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‘nuovo CONCOFSO a CATTEDRA te AVvertenze generali n 150 punti chiave Ordinamenti, legislazione e normativa sull'organizzazione e il funzionamento delle istituzioni scolastiche EdiSES Le Awertenze general in 150 punti chiave ~ I edizione Copyright © 2013, BAISES SI. ~ Napoli 9a765 2017 2016, 43210 2015 2014 2019, Le if sul des indica i numero e Vaso dll lia vistampa efttuata Amora cle itt la iprducione che pai ‘dlpresente volume di perte dees con quasi mes, Etre Prgrto grafico ProMedia Studio di A. Leano ~Napolt Posocomporisone ¢ Radecione SEC UNVILNCE Perconto della RAISES. ~ Via Nuova San Rocco, 62/A ~ Napoli wonnedisesit ISBN 978 88 6584 2558, info@edisesit Indice ‘A LADIDATTICA PERSONALIZZATA 1. Ladidatica personalizzata nella scuola italiana 2, Lacostruzione del Piano educativo individualizeato per gli alunni con handicap I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) 4 Lacollaborazione fra cuola e servizi di NPI per la formulazione del Piano didattico personalizzato 6 re dispensative 6. Didattica individualizzata e didattica personalizzata Per integrazione degli al B CONTINUITA DIDATTICA E ORIENTAMENTO 8, Lacontinuith nelle Indicazioni nazionali per il curicolo della scuola dell'infanzia e del primo cielo d'istruzione Lafanzione orientativa generale della scuola 10, La funzione orientativa nelle Indicarioni nazionalie nelle Linee Guida C LAVALUTAZIONE 11. Lacontropartita dell'autonomia: il monitoraggio del sistema 12, L'lstituto nazionale di valutazione del sistema educative di istruzione € formazione (INVALSI) 18, La prova nazionale nell'esame di Stato conclusive del primo ciclo. delVstruzione 14, Leazioni dell INVALSI nella seuola secondaria di secondo grado 15. nuovo regolamento sult valutazione degli alunni (DPR n, 122/200) 16, Lavalutazione dell IRC 17 La certificazione delle competenze 18, La valutazione delle scuole ¢ degltinsegnanti:iniziatve sperimentali 19. Complessia del'apprendimento e centralita dei procesi valutativi D Le INDICAZIONI NAZIONAL Dr Scuola dellinfanzia e del primo ciclo 20, Le Indicazioni nazionali per la scuola dellinfanzia ¢ del primo ciclo del 2012 21. Lascuola dellinfanzia Lascuola del primo ciclo 15 16 16 "0 "7 19 19 0 a v Indice D2 Secondo ciclo dell'istruzione 2%, n 25, 26. 2. Profilo¢ Indicazioni nazionali nel D. Lys, n. 226/205 La riforma della scuola superiore del 2010, Le Lince guida dellistituto professionale Le Lince guida dellistituto tecnico Le Indicazioni nazionali dei licei E LEGISLAZIONE E NORMATIVA SCOLASTICA eB 28, 29, 30, 31 32, 38, 34 35, 36. 37, 38, 39, 40, 4. Ee 2 8, 44 45, 46, 47. 48, 4, 5 50. 51 52 53, ba Levoluzione storica della scuola italiana [Nascita e prima evoluzione del sistema scolastico italiano La riforma Gentile (1928) NGoncordato del 1929 I itorno alla democrazia ¢ Vadesione alle Comuniti europe ‘Gii anni Sessanta: la scuola media per tutti ela rottura della| contestazione globale 1 rimedi” adottatie le riforme degli anni Setanta Le riforme degli anni Novanta La fallitariforma del sistema dell'istruzione Gli impegni europe’ c internazionali per la riforma della scuola italiana La legge di riforma del sistema dell'istruzione: lan. 58/2008. Innovo sistema unitario delPstruzione Le contestazioni ala riforma e il “cacciavite* del Ministro Giuseppe Fioroni prowvedimenti del ministero Gelmini La rilorma della scuola secondaria di secondo grado La Costituzione italiana ele linee essenziali dell'ordinamento amministrativo dello Stato La Costituzione italiana UParlamento e il Governo La Magistracura 1 Consiglio superiore della Magistratura Presidente della Repubblica Gli organi ausilar: il Consiglio di Stato La gerarchia delle fonti del dirito Laformazione delle leggi Vautonomia scolastica e 'organizzazione del sistema scolastico I principio di sussidiarietd Llautonomia scolastica frutto de! principio di sussidiaried 1M piano dell’offerta format La costruzione del piano dell offerta formativa Lampliamento dell offerta formativa 30 31 32 33 a7 38 38 39 41 42 B 44 45 46 46 a 48 56 57 57 59 os £4 Le competenze degli enti locali territoriali 29, wo, §5 61 63, 6. 6, 66, 67. £6 68 6 nD, 7 R. B. 74 76. 7 2, 8 ] 81 82, 83, ca Indice V Liautonomia didattica nel passaggio dai Programm alle Indicazioni nazionali Iprofili det’autonomia, didattica ¢ organizzativa Liaatonomia di ticerca, sperimentazione e siluppo ‘Le competenze amministraive attribuite alle scuole © quelle excluse Le competenze delle Province nel sistema dell'isuuzione Le competenze dei Comuni nelle scuole del primo ciclo Gli ordinamenti scolastici: la scuola dell infanzia Lstituzione della scaola materna statale nel 1968 (Con la riforma del 2008 Ia “seuola materna” diventa *scuola delVinfanzia” La scuola dellinfanzia nella riforma del 2003 Le Indicazioni nazionali vigenti {[prowedimenti 2008-2011: I razionalizzazione della spesa perlascuoka [rondinament ata dla sola dl infnaia La formazione delle eziont: classi con handicap & *sezioni primavera” Gliordinamenti scotastici: la scuota primaria Le prime tappe della scuola primaria La scucla dell'integrazione secondo la legge n. 517/197 La legge di riforma della scuola elementare (n. 148/190) rapporto con la seuola media: Istituto comprensivo La forma del sistema delFstruzione det 2008, Le Indicazioni nazionali del 2004 e la progettazione delle UdA Le contestazioni alla siforma [prowedimenti 2008-201: la razionalizzazione della spesa per la scuola Loordinamento attuale della seuola primaria La formazione delle cass Liinsegnamento dell lingua inglese La questione del maestro unico Iridimensionamento degli organic la fine delle compresenze Jana (Ordinamenti scolastici: la scuola secondarla dl primo grado ii iniai della seuolz media uniea istituzione del tempo prolungato e le nascita dell istituto comprensivo La riforma del sistema dellistruzione del 2003 Lordinamento della scuola secondaria di primo grado nella riforma Morattl 59 60 6 6 62 68 « 0 a a 38 “ B 76 7 8 np 9 80 81 al 82 Vi indice Le successive Indicazioni per il curricole del 2007, fino alle attuali del 2012 86, I provvedimenti 2008-2011: la razionalizzazione della spesa per Ia scuola 87, Lassetto definitive della scuola secondaria di prime grado 88, Linsegnamento dell'inglese e della seconda lingua comunitaria 89, L'esame di Seato conclusivo del prime cielo delistruzione 90. Le prove seritte d’esame 1, La prova orale eil voto finale dell'esame £8 Ordinamenti scolastici: Istituto professionale 92. Lidentita dllisticuto professionale 98. Atv didatiche, metodologie di lavoro e autonomia del euricolo 94. Scttoric indicia dell'stinuto professionale: Ie fontiregolamentari 95. Qualifiche ediplomi intermedi: d'intesa con le Region 95, Isrurione cformazione tecnica superiore (IFTS)e Ititui teen superior’ -Casificazione delle Aree professionali £9 Ordinamenti scolastici: 'istituto tecnico 97, Liidentita delVistitato tecnico 98, Ativith didattche, metodologie di lavoro e autonomia del curticolo 99, Seuorie indirizai delVistituto tecnico: le font regolamentari 100, struzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e Istitutitecnici superiori (ITS) -Glassificazione delle Arce professionali E10 Ordinamenti scolastici: TOL, Lidentisi dei fcei 102. I percorsilicealt 103. Font regolamentari per ilicei 104 I liceo artistico 105. Mliceo classic 106, I1liceo linguistico 107. Iliceo musicale e coreutico 108, Mliceo sciensifieo 109, I liceo delle scienze umane En Il governo, a gestione della singola scuolae le Funzioni degli organi collegiali La Dirigenza scolastica per Y Autonoma scolastica Gi organi della partecipazione e dell'auconomia scolastica Gai ongani collegial delTistituzione scolastica Le elezioni scolastiche no. ML 12. u 114. La regolamentazione degli organi collegial 115. I consiglio distituto e le sue funzioni 16. as 83 % 85 87 Bs 20 91 9 9, 9%5 26 98 100 100 101 101 102 103 104 105 108 107 107 108 08, 109 17, na, La competenza del consighio in materia di bilancio La competenza del consigho distituto in materia diseiplinare per glistmdenti Tcollegio dei docentie le sue funzioni Dirigente scolasica e callegio dei dacenti Collegio dei docenti consiglio distituto {I comitato per la valutarione del servizio dei docenti Tconsigli delle classi Le assemblee dei genitori e le assemblee degit studenti Lariforma degli organi collegial della scuola 119, 120, 121 122. 123. 124 135. Enz Leretiele associazioni di scuola 126. Liautonomia di associarsiin rete E13 Lo stato giuridico del docente 197. Lo stato giuridico nato dalla legge n. 47/1978 198. La iberta d'insegnamento degli insegnant il diritto allapprendimento degli alunni, il ditto di scelea educativa ella famigtia I contemperamento det diritti costinzionali nella scuola, La funzione docente I period di prova del docente e la sua valutarione Esclusivitd del lavoro pubblico, 129. 180. 18h 132, £14 II contratto di lavoro del docente 183, La contrattazione nel pubblico impiego 134, Ta contattazione integrativa: nazionale, regionale e di istituto 135, Le materie oggetto di contrattazione integrativa d'istiuto nel CGNL sctiota T1Fondo deltistiuzione scolastica (FIS) 1 divits sindacali: ascemplea e sciopero La contrattazione sull’esercizio dei divi sindacalt 139, L’orario di insegnamento degli insegnanti 140. Le attivita non di insegnamento dei docenti ML. Gli incarichi ehe qualificano la collaborazione degli insegnanti 136, 137. 138. £15 La promozione della ricerca, della sperimentazione e delrinnovazione nella scuola 142, L'autonomia di ricerea, spetimentazione e sviluppo E16 La formazione in servizi 118, 1 diittodovere al'aggiomamento culturale e professional M4, Formazione e contrat seuola indice VIE 10 mM 1m ne ne 13 13 1 15 6 18 ng 19 121 122 133 124 124 125 17 138 198 129 130 1 133 133 VIN indice £7 LINVALSIe MINDIRE 145. Autonoma scolastica ¢ yarancia degli standard di qualita 146, LTNVALSL F LDocuMENT! EUROPE 148, La Comunita Europea e i sistemi nazionali di istrurione e formazione 148 149, INGLIL Gnsegnamento ¢ apprendiinento in altra Lingua) 146 150. Il Quadro comune europeo per le qualifiche professionali (EQF) 147 A Ladidattica personalizzata Estratto delle Avvertenze generali del Bando Conoscenza dei modi e degli strumenti idonei al'attuazione di una didattica personalizzata, coerente con j bisogni formativi dei singoll alunni, con parti- colare attenzione alle disabilit, ai distarbi specifici dell apprendimento e ai bitogni educativi special, che allinterno di classi 1. La didattica personalizzata nella scuola italiana La personalizzazione dell attivita d’insegnamento entrata nel solco det Ja wadizione italiana a partire dal 1977, quando la legge n. 517 pose al primo posto nell’azione della scuola *Uattuasione del dirtto allo stutio ¢ la promoziome della piena formacione della personalita degl alumni”. Fu introdowa la flessibilita della programmazione educativa, che con- sentiva attivita scolastiche integrative organizzate per gruppi di alunni della classe oppure di classi diverse e/o interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni. In questo contesto fu dato agli alunni portatori di handicap il diritto di frequentare le classi comuni, con la prestazione di insegnanti spe- cializzati, all’interno di un percorso individualizzato teso a valorizzare le potenzialita di sviluppo ¢ a ridurre Jo svantaggio tramite interventi compensativi, I quadro dei diritti e degli interventi correlati fu ulterior mente definito con la legge n. 104/1992 ¢ il successivo “Auto di indirizeo edi coordinamento” del 1994. Successivamente, Ia legge n. 58/2003, andando a riformare Pin- tero sistema scolastico italiano, affermé la centralita, nella scuola, della “crescita ¢ valovizsazione della persona wnana” relativamente ai tre ambiti: > ritmi dell’eta evolutiva; > difference © ilemtia ui ciaseannes > scelte educative della famiglia Limpostazione personalistica della nuova scuola comport: > la sottolineatura dei Piani di studio personalizzati us la scuota dei pro- gramun 2 Le Awertenze general in so punt chiave > Tindividuazione di un referentecutor, all’interno della pluralita dei ddocenti della classe, per le relazioni scuolafamigtiag > la partecipazione della famiglia all’ arricchimento del portfolio indivi- duale dello studente. Infine, ultima in ordine di tempo ma non di importanza, la legge ». 170/2010 apri un ulteriore canale di tutela del dirito allo studio, rivolto specificamente agli alunni con DSA, diverso da quello previsto dalla leg- ge 104/1992. Infact, il tipo di intervento per Vesercizio del diritto allo studio previsto dalla Legge si focalizza sulla didattica individualizzata ¢ personalizzata, sugli strumenti compensativi sulle misure dispensative ‘est adeguate forme di verifica e valutazione. 2. La costruzione del Piano educativo individualiz- zato per gli alunni con handicap 1 punto di partenza é a legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge quadro pr assist, Uintegrasione soriae e+ dint delle persone handicappate’ it cui art Brecita: “E persona handicappata colui che presenta wna minoraione fsa, pie chica 0 sensorial, stabiliszata o progressiva, che é causa di difficlta di append mento, di relacioneo di integrasione lavorativa tale da determinare wn processo dh suantaggio sociale o di emarginaions” Nella definizione appena riportata i termini "minorazione", “diffclta’, “ handicap” sono collocati in correlazione sequenziale: da una minorazio- ne discende wna determinata difficolta che pud costituire un handicap. Gon il DPR 24 Febbraio 1994 “Atta di indirszzo¢ coordinamento in materia di individuasionee certifcazione delUhandicap ai fini scolastii” si rono competenze e procedure per Vindividuazione dell/handicap ¢ la formulazione di un progetto di sostegno attraverso i seguenti passaggi a) Vindividuazione del'alunno come persona handicappata, trarite accertamenti che si conclidono con Verbale redatto dal Collegio medio dell'ASL o dell’Azienda Ospedaliera (DPCM n. 185/206) »b) In diagnosi fnzionale (DF) del soggetto, cioé la descrizione anali- tica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'a- Iunno, a cura del personale sanitario della NPI; ©) il profilo dinamico funzionale (PDF), che indica il prevedibite Ti relio di svluppo che alunno in siwasdone di handivay dinvostea di possedere nei tempi brevi (sei mesi) ¢ nei tempi medi (due an): fesso scaturisce dalla collaborazione fra il personale della NPI ¢ i team dei docenti della scuola, integrati dal docente di sostegno; 4) il Piano educativo individualizzato (PEI), documento di program fone educativa e didatica su base annuale (ma flesibile e ri vedibile in ogni momento) nel quale sono descritti gli interventi A. Ladidattica personalizata 3 integrati ed equilibrati wa di loro, predisposti per V'alunn zione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini det la realizzazione del divitto all’educazione e all istruzione. E-redatto dal Consiglio di classe, congiuntamente agli operatori sanitari Queste documentazioni sono le tappe per Ia costruzione di un pro: getto di vita, che riguarda la crescita personale e sociale dell'alunno con disabilité e che ha come prospettiva Vinmalzamento della qualita della sua vita, anche attraverso la predisposizione di percorsi voti sia svilup- pare il senso di autoefficacia ¢ sentimenti di autostima, sia a predisporre iI conseguimento delle competenze necessarie a vivere in contesti di esperienza comuni. “Tutta la materia di interesse della sewola & oggi riassunta dalle “Linee guida per Uintegrazione seolastica degli alunni con disabilita” (documento {rasmesso con Nota MIUR prot. 4274 del 4 agosto 2009), che costituisce tuna specie di “Testo unica” per V'integrazione scolastica in Telia 3. | Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) 1 DSA riguardano soggetti con intelligenza nella norma, i quali presen- tano difetti di “funzionamento” in determinate aree. La sigla raggruppa in un"unica definizione disturbi caratterizzati da elementi deficitari nella pervezione e nella produzione di messaggi o altre prestazioni intellettu Ii in soggetti senza deficit intellettivo o insufficienza mentale (anzi, a vol- tein un quadro di superdotazione). Tali disturbi sono principalmente: > la dislessia: distunbo della lettura e del suo apprendimento caratterizza- to da inversione di lettere e sillabe, confusione i fonemi simili (p/b; Wd; f/x; 8/2 ece.), mutilazione di parole; & accompagnata spesso da anomalic della percerione, della lateralizzazione € della motticita, oF we che essere spesso associata a disgrafiae discalculia; > Ia discalcuia, consistence nella difficolta a compiere operazioni di seria zione e di calcolo: > Ia disgrafia, consistente nella difficolta di apprendimento e di uso della serittura (in quest ultimo caso si usa definite come disortogvafia: pud essere sintomo di un'alterazione det coordinamento oculo-manuale © anche effetto di un mancinismo contrastato; Ia rieducazione & possibi- le con 'applicazione di teeniche specifiche. [ diritto allo studio per gli ahinni con DSA é garantito con i partico- lari interventi previsti dalla legge n. 170/2010. I! Ministero, con DM 12 luglio 2011, ha emanato le “Line guida per il diritto allo studio degli alunni ¢ degli studenti con disturbi specifici di apprendimento”. IDSA talvolta si associano, o si confondono, con il cosiddetto “disor dine da deficit del’attenzione”, spesso caratterizzato da iperattivita (in 4 LeAvertence general in 150 puntichiave inglese, Attention Deficit and Hyperactivity Desorder- ADHD), che caratte- rizza i disturbi di tipo oppositivo-provocatotio, della condotta, a volte secondari anche a difficolta di apprendimento. Liperattivita pud essere a sua volta “predittiva” di disturbi specifici dell’apprendimento: ma VADED, in sé, non costituisce Disturbo specifico di apprendimento ai sensi della legge n. 170/2010. 4. La collaborazione fra scuola e servizi di NPI per la formulazione del Piano didattico personalizzato La legge n. 170/2010, all’art. 3, preserive che “la diagnosi dei DSA 6 effet tata nell ambito dei tratiamenti specialistici git asicurati dal Servizio sanitario nasionale a logistazione vigente ed & comunicata dalla famigtia alla sewola di Aappartenenza dello student’ Tn genete la diagnosi di DSA pud essere formulata con certezza alla fine della seconda classe della scuola primaria (fine terza per la discal- culia). E evidente la distinzione delle competenze: > Ia scuola effettua azioni di osservazione, con i primi interventi di di- dattica mirata, ¢ di sorening su tutti gli alunni: ai genitori degli alunni che, nel tempo, confermano difficolta importanti va consegnata lette- ra (descrittiva delle difficolta riscontrate) contenente invito a rivolger- siai servizi di NPI: > la NPI, svolti gli accertamenti previsti dai protocolli medici regional, valuta lasituazione e, nel caso, certifica la presenza di uno o pid distur bi specifici di apprendimento, consegnando alla famiglia la relativa diagnosi con le prescrizioni ritenute opportune, Ricevuta dalla famiglia la cettficazione ai DSA, il dirigente scola- stico attiva il team dei docenti perché sia programmata e assicurata Tazione didattiea personalizzata. B pretiminare fa verfica sulle meto- dologie d'insegnamento adottate: la loro qualita @ funzionale alla compensazione delle difficota e dei disturbi. Se, al contrario, esse fon sono adequate, si rischia di compromeitere i! percorso fermativo degli alunni pi Sragil. Si deve infatisottolineare che le metodologie dlidattiche adaite peri bambini con DSA sono valide per ogni bambi- Lo strumento dl programmiariove per Tulunno cou DSA presnle i nome di Piano didattico personalizzato (PDP). Esso va vedatto entro it primo trimestre delVanno, anche in raccordo con Ta famiglia © ta didattiche individualizzate; idattiche personalizzate; A Ladidattice personalizzata § > glistrumenti compensativi utilizzatis > le misure dispensative adontate; > le forme di verifica e valutazione personalizzate. Liobbligo di adozione di strumenti compensativi ¢ misure dispensati- ve @ contenuo nellart. 5 della legge n. 170/2010. 5. Strumenti compensativi e misure dispensative Gli strumenti compensativi sostt chiesta nell'abilita deficitaria: scono o facilitano ta prestazione ri- > lasintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto > i registratore, che consente all’alunno o allo studemte di non serivere si appunti della lezione: > i programm di video scrittura con correttore ortografico, che permet tono a produzione di testi sufficientemente corretti senza Laffatica smento della rilettura e della contestuale correzione degli errori: > la caleolatzce, che facilta le operazioni di calcolo; > altri strumenti pitt tradizionali quali tabelle, formulari, mappe concet: tual ece. ‘Tali strumenti sollevano V'alunno dalla prestazione resa difficoltosa al disturbo, senza peraltro esimerlo dall’impegno dello studio. Lutilizzo di taluni strumenti informatici pud essere complesso% i docenti sono chiamati a sostenerne uso da parte degli alunni; la scuo: Ta pus altrest organizzare attivita di formazione per genitori e alunni, ripartendone i costi sui fruitor Le misure dispensative consentono invece all’alunno di non svolgere aleune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose € che non sono essenziali all’apprendimento. Esempi: > non @ utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in ‘quam T'esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. > gli va invece assegnato un tempo piti lungo per lo svolgimento di una prova; > le prove vanno predisposte su contenuti significativi ma ridotti nella quantita. Lobietiivo della legge n. 170 non é quello di creare percorsi immo: tivatamente facilitati, bensi quello di formulare specifici progeiti che assicurino il suecesso formativo degli ahinni con DSA. 6 Le Avertenze general in 150 punt chiave 6. Didattica individualizzata e didattica personaliz~ zata La Legge 170/200 e le Linee Guida insistono sul tema della didattica individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio: le strategie didattiche sono essenziali per il raggiungimento del sucesso formativo degli alunni con DSA, I termini individualizzata © fersonatizvata non sono sinonimi, anche se la discussione in merito @ articolata. Si possono proporre le seguent definizioni > La didattica individuaizzata tevora sullo siluppo e sul raggiungimento delle competence di base garantendo a tutti gli alunni il raggiungi- mento degli obicttivi comuni. Individualizzato é Vintervento calibrate sal singolo, in particolare per migliorare alcune competenze deficita- rie o per potensiare Nautomatizzasione di processi basilai > La didattica personalizzate, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge n. 58/2003 e nel Decreto legislative n. 59/2004, lavora sulle potensialita personali: offre a ciascan alunno V'opportunita di svilupparle al meglio attraverso un lavoro in classe diversificato. Fa- vorisce, cosi, Naccrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ ¢ del suo talento. Nel ri- spetto degli obiettivi generale specifici di apprendimento, la didatti personalizzata si sostanzia di una varieta di metodologie © strategie Gidattiche, tai da promuovere le potenzialiti e il successo formativo in ‘ogni alunno: I'uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettua- Ivete), Pattenzione agli sli di apprendimento, la calibrazione degli intervent sulla base dei liveli raggiunti nell ottica di promuovere un apprendimento significativo. 7. Per lintegrazione degli alunni stranieri La presenza di bambini e adolescenti con radici etniche ¢ culnurali di verse @ fenomeno non piit episodio ma strutturale. La scuoka non pud tarsi a tilevate le dfferenze ma sostiene ativamente la loro integra zone, Essa va intesa come wn processo bidirezionale, che prevede dirit ¢ doveri tanto per gli immigrati quanto per la societd che li accogtic. La Scuola infaiti € un luogo centrale per la costruzione € condivisione di regole comuni insieme, puo trasmettere le conoscenze storiche, social giutidiche ed economiche che sono saperi indispensabill nella formazio- ne di una nuova cittadinanza, A Ladidettca personalizzate 7 a fase delViscrizione Raramente Vserizione dello straniero avviene nei tempi previsti dalla normativa:é i flusso della vita a decidere il momento ¢ le condizioni del suo arrivo in Italia, Rimane fondamentale il criterio generale di inserire Valunno secon- do Vet anagrafica (art. 45 del DPR 394/99), classe inferiore possono essere utili per dare al nuovo arrivato il tempo di orientarsi nel nuovo contesto, senza I'immediato incombere di sea- denre valueative. B utile accertare aleuni livelli di competenze per definire V'assegna zione alla classe: vi sono test idonei a rilevare il livello di sviluppo di abilita logiche, matematiche, espressive. A volte Vinglese o il francese costituiscono un veicolo gid presente di comunicazione Per Vapprofondimento e la rilevazione dei dati relativi al bambino straniero ¢ alla sua famiglia @ opportuno fissare un incontro successivo alliscrizione. Risulta utile a tal proposito che la seuola, attraverso la commissione aecoglienza o intercultura, sidoti di una traccia tipo per lo svolgimento di questo colloquio che sia utile a comunicare informazioni sull organizzazione della scuola, sulle modalita di rapporto scuola-fami- glia, che faciliti Ia raccolta di informaaioni sulla sitrazione familiare © sulla storia personale e scolastica dell’alunno, nonché sulle aspirazioni ella famiglia, La presenza del mediatore culturale, ove fornita dall’Am- ministrazione comunale o da specifici progetti di seuola, contribuisce a creare un clima sereno di comunicazione real. tamenti di un anno su Vinsegnamento delPitaliano Lobiettivo prioritario nell'integrazione degli alunni stranieri é Pacquisi zione di una minima competenza nellitaliano scritto € parlato, nelle for- ime ricettive e produttive, per assicurare il principale fattore di successo scolastico e di inclusione sociale. Gli alunni stranieri, dal momento del loro arrivo, si confrontano con: > la fingua italiana del contesto concreto, indispensabile per la vita quo- tidiana (la lingua per comunicare); > la lingua italiana specifica, nevessaria per comprendere ed esprimere conceti, sviluppare l'apprendimento delle diverse discipline ¢ una ri- flessione sulla lingua stessa (Ja lingua dello stadio). La prima pud essere appresa in un arco di tempo che oscilla da. un mese a un anno, Per apprendre la lingua dello studio, invece, sono hecessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche. Lo studio della lingua italiana deve essere inserito nella quotidianita cell'apprendimento e della vita scolastica degli alunni stranieri, con atti di laboratorio linguistico e con percorsi € strumenti per Vinsegna- 8 Le Awertenze general in 0 punt cave ‘mento intensivo delVitaliano, Occorre, quindi, che tutti gli insegnanti della classe siano coinvolt Lavalutazione Dal 2009, con lentrata in vigore del Regolamento per Ia valutazione (DPR n, 122), & stato chiarito che gli alumni stranieri vanno valutati alla stessa stregua degli alunni italiani, Nella sua formulazione, la norma ap- pare rigida c di difficile applicazione se la scuola non ha promosso vera uguaglianza di opportunita; né, del resto, elargire attestati e diplo- mi senza averne costruite le competenze da essi certificate va nel senso della citadinanza vera ¢ attiva, né per il singolo né per la societa nel suo sieme. I citato art. 45 del DPR n 394/199 prescrive che “il colegio dei docenti Aejinisce, in relazione at tivello di competenza dei singoli alunni stranier, il ncessario adattamento dei programm di insegnamento.”. Pus non essendo legittimo ricorrere, per gli alunni stranieri, agli strumenti di individua- lizzazione previsti da specifiche leggi per gli alunni con handicap o con DSA, Ia scuola @ chiamata alla personalizzarione dei Piani di studio (Legge n. 53/2003; D. Lgs. n. 59/2004). In questo contesto, si prendono in considerazione il percorso dell'alunno, i passi realizzati, la motivazio- ne e Pimpegno, le potenzialita di apprendimento dimostrate. Continuita didattica eorientamento Estratto delle Avvertenze generalidel Bando ‘Conoscenza delle problematiche legate alla continuita didattica e allorienta- 8. La continuita nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d'istruzione Listituto comprensivo nacque dalla necessiti di mantenere aperte le piccole seuole di montagna con accorpamenti “vertical” di direrioni ¢ segreterie (legge n. 97/1994, art. 21). $i noti perd che tutte le riforme scolastiche successive accolsero il principio delinclusione in un unico ciclo scolastico della scuola materna con scuola clementare ¢ media. La legge n. 11/2011 (art, 19) ha stabilito che, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 > Ia scuola dellinfanzia la scuola primaria e la scuola secondatia di pri- 1mo grado siano obbligatoriamente aggregate in istieuti comprensi > gli istituti comprensivi per acquisire 'autonomia devono essere costi- tuiti con almeno 1.000 alunni, ridott a 500 per le stituzioni ste nelle piccole isote, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizz te da specificitdlinguistiche, Le Indicazioni nazionali, la cui versione definitiva @ stata emanata il 16 novembre 2012, stabiliscono che litinerario scolastico dai tre ai quattordi- cianni, che si organizza oggi nella forma dell istitato comprensivo, richie- de di progettare un curricolo verticale attento alla continuit’ del percorso ceducativo ¢ al raccorddo con la scuola secondaria di secondo grado, 9. La funzione orientativa generale della scuola La scuola é orientativa per natura, da quando alle finalita dell istruzio- ne (tipiche dei suoi esordi) si sono affiancate le finalita educative. Se “educare” significa “tirare fuori (owiamente: cié che @ gid dentro)", 30 Le Aveertenze general in 150 punt chiave la scuola che educa é la scuola che fa prendere coscienza di quel pro- getto di vita innato nell’essere umano fin dal suo coneepimento. Ogni i insegnamento assume quindi valenza orientativa perché f= vorisce le scelte autonome degli alunni, fa maturare la consapevolez- za delle inclinazioni effettive, dei percorsi possibili e delle prospettive probabil I sistema scolastico italiano @ investito della funzione orientativa a partire dal sno stesso disegno complessivo, retto dalla legge 28 marzo 2008, n. 53, “Delega al Gouerno per la definizione delle norme generali sullstru- lone e dei livelli essenaiali dele prestazions in materia di istruzione ¢ formazione professionale”. I compito dello Stato fart. 117 Cost.) di impartire le *norme generali deltistruzione” ha il “fine di favorire la crescita¢ la valorizzazione della persone mana, nel rispetio dei vitmi delleta evotutioa, delle difference e delidentita di ciascuno ¢ delle scelte educative della jamigtia, net quadro della cooperacione tra scuola e genitori in coerenza con il principio di automomia delle istituztoni soo- Lastichee secondo i principi sanciti dalla Cesttuaione” (art. 1, €. 1). Queste finalita generali si sostanziano in direttive ¢ provvedimenti specific. I Sistema educativo di istruzione e di formazione: > promuove “lapprendimento in tutto Varco della vita”, > assicura.a tutti il diritto allistruzione e alla formazione per almeno do: dici anni o, comunque, sinoal conseguimento di una qnalifica entro il diciottesimo anno di eta; > prevede investimenti a favore “deg interventi di orientamento contro la dispersione scalastica e per assicurare la realizaaione del divttodowore di istrux sione.e formazioné” (art. 1, ¢. 3, lett. i) In particolare, la scuola secondaria di primo grado (art. 2, ¢. 1, lett. f): > fornisce strumenti adeguati alla prosecuzione delle attiv ne e di formazione; > aiuta a orientarsi per la successiva scelta di istruzione ¢ formazione. di istruzio- Tisecondo ciclo é 2 sua volta *finalizsato alla erescita educativa, culturale ¢ professionale dei giowani attraverso it sapere, iL fare o Vagire, ela riflessione evita su di ess, @finalizanto a sviluppare Tautonoma eapaciua di giudicio e Leserczio della responsabilita personae e sociale” Costituito dal sistema dei licei ¢ dal sistema dellistruzione e della formazione professionale, prevede che: > dal compimento del quindicesimo anno di etd i diplomi e le quali- fiche si possono conseguire in alternanza scuotalavoro 0 attraverso Vapprendistato; > @ assicurata © assistita Ia possibilita di cambiare indirizzo all’interno del sistema dei licei, nonché di passare dal sisterna dei licei al sistema 8 Continulta ddattica eorientamento m4 dell'istrazione e della formazione professionalle, e viceversa, mediame apposite iniziative didautiche, finalizzate all'acquisizione di una prepa. razione adeguata alla nuova scelta; > la frequenza positiva di qualsiasi segmento del secondo ciclo comporia Facquisizione di crediti certificati che possono essere fatti valere, an- che ai fini della ripresa degli studi eyentualmente interroui, nei pas- saggi tr > esercitazioni pratiche, esperienze formative ¢ stage realizzati in Italia © all’estexo anche con periodi di inserimento nelle realta cultural, sociali, produttive, professionali e dei servizi, sono riconosciuti con specifiche cevtificazioni di competenza rilasciate dalle istituzioni seo- Iastiche ¢ formative. iversi percorsi; T Regolamenti istitutivi dei nuovi Istituti professionali ¢ tecnici non ché dei nuovi Licei (DD.PP.RR. n. 87, 88, 89/2010) ne proclamano la funzione orientativa in ordine: > al proseguimento negli sindi di ordine superiore e, comunque, alla formazione per tutto l'arco della vita; > all'inserimento nella vita sociale; > all'inscrimento nel mondo del lavoro. 10. La funzione orientativa nelle Indicazioni nazio- nali e nelle Linee Guida Le Indicazioni nazionali costituiscone il raccordo tra le “norme gene- rali sull'istruzione”, che la Costituzione assegna alle competenze dello Stato, ¢ Pautonomia didattica conferita alle istituzioni scolastiche. Le Indicazioni nazionali infauti “esplicitano i livellé essenziali di prestazione a ‘ui tute le scuole del Sistema Nazionale di Istruzione sono tenute per garantive il dirito personale, sociale e civite all'strusione e alla formazione di qualita Con la denominazione di “Indicazioni narionali” esse sono state ‘emanate: > per le scuole dellinfanzia ¢ del primo ciclo dell'istruzione (versione definitiva allegata al Regolamento del 16 novembre 2012); > per i percorsiliceali (Decreto interministeriale n. 211 del 07 ottobre 2010). Con la denominazione di “Line Guida” esse sono state emanate: > per gli istituti professionali (allegate al DPR n. 87/2010); > per gi istituti ecnici (allegate al DPR n. 88/2010). Latrattazione pit approfondita di tali documenti @ contenuta nell’ap- posita sezione. 12 _Le Awertenze general 350 punt chiave Indicazioni nazionali per le scuole dellnfanzia e del primo ciclo delVstruzione Ne esce accentuata la funzione formativa della scuola, che abbandona trasmissioni standardizzate € normative delle conoscenze, favorisce l'au- tonomia di pensiero degli studenti, orienta la didattica alla costruzione dei saperi a partire da concreti bisogni formativi. La didattica orientativa permea di sé le dense pagine introduttive: sotto il titolo “Cultura Scuola Persona” viene delineato il percorso dei bambini tra gli orizzonti dei diritti e delle differenze, dell’interculturali- 1, delle nuove tecnologie, della costruzione dei saperi di base, con l'oc- chio puntato al cambiamento che ha investito le relazioni fra il sistema formativo e il mondo del lavoro. La persona cresce orientata alla mobilita del pensiero e dell'azione, pronta a “riorganissare ¢ reinventare i proprisaper” per adeguare le proprie risposte alle mutate domande della vita e det lavoro. Indicazioni nazionali del 2005 peril secondo ciclo Nelle Indicazioni Nazionali del 2005 (allegato A al D. Lgs. n. 226/2005), richiamate ¢ aggiornate dalle successive del 2010, & affermata la centralita della funzione orientativa dei percorsi del secondo ciclo, cosi deciinat: > conoscere i punti di forza ¢ le debolezze della propria preparazione; verificare costantemente 'adeguatezza delle proprie decisioni circa il futuro scolastico ¢ professionale; operare flessibilmente gli opportuni cambiamenti o integrazioni di percorso nella consapevolezza deli portanza dell'apprendimento lungo tutto V’arco della vitas, > elaborare un’ipotesi per la prosecuzione degli studi, la ricerca del la- voro, la riconversione professionale ¢ la formazione continua anche attraverso la valorizzazione del Portfolio dele compeiense personali, > elaborare, esprimere € sostenere un progetto di vita, proietiato nel mondo del lavoro o dell'istruzione ¢ della formazione superiori, che tenga conto, realisticamente, del percorso umano e scolastico interve- nuto; > vivere il cambiamento ¢ le sue forme come unopportunita di realizza- zione personale e sociale e come stimolo al migloramento individuale ecollettivo, Indicazioni nazionali 2010 per i percorsiliceali In attuazione delle indicazioni della legge n. 58 sulla “permeabilita” dei percorsi successivi al primo ciclo, vi é stata superata la tradizionale confi- gurazione “a canne d’organo” del secondo ciclo delt'istrurione, attraver- so il raccordo con le Linee guida dell'Istruzione tecnica e professionale Par nella necessaria diversita di impostazione fra i diversi percorsi, sono state individuate identita e competenze comuni, anche al fine di B. Continuitacidatticae orientamento 13 > fornire a tutti gli strumenti culeurali utili a esercitare la propria citta dinanza, potendo continuare ad apprendere lungo V'intero arco delle, propria > favorire l'eventuale r-orientamento e passaggio da un percorso all’al- tio ai fini della lotta alla dispersione scolastica e del successo forma tivo, implementando nuclei comuni di conoscenze ¢ comperenze dé riutilizzare e arricchire nel nuovo percorso intrapreso, Linee Guida 2010 per gli Istituti professionali e tecnici Direttive analoghe sono contenute nelle Linee Guida per gli istituti professionali e tecnici. Leggiamo, ad esempio: “GU istituti professionali sono, come gli istituti ecnici, un articolazione dell'area dell'istrusiane tecnico- professionale considerata, nel suo complesso, come un laboratorio di innova sione € di costruzione del futuro, sopratiutto a servizio delle comunita local capace di trasmettere ai giovani la curiosita il fascino dell'immaginazione e i! gusto della ricerca, del costruive insieme dei prodotti di proiettare nel futuro i! proprio inpegno professionale per una piena realizzazione sul piano culeurals, ‘umano e sociale”. E ancora: “Agli istituti teenici é affidato il compito di far acguisive agli studenti non solo le competence necessarie al mondo del lavere ¢ delle professioni, ma anche le capacitd di comprensione e applicazione delle innovazioni che lo sviluppo della scienza e della tecnica continuamente produ ce. Per diventare vere «scuole dell’innovaziones, gli istituti teenici sono chia mati ad operare scelte orientate permanentemente al cambiamento ¢, allo stesse tempo, a favorire attitudini allautoapprendimento, al lavoro di gruppo e alls formasione continsia” C La valutazione Estratto delle Avvertenze generalidel Bando Padronanza delle tematiche legate alla valutazione (sia interna sia esterna) anche con riferimento alle principali icerche comparative internazionali ¢ alle rilevazioni nazionali (INVALSI); conoscenza delle prospettive teoriche ri- ferite alla valurazione ¢ all'antovalutavione, con particolare righardo all'area del miglioramente del sistema scolastico, dei gruppi di lavoro e delle persone (studenti € docenti, 1. La contropartita dell’autonomi gio del sistema In esito ala riforma costituzione del 2001, la nuova formulzzione delat. 117 assegna alla legislazione esclusiva dello Stato: : il monitorag- > la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i dirt civilie sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; > le norme generali sull’istruzione. Si & cosi passati dalla “scuota dei programm ministeriali” alla “scuola dellautonomia didattica” (DPR n, 275/199), ta cui ragione sta netla funzione di concretizzare gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere ¢ alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscendo e valorizzando le diversita € le potenzialita di ciaseuno, per raggiungere il successo formativo con tutte Ie iniziative util Anche Fautonomia organizzativa @ espressione di liberta progettuale Gait, 5rdel citato DPR): le scuole possono regolare autonomamente i tempi dellinsegnamento ¢ dello svolgimento delle singole discipline ¢ serivita nel modo piit adeguato al tipo di studi ¢ ai ritmi di apprendi- mento degli alunni, adottando tutte le forme di flesibilita che ritengono ‘opportune. Si intersecano quindi, net sistema delVistruzione, compiti ¢ responsa- bilita che afferiscono a livelli diversi: in particolare, se allo Stato compe~ te la “determinazione dei livelliessenziali delle prestazioni concermenti i divitt vile sociali che devono essere garantti su tutto il tervtorio nazionale”, con 36 Le Avertenze general in 10 punt chiave altrettanta forza gli compete la verifica sulla fruizione, da parte di tutti { cittadini, di tali livelli essenziali di prestazioni Alle istituzioni scolastiche compete la responsabilita della realizzazio: ne dei diritti dei discenti, anzitutto al sucesso formativo, nell'ambito delle Indicazioni ricevute e delle risorse assegnate, collaborando con, V’Amministrazione centrale nella verifica dell'efficienza del sistema. 12. L'lstituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI) degli standardé valutata me- Nel sistema scolastico la verifica del rispet diante le ativita predisposte dall INVALSI. LINVALSI é un Ente di ricerca dotato di personalita giuridica di diritto pubblico, che ha raccolto Veredita del Centro Europeo dell'Edu- cazione (CEDE), istituito con i decreti delegati del 1974. Rientra nella delle “Agenzie", normate dal Titolo If del D. Ls. n, 300/199. ia comporta una formula organizzativa che scorpora dall'orga- nizzazione diretta dei Ministeri alcune funzioni che possono essere pitt efficacemente svolte tramite stratture fornite di amtonomia € sottoposte al controllo della Corte dei conti (legge n. 20/1994). Listituzione dell'INVALSI @ stata operata con legge n. 53/2008 (forma Moratti). Nella successiva legislatura @ stata emanata la legge n, 176/2007, la quale, in sostanziale continuitd con la norma sopra riportata, prevede che (art. 1, comma 5): “A decorrere dall’anno scolastico 2007-2008 il Minista della pubblicaistrasionefissa, com diretiva anmuale, gl obietivi della valutazione externa condotia dal Servicio naziomale di valutazione in relasione al sistema scolastico ¢ ai lvell di apprendimento degli studenti, per ffetware verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscence e abilta degli stw- denti, di norma, alla classe seconda e quinta della scuola primaria, alla prima ¢ terza classe della scuola secondaria di I grado ¢ alla seconda ¢ quinta classe del secondo cico, nonché alte rilevazioni necessarie per a vatutazione del valore caggiunto realizzato dalle scuole” 13. La prova nazionale nell’esame di Stato conclusi- vo del primo ciclo dell'istruzione II Regolamento della valutazione, emanato con DPR n. 122/2009, all’art. 3, comma 4, prevede che allavalutazione conclisiva dell’esame concorre Testo della provascrttanazionale. I testi della prova sono scclti dal Mi- iso ta quell predisposti annualmente dall INVALSI ‘Le due aree diseiplinari oggetto di valutazione dei tst INVALSI sono Titaliano e la matematica, Gh aspetti maggiormente indagati sono la © Lavalutazione 47 capacita di comprendere e argomentare un testo, la conoscenza lessicale e grammaticale, Ia capacita di risohere problemi e le abilita logiche e inferenziali, La prova si svolge in una mattina compresa trail 15 e i 20 siuugno, fiseata a livello nazionale, Essa segue un preciso protocollo di somministrazione; i docenti somministratori devono essere di disciplina diversa da quella oggetto di esame. Per la compilazione, 2 assegnato ai candidati il tempo limite di 75 minuti, con Vimervallo di 15 minutia il primo e il secondo test. Le prove sono correite il pomeriggio stesso, sulla base di griglie di correzione messe on line dallINVALSI. 14. Le azioni dell’INVALSI nella scuola secondaria di secondo grado Nel 2010 sono entrati in vigore i Regolamenti attuativi della revisione ordinamentale degli Istituti professionali, degli Istituti Tecnici nonché dei Licei. In essi & contenuta la previsione di azioni di costante monito- raggio, valutazione di sistema e aggiornamento dei percorsi, A partire da queste previsioni di dirito, V'azione dell INVALSI si esercita nell’ambito delle Direttive ricevute cial MIUR. Con la Direitiva n. 88 del 3 ottobre 2011, il ministro Gelmini ha conferito all’ INVALSI lincarico per l’as. 2011/12: vi é compreso anche il compito di realizzare uno studio di fatti- bilica per Vintroduzione di prove standardizzate nell'abito dell’esame di Stato; la prospettiva & quella di sostituire la terza prova (quella d’Istituto) con una prova narionale. Si attende quindi 'emanazione di uno speci- fico atto normativo che modifichi la vigente normativa, introducendo ka “prova nazionale” anche in tale sede, 15. Il nuovo regolamento sulla valutazione degli alunni (DPR n. 122/2009) I nuovo Regolamento sulla valutazione (art. 1) riconduce la valutazione all'autonomia professionale della funzione docente, nella sua dimensio- ne sia individuale che collegiale, nonché dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche; dichiara il dirito di ogni alunno a una valutazione trasparente e tempestiva. Afferma ancora che la valutazione ha per og. {getto il proceszo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degii alunni. Lavalutazione concorre, con la sua finalita anche formativa e attraver so Findividuazione delle potenzialita ¢ delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovahutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al suecesso formativo. Le verifiche intermedi € le valutazioni periodiche e finali sul n nto seolastico «levono 3 Le Avertenze general in 150 puntichiave essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell‘offerta formativa. Il collegio dei docenti definisce modatita e criteri per assicurare omogeneita, equita e wasparenza della valutazione, nel rispetio del principio della liberta di insegnamento, criteri e modalita che sono parte integrante del Piano dell'offerta formativa. Di fatto, tuttavia, il nuovo Regolamento wuole anche costituire una significativa svokta nei criteri e nelle procedure di valutazione, 0 (alme- ‘no} ne pone le premesse perché tale svolta possa avvenire. Le intenzioni proclamate di ridare serieta al percorso degii studi ¢ rinnovato rigore alla yalutazione dei risultati trovano riscontro in una serie di innovazio- ni, in verita non estranee alla storia della scuola italiana: > il giudizio sul comportamento, espresso con un gindizio nella seuola primaria e con un voto nella scuola secondaria, diviene elemento de ‘erminante a fini dell'ammissione alla classe successiva; > in generale, la valutazione degii apprencimenti e delle discipline & espressa in decimi sul documento di valutazione; > ilvoto di ammissione non pud essere inferiore a sei in ciascuna discipli- na; in presenza di carenze il Consiglio di classe pub comunque delibe- rare 'ammissione a maggioranza inserendo tuttavia una specifica nota nel documento di valutazione. E particolarmente significativa la modifica della normativa di am sione all'esame di Stato conclusivo del primo ciclo e di valutazione del’ same stesso. Si @ ammessi sulla base di un voto di idoneita, espresso in decimi considerando anche il percorso degli anni scolastici precedenti Tra le prove scritte figura la prova nazionale predisposta dall'INVALSI La procedura per Vassegnazione del volo di uscita & rigorosamente determinata: esso infatti deriva dalla media cei voti conseguiti nella singo- le prove scritte e nel colloquio; entra nella media anche il giudizio di ido- neita. E determinato per legge Varrotondamento che consent il passaggio al decimo successivo; la commissione, con voto unanime, pud assegnare Ta lode agli studenti che hanno conseguito al meglio il massimo dei voti Negli scrutini finali della secondaria di secondo grado viene sospeso il sgiudizio per gli studenti che non hanno la sufficienza in una o pitt mate- Fie. A conclusione degli interventi didattici programmati per il recupero delle carenze rilevate, il consiglio di classe, in sede di integrazione detlo scrutinio finale, previo accertamento del recupero delle carenze forma- tive da effettuarsi entro la data di inizio delle lezioni dell'anno scolastico successive, procede alla verifica dei risultati conseguiti dall’alunno e alla formulazione del giudizio finale. Lesito positivo comporta 'ammissione alla classe successiva II nuovo Regolamento costituisce uno sforzo ambizioso di coordi- namento delle esperienze ¢ delle norme di valutazione dei due cicli di © Lavalutazione 19 istrazione: é certo che nella scuola primaria e, in misura molto minore pella secondaria di primo grado, la valutazione @ prevalentemente fi rmativa (Ce il rischio di una deriva verso soluzioni sommarie, basate sullarit- metizzarione della valutazione, sul rifigiarsi nella logica dei numeri per soitrarsial pit difficile compito di recuperare allimpegno e alle compe- tenze quelle fasce di studenti che risultano pitt efratiarie alla crescita culturale nella scuola. C°, apparentemente allopposto, Ia scorciatoia della manipolazione dei voti per far risultare ammissioni e uscite dagli fesami di student ritenud in realta “inadatti™ alla seuola. La maggiore rigiditd del sistema creato dal DPR n. 122 va invece vissuta come stimolo alla crescita professionale degli insegnanti; sul versante degli soudenti va ‘coniugata con il dare sostanza e vita al Paito educativo di corresponsabil ta, perché il percorso nella scuola sia finalizzato a far emergere il proget to di formazione e divita che sta in ciascuno dei giovani in eta di scuola, Per Ia vahutazione delle assenze © del comportamento nella scuoka secondatia rinviamo alle apposite trattazioni 16, La valutazione dell’ IRC Fa eccezione alla regola del voto mumerico la valutazione dell'insegna- mento della religione cattolica, legata all-Intesa con la Chiesa e quindi all'art, 309 del TU (c. 4): per Unsegnamento della rligione cattolica, im tungo i voti e di esams, viene redatta a cura det docente € comunicata alla famiglia, ‘per gli abunni che di esso si sono avvalsi, una speciale nota, da consignare uni- tanente alla scheda o alla pagelta scolastica, riguardante Uinteresse con it quale Valunna segue Vinsegnamento e il proftto che ne ritrae”. Quindli > lavalutazione dell'TRC @ su una scheda a parte rispetto al documento di valutazione; > essa é espressa con una “speciale nota” riferita a due parametti: interesse profit. Spetta al collegio dei docenti determinare le modalita di questa spe cifica valutazione. 17. La certificazione delle competenze Viene rilasciata al termine dell’anno conchusivo: > della scuola primaria; > della scuola secondaria di primo grado; > dell’adempimento dell’obbligo di istruzione (fine del primo biennio della scuola secandaria di secondo grado: art. I, ¢.622,L.m, 296/2006); > del secondo ciclo delPistruzione. 20 Le Awerterze general s0 punt chiave La certificazione descrive i livelli di apprendimento raggiunti da cia- scun alunno al fine di sostenere i processi di apprendimento, di favorire Yorientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventiia- 1i passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e V'inserimento nel mondo del lavoro (art. 8 DPR. n, 122/209). Essa é “accompagnata anche da valutazione in decimi’ In attesa del preanmuneiato modello nazionale, esso & predisposio dal collegio dei docenti sulla base delle Indicazioni nazionali; per le tre lingue il riferimento @ il Quadro Comune Europeo ai Riferimento per le Lingue che prevede sei livelli di padronanza 18. La valutazione delle scuole e degli insegnanti: jative sperimentali Il Ministero sta attivando anticipazioni sperimentali, sulla base dell'ade- sione volontaria delle scuole, sia per verificare pitt ipotesi di lavoro sia per costruire una cultura della valutazione che sia condi La sperimentazione delf'a.s. 2010/11 Nel novembre 2010 il Ministero avid due progetti di valutazione: uno per le scuole (attivato nelle scuole medie di Pisa e Siracusa) ¢ un altro “per premiare gli insegnanti che si distinguono fer un generale appreccamento projessionale allintero della scuola” (progetto “Valorizza"). 1 primo pre~ vedeva progetto per gli istituti migliori un premio fino a un massimo di 70.000 euro. Il secondo @ stato rivolto ai docenti di 38 scuole di Torino, Napoli ¢ Milano che avevano aderito con delibera del Collegio d centi, I docenti individvati come meritevoli hanno avuto il riconoscimen- o di una mensilita aggiunta (la quattordicesima) progetto di sperimentazione VSQ Gon il DM 29 marzo 2011 & stato awiato il successive progetto “VSQ Progetto sperimentale per ta Valutazione ¢ lo Sviluppo della Qualita delle scuole”. Liopportunita di adesione & stata data a istituti comprensivi ¢ scuole secondlarie di primo grado delle province di Arezzo, Mantova, Pavia ¢ Siracusa: hanno aderito 77 scuole. Il progetto si articola su due livelli: > laverifica del grado di miglioramento degli apprendimenti degli alunnis > la valutazione complessiva del contesto scolastico attraverso una serie di indicator’ oggettivie soggettivi (ad es.: gestione dell’organ rapporto scuola-famigtia, rapporto scuola-tertitorio, gestione delle sorse livell di abbanclono). La conclusione é prevista al termine dell'as. 2012/13. © Lavalutazione 24 itprogetto VALeS Alfinterno del progetto VSQ il Ministero ha attivato il progetto VAL«S (Walutazione ¢ Seiluppo Scuole) su una valutazione di tipo sistemico. 51 le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la progetiazio- ne curricolare affidata alle scuole: sono un testo aperto, che la comuni- ta professionale & chiamata ad assumere ¢ a contestualizzare; > il curricolo di istinato & espressione della libersa d'insegnamento & dell'autonomia scolastica, esplicitando, al contempo, le scelte della co- ‘mnunita scolastica e lidentita dell'istituto, Litinerario scolastico dai te ai quattordici anni, pur abbracciando tre tipologie di scuola caratterizzate ciascuna da specifica identita edu cativa e professionale, @ progressivo e continuo. La presenza, ora obbli- sgatoria, degli istituti comprensivi consente la progetiazione di un u aurricolo verticale ¢ faclita il raccordo con il secondo cielo del sistema di istruzione e formazione. Traguardi per lo sviluppo delle competenze Al termine della scuola dell'infanzia, della senola primaria e della scuola secondaria di primo grado, le Indicazioni fissano i traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi ai campi di esperienza (nella scuola dell infanzia) e alle discipline (negli otto anni successivi). Es- si rappresentano dei riferimenti includibili per gli insegnanti; nella scuola del primo ciclo costituiscono criteri per a valutazione delle ‘competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrit- tivi, impegnando cosi le istiturioni scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell’unita del sistema nazionale e della qualita del servizio. Le scuole harino la liberta ¢ la responsabilita di organizzarsi ¢ di sce- gliere Fitinerario pit opportuno per consentire agli student il miglior conseguimento dei D LeIndicazioninazionals ay La valutazione degli alunni Agli insegnanti competono la responsabilita della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel qua- dro dei criteri deliberati dagli organi collegiali, Le verifiche intermedie e Je valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli abiettivi cj traguardi previsti dalle Indicazioni ¢ declinati nel curricolo. Occorre assicurare agli studenti ¢ alle famiglie un'informazione tempestiva e trae sparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi jomenti del percorso scolastico, promuovendone la corresponsabilita educativa, nella distinzione di ruoli ¢ funzioni La valutazione delfistituzione scolastica Alle singole istituzioni scolastiche spetta, inoltre, la responsabilita dell’autovalutazione, che ha la funzione di introdurre modalita riflessive sull’intera organizzazione dell offerta educativa ¢ didattica della scuola, per sviluppame Mefficacia, anche atiraverso dati di rendicontazione so- Gale o emergenti da valutazioni esterne, 1 sistema nazionale di valutazione ha il compito di tilevare la qua- lita dell"intero sistema scolastico, fornendo alle scuole, alle famiglie e alla comunita sociale, al Parlamento e al Governo elementi di infor- mazione essenziali circa la salute e le criticita del nostro sistema di istruzione. 21. La scuola dell’infanzia La scuola delt'infanzia si pone la finalita di promuovere nei bambini dai se ai sei anni lo sviluppo dell"identita, dell'autonomia, della competen- za, € li avvia alla cittadinanza. 2 fortemente souolineata la valenza del ‘apporto famiglia-scuola, nella fattiva condivisione di finalita ¢ contenu- 4i, Lfapprendimento avviene attraverso Vazione, Vesplorazione, il conta to con gh oggetti, la natura, arte, il tervite na dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e di conoscenza. Per questa agione nella scuola dell'infanzia non si parla di “discipline” ma dei cin que “campi di esperienz eValto; 2. il corpo e il movimento; 3. immagini, suoni, colori: 4, i discorsi e le parole: 5. Ia conoscenza del mondo. T1testo si conclude con la descrizione del profilo di uscita de! bam! ho, ormai avviato alla scuola primaria e in possesso di competenze di base che strutturano la sua crescita personale, 28 Le Awertenze general in 150 punti chiave 22. La scuola del prime ciclo I primo ciclo distruzione comprende Ia scuola primatia e la scuola se- condaria di primo grado. La finalita & Vacquisizione delle conoscenze delle abilita fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base, nella prospettiva del pieno sviluppo della persona, Le Indicazioni sottolineano Vimportanza dell organizzazione della scuola Iuogo di esercizio della cittadinanza attiva e come ambiente di apprendimento: > per la cura della dimensione sociale dei processi di apprendimento; > per la ricchezza e la qualita delle strumentazioni; > per la consapevolezza di ciascun bambino del proprio modo di appren- dere, al fine di “imparare ad apprendere”, a liberazione delle discipline Le Indicazioni del 2007 avevano adottaco il raggruppamento delle disci- pline di insegnamento in tre Aree: > linguistico-antistico-eypressiva (lingue e linguaggi non verbali: musica, arte e immagine, corpo, movimento e sport); > storico-geografica; > matematico-scientifice-tecnologica. 1.a scelta, spesso presente nei programmi per la scuola elementare di iversi Paesi (in Italia nei programmi Ermini del 1955), derivava dalla ‘medesima concezione pedagogica che, alla fne degli anni Novanta, aveva portato alla “scuola di base” della riforma Berlinguer-De Mauro: una scuola media depotenziata della secondarieti, finalizzata a essere fase conclusiva della scuola primaria. Al contrario, le Indicazioni del 2004 affermarono con forza la secondarieté della secondaria di 1° grado, parlando con enfasi del “waloresimbotico di rattura’ del passaggio. Il testo del 2072 si colloca in una posizione intermedia > ripristina la declinazione delle singole discipline, abbandonando quin- di la forzatura del loro accorpamento in Aree; > chiede che il curricolo sia impostato secondo i caratteri dell uniar e della continuita. “a Per questa ragione il percorso eurricolare deve essere “elaborate wni- tariamente’ il suo luogo naturale @ Vistituto comprensivo, Ia cui genera lizzazione crea le condizioni perché sia progettato “un curricolo verticale ‘attento alla continuita del percorso educativo ¢ al raccordo com ta seuota secon- daria di secondo grado”. Introducendo “La scuola del primo cielo’, net paragrafo “Lalfabetizsa one culturate di base” (pag, 22), il testo afferma che nella scuola secon- D Lelndicarioninazionali 29 daria di primo grado “si realizza laccesso alle discipline come punti di vista sulla realta ¢ sulle modalita di conoscenza, interpretasione e rapypresentazione del mondo”. In realta, il problema della discontinuiti tra primaria e secondaria di primo grado deriva sia dalla storia stessa della scuola italiana, che ha comportato una differente strutturazione dei due gradi di scuola, sia dalla percezione sociale della funzione (e della figura) del docente di scuola primaria, diversa da quelle del docente di scuola secondaria Le discipline nelle Indicazioni 2012 Girca le discipline, rispetto al testo del 2007, si notano quindi non solo ima netta differenziazione ma anche maggiore attenzione alla loro valen- za formativa e maggiore accuratezza nella presentazione degli obiettivi diapprendimento. E rimasta invariata la scansione dei “Traguardi per lo sviluppo delle competenze”, riferiti al: > termine della scuola primaria; > termine della scuola secondaria di p imo grado, (Gli obiettivi di apprendimento sono scanditi su tre periodi: > al termine della classe terza della scuola prima > al termine della classe quinta della scuola primaria > al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado declinati con ampiezza e dettaglio. 1. Haliane: oralita, lettura, srittura, aequisizione ed espansione del les- sico ricettivo e produttivo, elementi di grammatica esplicitae rifles- sione sugii usi della lingua. 2 Lingua inglewe ¢ seconda lingua comunitaria: ascolto (comprensione orale), parlato (produzione ¢ interazione orale), lettura (compren- sione scritta), scrittura (produzione scritta). 3. Stora: uso delle fonti, organizzazione delle informazioni, strumenti ‘concettuali, produzione orale e scritta 4. Geografia: orientamento, Iinguaggio della geo-gratic regione e sistema territoriale. 5. Matematica: numeri, spazio ¢ figure, relazioni, dati e previsioni 6, Scienze esplorare e descrivere oggetti e material, osservare e speri- mentare sul campo, ome, i viventi ¢ Vambiente (al termine della ‘classe terza primaria); oggetti, materiali¢ trasformazioni, owervare e sperimentare sul campo, 'uomo, iviventi ¢ ambiente (al termine della classe quinta primaria); fisica € chimtica, astronomia e scienze - pacsaggio, dlella Terra, biologia 'uomo, i viventi e ambiente (al termine della classe terza della secondaria di primo grado). 7. Musica 30 Le Awertenze general in 150 punt chive 8. Arie ¢ immagine esprimersi e comunicare, osservare ¢ leggere le im- ‘magini, comprendere & appre7zare le opere d'arte. 9. Educazione fisicas il corpo € la sua relazione con lo spazio e il tempo, il linguaggio del corpo come modalit’ comunicativo-espressiva, il gioco, lo sport, le regole e il fair play, salute e benessere, prevenzio- 10, Teenologia: vedere ¢ osservare, prevedere € immaginare, interveni- re e trasformare (al termine della classe quinta primaria); vede- re, osservare ¢ sperimentare, prevedere immaginare e progettare, intervenire trasformare e produrre (al termine della classe tera, della secondaria di primo grado). La reintroduzione del Profilo dello studente Le Indicazioni del 2004 si concludevano con un corposo “Profile educa +, culturale¢ professionale deo studente alta fine del primo ciclo di istrusione (14 anni?’ (PECUP). Le Indicazioni 2012, rimediando a una dimenti- ‘canza nel testo del 2007, propongono il *Profilo dello studente al termine det primo ciclo distruzione 1 Profilo descrive le competenze comportamentali e cognitive dello studente, con un minore risalto alle competenze educative, limitandosi ad affermare che “Uo students al fermine del primo cicl, attraverso gli appren- dimenti sviluppati a scuola, lo studio personate, le experience educative vissute in famiglia e nella comunita, ¢in grado di iniziave ad affrontave in antonomia ¢ con responsabilité le situazioni di vita tipiche della propria eta, riflettendo ed esprimendo la propria personalita” In verita, una parte importante del Profilo dello studente 2012 @ dedicata alla trascrizione del Profilo delle competenze del cittadino curopco, definite dal Parlamento europeo con Raccomandazione del 18 dicembre 2006. D2 Secondo ciclo dell’istruzione 23. Profile Indicazioni nazionalinel D.Lgs.n.226/2005 La legge n. 53/2003 “Delega al Governo per la definizione delle norme general sullistruzione © dei lielliessenciali delle prestarioni in materia di istrusione ¢ formazione professional” (Ia ¢.d. riforma Moratti) ebbe come strumenti at- ‘uativi una serie di decreti legislativi. Per il sistema di istruzione e forma: ione del secondo ciclo fu emanato il decreto legislativo 17 ottobre 2005, 1, 226, “Norme generalie ivelli essenziat dele prestasioni relativi al secondo ciclo D_Leindicazioninazionall 34 da sistema educativo dt istrusione eformazione, a norma delartcolo 2 della loge 28 marzo 2003, n. 53. T1secondo ciclo era stato previsto con due percorsi formativ: > quello dei lice’, la cui normativa & di competenza statale, della dura ta di cinque anni (artistico con pit indirizzi, classico, economico con pit indiriezi,Finguistico, musicale e coreutico, scientifico, tecnologico, delle scienze umane); > quello dell'istruzione e formazione professionale (IeFP) di competen- za regionale, della durata di tre anni (fino alla qualifica professionals) ‘fimo a quattro anni (diploma). In appendice il D. Lgs. n. 226 riporta una serie di Allegat, tra i quali ricordiamo: > Allegato A. Profilo educativo, culturale ¢ professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione; > Allegato B. Profilo educativo, culturale ¢ professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione per il sistema det licei Le Finalita del secondo ciclo sono puntate su tre essenziali direzion > erescita educativa, culturale e professionale dei giovani: essa trasforma la moltepliciti dei saperi in un sapere unitario, dotato di senso, ricco oni e di fini; allo stesso modo, trasforma le prestazioni pro- fessionali in competenze consapevoli e creative; > sviluppo dell'autonoma capacita di giudizio: ess si concretizza in metodo di studio, spirito di esplorazione e d'indagine, capacita in- ‘uitiva, procedimenti argomentativi e dimostrativi, consapevolezza e responsabilita morale, elaborazione di progetti € risoluzione di pro- blemis > esere jo della responsabilita personale e sociale: lo studente decide consapevolmente le propric azioni in rapporto a sé ¢ al mondo civ Ie, sociale, economico, religioso di cui fa parte e all’interno del quale vive; si fa Carico delle conseguenze delle proprie scelte; si impegna nel rispetto ¢ nella crescita delle istituzioni che possono aiutarlo a ottim zare le scelte personali in funzione del bene comune. 24. La riforma della scuola superiore del 2010 Sappiamo che ta rforma del secondo ciclo, pur mantenendo i critert del la pari dignita e delta permeabilia dei duc canal delfistrvione e dell- strazione/formazione professionale (IeFP) insii nella legge n. 53/208, prese poi un diverso percorso. I prowedimenti de! 2010 ridisegnarono il 32 Le Avvertenze general in 150 puntichiave tradizionale “sistema a tre punte” dell'istruzione, ripristinando le distinte identita dell'istituto professionale, dell’istituto tecnico e dei lice All'interno del sistema delPistruzione riimase (uttavia la prioritaria esi- genza di mantenere un nucleo unitario di saperi e di competenze, anche al fine di favorire il passaggio e il r-orientamento da un percorso ail’atro, E significativo che sia le Linee guida aii professionali ¢ tecnici sia le Indicazioni per i licei esordiscano con un non convenzionale richiamo all’Allegato A del D. Ls. n. 26/2005: > Lince guida 2010 per gli istituti professionali: “Il seconclo ciclo di istru- zione e formazione ha come riferimento unitario il profilo educativo, culturale © professionale definito dal decreto legislative 17 ottobre 2005, n, 226, Allegato A”; > Linee guida 2010 per gli istituti tecnici: “Il secondo ciclo di istruzione ‘¢ formazione ha come riferimento unitario il profilo educativo, cultu- rale e professionale definito dal decreto legislativo 17 ottobre 2005. n. 226, Allegato A"; > Indicazioni nazionali 2010 de licei: “I licei sono dotati di uma propria identita culturale, che fa riferimento al profilo educativo, culturale e professionale dello studente, a conchusione del secondo cielo del siste- ma educativo di istruzione ¢ formazione di cui all’articolo 1, comma 5, del decreto legislativo n. 226/05". 25. Le Linee guida dell'istituto professionale Le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento dellistinuto pro- fessionale (DPR 15 marzo 2010, n. 87, art. 8, ¢. 6) esordiscono con il richiamo al nesso tra I'identita degli Istituti professionali e gli indirizzi dell'Ue nel richiamare la Raccomandazione del Paslamento ¢ del Cone siglio d’Europa 18 dicembre 2006 sulle "Competenze chiave per V'ap- prendimento permanente” e la Raccomandazione 23 aprite 2008 sulla Ccostinuzione del “Quadro europeo delle qualifiche per 'apprendimento permanente” (EQF).. Irinnovamento degli istituti professionali ¢in coerenza con gli impe- ‘ani assunti dal nostro Paese a seguito del Consigtio di Lisbona del 2000, nell'ambito del “nuevo slancio” dato alle quattro priorita del quadro sirategico per il settore dell istruzione e della formazione fino al 2020: formazione permanente € mobilita, qualiti ed efficienza, equitd e citta- dinanza attiva, innovazione, creativiti e imprenditorialita I Quadro europeo delle qualifiche per 'apprendimento permanente (FQF) consente, in particolare, di mettere in relazione e posizionare, in tuna struttura a orto livelli, i diversi titoli (qualifiche, diplomi, certifica zioni ecc,) rilasciati nei Paesi membri. D LeIndicazioninazionsli 33 per document relat quadro di iferimento dell Unione europea sinviamo alla serione less deca cael detagio al punto LLL dale Linee guifa, Le Linee guida identihiano tre paroo-ehiave pe se ciezare offerta formatia e Pidentita destitute proessonale: me “fap, pesionaliaelabrerias, > Menti dopera richiama sia la tradizione di iniziativa ¢ intelligenza dell”“impresa molecolare” italiana sia il principio dell’equivalenza for. ‘mativa di tutti percorsi del sistema educativo di istruzione e formazio- ne, superando lo stereotipo del primato dei saperi teorici > Professionatita propone la valorizzazione della cultura del lavoro, intesa sia come insieme di operazioni, linguaggi ¢ valori, sia come identité e senso di appartenenza a una comunita professionale, che riflettono tuna visione etica della realt3, un modo di agire per scopi positivi in relazione a esigenze non solo personali ma comuni. > Laboratorialita estende il valore del lavoro dal percorso di studi (impa rare a lavorare), al metodo che consente di apprendere in modo atti- ‘yo, coinvolgente, significative ed efficace (imparare lavorando) 26. Le Linee guida dell’istituto tecnico ‘Anche le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento dellistituto tecnico (DPR 1 marzo 2010, art. 8, ¢. 3) esordiscono con il richiamo al nnesso tra lidentita degli Isticuti tecnict e gli indirizzi dell'Ue (rinviamo al paragrafo precedente) Viene ancora ribadito che la diversificazione dei percorsi di istruzione e formazione ha lo scopo di valorizzare le diverse intelligenze ¢ vocazio- ni dei giovani al fine di: > prevenire i fenomeni di disaffezione allo studio e la dispersione scole stica; > superare concezioni culturali fondate sul primato dei saperi teorici; > garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dall'indirizzo di sux di, uno “zaccolo comune”, caratterizzato da saperi e competenze rife siti soprattutto agli insegnamenti di lingua e letteratura italiana, lingua inglese, matematica, storia e scienze. istituti teenici sono chiamati a essere “scuole dell perché orient dini all'autoapprendimento, al lavoro di gruppo, alla formazione conti nua. In tal modo diventano laboratori di costruzione del futuro, capaci di trasmettere ai giovani la euriosica, il fascino dell'immaginazione € il gusto della ricerca, del costruire insieme dei prodotti, di proicuare nel futuro il proprio impegno professionale per una piena realizzazione sul piano culturale, umano ¢ sociale. ‘al cambiamento ¢, allo stesso tempo, a favoriee articw 34 Le Awertenze generalln 0 punt chlave Limmaginazione & individuata come il valore aggiunto in quanto 1ova la funzione di una scuola che ha costituito, per molto tempo, un punto di forza del sistema Italia, mettendo a disposizione del mondo, produttivo e delle professioni giovani tecnici: > preparatie capaci di crescere sul lavoro: > in grado ai raggiungere posizioni di elevata responsabilita, anche come imprendivori di success Le Line guida sottolineano l'importanza che i POF degli istituti mettano a fruito le opportunita (offerte dall'autonomia scolastica) di > utiizzare, nei percorsi educativi, la quota di autonomia del 20% det curricoli, sia per potenziare gli insegnamenti obbligatoni per tutti gi studenti, con particolate riferimento alle attiviti di laboratorio, sia pet attivare ulterior! insegnamenti,finalizzati al raggiungimento degh obiettvi previstis > utilizzare gli spazi di flesibilic intest come possibitita di articolare le aree di indirizzo in opzioni, per offre risposte efficaci ¢ mirate alle esigenze del territorio e ai fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro e delle professioni 27. Le Indicazioni nazionali dei licei Esse sono state emanate con Decreto 7 ottobre 2010, n, 211: un testa ponderoso, di oltre 400 pagine, che fornisce finalita e indisizei sia al com- plesso della formazione liceale sia ai singoli percorsi, Diamo al lettore una serie di rimandi pratici, al fine di orientarsiin un testo estremamen- te complesso che possiamo qui presentare solo per sommi capi: > Allegato B (liceo artistico) pag. 21; > Allegato C (liceo classico) pag. 204 > Allegato D (liceo linguistico) pag. 235; > Allgato F (liceo musicale e coreutico) pag. 264: settore musicale pag, 284 e settore coreutico pag. 295; > Allegato F (liceo scientifico) pag. 304: opzione delle scienze applicate pag. > Alleato G (scienze umane) pag. 363; opzione economico sociale pag 398, Lestensore ancora una volta ribadisce Ja natura delle Indicazioni nazionali, rispetto ai tradizionali Programmi ministeriali, da noi gid Fiportata nella trattazione dell'autonomia scolastica: “le Indicazioni non dettano alcun modello didatico-pedagogico”. Torna sulla necessiti che sia costruito Io “zoccolo di saperi e competenze” comune ai percorsiliceali, tecnici € professionali ¢ ai percorsi dell'istruzione ¢ dell'istruzione ¢ D-Lelndicasioninacionali 35 formazione professionale, pur considerando “che fo shocco naturale (anche se non esclusivo) di uno studente liceale & proprio negli studi superior?” Il testo si misura quindi con Ia difficolta di wovare elementi comuni di identita dei licei. Tale idemtita @ connotata dall'obicuivo di trasfor mare i «saperiv in organica consapevolezza dell'unita della cultura, in grado di aiutare i giovani nella costruzione di una visione del mondo capace di coglierne la complessiti e stratificazione. A conelusione dei percorsi di ogni liceo, attraverso lo studio, le espe rienze operative, il dialogo, la valorizzazione della loro creativita e indi pendenza intellettuale, gli studenti sono in grado di: > avere gli strumenti culturali e metodologici per porsi con atteggiamen- to razionale ¢ critico di fronce alla realta; > riconoscere, nei diversi campi disciplinari studiat, i criteriscientifici affidabilita delle conoscenze e delle conchusioni, distinguendo il valo- te conoscitivo delle diverse seienze in relazione ai loro diversi metodi di indagine; > possedere e utilizzare, in modo ampio ¢ sicuro, un patrimonio lessicale ced espressivo della lingua italiana, > riuscire a stabilire comparazioni e a riconoscere i vari elementi di conti- nnuita o di diversita tra italiano e le lingue antiche modeme studiate; > possedere, nelle lingue straniere moderne studiate, competence tali da permettere la comprensione di differenti codici comunicativi, che potranno poi essere approfonditiall'universita 0 nel proprio ambito di lavoro; > conoscere le linee essenziali della nostra storia letteraria e orientarsi agevolmente fra test € autori fondamentali:istituire rapport significa. tive storicamente contestualizzati con i movimenti e le opere pitt im- portant delle letterature classiche e moderne, soprattutto con quelle dei paesi di cui si studiano lingua e culeura; > acquisire la consapevolezza dei nuclei fondamentali della fisionomia cculturale, sociale e finguistica dell’ Europa; > individuare e comprendere le forme moderne della comunicazione, quali messaggi oral, seritti,vsivi, digital, multimediali, nei loro conte rut, nelle loro strategie expressive e negli strumenti teenici uilizzat > conascere le linee essenziali della storia det nostro Paese, inquadr dota in quella dell’Europa, a partire dalle comuni origin’ greco-roma- ne e nel quadro pit generale della storia del mondo; > padroneggiare le nozioni e le categorie essenziali elaborate dalla tra- dizione filosofica, inquadrandone storicamente i principali autori, leggerne i testi pit significativi e apportare il proprio contributo di pensiero nella discussione dei temi metafisici, logici, etici, estetici ¢ politici postial'attenzione; 36 Le Avvertenze general n 150 punt! chiave > “leggere” opere dante significative (pittoriche, pastiche, grafiche, chitettoniche, urbanistiche, musicali) nelle diverse tipologie, collocar- Ie nel loro comtesto storico, culturale e tecnico, comprendere l'im- portanza della cultura artistic; > conoscere € padroneggiare il linguaggio formale ¢ i procedimenti imostrativi della matematica; possedere gli strumenti matematici, statistici ¢ del calcolo delle probabiliti fondamentali ¢ necessari per la comprensione delle discipline scientifiche e per poter operare nel campo delle scienze applicate; > comprendere il tipo di indagine propria delle discipline scientifiche, la modellizzazione dei fenomeni, la convalida sperimentale del modello, Vinterpretazione dei dati sperimentali; > collocare il pensiero matematico e scientifico nei grandi temi dello s luppo della storia delle idee della cultura, nella storia delle scoperte scientifiche e delle invenzioni tecnologiche: > avere familiaria con gli stramenti informatici per utilizzarli nelle attivi- 1a di studio e di approfondimento delle altre discipline; > individuare le connessioni tra scienza c tecnica; > essere consapevoli delle potenzialita comunicative dell’espressivita com porea e del rapporto possibile con altre forme di linguaggio. E; Legislazione e normativa scolastica Estratto delle Avvertenze generalidel Bando Gonoscenza della legislazione © della normativa scolastica con particolare riferimento ai seguenti temé: a) L'evoluzione storica della scuola tuaiana; b) La Costituzione italiana e le lince essenziali dell'ordinamento ammini: strativo dello Stato; c) L’autonomia scolastica e Forganizzazione del sistema scolasticos d) Le competenze degli enti locali territorial; e) Gli ordinamenti scolastici; f) Il governo, la gestione della singola scuola ¢ le funzioni degli ‘organi collegiali; g) Le reti e le associazioni di scuole; h) Lo stato giuridico del docente ¢ il contratto di lavoro; i) La promozione della ricerca, della spetimentazione ¢ dell innovazione nella scuola; 1) La formarione in serv Ho; m) Invalsi ¢ Indire. ee Levoluzione storica della scuola italiana 28. Nascita e prima evoluzione del sistema scolasti- co italiano La data di nascita della scuola statale italiana pud essere collocata nella data del 26 agosto 1848, quando fu portata alla discussione del Par- lamento sabaudo Ja proposta di legge del ministro Boncompagni, Il giomo prima i gesuiti erano stati espulsi dal regno di Sardegna: senza Fimmediato intervento dello Stato si sarebbe creato un yuoto inaccet tabile. Cosi il sistema scolastico italiano nacque riproducendo Ta scuo- Ja dei gesuiti, La scuola divenne lo strumento dello Stato unitario per “fare git italiani” Dopo la legge Boncompagni del 1948, le tappe sono state: > 1859 legge Casati: i relativi “Programmi per la scuola elementare” sono annessi al Regolamento 15 settembre 1860; > 1877 legge Coppino: 38 Le Avvertenze general in 190 punt chiave > 1904 legge Orlando: i relativi “Programmi per le seuole elementari* i sono stati emanati con R.D. 29 gennaio 1905, n. 45; > 1911 legge Daneo-Credaro; > 1923 riforma Gentile, 29. La riforma Gentile (1923) 11 filosofo Giovanni Gentile (1875-1944) fu ministro della publica istru- per soli otto mesi, dal 30 ottobre 1922 al 30 giugno 1993. Il nome iforma Gentile” viene dato tuttavia a un complesso di prowedimenti che, tra la fine det 1922 e il 1928, diedero un assetto stabile e coordinato al sistema scolastico ¢ universitario italiano. Gentile seppe valorizzare culture e persone di orientamento diverso, quali Benedetto Croce € Giuseppe Lombardo Radice, autore dei pro- grammi della scuola clementare, riformata nel 1923. Lassetto uscito dalle riforme degli anni Venti rimase in vigore, almeno nelle linee portanti, fino alla cd. riforma Moratti (legge n. 53/2009) ¢ alla legge n, 133/208, da cui scaturirono i provvedimenti di revisione dei licei nonché degli istituti teenie’ e professionali Alla base della scuola gentiliana cera la concezione aristocratica della cultura ¢ delVeducazione, intese come strumenti di selezione dei migliori, Non vi compariva una particolare considerazione della cultura tecnica né, tanto meno, veniva valorizzata la formazione professionale, lasciata al ruolo di formazione post-elementare per le classi sociali esclu se dalla scuola vera e propria. Lobbligo scolastico fu innalzato a Manni. Lalunno che terminava la scuola clementare, della durata di cingue anni, aveva quattro possibilita: > il ginnasio, che dava accesso al liceo: > Tistituto tecnico, articolato in un corso inferiore ¢ in un corso supe- > Mistituto magistrale, articolat periore; > la scuola complementare, di inditizzo tecnico, commerciale e agratio, denominata poi scuola di awiamento professionale, che non consenti- va lulteriore proseguimento negli studi. un corso inferiore 30. Il Concordato del 1929 La “questione cattolica’ si apri il 20 settembre 1870, quando i bersaglie- +i entrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia. L'opposizione del Pontificato allo Stato unitario si espresse col non expedi il divieto ai catic i partecipare alla vita politica. Mussolini, nel perseguimenta de! massimo E_Leglslaione e nosmativa scolastica 39° consenso possibile, vollerisolvere fa questione cattolica pervenendo agli ac- cordi firmati in Laterano I'11 febbraio 1929. Ne segui che la religione catto- jica fa insegnata in tutte le scuole non universitaric, ¢ non solo nelle scuole ‘lmentari come prevedeva la riforma Gentile del 1923. Chinon intendeva seguire l'insegnamento della religione cattolica era esonerato a richiesta, Gliinsegnanti dovevano essere riconosciuti dall'autorita ecclesiastica, Ti Concordato del 1929 fu rivisto con 'Accorde dellI1 febbraio det 1984, che introdusse un regime diverso per l'insegnamento della reli- sgione cattolica: al momento delP’iscrizione lo studente (0 i stoi genito- rise alunno della scuola del primo ciclo) dichiara di avvalersene 0 no. 31. Iritorno alla democrazia e l’adesione alle Comu- nita europee Ii crollo del regime fascista, Vistituzione della Repubblica a seguito del referendum del 2 giugno 1946, lentrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948 non ebbero immediate ripercussione sul sistema scola- stico, L'obbligo fino ai 14 anni, per quanto riaffermato nel’art. 34 Cost. {secondo comma), continud a rimanere un obiettivo programmatico in ampie zone del Paese. Tl comando delle forze anglosamericane di oceu- pazione affide la “defascistizzazione” della scuola alla Sottocommissi ne per i programmi scolastci, presieduta dal colonnello americano Wa- shburne. La Sortocommissione emand i nuiovi programmi per la scuola clementare ma, nella scuola media e superiore, silimitd alla revisione dei libs: di testo, censurandone le parti pid condizionate dall'ideologia del passato regime, Linizio nel 1947 della "guerra fredda” ¢ la rottura del fronte antifascista crearono in Italia quella contrapposizione fra schiera- smenti politic che non permise 'elaborazione di riforme condivise, alme- no fino alla svolta del centro-sinistra agit inizi degti anni Sessanta. La spaccatura politica a livello nazionale riproduceva le analoghe contrapposizioni a livello europeo © mondiale. Nella primavera del 1945, tutta PEuropa era ridotta a cumuli di rovine; nulla eguagtiava Yor rore degli stermini prograramati di intere popolazioni, conseguenze di ideologie disumane e antidemocratiche. Ne venne la determinazione di ricostruire creando le condizioni perché i popoli del vecchio continente non fossero mai pit tascinati in muove guerre ‘Nel 1950 il ministro degli esteri trancese, Robert Schun 4i mettere in comune le risorse europee di carbone e di acciaio. Gli obiettivi erano quelli di > raddoppiare la produzione dellacciaio e insieme abbassarne i costi; > sottrarre alle sovranitd nazionali un setiore fondamentale per l"indw: stria degli armamenti 40 Le Awertenze general in 150 punt chiave T118 aprile 1951, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo € Paesi Bassi firmarono a Parigi il primo dei Trattati, quello istitutivo della Comuniti europea del carbone e deli'acciaio (C.F.C.A) Gon la firma dei Trattati di Roma del 25 marzo 1957 prese avvio la Comuniti Economica Europea, con Vobiettivo di creare il Mercato | comune eorapeo, cot wntarea dt Hera crolaione delle merc ¢ de avoratori. i 32. Gli anni Sessanta: la scuola media per tutti e la rottura della contestazione globale Nel 1962, con P'arrivo dei socialisti nell'area di governo, si inaugurd la stagione del centro-sinistra. {1 TV governo Fanfani (in cariea dal 21 febbraio 1962 al 28 aprile 1963) vard due storiche riforme: la naziona- Iizzazione dell energia elettrica ¢ la scuola media unica obbligatoria. Si daya finalmente concretezza all'obbligo scolastico di otto anni rimasto per decenni solo una proclamazione di principio nell’art. 34 della Co- stituzione. La stagione delle riforme sembrd perdere ogni possibilita di control lo con Farrivo del Sessantotto, In esso si compi la rivolta generazionale ei figli del “boom” economico e delle libert& ritrovate; dentro di esso si inser} il tentativo di ribaltamento dello Stato democratico compiuto dalle ed, “avanguardie” rivoluzionarie. Farono dichiarati superati i concetti di autorita nella famiglia € nella scuola, di rigore negli studi, di primato cel merito; furono poste le basi Gi marcate presenze ideologiche da cui la scuola italiana non si é pit liberata, Nella scuola italiana uno dei primi bersagli fu la valutazione del profitto tramite il voto. II binomio scuola/voto era stato un pilastro storico della scuola, il segno del riconoscimento del merito (o del demerito) del singolo. Il voto fu identificato con lo “strumento di seleio- nee di espulsione degl studenti protetari dai gradi aki dell’istruziones fu assunto a simbolo della scuola autoritaria, funzionale alla “trasmissione della cultura dominante ¢ dei modelli borghest” del merito e del sucesso sersonale. reece do, facile obiettivo da abbattere fu l'esame di maturita: ¢sso costituiva sicuramente una prova dura, che richiedeva solida prepara zione sul programma del triennio finale della scuola superiore. E Legislazione ennormatva scoastica 44 33. I“rimedi” adottati ele riforme degli anni Settanta Liaggressivita della rivolta studentesca, assecondata dalla paviditi della ase politica, portarono il 15 febbraio 1969 al varo del DL. m9. Tl nuo- fo esame di maturita prevedeva due sole prove scritte © un colloquio via conctt essonial di due mateie sete rspetivamente dat candidat e dala commission’. Con i prowedimenti successivamente emanati, Ia classe di igovemno alternd demagogia a lungimiranza, con l'obiexvo di contenere edi incanalare su binari democratic la rivolta nelle universita e nelle Scuole superiori. La logge n, 910/1969 apri a tutti i diptomati le porte di tutte le facolta wniversitarie. Tdecreti delegati del 1974, in attuazione della delega legislativa di eui alla legge n. 47/1973, introdussero Ia partecipazione delle famiglie e dg studenti nelle seuole e diedero un nuovo stato giuridico al perso- pale della scuola. In quegli anni la questione fondamentale era quella {i tidare significato ¢ valore alla scuola e, tramite essa, a un rinnovalo percorso di formazione per i giovani: questo fu Taspetto stimolante di gguei sonmmon anche se allora ne furono percepite soprattutto I laccrazione ¢ la drammaticita. TI decennio iniziato con Ia strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969) ebbe il triste nome di “anni di piombo” per le tragiche tiolenze di cui anche la seuola fu purtroppo teatro. La societa italiana {di quegli anni seppe emarginare i ‘cattivi maestri” della violenza e pro- dusse, nel campo dell'struzione, una serie importante di riforme ill mminate. Concretamente, le deleghe contenute nella legge n. 477/1973 portarono a: > ridisegnare il rapporto tra la scuola, le famiglie ¢ gli studenti delle scuole superiori: iI DPR n. 416/1974 istitui ghi organi collegiali della scuola, argomento di un'apposita tratazione online; > ridefinire lo stato giuridico degli insegnant, del personale direttivo ispettivo, tramite i] DPR n. 417/1974: 'argomento & oggetto di appo- sita trattazione oncline. Infine, con DPR n. 419/1974, furono regolamentate sperimentazione e ricerca educativa, Ricordiamo ancora il DPR n. 420/1974, che definiva lo stato giuridico del personale non docente. Ricordiamo, inoltre, aleu- ne leggi. rinviando per la loro trattazione alle lezioni on-line apposita mente dedicate negli specifici ordinamenti > legge n. 820/1971, che consentiva nella scuola elementare “Uavwio della realizzazione dalla sewola a tempo pieno; > la legge n. 348/1977, che rendeva definitiva 'uguaglianza delle oppor ‘unitd nella scuola media; 42 Le Awertenze general in 150 puntichiave > la legge n. 517/197, che riformaya la valutazione nella scuola delVob- bligo e prevedeva 'integrazione degli alunni con handicap nelle classi normali > il citato DPR. n. 419/1974, che consentiva l'avvio di sperimentazioni innovative rispetto agli ordinamenti in vigore, soprattutto nella scuola Superiore, nella quale I'esasperata conflittualit sociale e parlamenta- re, bloccava l'approvazione di vere e proprie riforme, 34. Le riforme degli anni Novanta i tema della riforma della scuola secondaria di secondo grado attraversa i due decenni conclusivi del secolo scorso: alle commissioni di studio e alle infinite sperimentazioni non conseguiva pero alcuno sbocco concre= to, Liincapacita del Patlamento di portare a compimento la riforma della scuola superiore si inquadrava nella crisi generale del sistema politico: dalle vicende di “tangentopoli” (1992-1994) yennero il erollo dei partiti delt‘arco antifascista ma (poi) la ripresa dell’azione riformatrice, I prov. vedimenti importanti dei primi anni Novanta furone: > Vistituzione degli istinui compre media (Ln, 97/1994); > Vadorione del Testo unico delle leggi della scuola (D, Lgs. 16 aprile 1994, n, 297), con Pambizione di accomunare in wn solo corpo tutta Ja normativa dell'struzione: in real, si era ormai prossitni a quelle di sistema che ne avrebbero poi decretato la scarsa affidabi- di scuola materna, elementare e lied > il decreto legge n. 2583/1995, che aboli gli csami di riparazione nella scuola superiore e li sostitui con gli LD.E.L, Interventi Didattici ed Educativi Invegratv La XIII legislatuta, iniziatasi nel 1996, ebbe il ministro Luigi Ber linguer alla Pubblica Istruzione fino al 25 aprile 2000; fu sostituito da Tullio De Mauro nell'anno precedente le elezioni della primavera 2001 Lalegislatura fu ricca di prowedimenti di vasta portata, in parte ancora Vigenti. Con la legge n. 59 del 15 marzo 1997 (art, 21) fu introdotta au. tonomia scolastica, che avrebbe poi avuto riconoscimento costituzionale con Tart, 117 detla successiva legye costituzionale n, 3/2001: l'argomento # oggetta di spposita trattazione om ine. Lo Statuto delle studentesse e degli studenti fu emanato con DPR n. 2249/1998: da esso derivarono i regolamenti di disciplina dei singoli ist ‘ti di isteuzione secondaria, Lo Statuto fu suceessivamente modificato dal ministro Fioroni (DPR n, 2385/2007) per tamponare il fenomeno el bullisino: furono reintrodotte fe sanzioni pit gravi gia previste dalla riforma Gentile con un sistema di ricorsi ¢ di garanzie. E Legislaione e normativa scolstica 43, La parita scolastica fu introdotta con la legge n. 62/2000: con essa fu definito il sistema pubblico di educazione ¢ di istruzione, siste- na unitario composto dalle scuole statali e dalle scuole non statali {comunali, a gestione privata ecc.) paritarie. La legge é stata utile a dare riconoscimento giuridico alla libera scelta della scuola anche se non ha proweduto ai finanziamenti necessari per rendere effetiiva tale liber. 35, La fallita riforma del sistema dell'istruzione Lobiewivo pitt ambizioso detta XIM legslatura fail yaro ai una forma di sistema che rifondasse Ia scuola italiana, ancora sruttrata sullorganizzazione costruita neg ani Veni. Con legge 2. 9/1999 fa JhnatratoFobbligoscolastico a 10 anni, divenut 9 in sede di prima ap- Flcazione: di fatto fu reso obbligaterio solo i primo anno dela scuola Sa riforma era collegata alla riforma di sistema legge n, 30/2000) che allart 8 provedera la riduzione della seuola di base a sete anni Gund la legge n. 9 avrebbe tesa obbligatorio i primo b re con Fentrata in vigore della ifort di cu era un ts scuola super sell. # Tale riforma aveva preso le mosse dal documento sui *saperi essenzia- Ii", claborato dalla Commissione dei Saggi, ¢ si era definita con la legge 1n, 30 del 2000, con la quale i “cicli scolastici” diventarono du > illprimo di serte anni definito “scuola di base"; > ilsecondo di cinque anni o scuola secondaria superiore, Riducendo da 13 anni a 12 il percorso scolastico, gli studenti italiani avrebbero avuto Vaccesso alluniversitA a 18 anni, come nella gran par te dei paesi curopei. La legge, varata alla fine delia legislatura, non fu accettata soprartutto dagli insegnamti dei due tronconi che avrebbero dovuto confluire nella scuola di base, cioé della scuola elementare ¢ della scuola media. Le eritiche riguardavano: > anritutto la riduzione di organico dei docenti insita nel passaggio da 8a 7anni > la paventata “elementarizzazione” della scuola media; la riduzione dian anne earebhe av. > la cosiddletta “onda anomal: venuta facendo saltare un anno scolastico ad alcune delle classi in Avvenne poi che sia la legge n. 30 che la legge n. 9 furono cancellate nella suecessiva legislatura, con il varo della ¢.4, “riforma Moratti

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