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Institut Klorane
Coordinamento redazionale
Maria Villani
Progetto grafico
Cristina Marini
il potere delle piante, il potere dei bambini.
insieme per un’aria che respira
Vividaria
I protagonisti
Rivolto agli studenti della scuola primaria italiana, il progetto di educazione am-
bientale Vividaria è promosso dall’Institut Klorane (www.institut-klorane.org) una
fondazione d’impresa senza fini di lucro creata dai Laboratoires Klorane nel 1994 e dalla
Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali (www.federparchi.it, www.parks.it). Il pro-
getto nasce nel 2007 e ha previsto corsi di aggiornamento per insegnanti, tutoraggi sul campo e
on line, concorsi nazionali e, inoltre, il coinvolgimento di farmacisti in qualità di esperti. Sul sito
www.vividaria.it si può ripercorrere la storia del progetto, conoscerne i protagonisti, accedere ai do-
cumenti e agli elaborati prodotti dalle scuole e consultare il ricco patrimonio di materiale didattico
messo a disposizione di insegnanti e alunni. Alla voce materiali del sito, infatti, è possibile visio-
nare e scaricare le schede di lavoro relative alle attività didattiche che gli insegnanti possono svol-
gere con la classe con la collaborazione di competenze esperte esterne come quelle del farmacista.
L’obiettivo
L’obiettivo centrale del progetto è quello di sensibilizzare ed educare i giovanissimi ai problemi
ambientali, soprattutto a quelli inerenti al clima, all’emissione di CO2 e ai rapporti che questi
aspetti hanno con la biodiversità degli ecosistemi della Terra, con particolare riguardo alla “di-
versità amica” delle piante. La fisiologia stessa delle piante, la loro importanza centrale sulla re-
golazione del clima e delle reti trofiche ha suggerito un approccio iniziale riservato soprattutto
all’attività fotosintetica e, quindi, alle capacità di regolare l’equilibrio di CO2 e di O2 nell’atmosfera.
La soluzione più immediata per contrastare l’aumento crescente dell’emissioni di CO2 che rischia
di compromettere l’equilibrio climatico, e non solo quello, del nostro pianeta è, in linea teorica,
di un’estrema semplicità. Basterebbe conservare in buona salute, o meglio ancora, potenziare,
tutti i sistemi vegetali capaci di fissare il carbonio attraverso la fotosintesi, bloccando la defore-
stazione, aumentando il rimboschimento, salvaguardando la quantità di alghe fotosintetiche delle
acque marine.
La quarta edizione
La fase più recente del progetto affronta il tema centrale della biodiverstità sotto un’angolazione
che è stata definita “la biodiversità che unisce”. Se è vero, infatti, che, soprattutto in passato, il
mosaico di piante che provvedevano alle necessità fondamentali dell’uomo aveva soprattutto un
carattere locale, oggi tutte le parti del mondo attingono allo stesso grande serbatoio di biodiver-
sità. La farmacia, con la varietà e la molteplicità di prodotti che ospita, rappresenta molto bene
il “crocevia” dove si incontrano le piante e i principi attivi vegetali che sono il risultato, in nazioni
anche lontane, della selezione operata dalla natura e dell’uomo, e il farmacista può assumere il
ruolo della guida esperta che aiuta a capire e ad orientarsi.
Prendendo poi in esame il nostro paese, la biodiversità che “unisce” tutta l’Italia (e questo verbo
ci sembra particolarmente incisivo nell’anno in cui celebriamo anche un’unità storica e politica)
risulterà, una volta esaminata nelle varie regioni, una sintesi di tante diversità locali. È per questo
motivo che il progetto invita al gemellaggio tra scuole, perché si attuino scambi capillari su que-
gli aspetti della cultura locale legati al patrimonio vegetale del proprio territorio. L’importante è
che i ragazzi imparino a esaminare con interesse e curiosità il “diverso” sotto qualunque aspetto
4 si presenti, e siano pronti non a una pura e semplice assimilazione rispetto ai modelli tradizio-
nali, ma ad una effettiva integrazione che arricchirà le abitudini e la cultura preesistente.
Le precedenti edizioni del Progetto Vividaria
I problemi climatici e ambientali collegati con l’aumento di CO2 per cause antropiche, e i tentativi
di regolamentazione internazionali delle emissione proposte dal protocollo di Kyoto, hanno costi-
tuito il filo conduttore di numerose attività didattiche ed educative. Esse miravano, in una prima
fase del progetto, a portare il problema a conoscenza dei ragazzi e, in seguito, a renderli con-
sapevoli della necessità di un cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti
individuali e collettivi come contributi indispensabili alla soluzione dei problemi
ambientali.
In un seconda fase del progetto le attività proposte sono state indirizzate verso
una conoscenza più approfondita del mondo vegetale, e del ruolo delle piante
come compagne partecipi della vita dell’uomo sul piano dell’alimentazione, della
storia, della tradizione, del mantenimento della salute. Tutto ciò non poteva che
essere strettamente collegato con la biodiversità, e con il rischio che essa sia
danneggiata o diminuisca a causa di interventi umani sconsiderati.
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il farmacista
e il suo ruolo nel progetto
Obiettivi
Fra gli obiettivi che si desidera raggiungere con la parte-
cipazione di un farmacista all’attività di classe, il più
semplice da realizzare, ma anche il più importante, è
quello di stabilire un rapporto con i ragazzi in un am-
biente diverso da quello in cui il farmacista esercita la
sua attività professionale, collegata, necessariamente,
all’esistenza di qualche malanno, piccolo o grande
che sia.
Se, con la sua preparazione in campo professio-
nale e scientifico e con l’assistenza pratica e i
chiarimenti su qualche semplice esperimento da svolgere
in classe, il farmacista si farà conoscere ed apprezzare dai ragazzi, è
probabile che si crei un saldo rapporto di confidenza, che può continuare
anche al di fuori della scuola.
I materiali
Per quanto riguarda specificamente gli interventi previsti in classe per il far-
macista, ricordiamo che le schede farmacista hanno lo stesso titolo delle at-
tività didattiche proposte nelle schede del progetto (www.vividaria.it).
Nell’ambito di queste schede sono stati scelti gli aspetti ritenuti più adatti a
una proficua collaborazione fra farmacista, insegnanti e studenti, senza escludere,
ovviamente, altri possibili temi da concordare in sede di programmazione didattica.
Il valore aggiunto
Gli interventi del farmacista in classe potrebbero avere, oltre all’ovvio ampliamento
delle conoscenza degli studenti, anche un altro risultato positivo. “Andare in farma-
cia” non sarà più una “cosa da grandi” ma arriverà a rappresentare, per i ragazzi, una
esperienza positiva.
E chissà che il rapporto di simpatia e fiducia con un adulto competente non possa por-
6 tare, in un futuro, alla richiesta di un consiglio anche in una situazione un po’ delicata.
scheda Farmacista
ricette in erba
Prove pratiche di preparazione di infusi, decotti & co.
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Ricette in erba
prove pratiche di preparazione
di infusi, decotti & Co.
Materiale occorrente
Un bel mazzetto di rosmarino e di salvia, qualche rosa
(meglio se coltivata biologicamente), un vasetto di miele,
uno o più thermos contenenti acqua calda, 5-6 barattoli
grandi di vetro, 5-6 colini da tè; una decina di quadrati di
garza, 5-6 dischetti di carta da filtro e altrettanti imbuti, una
C o sa fa r e
N.B. Prima di cominciare il lavoro in
OBIETTIVI classe è necessaria qualche avvertenza
preliminare:
i bambini
alla fine dell’attività
saranno in grado di: 1. Le materie prime da utilizzare (ra-
metti di rosmarino, foglie di salvia o di
à manuali menta, petali di rosa) devono essere
• Sviluppare le capacit
pulite e prive di polvere o muffe.
are alcune tecniche
• Apprendere e utilizz
specifiche 2. Dal momento che, per alcuni pro-
e le istruzioni fornite da cedimenti, è necessario usare acqua
• Seguire con precision
una ricetta molto calda, è opportuno non solo
portare un thermos (per non accen-
dere il fuoco in aula) ma anche assi-
stere i ragazzi mentre la versano.
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Per evitare che i ragazzi, mentre aspettano il tempo ne-
Considerazioni cessario per l’infusione, si annoino e facciano confu-
sione, suggerite loro di cercare sul dizionario il significato
finali di termini come infusione, decotto, filtrazione, macera-
zione, impiastro, e di annotare le definizioni su un fo-
Fate riflettere i ragazzi sul fatto che glio di lavoro.
le tecniche “magiche” di cui si sono
serviti per secoli stregoni ed erbo- Una volta trascorso il tempo per l’infusione, i ragazzi pas-
risti (decotti, infusi e così via) sono seranno alla fase di filtrazione. Il procedimento può es-
ancora usate comunemente. sere realizzato in vari modi: utilizzando semplicemente
Anche la macerazione apparente- un colino (come si fa abitualmente per il tè o per le ti-
mente meno comune è, in realtà sane in foglia) oppure facendo un sacchetto con qual-
molto diffusa. Basti pensare a molti che quadrato di garza o, infine, usando un apposito
prodotti alimentari conservati dischetto fatto di carta da filtro. Il dischetto deve essere
sott’olio: in alcune regioni italiane, pieghettato, inumidito con dell’acqua e disposto sulla
ad esempio, il peperoncino pic- superficie interna di un imbuto. Si fa colare lentamente
cante viene messo sott’olio in la…”pozione” preparata e…il filtro è pronto!
modo che il suo principio attivo, la
capsicina, entri in soluzione; l’olio
verrà poi usato, in piccole quantità,
per dare un gusto particolarmente
… vivace alle vivande.
Si possono trovare altri esempi di
macerati in campo alimentare? (Si
pensi, fra gli altri ai liquori conte-
nenti frutta).
Incoraggiate i ragazzi a fare una
piccola inchiesta presso gli anziani
(e soprattutto le anziane!) della fa-
miglia o del quartiere, per scoprire
se conoscono e mettono in pratica
dei modi di utilizzare erbe, piante
o fiori per risolvere piccoli problemi
di salute o di bellezza (infuso di ca-
momilla freddo per occhi arrossati,
“ maschere di bellezza” fatte con
fragole schiacciate e così via).
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Ricette
in erba
SCHEDA ALUNNO
Pe r un g inoc ch io co nt us o
Preparare un infuso con 5g di rametti di rosmarino in 100 ml. di
acqua. Lasciar raffreddare e filtrare. Con il liquido filtrato si
potranno fare impacchi sulla parte dolorante.
M i e l e ro s a t o p e r l a b b r a
s cr e p o lat e d a l fr ed d o
Mettere in infusione per 15 minuti 4g di petali di rosa
(preferibilmente rose rosse coltivate biologicamente)
in una quantità di acqua bollente sufficiente a ricoprirle.
Lasciare raffreddare e macerare il tutto per 24 ore.
Filtrare operando una leggera spremitura e
aggiungere al liquido ottenuto 5g di miele per ogni grammo di filtrato.
Lasciare riposare e mescolare bene.
Tenere in frigorifero fra un’applicazione e l’altra.
Il ruolo del farmacista nella realizzazione didattica di questa scheda è, in un certo senso, quello
“classico” che affonda le sue radici in epoche molto lontane. Si tratta di prendere atto di un pic-
colo malanno, di quelli per cui, spesso, non si fa ricorso al medico, di saper ascoltare paziente-
mente e di dare, se si ritiene opportuno, un consiglio utile.
Oggi come ieri esiste tutta un’area di disturbi che viene curata con una gamma altrettanto vasta
di rimedi casalinghi, tramandati soprattutto dalla componente femminile delle famiglie, secondo
la migliore tradizione medioevale delle donne raccoglitrici di erbe e curatrici. Probabilmente que-
sta area si è ampliata attualmente con la presenza di tate e babysitter provenienti da paesi lon-
tani, che portano con sé un bagaglio tradizionale diverso ma altrettanto collaudato.
Si può cominciare con una specie di intervista agli studenti fatta, magari, con
l’aiuto della scheda “A casa mia si fa così”. Gli inconvenienti più comuni,
(piccole bruciature, mal di orecchi, mal di pancia, lividi e contusioni) po-
tranno essere scritti in colonna alla lavagna accanto al rimedio casalingo ri-
tenuto utile. In un secondo tempo il farmacista potrà esaminare l’elenco e
commentarlo, cominciando dalle cure che ritiene più o meno “accettabili”,
per passare poi alle altre. Le erbe, o comunque, i componenti di origine ve-
getale faranno sicuramente la parte del leone. A proposito di rimedi do-
mestici, può essere interessante, fra gli altri aspetti, chiedere come ci si
possano procurare, ai giorni nostri, le materie prime, quali sono le pre-
cauzioni da prendere se si raccolgono in natura (lontano dal ciglio di
strade frequentate, da luoghi a rischio di inquinamento ecc.) e come
conservarle in modo da evitare le muffe o la polvere. Una semplice
precauzione, ad esempio, può essere quella di appendere i maz-
zetti di erbe aromatiche “a testa in giù” ovvero per i gambi.
12 Ma questi sono soltanto alcuni esempi. Non mancheranno certamente, nell’esperienza di vita e
di lavoro di un farmacista altri esempi capaci di interessare e, possibilmente, di divertire i ragazzi.
A casa mia
si fa così
Vecchi rimedi casalinghi spesso
hanno un fondamento scientifico
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE Fogli di carta, penna, lavagna, gessi, libri sulle erbe
medicinali e/o postazione internet.
C o sa fa r e
Chiedete alla classe se, ultimamente, qual-
OBIETTIVI cuno si è fatto una piccola bruciatura o una
escoriazione o ha avuto altri piccoli fastidi che
i bambini
alla fine dell’attività sono stati curati con un rimedio “fatto in
saranno in grado di: casa”, non comprato in farmacia.
• Conosci uno più modi per alleviare un malanno o per disinfettare, a base di piante?
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Per ogni rimedio chiedere:
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scheda Farmacista
L’intervista impossibile
L’incontro con un farmacista permette di rievocare la storia della sua professione
Le notizie che proponiamo sotto forma di risposte “all’intervista impossibile” potranno essere utili al
farmacista per mettersi nei panni di un suo collega ed antenato speziale. Ciò non toglie, natural-
mente, che possano essere arricchite a piacere per adattarsi alle conoscenze e alle esperienze locali,
nonché al livello scolastico, alla preparazione e alla capacità di ascolto dell’uditorio. Su questo punto
sarà preziosa la collaborazione dell’insegnante.
16 Si mescolavano al miele. Dopo i contatti con l’Oriente e nel periodo posteriore alle crociate, si
usava anche lo zucchero grezzo.
Quali strumenti utilizzavate per preparare i medicinali?
Sono diversi da quelli di oggi?
Sui banconi erano disposti in ordine, quasi in “una catena di montaggio”, ampolle, storte, tor-
chi, mortai con pestelli, lastrine di marmo bianco con spatole, alambicchi, flaconi di reagenti e
di liquidi di varia natura. Non bisogna dimenticare, poi, la presenza costante di un forno, per es-
siccare, e l’indispensabile bilancia a bracci uguali.
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Quale autonomia avevate nel proporre le medicine?
Gli speziali non potevano vendere oppiacei o veleni senza una
prescrizione medica, dovevano produrre i farmaci all’interno
della loro bottega, raccogliere personalmente le erbe medicinali,
produrre pillole, sciroppi e unguenti in piena autonomia
Erano generalmente in subordine ai medici, che preparavano
e vendevano a loro volta medicine, di solito solo quelle con-
tenenti i principi attivi più tossici.
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L’INTERVISTA
IMPOSSIBILE
L’incontro con un farmacista permette
di rievocare la storia della sua professione
Collaborazione necessaria: Un farmacista
Materiale occorrente
SCHEDA INSEGNANTE Chiedete al farmacista di portare con sé se è possibile
piccoli strumenti antichi e moderni come un mortaio, i
filtri ecc.
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CONSIDERAZIONI
FINALI
Al termine dell’intervista fate in Descrivete a grandi linee il ruolo dello speziale e del
modo che ogni bambino dica cosa farmacista e poi invitate i bambini a stilare una serie di
gli è rimasto maggiormente im- domande da porre all’uno e all’altro per saperne di più
presso di quanto è emerso dall’in- o per chiarire punti poco chiari.
tervista e chiedetegli di scriverlo su
un foglio. Fategli aggiungere sotto
Quando avete fatto gli elenchi confrontateli con quelli
due disegni che rappresentino la
della tabella 1 e 2 e, se è il caso, integrateli. Numerate
propria idea della bottega dello spe-
ziale e la riproduzione della farma- le domande e attribuitene una a ogni bambino diverso,
cia che conoscono meglio. spiegando che devono porle in ordine.
Invitate i bambini a guardarsi atten-
tamente intorno la prossima volta
che accompagnano un adulto in far-
macia e lanciate una sfida.
Devono individuare:
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L’INTERVISTA
IMPOSSIBILE
SCHEDA ALUNNO
Tabella 1
Le domande per l’intervista impossibile
allo speziale
● Cosa vuol dire speziale?
● In quale periodo viene usato per la prima volta questo termine?
● C’erano speziali donne?
● Era necessario fare studi particolari?
● Eravate vestiti in modo particolare?
● Prima degli speziali, come venivano chiamate le persone che
procuravano i medicinali?
● In che forma venivano date le medicine?
(tisane, pomate, polveri, compresse?)
● Cosa aggiungevate ai principi attivi per farne pomate o com-
presse?
● Come rendevate dolci i medicinali se si rendeva necessario?
●Quali strumenti utilizzavate per preparare i medicinali?
Sono diversi da quelli di oggi?
● Come venivano conservate le medicine? I contenitori
avevano nomi particolari?
● La bottega era contraddistinta da un’insegna particolare?
● Che tipo di rapporto avevate con il medico?
● Quale autonomia avevate nel proporre le medicine?
● Oltre le medicine cosa vendevate?
● Vendevate anche qualche cibo salutare così come
adesso si vendono alcuni prodotti alimentari in farmacia?
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Tabella 2
Le domande per l’intervista possibile
al FARMACISTA
● Quando compare la professione del farmacista?
● È necessario fare studi particolari per diventare farmacista?
Se sì quali?
● Perché portate un camice?
● Quale è il vostro simbolo?
● Che significato ha?
● Perché fuori dalle farmacie c’è una croce verde?
● Quale autonomia avete nel consigliare i medicinali?
● Vi capita ancora di preparare dei medicinali?
Se sì, fra gli ingredienti ci sono elementi derivati dalle piante?
● Sono ancora molte le medicine o i rimedi cosmetici che
utilizzano principi derivanti dal mondo vegetale?
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scheda Farmacista
il mondo in farmacia
La farmacia è il crocevia della biodiversità vegetale
La farmacia può rivelarsi il luogo adatto per illustrare adeguatamente la ricchezza dei principi ve-
getali provenienti dalle piante di tutto il mondo, e il farmacista può assumere il ruolo di guida in
una vera giungla di prodotti di origine vegetale di ogni tipo. L’attività suggerita in questa scheda
prevede che la classe faccia una “ricerca sul campo” spostandosi in farmacia, dove la presenza
di molti ragazzi può creare qualche problema logistico. Sarà utile, quindi, un incontro prelimi-
nare in classe con il farmacista per organizzare, insieme all’insegnante, dei piccoli gruppi di la-
voro in grado di muoversi autonomamente, dopo aver ricevuto le dovute istruzioni e i necessari
chiarimenti. Prima di uscire dalla classe bisogna, infatti, spiegare agli alunni quali sono i farmaci
e, in generale, i prodotti contenenti i principi vegetali attivi, nonché il significato del termine fi-
tofiliera, ovvero di quella serie di attività che, a partire dalla coltivazione della pianta interessata
per arrivare all’estrazione e alla commercializzazione del suo principio attivo, permettono di in-
dividuare la tracciabilità del prodotto. Per rendere più chiaro il concetto, il farmacista potrebbe il-
lustrare la differenza rispetto a un farmaco di sintesi, senza dimenticare di accennare al fatto che
molti di questi medicinali (aspirina, chinino o altro) hanno “copiato” le molecole vegetali attive.
Per i ragazzi, inoltre, potrebbe essere interessante sapere perché si può eventualmente preferite
un prodotto proveniente da una determinata fitofiliera rispetto ad uno sintetico. Chiarite, inoltre,
che per motivi di sicurezza le confezioni di prodotti più in vista e facilmente accessibili non ap-
partengono a farmaci veri e propri (può trattarsi, infatti, di prodotti per il benessere, di caramelle
alle erbe aromatiche per la tosse, di lozioni per allontanare gli insetti o lenire le punture e così
via). Provate a chiedere ai ragazzi quali caratteri distintivi esterni potrebbero essere d’aiuto per
riconoscere un prodotto proveniente da una fitofiliera (immagini presenti sulla confezione, op-
pure nomi “evocativi” che alludono alla loro natura ecc.) e cercate di definire insieme un me-
todo per “scovarne” il maggior numero possibile. Usate come esempio alcuni prodotti ben noti
per stabilire una linea da seguire per l’individuazione.
Nel leggere la composizione e le caratteristiche scritte sull’esterno delle confezioni, o (se il far-
macista lo ritiene opportuno) sui foglietti illustrativi al loro interno, i ragazzi incontreranno certa-
mente termini particolarmente difficili. Aiutateli a sceglierne uno o al massimo due che
definiscono meglio le caratteristiche curative del prodotto (ad esempio lenitivo, antipiretico,
colagogo, ecc.) e costruite, insieme all’insegnante e ai ragazzi, un glossario spe-
cifico. Se lo ritenete opportuno, fate annotare anche il nome del principio
vegetale attivo e quello della parte della pianta (fiore, seme, foglia o radice)
in cui esso si trova (vedi anche scheda “Fiori e foglie attacca e stacca”). Fra i ter-
mini particolarmente difficili comparirà certamente il nome scientifico della
pianta utilizzata, che di solito è riportato in latino e non è necessariamente simile
al nome comune con cui è conosciuta.
Quando tutte le attività suggerite saranno state svolte, la classe avrà certamente
una visione articolata della grande varietà delle piante contenenti principi attivi
che, provenendo da paesi geograficamente diversi, trovano sugli scaffali della far-
macia il loro punto d’incontro. 23
IL MOndo
in farmacia 1
La farmacia è un luogo di raccolta
della biodiversità vegetale
Materiale occorrente
Carta e penna, dizionario, allegati, manuali di riconosci-
SCHEDA INSEGNANTE mento per piante medicinali o accesso a internet, oppure
un repertorio di immagini scientifiche di piante e fiori.
COSA FARE
Sugli scaffali delle farmacie, si trovano spesso in bella
mostra linee di prodotti cosmetici per i capelli, per il
OBIETTIVI corpo, per l’igiene dei denti, per il benessere nel senso
più ampio del termine (integratori alimentari, alimenti
i bambini
alla fine dell’attività probiotici, depuratori dell’organismo, regolatori del-
saranno in grado di: l’attività intestinale). Non mancano, inoltre, anche veri
cia di e propri prodotti curativi e medicinali a base di erbe.
ente presenza in farma
• Constatare la consist Ma quante delle piante che sono alla base di questi
ncipi attivi di origine
prodotti contenenti pri
elli che non li hanno progetti sono nostre “connazionali”? E quante, in-
vegetale accanto a qu
vece, testimoniano con la loro presenza in numerosi
en o du e pia nte europee utilizzate
• Nominare alm prodotti di ogni genere l’entità degli scambi com-
medicinali
in prodotti cosmetici o merciali con paesi geograficamente assai lontani? In
uti lizz ate
e piante esotiche un certo senso, la farmacia, che ospita fianco a
• Nominare almeno du
inali fianco i più vari prodotti, si configura come il punto
ai fini cosmetici o medic
lla d’incontro di quella parte della biodiversità vegetale
del carattere globale de
• Prendere coscienza mondiale che contribuisce a migliorare la nostra sa-
biodiversità vegetale lute. L’aspetto degli scambi commerciali internazio-
nali può, inoltre, offrire l’opportunità di alcune
interessanti considerazioni di tipo storico.
Nell’“antichità” (termine assai generico di cui sarà bene definire, invece, di
volta in volta i momenti salienti), esistevano già notevoli scambi fra paesi geogra-
ficamente lontani, anche se non riguardavano certamente i contadini e gli abitanti
dei piccoli centri, che conoscevano e controllavano solo le coltivazioni locali (in
compenso, però, essi sapevano tutto sulle parti utilizzabili delle piante, sul mo-
mento migliore per la raccolta e così via). Non dimentichiamo, però, ad esempio,
che le imprese guerresche di Alessando Magno portarono in Occidente una spezia im-
portante come lo zenzero, oppure che dobbiamo ai successi militari di Lucullo, in epoca
romana, l’introduzione delle prelibate ciliegie. Anche nel Medio Evo, che troppo
spesso viene considerato a torto un periodo “buio” e, per così dire, “spento”, ferve-
vano, invece, i traffici, per terra e per mare delle carovane dei mercanti. Al di là del
remunerativo e ben noto commercio delle spezie, ricordiamo, che i Crociati ri-
portarono dalla Terra Santa piante come l’aromatico arancio amaro e che, a metà circa
del 1200, i soldati francesi che morivano per le fetide esalazioni della città di Tunisi, trovarono
sollievo alle loro sofferenze, in un liquore profumato con l’essenza dei chiodi di garofano.
Invitate gli studenti a individuare i prodotti a base vegetale presenti in farmacia (con il permesso, si
24 intende, del farmacista) utilizzando semplici criteri concordati precedentemente: disegno o descri-
zione della pianta sul contenitore, nome “evocativo”, ecc. Chiedete di prenderne nota su un quaderno.
Considerazioni
finali
Fate riflettere i ragazzi sugli aspetti
storici del progresso delle scienze (in
particolare della Chimica) che hanno
Con l’aiuto di un insegnante o di un esperto (ad esem- accompagnato lo sviluppo dei farmaci
pio un farmacista) i ragazzi ricaveranno dalla lettura di sintesi. Ricordate ancora una volta
della descrizione all’esterno del prodotto (o, se il far- che, spesso, le molecole realizzate in
macista lo consente, dalla consultazione del foglio illu- laboratorio copiano quelle naturali,
strativo posto all’interno) un termine, o al massimo ampliandone l’efficacia ed eliminando
due, che esprima meglio le sue caratteristiche funzio- qualche effetto collaterale (vedi scheda
nali, ad esempio aggettivi come lenitivo, tonico, antin- alunno “L’amaro che guarisce”).
fiammatorio, colagogo ecc. e lo scriveranno accanto al Favorite un dibattito ponendo le
nome del prodotto in questione. seguenti domande.
Una volta ritornati in classe, i ragazzi compileranno due • In quali settori della farmacia si
elenchi dei prodotti a base vegetale “scovati”: in uno trova la maggiore quantità di
compariranno piante italiane ed europee, nell’altro prodotti a base vegetale?
quelle esotiche. Fate scrivere accanto ad ogni pianta il • Per quale motivo un numero
suo nome scientifico, il nome comune, e, se lo cono- sempre crescente di persone si
scono, anche il nome dialettale con cui sono note le rivolge ai prodotti naturali?
piante locali. Prendendo poi in considerazione l’elenco • Ci sono solo ragioni di natura
degli aggettivi che descrivono le proprietà di ogni pro- pratica (la facile accessibilità, il
dotto, fatene cercare il significato, con l’aiuto di un vo- fatto che di solito non ci sia
bisogno di prescrizione medica)
cabolario o di un esperto, in modo da definire un
o ci sono anche ragioni di altro
glossario specifico, che potrà essere utile anche in altre
genere?
circostanze.
Per saperne di più su alcune delle piante incontrate in Invitate i ragazzi a riflettere sull’in-
fluenza che il progresso della commer-
farmacia potete leggere in classe gli allegati della
cializzazione e dei mezzi di trasporto ha
scheda alunno “L’amaro che guarisce”.
avuto sulla biodiversità vegetale com-
Il momento conclusivo di questa attività potrà consistere
plessiva ponendo alcune domande.
nella ricerca di immagini delle singole piante, finalizzate
• L’esportazione di specie vegetali
non a un risultato estetico ma ad una raffigurazione
prelevate dal loro luogo di origine
schematica di tipo scientifico. Nella legenda acclusa ai
deve essere valutata
disegni i ragazzi potranno aggiungere anche alcuni par-
positivamente?
ticolari, ad esempio la parte della pianta che fornisce il
• Che effetto può avere sulla
principio attivo, nonché l’aggettivo scelto in precedenza
diversità il mantenimento delle
che ne identifica meglio le qualità. tradizioni locali (in campo
Una raccolta di questi disegni potrà essere di valido medico e cosmetico)?
aiuto anche per un’attività da svolgersi • In quale altri campi è possibile
successivamente e precisamente per l’allestimento di vedere riunito un vasto
un erbario (relativo, naturalmente, alle piante che i ra-
gazzi possono raccogliere o vedere nel loro territorio).
campionario di biodiversità
mondiale?
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Il MONDO IN
FARMACIA 1
SCHEDA ALUNNO
L’amaro che guarisce
Nella seconda metà del XVII secolo, si diffuse in Europa la storia di una bellissima spa-
gnola, la contessa di Chincòn: colpita dalle febbri malariche mentre si trovava a Lima, in
Perù, la dama sarebbe stata curata con una amarissima ma efficace medicina estratta,
dalla corteccia di un albero della foresta pluviale andina, che era chiamata, nella lingua in-
digena, “quina quina” o, più semplicemente, “quinquina”. La contessa, guarita, avrebbe poi
diffuso il prezioso rimedio in Europa. In seguito si scoprì che questa sostanza oltre ad avere
un potere terapeutico sulle febbri malariche ha anche proprietà stimolanti della circolazione
superficiale della pelle in particolare quella del cuoio capelluto. La storia del chinino (che in
effetti fu portato per la prima volta a Roma dai gesuiti) non corrisponde alle vicende reali
della vita della Contessa, ma ispirò, tuttavia, a Linneo il nome scientifico di Cinchona,
dato all’albero della China. Verso la metà del 1800, la domanda di chinino era in rapida
crescita, per la presenza diffusa della malaria in tutto il mondo, ma il ritmo di abbatti-
mento degli alberi di China delle foreste sudamericane era così alto, da far temere una loro
possibile estinzione. Le nazioni come l’Olanda e l’Inghilterra, che avevano colonie in tutto
il mondo, cominciarono quindi a porsi il problema (in parte umanitario, ma in parte
ancora maggiore economico) di trapiantare gli alberi di China in altri paesi dal
clima adatto, come ad esempio l’India, che era una colonia inglese. Trasportare le
piante dal loro habitat naturale verso l’India o l’Estremo Oriente diventò, quindi,
una vera e propria sfida. Dall’Inghilterra partirono contemporaneamente verso il
Sudamerica diverse spedizioni, così da garantire il successo di almeno una di
esse, nonché la necessaria rapidità di azione prima (così fu scritto testualmente)
“che si risvegliasse la meschina gelosia delle popolazioni delle repubbliche sudame-
ricane”. Per la verità, le obiezioni dei governi locali ci sembrano oggi più che giu-
stificate, anche se dobbiamo dire che, di fatto, l’operazione di “asporto” delle
piantine di Cinchona non era illegale, giacché non esisteva nessuna legge che
la impedisse (il governo dell’Ecuador si affrettò a farla, anche se troppo tardi, ap-
pena si rese conto della situazione). Il resoconto dell’unica spedizione inglese che
ebbe successo non ha niente da invidiare ad un romanzo di avventura. Per prelevare e
trasportare i semi e le giovani piantine di Cinchona fu necessario navigare lungo fiumi im-
petuosi e andare a dorso d’asino per impervi sentieri di alta montagna, curandole costan-
temente e proteggendole in apposite cassette di vetro. Alla fine, le piantine riuscirono a
superare anche il viaggio per mare fino all’Inghilterra, per poi proseguire verso l’India, lungo
un percorso che comportava cambiamenti di clima e numerosi carichi e scarichi in vari
porti. Le cure e le attenzioni dei botanici e dei giardinieri inglesi permisero, tuttavia, a 463
piantine di albero della China di arrivare in India. Solo cinque anni più tardi le pianta-
gioni indiane ospitavano ben 244.000 esemplari di Cinchona: il problema del fabbisogno
mondiale di chinino era così avviato verso una soluzione positiva.
26 fa risalire il suo nome al medico greco Peone, che usò il succo di una pianta fino a quel mo-
mento senza nome, per curare il piede del dio Plutone, ferito da Ercole. Il fiore in seguito prese
il nome dal medico che l’aveva usato per primo. In Estremo Oriente, e soprattutto in Cina,
la peonia, invece, era nota anticamente soprattutto per la sua bellezza, apprezzata al
punto che un singolo fiore perfetto poteva raggiungere il prezzo di cento pezze di seta.
Malgrado questo aspetto frivolo, anche i cinesi, però, apprezzavano i principi curativi
della pianta contenuti soprattutto nelle radici. Del resto anche in Europa, in epoca me-
dioevale se ne metteva un pezzetto al collo dei bambini per proteggerli dai disturbi ner-
vosi (ma pensate davvero che si trattasse di una pratica efficace?). La tradizione
medicinale cinese, più realisticamente, la prescriveva nel trattamento delle malattie feb-
brili e come farmaco antinfiammatorio, soprattutto per le malattie della pelle in generale
e del cuoio capelluto in particolare. In Cina la peonia fiorisce a maggio, ma l’intera pianta
è raccolta in autunno. Le radici essiccate al sole e lavate, vengono poi inviate ai labora-
tori farmaceutici per l’estrazione dei principi attivi.
Il papiro, un pianta
...che cita se stessa.
Non è facile trovare una pianta che ...parli di sé stessa, ma è quello che avviene, invece,
per il papiro, le cui fibre, come è noto, furono sfruttate in Egitto per farne un particolare
tipo di “carta” su cui scrivere. Il rotolo più antico che esista, il famoso papiro di Ebers, da-
tato a più di 6.000 anni fa, cita fra le altre piante contenenti principi cosmetici e medi-
camentosi, anche il papiro, dai cui tubercoli (posti sulle radici), si estraeva un latte
cosmetico da mettere sui capelli. Già a quell’epoca le dame egiziane ne apprezzavano le
qualità nutrienti e, soprattutto, liscianti, sui capelli crespi, secchi e difficili da pettinare.
Originaria dell’Africa Orientale, la pianta del papiro è stata portata dagli Arabi in Eu-
ropa e, in particolare, in Sicilia, dove ancora oggi si possono trovare alcuni esempi spon-
tanei, su terreni sabbiosi e umidi. Oltre ad avere le qualità dermatologiche già citate, le
foglie di papiro vengono anche usate tradizionalmente per calmare il mal di testa; la
pianta, inoltre, è anche commestibile e può servire per preparare delle bevande.
Il piretro, un crisantemo
che uccide gli insetti.
Fra i tanti prodotti di origine vegetale utilizzati dall’uomo, c’è anche il piretro, conte-
nuto nei fiori di alcuni tipi di crisantemo. Le molecole che lo compongono hanno una
buona capacità insetticida e essendo biodegradabili, (sono demolite in particolare dai
raggi ultravioletti) non si accumulano nell’ambiente. Il piretro, conosciuto anche come
“polvere persiana” perché noto ai Persiani e ai Cinesi già qualche secolo fa, è arri-
vato nel 1700 in Europa, dove l’inevitabile presenza di parassiti del corpo e
dei vestiti, dovuta alle scarse condizioni igieniche, lo rendeva pre-
zioso. Questa polvere vegetale, cosparsa sul corpo e sugli abiti,
dava infatti, buoni risultati disinfestanti. Ancora durante la Se-
conda Guerra Mondiale, i soldati americani impegnati sul fronte
del Pacifico ricevevano in dotazione un sacchetto dell’utilissima
polvere, proveniente dalle piantagioni delle Filippine, per combat-
tere i parassiti che li divoravano. Quando le coltivazioni che da-
vano il piretro caddero nelle mani dei giapponesi, gli americani
dovettero mettersi alla ricerca di una soluzione alternativa. Nel
frattempo, nel corso di uno studio sulle possibili sostanze in-
setticida, uno studioso svizzero si era imbattuto in un com-
posto che era stato scoperto più di un secolo prima, ma non
aveva trovato, fino a quel momento, una valida utilizza-
zione. La molecola di sintesi, che si rivelò capace, agendo per
contatto, di superare la dura corazza degli insetti, aveva un com-
plesso nome chimico, ma fu ben presto nota come DDT. La sua capa-
cità di risolvere il problema dei parassiti era indubbia ma altre sue
caratteristiche, come, ad esempio, la scarsa biodegradabilità, si rivelarono
ben presto molto pericolose per l’ambiente.
Ma questa è un’altra storia! 27
il mondo
in farmacia 2
La conoscenza di una fitofiliera aiuta
il consumatore a fare una scelta consapevole
Materiale occorrente
Elenco delle piante officinali europee ed extraeuropee in al-
legato nel manuale insegnanti, scheda alunno de “Il mondo
SCHEDA INSEGNANTE in farmacia”, accesso a internet, depliant di case farmaceu-
tiche o altri depliant reperibili in farmacia, cartoncini,
fogli di acetato, infuso di tè, o caffé forte.
Cosa fare
Una visione più completa delle piante come protagoni-
OBIETTIVI ste di un processo globale di utilizzazione e di commer-
cializzazione può passare anche attraverso la
i bambini
alla fine dell’attività conoscenza delle fasi delle fitofiliere che portano al pro-
saranno in grado di: dotto che troviamo in farmacia.
era
icato del termine fitofili
• Comprendere il signif fitofili era La prima parte del procedimento riguarda soprattutto
varie fasi di una
• Sapere identificare le l’esplorazione a tutto campo della biodiversità mon-
teristiche
e distinguerne le carat diale e la ricerca delle piante di cui si sa (o si presume)
della vastità delle
• Prendere coscienza che contengono principi attivi utili all’uomo. Questa
i e della loro
risorse vegetali mondial prima fase deve essere accompagnata da una buona
ica
localizzazione geograf conoscenza delle caratteristiche dell’ecosistema delle
lla necessità di un
• Essere consapevoli de
patibile nei confronti piante e in generale della loro ecologia. Particolar-
comportamento ecocom mente preziosa, quindi, si è rivelata e si rivela tuttora
le
della biodiversità globa l’antica sapienza degli sciamani e dei “curanderos”
tem atica
• Realizzare una carta (guaritori) dei paesi dell’area amazzonica che, in
molti casi collaborano direttamente con gli studiosi
impegnati nei laboratori di ricerca delle industrie farmaceutiche e cosmetiche.
La seconda parte della filiera riguarda invece l’estrazione e l’elaborazione dei principi at-
tivi vegetali, che vengono effettuate attraverso il procedimento industriale adatto. In tutti
i momenti della fitofiliera, comunque, è indispensabile adottare un’etica comportamen-
tale corretta. Il rischio fondamentale, per quanto riguarda le piante esotiche, è, infatti,
quello di “depredare” il patrimonio vegetale di molte popolazione indigene, soprattutto
del Sud America che vivono tuttora quasi esclusivamente dei prodotti spontanei locali. La
forma più ecocompatibile di utilizzazione di queste piante consiste nella loro coltivazione
in loco in terreni idonei acquistati o affittati a questo scopo, in modo da evitare che la
popolazione di piante spontanee possa essere impoverita o, perfino, scomparire, come
purtroppo è già accaduto. Anche in Europa esistono varie distese di campi coltivati per
scopi cosmetici e gastronomici: lavanda in Provenza, gelsomino e bergamotto nel
sud della Calabria, rose in Bulgaria e perfino ortica nei paesi dell'Est. Nella fasi finali della filiera,
che si svolgono nei paesi tecnologicamente avanzati, è ugualmente necessaria l’adozione di un
comportamento responsabile, rispettoso degli standard di sicurezza ambientale, soprattutto per
28 quanto riguarda i prodotti chimici utilizzati nell’estrazione e nella depurazione delle sostanze prime.
Chiedete ai ragazzi di riesaminare l’elenco delle piante officinali europee ed extra europee che
hanno preparato nel corso dell’attività “Il mondo in far-
macia” e di riepilogare per ognuna di esse le caratteri-
stiche più importanti. Se non avete svolto questa attività
potete limitarvi ad utilizzare le schede in allegato ag-
giungendovi altre notizie tratte da varie fonti.
Vividaria presenta: