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Fuggon per l’erba liberi I ruscelli poiche’l sol torna a delivrare il gelo. Van tra i folti querceti i vaghi augelli
disputando d’amor di stelo in stelo. Treman l’ombre leggiere ai venticelli ch’empion d’odori il disvelato cielo e scotendo e
‘ncrespando i rami e l’onde si trastullan con l’acqua e con le fronde.
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I ruscelli fugono per l’erba liberi poiche il sole ritorna a sciogliere


la neve e i belli uccelli vanno in folti alberi goreggiando d’amore
da un ramo in un altro. Le ombre leggere tremano a causa dei
venticelli che riempono il sereno cielo di bei profumi e scuotendo
e intrecciando i rami e le onde si giocono con l’acqua e con i rami.

1)Le parole (Il lessico):

rucelli:piccoli corsi d’acqua/ delivrare:sciogliere/ gelo:neve / folti:fitte/


vaghi:misteriosi o belli/ augelli:uccelli/ disputando: goreggiare
/empion:riempono/ disvelato:chiaro o pure di nuvole/ trastullan:
diventirsi/venticelli: brezze/ odori: profumi/ fronde: rami/ Increspando:
increspare.

2)Analisi del testo:


1-Linguaggio elaborato:
Fuggon-disputando-vaghi-folti quercenti.
2-Belle immagini:
-rucelli/ -gelo/ -stelo in stelo/ -venticelli/ -odori/ -onde.
3-Le figure retoriche:
-fuggon, disputando: Metafora.
-{rucelli,augeli}, {gelo,stelo},{onde,fronde}: Paronomasia.
-Fuggon...rucelli: Anastrofe, in cui l’ordine della frase puo’ essere
“I rucelli fuggon liberi per l’erba”.
-tremon, trastullan: Metafora.
Gli elementi di movimento e di visione in cui possiamo dire “Marino e’
il poeta dei 5 sensi”: tra i versi ci sono l’abbondanza delle belle
immagini come [treman, ombre, odori, acqua, fronde, rami].

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Di naturali arazzi intapezzato riveste ogni giardin spoglie superbe, né d’un sol verde si colora il prato ma diverso così
come son l’erbe. A bei fiorami il verde riccamato lava e polisce le sue gemme acerbe, ch’ala brina ed al sol formano
apunto quasi di Lidia un serico trapunto.
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Il prato non si coloro solo di verde, ma anche e’ coperto di diversi
colori come l’erba.
Il diardino riccamato con belli fiori immaturi che vengono lavare
dalla rugiada. La brina e il sole sulle fiori e il prato diventano come
se fossero un tappeto serico.
1-Le parole: arazzi: tessuto/ spoglie: rovinare/ intepazzato:
coperto/ riveste: acerbe: imaturo.
2-Analisi del testo:
1)Linguaggio elaborato:
arazzi-intapezzato-riveste-spoglie-superbe-riccamato-gemme-
brina-lidia-serico
2)Belle immagini:-Giardino. –Intapezzato. –riccamato. –Spoglie
superbe e gemme.
3)Figure retoriche:
-intapezzato: Metafora.
-quasi...trapunto: iperbole e similitudine.
-{intapezzato,prato,riccamato}, {trapunto,apunto},
{superbe,erbe,acerbe}: paronomasia.

{3}
Apre le sbarre e ‘l caro armento mena il bifolco a tosar l’erba novella. Scinta e scalza cantando a suon d’avena sta con
l’oche a filar la villanella. Scherzando col torel per l’ombra amena va la giovenca e col monton l’agnella. Su per lo
pian che Flora ingemma e smalta con la damma fugace il danio salta.
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Apre le sbarre e conduce il caro grege giogo a bruciare l’erba
nuova. Cantando scalza accompagnandosi a una zampogna con
le oche a filare la villanella. Scherzando con il turello nell’ombra
piacevole va la mucca e con il montone e l’agnella. Su per la terra
che la dea del fiore e della primavera gemme e smalta con la
damma fugace salta il danio.

Le parole: sbarre: grate/ bifolco: contadino/ armento: grege/


mena: giogo/ tosar: bruciare/ novella: nuova/ scinta: leggera/ filar:
scorrere/ villanella: contadina/ torel: toro/ giovenca: mucca/
agnella: pecora/ danio: daino/ figace: sffugente.

Analisi della storfa:

1)Il linguaggio elaborato: bifolco- novella-oche-novella-


giovenca-monton-agnella-damma-danio.

2)Belle immagini:

Tutta la storfa e’ una immagine dell’inizio della primavera con


l’uso degli animali ,del contadino e della contadina.
3)Figure retoriche:

- suon d’avena...villanella: Metafora.

-Scherzando col torel: Metafora.

-lo pian che Flora ingemma: Metafora.

-{mena, avena, amena}, {novella, villanella, agnella}, {smalta, salta}:


Paronomasia.

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Langue anch’egli d’amor l’angue feroce e, deposta tra’ fior la scorza antica, dov’amor più che ‘l sol lo scalda e coce
ondeggia e guizza per la piaggia aprica. I fischi e i fiati onde spaventa e noce cangia in sospir per la squamosa amica,
l’acuta lingua e la mordace bocca in saetta d’amor che baci scocca.
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Il serpente forece diventa debole quando deposta la sua pelle tra


i fiori, si senta caldo non per il sole ma per l’amore. Invece di avere
i fischi e i respiri fanno paura e le noci si trasformano in un sospiro
dell’amica squamoso, la lingua acuta e la bocca in una freccia
d’ampre che bacia scocca.

Le parole: langue: debole/ deposta: togliere/ scalda: riscaldare/


ondeggia: muoversi a zigzag/ guizza: saltare/ fischi: il suono del
serpente/ fiati: respiro/ cangia: cambiare/ scocca: lanciare/ scorza:
pelle/ coce: cuocere/ piaggia: terra piatta/ squamosa: affezionata/
saetta: freccia.

Analisi del testo:


1)Il linguaggio elaborato: langue-feroce-scorza-antica-scalda-
coce-ondeggia-guizza-piaggia-aprica-aquamosa-noce-
mordace-scocca.

2)Belle immagini:

Tutta la strofa descrive una bella immagine quando il serpente


cambia la sua pelle nella primavera in modo piu’ bello e
meraviglioso.

3)figure retoriche:

-{Bocca-scocca},{amica-antica-aprica},{scalda-scarza}:
Paronomasia.

-Langue...feroce: Anastrofe, perche’ l’ordine della frase deve


essere “l’angue feroce Langue anch’egli d’amor”.

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