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IMPRESA ESECUTRICE
PROGETTAZIONE ESECUTIVA
MANDATARIA MANDANTI
REVISIONI
RELAZIONI SPECIALISTICHE
n° DATA DESCRIZIONE
B.RIMEC - 21/12/2018
Questo elaborato è di proprietà del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non può essere riprodotto, anche parzialmente, senza autorizzazione
PROGETTO ESECUTIVO PER L’INTERVENTO DI MANUTENZIONE DEL TEATRO
COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015
2 PREMESSA ............................................................................................................. 5
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17. UNI EN 410: 2000 Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche
lu¬minose e solari delle vetrate.
18. UNI EN 673: 2005 Vetro per edilizia – Determinazione della trasmittanza ter¬mica
– Metodo di calcolo.
19. UNI EN ISO 6946: 2007 - Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza
termi¬ca e trasmittanza termica - Metodi di calcolo.
20. UNI EN ISO 12572: 2006 Prestazione igrotermica dei materiali e dei prodotti per
edilizia – Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore d’acqua.
21. UNI EN ISO 13370: 2001 - Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di
calore attraverso il terreno - Metodi di calcolo.
22. UNI/TS 11300-1: 2014 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1:
Deter¬minazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la
climatizzazione estiva ed invernale .
23. UNI/TS 11300-2: 2014 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2:
Determi¬nazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la
climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.
24. UNI/TS 11300-3: 2010 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3:
Determi¬nazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la
climatizzazione estiva.
25. UNI/TS 11300-4: 2012 “Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 4: Utilizzo di
energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale
e per la produzione di acqua calda sanitaria”
26. UNI/TS 11300-5 “Calcolo dell’energia primaria e della quota di energia da fonti
rinnovabili“
27. UNI/TS 11300-6 “Determinazione del fabbisogno di energia per ascensori, scale
mobili e marciapiedi mobili“
28. UNI EN 15193 - "Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per
illuminazione".
2 PREMESSA
Si è proceduto all’esecuzione di un dettagliato sopralluogo presso l'immobile oggetto
per la determinazione dello stato delle apparecchiature dal punto di vista funzionale e
costruttivo; i lavori di manutenzione hanno l'obbiettivo di riportare il teatro nelle
condizioni di sicurezza e funzionalità ovvero nello stato descritto dalla documentazione
tecnica e dalle certificazioni rilasciate per avere l'autorizzazione all'attività.
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La presente relazione è redatta per la definizione dei requisiti e della specifiche tecniche
dell'impianto di climatizzazione utilizzando un sistema ad espansione diretta tipo VRV;
le portate dell'aria primaria e della infiltrazioni naturali per la determinazione del carico
termico relativo sono state calcolate in accordo alle Norme UNI EN 13779: “Ventilazione
degli edifici non residenziali – Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e
condizionamento" che si applica nella progettazione e nella realizzazione di impianti di
climatizzazione e di ventilazione per gli ambienti nei quali è prevista la presenza di
persone e che non siano ad uso residenziale. Per esplicita richiesta della Committenza,
il progetto esecutivo, nella presente versione di calcolo, non prevede l'impianto
meccanico dell'aria primaria.
Nella determinazione dei parametri di funzionamento e del relativo benessere delle
persone sono stati considerati quanto richiesto per gli ambienti di lavoro dal D. Lgs 9
aprile 2008 n. 81:”Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto, n. 123 in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”
3 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO E CONDIZIONI AL CONTORNO
L’immobile oggetto d’intervento, attualmente non utilizzato, è una struttura in muratura portante
con spessori delle murature che variano da circa 0,5 m a 1 m. Dal punto di vista spaziale –
architettonico si può suddividere in tre zone principali (cfr. elaborati grafici di rilievo):
- la zona destinata a foyer e uffici, che si sviluppa su due livelli fuori terra (di cui il secondo
livello ha una doppia altezza), oltre quello di copertura destinato a ospitare parte degli
impianti. L’altezza dell'impalcato di copertura è di circa 12,4 m;
- la zona destinata agli spettatori (platea e palchi) che si sviluppa su complessivi 6 livelli:
platea, I, II, III e IV ordine di palchi, camerini. L’altezza della quota di colmo del tetto a
falde che fa da copertura a tale zona è di circa 18,4 m;
- la zona destinata alle attività teatrali vere e proprie (palcoscenico e sottopalco). L’altezza
della quota di colmo del tetto a falde che fa da copertura al palco è di circa 22 m.
Per quanto concerne i connettivi, oltre all’ascensore, alla scala adiacente al palcoscenico e alla
coppia di scale in muratura che consente l’accesso ai vari ordini di palchi, è presente una
coppia di scale antincendio, con struttura di acciaio, solidali alla struttura in muratura del Teatro
e che dal piano terra giungono sino al terrazzo di copertura, smontando ai vari piani.
Dal punto di vista delle destinazioni funzionali, il complesso si compone dei seguenti ambienti:
Platea (quota di calpestio variabile tra -0,68 m e -0,93 m). All'interno della platea sono
presenti, simmetricamente all'asse longitudinale della sala, n. 180 posti a sedere. Sempre
a tale livello sono posizionati due servizi igienici, di cui uno per disabili.
Quattro ordini di palchi per gli spettatori. In particolare sono presenti 11 palchi per ogni
ordine, per un totale di 44 palchi. Considerando che ogni palco può ospitare fino a 4
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Terrazzo, che si estende su una superficie di circa 200 mq, è uno spazio scoperto,
protetto da un parapetto di sicurezza. Esso rappresenta la copertura piana della zona
destinata a uffici e depositi. Come detto, il piano di calpestio del terrazzo è posto a una
quota di circa 12,4 m, ed è realizzato con massetto delle pendenze irregolare e manto
impermeabilizzante usurato e danneggiato. Tale spazio ospita la centrale meccanica per
la produzione dei fluidi termovettori caldi e freddi per la climatizzazione del Teatro.
Passaggio zona Santa Sofia (di seguito cunicolo o cavedio) è il passaggio in
corrispondenza della zona di piazza Santa Sofia. Largo circa 80 cm, costeggia la zona
laterale e posteriore del Teatro e, in tal modo, collega piazza Santa Sofia con via Verdi.
Il Teatro presenta alcune criticità che ne pregiudicano temporaneamente l’agibilità. In
particolare, l’immobile presenta varie carenze dovute all’usura e al decadimento prestazionale
delle finiture e degli impianti, in quanto il principale intervento di recupero è stato eseguito
25 anni fa.
4 QUADRO DELLE PRINCIPALI DISPOSIZIONI NORMATIVE
Il risparmio energetico ha assunto negli ultimi decenni un’importanza sempre crescente
ed ha costituito uno dei primari obiettivi di governi ed istituzioni, nazionali ed
internazionali, sia per la riduzione del consumo di combustibili, con conseguente
riduzione dei costi di approvvigionamento, sia per la riduzione delle emissioni in
atmosfera di sostanze inquinanti, primo fra tutti il biossido di carbonio (CO2), e quindi
con conseguenti benefici per l’ambiente.
Negli ultimi anni, inoltre, la riduzione della spesa pubblica è diventata un imperativo
ineludibile, e ciò ha aggiunto un’ ulteriore finalità alle iniziative in materia di risparmio
energetico, determinata dalla necessità per le pubbliche amministrazioni di ridurre i
costi sostenuti per la conduzione degli immobili da esse gestiti, costi in cui una voce
non trascurabile è rappresentata dalle forniture di energia e combustibili.
Numerose sono le disposizioni normative emanate sia a livello nazionale che
comunitario nel corso degli anni e finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prima
delineati.
In Italia le primissime disposizioni sul tema del risparmio energetico risalgono al 1976
con la legge 30 aprile 1976, n. 373 recante “Norme per il contenimento del consumo
energetico per usi termici negli edifici”. In tale norma venivano dettate le prime
disposizioni in merito alle caratteristiche di prestazione dei componenti degli impianti
termici, alla loro installazione, esercizio e manutenzione, nonché le caratteristiche di
isolamento termico degli edifici da costruire o da ristrutturare, nei quali fosse prevista
l'installazione di un impianto termico.
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E’ da rilevare che le disposizioni del d.lgs. 192 del 19 agosto 2005 si applicano sia
all’edilizia pubblica che a quella privata e quindi investono direttamente le
amministrazioni pubbliche nelle loro qualità di gestori degli immobili ad esse assegnati.
Per gli edifici soggetti alle disposizioni di tutela di cui al decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 42, l’applicazione della norma prima citata è subordinata alla compatibilità con i
principi di conservazione e tutela del patrimonio culturale.
I comma 3 e 3-bis e 3-ter dell’art. 3 recitano infatti:
Art. 3 Ambito di intervento
…..
3. Sono escluse dall'applicazione del presente decreto le seguenti categorie di edifici:
a) gli edifici ricadenti nell'ambito della disciplina della parte seconda e dell'articolo 136,
comma 1, lettere b) e c), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il
codice dei beni culturali e del paesaggio, fatto salvo quanto disposto al comma 3-bis;
b)…
c)…
3-bis. Per gli edifici di cui al comma 3, lettera a), il presente decreto si applica
limitatamente alle disposizioni concernenti:
a) l'attestazione della prestazione energetica degli edifici, di cui all'articolo 6;
b) l'esercizio, la manutenzione e le ispezioni degli impianti tecnici, di cui all'articolo 7.
3-bis-1. Gli edifici di cui al comma 3, lettera a), sono esclusi dall'applicazione del
presente decreto ai sensi del comma 3-bis, solo nel caso in cui, previo giudizio
dell'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione ai sensi del codice di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il rispetto delle prescrizioni implichi
un'alterazione sostanziale del loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai
profili storici, artistici e paesaggistici.
Come si evince, non si tratta di un’esclusione “tout court” dall’ambito di applicazione:
infatti rimangono in ogni caso valide le disposizioni relative all’attestazione energetica
degli edifici ed ai controlli sugli impianti termici, mentre tutte le altre saranno oggetto di
valutazione del MiBACT, che, nell’esercizio istituzionale delle funzioni di tutela, dovrà
valutare caso per caso quali interventi siano realizzabili e quali invece siano in contrasto
con le esigenze di tutela e conservazione.
Le disposizioni in materia di risparmio energetico si sono infine arricchite negli ultimi
anni di una serie di norme finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo, individuato in
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energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e di quota di energia da
fonti rinnovabili nei trasporti”.
Tale decreto legislativo, oltre ad individuare strumenti incentivanti, fornire disposizioni
sia di tipo tecnico, sia in ordine a procedimenti amministrativi, sancisce l' obbligo di
integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici
esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. Tuttavia, anche in questo caso tale
obbligatorietà fa salve le esigenze di tutela e conservazione degli edifici sottoposti alle
disposizioni del codice dei beni culturali, come disposto dall’art. 11, comma 2 del
suddetto decreto legislativo. (Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano agli
edifici di cui alla Parte seconda e all'articolo 136, comma 1, lettere b) e c), del codice
dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e
successive modificazioni, e a quelli specificamente individuati come tali negli strumenti
urbanistici, qualora il progettista evidenzi che il rispetto delle prescrizioni implica
un'alterazione incompatibile con il loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai
caratteri storici e artistici).
Le norme qui richiamate non esauriscono il complesso panorama normativo, in continua
evoluzione anche in considerazione del progresso tecnologico e dell’evoluzione delle
leggi del mercato (si veda, da ultimo il D. Lgs. 4-7-2014 n. 102- ”Attuazione della
direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e
2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE); qui si sono solo volute
ricostruire le tappe fondamentali di un percorso che, nell’arco di alcuni decenni, ha
segnato un’evoluzione tecnica, ma anche culturale, che apre la società e le istituzioni
sempre a nuovi scenari.
E’ d’obbligo infine citare, la norma UNI TS 11300, emanata dall’Ente Nazionale Italiana
d’Unificazione che costituisce il riferimento per l’applicazione a livello nazionale della
direttiva 2002/91/CE e che fornisce le indicazioni tecniche per la valutazione del
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In conformità all'art.4, comma 1 del DPR 412/1993, in funzione della classificazione, durante il
funzionamento dell'impianto di climatizzazione invernale, la media aritmetica della temperatura
dell'aria nei diversi ambienti non deve superare il seguente valore:
b) 20 °C + 2 °C di tolleranza per gli edifici rientranti nelle categorie diverse da E.8 (confermato
dall'art. 3, comma 1 del DPR 74/2013)
In conformità all'art.3, comma 2 del D del DPR 74/2013, durante il funzionamento dell'impianto
di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli
ambienti raffrescati di ciascuna unità immobiliare, non deve essere minore di 26 °C - 2 °C
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In conformità all'art. 4, comma 2 del DPR 74/2013, l'esercizio degli impianti termici per la
climatizzazione invernale è consentito con i seguenti limiti relativi al periodo annuale e alla
durata giornaliera di attivazione, articolata anche in due o più sezioni:
c) Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;
In conformità all'art. 4, comma 4 del DPR 74/2013 la durata giornaliera di attivazione degli
impianti (non ubicati nella zona F) è compresa tra le ore 5 e le ore 23 di ciascun giorno.
In relazione alle caratteristiche che devono soddisfare gli impianti, in conformità all'Allegato 1
del DM 26.06.2015, Art. 5.3.1,, comma 1 impianti di climatizzazione invernale, si applica quanto
previsto di seguito:
Fermo restando il rispetto dei requisiti minimi definiti dai regolamenti comunitari emanati ai
sensi della direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE, nel caso di nuova installazione di impianti
termici di climatizzazione invernale in edifici esistenti, o ristrutturazione dei medesimi impianti o
di sostituzione dei generatori di calore, compresi gli impianti a sistemi ibridi, si applica quanto
previsto di seguito:
a. calcolo dell’efficienza media stagionale dell’impianto termico di riscaldamento e verifica che
la stessa risulti superiore al valore limite calcolato utilizzando i valori delle efficienze fornite
in Appendice A per l’edificio di riferimento;
b. installazione di sistemi di regolazione per singolo ambiente o per singola unità immobiliare,
assistita da compensazione climatica;
c. omissis;
d. nel caso di sostituzione di generatori di calore, si intendono rispettate tutte le disposizioni
vigenti in tema di uso razionale dell’energia, incluse quelle di cui alla lettera a), qualora
coesistano le seguenti condizioni:
I. i nuovi generatori di calore a combustibile gassoso o liquido abbiano un rendimento
termico utile nominale non inferiore a quello indicato al paragrafo 1.3, comma 1,
dell’Appendice B.
II. le nuove pompe di calore elettriche o a gas abbiano un coefficiente di prestazione (COP
o GUE) non inferiore ai valori riportati al paragrafo 1.3, comma 2, dell’Appendice B;
III. nel caso di installazioni di generatori con potenza nominale del focolare maggiore del
valore preesistente di oltre il 10%, l’aumento di potenza sia motivato con la verifica
dimensionale dell’impianto di riscaldamento condotto secondo la norma UNI EN 12831;
IV. nel caso di installazione di generatori di calore in impianti a servizio di più unità
immobiliari, o di edifici adibiti a uso non residenziale siano presenti un sistema di
regolazione per singolo ambiente o per singola unità immobiliare, assistita da
compensazione climatica, e un sistema di contabilizzazione diretta o indiretta del calore
che permetta la ripartizione dei consumi per singola unità immobiliare;
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U (W/m2K)
Zona climatica
2015(1) 2019/2021(2)
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1. Nel caso di strutture delimitanti lo spazio riscaldato verso ambienti non climatizzati, si
assume come trasmittanza il valore della pertinente tabella diviso per il fattore di
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correzione dello scambio termico tra ambiente climatizzato e non climatizzato, come
indicato nella norma UNI TS 11300-1 in forma tabellare.
2. Nel caso di strutture rivolte verso il terreno, i valori delle pertinenti tabelle devono essere
confrontati con i valori della trasmittanza termica equivalente calcolati in base alle UNI
EN ISO 13370.
3. I valori di trasmittanza delle precedenti tabelle si considerano comprensive dell’effetto
dei ponti termici.
4. Per le strutture opache verso l’esterno si considera il coefficiente di assorbimento solare
dell’edificio reale.
5. Per i componenti finestrati si assume il fattore di trasmissione globale di energia solare
attraverso i componenti finestrati ggl+sh riportato in Tabella 6, in presenza di una
schermatura mobile.
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Te Te , r ( h hr )
Te,r [C] : la temperatur a della località di riferiment o
h[m] : Altitudin e s.l.m. della località in esame
hr [m] : altitudine s.l.m. della località di riferiment o
[C/m] : Gradiente verticale di temperatur a in funzione della zona geografica
(Norme UNI 10349 – riscaldamento e raffrescamento degli edifici – dati climatici)
1
ZONA GEOGRAFICA
[°C/m]
Italia settendrionale
1/178
transpadania
Italia settentrionale
1/200
cispadana
x Italia centrale e meridionale 1/147
Sicilia 1/174
Sardegna 1/192
Per tenere in conto della diversa situazione dell’ambiente esterno:
SITUAZIONE 2 [°C]
X Temperatura invariata, salvo correzione di altezza, in un complesso
0
urbano
0.5°C
Diminuzione di 0.5°C 1°C in piccoli agglomerati
1°C
Diminuzione di 1°C 2°C in edifici isolati 1°C 2°C
SITUAZIONE RISPETTO AGLI ALTRI EDIFICI 3 [°C]
Per tenere conto dell’altezza degli edifici, limitatamente ai piani di
1°C 2°C
altezza
maggiore di quella degli edifici viciniori (inclusa la diminuzione di cui
al punto
precedente): Diminuzione di 1°C 2°C
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(3) "per gradi-giorno di una località si intende la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale
convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura degli ambienti
interni (convenzionalmente fissata a 20°C) e la temperatura media esterna giornaliera."
N
GG t a t ej
J 1
GG[ C/giorni] : gradi giorno
t a [C] : temperatur a interna di riferiment o
t ej [C] : temperatur a media esterna del giorno jmo
N [ ] : numero di giorni nel periodo considerato
- In considerazione dell'altitudine del complesso in oggetto, si determinano variazione
della temperatura esterna di progetto in quanto il fabbricato in oggetto è ubicato alla
altitudine di
HFABB [m]=0,0
Temperatura Interne di TII [°C] U.IIR. [%] TIE [°C] U.IER. [%]
riferimento
Umidità Relativa Interne 20°C±2°C 30÷60 26°C-2°C 50±5
Temperatura Interne di TII [°C] U.IIR. [%] TIE [°C] U.IER. [%]
riferimento
Umidità Relativa Interne 20°C±2°C -- -- --
L’impianto viene calcolato dapprima nelle condizioni estive, che risultano in genere le
più gravose.
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D.Lg. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i. ”Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto, n. 123 in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” (GU n. 101 del
30.04.2008 – Supplemento Ordinario n. 108”, e successive modifiche ed integrazione
del D.Lgs. 3 Agosto 2009, n° 106 “Disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro (Gazzetta Ufficiale 5 agosto 2009 N.142/L)”.
In considerazione della tipologia di ambienti e dell'utilizzazione, in accordo:
ai requisiti di sicurezza richiesti dal D.lg. 9 aprile 2008 n. 81 s.m.i. (in quanto ambiente
di lavoro)
Allegato IV - Art. 1.9: microclima
1.9.1. Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi
Tutti i locali uffici devono essere dotati di un impianto di ventilazione e i bagni di servizio di un
impianto di estrazione. Per la valutazione e dimensionamento dell'aria primaria e di estrazione, Per
il dimensionamento si è fatto riferimento alla Norma UNI 13779: ventilazione degli edifici non
residenziali – requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.
Il livello di qualità dell’aria in un ambiente si può definire quantitativamente attraverso il “carico
inquinante residuo”: più questo è elevato, minore è il livello della qualità dell’aria.
Per poter, quindi, valutare quanto è salubre l’aria che respiriamo negli ambienti è necessario
preventivamente individuare i “fattori inquinanti”, la loro “concentrazione” e stabilire una
relazione tra questa e i diversi livelli di qualità.
In ambito di ventilazione e qualità dell’aria (per gli edifici non residenziali, ma i suoi principi
hanno valenza generale), la nuova norma europea EN 13779 è sicuramente il più potente e
completo strumento a disposizione del tecnico progettista per individuare le soluzioni
impiantistiche più appropriate. Essa è stata integralmente recepita dall’UNI come UNI EN 13779
e la stessa norma UNI 10339, ancora in fase di revisione, nei suoi ultimi aggiornamenti si rivela
intimamente connessa con la norma europea appena citata, risultando assai modificata ed
implementata rispetto alla precedente edizione, soprattutto per quanto riguarda la qualità
dell’aria ed il suo controllo negli ambienti confinati.
Per la specifica applicazione, come definito nel progetto definitivo, i valori da
considerare per gli ambienti sono:
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Il dimensionamento degli impianti sarà tale da rispettare i limiti contemplati dalla Legge n° 447
del 26 ottobre 1995 e dal DPCM 14/11/97 "determinazione dei limiti delle sorgenti sonore".
Per quello che riguarda il livello di rumorosità ambientale si farà riferimento alla revisione della
norma EN 13779 che riporta il livello del rumore d’impianto raccomandato nei diversi ambienti
(par. 6.6 della EN 13779):
DESCRIZIONE Tipo di spazio Intervallo tipico Valore di default
Uffici Piccoli uffici da 30 a 40 35
Sale conferenze da 30 a 40 35
da 35 a 45 40
Stanzino da 35 a 45 40
All'interno del tipico intervallo di temperatura dell'aria del locale tra i 20°C e i 26°C,
l'evaporazione gioca un ruolo minore nel controllo della temperatura del corpo umano. Quindi
normalmente si hanno pochi problemi riguardo al comfort termico quando l'umidità relativa è tra
30% e 70%.
Il limite più basso del 30% è data per prevenire la secchezza degli occhi e l'irritazione della
membrana della mucosa. Reclami circa l'aria diventata troppo secca sono spesso causate dalla
polvere o da altri inquinanti nell'aria. L'umidità relativa è spesso troppo bassa a causa della
temperatura della stanza e/o dal flusso dell'aria esterna diventato troppo grande.
Poiché un'alta umidità relativa stimola la crescita di funghi e acari, come il decadimento dei
materiali dell'edificio, dovrebbe essere evitato un periodo troppo lungo con un'umidità relativa
troppo alta. Una concentrazione troppo elevata di particelle da questi organismi può essere un
pericolo per le persone sensibili e deve essere prevenuto. In assenza di informazioni
alternative, il progetto si basa sull'ipotesi che nessuna sorgente di umidità esiste oltre
all'occupazione umana, all'aria di approvvigionamento e le infiltrazioni (par. 6.5 Norma UNI
13779).
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In accordo all'art. 5, comma 13 (Requisiti e dimensionamento degli impianti termici) del DPR
412/93 come modificato dal DPR 551/99, negli impianti di nuova installazione o nei casi di
ristrutturazione dell’impianto Negli impianti di nuova installazione o nei casi di ristrutturazione
dell’impianto termico, qualora per il rinnovo dell’aria si adottano sistemi di ventilazione
meccanica controllata, è necessario prevedere l’installazione di idonee apparecchiature per il
recupero del calore disperso per il ricambio d’aria, tutte le volte in cui la portata totale dell’aria di
ricambio G ed il numero di ore di funzionamento M dei sistemi di ventilazione, siano superiore a
valori limiti riportati nella tabella che segue.
M[h/anno] DI FUNZIONAMENTO
G[m3/h] (PORTATA D’ARIA) DA 1.400 A 2.100 GG OLTRE 2.100 GG
non è richiesto per l'impianto di aria primaria recupero del calore disperso per il ricambio d’aria.
Visto l’elevata quantità di aria esterna necessaria a soddisfare il ricambio d’aria, e il grosso
carico termico che questa apporta, si è deciso di installare comunque un recuperatore di calore,
il quale, permetterà di far scambiare temperatura e umidità tra l’aria esterna e l’aria da espellere
proveniente dall’estrazione dei bagni ciechi. Questo permetterà un elevato risparmio energetico
poiché abbatterà in parte il carico termico derivante dalla necessità di trattare l’aria esterna per
portarla alle condizioni ambientali.
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d’aria ODA dove questa è meno inquinata. A riguardo, con riferimento alla Norma UNI 10339
l'aria esterna è classificata secondo il seguente livello di qualità :
CATEGORIA LIVELLO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA (1)
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Oltre che dall’opportuno tasso di ventilazione, il raggiungimento del desiderato livello di qualità
dell’aria negli ambienti deve essere perseguito anche attraverso un’adeguata filtrazione dell’aria
primaria SUP1; in accordo alla Norma UNI EN 13779 si stabilisce la classe minima di filtrazione
non soltanto in base alla destinazione d’uso dell’edificio, ma anche in funzione del livello di
qualità voluto per l’aria interna e del livello di qualità dell’aria esterna disponibile. Inoltre, in
presenza di inquinanti specifici noti, nel sistema di abbattimento correlato al circuito della
ventilazione supplementare deve essere compreso almeno un filtro caratterizzato da certificata
efficacia su tali inquinanti.
Qualità dell'aria interna (vedere para 5.2.5 UNI EN
Qualità dell'aria esterna
13779)
(vedere para 5.2.3 UNI EN
IDA 1 IDA 2 IDA 3 IDA 4
13779)
(alta) (media) (moderata) (bassa)
ODA 1 (aria pura) F9 F8 F7 F6
ODA 2 (polvere) F7/F9 F6/F8 F6/F7 G4/F6
ODA 3 (gas) F7/F9 F8 F7 F6
ODA 4 (polvere + gas) F7/F9 F6/F8 F6/F7 G4/F6
ODA 5 (elevata F6/GF/F9
(1)
F6/GF/F9 (1) F6/F7 G4/F6
concentrazione)
(1) GF = Filtri per gas (filtri a carboni) e/o filtri chimici
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Aria che contiene odori e impurità dannose per la salute in Garages e tunnels, parcheggi, locali per
concentrazioni significativamente più elevate rispetto a trattamento vernici e solventi, locali per la
ETA 4
quelle permesse per l'aria interna nelle zone occupate. biancheria sporca, locali fumatori intensamente
usati e certi laboratori chimici
In considerazione della qualità dell'aria estratta, per il recupero di calore saranno adottati i
seguenti criteri (Allegato A4 Norma UNI 13779):
- L'aria estratta della categoria ETA 1 può essere ricircolata. Comunque, il valore delle
perdite dovrebbe essere conosciuto così che può essere assicurata la giusta portata
d'aria nei locali.
- Quando è applicato un recuperatore di calore aria-aria per un'aria estratta di categoria
ETA 3, è richiesta una sovrapressione attraverso lato dell'aria di approvvigionamento in
relazione al lato dell'aria estratta. Questo dovrebbe essere anche assicurato in tutte le
condizioni del sistema. Quando l'unità di recupero calore è dove odori e contaminanti
possono essere trasferiti, es. con trasferimento di umidità, l'aria estratta non deve
contenere più del 5% di aria estratta di categoria ETA 3.
Basato sulla classificazione dell'aria esausta ed estratta nella 5.2.2, gli usi dell'aria nella tabella
A.2 della Norma UNI 13779 possono essere utilizzati:
- ETA 1 Quest'aria è adatta per il ricircolo e il trasferimento
- ETA 2 Questa aria non è adatta per la ricircolazione ma può essere usata per il
trasferimento in toilets, bagni, garages e altri posti simili
- ETA 3 Quest'aria non è adatta per il ricircolo e il trasferimento
- ETA 4 Quest'aria non è adatta per il ricircolo e il trasferimento
7 METODO DI CALCOLO
Il dimensionamento di un impianto di climatizzazione deve essere basato sulla valutazione dei
carichi termici e i flussi termici sensibili e latenti a cui l’impianto deve far fronte per assicurare
determinate condizioni ambientali. Nel calcolo dei carichi termici non è possibile avanzare le
ipotesi semplificative del caso invernale che portano all’adozione di una valutazione effettuata in
regime stazionario. Infatti, non potendo essere trascurati gli apporti di calore (da sorgenti
interne, quali persone, o esterne, quale il caso della radiazione solare) che in estate vanno a
formare un carico termico spesso di rilevante importanza, occorre valutare il loro andamento nel
tempo.
Anche la temperatura dell’aria esterna, ritenuta costante nel calcolo invernale perché
effettivamente molto più bassa di quella interna nelle condizioni di progetto, assume nel calcolo
estivo valori non troppo distanti da quella imposta in ambiente, e anche le sue piccole
oscillazioni possono essere influenti nella formazione del carico termico. Infine, visto l’alto
contenuto igrometrico dell’aria esterna nella stagione estiva, non è più possibile compensare
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l’inevitabile produzione di vapore ad opera delle persone all’interno degli ambienti per mezzo di
una semplice ventilazione; occorrerà, nel caso estivo, valutare anche la componente di calore
latente sviluppata, per poter correttamente intervenire per neutralizzarla. Il comportamento
termico di un edificio in regime estivo può essere valutato con metodi diversi, più o meno
complicati. Quelli basati sulla risoluzione del bilancio termico in regime variabile degli elementi
di involucro e dell’aria da essi racchiusa sono i metodi più precisi. Infatti assumendo che non ci
siano fenomeni di stratificazione, il bilancio termico in un certo istante dell’aria compressa
nell’ambiente considerato può essere espresso dalla seguente relazione:
𝑄ℎ + 𝑄𝑣 + 𝑄𝑖 + 𝑄𝑝 = 0
Dove:
- Qh= Potenza termica convettiva dovuta agli scambi termici con le pareti lambite
dall’aria;
- Qv= Potenza termica dovute alle infiltrazioni e/o alla ventilazione;
- Qi= Potenza termica dovute ai carichi interni;
- Qp= Potenza termica relativa all’impianto.
Dall’espressione precedentemente illustrata non è possibile ottenere direttamente il carico
termico Qp che rappresenta l’incognita da cercare, poiché vi compaiono implicitamente anche
temperature superficiali interne delle pareti che non sono note. Pertanto, tale equazione risulta
indeterminata, a meno di non scrivere altre equazioni che consentano di legare le temperature
superficiali con le condizioni al contorno a cui l’ambiente è soggetto. Questo è possibile
impostando il bilancio termico anche dei singoli componenti di involucro. La procedura di
calcolo analitica risulta alquanto complicata volendo prendere in considerazione in maniera
esplicita la variabilità dei carichi termici estivi in regime di funzionamento non stazionario. Per
risolvere il bilancio sensibile di un ambiente in regime variabile (come richiesto quando si
debbano effettuare valutazioni estive), un metodo semplificativo che consente anche un uso
manuale attraverso una serie di grafici e tabelle è quello proposto dalla Carrier Co, noto anche
con il nome del metodo dei fattori di accumulo o anche come metodo Carrier Pizzetti.
Scopo del metodo è quello di calcolare il carico termico sensibile Qp di un ambiente in regime
continuo, con un valore costante della temperatura interna e utilizzando il principio della
sovrapposizione degli effetti. Le diverse sollecitazioni esterne sono legate al valore di Qp in un
definitivo istante, dalla seguente espressione:
𝑄𝑝 = (𝑄𝑝 )𝑑 + (𝑄𝑝 )𝑣 + (𝑄𝑝 )𝑠 + (𝑄𝑝 )𝑙 + (𝑄𝑝 )𝑖
Con :
(Qp)d = E’ il contributo al carico termico dovuto alla trasmissione globale attraversano l’involucro;
(Qp)v = E’ il contributo al carico termico dovuto alla ventilazione;
(Qp)s = E’ il contributo al carico termico dovuto alla radiazione solare;
(Qp)l = E’ il contributo al carico termico dovuto alla illuminazione;
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(𝑄𝑝 )𝑑 = ∑ 𝑈𝑗 ∗ 𝑆𝑗 ∗ (∆𝑇𝑒𝑞 )𝑗
𝑗=1
Espressione analoga a quella del regime stazionario, ma con l’impiego di opportune differenze
di temperatura funzioni del tempo e delle caratteristiche delle pareti, invece che delle differenze
di temperatura effettive alle quali sono soggette le pareti.
Tali differenze di temperatura equivalenti sono tabulate in funzione della latitudine del luogo
considerato, dell’esposizione e della massa specifica frontale delle pareti, con coefficienti
correttivi che tengono conto del colore della parete e diversi andamenti della temperatura
dell’aria esterna.
Al fine quindi di valutare tali differenze di temperatura equivalente bisogna calcolare la massa
frontale cosi definita:
𝑠
𝑚𝑓 = ∑ 𝜌𝑖 ∗ 𝑠𝑗
𝑖=1
Dove:
mf = è la massa frontale della struttura opaca [ kg/m2];
ρi = è la massa volumica del generico strato i-esimo che costituisce la parete opaca [kg/m3];
sj= è lo strato i-esimo della parete in esame.
I valori delle differenze di temperatura equivalenti sono valori tabellati, tali valori sono
influenzati da due variabili che definiscono il comportamento di una parete in regime variabile e
cioè la sua inerzia termica, le condizioni climatiche esterne (temperatura dell’aria e radiazione
solare), la temperatura fittizia esterna (legata alla radiazione solare e al coefficiente di
assorbimento della parete).
Le tabelle a cui si fa riferimento per l’Italia sono riferite ad una località base, una temperatura
interna costante di 26°C, per il mese di Luglio ,e per una parete di colore scuro.
Nel caso in cui varino tutta questa serie di parametri, come il caso in esame in questo progetto
bisogna apportare delle opportune correzioni, questo per tenere in considerazione della diversa
escursione termica e temperatura esterna di progetto.
Per la valutazione del contributo termico estivo dovuto alla ventilazione (Qp)v si è utilizzata la
seguente formulazione per la sua stima:
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Dove:
(Qp)v = Potenza termica per ventilazione [Watt];
Cp= Calore specifico a pressione costante per l’aria 1005 [J/Kg°K];
tae= temperatura dell’aria esterna [°C];
tai= temperatura dell’aria interna[°C];
Ginf = Portata d’aria di rinnovo per ogni ambiente [Kg/s].
Per il contributo dovuto alla radiazione solare (Qp)s che investe i componenti finestrati esso può
essere valutato attraverso le seguenti formulazioni:
𝑓
𝑄𝑠,𝑚𝑎𝑥 = 𝐶𝑠 ∗ 𝐼𝑠,𝑚𝑎𝑥 ∗ 𝑆𝑣 ∗ 𝑓ℎ ∗ 𝑓𝑣
Dove :
Cs = E’ il coefficiente che tiene conto della schermatura del vetro;
Is,max = E’ la Radiazione solare massima attraverso il vetro semplice [W/m2];
fv = E’ il fattore che tiene conto dell’ombreggiamento;
fh = E’ il fattore che tiene conto della tipologia di telaio del serramento;
Sv= E’ la superficie del componente finestrato [m2]
Per quello che concerne il contributo dovuto alla illuminazione, esso è stato valutato sempre
con il metodo dei fattori di accumulo, la relazione utilizzata è la seguente :
𝑙
Dove i fattori di accumulo sono funzione della tipologia di lampada utilizzata, e della massa
media dell’ambiente e dello sfasamento temporale tra l’istante considerato e quello in cui le
lampade sono state accese. Nell’ipotesi di impianto termico con un funzionamento continuativo,
e nell’ipotesi che l’impianto di illuminazione sia acceso 8 ore al giorno, i valori dei fattori di
accumulo si sono ricavati da soluzione tabellare (par. 6.7.3 Tabella 26 della Norma UNI 13779)
Livello di illuminazione in Lux
Tipo di uso
Intervallo tipico Valore di default
Uffici con finestre da 300 a 500 400
La potenza elettrica necessaria per un dato livello di illuminazione è ricavata dalla tabella che
segue (par. 6.7.3 Tabella 26 della Norma UNI 13779)
Livello di illuminazione in Potenza specifica di illuminazione in W,m-2
Lux Intervallo tipico Valore di default
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Per quello che concerne il contributo dovuto alle attrezzature,negli edifici per uffici il carico
termico dovuto alle attrezzature è generalmente tra 25 e 200 W.persona-1 mediato sul periodo
di uso. Un valore di default per edifici per uffici è 100 W·persona-1 per 8 ore al giorno.
Infine si è valutato il contributo dovuto ai carichi interni, tale contributo è dato di progetto poiché
dipende dalle apparecchiature e persone che sono presenti in ambiente e che producono un
flusso termico sensibile. Il contributo dovuto alle persone presenti, varia asseconda delle
condizioni in cui queste si trovano, il valore del calore emesso dalle persone può essere
riassunto nella tabella che segue.
8 SOLUZIONE IMPIANTISTICA
Considerando la differente tipologia di destinazione d'uso e frequenza di occupazione esistente
tra il piano seminterrato ed gli altri piani fiori terra, l'impianto per la climatizzazione delle due
zone climatiche in oggetto sarà composto da due sistemi di climatizzazione:
1. impianto al servizio degli UFFICI
2. impianto al servizio dei CAMERINI
Ciascuno degli impianti di climatizzazione sarà composto dai seguenti sottosistemi:
- un impianto aeraulico per assicurare i ricambi d'aria all'interno degli ambienti (aria primaria)
- un impianto aeraulico per assicurare l'estrazione dell'aria all'interno dei servizi igienici e
depositi (impianto di estrazione)
- un impianto per la regolazione della temperatura interna dei locali ed aree comuni
La soluzione impiantistica utilizzata per la climatizzazione degli ambienti interni delle due zone
termiche è ad espansione diretta ed assicura il giusto grado di benessere climatico sia in
inverno che in estate.
Un impianto di condizionamento della temperatura a tutta aria è da escludere a causa degli
ingombri dei della rete aeraulica rispetto agli spazi disponibili al soffitto senza ridurre l'altezza
utile al di sotto dei limiti previsti dal regolamento edilizio.
Attualmente la climatizzazione delle zone termiche è realizzato con un impianto di
condizionamento di tipo idronico, che, come si è descritto nell'introduzione del presente
documento, è danneggiato in modo irreversibile; ripristinare l'impianto esistente comporta la
sostituzione della centrale CT2 e di tutta la tubazione di distribuzione; d'altronde la distribuzione
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del fluido termovettore è realizzata all'interno del locale tecnico di spillamento; considerando gli
spazi esigui la tubazione e il relativo isolante termico ha determinato una soluzione impiantistica
molto compatta con la quale non è possibile eseguire una corretta manutenzione.
Il progetto esecutivo pertanto prevede la rimozione della CT2, della rete di tubazione per
l'adduzione e distribuzione del fluido termovettore, della pompe di circolazione e delle valvole
esistenti.
La soluzione che si valuta compatibile con le caratteristiche costruttive dell'edificio è un sistema
ad espansione diretta con una centrale termo frigorifera istallata sul lastrico solare e che utilizza
come fluido vettore il gas R410A; il fluido temovettore viene distribuito ai terminali interni del tipo
ventilconvettore con montaggio a parete mediante una rete di tubazione in rame per alta
pressione le cui dimensioni tipiche sono compatibili con gli spazi disponibili al soffitto.
Considerando le distante e le altezze piezometriche che devono coprire le tubazione in rame, il
sistema utilizzato sarà del tipo VRF o VRV.
L'aria primaria sarà assicurata da Recuperatori (REC). I REC svolge la funzione recuperatore
che consentirà lo scambio, senza miscelazione, tra l'energia termica dell'aria estratta dai bagni
e dalgi ambienti e quindi espulsa.
Le apparecchiature elettromeccaniche destinata alla climatizzazione delle zone termiche sono
installate sul terrazzo su adeguate strutture in acciaio pesante a formare un telaio appoggiata
sul muro portante perimetrale mediante dei poggioli in cls armato adeguatamente isolate da
essi mediante un sistema di isolamento.
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Fusibili Fusibili
WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità
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°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h
Ind 1 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480
Ind 2 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480
Ind 3 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480
Ind 4 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4 480
Ind 5 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2 660
Ind 6 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2 660
Ind 7 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9 510
Ind 8 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9 510
Ind 9 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9 510
Ind 10 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2 690
Ind 11 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2 690
dBA A mm kg kW kW
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dBA A mm kg kW kW
CAMERINI - RYYQ10T
DATI DI CAPACITÀ A CONDIZIONI E RAPPORTO DI CONNESSIONE (100%) COME
INSERITI
Nome FCU Tmp C Rq Max Rq Max Tevap Tdis C Tmp H Rq HC Max HC Tdis H portata
TC TC SC SC d'aria
°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h
Ind 15 FXFQ80A 26,0 / 50% n/a 8,8 n/a 6,2 6,0 12,7 20,0 n/a 10,0 41,4 1368
Ind 16 FXFQ100A 26,0 / 50% n/a 10,9 n/a 7,5 6,0 12,2 20,0 n/a 12,5 43,0 1590
Ind 17 FXFQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,2 6,0 14,3 20,0 n/a 5,0 38,1 810
Ind 18 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420
Ind 19 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420
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L'analisi dei valori di temperatura di aspirazione e di scarico può aiutare a prevenire una
corrente fredda e garantire un livello di comfort termico.
La temperatura di mandata è inferiore a 35,0°C. Ridurre il rapporto di connessione può
compensare questo e può aumentare la temperatura di mandata migliorando il livello di comfort
termico.
dBA A mm kg kW kW
Car Refr Carica di fabbrica del refrigerante standard (5m di lunghezza effettiva delle tubazioni)
Per il calcolo della carica aggiuntiva di refrigerante fare riferimento al manuale tecnico
WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità
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% °C kW kW °C kW kW
INGRESSO E RYYQ12T 110 32,0 34,6 18,3 2,0 / 80% 28,9 20,9
UFFICI
CAMERINI RYYQ10T 100 32,0 27,2 13,7 2,0 / 80% 25,7 15,6
m Type GWP Car Refr Car Agg TCO₂ eq. SEER SCOP ηs,c ηs,h
kg kg Tonnes % %
INGRESSO E RYYQ12T 7,5 R410A 2087,5 6,3 (¹) 13,2 5,5 3,8 216 149
UFFICI
CAMERINI RYYQ10T 7,5 R410A 2087,5 6,0 (¹) 12,5 5,6 3,8 222 147
A mm kg
12,7×28,6 9,5×19,1
KHRQ22M64T KHRQ22M29H
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Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
Schema frigorifero CAMERINI
CAMERINI
RYYQ10T
9,5×22,2
KHRQ22M29H
Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
Diagramma elettrico
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al controllo centralizzato
P1,P2
INGRESSO E UFFICI Ind 12 BRC1E53A
RYYQ12T VAM1000J
OUT F1,F2 IN F1,F2 F1,F2 L,N 3A 1ph
L1,L2,L3,N 24A 3Nph
P1,P2
Ind 13 BRC1E53A
VAM1000J
F1,F2 L,N 3A 1ph
Ind 1
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 3
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 5
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
P1,P2
Ind 7 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 10 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph
P1,P2
Ind 8 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 9 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 11 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph
Ind 6
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 2
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 4
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
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P1,P2
Ind 16 BRC1H519W
FXFQ100A
F1,F2 L,N 0,8A 1ph
P1,P2
Ind 17 BRC1H519W
FXFQ40A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 18 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 19 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
BYFQ60CW Nuovo pannello decorativo (bianco) Ind 7 [FXZQ15A] Ind 8 [FXZQ15A] Ind 9 [FXZQ15A]
BYCQ140D Pannello decorativo standard Ind 15 [FXFQ80A] Ind 16 [FXFQ100A] Ind 17 [FXFQ40A]
Controllo Gruppo 1
ItouchManager
INGRESSO E UFFICI (13) # esterne 1
# interne 13 # controlli 1
Controllo Gruppo 2
ItouchManager
CAMERINI (6) # esterne 1
# interne 6 # controlli 1
Controllo Gruppo 1
Controllo Gruppo 2
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PROGETTO ESECUTIVO PER L’INTERVENTO DI MANUTENZIONE DEL TEATRO
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CAMERINI (6)
RYYQ10T OUT F1,F2
L,N
Ethernet 100BASE-TX ItouchManager
DCM601A51
LIMITAZIONI TUBAZIONE
Unità interna(e) connesse: VRV
La distanza massima dal primo all'ultimo giunto (aumentare le dimensioni dei tubi intermedi se maggiore) 40,0m
CAPACITÀ TUBAZIONE
Indice di connessione massimo Diametri
149,9 9,5×15,9
199,9 9,5×19,1
289,9 9,5×22,2
419,9 12,7×28,6
639,9 15,9×28,6
919,9 19,1×34,9
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Fusibili Fusibili
WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità
°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h
Ind 1 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4
Ind 2 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4
Ind 3 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4
Ind 4 FXLQ32P 26,0 / 50% n/a 3,5 n/a 2,4 6,0 11,3 20,0 n/a 4,0 44,4
Ind 5 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2
Ind 6 FXLQ40P 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,0 6,0 12,8 20,0 n/a 5,0 42,2
Ind 7 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9
Ind 8 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9
Ind 9 FXZQ15A 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,3 6,0 18,3 20,0 n/a 1,9 30,9
Ind 10 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2
Ind 11 FXZQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,1 6,0 12,7 20,0 n/a 5,0 41,2
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L'analisi dei valori di temperatura di aspirazione e di scarico può aiutare a prevenire una
corrente fredda e garantire un livello di comfort termico.
La temperatura di mandata è inferiore a 35,0°C. Ridurre il rapporto di connessione può
compensare questo e può aumentare la temperatura di mandata migliorando il livello di comfort
termico.
dBA A mm kg kW kW
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CAMERINI - RYYQ10T
DATI DI CAPACITÀ A CONDIZIONI E RAPPORTO DI CONNESSIONE (100%) COME
INSERITI
Nome FCU Tmp C Rq Max Rq Max Tevap Tdis C Tmp H Rq HC Max HC Tdis H portata
TC TC SC SC d'aria
°C kW kW kW kW °C °C °C kW kW °C m³/h
Ind 15 FXFQ80A 26,0 / 50% n/a 8,8 n/a 6,2 6,0 12,7 20,0 n/a 10,0 41,4 1368
Ind 16 FXFQ100A 26,0 / 50% n/a 10,9 n/a 7,5 6,0 12,2 20,0 n/a 12,5 43,0 1590
Ind 17 FXFQ40A 26,0 / 50% n/a 4,4 n/a 3,2 6,0 14,3 20,0 n/a 5,0 38,1 810
Ind 18 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420
Ind 19 FXAQ15P 26,0 / 50% n/a 1,7 n/a 1,4 6,0 16,3 20,0 n/a 1,9 33,2 420
dBA A mm kg kW kW
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Car Refr Carica di fabbrica del refrigerante standard (5m di lunghezza effettiva delle tubazioni)
Per il calcolo della carica aggiuntiva di refrigerante fare riferimento al manuale tecnico
WxHxD LarghezzaxAltezzaxProfondità
% °C kW kW °C kW kW
INGRESSO E RYYQ12T 110 32,0 34,6 18,3 2,0 / 80% 28,9 20,9
UFFICI
CAMERINI RYYQ10T 100 32,0 27,2 13,7 2,0 / 80% 25,7 15,6
m Type GWP Car Refr Car Agg TCO₂ eq. SEER SCOP ηs,c ηs,h
kg kg Tonnes % %
INGRESSO E RYYQ12T 7,5 R410A 2087,5 6,3 (¹) 13,2 5,5 3,8 216 149
UFFICI
CAMERINI RYYQ10T 7,5 R410A 2087,5 6,0 (¹) 12,5 5,6 3,8 222 147
A mm kg
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A mm kg
UFFICI
12,7×28,6 9,5×19,1
KHRQ22M64T KHRQ22M29H
Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
Schema frigorifero CAMERINI
CAMERINI
RYYQ10T
9,5×22,2
KHRQ22M29H
Avvertenza: I valori del diametro del tubo sono puramente indicativi. A seconda
delle lunghezze tubazioni, un differente diametro potrebbe essere necessario.
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Diagramma elettrico
Ind 1
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 3
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 5
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
P1,P2
Ind 7 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 10 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph
P1,P2
Ind 8 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 9 BRC1H519W
FXZQ15A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 11 BRC1H519W
FXZQ40A
F1,F2 L,N 0,4A 1ph
Ind 6
FXLQ40P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 2
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
Ind 4
FXLQ32P
F1,F2 L,N 0,6A 1ph
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COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015
P1,P2
Ind 16 BRC1H519W
FXFQ100A
F1,F2 L,N 0,8A 1ph
P1,P2
Ind 17 BRC1H519W
FXFQ40A
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 18 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
P1,P2
Ind 19 BRC1H519W
FXAQ15P
F1,F2 L,N 0,3A 1ph
BYFQ60CW Nuovo pannello decorativo (bianco) Ind 7 [FXZQ15A] Ind 8 [FXZQ15A] Ind 9 [FXZQ15A]
BYCQ140D Pannello decorativo standard Ind 15 [FXFQ80A] Ind 16 [FXFQ100A] Ind 17 [FXFQ40A]
Controllo Gruppo 1
ItouchManager
INGRESSO E UFFICI (13) # esterne 1
# interne 13 # controlli 1
Controllo Gruppo 2
ItouchManager
CAMERINI (6) # esterne 1
# interne 6 # controlli 1
Controllo Gruppo 1
Controllo Gruppo 2
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COMUNALE "VITTORIO EMMANUELE" art. 1 comma 338 L. 208/2015
CAMERINI (6)
RYYQ10T OUT F1,F2
L,N
Ethernet 100BASE-TX ItouchManager
DCM601A51
LIMITAZIONI TUBAZIONE
Unità interna(e) connesse: VRV
La distanza massima dal primo all'ultimo giunto (aumentare le dimensioni dei tubi intermedi se maggiore) 40,0m
CAPACITÀ TUBAZIONE
Indice di connessione massimo Diametri
149,9 9,5×15,9
199,9 9,5×19,1
289,9 9,5×22,2
419,9 12,7×28,6
639,9 15,9×28,6
919,9 19,1×34,9
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