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Come il passato prossimo, l’imperfetto esprime azioni o eventi accaduti
NEL PASSATO. Tuttavia l’imperfetto coglie aspetti diversi:
I. Aspetto abituale. Il verbo all’imperfetto esprime UN’AZIONE O UN
EVENTO CHE SI RIPETEVANO abitualmente nel passato:
questi sono sentiti come “vaghi” nel tempo, nel senso che NON
SONO PRECISATI NEL LORO INIZIO, FINE O DURATA.
Spesso il verbo è accompagnato da espressioni di tempo come
“tutti i giorni”, “d’abitudine”, “ogni estate”, “sempre”, “di solito”,
ecc.
1. Andavo a trovarlo all’ospedale ogni giorno.
2. D’estate andavamo sempre al mare.
3. Da giovane facevo molto sport.
4. Adesso non fumo, ma prima fumavo moltissimo.
II. Aspetto descrittivo. Il verbo all’imperfetto è usato per
DESCRIVERE un oggetto o una persona, oppure uno stato di
cose, un sentimento, una condizone, ecc. È particolarmente
frequente all’inizio dei racconti, cronache giornalistiche, favole,
ecc. per descrivere la situazione di “background”, cioè di sfondo.
1. L’uomo era alto e magro e aveva un folta barba.
2. C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso...
3. Durante la guerra il pane era razionato: si mangiava poco.
4. Mio nonno faceva il falegname [carpenter] ed era molto bravo nel
suo lavoro.
III. Aspetto continuativo. Il verbo all’imperfetto coglie l’azione o
l’evento al passato nella continuità ininterrotta del suo
svolgimento, lasciando vaghi e imprecisati l’inizio e la fine.
Spesso questo imperfetto funziona da “background”, cioè da
sfondo, a un’azione “puntuale” espressa da un passato prossimo.
1. Mentre camminavo, ho visto una macchina investire un cane.
2. Mentre stavamo cenando, è arrivato lo zio.
3. Quando hai telefonato, io stavo pranzando.
4. Quando sono uscita, pioveva.
IMPERFETTO
IRREGOLARI
FARE – IO FACEVO, DIRE- IO DICEVO, BERE- IO BEVEVO