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Ministero delle Infrastrutture

e dei Trasporti

Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Campania - Molise - Puglia - Basilicata

INTERVENTO DI MANUTENZIONE DEL TEATRO COMUNALE "VITTORIO


EMMANUELE" sito in BENEVENTO - art.1 comma 338 L.208/2015
COMMITTENTE:
Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche
Campania - Molise - Puglia - Basilicata
Sede Centrale di Napoli
Via Marchese Campodisola, 21 - 80133 Napoli

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

IMPRESA ESECUTRICE

PROGETTAZIONE ESECUTIVA

MANDATARIA MANDANTI

Promotec s.r.l. ARCH. FRANCO ZACCARO


Galleria Umberto I n.27
80132 Napoli (NA)
GEOLOGO GIUSEPPE FALZARANO

IL DIRETTORE DEI LAVORI

REVISIONI
RELAZIONI SPECIALISTICHE
n° DATA DESCRIZIONE

RELAZIONE IMPIANTO MECCANICO

TAVOLA N. SCALA DATA

B.RIMEC - 21/12/2018

Questo elaborato è di proprietà del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non può essere riprodotto, anche parzialmente, senza autorizzazione
PROGETTO ESECUTIVO PER L’INTERVENTO DI MANUTENZIONE DEL TEATRO
COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015

1 RIFERIMENTI DI LEGGE E DECRETI..................................................................... 2

a. GENERALI SICUREZZA IMPIANTI ..................................................................... 2

b. IMPIANTI MECCANICI ........................................................................................ 2

c. IMPIANTI MECCANICI – NORME TECNICHE PRINCIPALI ............................... 4

2 PREMESSA ............................................................................................................. 5

3 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO E CONDIZIONI AL CONTORNO .......................... 7

4 QUADRO DELLE PRINCIPALI DISPOSIZIONI NORMATIVE ................................. 9

5 SPECIFICA TECNICA DELLE CONDIZIONI CLIMATICHE DELL’EDIFICIO ......... 13

6 CALCOLO DEL FABBISOGNO TERMICO ............................................................ 17

a. CONDIZIONI TERMO-IGROMETRICHE ESTERNE ED INTERNE .................. 17

b. REQUISITO DELL’ARIA PRIMARIA.................................................................. 19

7 METODO DI CALCOLO ......................................................................................... 25

8 SOLUZIONE IMPIANTISTICA ................................................................................ 29

9 CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ............................. 30

a. CARATTERISTICHE DELLE PRESTAZIONI .................................................... 31

10 SPECIFICA DEI MATERILI E DELLE APPARECCHIATURE ................................ 39

a. CENTRALE TERMOFRIGO .............................................................................. 39

b. CARATTERISTICHE DELLE PRESTAZIONI .................................................... 41

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COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015

1 RIFERIMENTI DI LEGGE E DECRETI


a. GENERALI SICUREZZA IMPIANTI
1. Legge 186/68: “Disposizioni concernenti la produzione di materiali,
apparecchiature, macchinari, installazione e impianti elettrici ed elettronici”;
2. DM n. 37 del 22 gennaio 2008: “Regolamento concernente l’attuazione dell’art.
11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005,
recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
impianti all’interno degli edifici” (G.U. n. 61 del 12/03/2008)
3. D. Lgs 9 aprile 2008 n. 81:”Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto, n. 123 in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” (GU n. 101 del
30.04.2008 – Supplemento Ordinario n. 108)” e s.m.i D. Lgs. n. 106 del 3 agosto
2009: "Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.
81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro".
4. D.Lgs. 3 Agosto 2009, n° 106 “Disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza
nei luoghi di lavoro (Gazzetta Ufficiale 5 agosto 2009 N.142/L)”
5. D.L. n. 236 del 14 giugno 1989: “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire
l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale
pubblica sovvenzione e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle
barriere architettoniche”;
b. IMPIANTI MECCANICI
1. Legge N. 10, 9 Gennaio 1991 (Norme per l'attuazione del Piano energetico
nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di
sviluppo delle fonti rinnovabili di energia).
2. Circolare n. 219/F del 2 marzo 1992: “ Art. 19 della Legge 10/1991- chiarimenti”
3. Circolare n. 226/F del 3 marzo 1993: “ Art. 19 della Legge 10/1991- chiarimenti”
4. D.P.R. N. 412, 26 Agosto 1993 (Regolamento recante norme per la
progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici
degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4,
comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10).
5. D.M. 13 Dicembre 1993 (Approvazione dei modelli tipo per la compilazione della
relazione tecnica di cui all’art. 28 della legge 9 gennaio 1991 n. 10, attestante la
rispondenza alle prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico
degli edifici).

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6. D.P.R. N. 551, 21 Dicembre 1999 (Regolamento recante modifiche al decreto del


Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione,
installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del
contenimento dei consumi di energia)).
7. D.Lg. 19 agosto 2005, n. 192 (Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al
rendimento energetico nell’edilizia"
8. D.Lg. 29 dicembre 2006, n. 311 (Disposizioni correttive ed integrative al Decreto
Legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE,
relativa al rendimento energetico nell’edilizia)
9. Decreto 11 marzo 2008 (Attuazione dell’articolo 1, comma 24, lettera a) della
legge 24 dicembre 2007, n. 244, per la definizione dei valori limite di fabbisogno di
energia primaria annuo e di trasmittanza termica ai fini dell’applicazione dei commi
344 e 345 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
10. D.P.R. 2 aprile 2009 , n. 59 (Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1,
lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente
attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. (G.U. n.
132 del 10/6/2009 ))
11. Decreto 26 giugno 2009 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica
degli edifici. (09A07900) (GU n. 158 del 10-7-2009 )
12. Decreto 26 gennaio 2010 (Aggiornamento del decreto 11 marzo 2008 in materia
di riqualificazione energetica degli edifici).
13. D.Lg. 28 giugno 2011 (Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione
dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva
abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. (11G0067) (GU n. 71 del
28-3-2011 - Suppl. Ordinario n.81) note: Entrata in vigore del provvedimento:
29/03/2011
14. Decreto 22 novembre 2012: (Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante:
«Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici) (GU n. 290 del
13/12/2012 )
15. D.P.R. 16 aprile 2013, n. 74: Regolamento recante definizione dei criteri generali
in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli
impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la
preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4,
comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192.

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16. DECRETO 26 giugno 2015: Schemi e modalità di riferimento per la compilazione


della relazione tecnica di progetto ai fini dell'applicazione delle prescrizioni e dei
requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici. (15A05199) (GU Serie
Generale n.162 del 15-7-2015 - Suppl. Ordinario n. 39)
c. IMPIANTI MECCANICI – NORME TECNICHE PRINCIPALI
1. UNI 5364:1976 Impianti di riscaldamento ad acqua calda - Regole per la
presenta¬zione dell’offerta e per il collaudo.
2. UNI 7375 (Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento degli edifici).
3. UNI 10344 (Riscaldamento degli edifici. Calcolo del del fabbisogno di energia).
4. UNI 10345 (Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Trasmittanza termica dei
componenti finestrati).
5. UNI 10346 (Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Scambi di energia
termica tra terreno ed edificio – metodo di calcolo).
6. UNI 10347 (Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Energia termica
scambiata tra una tubazione e l’ambiente circostante – metodo di calcolo).
7. UNI 10348 (Riscaldamento degli edifici. Rendimento dei sistemi di riscaldamento –
metodo di calcolo).
8. UNI 10349 (Riscaldamento degli edifici. Dati climatici).
9. UNI 10351 (Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al
vapore).
10. UNI 10379 (Riscaldamento degli edifici. Fabbisogno energetico convenzionale
normalizzato – metodo di calcolo).
11. UNI 10339 (Impianti aeraulici al fine di benessere. Generalità, classificazione e
requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura).
12. UNI EN 13779: “Ventilazione degli edifici non residenziali – Requisiti di
prestazione per i sistemi di ventilazione e condizionamento”
13. UNI 10381-1 (Impianti aeraulici – Condotte – Classificazione, progettazione,
dimensionamento e posa in opera);
14. UNI 10381-2 (Impianti aeraulici – Componenti di condotte – Classificazione,
dimensioni e caratteristiche costruttive);
15. UNI - CTI 8852:1987 Impianti di climatizzazione invernali per gli edifici adibiti ad
attività industriale ed artigianale. Regole per l’ordinazione, l’offerta ed il collaudo.
16. UNI-CTI 10375:1995 Metodo di calcolo della temperatura interna estiva degli
ambienti (durante il periodo estivo in assenza di impianto di climatizzazione).

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17. UNI EN 410: 2000 Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche
lu¬minose e solari delle vetrate.
18. UNI EN 673: 2005 Vetro per edilizia – Determinazione della trasmittanza ter¬mica
– Metodo di calcolo.
19. UNI EN ISO 6946: 2007 - Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza
termi¬ca e trasmittanza termica - Metodi di calcolo.
20. UNI EN ISO 12572: 2006 Prestazione igrotermica dei materiali e dei prodotti per
edilizia – Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore d’acqua.
21. UNI EN ISO 13370: 2001 - Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di
calore attraverso il terreno - Metodi di calcolo.
22. UNI/TS 11300-1: 2014 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1:
Deter¬minazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la
climatizzazione estiva ed invernale .
23. UNI/TS 11300-2: 2014 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2:
Determi¬nazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la
climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
24. UNI/TS 11300-3: 2010 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3:
Determi¬nazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la
climatizzazione estiva.
25. UNI/TS 11300-4: 2012 “Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 4: Utilizzo di
energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale
e per la produzione di acqua calda sanitaria”
26. UNI/TS 11300-5 “Calcolo dell’energia primaria e della quota di energia da fonti
rinnovabili“
27. UNI/TS 11300-6 “Determinazione del fabbisogno di energia per ascensori, scale
mobili e marciapiedi mobili“
28. UNI EN 15193 - "Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per
illuminazione".
2 PREMESSA
Si è proceduto all’esecuzione di un dettagliato sopralluogo presso l'immobile oggetto
per la determinazione dello stato delle apparecchiature dal punto di vista funzionale e
costruttivo; i lavori di manutenzione hanno l'obbiettivo di riportare il teatro nelle
condizioni di sicurezza e funzionalità ovvero nello stato descritto dalla documentazione
tecnica e dalle certificazioni rilasciate per avere l'autorizzazione all'attività.

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La presente relazione descrive in particolare le scelte progettuali che saranno adottate


per la climatizzazione degli Uffici e del locali Camerini.
Allo stato di fatto la centrale termica al servizio degli Uffici e del locali Camerini
,denominata CT2, è costituita da una caldaia a basamento a gas metano con bruciatore
ad aria forzata di potenza nominale di 65kW e da una macchina termofrigo con
funzionamento esclusivamente elettrico ed assorbimento 25kW per la produzione
acqua refrigerata di 65kW: La centrale presenta un serbatoio inerziale adeguatamente
coibentato per ridurre la frequenza della attivazione della macchina frigorifera. Due
pompe di circolazione assicurano la portata del fluido al collettore di spillamento
presente nel locale tecnico. La CT2 è quindi in grado di fornire fluido termovettore caldo
per il riscaldamento nei periodi invernali e freddo per il raffrescamento. La scelta del tipo
di funzionamento “estivo” o “invernale” è effettuata in modo manuale dall'operatore
responsabile della manutenzione; infatti il sistema idraulico manca di valvole
motorizzate deviatrici. Il sistema di commutazione delle stagioni per l'elettronica di
regolazione viene effettuata sul relativo quadro con un semplice commutatore.
La centrale termica CT2 risulta in avaria in modo irreversibile e in più parti presenta
danni di natura meccanica causati anche dal lungo periodo di inattività senza
l'esecuzione di manutenzione prevista per lo stato di inattività; d'altronde non è
conveniente dal punto di vista tecnico ed economico riprodurre lo stesso schema
idronico. L'impianto idronico sarà sostituito da un sistema VRV (Variant Refrigerante
Volume) ad espansione diretta e la climatizzazione degli ambienti sarà realizzata con
nuovi terminali interni. Le UTA che assicura l'aria primaria agli uffici e all'area camerini
saranno anche esse del tipo a batteria ad espansione diretta. Il sistema VRV presenta
un’efficienza più alta di quella del sistema idronico con un risparmio dei consumi
energetici elettrici di circa il 25% ed una riduzione dei costi di manutenzione di circa il
60%. Il sistema non necessita di una regolazione esterna che può essere eseguita
localmente modificando la temperatura di setting a cui si desidera l'ambiente. Un
pannello centralizzato da installare all'interno del locale tecnico consentirà la
programmazione dei tempi di attivazione ed il passaggio in modo semplice delle
stagioni.
L'immobile TEATRO COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" “SEDE G. O. T.” oggetto
del presente intervento di manutenzione tecnico/funzionale, è destinato a Teatro, e la
parte oggetto è relativi agli Uffici ed ai locali Camerini.

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La presente relazione è redatta per la definizione dei requisiti e della specifiche tecniche
dell'impianto di climatizzazione utilizzando un sistema ad espansione diretta tipo VRV;
le portate dell'aria primaria e della infiltrazioni naturali per la determinazione del carico
termico relativo sono state calcolate in accordo alle Norme UNI EN 13779: “Ventilazione
degli edifici non residenziali – Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e
condizionamento" che si applica nella progettazione e nella realizzazione di impianti di
climatizzazione e di ventilazione per gli ambienti nei quali è prevista la presenza di
persone e che non siano ad uso residenziale. Per esplicita richiesta della Committenza,
il progetto esecutivo, nella presente versione di calcolo, non prevede l'impianto
meccanico dell'aria primaria.
Nella determinazione dei parametri di funzionamento e del relativo benessere delle
persone sono stati considerati quanto richiesto per gli ambienti di lavoro dal D. Lgs 9
aprile 2008 n. 81:”Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto, n. 123 in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”
3 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO E CONDIZIONI AL CONTORNO
L’immobile oggetto d’intervento, attualmente non utilizzato, è una struttura in muratura portante
con spessori delle murature che variano da circa 0,5 m a 1 m. Dal punto di vista spaziale –
architettonico si può suddividere in tre zone principali (cfr. elaborati grafici di rilievo):
- la zona destinata a foyer e uffici, che si sviluppa su due livelli fuori terra (di cui il secondo
livello ha una doppia altezza), oltre quello di copertura destinato a ospitare parte degli
impianti. L’altezza dell'impalcato di copertura è di circa 12,4 m;
- la zona destinata agli spettatori (platea e palchi) che si sviluppa su complessivi 6 livelli:
platea, I, II, III e IV ordine di palchi, camerini. L’altezza della quota di colmo del tetto a
falde che fa da copertura a tale zona è di circa 18,4 m;
- la zona destinata alle attività teatrali vere e proprie (palcoscenico e sottopalco). L’altezza
della quota di colmo del tetto a falde che fa da copertura al palco è di circa 22 m.
Per quanto concerne i connettivi, oltre all’ascensore, alla scala adiacente al palcoscenico e alla
coppia di scale in muratura che consente l’accesso ai vari ordini di palchi, è presente una
coppia di scale antincendio, con struttura di acciaio, solidali alla struttura in muratura del Teatro
e che dal piano terra giungono sino al terrazzo di copertura, smontando ai vari piani.
Dal punto di vista delle destinazioni funzionali, il complesso si compone dei seguenti ambienti:
 Platea (quota di calpestio variabile tra -0,68 m e -0,93 m). All'interno della platea sono
presenti, simmetricamente all'asse longitudinale della sala, n. 180 posti a sedere. Sempre
a tale livello sono posizionati due servizi igienici, di cui uno per disabili.
 Quattro ordini di palchi per gli spettatori. In particolare sono presenti 11 palchi per ogni
ordine, per un totale di 44 palchi. Considerando che ogni palco può ospitare fino a 4

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persone, il numero massimo di spettatori ospitabili dai palchi è di 176. In corrispondenza


di ciascun ordine sono poi posizionati due servizi igienici.
 Zona uffici posta in corrispondenza del II ordine, ma rialzata rispetto ai palchi di circa
70 cm. A tale zona si accede mediante una breve scalinata (di quattro gradini) che
smonta su un disimpegno centrale di circa 13 mq, il quale dà direttamente su 3 uffici:
- due uffici laterali, più piccoli, aventi una superficie di circa 35 mq e un’altezza netta
interna di circa 4,4 m. Si precisa che tale valore dell'altezza è misurato dal piano di
calpestio all'intradosso del solaio superiore, per cui senza considerare il controsoffitto
(danneggiato e sgangherato) che è presente esclusivamente proprio in questi due
uffici;
- il terzo ufficio, centrale, più ampio (pari a circa 85 mq) e prospiciente il corso
Garibaldi, privo di controsoffitto, ha una doppia altezza (la sua altezza netta interna
misura circa 7,1 m).
Ciascuno dei due uffici più piccoli ha accesso diretto su una delle due scale antincendio,
mentre l'ufficio più ampio comunica lateralmente con altri due locali, ciascuno di circa
12 mq e con un’altezza netta interna di circa 4,4 m (anche tali locali sono privi di
controsoffitto).
 Locali destinati a deposito posizionati a ridosso dei palchi del IV livello e collegati a raso
con il connettivo semi-anulare. Si tratta di cinque locali per una superficie complessiva
pari a circa100 mq.
 Zona camerini posizionata a quota 13,8 m e collocata al di sopra del IV ordine dei palchi,
lievemente rialzata rispetto al piano di calpestio della copertura che è a quota 12,4 m.
Tale zona è composta da un disimpegno centrale molto ampio (circa 90 mq) sul quale si
affacciano otto camerini (quattro per lato), due servizi igienici e un ampio locale di circa
47 mq che si sviluppa, in senso longitudinale, per l’intera lunghezza dei camerini verso
piazza Santa Sofia. Sul lato del terrazzo sono presenti, inoltre, sia due camerini più
grandi, ciascuno servito da un bagno, sia un locale macchine, ossia il locale di spillamento
con relativo sistema di protezione e termoregolazione. A tale livello si può accedere o
direttamente dalla rampa di raccordo con il terrazzo o mediante una scala adiacente al
palcoscenico.
 Palcoscenico che si estende su una superficie di circa 160 mq e presenta un’altezza
interna di circa 17 m. Esso offre su tre lati, sia a quota 11,5 m che a quota 14,3 m, dei
camminamenti per le attività di manutenzione e per la realizzazione di scenografie. Al di
sotto del palcoscenico è presente il sottopalco, accessibile mediante una scala posta sul
lato di piazza Santa Sofia. All’interno del sottopalco sono dislocati alcuni locali tecnici che
ospitano i quadri elettrici generali e una macchina UTA.

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 Terrazzo, che si estende su una superficie di circa 200 mq, è uno spazio scoperto,
protetto da un parapetto di sicurezza. Esso rappresenta la copertura piana della zona
destinata a uffici e depositi. Come detto, il piano di calpestio del terrazzo è posto a una
quota di circa 12,4 m, ed è realizzato con massetto delle pendenze irregolare e manto
impermeabilizzante usurato e danneggiato. Tale spazio ospita la centrale meccanica per
la produzione dei fluidi termovettori caldi e freddi per la climatizzazione del Teatro.
 Passaggio zona Santa Sofia (di seguito cunicolo o cavedio) è il passaggio in
corrispondenza della zona di piazza Santa Sofia. Largo circa 80 cm, costeggia la zona
laterale e posteriore del Teatro e, in tal modo, collega piazza Santa Sofia con via Verdi.
Il Teatro presenta alcune criticità che ne pregiudicano temporaneamente l’agibilità. In
particolare, l’immobile presenta varie carenze dovute all’usura e al decadimento prestazionale
delle finiture e degli impianti, in quanto il principale intervento di recupero è stato eseguito
25 anni fa.
4 QUADRO DELLE PRINCIPALI DISPOSIZIONI NORMATIVE
Il risparmio energetico ha assunto negli ultimi decenni un’importanza sempre crescente
ed ha costituito uno dei primari obiettivi di governi ed istituzioni, nazionali ed
internazionali, sia per la riduzione del consumo di combustibili, con conseguente
riduzione dei costi di approvvigionamento, sia per la riduzione delle emissioni in
atmosfera di sostanze inquinanti, primo fra tutti il biossido di carbonio (CO2), e quindi
con conseguenti benefici per l’ambiente.
Negli ultimi anni, inoltre, la riduzione della spesa pubblica è diventata un imperativo
ineludibile, e ciò ha aggiunto un’ ulteriore finalità alle iniziative in materia di risparmio
energetico, determinata dalla necessità per le pubbliche amministrazioni di ridurre i
costi sostenuti per la conduzione degli immobili da esse gestiti, costi in cui una voce
non trascurabile è rappresentata dalle forniture di energia e combustibili.
Numerose sono le disposizioni normative emanate sia a livello nazionale che
comunitario nel corso degli anni e finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prima
delineati.
In Italia le primissime disposizioni sul tema del risparmio energetico risalgono al 1976
con la legge 30 aprile 1976, n. 373 recante “Norme per il contenimento del consumo
energetico per usi termici negli edifici”. In tale norma venivano dettate le prime
disposizioni in merito alle caratteristiche di prestazione dei componenti degli impianti
termici, alla loro installazione, esercizio e manutenzione, nonché le caratteristiche di
isolamento termico degli edifici da costruire o da ristrutturare, nei quali fosse prevista
l'installazione di un impianto termico.

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Ma la legge più nota in materia di contenimento energetico è senz’altro la Legge 9


gennaio 1991, n.10 recante "Norme in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio
energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia". Tale norma, attualmente in
vigore pur con le modificazioni introdotte successivamente, abroga la legge 373/1976 e,
insieme ai due decreti di attuazione (DPR 412 del 1993 e il DPR 551 del 1999) ha
costituito uno dei principali punti di riferimento in questo campo, grazie soprattutto
all'avanguardia dei suoi contenuti, come la divisione del territorio in aree geografiche
con determinati periodi di esercizio e dati climatici. Essa inoltre introduce per la prima
volta l’impiego di fonti rinnovabili (sole, vento, acqua, risorse geotermiche, maree e
moto ondoso, la trasformazione dei rifiuti organici o di prodotti vegetali), quale ulteriore
strumento per conseguire gli obiettivi di contenimento energetico.
Dopo il "Protocollo di Kyoto”, ratificato nel 1997, con cui le nazioni partecipanti si
impegnarono a ridurre le emissioni di biossido di carbonio, l’Europa emanò la direttiva
comunitaria 2002/91/CE, che imponeva l'obbligo ai Paesi membri di sviluppare e
adottare una metodologia per il calcolo dei consumi energetici degli edifici.
In Italia la direttiva è stata recepita con il d.lgs. 192 del 19 agosto 2005: "Attuazione
della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia". Tale decreto
legislativo, integrato e modificato da vari provvedimenti successivi, ha come finalità la
promozione del “miglioramento della prestazione energetica degli edifici tenendo conto
delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima
degli ambienti interni e all'efficacia sotto il profilo dei costi”. Al d.lgs. 192/2005 hanno
fatto seguito il D.P.R. 2/04/2009, n. 59 recante “Regolamento di attuazione dell'articolo
4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente
attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia” e il decreto
del Ministero dello sviluppo economico 26/06/2009 con cui sono state pubblicate le
“Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”. Con tali norme, oltre
a definire la metodologia per la valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici,
vengono fissati i requisiti minimi richiesti sia agli edifici di nuova costruzione sia a quelli
oggetto di importanti ristrutturazioni.
Ai sensi dell’art. 117, comma 5 della Costituzione, le norme sopra indicate sono
applicate nelle ragioni fino all’entrata in vigore dei rispettivi regolamenti, che possono
prevedere metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici e requisiti
minimi di efficienza energetica più rigorosi di quelli stabiliti dalla norma nazionale.

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COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015

E’ da rilevare che le disposizioni del d.lgs. 192 del 19 agosto 2005 si applicano sia
all’edilizia pubblica che a quella privata e quindi investono direttamente le
amministrazioni pubbliche nelle loro qualità di gestori degli immobili ad esse assegnati.
Per gli edifici soggetti alle disposizioni di tutela di cui al decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 42, l’applicazione della norma prima citata è subordinata alla compatibilità con i
principi di conservazione e tutela del patrimonio culturale.
I comma 3 e 3-bis e 3-ter dell’art. 3 recitano infatti:
Art. 3 Ambito di intervento
…..
3. Sono escluse dall'applicazione del presente decreto le seguenti categorie di edifici:
a) gli edifici ricadenti nell'ambito della disciplina della parte seconda e dell'articolo 136,
comma 1, lettere b) e c), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il
codice dei beni culturali e del paesaggio, fatto salvo quanto disposto al comma 3-bis;
b)…
c)…
3-bis. Per gli edifici di cui al comma 3, lettera a), il presente decreto si applica
limitatamente alle disposizioni concernenti:
a) l'attestazione della prestazione energetica degli edifici, di cui all'articolo 6;
b) l'esercizio, la manutenzione e le ispezioni degli impianti tecnici, di cui all'articolo 7.
3-bis-1. Gli edifici di cui al comma 3, lettera a), sono esclusi dall'applicazione del
presente decreto ai sensi del comma 3-bis, solo nel caso in cui, previo giudizio
dell'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione ai sensi del codice di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il rispetto delle prescrizioni implichi
un'alterazione sostanziale del loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai
profili storici, artistici e paesaggistici.
Come si evince, non si tratta di un’esclusione “tout court” dall’ambito di applicazione:
infatti rimangono in ogni caso valide le disposizioni relative all’attestazione energetica
degli edifici ed ai controlli sugli impianti termici, mentre tutte le altre saranno oggetto di
valutazione del MiBACT, che, nell’esercizio istituzionale delle funzioni di tutela, dovrà
valutare caso per caso quali interventi siano realizzabili e quali invece siano in contrasto
con le esigenze di tutela e conservazione.
Le disposizioni in materia di risparmio energetico si sono infine arricchite negli ultimi
anni di una serie di norme finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo, individuato in

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sede comunitaria, di ricorrere alle fonti di energia rinnovabili in percentuali


gradualmente maggiori.
A tal proposito è fondamentale il D.lgs 03/03/2011, n. 28 che ha, fra le sue finalità, la
definizione de: “gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale,
finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020 in
materia di quota complessiva di 9

energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e di quota di energia da
fonti rinnovabili nei trasporti”.
Tale decreto legislativo, oltre ad individuare strumenti incentivanti, fornire disposizioni
sia di tipo tecnico, sia in ordine a procedimenti amministrativi, sancisce l' obbligo di
integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici
esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. Tuttavia, anche in questo caso tale
obbligatorietà fa salve le esigenze di tutela e conservazione degli edifici sottoposti alle
disposizioni del codice dei beni culturali, come disposto dall’art. 11, comma 2 del
suddetto decreto legislativo. (Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano agli
edifici di cui alla Parte seconda e all'articolo 136, comma 1, lettere b) e c), del codice
dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e
successive modificazioni, e a quelli specificamente individuati come tali negli strumenti
urbanistici, qualora il progettista evidenzi che il rispetto delle prescrizioni implica
un'alterazione incompatibile con il loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai
caratteri storici e artistici).
Le norme qui richiamate non esauriscono il complesso panorama normativo, in continua
evoluzione anche in considerazione del progresso tecnologico e dell’evoluzione delle
leggi del mercato (si veda, da ultimo il D. Lgs. 4-7-2014 n. 102- ”Attuazione della
direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e
2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE); qui si sono solo volute
ricostruire le tappe fondamentali di un percorso che, nell’arco di alcuni decenni, ha
segnato un’evoluzione tecnica, ma anche culturale, che apre la società e le istituzioni
sempre a nuovi scenari.
E’ d’obbligo infine citare, la norma UNI TS 11300, emanata dall’Ente Nazionale Italiana
d’Unificazione che costituisce il riferimento per l’applicazione a livello nazionale della
direttiva 2002/91/CE e che fornisce le indicazioni tecniche per la valutazione del

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fabbisogno di energia termica, dell’energia primaria degli edifici e l’utilizzo di energie


rinnovabili.
5 SPECIFICA TECNICA DELLE CONDIZIONI CLIMATICHE DELL’EDIFICIO
In conformità all'art.2 del DPR 412/1993 “Regolamento recante norme per la progettazione,
l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del
contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4 della legge 9 Gennaio 1991, n. 10″
come modificato dal DPR 551/1999 " Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente
della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e
manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia"
, il territorio nazionale veniva classificato in funzione del numero di gradi giorno (GG), intesi
come la somma (estesa su tutto il periodo annuale convenzionale di riscaldamento) delle
differenze positive giornaliere tra la temperatura ambiente (convenzionalmente fissata a 20°C) e
la temperatura media esterna giornaliera ricavata dalla UNI 10349. In funzione dei GG si
stabilisce che nel caso specifico, l'edificio in oggetto localizzato nel comune di Benevento (CS)
appartiene alla zona climatica
- Zona C: comuni che presentano un numero di GG maggiore di 900 e non superiore a
1.400
essendo che i Gradi Giorno valgono: 1.316
In conformità all'art.3 del DPR 412/1993, in base alla destinazione d'uso di ufficio, si classifica
con la seguente categoria:
- E.4 (1): Edifici adibiti ad attività ricreative o di culto e assimilabili, quali cinema e teatri,
sale di riunioni per congressi;
Le caratteristiche geografiche del Comune sono (Allegato A del DPR 412/1993):
Escursione
Altitudine Altitudine Altitudine Casa
Comune Altimetrica
Minima [m] Massima [m] Comunale [m]
[m]

Paola 83 499 135 416

In conformità all'art.4, comma 1 del DPR 412/1993, in funzione della classificazione, durante il
funzionamento dell'impianto di climatizzazione invernale, la media aritmetica della temperatura
dell'aria nei diversi ambienti non deve superare il seguente valore:
b) 20 °C + 2 °C di tolleranza per gli edifici rientranti nelle categorie diverse da E.8 (confermato
dall'art. 3, comma 1 del DPR 74/2013)
In conformità all'art.3, comma 2 del D del DPR 74/2013, durante il funzionamento dell'impianto
di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli
ambienti raffrescati di ciascuna unità immobiliare, non deve essere minore di 26 °C - 2 °C

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In conformità all'art. 4, comma 2 del DPR 74/2013, l'esercizio degli impianti termici per la
climatizzazione invernale è consentito con i seguenti limiti relativi al periodo annuale e alla
durata giornaliera di attivazione, articolata anche in due o più sezioni:
c) Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;
In conformità all'art. 4, comma 4 del DPR 74/2013 la durata giornaliera di attivazione degli
impianti (non ubicati nella zona F) è compresa tra le ore 5 e le ore 23 di ciascun giorno.
In relazione alle caratteristiche che devono soddisfare gli impianti, in conformità all'Allegato 1
del DM 26.06.2015, Art. 5.3.1,, comma 1 impianti di climatizzazione invernale, si applica quanto
previsto di seguito:
Fermo restando il rispetto dei requisiti minimi definiti dai regolamenti comunitari emanati ai
sensi della direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE, nel caso di nuova installazione di impianti
termici di climatizzazione invernale in edifici esistenti, o ristrutturazione dei medesimi impianti o
di sostituzione dei generatori di calore, compresi gli impianti a sistemi ibridi, si applica quanto
previsto di seguito:
a. calcolo dell’efficienza media stagionale dell’impianto termico di riscaldamento e verifica che
la stessa risulti superiore al valore limite calcolato utilizzando i valori delle efficienze fornite
in Appendice A per l’edificio di riferimento;
b. installazione di sistemi di regolazione per singolo ambiente o per singola unità immobiliare,
assistita da compensazione climatica;
c. omissis;
d. nel caso di sostituzione di generatori di calore, si intendono rispettate tutte le disposizioni
vigenti in tema di uso razionale dell’energia, incluse quelle di cui alla lettera a), qualora
coesistano le seguenti condizioni:
I. i nuovi generatori di calore a combustibile gassoso o liquido abbiano un rendimento
termico utile nominale non inferiore a quello indicato al paragrafo 1.3, comma 1,
dell’Appendice B.
II. le nuove pompe di calore elettriche o a gas abbiano un coefficiente di prestazione (COP
o GUE) non inferiore ai valori riportati al paragrafo 1.3, comma 2, dell’Appendice B;
III. nel caso di installazioni di generatori con potenza nominale del focolare maggiore del
valore preesistente di oltre il 10%, l’aumento di potenza sia motivato con la verifica
dimensionale dell’impianto di riscaldamento condotto secondo la norma UNI EN 12831;
IV. nel caso di installazione di generatori di calore in impianti a servizio di più unità
immobiliari, o di edifici adibiti a uso non residenziale siano presenti un sistema di
regolazione per singolo ambiente o per singola unità immobiliare, assistita da
compensazione climatica, e un sistema di contabilizzazione diretta o indiretta del calore
che permetta la ripartizione dei consumi per singola unità immobiliare;

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In conformità all'Allegato 1 del DM 26.06.2015, Art. 5.3.2,, comma 1 impianti di climatizzazione


estiva, si applica quanto previsto di seguito:
1. Fermo restando il rispetto dei requisiti minimi definiti dai regolamenti comunitari emanati ai
sensi della direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE, nel caso di nuova installazione di impianti
termici di climatizzazione estiva in edifici esistenti, o ristrutturazione dei medesimi impianti o di
sostituzione delle macchine frigorifere dei generatori, si applica quanto previsto di seguito:
a. calcolo dell’efficienza globale media stagionale dell’impianto di climatizzazione estiva e
verifica che la stessa risulti superiore al valore limite calcolato utilizzando i valori delle
efficienze fornite in Allegato A per l’edificio di riferimento;
b. installazione, ove tecnicamente possibile, di sistemi di regolazione per singolo ambiente e di
sistemi di contabilizzazione diretta o indiretta del calore che permetta la ripartizione dei
consumi per singola unità immobiliare;
c. nel caso di sostituzione di macchine frigorifere, si intendono rispettate tutte le disposizioni
vigenti in tema di uso razionale dell’energia, incluse quelle di cui alle lettera a), qualora
coesistano le seguenti condizioni:
I. le nuove macchine frigorifere elettriche o a gas, con potenza utile nominale maggiore di
12 kW, abbiano un indice di efficienza energetica non inferiore a valori riportati al
paragrafo 1.3, comma 2, dell’Appendice B;
II. nel caso di installazione di macchine frigorifere a servizio di più unità immobiliari, o di
edifici adibiti a uso non residenziale siano presenti un sistema di regolazione per singolo
ambiente o per singola unità immobiliare, e un sistema di contabilizzazione diretta o
indiretta del calore che permetta la ripartizione dei consumi per singola unità
immobiliare.
In conformità all'Allegato 1 del DM 26.06.2015, Art. 5.3.5,, comma 1 impianti di ventilazione, si
applica quanto previsto di seguito:
1. In caso di nuova installazione, sostituzione o riqualificazione di impianti di ventilazione, i
nuovi apparecchi devono rispettare i requisiti minimi definiti dai regolamenti comunitari emanati
ai sensi della direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE. I nuovi apparecchi devono avere almeno le
stesse caratteristiche tecnico funzionali di quelli sostituiti e permettere il rispetto dei requisiti
normativi d’impianto previsti dalle norme UNI e CEI vigenti.
Per il calcolo del fabbisogno energetico dell'edificio si fa quindi riferimento ai valori minimi fissati
dall'appendice A del DM 26.06.2015, ovvero i valori di seguito elencati:
Tabella 1- Trasmittanza termica U delle strutture opache verticali, verso l’esterno, gli ambienti
non climatizzati o contro terra Zona climatica

U (W/m2K)
Zona climatica
2015(1) 2019/2021(2)

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AeB 0,45 0,43


C 0,38 0,34
D 0,34 0,29
E 0,30 0,26
F 0,28 0,24
Tabella 3 - Trasmittanza termica U delle opache orizzontali di pavimento, verso l’esterno, gli
ambienti non climatizzati o contro terra
U (W/m2K)
Zona climatica
2015(1) 2019/2021(2)
AeB 0,46 0,44
C 0,40 0,38
D 0,32 0,29
E 0,30 0,26
F 0,28 0,24

Tabella 4 - Trasmittanza termica U delle chiusure tecniche trasparenti e opache e dei


cassonetti, comprensivi degli infissi, verso l’esterno e verso ambienti non climatizzati
U (W/m2K)
Zona climatica
2015(1) 2019/2021(2)
AeB 3,20 3,00
C 2,40 2,20
D 2,00 1,80
E 1,80 1,40
F 1,50 1,10

Tabella 5 - Trasmittanza termica U delle strutture opache verticali e orizzontali di separazione


tra edifici o unità immobiliari confinanti
Zona U (W/m2K)
climatica 2015(1) 2019/2021(2)
Tutte le zona 0,8 0,8

(1) dal 1 luglio 2015 per tutti gli edifici


(2) dal 1 gennaio 2019 per gli edifici pubblici e a uso pubblico e dal 1 gennaio 2021 per
tutti gli altri edifici

1. Nel caso di strutture delimitanti lo spazio riscaldato verso ambienti non climatizzati, si
assume come trasmittanza il valore della pertinente tabella diviso per il fattore di

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correzione dello scambio termico tra ambiente climatizzato e non climatizzato, come
indicato nella norma UNI TS 11300-1 in forma tabellare.
2. Nel caso di strutture rivolte verso il terreno, i valori delle pertinenti tabelle devono essere
confrontati con i valori della trasmittanza termica equivalente calcolati in base alle UNI
EN ISO 13370.
3. I valori di trasmittanza delle precedenti tabelle si considerano comprensive dell’effetto
dei ponti termici.
4. Per le strutture opache verso l’esterno si considera il coefficiente di assorbimento solare
dell’edificio reale.
5. Per i componenti finestrati si assume il fattore di trasmissione globale di energia solare
attraverso i componenti finestrati ggl+sh riportato in Tabella 6, in presenza di una
schermatura mobile.

6 CALCOLO DEL FABBISOGNO TERMICO


a. CONDIZIONI TERMO-IGROMETRICHE ESTERNE ED INTERNE
Le condizioni esterne al contorno per il dimensionamento dell'impianto di
climatizzazione di confort ambientale sono riassunte di seguito:

DESCRIZIONE (1) PARAMETRO


Località Paola
Zona Climatica C
Ore di funzionamento (massimo)
10
[ore]
Altitudine hr[m] 135
(1) La tabella allegato A è stata successivamente integrata dal D.M. 6 agosto 1994 (pubblicato sulla Gazz. Uff. 24
agosto 1994, n. 197 e ripubblicato, con correzioni di errori di stampa, sulla Gazz. Uff. 31 agosto 1994, n. 203),
dal D.M. 16 maggio 1995 (Gazz. Uff. 24 maggio 1995, n. 119) che ha, tra l'altro, abrogato il suddetto D.M. 6
agosto 1994, e dal D.M. 6 ottobre 1997 (Gazz. Uff. 16 ottobre 1997, n. 242).
DATI CONDIZIONI INVERNALI PARAMETRO VALORE
Temperatura Esterna di riferimento
TEI [°C] -2,0
(b.a.) (2)
Umidità Relativa Esterna UEI [%] 48,8
Velocità del vento V[m/s] 3,276
Giorni periodo riscaldamento gg 137
Gradi/giorno (3) GG ΔTEI [°C] 1316

DATI CONDIZIONI ESTIVE PARAMETRO VALORE

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Temperatura Esterna di riferimento


TEE [°C] 32,25
(b.a.)
Escursione termica giornaliera ΔTEE [°C] 11,0
Umidità Relativa Esterna UEE [%] 50,0
2)
Per le località non comprese nell’elenco è possibile calcolare un valore corretto delle temperatura in
funzione della sua posizione ed altitudine rispetto alla località di riferimento con la seguente espressione:

Te  Te , r  ( h  hr )  
Te,r [C] : la temperatur a della località di riferiment o
h[m] : Altitudin e s.l.m. della località in esame
hr [m] : altitudine s.l.m. della località di riferiment o
 [C/m] : Gradiente verticale di temperatur a in funzione della zona geografica
(Norme UNI 10349 – riscaldamento e raffrescamento degli edifici – dati climatici)
1
ZONA GEOGRAFICA
[°C/m]
Italia settendrionale
1/178
transpadania
Italia settentrionale
1/200
cispadana
x Italia centrale e meridionale 1/147
Sicilia 1/174
Sardegna 1/192
Per tenere in conto della diversa situazione dell’ambiente esterno:
SITUAZIONE 2 [°C]
X Temperatura invariata, salvo correzione di altezza, in un complesso
0
urbano
0.5°C 
Diminuzione di 0.5°C  1°C in piccoli agglomerati
1°C
Diminuzione di 1°C  2°C in edifici isolati 1°C  2°C
SITUAZIONE RISPETTO AGLI ALTRI EDIFICI 3 [°C]
Per tenere conto dell’altezza degli edifici, limitatamente ai piani di
1°C  2°C
altezza
maggiore di quella degli edifici viciniori (inclusa la diminuzione di cui
al punto
precedente): Diminuzione di 1°C  2°C

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(3) "per gradi-giorno di una località si intende la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale
convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura degli ambienti
interni (convenzionalmente fissata a 20°C) e la temperatura media esterna giornaliera."
N
GG   t a  t ej 
J 1
GG[ C/giorni] : gradi giorno
t a [C] : temperatur a interna di riferiment o
t ej [C] : temperatur a media esterna del giorno jmo
N [ ] : numero di giorni nel periodo considerato
- In considerazione dell'altitudine del complesso in oggetto, si determinano variazione
della temperatura esterna di progetto in quanto il fabbricato in oggetto è ubicato alla
altitudine di
HFABB [m]=0,0

- Il carico latente è principalmente dovuto alla presenza delle persone.


Le condizioni interne al contorno per il dimensionamento dell'impianto di
climatizzazione di confort ambientale sono riassunte di seguito:

UFFICI E AREE COMUNI INVERNO ESTATE

Temperatura Interne di TII [°C] U.IIR. [%] TIE [°C] U.IER. [%]
riferimento
Umidità Relativa Interne 20°C±2°C 30÷60 26°C-2°C 50±5

SERVIZI IGIENICI INVERNO ESTATE

Temperatura Interne di TII [°C] U.IIR. [%] TIE [°C] U.IER. [%]
riferimento
Umidità Relativa Interne 20°C±2°C -- -- --

L’impianto viene calcolato dapprima nelle condizioni estive, che risultano in genere le
più gravose.

L’aria deve essere immessa in ambiente ad una temperatura

 TARIA ≥ 20°C in inverno


 TARIA ≤ 20°C in estate

b. REQUISITO DELL’ARIA PRIMARIA


Tutte le aree interne e le aree esterne di comunicazione di cui si compone il fabbricato
si considerano come ambiente di lavoro e pertanto soggetto alla legislazione generale

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D.Lg. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i. ”Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto, n. 123 in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” (GU n. 101 del
30.04.2008 – Supplemento Ordinario n. 108”, e successive modifiche ed integrazione
del D.Lgs. 3 Agosto 2009, n° 106 “Disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro (Gazzetta Ufficiale 5 agosto 2009 N.142/L)”.
In considerazione della tipologia di ambienti e dell'utilizzazione, in accordo:
ai requisiti di sicurezza richiesti dal D.lg. 9 aprile 2008 n. 81 s.m.i. (in quanto ambiente
di lavoro)
Allegato IV - Art. 1.9: microclima
1.9.1. Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi
Tutti i locali uffici devono essere dotati di un impianto di ventilazione e i bagni di servizio di un
impianto di estrazione. Per la valutazione e dimensionamento dell'aria primaria e di estrazione, Per
il dimensionamento si è fatto riferimento alla Norma UNI 13779: ventilazione degli edifici non
residenziali – requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.
Il livello di qualità dell’aria in un ambiente si può definire quantitativamente attraverso il “carico
inquinante residuo”: più questo è elevato, minore è il livello della qualità dell’aria.
Per poter, quindi, valutare quanto è salubre l’aria che respiriamo negli ambienti è necessario
preventivamente individuare i “fattori inquinanti”, la loro “concentrazione” e stabilire una
relazione tra questa e i diversi livelli di qualità.
In ambito di ventilazione e qualità dell’aria (per gli edifici non residenziali, ma i suoi principi
hanno valenza generale), la nuova norma europea EN 13779 è sicuramente il più potente e
completo strumento a disposizione del tecnico progettista per individuare le soluzioni
impiantistiche più appropriate. Essa è stata integralmente recepita dall’UNI come UNI EN 13779
e la stessa norma UNI 10339, ancora in fase di revisione, nei suoi ultimi aggiornamenti si rivela
intimamente connessa con la norma europea appena citata, risultando assai modificata ed
implementata rispetto alla precedente edizione, soprattutto per quanto riguarda la qualità
dell’aria ed il suo controllo negli ambienti confinati.
Per la specifica applicazione, come definito nel progetto definitivo, i valori da
considerare per gli ambienti sono:

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Affollamento Portata aria esterna Sovrappressione


DESTINAZIONE
(pers./m2) litri/(s•pers) vol/h
Uffici singoli 0,06 11 neutro
Uffici Open
0,12 11 neutro
Space
Corridoi 0 1 vol/s neutro
Sale riunioni 0,6 10 neutro
Servizi igienici 0 0 -8,0

Il dimensionamento degli impianti sarà tale da rispettare i limiti contemplati dalla Legge n° 447
del 26 ottobre 1995 e dal DPCM 14/11/97 "determinazione dei limiti delle sorgenti sonore".
Per quello che riguarda il livello di rumorosità ambientale si farà riferimento alla revisione della
norma EN 13779 che riporta il livello del rumore d’impianto raccomandato nei diversi ambienti
(par. 6.6 della EN 13779):
DESCRIZIONE Tipo di spazio Intervallo tipico Valore di default
Uffici Piccoli uffici da 30 a 40 35
Sale conferenze da 30 a 40 35
da 35 a 45 40
Stanzino da 35 a 45 40

All'interno del tipico intervallo di temperatura dell'aria del locale tra i 20°C e i 26°C,
l'evaporazione gioca un ruolo minore nel controllo della temperatura del corpo umano. Quindi
normalmente si hanno pochi problemi riguardo al comfort termico quando l'umidità relativa è tra
30% e 70%.
Il limite più basso del 30% è data per prevenire la secchezza degli occhi e l'irritazione della
membrana della mucosa. Reclami circa l'aria diventata troppo secca sono spesso causate dalla
polvere o da altri inquinanti nell'aria. L'umidità relativa è spesso troppo bassa a causa della
temperatura della stanza e/o dal flusso dell'aria esterna diventato troppo grande.
Poiché un'alta umidità relativa stimola la crescita di funghi e acari, come il decadimento dei
materiali dell'edificio, dovrebbe essere evitato un periodo troppo lungo con un'umidità relativa
troppo alta. Una concentrazione troppo elevata di particelle da questi organismi può essere un
pericolo per le persone sensibili e deve essere prevenuto. In assenza di informazioni
alternative, il progetto si basa sull'ipotesi che nessuna sorgente di umidità esiste oltre
all'occupazione umana, all'aria di approvvigionamento e le infiltrazioni (par. 6.5 Norma UNI
13779).

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In accordo all'art. 5, comma 13 (Requisiti e dimensionamento degli impianti termici) del DPR
412/93 come modificato dal DPR 551/99, negli impianti di nuova installazione o nei casi di
ristrutturazione dell’impianto Negli impianti di nuova installazione o nei casi di ristrutturazione
dell’impianto termico, qualora per il rinnovo dell’aria si adottano sistemi di ventilazione
meccanica controllata, è necessario prevedere l’installazione di idonee apparecchiature per il
recupero del calore disperso per il ricambio d’aria, tutte le volte in cui la portata totale dell’aria di
ricambio G ed il numero di ore di funzionamento M dei sistemi di ventilazione, siano superiore a
valori limiti riportati nella tabella che segue.
M[h/anno] DI FUNZIONAMENTO
G[m3/h] (PORTATA D’ARIA) DA 1.400 A 2.100 GG OLTRE 2.100 GG

2.000 4.000 2.700


5.000 2.000 1.200
10.000 1.600 1.000
30.000 1.200 800
60.000 1.000 700
GG: Gradi al Giorno
Considerando che per il comune di Benevento
Gradi/giorno
ΔTEI [°C] 1316
GG

non è richiesto per l'impianto di aria primaria recupero del calore disperso per il ricambio d’aria.
Visto l’elevata quantità di aria esterna necessaria a soddisfare il ricambio d’aria, e il grosso
carico termico che questa apporta, si è deciso di installare comunque un recuperatore di calore,
il quale, permetterà di far scambiare temperatura e umidità tra l’aria esterna e l’aria da espellere
proveniente dall’estrazione dei bagni ciechi. Questo permetterà un elevato risparmio energetico
poiché abbatterà in parte il carico termico derivante dalla necessità di trattare l’aria esterna per
portarla alle condizioni ambientali.

REC. 1 - UFFICI TOTALE SUPERFICIE (NETTA) m2 166,80

PORTATA ARIA NOMINALE m3/h 2.205,68

REC. 2 - CAMERINI TOTALE SUPERFICIE (NETTA) m2 137,00

PORTATA ARIA NOMINALE m3/h 2.170,47

ARIA ESTERNA ODA


La qualità dell’aria esterna, nei dintorni nell’edificio, ha una elevata influenza sulla progettazione
del sistema di ventilazione e buona norma suggerisce preventivamente di posizionare le prese

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d’aria ODA dove questa è meno inquinata. A riguardo, con riferimento alla Norma UNI 10339
l'aria esterna è classificata secondo il seguente livello di qualità :
CATEGORIA LIVELLO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA (1)

ODA 2 Aria esterna con alta concentrazione di sostanze particolate


(1) Tabella 5 Classificazione dell’aria esterna (ODA)
- ODA 1: Aria pura che può essere solo temporaneamente inquinata con polveri (es. pollini)
- ODA 2 Aria esterna con alta concentrazione di particolato
- ODA 3 Aria esterna con alta concentrazione di inquinanti gassosi
- ODA 4 Aria esterna con alta concentrazione di inquinanti gassosi e di particolato
- ODA 5 Aria esterna con altissima concentrazione di inquinanti gassosi e particolato
Come guida generale, esempi dei livelli della qualità dell’aria esterna sono dati nella tabella 6
Tabella 6. Esempi di concentrazione di inquinanti nell’aria interna (estratto dalla Norma UNI 10339)

ARIA INTERNA IDA


Per l’aria tipo IDA all’interno della zona occupata (“volume convenzionale” secondo UNI 10339
e EN 13779), la classificazione è la seguente:
CATEGORIA LIVELLO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA (2)
IDA 2 media
(2) Classificazione indiretta in base alla quantità di aria esterna per persona (par. 5.2.5.4 della EN 13779)
Questo metodo è un metodo pratico ben basato per tutte le situazioni dove i locali sono utilizzati per l’occupazione
umana. I valori dell’aria esterna (fornita dal sistema di ventilazione) per persona, nel caso di lavoro normale in un
ufficio o a casa con un valore metabolico di circa 1.2 met, sono dati nella tabella 11. Questi valori sono spesso usati
per progettare il sistema. I valori devono essere rispettati nella zona occupata. I valori dati per le aree non fumatori
prendono in considerazione il metabolismo umano come tipiche emissioni in edifici con basso inquinamento. Nei casi
con alti livelli di attività (met > 1.2), il valore dell’aria esterna dovrebbe essere incrementato di un fattore di met/1.2.:
Valore dell'aria esterna o trasferita per unità di aria del piano
Categoria Unità
area non fumatori area fumatori
Valori tipici Valore di default Valori tipici Valore di default
3 -1 -1
IDA 1 m ·h ·person > 54 72 > 108 144
-1 -1
I·s ·person > 15 20 > 30 40
3 -1 -1
IDA 2 m ·h ·person 36 ÷ 54 45 72 ÷ 108 90
-1 -1
I·s ·person 10 ÷ 15 12,5 20 ÷ 30 25
3 -1 -1
IDA 3 m ·h ·person 22 ÷ 36 29 43 ÷ 72 58
-1 -1
I·s ·person 6 ÷ 10 8 12 ÷ 20 16
3 -1 -1
IDA 4 m ·h ·person < 22 18 < 43 36
-1 -1
I·s ·person <6 5 < 12 10

LA FILTRAZIONE IN FUNZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA INTERNA ED ESTERNA

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Oltre che dall’opportuno tasso di ventilazione, il raggiungimento del desiderato livello di qualità
dell’aria negli ambienti deve essere perseguito anche attraverso un’adeguata filtrazione dell’aria
primaria SUP1; in accordo alla Norma UNI EN 13779 si stabilisce la classe minima di filtrazione
non soltanto in base alla destinazione d’uso dell’edificio, ma anche in funzione del livello di
qualità voluto per l’aria interna e del livello di qualità dell’aria esterna disponibile. Inoltre, in
presenza di inquinanti specifici noti, nel sistema di abbattimento correlato al circuito della
ventilazione supplementare deve essere compreso almeno un filtro caratterizzato da certificata
efficacia su tali inquinanti.
Qualità dell'aria interna (vedere para 5.2.5 UNI EN
Qualità dell'aria esterna
13779)
(vedere para 5.2.3 UNI EN
IDA 1 IDA 2 IDA 3 IDA 4
13779)
(alta) (media) (moderata) (bassa)
ODA 1 (aria pura) F9 F8 F7 F6
ODA 2 (polvere) F7/F9 F6/F8 F6/F7 G4/F6
ODA 3 (gas) F7/F9 F8 F7 F6
ODA 4 (polvere + gas) F7/F9 F6/F8 F6/F7 G4/F6
ODA 5 (elevata F6/GF/F9
(1)
F6/GF/F9 (1) F6/F7 G4/F6
concentrazione)
(1) GF = Filtri per gas (filtri a carboni) e/o filtri chimici

ovvero, la filtrazione dell’aria sarà F6/F8.


CLASSIFICAZIONE DELL’ARIA ESTRATTA ED ARIA ESAURITA
Le classificazioni dell'aria estratta e dell'aria esausta per la specifica applicazione sono date
nelle tabelle che seguono (Norma UNI 13779 par. 5.2.2 Aria estratta e aria esausta)
Tabella 3. Classificazione dell’aria estratta (ETA):
Categoria Descrizione Esempi
Aria dai locali dove le sorgenti di emissione maggiore sono Uffici, inclusi piccoli sgabuzzini, spazi per il
i materiali dell'edificio, e l'aria dai locali occupati, dove la pubblico servizio, corridori, sala incontri, zone
ETA 1 sorgente di emissione maggiore sono il metabolismo commerciali dove non ci sono supplementari
umano e i materiali dell'edificio. I locali dove è permesso sorgenti di inquinamento
fumare sono esclusi.
Aria proveniente da locali occupati, che contiene più Sale da pranzo, cucine dove si preparano
impurità che la categoria 1 dalle stesse sorgenti e/o anche bevande calde, magazzini, magazzini negli
ETA 2 dalle attività umane. Locali che altrimenti dovrebbe entrare edifici per gli edifici, camere di alberghi,
nella categoria ETA 1 ma dove è spogliatoi.
permesso fumare.
Aria nei locali dove ci sono emissione di umidità, Bagni, saune, cucine, alcuni laboratori chimici,
ETA 3
lavorazioni, prodotti chimici etc. che diminuiscono stamperie, locali studiati apposta per i fumatori

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sostanzialmente la qualità dell'aria

Aria che contiene odori e impurità dannose per la salute in Garages e tunnels, parcheggi, locali per
concentrazioni significativamente più elevate rispetto a trattamento vernici e solventi, locali per la
ETA 4
quelle permesse per l'aria interna nelle zone occupate. biancheria sporca, locali fumatori intensamente
usati e certi laboratori chimici
In considerazione della qualità dell'aria estratta, per il recupero di calore saranno adottati i
seguenti criteri (Allegato A4 Norma UNI 13779):
- L'aria estratta della categoria ETA 1 può essere ricircolata. Comunque, il valore delle
perdite dovrebbe essere conosciuto così che può essere assicurata la giusta portata
d'aria nei locali.
- Quando è applicato un recuperatore di calore aria-aria per un'aria estratta di categoria
ETA 3, è richiesta una sovrapressione attraverso lato dell'aria di approvvigionamento in
relazione al lato dell'aria estratta. Questo dovrebbe essere anche assicurato in tutte le
condizioni del sistema. Quando l'unità di recupero calore è dove odori e contaminanti
possono essere trasferiti, es. con trasferimento di umidità, l'aria estratta non deve
contenere più del 5% di aria estratta di categoria ETA 3.
Basato sulla classificazione dell'aria esausta ed estratta nella 5.2.2, gli usi dell'aria nella tabella
A.2 della Norma UNI 13779 possono essere utilizzati:
- ETA 1 Quest'aria è adatta per il ricircolo e il trasferimento
- ETA 2 Questa aria non è adatta per la ricircolazione ma può essere usata per il
trasferimento in toilets, bagni, garages e altri posti simili
- ETA 3 Quest'aria non è adatta per il ricircolo e il trasferimento
- ETA 4 Quest'aria non è adatta per il ricircolo e il trasferimento

7 METODO DI CALCOLO
Il dimensionamento di un impianto di climatizzazione deve essere basato sulla valutazione dei
carichi termici e i flussi termici sensibili e latenti a cui l’impianto deve far fronte per assicurare
determinate condizioni ambientali. Nel calcolo dei carichi termici non è possibile avanzare le
ipotesi semplificative del caso invernale che portano all’adozione di una valutazione effettuata in
regime stazionario. Infatti, non potendo essere trascurati gli apporti di calore (da sorgenti
interne, quali persone, o esterne, quale il caso della radiazione solare) che in estate vanno a
formare un carico termico spesso di rilevante importanza, occorre valutare il loro andamento nel
tempo.
Anche la temperatura dell’aria esterna, ritenuta costante nel calcolo invernale perché
effettivamente molto più bassa di quella interna nelle condizioni di progetto, assume nel calcolo
estivo valori non troppo distanti da quella imposta in ambiente, e anche le sue piccole
oscillazioni possono essere influenti nella formazione del carico termico. Infine, visto l’alto
contenuto igrometrico dell’aria esterna nella stagione estiva, non è più possibile compensare

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l’inevitabile produzione di vapore ad opera delle persone all’interno degli ambienti per mezzo di
una semplice ventilazione; occorrerà, nel caso estivo, valutare anche la componente di calore
latente sviluppata, per poter correttamente intervenire per neutralizzarla. Il comportamento
termico di un edificio in regime estivo può essere valutato con metodi diversi, più o meno
complicati. Quelli basati sulla risoluzione del bilancio termico in regime variabile degli elementi
di involucro e dell’aria da essi racchiusa sono i metodi più precisi. Infatti assumendo che non ci
siano fenomeni di stratificazione, il bilancio termico in un certo istante dell’aria compressa
nell’ambiente considerato può essere espresso dalla seguente relazione:
𝑄ℎ + 𝑄𝑣 + 𝑄𝑖 + 𝑄𝑝 = 0
Dove:
- Qh= Potenza termica convettiva dovuta agli scambi termici con le pareti lambite
dall’aria;
- Qv= Potenza termica dovute alle infiltrazioni e/o alla ventilazione;
- Qi= Potenza termica dovute ai carichi interni;
- Qp= Potenza termica relativa all’impianto.
Dall’espressione precedentemente illustrata non è possibile ottenere direttamente il carico
termico Qp che rappresenta l’incognita da cercare, poiché vi compaiono implicitamente anche
temperature superficiali interne delle pareti che non sono note. Pertanto, tale equazione risulta
indeterminata, a meno di non scrivere altre equazioni che consentano di legare le temperature
superficiali con le condizioni al contorno a cui l’ambiente è soggetto. Questo è possibile
impostando il bilancio termico anche dei singoli componenti di involucro. La procedura di
calcolo analitica risulta alquanto complicata volendo prendere in considerazione in maniera
esplicita la variabilità dei carichi termici estivi in regime di funzionamento non stazionario. Per
risolvere il bilancio sensibile di un ambiente in regime variabile (come richiesto quando si
debbano effettuare valutazioni estive), un metodo semplificativo che consente anche un uso
manuale attraverso una serie di grafici e tabelle è quello proposto dalla Carrier Co, noto anche
con il nome del metodo dei fattori di accumulo o anche come metodo Carrier Pizzetti.
Scopo del metodo è quello di calcolare il carico termico sensibile Qp di un ambiente in regime
continuo, con un valore costante della temperatura interna e utilizzando il principio della
sovrapposizione degli effetti. Le diverse sollecitazioni esterne sono legate al valore di Qp in un
definitivo istante, dalla seguente espressione:
𝑄𝑝 = (𝑄𝑝 )𝑑 + (𝑄𝑝 )𝑣 + (𝑄𝑝 )𝑠 + (𝑄𝑝 )𝑙 + (𝑄𝑝 )𝑖

Con :
(Qp)d = E’ il contributo al carico termico dovuto alla trasmissione globale attraversano l’involucro;
(Qp)v = E’ il contributo al carico termico dovuto alla ventilazione;
(Qp)s = E’ il contributo al carico termico dovuto alla radiazione solare;
(Qp)l = E’ il contributo al carico termico dovuto alla illuminazione;

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(Qp)i = E’ il contributo al carico termico dovuto ai carichi termici convettivi interni.


Di questi termini, solo (Qp)i rappresenta normalmente un dato di progetto, mentre gli altri devono
essere opportunamente calcolati in funzione delle sollecitazioni cui l’edificio risulta soggetto.
Per trattare la trasmissione del calore attraverso i vari elementi di involucro viene utilizzata il
concetto delle differenze di temperatura equivalente ∆Teq, al fine di impiegare le stesse semplici
espressioni del regime stazionario. Se si indica con d il numero di superfici disperdenti
dell’ambiente, si ha :
𝑑

(𝑄𝑝 )𝑑 = ∑ 𝑈𝑗 ∗ 𝑆𝑗 ∗ (∆𝑇𝑒𝑞 )𝑗
𝑗=1

Espressione analoga a quella del regime stazionario, ma con l’impiego di opportune differenze
di temperatura funzioni del tempo e delle caratteristiche delle pareti, invece che delle differenze
di temperatura effettive alle quali sono soggette le pareti.
Tali differenze di temperatura equivalenti sono tabulate in funzione della latitudine del luogo
considerato, dell’esposizione e della massa specifica frontale delle pareti, con coefficienti
correttivi che tengono conto del colore della parete e diversi andamenti della temperatura
dell’aria esterna.
Al fine quindi di valutare tali differenze di temperatura equivalente bisogna calcolare la massa
frontale cosi definita:
𝑠

𝑚𝑓 = ∑ 𝜌𝑖 ∗ 𝑠𝑗
𝑖=1

Dove:
mf = è la massa frontale della struttura opaca [ kg/m2];
ρi = è la massa volumica del generico strato i-esimo che costituisce la parete opaca [kg/m3];
sj= è lo strato i-esimo della parete in esame.
I valori delle differenze di temperatura equivalenti sono valori tabellati, tali valori sono
influenzati da due variabili che definiscono il comportamento di una parete in regime variabile e
cioè la sua inerzia termica, le condizioni climatiche esterne (temperatura dell’aria e radiazione
solare), la temperatura fittizia esterna (legata alla radiazione solare e al coefficiente di
assorbimento della parete).
Le tabelle a cui si fa riferimento per l’Italia sono riferite ad una località base, una temperatura
interna costante di 26°C, per il mese di Luglio ,e per una parete di colore scuro.
Nel caso in cui varino tutta questa serie di parametri, come il caso in esame in questo progetto
bisogna apportare delle opportune correzioni, questo per tenere in considerazione della diversa
escursione termica e temperatura esterna di progetto.
Per la valutazione del contributo termico estivo dovuto alla ventilazione (Qp)v si è utilizzata la
seguente formulazione per la sua stima:

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(𝑄𝑝 )𝑣 = 𝐺𝑖𝑛𝑓 𝑐𝑝 [𝑡𝑎𝑒 − 𝑡𝑎𝑖 ]

Dove:
(Qp)v = Potenza termica per ventilazione [Watt];
Cp= Calore specifico a pressione costante per l’aria 1005 [J/Kg°K];
tae= temperatura dell’aria esterna [°C];
tai= temperatura dell’aria interna[°C];
Ginf = Portata d’aria di rinnovo per ogni ambiente [Kg/s].

Per il contributo dovuto alla radiazione solare (Qp)s che investe i componenti finestrati esso può
essere valutato attraverso le seguenti formulazioni:
𝑓

(𝑄𝑝 )𝑠 = ∑(𝑄𝑠,𝑚𝑎𝑥 ∗ 𝑓𝑏′ )𝑗


𝑗=1

𝑄𝑠,𝑚𝑎𝑥 = 𝐶𝑠 ∗ 𝐼𝑠,𝑚𝑎𝑥 ∗ 𝑆𝑣 ∗ 𝑓ℎ ∗ 𝑓𝑣
Dove :
Cs = E’ il coefficiente che tiene conto della schermatura del vetro;
Is,max = E’ la Radiazione solare massima attraverso il vetro semplice [W/m2];
fv = E’ il fattore che tiene conto dell’ombreggiamento;
fh = E’ il fattore che tiene conto della tipologia di telaio del serramento;
Sv= E’ la superficie del componente finestrato [m2]
Per quello che concerne il contributo dovuto alla illuminazione, esso è stato valutato sempre
con il metodo dei fattori di accumulo, la relazione utilizzata è la seguente :
𝑙

(𝑄𝑝 )𝑙 = ∑(𝑊𝑖𝑙 ∗ 𝑓𝑏" )𝑗


𝑗=1

Dove i fattori di accumulo sono funzione della tipologia di lampada utilizzata, e della massa
media dell’ambiente e dello sfasamento temporale tra l’istante considerato e quello in cui le
lampade sono state accese. Nell’ipotesi di impianto termico con un funzionamento continuativo,
e nell’ipotesi che l’impianto di illuminazione sia acceso 8 ore al giorno, i valori dei fattori di
accumulo si sono ricavati da soluzione tabellare (par. 6.7.3 Tabella 26 della Norma UNI 13779)
Livello di illuminazione in Lux
Tipo di uso
Intervallo tipico Valore di default
Uffici con finestre da 300 a 500 400
La potenza elettrica necessaria per un dato livello di illuminazione è ricavata dalla tabella che
segue (par. 6.7.3 Tabella 26 della Norma UNI 13779)
Livello di illuminazione in Potenza specifica di illuminazione in W,m-2
Lux Intervallo tipico Valore di default

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400 da 9,0 a 12,5 10

Per quello che concerne il contributo dovuto alle attrezzature,negli edifici per uffici il carico
termico dovuto alle attrezzature è generalmente tra 25 e 200 W.persona-1 mediato sul periodo
di uso. Un valore di default per edifici per uffici è 100 W·persona-1 per 8 ore al giorno.
Infine si è valutato il contributo dovuto ai carichi interni, tale contributo è dato di progetto poiché
dipende dalle apparecchiature e persone che sono presenti in ambiente e che producono un
flusso termico sensibile. Il contributo dovuto alle persone presenti, varia asseconda delle
condizioni in cui queste si trovano, il valore del calore emesso dalle persone può essere
riassunto nella tabella che segue.

Calore Totale Calore Sensibile


GRADO DI ATTIVITA’
Met(1) W·persona-1 (2) W·persona-1
Attività sedentaria (uffici, scuola, laboratorio 1,2 125 75
(1) 1 met = 58 W.m-2
-2 -1
(2) valori arrotondati per un corpo umano con una superficie di 1,8 m .persona

8 SOLUZIONE IMPIANTISTICA
Considerando la differente tipologia di destinazione d'uso e frequenza di occupazione esistente
tra il piano seminterrato ed gli altri piani fiori terra, l'impianto per la climatizzazione delle due
zone climatiche in oggetto sarà composto da due sistemi di climatizzazione:
1. impianto al servizio degli UFFICI
2. impianto al servizio dei CAMERINI
Ciascuno degli impianti di climatizzazione sarà composto dai seguenti sottosistemi:
- un impianto aeraulico per assicurare i ricambi d'aria all'interno degli ambienti (aria primaria)
- un impianto aeraulico per assicurare l'estrazione dell'aria all'interno dei servizi igienici e
depositi (impianto di estrazione)
- un impianto per la regolazione della temperatura interna dei locali ed aree comuni
La soluzione impiantistica utilizzata per la climatizzazione degli ambienti interni delle due zone
termiche è ad espansione diretta ed assicura il giusto grado di benessere climatico sia in
inverno che in estate.
Un impianto di condizionamento della temperatura a tutta aria è da escludere a causa degli
ingombri dei della rete aeraulica rispetto agli spazi disponibili al soffitto senza ridurre l'altezza
utile al di sotto dei limiti previsti dal regolamento edilizio.
Attualmente la climatizzazione delle zone termiche è realizzato con un impianto di
condizionamento di tipo idronico, che, come si è descritto nell'introduzione del presente
documento, è danneggiato in modo irreversibile; ripristinare l'impianto esistente comporta la
sostituzione della centrale CT2 e di tutta la tubazione di distribuzione; d'altronde la distribuzione

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del fluido termovettore è realizzata all'interno del locale tecnico di spillamento; considerando gli
spazi esigui la tubazione e il relativo isolante termico ha determinato una soluzione impiantistica
molto compatta con la quale non è possibile eseguire una corretta manutenzione.
Il progetto esecutivo pertanto prevede la rimozione della CT2, della rete di tubazione per
l'adduzione e distribuzione del fluido termovettore, della pompe di circolazione e delle valvole
esistenti.
La soluzione che si valuta compatibile con le caratteristiche costruttive dell'edificio è un sistema
ad espansione diretta con una centrale termo frigorifera istallata sul lastrico solare e che utilizza
come fluido vettore il gas R410A; il fluido temovettore viene distribuito ai terminali interni del tipo
ventilconvettore con montaggio a parete mediante una rete di tubazione in rame per alta
pressione le cui dimensioni tipiche sono compatibili con gli spazi disponibili al soffitto.
Considerando le distante e le altezze piezometriche che devono coprire le tubazione in rame, il
sistema utilizzato sarà del tipo VRF o VRV.
L'aria primaria sarà assicurata da Recuperatori (REC). I REC svolge la funzione recuperatore
che consentirà lo scambio, senza miscelazione, tra l'energia termica dell'aria estratta dai bagni
e dalgi ambienti e quindi espulsa.
Le apparecchiature elettromeccaniche destinata alla climatizzazione delle zone termiche sono
installate sul terrazzo su adeguate strutture in acciaio pesante a formare un telaio appoggiata
sul muro portante perimetrale mediante dei poggioli in cls armato adeguatamente isolate da
essi mediante un sistema di isolamento.

9 CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE


Nel seguito del presente paragrafo sono riportate le caratteristiche dell'impianto di
climatizzazione che utilizza apparecchiature di produzione della Daikin.
L'uso di dispositivi VAM non ha influenze sulla selezione delle unità esterne o sui suoi
diagrammi delle tubazioni. riguarda solamente il diagramma del controller centralizzato.

Modello Qty Descrizione

RYYQ10T 1 VRV IV Continous Heating (RYYQ-T)

RYYQ12T 1 VRV IV Continous Heating (RYYQ-T)

FXAQ15P 2 VRV FXAQ - Parete

FXFQ100A 1 VRV FXFQ-A - Round flow cassette

FXFQ40A 1 VRV FXFQ-A - Round flow cassette

FXFQ80A 1 VRV FXFQ-A - Round flow cassette

FXLQ32P 4 VRV FXLQ - Pavimento a vista


FXLQ40P 2 VRV FXLQ - Pavimento a vista

FXZQ15A 3 VRV FXZQ-A - Cassetta Fully Flat

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Modello Qty Descrizione

FXZQ40A 2 VRV FXZQ-A - Cassetta Fully Flat

VAM1000J 3 Unità VAM

KHRQ22M29H 3 Refnet branch piping kit

KHRQ22M64T 1 Refnet branch piping kit

DCM601A51 2 Intelligent Touch Manager

BRC1H519W 10 Remote controller incl buzzer (white)

BYCQ140D 3 Pannello decorativo standard

BYFQ60CW 5 Nuovo pannello decorativo (bianco)

BRC1E53A 3 Comando a filo

a. CARATTERISTICHE DELLE PRESTAZIONI


Legenda
Nome Nome logica dell'unità

FCU Nome del modello del dispositivo

Tmp C Condizioni ambiente in raffrescamento (temp. bulbo secco/ UR)

Rq TC Richiesta capacità totale in raffrescamento

Max TC Capacità tot raffrescamento disp

Rq SC Richiesta capacità sensibile in raffrescamento

Max SC Capacità raffrescamento sensibile disponibile

Tevap Temperatura di evaporazione dell'unità interna

Tdis C Temperatura dell'aria di mandata in raffreddamento U.I.

Tmp H Temperatura interna in riscaldamento

Rq HC Richiesta Capacità in riscaldamento

Max HC Capacità disponibile in riscaldamento

Tdis H Temperatura dell'aria di mandata in riscaldamento U.I.

portata d'aria Portata aria fornita

Suono Pressione sonora Alta e bassa

PS Potenza fornita (voltaggio e fase)

MCA Corrente minima di circuito

Fusibili Fusibili

WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità

Peso Peso del dispositivo

PI-C 50Hz Potenza assorbita in raffrescamento a 50Hz

PI-H 50Hz Potenza assorbita in riscaldamento a 50Hz

Max UR Umidità relativa Max

TA min Temperatura esterna minima

Max TA Temperatura esterna massima

Min Afl Portata aria minima

Max Afl Portata aria massima

Nom Afl Portata aria nominale

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Nom Um Umidità nominale

INGRESSO E UFFICI - RYYQ12T


Dati di capacità a condizioni e rapporto di connessione (110%) come inseriti
Nome FCU Tmp C Rq TC Max TC Rq SC Max SC Tevap Tdis C Tmp H Rq HC Max HC Tdis H portata d'aria

°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h

Ind 1 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480

Ind 2 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480

Ind 3 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480

Ind 4 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480

Ind 5 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2 660

Ind 6 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2 660

Ind 7 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9 510

Ind 8 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9 510

Ind 9 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9 510

Ind 10 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2 690

Ind 11 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2 690

Required cooling capacity towards the outdoor unit: 36,7kW.


Required heating capacity towards the outdoor unit: 41,7kW.
La somma delle capacità richieste per le unità interne è 36,7kW in raffrescamento e 41,7kW in
riscaldamento.
Comunque, la selezione dell'esterna utilizza valori di carico ridotti di 18,3kW (=-50%) in
raffrescamento e 20,9kW(=-50%) in riscaldamento.
Porre attenzione al fatto che riduzioni non realistiche possono comportare ridotti livelli di
comfort, rumorosità, maggiore stress e deterioramento.
L'analisi dei valori di temperatura di aspirazione e di scarico può aiutare a prevenire una
corrente fredda e garantire un livello di comfort termico.
La temperatura di mandata è inferiore a 35,0°C. Ridurre il rapporto di connessione può
compensare questo e può aumentare la temperatura di mandata migliorando il livello di comfort
termico.

Nome Suono PS MCA WxHxD Peso PI-C 50Hz PI-H 50Hz

dBA A mm kg kW kW

Ind 1 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 2 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 3 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

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COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015

Nome Suono PS MCA WxHxD Peso PI-C 50Hz PI-H 50Hz

dBA A mm kg kW kW

Ind 4 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 5 34-39 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 6 34-39 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 7 25,5-31,5 230V 1ph 0,3 575×260×575 16 0,043 0,036

Ind 8 25,5-31,5 230V 1ph 0,3 575×260×575 16 0,043 0,036

Ind 9 25,5-31,5 230V 1ph 0,3 575×260×575 16 0,043 0,036

Ind 10 28-37 230V 1ph 0,4 575×260×575 16 0,059 0,053

Ind 11 28-37 230V 1ph 0,4 575×260×575 16 0,059 0,053

Unità esterna posizionata allo stesso livello delle unità interne


Dispositivo VAM/VKM
Nome Modello WxHxD Peso Max UR TA min Max TA Min Afl Max Afl Nom Afl Nom Um

mm kg % °C °C m³/h m³/h m³/h kg/h

Ind 12 VAM1000J 1350×368×1170 70 80 -10,0 46,0 550 1000

Ind 13 VAM1000J 1350×368×1170 70 80 -10,0 46,0 550 1000

CAMERINI - RYYQ10T
DATI DI CAPACITÀ A CONDIZIONI E RAPPORTO DI CONNESSIONE (100%) COME
INSERITI
Nome FCU Tmp C Rq Max Rq Max Tevap Tdis C Tmp H Rq HC Max HC Tdis H portata
TC TC SC SC d'aria

°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h

Ind 15 FXFQ80A 26,0 / 50% n/a 8,8 n/a 6,2 6,0 12,7 20,0 n/a 10,0 41,4 1368

Ind 16 FXFQ100A 26,0 / 50% n/a 10,9 n/a 7,5 6,0 12,2 20,0 n/a 12,5 43,0 1590

Ind 17 FXFQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,2 6,0 14,3 20,0 n/a 5,0 38,1 810

Ind 18 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420

Ind 19 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420

Required cooling capacity towards the outdoor unit: 27,4kW.


Required heating capacity towards the outdoor unit: 31,3kW.
La somma delle capacità richieste per le unità interne è 27,4kW in raffrescamento e 31,3kW in
riscaldamento.
Comunque, la selezione dell'esterna utilizza valori di carico ridotti di 13,7kW (=-50%) in
raffrescamento e 15,6kW(=-50%) in riscaldamento.
Porre attenzione al fatto che riduzioni non realistiche possono comportare ridotti livelli di
comfort, rumorosità, maggiore stress e deterioramento.

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L'analisi dei valori di temperatura di aspirazione e di scarico può aiutare a prevenire una
corrente fredda e garantire un livello di comfort termico.
La temperatura di mandata è inferiore a 35,0°C. Ridurre il rapporto di connessione può
compensare questo e può aumentare la temperatura di mandata migliorando il livello di comfort
termico.

Nome Suono PS MCA WxHxD Peso PI-C 50Hz PI-H 50Hz

dBA A mm kg kW kW

Ind 15 32-38 220V 1ph 0,6 840×246×840 24 0,092 0,092

Ind 16 33-41 220V 1ph 0,8 840×246×840 24 0,115 0,115

Ind 17 28-32 220V 1ph 0,3 840×204×840 20 0,038 0,038

Ind 18 29-34 230V 1ph 0,3 795×290×238 11 0,017 0,025

Ind 19 29-34 230V 1ph 0,3 795×290×238 11 0,017 0,025

Unità esterna posizionata allo stesso livello delle unità interne


Dispositivo VAM/VKM
Nome Modello WxHxD Peso Max UR TA min Max TA Min Afl Max Afl Nom Afl Nom Um

mm kg % °C °C m³/h m³/h m³/h kg/h

Ind 14 VAM1000J 1350×368×1170 70 80 -10,0 46,0 550 1000

Dettagli per l'Unità Esterna


Legenda
Nome Nome logica dell'unità

Modello Nome del modello del dispositivo

Tmp C Temperatura esterna in raffrescamento

CC Capacità in raffreddamento disponibile

Rq CC Capacità richiesta in raffrescamento

Tmp H Condizioni esterne in riscaldamento (temp. bulbo secco/RH)

HC Capacità disponibile in riscaldamento (capacità riscaldamento integrata)

Rq HC Richiesta Capacità in riscaldamento

Schema frigorifero Massima distanza fra unità interna ed esterna

Car Refr Carica di fabbrica del refrigerante standard (5m di lunghezza effettiva delle tubazioni)

esclusa la carica di refrigerante aggiuntiva

Per il calcolo della carica aggiuntiva di refrigerante fare riferimento al manuale tecnico

GWP Global Warming Potential

TCO₂ eq. Tonnes of CO₂ equivalent

PS Potenza fornita (voltaggio e fase)

MCA Corrente minima di circuito

WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità

Peso Peso del dispositivo

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Dettagli per unità esterna


Nome Modello Comb Tmp C CC Rq CC Tmp H HC Rq HC

% °C kW kW °C kW kW

INGRESSO E RYYQ12T 110 32,0 34,6 18,3 2,0 / 80% 28,9 20,9
UFFICI

CAMERINI RYYQ10T 100 32,0 27,2 13,7 2,0 / 80% 25,7 15,6

Nome Modello Schema Refrigerante ENER Lot 21


frigorifero

m Type GWP Car Refr Car Agg TCO₂ eq. SEER SCOP ηs,c ηs,h

kg kg Tonnes % %

INGRESSO E RYYQ12T 7,5 R410A 2087,5 6,3 (¹) 13,2 5,5 3,8 216 149
UFFICI

CAMERINI RYYQ10T 7,5 R410A 2087,5 6,0 (¹) 12,5 5,6 3,8 222 147

The system contains fluorinated greenhouse gases.


(¹) The TCO₂ equivalent is calculated only considering the base refrigerant charge. Depending on the field pipe length, extra
refrigerant needs to be added, which will increase the TCO₂ equivalent.

Nome Modello PS MCA WxHxD Peso

A mm kg

INGRESSO E RYYQ12T 400V 3Nph 24 930×1685×765 268


UFFICI

CAMERINI RYYQ10T 400V 3Nph 22 930×1685×765 268

Schema delle Tubazioni


Le tubazioni segnate con * nel diagramma devono essere connesse prevedendo un
riduttore per il giunto.
Schema frigorifero INGRESSO E UFFICI
INGRESSO E UFFICI
RYYQ12T

12,7×28,6 9,5×19,1
KHRQ22M64T KHRQ22M29H

6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7

Ind 8 Ind 9 Ind 11 Ind 6 Ind 2 Ind 4


FXZQ15A FXZQ15A FXZQ40A FXLQ40P FXLQ32P FXLQ32P
9,5×19,1
KHRQ22M29H

6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7

Ind 1 Ind 3 Ind 5 Ind 7 Ind 10


FXLQ32P FXLQ32P FXLQ40P FXZQ15A FXZQ40A

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Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
Schema frigorifero CAMERINI

CAMERINI
RYYQ10T

9,5×22,2
KHRQ22M29H

9,5×15,9 9,5×15,9 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7

Ind 15 Ind 16 Ind 17 Ind 18 Ind 19


FXFQ80A FXFQ100A FXFQ40A FXAQ15P FXAQ15P

Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
Diagramma elettrico

P1P2 = Si prega di selezionare tipo di cavo e dimensione conformi al databook.


F1F2 = Si prega di selezionare tipo di cavo e dimensione conformi al databook.
Schema elettrico INGRESSO E UFFICI

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al controllo centralizzato
P1,P2
INGRESSO E UFFICI Ind 12 BRC1E53A
RYYQ12T VAM1000J
OUT F1,F2 IN F1,F2 F1,F2 L,N 3A 1ph
L1,L2,L3,N 24A 3Nph
P1,P2
Ind 13 BRC1E53A
VAM1000J
F1,F2 L,N 3A 1ph

Ind 1
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 3
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 5
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

P1,P2
Ind 7 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 10 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph

P1,P2
Ind 8 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 9 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 11 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph

Ind 6
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 2
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 4
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

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Schema elettrico CAMERINI


al controllo centralizzato
P1,P2
CAMERINI Ind 14 BRC1E53A
RYYQ10T VAM1000J
OUT F1,F2 IN F1,F2 F1,F2 L,N 3A 1ph
L1,L2,L3,N 22A 3Nph
P1,P2
Ind 15 BRC1H519W
FXFQ80A
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

P1,P2
Ind 16 BRC1H519W
FXFQ100A
F1,F2 L,N 0,8A 1ph

P1,P2
Ind 17 BRC1H519W
FXFQ40A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 18 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 19 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

Opzioni del Dispositivo


Opzioni per unità interna
Modello Descrizione Usato da

BYFQ60CW Nuovo pannello decorativo (bianco) Ind 7 [FXZQ15A] Ind 8 [FXZQ15A] Ind 9 [FXZQ15A]

Ind 10 [FXZQ40A] Ind 11 [FXZQ40A]

BYCQ140D Pannello decorativo standard Ind 15 [FXFQ80A] Ind 16 [FXFQ100A] Ind 17 [FXFQ40A]

Schema Controlli Centralizzati


Controllo Gruppi Modelli Controllo Specifici

Controllo Gruppo 1
ItouchManager
INGRESSO E UFFICI (13) # esterne 1
# interne 13 # controlli 1

Controllo Gruppo 2
ItouchManager
CAMERINI (6) # esterne 1
# interne 6 # controlli 1

Controllo Gruppo 1

INGRESSO E UFFICI (13)


RYYQ12T OUT F1,F2
L,N
Ethernet 100BASE-TX ItouchManager
DCM601A51

Controllo Gruppo 2

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CAMERINI (6)
RYYQ10T OUT F1,F2
L,N
Ethernet 100BASE-TX ItouchManager
DCM601A51

LIMITAZIONI TUBAZIONE
Unità interna(e) connesse: VRV

Lunghezza massima totale 1000,0m

Massima lunghezza 165,0m

Massima lunghezza equivalente 190,0m

Maximum equivalent length (size up of main pipe required if longer) 90,0m

La distanza massima dal primo all'ultimo giunto (aumentare le dimensioni dei tubi intermedi se maggiore) 40,0m

Massima lunghezza tra unità interna e primo giunto 90,0m

Lunghezza massima delle unità interne al giunto più vicino 40,0m

Massima differenza tra distanza maggiore e minore dall'unità interna 40,0m

Massimo dislivello tra unità interne 30,0m

Range di saturazione 50-130%

CAPACITÀ TUBAZIONE
Indice di connessione massimo Diametri

149,9 9,5×15,9

199,9 9,5×19,1

289,9 9,5×22,2

419,9 12,7×28,6

639,9 15,9×28,6

919,9 19,1×34,9

> 919,9 19,1×41,3

Aumentare Tubazione principale 22,2×41,3

10 SPECIFICA DEI MATERILI E DELLE APPARECCHIATURE


a. CENTRALE TERMOFRIGO
L’impianto sarà del tipo ad espansione diretta. Il Sistema consente di riscaldare e
raffreddare allo stesso tempo, il distributore assicura un funzionamento economico ed
efficace tramite il collegamento di diverse unità interne a unità esterne utilizzando la
funzione insita di recupero termico, che permette di risparmiare energia. La
commutazione è automatica (riscaldamento/raffreddamento) basata sulla temperatura
prefissata facilita le operazioni e consente di ottenere in modo automatico un ambiente

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più confortevole. La modalità di funzionamento automatica basata sulla temperatura


prefissata consente di ottenere senza difficoltà una transizione moderata tra freddo e
caldo, creando un ambiente confortevole.
Le motocondensanti saranno installate
1. Sul terrazzo per l'impianto di climatizzazione delle due zone termiche
le tubazioni di distribuzione del fluido frigorigeno raggiungeranno i locali
1. mediante percorso orizzontale e verticale attraversando il solaio del terrazzo per
la zona termica degli uffici e la parete verticale per la zona termica dei Camerini
La tubazione è fissate con collari di diverso diametro ad apposite staffe ancorate alle
strutture murarie per mezzo di tasselli chimici e/o ad espansione e barre filettate alla
distanza di circa 1mt. Dovranno essere previsti fori passanti e apertura di breccie nelle
murature (varco per agevolare il passaggio da un locale all’altro) delle pareti divisorie, la
richiusura di dette aperture deve essere eseguite a mezzo schiuma in poliuretano e
malta al fine di ripristinare e garantire il completo isolamento tra l'interno ed l'esterno
delle strutture murarie attraversate.
La rete di alimentazione frigorifera a ciascuna unità interna sarà realizzata con
distributori in rame pre-assemblati del tipo e nei diametri indicati negli elaborati grafici.
Le unità interne saranno corredate di comando a filo. Tutte le unità interne saranno
collegate ad un comando centralizzato che gestirà tutte le operazioni di accensione e
spegnimento e programmazione.
Le Unità interne sono del tipo a parete, posizionate come da elaborato grafico, e
comunque con una distribuzione compatibile con la configurazione del soffitto e
dell’illuminazione.
L’alimentazione elettrica delle stesse sarà predisposta in ciascun ambiente da servire
con linee dorsali, tubazioni a vista, scatole di derivazione e prese di corrente protette a
monte da interruttori magnetotermici differenziali ubicati in centralino installato
all'interno di ciascuno dei locali climatizzati. Il quadro generale di distribuzione delle
alimentazione della apparecchiature che compongono l'impianto di climatizzazione sarà
installato al piano terra e si compone di un armadio metallico le cui caratteristiche e
dimensioni sono riportati nei grafici specifici.
Le unità esterne dovranno essere poste in opera su apposito basamento composto da
profilati di acciaio doppio T HEB 120, completato con grigliato Keller, per la ripartizione
dei carichi e per facilitare le operazioni di pulizia e manutenzione.

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Nel seguito del presente paragrafo sono riportate le caratteristiche dell'impianto di


climatizzazione che utilizza apparecchiature di produzione della Daikin.
L'uso di dispositivi VAM non ha influenze sulla selezione delle unità esterne o sui suoi
diagrammi delle tubazioni. riguarda solamente il diagramma del controller centralizzato.

Modello Qty Descrizione

RYYQ10T 1 VRV IV Continous Heating (RYYQ-T)

RYYQ12T 1 VRV IV Continous Heating (RYYQ-T)

FXAQ15P 2 VRV FXAQ - Parete

FXFQ100A 1 VRV FXFQ-A - Round flow cassette

FXFQ40A 1 VRV FXFQ-A - Round flow cassette

FXFQ80A 1 VRV FXFQ-A - Round flow cassette

FXLQ32P 4 VRV FXLQ - Pavimento a vista

FXLQ40P 2 VRV FXLQ - Pavimento a vista

FXZQ15A 3 VRV FXZQ-A - Cassetta Fully Flat

FXZQ40A 2 VRV FXZQ-A - Cassetta Fully Flat

VAM1000J 3 Unità VAM

KHRQ22M29H 3 Refnet branch piping kit

KHRQ22M64T 1 Refnet branch piping kit

DCM601A51 2 Intelligent Touch Manager

BRC1H519W 10 Remote controller incl buzzer (white)

BYCQ140D 3 Pannello decorativo standard

BYFQ60CW 5 Nuovo pannello decorativo (bianco)

BRC1E53A 3 Comando a filo

b. CARATTERISTICHE DELLE PRESTAZIONI


Legenda
Nome Nome logica dell'unità

FCU Nome del modello del dispositivo

Tmp C Condizioni ambiente in raffrescamento (temp. bulbo secco/ UR)

Rq TC Richiesta capacità totale in raffrescamento

Max TC Capacità tot raffrescamento disp

Rq SC Richiesta capacità sensibile in raffrescamento

Max SC Capacità raffrescamento sensibile disponibile

Tevap Temperatura di evaporazione dell'unità interna

Tdis C Temperatura dell'aria di mandata in raffreddamento U.I.

Tmp H Temperatura interna in riscaldamento

Rq HC Richiesta Capacità in riscaldamento

Max HC Capacità disponibile in riscaldamento

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Tdis H Temperatura dell'aria di mandata in riscaldamento U.I.

portata d'aria Portata aria fornita

Suono Pressione sonora Alta e bassa

PS Potenza fornita (voltaggio e fase)

MCA Corrente minima di circuito

Fusibili Fusibili

WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità

Peso Peso del dispositivo

PI-C 50Hz Potenza assorbita in raffrescamento a 50Hz

PI-H 50Hz Potenza assorbita in riscaldamento a 50Hz

Max UR Umidità relativa Max

TA min Temperatura esterna minima

Max TA Temperatura esterna massima

Min Afl Portata aria minima

Max Afl Portata aria massima

Nom Afl Portata aria nominale

Nom Um Umidità nominale

INGRESSO E UFFICI - RYYQ12T


Dati di capacità a condizioni e rapporto di connessione (110%) come inseriti
Nome FCU Tmp C Rq TC Max TC Rq SC Max SC Tevap Tdis C Tmp H Rq HC Max HC Tdis H portata d

°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h

Ind 1 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4

Ind 2 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4

Ind 3 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4

Ind 4 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4

Ind 5 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2

Ind 6 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2

Ind 7 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9

Ind 8 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9

Ind 9 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9

Ind 10 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2

Ind 11 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2

Required cooling capacity towards the outdoor unit: 36,7kW.


Required heating capacity towards the outdoor unit: 41,7kW.
La somma delle capacità richieste per le unità interne è 36,7kW in raffrescamento e 41,7kW in
riscaldamento.
Comunque, la selezione dell'esterna utilizza valori di carico ridotti di 18,3kW (=-50%) in
raffrescamento e 20,9kW(=-50%) in riscaldamento.
Porre attenzione al fatto che riduzioni non realistiche possono comportare ridotti livelli di
comfort, rumorosità, maggiore stress e deterioramento.

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L'analisi dei valori di temperatura di aspirazione e di scarico può aiutare a prevenire una
corrente fredda e garantire un livello di comfort termico.
La temperatura di mandata è inferiore a 35,0°C. Ridurre il rapporto di connessione può
compensare questo e può aumentare la temperatura di mandata migliorando il livello di comfort
termico.

Nome Suono PS MCA WxHxD Peso PI-C 50Hz PI-H 50Hz

dBA A mm kg kW kW

Ind 1 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 2 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 3 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 4 33-36 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 5 34-39 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 6 34-39 230V 1ph 0,6 1140×600×232 30 0,090 0,090

Ind 7 25,5-31,5 230V 1ph 0,3 575×260×575 16 0,043 0,036

Ind 8 25,5-31,5 230V 1ph 0,3 575×260×575 16 0,043 0,036

Ind 9 25,5-31,5 230V 1ph 0,3 575×260×575 16 0,043 0,036

Ind 10 28-37 230V 1ph 0,4 575×260×575 16 0,059 0,053

Ind 11 28-37 230V 1ph 0,4 575×260×575 16 0,059 0,053

Unità esterna posizionata allo stesso livello delle unità interne


Dispositivo VAM/VKM
Nome Modello WxHxD Peso Max UR TA min Max TA Min Afl Max Afl Nom Afl Nom Um

mm kg % °C °C m³/h m³/h m³/h kg/h

Ind 12 VAM1000J 1350×368×1170 70 80 -10,0 46,0 550 1000

Ind 13 VAM1000J 1350×368×1170 70 80 -10,0 46,0 550 1000

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CAMERINI - RYYQ10T
DATI DI CAPACITÀ A CONDIZIONI E RAPPORTO DI CONNESSIONE (100%) COME
INSERITI
Nome FCU Tmp C Rq Max Rq Max Tevap Tdis C Tmp H Rq HC Max HC Tdis H portata
TC TC SC SC d'aria

°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h

Ind 15 FXFQ80A 26,0 / 50% n/a 8,8 n/a 6,2 6,0 12,7 20,0 n/a 10,0 41,4 1368

Ind 16 FXFQ100A 26,0 / 50% n/a 10,9 n/a 7,5 6,0 12,2 20,0 n/a 12,5 43,0 1590

Ind 17 FXFQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,2 6,0 14,3 20,0 n/a 5,0 38,1 810

Ind 18 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420

Ind 19 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420

Required cooling capacity towards the outdoor unit: 27,4kW.


Required heating capacity towards the outdoor unit: 31,3kW.
La somma delle capacità richieste per le unità interne è 27,4kW in raffrescamento e 31,3kW in
riscaldamento.
Comunque, la selezione dell'esterna utilizza valori di carico ridotti di 13,7kW (=-50%) in
raffrescamento e 15,6kW(=-50%) in riscaldamento.
Porre attenzione al fatto che riduzioni non realistiche possono comportare ridotti livelli di
comfort, rumorosità, maggiore stress e deterioramento.
L'analisi dei valori di temperatura di aspirazione e di scarico può aiutare a prevenire una
corrente fredda e garantire un livello di comfort termico.
La temperatura di mandata è inferiore a 35,0°C. Ridurre il rapporto di connessione può
compensare questo e può aumentare la temperatura di mandata migliorando il livello di comfort
termico.

Nome Suono PS MCA WxHxD Peso PI-C 50Hz PI-H 50Hz

dBA A mm kg kW kW

Ind 15 32-38 220V 1ph 0,6 840×246×840 24 0,092 0,092

Ind 16 33-41 220V 1ph 0,8 840×246×840 24 0,115 0,115

Ind 17 28-32 220V 1ph 0,3 840×204×840 20 0,038 0,038

Ind 18 29-34 230V 1ph 0,3 795×290×238 11 0,017 0,025

Ind 19 29-34 230V 1ph 0,3 795×290×238 11 0,017 0,025

Unità esterna posizionata allo stesso livello delle unità interne


Dispositivo VAM/VKM
Nome Modello WxHxD Peso Max UR TA min Max TA Min Afl Max Afl Nom Afl Nom Um

mm kg % °C °C m³/h m³/h m³/h kg/h

Ind 14 VAM1000J 1350×368×1170 70 80 -10,0 46,0 550 1000

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Dettagli per l'Unità Esterna


Legenda
Nome Nome logica dell'unità

Modello Nome del modello del dispositivo

Tmp C Temperatura esterna in raffrescamento

CC Capacità in raffreddamento disponibile

Rq CC Capacità richiesta in raffrescamento

Tmp H Condizioni esterne in riscaldamento (temp. bulbo secco/RH)

HC Capacità disponibile in riscaldamento (capacità riscaldamento integrata)

Rq HC Richiesta Capacità in riscaldamento

Schema frigorifero Massima distanza fra unità interna ed esterna

Car Refr Carica di fabbrica del refrigerante standard (5m di lunghezza effettiva delle tubazioni)

esclusa la carica di refrigerante aggiuntiva

Per il calcolo della carica aggiuntiva di refrigerante fare riferimento al manuale tecnico

GWP Global Warming Potential

TCO₂ eq. Tonnes of CO₂ equivalent

PS Potenza fornita (voltaggio e fase)

MCA Corrente minima di circuito

WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità

Peso Peso del dispositivo

Dettagli per unità esterna


Nome Modello Comb Tmp C CC Rq CC Tmp H HC Rq HC

% °C kW kW °C kW kW

INGRESSO E RYYQ12T 110 32,0 34,6 18,3 2,0 / 80% 28,9 20,9
UFFICI

CAMERINI RYYQ10T 100 32,0 27,2 13,7 2,0 / 80% 25,7 15,6

Nome Modello Schema Refrigerante ENER Lot 21


frigorifero

m Type GWP Car Refr Car Agg TCO₂ eq. SEER SCOP ηs,c ηs,h

kg kg Tonnes % %

INGRESSO E RYYQ12T 7,5 R410A 2087,5 6,3 (¹) 13,2 5,5 3,8 216 149
UFFICI

CAMERINI RYYQ10T 7,5 R410A 2087,5 6,0 (¹) 12,5 5,6 3,8 222 147

The system contains fluorinated greenhouse gases.


(¹) The TCO₂ equivalent is calculated only considering the base refrigerant charge. Depending on the field pipe length, extra
refrigerant needs to be added, which will increase the TCO₂ equivalent.

Nome Modello PS MCA WxHxD Peso

A mm kg

INGRESSO E RYYQ12T 400V 3Nph 24 930×1685×765 268

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Nome Modello PS MCA WxHxD Peso

A mm kg

UFFICI

CAMERINI RYYQ10T 400V 3Nph 22 930×1685×765 268

Schema delle Tubazioni


Le tubazioni segnate con * nel diagramma devono essere connesse prevedendo un
riduttore per il giunto.
Schema frigorifero INGRESSO E UFFICI
INGRESSO E UFFICI
RYYQ12T

12,7×28,6 9,5×19,1
KHRQ22M64T KHRQ22M29H

6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7

Ind 8 Ind 9 Ind 11 Ind 6 Ind 2 Ind 4


FXZQ15A FXZQ15A FXZQ40A FXLQ40P FXLQ32P FXLQ32P
9,5×19,1
KHRQ22M29H

6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7

Ind 1 Ind 3 Ind 5 Ind 7 Ind 10


FXLQ32P FXLQ32P FXLQ40P FXZQ15A FXZQ40A

Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
Schema frigorifero CAMERINI

CAMERINI
RYYQ10T

9,5×22,2
KHRQ22M29H

9,5×15,9 9,5×15,9 6,4×12,7 6,4×12,7 6,4×12,7

Ind 15 Ind 16 Ind 17 Ind 18 Ind 19


FXFQ80A FXFQ100A FXFQ40A FXAQ15P FXAQ15P

Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.

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Diagramma elettrico

P1P2 = Si prega di selezionare tipo di cavo e dimensione conformi al databook.


F1F2 = Si prega di selezionare tipo di cavo e dimensione conformi al databook.
Schema elettrico INGRESSO E UFFICI
al controllo centralizzato
P1,P2
INGRESSO E UFFICI Ind 12 BRC1E53A
RYYQ12T VAM1000J
OUT F1,F2 IN F1,F2 F1,F2 L,N 3A 1ph
L1,L2,L3,N 24A 3Nph
P1,P2
Ind 13 BRC1E53A
VAM1000J
F1,F2 L,N 3A 1ph

Ind 1
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 3
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 5
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

P1,P2
Ind 7 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 10 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph

P1,P2
Ind 8 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 9 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 11 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph

Ind 6
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 2
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

Ind 4
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

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Schema elettrico CAMERINI


al controllo centralizzato
P1,P2
CAMERINI Ind 14 BRC1E53A
RYYQ10T VAM1000J
OUT F1,F2 IN F1,F2 F1,F2 L,N 3A 1ph
L1,L2,L3,N 22A 3Nph
P1,P2
Ind 15 BRC1H519W
FXFQ80A
F1,F2 L,N 0,6A 1ph

P1,P2
Ind 16 BRC1H519W
FXFQ100A
F1,F2 L,N 0,8A 1ph

P1,P2
Ind 17 BRC1H519W
FXFQ40A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 18 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

P1,P2
Ind 19 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph

Opzioni del Dispositivo


Opzioni per unità interna
Modello Descrizione Usato da

BYFQ60CW Nuovo pannello decorativo (bianco) Ind 7 [FXZQ15A] Ind 8 [FXZQ15A] Ind 9 [FXZQ15A]

Ind 10 [FXZQ40A] Ind 11 [FXZQ40A]

BYCQ140D Pannello decorativo standard Ind 15 [FXFQ80A] Ind 16 [FXFQ100A] Ind 17 [FXFQ40A]

Schema Controlli Centralizzati


Controllo Gruppi Modelli Controllo Specifici

Controllo Gruppo 1
ItouchManager
INGRESSO E UFFICI (13) # esterne 1
# interne 13 # controlli 1

Controllo Gruppo 2
ItouchManager
CAMERINI (6) # esterne 1
# interne 6 # controlli 1

Controllo Gruppo 1

INGRESSO E UFFICI (13)


RYYQ12T OUT F1,F2
L,N
Ethernet 100BASE-TX ItouchManager
DCM601A51

Controllo Gruppo 2

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CAMERINI (6)
RYYQ10T OUT F1,F2
L,N
Ethernet 100BASE-TX ItouchManager
DCM601A51

LIMITAZIONI TUBAZIONE
Unità interna(e) connesse: VRV

Lunghezza massima totale 1000,0m

Massima lunghezza 165,0m

Massima lunghezza equivalente 190,0m

Maximum equivalent length (size up of main pipe required if longer) 90,0m

La distanza massima dal primo all'ultimo giunto (aumentare le dimensioni dei tubi intermedi se maggiore) 40,0m

Massima lunghezza tra unità interna e primo giunto 90,0m

Lunghezza massima delle unità interne al giunto più vicino 40,0m

Massima differenza tra distanza maggiore e minore dall'unità interna 40,0m

Massimo dislivello tra unità interne 30,0m

Range di saturazione 50-130%

CAPACITÀ TUBAZIONE
Indice di connessione massimo Diametri

149,9 9,5×15,9

199,9 9,5×19,1

289,9 9,5×22,2

419,9 12,7×28,6

639,9 15,9×28,6

919,9 19,1×34,9

> 919,9 19,1×41,3

Aumentare Tubazione principale 22,2×41,3

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