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di Mitzraїm e Memphis
Sovrano Gran Santuario Byzantium
Alla ricerca
del SÉ Anno X
Marzo
2023
N.03
A LLA RICERCA
DEL S É
intuizione della conoscenza e conoscenza dell’intuizione
SOMMARIO
Redazione
Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48121 Ravenna
2
ALLA RICERCA DEL SÉ - Marzo 2023
N on sempre si ha
Sarà opportuno tenerne conto quanto si
procede a pronunciare ciò che prevedono
i testi liturgici oppure quando, sempre
durante i lavori, si interviene su determinati
consapevolezza di cosa sia argomenti.
un percorso come il nostro Non solo nella vita di tutti i giorni e non di rado,
si potrebbe aver espresso critiche, manifestato
Il S. . .G. . .H. . .G. . . disprezzo, evidenziati difetti altrui; in qualche
S. . .G. . .M. . . occasione ingigantendoli e/o inventandoli.
P oiché ne abbiamo già dissertato più volte, Pensandoci, meditandoci un pochino, si riusci-
rebbe a scoprire che le emozioni e le passioni
collegate a ciò che si abbia pensato, detto, fatto,
nel tentare di comprendere sempre meglio, cosa potrebbero aver portato ad utilizzare questo
si stia mettendo in campo, sperimentandolo ogni strumento (la parola maldicente) come un’arma
volta che si partecipa ai lavori, credo si possa per aggredire all’esterno, qualcuno o qualche
accennare ancora che secondo vari punti di cosa.
vista, la parola, assieme al pensiero ed alle azio- Diviene quindi interessante focalizzare perché
ni, sembrerebbe essere uno strumento con cui, lo si abbia fatto, con quale diritto, con quale
nel nostro piccolo e non solo durante i momenti sicurezza ciò sia stato messo in campo; forse, ad
teurgici, rituali, si contribuisce a
creare o forse potrebbe essere più
corretto: “gestire”, in modo luminoso
oppure oscuro e soprattutto nei per-
sonali limiti, il nostro universo.
Infatti, quella si muove nella materia,
attraverso l’aria e modifica ciò che
incontra.
Come tutte le cose, vibra, assieme a
chi la emette, quindi probabilmente
come effetto collegato, anche nei
livelli diversi da questa dimensione.
Così, contribuirebbe a determinare il
personale spostamento, l’intima col-
locazione esistenziale tra le due pola-
rità che normalmente sono definite:
luce e ombra (con tutto quello che ne
consegue, in merito alle possibilità di
percezione consapevole e cosciente
della “verità”).
In sintesi, quando si parla, comunque
sia la personale consapevolezza di
ciò che si stia facendo, nel bene e nel
male, si provocherebbero conseguen-
ze dentro e fuori sé stessi; queste
potrebbero migliorare o peggiorare
l’intimo stato dell’essere, nella sua Elementale dell’aria - arte digitale
Ciò, al fine di aggredire gli eventuali Non lo sarebbe neppure nel violare ottu-
avversai (veri o solo immaginati tali), samente particolari divieti di agire o
infangandoli, sporcandoli e magari fa- semplicemente nel non rispettare alcune
cendo in modo che tramite quelle insi- precise modalità per farlo.
nuazioni, danni di ogni genere possano colpirli. Una sorta di strana superficialità potrebbe aver
In effetti, il calunniare qualcuno, potrebbe esse- portato a non riflettere su ciò che sarebbe poi
re equiparato ad una sorta di omicidio morale, in accaduto ed a sottovalutare difficoltà, rischi,
parte proiettato verso l’esterno, ma (attenzio- concatenati.
ne!!!) con ritorni di grande spostamento del pro- La tendenza ad agire senza riflettere, ovvero,
prio stato dell’essere verso zone spirituali sem- una disposizione mentale a farlo con leggerezza,
pre più oscure. porterebbe inevitabilmente, come purtroppo ac-
Purtroppo nessuno può sentirsi esentato dall’in- cade per alcuni, verso una volubilità nell’appli-
correre in simili incidenti. Poi, rimanendo preda carsi ansiosamente a diversi campi d'interesse,
dei propri moti passionali, è abbastanza fre- senza accorgersi di non compiere più quelle
quente trovarsi anche frastornati, attoniti, inton- azioni che nel percorso avevano scelto (caso
titi, instupiditi, ecc. particolare negli ambiti iniziatici) sarebbero
Così, non sarebbe strano mettere in campo paro- state doverose.
le ed azioni in contro tendenza a personali, pre- Ecco quindi anche il manifestarsi di una buffa o
cedenti, promesse, agli intendimenti dichiarati. tragica (dipende dai punti di vista) forma di
smemoratezza, tramite cui ob-
liare quando possa risultare
“disturbante”, come ad esempio
i richiami della coscienza.
Oltre ad essere esempi di stor-
ditezza, quanto ho accennato
sono anche difetti d’attenzione,
di mancanza di capacità di con-
centrazione che spesso deriva-
no dall’impazienza e che ri-
guardo la capacità intellettiva,
ne riducono progressivamente
la personale efficienza ed effi-
cacia. In vari casi, non c’è da
meravigliarsi se poi inducono a
sprofondare nella depressione
con conseguenti alterazioni del-
l’equilibrio psicofisico.
Diviene quindi importante cer-
care di comprendere perché,
spesso o raramente, si manchi
di pazienza, di tolleranza; come
mai ci si faccia affliggere da
inquietudini, nervosismo, irri-
tazione eccessiva, davanti a
contrarietà anche piccole.
Sentire fastidio per l'attesa di
Viaggiare nel tormento del sogno - Brooke Shaden qualcosa di cui si abbia una
forma di bramosia, sino a provare una sia alla specie umana, che a molti anima-
sorte di smania, fremente, scalpitante, li, finalizzata, normalmente, a supportare
manifesterebbe la fatica, al limite del- quello che è noto come “istinto di
l’incapacità, di sopportare ciò che evi- sopravvivenza”.
dentemente, in un determinato istante, sarebbe Il problema riguarderebbe ciò che alcuni hanno
contrario alla propria volontà, “apparendo” sperimentato o che stanno accora vivendo. Si
addirittura stranamente offensivo, fastidioso. tratterebbe di osservare meglio quando si mani-
Non è certamente una manifestazione di armo- festa una particolare inquietudine psicologica e
nia interiore. morale.
Se ci si accorgesse di vivere in questo modo, Se la si paragona ad una sorta di piccolo o gran-
forse varrebbe veramente la pena di indagare e de, tormento personale che ciascuno di noi si
di rispondere a molteplici interrogativi concate- porta dentro, sarebbe opportuno (non solo da
nati per ricercarne le vere cause originali. parte di un ricercatore), ricercarne le cause ori-
Sempre forse, nel tentativo d’indagare sé stessi, ginali (diverse per ciascuno); suggerimento di
si potrebbe riprendere in considerazione anche cui, oltre che qui, ho già fatto cenno in varie oc-
ciò su cui si è dissertato più volte,
ovvero la ricerca di motivi per cui,
non di rado, si possa aver provato
un'intensa, incontrollabile, emo-
zione derivata dalla percezione di
un pericolo, reale o supposto.
Questa seppur frazionabile in mol-
teplici aspetti collegati a differenti
risposte suggestive di differente
intensità, è indubbiamente una
delle emozioni primarie, comuni,
come pure quella di una struttura inizia- di personalismo, di cui, anche per que-
tica, è costruita in funzione dell’autorità sto, sarebbe opportuno tentare di trovare
di riferimento, per governare con equità i concatenamenti nei molteplici avveni-
e giustizia, coloro che fanno parte di una menti di cui si possa avere memoria. Si
determinata organizzazione. scoprirà così che le prime risposte ai perché
Alcune istanze che ogni tanto nascono anche in nella personale indagine, non saranno mai esau-
ambito iniziatico, tendono a basarsi sull'ideale stive. Sarà indispensabile seguire le filiere di
libertario di un ordine fondato sull'autonomia e responso agli interrogativi concatenati.
sulla libertà degli individui, contrapposto a ogni Non sarà tempo sprecato meditarci almeno un
forma di disposizioni costituite, comprese quel- pochino.
le mistiche tradizionali, volendo ignorare in tal Ciò potrebbe svelarsi utile, allorché nella nostra
modo, anche le proprie origini. vita, fossero accadute cose molto coinvolgenti
In questi casi, il personale egocentrismo (spesso sul piano emotivo (malattie, perdite, affetti,
unito a quello di molteplici soggetti velleitari) lavoro, studio, ecc.). A volte si sono presentate e
potrebbe portare, più o meno consapevolmente, si mostrano talmente forti, difficili, aggressive,
ad atteggiamenti d’irrispettosità, d’indisciplina, da non fare intravvedere sbocchi di alcun gene-
di rifiuto, di disubbidienza, ecc. re.
Possono diventare dirompenti, proporzionali Per alcuni, queste potrebbero far perdere la spe-
alla forza delle passioni che spingono a metterli ranza in qualche soluzione per loro accettabile.
in campo. Quando avviene, si configura come una situa-
Sarebbe sempre indispensabile ricordarsi che la zione psichica, contraddistinta da grave afflizio-
resistenza, i rifiuti, le discussioni, il broncio, le ne, da uno sconforto che impedisce soggetti di
impazienze, le rivolte, le mormorazioni, non so- rimanere sufficientemente cognitivi e critica-
no affatto evidenti solo in periodi come questi. mente padroni della realtà.
Fanno parte della natura competitiva umana, Non si pensi che la stima in famiglia, la sicurez-
materiale. za economica di base, siano ininfluenti.
Infatti, sono aspetti diversi dello stesso spirito I tratti di risposta interpersonale alle vicissitudi-
ni, in tali frangenti, sono vis-
suti come variabili soggettiva-
mente determinanti nell’au-
mentare o diminuire la gravità
di questa situazione psichica.
In sintesi, gli effetti, le sensa-
zioni che si percepiscono,
sono equiparabili a legacci, a
pesanti catene che si immagi-
nano in modo tormentato,
applicati in modo scorretto ed
ingiusto.
I l “Percorso”
determinate prove.
Ovviamente, chi dovrebbe essere l’osser-
vatore degli eventuali risultati, non è
affatto scontato; se si supponesse anche una
(considerazioni personali) opzione esistenziale di tipo metafisico, diver-
rebbe indubbiamente misterioso ipotizzare qual-
ISABELLA siasi altro, oltre allo stesso soggetto.
S ono piena di gratitudine nei confronti delle Rimarrebbe altrettanto misterioso immaginare il
perché delle prove.
persone tramite cui ho intrapreso i miei percorsi Nel mondo profano, animale, nella materia grez-
e poi, di conseguenza, ho affrontato anche deter- za, lo scopo basico è quasi sempre la sopravvi-
minati studi specifici ad essi collegati. venza a tutti i costi. Sembrerebbe che la natura
Tra questi ultimi, mi è risultata utile, in partico- prediliga la conservazione della vita, senza par-
lare, la conoscenza progressiva dell’astrologia ticolare interesse per qualcuno.
corroborata da riscontri concreti. Di conseguenza, per limitare espansioni indesi-
Questi, in parallelo a varie meditazioni struttu- derate di particolari specie, contempla anche il
rate, mi hanno permesso di comprendere molti predatore dominante, sia singolo, che attraverso
lati del mio carattere, sia buoni che sbagliati; il gruppo di appartenenza. In questo si inserisce
ovvero, la possibilità di individuare le origini di poi per tutti, il consueto conflitto permanente
certi pensieri e delle presunte deduzioni su per procurarsi cibo, territorio, riproduzione.
determinati argomenti. In termini semplicistici, attraverso le lotte e le
Il percorso di conoscenza interiore mi ha portato competizioni per famiglia, lavoro e territori, ec-
a guardare un poco alla volta, le situazioni nella co manifestarsi il ritratto umano.
loro crudezza. La dualità della materia (in sintesi, la vita e la
Sono convinta che vivere non sia frutto del caso morte), impone l’obbligo di uccidere per vivere
ma abbia uno scopo preciso. (sia in ambito animale, che vegetale). Le even-
Uno di questi potrebbe consistere nel vedere tuali deroghe provvisorie esistono; ad esempio
c’è la disposizione istin-
tiva di non sopprimere
gli elementi del proprio
gruppo (perché assieme
si è più forti) mentre in
caso di guerra o di parti-
colari situazioni estreme,
si possono eliminare an-
che quelli della propria
specie. Quindi, per vivere si possono de- situazione condivisa da qualsiasi essere
cimare, abusare o utilizzare, anche tutte esistente in natura.
le altre forme viventi. Diversamente, si potrebbe essere consa-
Di conseguenza, la cosiddetta giustizia pevoli (non è però affatto facile riuscir-
in un tale contesto non è mai assoluta. Dipende ci) di ciò che si possa essere veramente e quindi
dal punto di vista della preda o del predatore. scegliere in coscienza, di vivere nella piena
Tutti possono, a seconda delle situazioni, tro- malvagità o nel cercare di fare del bene o il
varsi ad impersonare uno dei due ed esigerla a meno male possibile.
proprio vantaggio. Intendo la coscienza come la capacità della
Per lo più, si suppone di sentirne la mancanza mente di essere particolarmente presente in uno
solo quando si diventa delle vittime o per lo stato di veglia ma anche come capacità di distin-
meno dei perdenti, mentre secondo quanto ho guere il bene e il male non solo da un punto di
accennato in merito alla natura, si può anche vista soggettivo, egocentrico, nel semplice rap-
essere tranquillamente soppressi se si è deboli o porto preda-predatore e poi per comportarsi di
poco scaltri. conseguenza.
Infatti questa entità (vera o immaginata) prende- Secondo i mistici, la coscienza potrebbe rappre-
rebbe in considerazione solo i vincenti; quelli sentare un’occasione ideale per tutti gli uomini
che lo siano in qualsiasi modo e con ogni saggi, di cogliere la “verità” inerente, almeno in
mezzo, attraverso lo spirito di adatta-
mento, di fronte alle difficoltà.
Se non bastasse questo faticoso gioco in
cui si esiste come base di partenza,
tenendo conto solo della nostra parte
grezza e istintuale, per gli esseri umani
si ipotizzerebbe da quanto si abbia
memoria, in ogni tempo e luogo, che si
debbano portare a termine anche altri
progetti, per altro assolutamente miste-
riosi, dal momento che implicherebbero
l’esistenza affatto scontata di molteplici
livelli esistenziali in realtà infinite che
si svilupperebbero in contesti a-tempo-
rali.
A fronte delle innumerevoli ipotesi,
spesso confluite nelle origini delle reli-
gioni o in astrazioni filosofiche però in
qualche modo, quasi sempre ad esse col-
legate, ogni umano si troverebbe peren-
nemente di fronte a delle scelte che
caratterizzeranno la qualità e la durata
della personale esistenza.
Ad esempio, ci si potrebbe limitare a
vivere “passivamente” solo attraverso
gli stimoli istintuali, ovviamente saran-
no vincenti se si sarà arrivati ad esistere
tramite una lunghissima catena di pro-
genitori. Questa sarebbe la normale Istinto primordiale - arte digitale
di vista karmici, sarebbe indispensabile to: perché pur essendo stati accolti in un
ca-pire che la parte negativa andrebbe percorso tradizionale, spesso si tende a
valutata come un debito di cose collegate continuare a scappare dalla conoscenza
ad un soggetto e che da questo devono di sé stessi? Rimanendo in ambito di
essere pagate per poter alleggerirne peso (sono studi astrologici, l’ignavia non risolverebbe al-
esemplificative le quadrature e le opposizioni cunché dal momento che, prima o poi, un piane-
dei 7 pianeti dell’astrologia classica, tenendo ta in transito evidenzierà in modo sempre più
conto anche del loro collegamento con l’alchi- drammatico l’urgenza di un problema lasciato
mia). irrisolto (se esiste, e non solo sin dalla nascita).
Per fortuna i pianeti cosiddetti “afflitti” si pre- Le risposte al non voler “conoscere”, potrebbe-
sentano per lo più contemporaneamente anche ro essere per paura dell’ignoto, per la paura di
con aspetti positivi; così, forse si possono tra- non essere all’altezza, oppure l’essere depressi,
sformare i “vizi” che li caratterizzano in “virtù”. forse anche ritenere che la fatica per l’indagine
Secondo altri, guardando i pianeti afflitti da sia troppa; se al contrario si trattasse di una
quadrature o da opposizioni, si potrebbero sorta di autopunizione? Oppure se si trattasse
individuare per ognuno il “vizio originale” e le solo per la paura di dover fare sacrifici e di do-
relative filiere concatenate con predisposizioni- ver rinunciare ai propri vizi?
avvenimenti, in cui si sarà l’artefice o la vittima Credo che per un iniziato sia sempre importante
di uno squilibrio. fare chiarezza con sé stesso.
Oppure si procederà con simboli e allegorie, Le possibilità di riuscirci esistono a patto che
attraverso l’osservazione
dei miti collegati ai sette
pianeti con gli dei dell’o-
limpo e le loro storie, con
le caratteristiche dei loro
caratteri opposti: positivi e
negativi; gli addetti ai
lavori potrebbero esempli-
ficare influenze non favo-
revoli come: il Sole-super-
bia, la Luna-accidia, Vene-
re-lussuria, Marte-violen-
za, Giove-ingordigia, Sa-
turno-avarizia, Mercurio-
invidia.
La finalità della conoscen-
za di sé stessi e poi delle
scelte per operare eventuali
prudenti rettifiche, sarebbe
quella di trasformare, ad
esempio, i vizi nelle virtù
teologali: (fede, speranza e
carità) e in quelle cardinali:
(temperanza, giustizia pru-
denza e fortezza).
A questo punto potrebbe
sorgere un semplice quesi- Gola- Ingordigia - Hieronymus Bosch, XVI sc.
ISABELLA
L’ alternativa
dicendo che il materialismo più gretto e
la presunzione dell’uomo sono l’immagi-
ne della profanità, mentre l’idea di una
totale trascendenza, di un aldilà o un “aldiso-
di pensiero pra”, ben immaginato ma non meno illusorio, si
ENNIO contrappone ad essa.
N elle nostre tornate di lavori, usiamo sovente Siano come siano queste realtà, noi qui ci occu-
piamo dell’uomo e del suo mondo, intermedio a
un’espressione divenuta ormai parte integrante queste due “nature” e partecipe in qualche modo
del nostro argot di Loggia: “alternativa di pen- di entrambe. Lo spazio del nostro lavoro, indica-
siero”. La consideriamo un nostro patrimonio to e definito dall’intreccio degli attrezzi sull’a-
comune, condiviso ed il mezzo per comunicare ra, non consente equivoci: solo al suo interno
un concetto complesso che abbiamo scoperto possiamo agire, legittimamente ed efficacemen-
molti anni fa, ma che molti neofiti hanno trovato te.
già pronto e significante nel nostro discorso. Noi operiamo tra squadra e compasso, fra “terra
Nonostante ci siano degli aspetti simbolici in e cielo”, riconoscendo quindi l’esistenza di
questa espressione e quindi non comunicabili entrambi; senza la pretesa di analizzarli, orga-
nella forma meramente discorsiva,
proviamo a parlarne un po’; per
quanto se ne può utilmente dire. Che
la Libera Muratoria, quale manife-
stazione attuale della Tradizione
Ermetica, si ponga in alternativa alla
profanità del mondo, è insito nella
sua stessa esistenza e non può stupi-
re; non così immediato è intravedere
e descrivere quello che corrisponde-
rebbe al suo “pensiero”.
Naturalmente, non esiste il pensiero
di una aggregazione di uomini, ben-
ché si possano identificare delle ten-
denze principali, ma sarebbe meglio
dire delle opinioni prevalenti. Cosa
che ha ben poco di iniziatico. In
effetti, la riconoscibilità di una simi-
le mentalità testimonierebbe, in un
ambito che dovrebbe essere separato
e consacrato, la persistenza di una
mentalità acquisita e mai abbandona-
ta, tipica del mondo profano e porta-
trice di “metalli”.
Partiamo dunque dal riconoscimento
di una differente modalità di approc-
cio alla realtà umana: sacra o profa-
na, con ciò che ne consegue.
Frontespizio dal Musaeum Hermeticum - 1625
Non è un fatto di presunzione, ma sem- della Vedova, e nel quale soltanto possia-
plicemente di visione ab-intra; nulla ci è mo tutti insieme ritrovarci, riconoscerci,
estraneo, tutto ci riguarda e ci compene- identificarci.
tra, e si ordina e struttura con il nostro Nei nostri catechismi si afferma a volte,
pensiero. che la Loggia si estende da Mezzogiorno a
Non dobbiamo quindi andare (mentalmente) da Settentrione, da Oriente a Occidente e dallo
nessuna parte, ma “tenere il punto”; quel punto, Zenit al Nadir, indicando così la sua assenza di
al centro dell’intreccio tra squadra e compasso, limiti, la sua universalità; ma nella coincidenza
che dovrebbe esserci noto, in qualità di figli delle direzioni si determina una settima posizio-
ne: il centro, che è l’unico luogo
da cui si può trascendere (per
coincidenza) ad altri piani della
realtà.
Abbiamo accennato alle sorgen-
ti da cui nasce il nostro pensie-
ro; conoscerle realmente, alme-
no in una certa misura, è il risul-
tato del lavoro di una vita, men-
tre coltivare l’immagine che es-
so scaturisca da questo “centro
di ogni cosa” non è affatto diffi-
cile, ma intuitivo e di immediata
comprensione. Una fonte peren-
ne che è in noi, che ci nutre e ci
disseta, che ci fa crescere e ci
aiuta a maturare.
Una grande, inesauribile risorsa,
a disposizione dei soli Figli
della Vedova.
ENNIO
L a Swastica
ta da quattro squadre che sembrano irra-
diarsi da un centro comune per comporre
una Ruota: per analogia quella della
Creazione o del Divenire.
(breve accenno culturale) Potrebbe trattarsi quindi di un emblema usato
per rappresentare il Fuoco creatore di tutte le
ALBERTO cose.
La particolare croce uncinata, conosciuta
Come simbolo, generalmente sempre con signi-
ficato divino e augurale, fu utilizzato da molte
anche con il nome di Croce Gammata o Swa- culture fin dal Neolitico. Gli avi preistorici
stika è da moltissimo tempo uno dei più antichi identificavano spesso con questo Fuoco, al
segni sacri specialmente, ma non esclusivamen- tempo stesso animatore e costruttore, la loro
te, tra quelli di matrice indoeuropea in varie divinità suprema.
popolazioni. Potrebbe essere la rappresentazione con cui si
Rimane un simbolo largamente utilizzato nelle riconosce anche il Supremo Artefice principio
religioni dell'India e della Cina, nonché nello d’intelligenza e di feconda attività, che mette
sciamanesimo della Mongolia e della Siberia, ordine nel Caos originario, portando poi a com-
oltre che in vari nuovi movimenti religiosi. pimento il quaternario degli Elementi.
Sono state trovate tracce di venerazione anche Questi ultimi potrebbero essere visti come ema-
in altri popoli più vicini a noi come, ad esempio, nazioni immediate della Causa produttrice e cor-
l’antica Scandinavia, in cui veniva chiamata con risponderebbero, in tal senso, alle squadre della
il nome Fylfos. Swastika, il cui braccio verticale, a seconda dei
Grande svastica disegnata di fronte al tempio giainista sulle rive del Gange a Varanasi - India.
P avimento a scacchi
rentemente semplice ma come per tutti
gli altri, la sua decriptazione non lo è
mai. Sarà opportuno premettere che
molto probabilmente, durante la propria vita, se
LISETTA si cammina correttamente secondo i suggeri-
I l pavimento nei nostri templi, a seconda delle menti del V.I.T.R.I.O.L. la percezione interpre-
tativa dei simboli può cambiare; si arricchisco-
no e si nota, in funzione di molteplici punti di
disponibilità logistiche, è fatto almeno in parte,
vista, quanto possano essere complessi o anche
a scacchiera. È uno dei tanti simboli che si
molto diversi da come li si interpretava grosso-
incontrano e che si tenta d’interpretare crescen-
lanamente all’inizio; a volte solo secondo ste-
do, pian piano, a seguito di un particolare meto-
reotipi comuni e generici.
do formativo, femminile, che ci viene messo a
Il gioco degli scacchi è un gioco in cui si
disposizione, sin dal ‘700, a partire dai suggeri-
potrebbe riproporre una sorta di guerra combat-
menti rituali di Cagliostro, dagli inserimenti
tuta con strategie anche molto complicate e sofi-
isiaci voluti nel Misraïm di Venezia che ne
sticate. Il bianco e nero si alternano, infatti mai
aveva acquisito la liturgia, per arrivare tramite
si troveranno due caselle bianche e nere, una di
ulteriori aggiustamenti, alle formulazioni odier-
fianco all’altra. Lo spazio è delineato, non illi-
ne.
mitato.
Bisogna conoscere le regole
entro le quali è consentito
agire e ci si può muovere.
Chi non conosce le regole,
non può giocare. Chi le
conosce poco, molto proba-
bilmente ha scarse possibi-
lità di vincere.
La via iniziatica assomiglia
spesso al gioco degli scac-
chi, inizialmente non rivolto
verso l’esterno, ma più nei
confronti della propria inte-
riorità.
All’inizio, conoscere le re-
gole del gioco, potrebbe vo-
ler dire conoscere sé stesse
e studiare tutte le strategie
che il nostro Ego ci propo-
rrà per non dover cambiare
niente del proprio essere, il
quale fino a quel momento,
era stato così efficace nella
lotta per la sopravvivenza
materiale.
Nel tentativo d’interagire
Colonne, pavimento, ara, ecc. con l’ipotetico ambito meta-
fisico, pian piano le regole si allargano; de spesso con il cosiddetto “cammino dei
così, bisogna studiare e meditare di più serpi”, che si vede rispecchiato anche
per potersi muovere con sufficiente abi- nella forma del caduceo (un serpente
lità su questo pavimento a scacchi, non rosso e uno blu scuro, avvolti su un’asta
più tanto semplice, dove lo spa-
zio ed il tempo tendono a muta-
re.
Questo è proprio quello che si fa
nel Tempio.
A seconda dei momenti e con
differenti modalità, camminiamo
sul pavimento a scacchi che rap-
presenta la base delle polarità
interiori ed esteriori sulla quale
ci muoviamo da una parte all’al-
tra. Chi entra nel Tempio, sia
semplicemente per partecipare
alle attività stando tra le colon-
ne, che per raggiungere il posto
da cui le Sorelle preposte dirigo-
no i nostri lavori femminili, do-
vrà tenerlo sempre presente.
Di solito, il bianco e il nero ri-
propongono quel dualismo che si
ritrova in molti simboli presenti
nello spazio sacro; ad esempio:
le due colonne, il sole e la luna,
il caduceo, l’alternanza dei segni
zodiacali ripartiti nelle valenze
tra maschile e femminile e poi
gli strumenti sull’ara che, a se-
conda delle funzioni, si alterna-
no tra attivo, passivo e così via.
Ci si potrebbe chiedere, non solo
al livello d’Apprendista egizia-
na, quale possa essere il giusto
modo di muoversi sul pavimento
interiore.
Ci sono scuole che affermano
che il cammino iniziatico sia
soprattutto quello stretto tra due
caselle, così da evitare di muo-
versi, sia sul bianco, che sul ne-
ro. Però, noi dobbiamo rammen-
tarci come si muovono le Sorelle
durante i lavori, secondo quanto
previsto dalla liturgia. Si proce- Sintesi di particolari camminamenti in un Triangolo femminile
Crono (Saturno) castra suo padre Urano, il dio greco del cielo (prima di Zeus) - giorgio Vasari, XVI sc.
severanza. Non è cauto saltare passaggi, sforzo dopo l’altro per rialzarsi per poter
sarebbe come voler ballare prima di co- proseguire con il lavoro verso l’Oriente,
minciare a camminare stabilmente sulle costituisce la normalità.
proprie gambe. Voler annullare e saltare Incedere con il cammino dei serpi è so-
gli opposti prima di conoscerli, di solito produ- prattutto una modalità delle dignitarie che sie-
ce conseguenze indesiderate. dono a destra e sinistra delle colonne; non sono
Forse chi disserta della linea stretta, suppone di delle apprendiste. Le Sorelle esperte rappresen-
sapere abbastanza di entrambe le caselle in tano coloro già hanno compiuto su sé stesse una
modo da potercisi muovere all’esterno, senza parte importante del lavoro previsto.
entrarci e quindi, senza pericolo. Dal mio punto Aiutano la Venerabile Maestra Agente per costi-
di vista però, così si corre il rischio di non avere tuire il Triango protettivo e sviluppano la ritua-
affatto una profonda conoscenza di esse; forse lità insieme. Muoversi sinuosamente sul pavi-
solo per questo si sceglie di non doversi muove- mento a scacchi, richiede concentrazione; ovve-
re anche all’interno. ro, che ci si sia centrate e preparate interiormen-
La natura umana profana è di solito, completa- te per questo lavoro.
mente immersa nella dicotomia di questo mondo L’apprendista che entra nel Tempio viene guida-
ed è anche coinvolta a livello passionale e istin- ta, non si muove senza indicazioni. Anche que-
tivo, emotivo. Quella iniziatica che non ha anco- sta è una qualità della fratellanza nel Tempio;
ra superato il lavoro della colonna di Set-ten- non si è sole, si può chiedere aiuto e un aiuto
trione è molto simile. Il suo muoversi sul pavi- viene dato. Auspicabilmente viene anche offerto
mento è probabilmente caratterizzato da un sus- quando si vede l’altra in difficoltà, senza che
seguirsi di inciampi nel vivere quotidiano. Uno necessariamente venga chiesto; al massimo, può
La captio virginis, ovvero “la cattura della vergine” era una cerimonia in cui il Pontefice Massimo nominava una nuova vestale
Vista panoramica dell'esterno di Amaru Muru o Porta degli Dei a Puno, Perù
Simbologie simili sono presenti in varie parti del mondo