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Fuggon per l’erba liberi I ruscelli poiche’l sol torna a delivrare il gelo. Van tra i folti querceti i vaghi augelli
disputando d’amor di stelo in stelo. Treman l’ombre leggiere ai venticelli ch’empion d’odori il disvelato cielo e scotendo e
‘ncrespando i rami e l’onde si trastullan con l’acqua e con le fronde.
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Di naturali arazzi intapezzato riveste ogni giardin spoglie superbe, né d’un sol verde si colora il prato ma diverso così
come son l’erbe. A bei fiorami il verde riccamato lava e polisce le sue gemme acerbe, ch’ala brina ed al sol formano
apunto quasi di Lidia un serico trapunto.
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Il prato non si coloro solo di verde, ma anche e’ coperto di diversi
colori come l’erba.
Il diardino riccamato con belli fiori immaturi che vengono lavare
dalla rugiada. La brina e il sole sulle fiori e il prato diventano come
se fossero un tappeto serico.
1-Le parole: arazzi: tessuto/ spoglie: rovinare/ intepazzato:
coperto/ riveste: acerbe: imaturo.
2-Analisi del testo:
1)Linguaggio elaborato:
arazzi-intapezzato-riveste-spoglie-superbe-riccamato-gemme-
brina-lidia-serico
2)Belle immagini:-Giardino. –Intapezzato. –riccamato. –Spoglie
superbe e gemme.
3)Figure retoriche:
-intapezzato: Metafora.
-quasi...trapunto: iperbole e similitudine.
-{intapezzato,prato,riccamato}, {trapunto,apunto},
{superbe,erbe,acerbe}: paronomasia.
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Apre le sbarre e ‘l caro armento mena il bifolco a tosar l’erba novella. Scinta e scalza cantando a suon d’avena sta con
l’oche a filar la villanella. Scherzando col torel per l’ombra amena va la giovenca e col monton l’agnella. Su per lo
pian che Flora ingemma e smalta con la damma fugace il danio salta.
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Apre le sbarre e conduce il caro grege giogo a bruciare l’erba
nuova. Cantando scalza accompagnandosi a una zampogna con
le oche a filare la villanella. Scherzando con il turello nell’ombra
piacevole va la mucca e con il montone e l’agnella. Su per la terra
che la dea del fiore e della primavera gemme e smalta con la
damma fugace salta il danio.
2)Belle immagini:
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Langue anch’egli d’amor l’angue feroce e, deposta tra’ fior la scorza antica, dov’amor più che ‘l sol lo scalda e coce
ondeggia e guizza per la piaggia aprica. I fischi e i fiati onde spaventa e noce cangia in sospir per la squamosa amica,
l’acuta lingua e la mordace bocca in saetta d’amor che baci scocca.
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2)Belle immagini:
3)figure retoriche:
-{Bocca-scocca},{amica-antica-aprica},{scalda-scarza}:
Paronomasia.