solo tre verità che sono assolute, e che non possono essere
perdute, ma che restano in silenzio perché inesprimibili. 1) L'anima dell'uomo
è immortale, e il suo futuro è il futuro di una cosa la cui crescita e splendore
non hanno limiti. 2) Il principio che dà la vita abita in noi, e con noi; è
immortale ed eternamente benefico; non si vede né si ode, né si tocca, ma è
percepito dall'uomo che desidera percepirlo. 3) Ogni uomo è il governatore
assoluto di se stesso, il dispensatore di gloria o avvilimento, ed è lui stesso
che decreta la sua vita, la sua ricompensa o punizione.
"Queste verità, che sono grandi come la vita stessa, sono semplici come la
mente più semplice dell'uomo. Datele agli affamati."
E ora, amico e lettore, ti lasciamo ancora una volta. Confidiamo che ciò che
abbiamo detto si proverà essere come i semi di alberi futuri di conoscenza
dentro di te. Perché questo è il massimo che l'insegnante può sperare di fare –
piantare semi. Confidiamo che ti abbiamo almeno portato alle porte della
percezione della verità che non c'è nessuna Morte – che ciò che chiamiamo
Morte è solo l'"altra sponda" della Vita, e una cosa sola con essa. Possano i
tuoi occhi spirituali aprirsi, perché tu possa percepire queste verità da te
stesso e attraverso la tua esperienza. E ora, ancora una volta, bravo studente,
ti diciamo: