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DETTATI ORTOGRAFICI SUL TEMA DELL’AUTUNNO PER LA SCUOLA PRIMARIA.

La caduta delle foglie. Cade una foglia che pare tinta di sole, ma appena giunta a terra si confonde con
l’ombra, già morta. E’ bastato il suo fruscio per scuotere tutto l’albero, che comincia a lamentarsi. D’albero
in albero, il lamento si estende: tutto il frutteto è agitato. Giù tutte le foglie! E’ inutile tenerle quando non
sono più parte viva del ramo. I rami più alti, con ancora le foglie verdi, si battono in una lotta leggera; alcuni
dicono di sì, altri di no. Poi tutto di nuovo si placa, in una stanchezza dolce, rassegnata. G. Deledda

Mattino d’autunno. Un venticello d’autunno, staccando dai rami le foglie appassite del gelso, le portava a
cadere a qualche passo distante dall’albero. A destra e a sinistra, nelle vigne, sui tralci ancora tesi,
brillavano le foglie rosseggianti a varie tinte; e la terra, lavorata di fresco, spiccava bruna e distinta ne
campi di stoppie biancastre e luccicanti dalla guazza. A. Manzoni

Pioggia autunnale. Alla fine dell’autunno, in un solo giorno, cambiava il tempo. Di notte dovevamo chiudere
le finestre perchè non entrasse la pioggia e il vento freddo strappava le foglie dagli alberi della piazza. Le
foglie giacevano fradicie nella pioggia contro il grosso autobus verde al capolinea; il caffè era gremito e le
vetrine erano appannate dal caldo e dal fumo dell’interno. E. Hemingwai

Rondini, addio. Si chiamano, si rincorrono, volano di qua e di là, dai nidi vuoti al campanile, dal campanile
alle grondaie, stanno ferme un momento, posate lungo il cornicione quasi a consultarsi, poi scappano.
Volteggiano, stridono: è il giorno delle partenze! L. Capuana

Il letargo. La marmotta, il riccio, il ghiro, il tasso, lo scoiattolo, la talpa, la tartaruga, la lumaca, la lucertola
combattono il freddo e la fame andando in letargo. Prima di abbandonarsi al sonno ognuno prende le sue
brave precauzioni: respira il meno possibile e non si muove. Una tale vita di risparmio si può paragonare a
un focolare il cui carbone brucia lentamente sotto la cenere. H. Fabre

Autunno

E’ arrivato l’autunno e ha portato i bei frutti saporiti e nutrienti, pere, mele, noci, castagne. Le foglie degli
alberi sono diventate rossastre e appena tira un soffio di vento si staccano dal ramo e cadono al suolo dove
formano un bel tappeto frusciante. Nel cielo vagano nuvoloni soffici che ben presto si scioglieranno in
pioggia.

Autunno

L’autunno dipinge di rosso, di giallo, di viola il bosco e la vigna. Nel bosco, ai piedi degli alberi, spuntano
grossi funghi e nei prati fiori violetti dalla corolla delicata e leggera. Sono i colchici autunnali.
Autunno

E’ una bella stagione anche se non è calda e allegra come l’estate. L’aria è mite, il sole dorato, la campagna
è tutto uno splendore di toni rossastri, gialli, verdi. Dagli alberi pendono i frutti maturi; la vigna è ormai
spoglia, ma ci ha regalato i bei grappoli d’uva succosa. Gli uccelli sono partiti, ma quelli che sono rimasti
cinguettano dolcemente fra i rami degli alberi e il fischio allegro dei merli riempie il silenzio del bosco.

Alberi d’autunno

Sono ancora fronzuti, anche se le foglie hanno dei toni gialli e rossastri. L’albero non le nutre più e al più
lieve soffio di vento, alla prima pioggia, ecco che le foglie si staccano e, con un volo leggero, cadono per
terra. L’albero resterà presto spoglio del suo bel manto.

Alberi d’autunno

Hanno perduto quasi tutte le foglie ed ora alzano, verso il cielo grigio, i loro rami spogli. Pure, se guardate
bene dove prima c’era la foglia, vedrete già la piccola gemma che aspetta la primavera per dar vita a una
nuova foglia, a un fiore, a un frutto.

Autunno

Viene l’autunno, grasso, allegro, rubicondo. Ha un cesto di frutta squisite: mele, pere, castagne, uva, noci…
Fra un raccolto e l’altro si diverte a dare alle foglie una bella tinta rossastra. Ma qualche volta è di cattivo
umore e tira fuori un ventaccio strapazzone che stacca le foglie dagli alberi e le fa turbinare nell’aria.

Giornata d’autunno

Una brutta mattina la campagna si risveglia ammantata di brina. Cominciano i primi freddi! Piove a dirotto.
Fuori ombrelli, impermeabili e maglie di lana. Tutto è brullo e squallido. Solo i pallidi crisantemi fioriscono
ancora sui cespugli.

Autunno

L’autunno arrivò e subito si mise a ridere giocondamente. Era di carattere allegro, e quando stava in
compagnia, non rifiutava un bicchiere di vino. Appena giunto, fu sua cura andare nella vigna per vedere se i
grappoli erano maturi. I grappoli c’erano, ma ancora verdi e acerbi. L’autunno li toccò con la punta delle
dita e quelli diventarono pieni di succo fino a scoppiare. L’autunno poi, si guardò intorno e osservò: “C’è
troppo verde qui. E’ monotono”. E con un largo pennello chiazzò di giallo, di rosso, di bruno, le chiome degli
alberi.
Autunno

L’autunno andò nel frutteto. C’erano pere, mele, noci. “Evviva!” esclamò e ne fece una scorpacciata. Poi
andò nel bosco a scrollare i castagni e fece cadere i ricci che schiacciò col piede per farne uscire le castagne.
Disse al tasso, alla marmotta, al ghiro: “Ebbene? Che cosa aspettate per andare a dormire?”. Ma il tasso, la
marmotta e il ghiro gli risposero che era troppo presto e che ancora non avevano sonno. Allora l’autunno
fece levare un forte vento di tramontana e il tasso, la marmotta e il ghiro scapparono subito a rintanarsi.

Autunno

E’ una stagione che ci regala ancora qualche bella giornata di sole. E ci regala, anche, tanta frutta saporita e
nutriente: mele, pere, castagne, noci, uva. Saranno gli ultimi doni della terra che poi si addormenterà per il
lungo riposo invernale.

Sole d’autunno

La nuvolaglia si ruppe e ne scattò un bel raggio di sole che baciò le piante umide di pioggia e le fece brillare.
Trasse scintille dalle pozzanghere, dorò le montagne e disperse la nebbia. La natura sembrò ridere di gioia
sotto il tiepido sole d’autunno.

Autunno

Ecco l’autunno tutto grappoli e frutti, e odoroso di mosto. La campagna lentamente si spoglia; fuggono gli
uccelli che fecero lieta l’estate, e nel cielo grigio veleggiano i corvi e le gru che sentono l’acqua. (F. Lanza)

Vento d’autunno

Un venticello d’autunno, staccando dai rami le foglie appassite dal gelo, le portava a cadere qualche passo
distante dall’albero. A destra e a sinistra nelle vigne, sui tralci ancora tesi, brillavano le foglie rosseggianti a
varie tinte; e la terra lavorata di fresco, spiccava bruna e distinta nei campi di stoppie biancastre e luccicanti
dalla guazza. (A. Manzoni)

Autunno

La bella estate è finita. Le rondini sono partite e i nidi sono rimasti deserti. Il cielo ha perduto il suo bel
colore azzurro. Ora è bigio e coperto di nuvole. Gli alberi si spogliano delle loro chiome. Erano così belli,
tutti vestiti di verde! Ora sono nudi e stecchiti e rabbrividiscono al vento freddo che scuote i rami e strappa
le foglie.
Il ghiro

Il ghiro esce dalla sua tana. Ghiotto ghiotto mangia nocciole e ghiande. Se non le trova, sbuffa e borbotta;
quindi saltella di ramo in ramo. Sale sul noce e coi dentini aguzzi ruba alle noci il saporito gheriglio.

Autunno

Anche l’autunno ha la sua bellezza. Passano alti gli uccelli migratori che vanno verso i paesi caldi.
Torneranno con la bella stagione. Le foglie sono spennellate di rosso e di giallo, il cielo è dolcemente velato,
il sole è tiepido; sulle siepi rosseggiano le bacche e fra l’erba sbocciano gli ultimi fiori.

Le rondini

Una mattina le rondini si raccolsero sui fili e sulle gronde delle case. La rondine più bella partì come una
freccia, lanciando un grido acuto. Tutte, con un frullo solo, si levarono nell’aria e la seguirono in stormo.
Volteggiarono un poco intorno al campanile, salutarono il vecchio nido, il bosco, i prati… Volarono verso il
sole… Addio, rondini!

Partono le rondini

Hai sentito la folata? Guarda, guarda quante rondini sul mare! Sono più di mille: una nuvola viva. Guarda
come brillano! Ora partono per un gran viaggio, verso una terra distante; l’ombra cammina sull’acqua con
loro; qualche piuma cade, si farà sera; incontreranno le barche in alto mare, vedranno i fuochi, udiranno i
canti dei marinai; i marinai le guarderanno passare rasente alle vele; qualcuna si poserà stanca sul ponte.

Autunno

I giorni si sono accorciati. L’aria si è fatta più fredda. Il cielo è spesso nuvoloso, piove e c’è nebbia. In
autunno si ripongono i vestiti estivi e si levano dagli armadi quelli più pesanti e le coperte di lana. Le rondini
migrano verso paesi più caldi perchè non resisterebbero ai rigori invernali e non troverebbero insetti per
cibarsi. Il passero e lo scricciolo non migrano. Alcuni animali si preparano a cadere in letargo. Essi sono: il
ghiro, il pipistrello, l’orso, la vipera, il rospo, ecc… Prima di cadere in letargo mangiano moltissimo, poi, fino
a primavera, non prendono più cibo. Lo scoiattolo ogni tanto si sveglia per mangiare ghiande, nocciole e
bacche che aveva nascoste. In autunno scendono al piano le greggi.

L’autunno comincia il 23 settembre e termina il 20 dicembre. Le giornate sono più corte che in estate: il sole
si leva più tardi e tramonta più presto. Fa meno caldo che in estate e il mattino, la sera e durante la notte la
temperatura è abbastanza fresca. Dobbiamo già indossare abiti pesanti. Raramente il cielo è limpido e
azzurro. Generalmente è grigio e nebbioso. Al mattino e alla sera in alcune zone particolarmente ricche di
acqua il bianco velo della nebbia avvolge silenziosamente tutte le cose, trasportandoci in un mondo di
fiaba. I prati, al mattino, come in estate, sono costellati di limpide goccioline di rugiada che, a volte, quando
la temperatura della notte è particolarmente fredda, si trasformano in bianchi aghetti di ghiaccio: la brina.

E’ tempo di semina e di raccolta. Si semina il frumento: i solchi si vanno riempendo di semi che daranno
spighe d’oro nella calda estate. I frutteti si spogliano offrendoci i loro doni. Fra i cespugli, nei castagneti e
nelle abetaie spuntano i funghi. Si raccolgono pere, mele, cachi, noci, nocciole, castagne. Il bosco è una
meraviglia, perchè le foglie cambiano colore: ve ne sono di gialle, di rossastre, di brune, di dorate. Il vento
le porta via, la pioggia le fa marcire, ma anche così le foglie saranno ancora utili, perchè decomponendosi
renderanno più fertile il terreno. Il bosco è deserto e silenzioso, ma nelle vigne si odono i canti dei
vendemmiatori: questi staccano i grappoli maturi dai tralci e riempiono ceste e bigonce. A novembre sarà
pronto il nuovo vino.

Le rondini lasciano le nostre regioni per migrare verso i paesi più caldi: ma in primavera le rondini
ritorneranno, ripareranno i nidi rotti e ne costruiranno di nuovi sotto le grondaie. Lo scoiattolo, la formica, il
tasso e la talpa sanno che in inverno non potranno procurarsi il cibo e approfittano dell’autunno per
completare le provviste. La marmotta, il pipistrello, il riccio, il ghiro, l’orso si riparano nelle loro tane e,
prima che giunga l’inverno, cadono in letargo.

Si ritorna a scuola dopo le liete vacanze: per i bambini è tempo di rimettersi al lavoro con gioia.

Esternamente il bosco non sembra cambiato, eppure aleggia tra le piante qualcosa come se ogni essere
fosse teso nell’attesa di una sciagura. Il verde delle foglie comincia ad attenuarsi e si rivelano quei colori che
erano stati sempre nascosti dalla verde clorofilla. Il manto degli alberi si fa bruno, giallo, rossastro; ogni
foglia si prepara a cadere. Alla base del suo stelo si forma una parete di separazione e basterà un leggero
soffio di vento o una goccia di pioggia a farla precipitare. Dalla fine di ottobre il suolo comincerà a
tappezzarsi d’oro. E sul tappeto di foglie lavoreranno i microscopici animali che trasformeranno le foglie in
nutrimento della terra.

Il cielo in autunno può essere: nebbioso, nuvoloso, grigio, cupo, livido, fuligginoso, piovoso, celeste,
burrascoso, caliginoso, tetro, buio, oscuro, tempestoso.

Elenco della frutta d’autunno: noci, mele, pere, castagne, arance, mandarini, limoni, fichi, mandorle,
nespole, nocciole, uva.

Elenco degli ortaggi d’autunno: piselli, fagioli, cavolfiori, carote, sedano, prezzemolo, rape, cavoli, cicoria,
lattughe, fave, ceci, spinaci, indivia.
Le rondini partono. Le hai viste per l’ultima volta in un pomeriggio nuvoloso, appoggiate tutte in fila sui cavi
della corrente elettrica. Lanciavano qualche raro richiamo alle compagne lontane. Sembravano tristi. Di
tanto in tanto si ravvivavano col becco il nero mantello lucente, come per prepararsi al lungo viaggio. Poi
sono partite. QUasi obbedendo a un richiamo misterioso, sono partite in stormi verso le lontane terre
d’Africa. D’inverno non troverebbero più cibo da noi. Perciò ogni anno, in autunno, affrontano venti
contrari e tempeste, attraverso il mare con volo lungo e faticoso, per raggiungere le terre calde del sud,
dove nell’aria brulicano ancora gli insetti. Con esse partono anche altri uccelli migratori: le cicogne, le
anatre, le gru. Torneranno in primavera, con i mandorli in fiore.

Per le ultime notti il tasso esce per procurarsi il cibo. Presto verrà il freddo, e il nostro amico si ritirerà nella
tana ben pulita e foderata di erba secca e là, al calduccio, si addormenterà e passerà in letargo tutto
l’inverno. Durante l’estate si è nutrito di talpe e di serpenti; ha saccheggiato nidi di pernici e nidiate di
leprotti; ha divorato favi di miele rubati alle api- Ora, però, preferisce cibi vegetali e mangia voracemente
tutto ciò che il bosco, il frutteto e l’orto gli offrono. Sotto la pelle ha accumulato molto grasso. Durante il
sonno invernale questo a poco a poco si consumerà, e a primavera il tasso uscirà di nuovo magro e
affamato.

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