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Capitolo 4
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esplicita o normale, e si indica con
y ′ = F (x, y) (4.1)
y : (a, b) → R, (a, b) ⊆ R
tali che
y ′′ = F (x, y, y ′ ) (4.2)
y : (a, b) → R, (a, b) ⊆ R
tali che
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Data l’equazione differenziale del primo ordine (4.1) e dato un punto di A
di coordinate (x0 , y0 ), si chiama problema di Cauchy relativo all’equazione
(4.1), al punto x0 e al valore iniziale y0
(
y ′ = F (x, y)
y(x0 ) = y0
′′ ′
y = F (x, y, y )
y(x0 ) = y0
′
y (x0 ) = y0′
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4.2 Equazioni differenziali a variabili se-
parabili
Date due funzioni X : (a, b) → R, Y : (c, d) → R, si dice equazione diffe-
renziale a variabili separabili l’equazione differenziale del primo ordine in cui
F (x, y) = X(x)Y (y), ovvero la seguente:
y : (α, β) → R
tali che
(i) y è derivabile in (α, β);
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2. Ricerca delle soluzioni di seconda categoria
Utilizzeremo il metodo di separazione delle variabili. Sia y(x)
una soluzione di (4.3) che non assume nessuno dei valori h ∈ H; detto
(α, β) (sarà determinato, come vedremo, in un secondo momento) il
suo intervallo di definizione, si ha dunque y : (α, β) → R \ H, cioè
Y (y(x)) ̸= 0, ∀x ∈ (α, β).
Quindi, grazie alla (iii) si ha
y ′ (x)
= X(x), ∀x ∈ (α, β) (4.4)
Y (y(x))
Indichiamo con (σ, ρ) l’immagine di y(x). In tale intervallo risulta
certamente Y (y) ̸= 0 e pertanto la funzione Y1 è ben definita in (σ, ρ)
ed è ivi continua. Sia ora A una primitiva di X in (α, β) e sia B una
primitiva di Y1 in (σ, ρ). Dalla (4.4) segue che le funzioni A(x) e B(y(x))
hanno la stessa derivata, quindi esiste una costante k tale che
B(y(x)) = A(x) + k, ∀x ∈ (α, β) (4.5)
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Esempio 1 Consideriamo l’equazione differenziale
y′ = y2.
y ′ (x)
= 1, ∀x ∈ (α, β)
(y(x))2
1
pertanto esiste una costante k tale che − y(x) = x + k, e da qui segue
1
y(x) = − , ∀x ∈ (α, β).
x+k
D’altra parte, comunque si assegni una costante k la funzione y(x) =
1
− x+k è definita per x ̸= −k e da una verifica diretta si prova che essa
è soluzione sia in (α, β) =] − ∞, −k[ sia in (α, β) =] − k, +∞[
lim y(x) = h
x→α
lim y(x) = h
x→β
con h ∈ H.
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Esempio 2 Risolviamo l’equazione differenziale
p
y ′ = |y|.
p
Si ha X(x) = 1, Y (y) = |y| quindi H = {0} da cui segue che l’unica solu-
zione di prima categoria è la funzione identicamente nulla in ] − ∞, +∞[. Sia
y una soluzione non nulla (di seconda categoria), si ha allora, nell’intervallo
(α, β) in cui è definita
y ′ (x)
p
|y(x)|
p
Se y(x) > 0 ∀x ∈ (α, β) ne segue 2 y(x) = x + k. In (α, β) deve essere
2
x + k > 0 quindi (α, β) ⊆] − k, +∞[ e in tale intervallo y(x) = x+k 2
.
Se y(x) < 0 ∀x ∈ (α, β) si ottiene, in modo analogo, (α, β) ⊆] − ∞, −k[ e
2
y(x) = − x+k2
. Effettuando la verifica, si conclude che, per ogni k ∈ R, le
2 2
funzioni y(x) = x+k 2
(x ∈] − k, +∞[) e y(x) = − x+k 2
(x ∈] − ∞, −k[)
sono soluzioni di seconda categoria. Calcolando il limite di tali funzioni al
tendere di x a −k si conclude che le seguenti funzioni
(
x+k 2
2
se x > −k
z(x) =
0 se x ≤ −k
e
( 2
− x+k 2
se x < −k
z(x) =
0 se x ≥ −k
sono soluzioni della terza categoria.
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si dice lineare (1 ).
Essa è il problema di determinare funzioni reali definite in un intervallo I ⊆
(α, β), derivabili e tali che si abbia,
y ′ = −a(x)y. (4.8)
che chiameremo equazione omogenea associata alla (4.7)
Osserviamo che essa è a variabili separabili. Risolvendola, dunque, come
visto nel paragrafo precedente, osserviamo che H = {0} quindi l’equazione
ammette la soluzione identicamente nulla. Indicata con A una primitiva
della funzione a in (α, β), le soluzioni della seconda categoria si ottengono
mediante il metodo di separazione delle variabili:
y ′ (x)
= −a(x) ∀x ∈ (α, β)
y(x)
⇒ log |y(x)| = −A(x) + c
⇒ |y(x)| = ke−A(x) , (k > 0).
Ne segue che tutte le soluzioni della seconda categoria sono del tipo y(x) =
ke−A(x) (k ̸= 0). Dato che una simile funzione non tende mai a zero al tendere
di x ad un punto c, non ci sono soluzioni della terza categoria, dunque tutte
e sole le soluzioni della (4.8) sono le funzioni
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essendo, ricordiamo, A una primitiva di a.
da cui
k ′ (x) = f (x)eA(x) , ∀x ∈ (α, β)
e quindi la funzione k viene dunque determinata in quanto primitiva del-
la funzione f (x)eA(x) . In questo modo abbiamo determinato un integrale
particolare ȳ della (4.7). Stabiliamo ora dei risultati che consentiranno di
determinare tutte le soluzioni dell’equazione (4.7).
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Dimostrazione
Anche in questo caso, posto w = y − z, la funzione w è derivabile in (α, β)
e si ha
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omogenea. Accanto alla (4.10) si suole prendere in considerazione la cosid-
detta omogenea associata, avente i suoi stessi coefficienti e il termine noto
nullo:
Si hanno inoltre i seguenti risultati, simili a quelli visti nel caso delle equazioni
del primo ordine:
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Si ha infine il seguente risultato, che tratta il caso particolare in cui il termine
noto dell’equazione è una funzione a valori complessi:
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Dimostrazione
Si ha W (x) = y1 (x)y2′ (x) − y2 (x)y1′ (x) quindi
si ottiene facilmente che
W ′ (x) = a1 (x) − y1 (x)y2′ (x) + y2 (x)y1′ (x) = −a1 (x)W (x)
dunque W (x) è soluzione dell’equazione differenziale y ′ + a1 (x)y = 0 le cui
soluzioni sono (cfr. paragrafo 4.3) del tipo y(x) = ke−A(x) , con A primitiva
di a1 , quindi sono identicamente nulle (per k = 0) o sempre diverse da zero.
Diamo adesso la seguente
Dimostrazione
Fissiamo ad arbitrio x0 ∈ (α, β) e consideriamo i seguenti due problemi
di Cauchy:
′′ ′
y + a1 (x)y + a2 (x)y = 0
y(x0 ) = 1
′
y (x0 ) = 0
′′ ′
y + a1 (x)y + a2 (x)y = 0
y(x0 ) = 0
′
y (x0 ) = 1
Per il teorema di esistenza e unicità, ciascuno di questi problemi ammette
un’unica soluzione, siano esse, rispettivamente, y1 e y2 . Il loro wronskiano,
calcolato in x0 , è
1 0
W (x0 ) = =1
0 1
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dalla Definizione 1 e dalla Proposizione 3 segue che y1 e y2 sono indipendenti.
Dimostrazione
Che una combinazione lineare di soluzioni sia una soluzione è già stato
affermato dalla Proposizione 3. Proviamo il viceversa. Sia ȳ una soluzione
della (4.11), scelto ad arbitrio x0 ∈ (α, β) consideriamo il problema di Cauchy
′′ ′
y + a1 (x)y + a2 (x)y = 0
y(x0 ) = ȳ(x0 ) (4.12)
′
y (x0 ) = ȳ ′ (x0 )
del quale la funzione ȳ è evidentemente una soluzione. Dato, inoltre, che le
soluzioni sono indipendenti, il sistema lineare di due equazioni nelle incognite
k1 , k2
(
k1 y1 (x0 ) + k2 y2 (x0 ) = ȳ(x0 )
k1 y1′ (x0 ) + k2 y2′ (x0 ) = ȳ ′ (x0 )
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Osservazione 2 Ricordiamo ora che due elementi v1 , v2 dello spazio vet-
toriale R2 si dicono linearmente indipendenti se l’unica loro combinazione
lineare k1 v1 + k2 v2 nulla è quella in cui k1 = k2 = 0. Si può provare che le
soluzioni y1 , y2 della (4.11) sono indipendenti se e solo se sono linearmente
indipendenti. Dal Teorema 5 segue che lo spazio vettoriale delle soluzioni ha
dimensione 2.
y ′′ + a1 y ′ + a2 y = 0. (4.13)
eαx (α2 + a1 α + a2 ) = 0
quindi la funzione y è soluzione della (4.13) se e solo se il numero α è soluzione
dell’equazione algebrica
α 2 + a1 α + a2 = 0 (4.14)
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detta equazione caratteristica della (4.13). Risolvendo tale equazione, si tro-
veranno soluzioni reali o una coppia di soluzioni immaginarie coniugate. Si
può dimostrare che dalla risoluzione dell’equazione caratteristica si ottengono
due soluzioni per l’equazione differenziale, precisamente:
eα1 x , eα2 x
• se α è una soluzione reale doppia della (4.14), essa dà luogo alle seguenti
due soluzioni della (4.13)
eαx , xeαx
α2 + aα + b = 0
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ii) ∆ = 0. L’equazione caratteristica ha una soluzione reale α di moltepli-
cità 2. Le soluzioni dell’equazione differenziale sono allora eαx , xeαx e
si ha
W (x) = e2αx ̸= 0
W (x) = γe2βx ̸= 0
y ′′ + 2y ′ − 3y = 0.
y ′′ − 4y ′ + 4y = 0.
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3. Consideriamo l’equazione differenziale
y ′′ + 2y ′ + 3y = 0.
y ′′ − y ′ = x2 ex .
α2 − α = 0
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ammette le soluzioni α = 1 e α = 0 quindi l’integrale generale dell’e-
quazione omogenea associata è
y(x) = k1 ex + k2 .
1
y(x) = k1 ex + k2 + x3 − x2 + 2x.
3
2. Consideriamo l’equazione differenziale
y ′′ − y ′ = e2x .
y(x) = k1 ex + k2 .
21
1
y(x) = k1 ex + k2 + e2x .
2
3. Consideriamo l’equazione differenziale
y ′′ − y ′ = 2x + 1.
y(x) = k1 ex + k2 .
Per determinare un integrale particolare dell’equazione completa, os-
serviamo che h = 0 è soluzione semplice dell’equazione caratteristica
(quindi s = 1) e m = 1, quindi si cerca una funzione del tipo
2a − 2ax − b = 2x + 1
y(x) = k1 ex + k2 − x − 3.
y ′′ − 4y ′ + 4y = e2x (x + 2).
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Per determinare un integrale particolare dell’equazione completa, os-
serviamo che h = 2 è soluzione doppia dell’equazione caratteristica
(quindi s = 2) e m = 1, quindi si cerca una funzione del tipo
6ax + 2b = x + 2
1
y(x) = e2x (k1 + k2 x + x3 + x2 ).
6
e quindi
y ′′ + y = 2x cos x. (4.16)
Per ricondurci alla situazione prevista in (4.15), si tiene conto del fatto
che cos x è la parte reale di eix e si procede nel seguente modo: si
considera l’equazione
y ′′ + y = 2xeix (4.17)
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4, la parte reale di ȳ. (Se invece di 2x cos x il termine noto fosse stato
2x sin x, la soluzione della (4.16) sarebbe stata la parte immaginaria di
ȳ.)
Procediamo, dunque, nella risoluzione della (4.17). L’equazione carat-
teristica α2 + 1 = 0 ammette le soluzioni α = ±i quindi l’integrale
generale dell’equazione omogenea associata è
da cui a = − 21 i, b = 12 .
Si ha dunque
1 1
ȳ(x) = − ix2 + x (cos x + i sin x)
2 2
la cui parte reale è
1 2 1
x sin x + x cos x.
2 2
Ne segue che l’integrale generale dell’equazione data è
1 1
y(x) = k1 cos x + k2 sin x + x2 sin x + x cos x.
2 2
6. Consideriamo l’equazione differenziale
y ′′ + y = (x + 4) sin 2x.
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Procedendo come nel caso precedente, determiniamo prima di tutto un
integrale particolare dell’equazione differenziale
y ′′ + y = (x + 4)e2ix
da cui a = − 31 , b = − 43 − 94 i. Si ha dunque
1 4 4
ȳ(x) = − x− − i (cos 2x + i sin 2x)
3 3 9
la cui parte immaginaria è
1 4 4
− x − sin 2x − x cos 2x.
3 3 9
Ne segue che l’integrale generale dell’equazione data è
1 4 4
y(x) = k1 cos x + k2 sin x − x − sin 2x − x cos 2x
3 3 9
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y(x) = k1 ex + k2 e−3x ,
occorre quindi determinare le costanti k1 e k2 in modo da soddisfare i
valori iniziali richiesti. Si ha y ′ (x) = k1 ex − 3k2 e−3x , imponendo i valori
iniziali si deve risolvere il sistema
(
k1 e + k2 e−3 = 0
k1 e − 3k2 e−3 = 1
1 4
che ammette l’unica soluzione k1 = 4e , k2 = − e3 , dunque il problema
di Cauchy ammette l’unica soluzione
ex 3e−3x
y(x) = − 4 .
4e e
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