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Io Speriamo Che Me La Cavo
Io Speriamo Che Me La Cavo
Prefazione
Quanti temi avrò letto nei miei dieci e più anni come maestro elementare
in un sobborgo napoletano? Non lo so, ne ho perso il conto. Ma non il
ricordo perché ordinati o disordinati, tristi, giocosi e persino polemici, tutti
mi hanno sempre detto e a volte dato qualcosa. Tanto che alcuni li ho
conservati e ora ho voluto raccoglierne una sessantina tra i più ameni e
sorprendenti. Credo che valga la pena di conoscerli. Colorati, vitalissimi,
spesso prodigiosamente sgrammaticati e scoppiettanti di humour
involontario, di primo acchito possono far pensare a una travolgente
antologia di «perle». Ma, per chi sa guardare, sotto c'è qualcosa di diverso
e di più. Una saggezza e una rassegnazione antica, un'allegria scanzonata e
struggente nel suo candore sottoproletario, una cronaca quotidiana ilare e
spietata che sfocia in uno spaccato inquietante delie condizioni del nostro
Sud. Qualcosa che invita a pensare e che difficilmente un serioso tomo di
sociologia potrebbe darci con tanta immediatezza. I temi, come dicevo,
non sono molti. E c'è un perché. Napoli è una città che induce anche
troppo facilmente all'oleografia e a un certo «eduardismo», e trasformare
ogni bambino povero in uno sciuscià o in un Gavroche è un gioco che può
allettare. Così ho fatto il possibile per non cadere nella trappola scartando,
sia pure con rammarico, i componimenti che si prestavano a queste
interpretazioni e tagliando draconianamente i brani che mi parevano
«sospetti». Invece sono intervenuto solo molto raramente per sbrogliare
qualche frase che, in versione originale, sarebbe apparsa a dir poco
ermetica. E in ogni caso non ho agito mai sul contenuto, per mantenere
intatta la freschezza, l'originalità e, diciamolo pure, la profondità del
messaggio che scaturisce da queste piccole, straordinarie menti di bimbi.
Marcello D'Orta
Vi racconto un sogno
Io non mi ricordo se sogno tutte le notti, però mi ricordo che: quando
faccio brutti sogni mi sogno la scuola oppure che cado dalla montagna del
Se fossi miliardario...
Se fossi miliardario non farei come Berlusconi, che si tiene tutto per sé e
non dà niente a nessuno e fa solo i filmi sporchi. Lui ai poveri non li pensa.