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Covid-19 una pandemia. Molti paesi hanno conseguentemente adottato o DELLA CRISI
inasprito le misure di contenimento della mobilità e la sospensione delle
attività produttive. Inevitabilmente, la crisi ha coinvolto la sfera economica,
LE POLITICHE
quella sociale, il mondo culturale e l’ambito politico-istituzionale, in alcuni casi DOPO LA
esacerbando tendenze che erano presenti in nuce nella trama delle relazioni PANDEMIA
intersoggettive, altre volte lacerando le aspettative, i valori e le percezioni sui
quali ciascuno di noi, e la comunità nel suo complesso, definisce e articola la Guida non
emergenziale
propria esistenza.
Il CEST – Centro per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari, come associazione
di studenti, dottorandi e giovani ricercatori, con diversi background, propone
un volume che analizza, in chiave transdisciplinare, la pluralità dei possibili ef-
al post-Covid-19
LEPAROLE DELLA CRISI
fetti dell’emergenza in corso e indica alcune linee direttrici per immaginare la
sua gestione nei prossimi mesi, mediante un approccio specifico e originale:
a cura di
M. Malvicini
LE POLITICHE
il libro è infatti il frutto della collaborazione tra giovani studiose e studiosi e T. Portaluri
figure autorevoli del dibattito culturale italiano e internazionale. A. Martinengo DOPO LA PANDEMIA
Massimiliano Malvicini è professore a contratto di Istituzioni di Diritto pubblico presso
l’Università del Piemonte orientale e l’Università di Torino e vice-presidente del CEST. Ha Guida non emergenziale al post-Covid-19
conseguito il dottorato di ricerca in Diritto costituzionale presso la Scuola Superiore Uni-
versitaria Sant’Anna di Pisa di cui è stato anche allievo in Scienze politiche. Per i tipi di
Editoriale Scientifica ha pubblicato Un’imprevista emergenza nazionale. L’Italia di fronte al
Covid-19 (con M. Cavino, L. Conte, S. Mallardo) e ha curato La République jupitérienne.
Profilo politico-istituzionale della Francia contemporanea. a cura di
Tommaso Portaluri è Innovation Manager alla IN Srl e presidente del CEST. Ha conseguito Massimiliano Malvicini
un MSc in Statistics presso l’ETH di Zurigo, dove ha lavorato come research assistant. Negli
ultimi anni si è occupato di temi legati all’analisi costi-benefici, alla responsible research Tommaso Portaluri
and innovation e alla riproducibilità statistica. In precedenza, ha lavorato presso la Banca
Centrale Europea, la Scuola Superiore Universitaria Sant’Anna di Pisa, il CNR e il CERN.
Alberto Martinengo
Alberto Martinengo è ricercatore in Filosofia teoretica alla Scuola Normale Superiore. Si
occupa delle eredità dell’ermeneutica filosofica contemporanea. Le sue ricerche recenti
sono dedicate al linguaggio metaforico, con riferimento al rapporto tra la parola e l’imma-
gine e ai rispettivi usi politici. È direttore scientifico del CEST, per il quale coordina un labo-
ratorio di ricerca sulla metafora. Tra i suoi libri: Introduzione a Reiner Schürmann; Il pensiero
incompiuto. Ermeneutica, ragione, ricostruzione in Paul Ricoeur; e Filosofie della metafora.
Il CEST – Centro per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari è una rete di studenti,
dottorandi e giovani ricercatori provenienti da diverse discipline, molti dei quali hanno
arricchito il loro percorso di studio all’interno delle Scuole di Eccellenza. L’approccio
dell’associazione è basato sul dialogo e sulla stretta interdipendenza tra i vari campi di
ricerca. Mescolare l’autorevolezza di nomi fortemente riconoscibili nel panorama cul-
turale alla passione di giovani ricercatori, combinando competenza e innovazione, è la
metodologia con cui il CEST pensa e organizza gli incontri, di carattere divulgativo o
scientifico.
www.associazionecest.it | info@associazionecest.it
LE PAROLE DELLA CRISI,
LE POLITICHE DOPO LA PANDEMIA
Guida non emergenziale al post-Covid-19
a cura di
EDITORIALE SCIENTIFICA
NAPOLI
Opera edita con il contributo della Scuola Normale Superiore,
ISBN 978-88-9391-868-8
INDICE
Prefazione di M. BRAY 11
SEZIONE PRIMA
COSTITUZIONE E PROFILI GIURIDICO-ISTITUZIONALI
SEZIONE SECONDA
L’AMBITO POLITICO E IL CONTESTO INTERNAZIONALE
Covid-19 e rischio politico: l’economia italiana alla prova del debito 203
F. BOSCAINO - L. PREGLIASCO
SEZIONE TERZA
ASPETTI MEDICI E TECNICO-SCIENTIFICI
La scienza nella cabina di regia. Una conversazione sul vaccino anti Covid-
19 e sui processi decisionali nelle sfide globali 271
R. SARNATARO dialoga con SIR. J. FARRAR
SEZIONE QUARTA
ECONOMIA E FINANZA
Debito, risparmio, ruolo dello stato: l’Italia nell’Europa del post-Covid-19 467
J. TOZZO intervista L. REICHLIN
SEZIONE QUINTA
SOCIETÀ E CULTURA:
SOGGETTI, PROCESSI E POLITICHE
La musica dal vivo dopo il lockdown, cosa è andato storto e come ripartire 563
L. VITALI dialoga con C. PASTORE
Nei primi mesi del 2020 si sono prodotti a livello nazionale e inter-
nazionale numerosissimi discorsi pubblici e accademici intorno alle cau-
se mediche e naturali e alle possibili conseguenze sociali, politiche, spiri-
tuali ed economiche dell’evento pandemico legato al Covid-19. Alla mol-
tiplicazione dei punti di vista disciplinari la filosofia può concorrere evi-
tando di spigolare sulla più stretta e recente attualità e tentando di ri-
connettere gli aspetti di questa crisi – se di “crisi” si può parlare – alla
loro matrice antropologica e culturale di fondo.
All’interno di questo quadro si è distinto per acume l’intervento di
Massimo Cacciari su L’Espresso del 2 marzo, in cui viene descritta
l’intensificazione, durante la pandemia, di un approccio fideistico nei
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Leonardo Arigone è studente magistrale in Filosofia presso l’Università di Torino e
la Scuola di Studi Superiori di Torino “Ferdinando Rossi” e membro del CEST – Centro
per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari.
492 LEONARDO ARIGONE - MASSIMO CACCIARI
1
M. Cacciari, Il coronavirus e l’illusione di chiudere tutto, in L’Espresso, 2 marzo
2020 https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2020/02/02/news/coronavirus-massimo
-cacciari-1.345023.
2
Cfr. il capitolo ottavo, Le elette, di M. Cacciari, Generare Dio, Bologna, Il Mulino,
2013.
3
Id., La città, Verucchio, Pazzini, 2004, p. 63.
4
Cfr. il capitolo secondo, Le donne, di Id., L’arcipelago, Milano, Adelphi, 1997.
5
N. Machiavelli, Il principe. Testo e saggi, a cura di G. Inglese, Roma, Treccani,
2013, p. 119.
LA FEDE NELLA SCIENZA E IL LAVORO DELLO SPIRITO 493
6
M. Cacciari, Il potere che frena, Milano, Adelphi, 2013, p. 79.
494 LEONARDO ARIGONE - MASSIMO CACCIARI
ognuno di noi possa aver fatto: ci sono state reazioni di grande fastidio e
disagio da parte di persone che sentivano questa mancanza di cammino
comune in modo anche angoscioso; altre persone si sono invece addo-
mesticate – nel senso letterale del termine – anche con grande gioia, ri-
trovando nella relativa solitudine una dimensione di riflessione e di ri-
torno in sé, di ritorno nel cubiculum dell’anima – per dirla con Agostino.
Bisognerebbe indagare ciò, perché credo che avere una “statistica” di
queste forme di opposte reazioni al lockdown potrebbe dirci qualcosa
sul modo in cui noi oggi siamo “cittadini”. Anche questa credo sia una
caratteristica della nostra epoca: noi viviamo la città in modi molto di-
versi, molto contrastanti, in modi che non hanno più niente di comune.
A seconda di funzioni, lavori, backgrounds culturali viviamo la città in
modi diversissimi.
Credo sia difficile generalizzare oggi il discorso; quello che è certo è
che – come appunto molte volte mi è capitato di dire – questo contrasto
proprio della città tra ricerca di sicurezza, che solo la città può garantire,
e mobilitazione, che caratterizza la vita culturale ed economica
all’interno della città, è davvero esplosivo. “Exploding city”, come si inti-
tolavano dopo la guerra certe opere di artisti americani come Pollock.
La città tradizionale è esplosa e non c’è più niente da fare. Il processo
che caratterizza l’urbanizzazione di tutto il mondo da decenni è assolu-
tamente inarrestabile e dominante; ogni velleità re-azionaria rispetto a
questo processo è pura fuffa. Bisogna capire come si possa vivere dentro
queste città, quale ordine si possa dare a questa esplosione: anche le rea-
zioni atomiche possono essere controllate e non necessariamente gene-
rano la bomba. Al momento, però, non si riesce assolutamente.
M.C. In parte sì. “Securitas” vuol dire appunto non prendersi cura
dell’altro. E l’altro non può essere soltanto chi si dispone in una prossimi-
tà orizzontale, non può essere soltanto il prossimo nell’orizzontale. Il rap-
porto tra due è un rapporto ricco quando si riferisce a un terzo – non c’è
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Cfr. il capitolo decimo e conclusivo, L’età di Epimeteo, di ivi.
LA FEDE NELLA SCIENZA E IL LAVORO DELLO SPIRITO 497
M.C. Nel modo più assoluto. Certo, è evidente. Tutto il discorso che
facevamo prima va in questa direzione.
Si tratta di uno gnosticismo sui generis: il dualismo gnostico – natu-
ralmente ce ne sono tantissimi tipi e ora stiamo ultra-semplificando –
tiene insieme l’opposizione, mentre nell’opposizione del discorso comu-
ne uno dei due poli dovrà essere cancellato. Quindi non si tratta pro-
priamente di un dualismo gnostico in cui la lotta tra i due principi è ori-
ginaria e non può venire meno nel mondo; al contrario, qui uno dei due
principi dovrà essere sconfitto. Questo gnosticismo sui generis si riallac-
cia poi alla fede nella straordinaria potenza della scienza, che certo non
apparteneva allo gnosticismo in quanto tale.
Il timbro fondamentale comune a tutta l’epoca è la completa rimo-
zione del momento negativo, e cioè della morte. Non vogliamo sapere
della morte, non vogliamo entrare in rapporto con essa. Non siamo quel-
li che sono-per-la-morte. E la fede religiosa nella scienza ha questo
aspetto fondamentale: la missione fondamentale della scienza, per come
viene vissuta anche inconsciamente dalla moltitudine degli Epimetei, de-
gli ultimi uomini, è di non far morire. Questo si vede anche nei compor-
tamenti dei medici – io vivo con i medici, ho rapporti straordinari con
loro, ormai da parecchi anni mi dedico a questi problemi della filosofia
[ride, ndr] –: per finire a elementi solo apparentemente molto banali,
basti pensare a quanto spendono i poveri medici, i chirurghi in partico-
lare, per assicurarsi; praticamente non vi è operazione non riuscita che
non comporti cause, liti. La medicina, la scienza, deve non far morire.
Il lato essenziale è la rimozione della morte e della vecchiaia. Il ter-
mine “vecchio” – “senex”, che risuona anche in “senior” e che ha una
radice che in tutti gli idiomi che la usano indica un’eccellenza – viene
cancellato. Secondo il politically correct non si deve usare il termine
“vecchio”, ma “non più giovane”: è un’indicazione che viene addirittura
dal linguaggio della burocrazia. Ormai dobbiamo essere iuvenes e viri, è
nostro dovere mantenerci tali.
L.A. Ma come è stato possibile che l’Occidente, che porta nel pro-
prio nome l’idea del tramonto, abbia dimenticato tutto questo? Come è
LA FEDE NELLA SCIENZA E IL LAVORO DELLO SPIRITO 499
tologi. Se noi leggiamo i discorsi – per venire nel nostro orticello – dei
Fanfani, degli Andreotti, troviamo un elemento fondamentale: la politica
non riduceva l’“economico” allo Stato – contrariamente al presunto sta-
talismo di una certa sinistra –, ma la politica era autonoma e aveva il suo
progetto, e su questa base dialogava, si rapportava magari anche polemi-
camente con l’economia.
La storia è cambiata. Quello che era un rapporto di relativa autono-
mia è diventato di perfetta simbiosi. Questa è una trasformazione radica-
le. Il libro di Aresu e, indirettamente, quello di Piketty mostrano che
questo è il modello cinese e russo, ed è il modello che avrebbe in testa
Trump – si tratta di due miliardi e mezzo di persone. Anche in grandi
paesi sudamericani si sta producendo questa trasformazione, indotta an-
che dalla crisi pandemica: l’altro giorno ho fatto una lunga chiacchierata
con colleghi e amici brasiliani su questi temi, e loro raccontano
un’esperienza assolutamente analoga di simbiosi tra politica e capitali-
smo. Non c’è alcuna possibilità di discernere neanche da un punto di vi-
sta biografico il capo politico dal capo economico. Le due dimensioni
concrescono insieme e si confondono. Questo è il capitalismo politico.
Una volta si poteva dire che la vecchia sinistra denunciasse la politica in
quanto sovrastruttura a servizio del capitalismo, in quanto comitato
d’affari amministrativo del capitalismo, ma questo discorso non c’entra
più niente. Ora tra capitalismo e politica vige una simbiosi, dentro la
quale, come all’interno di qualsiasi organismo, come all’interno di un
partito o di un consiglio d’amministrazione, possono darsi evidentemen-
te le lotte e le contraddizioni più feroci; non si tratta di unità –
nient’affatto. Magari le contraddizioni sono ancora più esplosive di pri-
ma, e tuttavia partito unico o consiglio d’amministrazione unico sono la
stessa cosa. Come testimoniano le biografie dei soggetti coinvolti, i gran-
di colossi capitalistici cinesi sono dentro il comitato centrale del partito e
viceversa. E questa è una situazione nuova. Chiaramente c’è chi contesta
questa analisi perché si riferisce ancora solo a una tendenza. Una ten-
denza formidabile tuttavia, perché mi pare riguardi almeno due dei
grandi imperi della Terra. Anche il senso comune va in questa direzione:
non è forse questa la tendenza dei discorsi che sentiamo fare anche in
questa fase? Il senso comune non chiede forse che strategia politica e in-
teresse economico si confondano, che diventino uno? Tutto ciò che in-
terferisce in questo rapporto e lo rende ancora un rapporto tra relative
LA FEDE NELLA SCIENZA E IL LAVORO DELLO SPIRITO 501