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GIOVED 11 AGOSTO 2011

D.L.

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA

ANNO IX N158 1,00

TERZO POLO

L A R I V O LTA I N S I R I A

Siamo alla vigilia di una svolta di Fini o si tratta solo di un posizionamento? Di certo, anche lUdc mostra un volto diverso rispetto al Cavaliere A PAGINA 2

La repressione del regime di Damasco continua nonostante gli ultimatum. Usa e Turchia spingono per unazione del Consiglio di sicurezza A PAGINA 4

Le pensioni non sono un tab


NICOLA ROSSI

Collasso i Borsa, zero proposte alle parti sociali, maggioranza di i d ll in ll i i li i divisa, dura l Cgil la il

Italia, un paese instabile? Quando i mercati internazionali parlano dellItalia in questi termini la sensazione parlino di un altro paese. Perch in pochi paesi alcuni concetti attraversano i decenni come nel nostro, si dimostrano impermeabili ai cambiamenti di leadership politica e sindacale come nel nostro, resistono imperterriti ai mutamenti del quadro internazionale come nel nostro. Un esempio per tutti: Le pensioni non si toccano. Non si toccavano ventanni fa quando vigeva ancora il regime retributivo e per alcuni andare in pensione era come vincere una lotteria. Non si toccavano dieci anni fa, quando ormai al contributivo ci eravamo arrivati ma solo a futura memoria per dare modo ad un intera generazione di continuare a partecipare alla lotteria. Non si toccavano cinque anni fa quando ci si apprestava a cancellare improvvidamente lo scalone, in modo da consentire a chi ancora non laveva fatto di acquistare gli ultimi biglietti della stessa lotteria. SEGUE A PAGINA 6

La crisi divora miliardi, il governo apre tavoli


oveva essere il punto di svolta della crisi. E invece lincontro fra governo e parti sociali ha deluso le tante attese che si erano addensate alla vigilia. Per dirla con le parole di Susanna Camusso, leader della Cgil, stata una riunione non allaltezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria. Berlusconi e Tremonti infatti si sono limitati a ripetere la stessa litania gi recitata nella conferenza stampa di venerd scorso: la manovra verr anticipata e con essa il pareggio di bilancio, ci sar un consiglio dei ministri ad hoc entro il prossimo 18 agosto. Tuttavia, piccolo particolare, i due non dicono da dove verranno presi i soldi, non anticipano nessuna misura concreta. Ancora peggio Gianni Letta che, a fronte di un generico il governo sta vagliando tutte le ipotesi, propone alle parti sociali lapertura di tre tavoli di confronto: uno su liberalizzazioni e privatizzazioni, uno sulle infrastrutture e un altro sul mercato del lavoro.

La verit che non sanno che fare


STEFANO MENICHINI

Il tutto con laggravante della tragedia senza fine che si vive sui mercati. Ieri, mentre il tavolo era ancora in corso, piazza Affari ha fatto segnare un ribasso mostruoso: meno 6,6 per cento. Sulla stessa scia le borse europee: la fuga dalle azioni ha segnato tutte le piazze del vecchio continente, con Madrid che cede il 5,49 per cento, Parigi il 5,45, Francoforte il 5,13, Zurigo il 4,12, Amsterdam il 3,41, Londra il 3,05, Bruxelles il 2,92 e Lisbona l1,25. Il vuoto delle proposte del governo finisce per compattare le parti sociali che, a dispetto dellunit di facciata, sono invece gi divise. Con il segretario Cgil che arriva a non escludere lo sciopero generale, e il segretario Cisl a bocciarlo. Continua lopera di mediazione della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che chiede una manovra allinsegna di rigore e equit ma anche misure per il rilancio della crescita come le privatizzazioni, le liberalizzazioni, le infrastrutture.

NEWS ANALYSIS

Silvio, Giulio, Lega: la somma zero


ANDREA TOGNOTTI

Il nulla del governo compatta le parti sociali


STEFANO BALDOLINI

Il Pd ritrova il suo europeismo


RUDY FRANCESCO CALVO A PAGINA

ROBIN

Saccheggi
In Inghilterra fermate le bande dei saccheggiatori. Ora sotto osservazione il governo italiano.

La crisi in parlamento
LUCIO DUBALDO

giusto dimostrare di avere a cuore la stabilit del paese. Anche Prodi ha voluto ricordarne il valore, strappando i settori pi oltranzisti dellopposizione al rito della macumba contro il governo. SEGUE A PAGINA 6

LA GUERRIGLIA IN INGHILTERRA

Unaltra Big Society


Pugno di ferro contro i teppisti, tutti daccordo. O forse no.
LORENZO BIONDI
AMY MOLLETT

A PAGINA

opo aver assistito attoniti e disgustati agli eventi di luned notte, centinaia di londinesi sono usciti dalle loro case decisi a darsi da fare per aiutare i quartieri colpiti, forniti di scope e secchi per la spazzatura. Molti arrivavano da strade e aree non interessate dai tafferugli. Sulla carta uno spirito di comunit cos positivo come quello che si visto nelle operazioni di pulizia volontaria in giro per Londra

sarebbe lelemento caratterizzante della principale proposta politica di David Cameron: la Big Society. Rilanciata per la quarta volta in maggio, lidea ha i suoi punti chiave nellimpegno comunitario, nellazione sociale e nellaiutare le persone a lavorare insieme per migliorare le proprie condizioni di vita. Il sostegno nazionale per i volontari che hanno trascorso la loro giornata aiutando a riparare i danni subiti da concittadini sconosciuti ha certamente qualcosa a che fare con tutto questo. SEGUE A PAGINA 5

SERVIZIO PUBBLICO E CRISI

LE PAGINE DI EUROPA

Attenzione attenzione, la Rai torna dalle ferie


no gi ha tanti problemi, in questa brutta estate: essere presi in giro poi non umanamente sopportabile. La notizia fra virgolette, attenzione che la Rai ha deciso di seguire con degli speciali nuove virgolette la crisi economica che sta sconvolgendo i mercati di tutto il mondo, riparando cos, seppure tardivamente, al pauroso deficit informativo di queste settimane (un po meglio la radio della tv, completamente sparita con leccezione del Tg3 e del suo Linea Notte). Ma davvero una riparazione? A leggere il comunicato di viale

Mazzini ti cascano le braccia: c, s, uno sforzo di Radio Rai che, non dimentichiamolo, dispone di un mezzo per sua natura pi pronto a stare sulle cose e che infatti andrebbe sempre meno considerata come la cenerentola dellazienda. Ma la tv dov? Leggiamo: Venerd 12 il settimanale del Tg1 Tv7 dedicher uno speciale di 20 minuti ai temi della crisi economica. Ammazza, come diciamo a Roma. Poi, sabato su Rai2, speciale Tg2 Dossier e gran finale domenica con Telecamere (in replica anche la sera tardi, se ve lo siete

perso) dove si parler della crisi che sentite un tema di stretta attualit, vista la delicata situazione dei conti pubblici. Capito che po po di sforzo produttivo? Sia chiaro che noi non vogliamo insegnare niente a nessuno, e parliamo da semplici utenti. Ma che ci vuole a mettere su una trasmissione seria, con gli opinion maker famosi, politici economisti sindacalisti banchieri operatori giornalisti e quantaltro? Dove sono i celebri conduttori che sbancano lAuditel? Onore a Linea Notte, certo: ma una bella puntata speciale di Ballar, di Porta a porta, di

Annozero, ma s, anche dellUltima parola proprio fuori dal novero delle cose possibili? Il sussulto di viale Mazzini allora assomiglia troppo alla famosa toppa peggiore del buco. Ricorda quella dei parlamentari che rientrano a Roma dalle ferie solo domani, per due orette, per poi ripartirsene e tornare il 5 settembre. La Rai forse nemmeno quello, chiss quando faranno un bel programma in prima serata. Questi sono capaci di pensare che la crisi passi presto e si possa tornare al nazional-popolare del bel tempo che fu. (m. lav.)

Cultura
LA FRATTURA EUROPEA

Cinquantanni fa la costruzione del Muro di Berlino. Un testimone racconta

attesa era fortissima. Ora per ne sappiamo quanto ne sapevamo ieri. Cio niente. Non solo noi. Non ne sa nulla quella inedita e preziosa alleanza dei produttori che stata inutilmente convocata a palazzo Chigi. Non ne sanno nulla gli operatori finanziari, lasciati a cavarsela nella mostruosa tempesta borsistica. Non ne sanno nulla i partiti. Non ne sanno nulla, figurarsi, i cittadini: come lavoratori, contribuenti, imprenditori, risparmiatori, pensionati, consumatori, in qualsiasi veste abbiano paura per il futuro. Non sappiamo nulla di come lItalia potrebbe uscire dallemergenza per il semplice drammatico motivo che non sa nulla chi dovrebbe fare le scelte. Chi ha promesso di fare presto e bene. Chi si vantava di aver gi avviato tutte le misure necessarie e ieri ha dovuto ammettere che invece tutto cambiato e che la manovra va completamente ristrutturata. Non lo dice pi solamente Bersani, che il problema principale dellItalia la nullit che si trova alla guida del paese. Il primo degli editoriali del Financial Times di ieri concedeva a Berlusconi unultimissima chance di dimostrare che tiene pi agli affari pubblici che ai propri. Ma senza nutrire alcuna fiducia: Ci che lItalia sta soffrendo non deriva da un colossale deficit di bilancio, ma da un colossale deficit di leadership politica. E la Borsa di Milano non aveva ancora chiuso, peggiore dEuropa, a meno 6,6 per cento. E il presidente del consiglio non aveva ancora confermato davanti a Marcegaglia, Mussari, Camusso, Bonanni e gli altri il proprio stato di stordimento. Gianni Letta ha annunciato, e senza ironia, lapertura di almeno tre o quattro tavoli di concertazione: cos lennesimo dei tanti momenti della verit sfumato, come i precedenti, nel rinvio causato dai veti nella maggioranza. Oggi alla camera se ne consumer un altro, dove almeno le opposizioni potranno confrontarsi con Tremonti. Sar altrettanto deludente, temiamo. Del resto, perfino il prossimo decisivo consiglio dei ministri pare evento remoto, avvolto nelle nebbie. Alla fine, anche chi vorrebbe collaborare, con le migliori intenzioni, potr trovarsi a prendere atto che nessuna casa che brucia pu essere salvata se il pompiere rimane immobile, attanagliato dal terrore e dallincapacit.

ANGELO PAOLUZI A PAGINA 7

Chiuso in redazione alle 20,30

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gioved 11 agosto 2011

P R I M O

P I A N O

L E D I T O R I A L E

Lex Terzo polo?


otizie vere, pochine, va detto subito: siamo alle strette di mano fra Fini e Berlusconi, per quanto plateali, alle mezze frasi, ai doroteismi di secondordine, addirittura ai rapporti politici segnati dalla comune abitazione nel medesimo stabile, come ci informa il Giornale riferendosi a Bocchino e Alfano che udite udite hanno i figli alla stessa scuola. Ma in questa orribile estate conta tutto. Anche le sensazioni. E quella che riguarda il presidente della camera netta: si sta riposizionando mettendo la barra in direzione Pdl. In politica queste giravolte ci stanno, ha poco senso fare i moralisti. Il punto piuttosto capire se di posizionamento si tratta o di una

MARIO LAVIA

contro-svolta di fondo. La quale, beninteso, verrebbe in ogni caso esclusa dal protagonista perch chiaro che un professionista come Fini sarebbe (sar?) in grado di trovare cento argomentazioni a sostegno di un suo eventuale ritorno a casa e sarebbe per esempio pronto, nel caso, ad ascrivere alla sua rupture di un anno fa un (presunto) scolorimento del berlusconismo pi dassalto: la nomina del giovane Alfano ne sarebbe la spia. Ma sembra pi logico ritenere che il capo di Fli esperienza che ha avuto sinora un respiro pi corto di quanto ci si potesse augurare senta vicino lapprossimarsi del crollo finale di

Berlusconi e dunque si appresti a ri-occupare uno spazio a destra dello schieramento politico in vista dello scongelamento definitivo del blocco pidiellino, di quei voti che Fini vuole incanalare in una destra europea, democratica e non padronale. Che tutto questo passi per per un imminente appeasement con luomo che lo cacci, scaten i segugi sulla casa di Montecarlo, fece raccogliere le firme per ottenerne le dimissioni da presidente della camera, beh, c qui qualcosa come dire di stonato. Ed un eufemismo. Il discorso vale tranne che per la questione dei rapporti personali anche per

Casini. Che ad onta di tante previsioni ha saputo reggere il timone della sua barca in piena autonomia e che proprio grazie a questa temerariet oggi pu vantare una posizione politicamente molto pi forte degli effettivi consensi elettorali. E di Casini si capisce anche la cautela nella richiesta di dimissioni del Cavaliere, preferendo un ruolo da grande mediatore: ecco il senso della proposta della commissione sulla crisi. Lerrore di analisi che lUdc pu essere indotta a commettere per riguarda uninevitabile deriva frontista del Pd che, in quanto tale, sarebbe per essa indigeribile. Fossimo in Casini, non ci scommetteremmo. Ma spetta ovviamente al Pd dimostrare che il capo dellUdc ha torto.

VIP GIUSEPPE MUSSARI


presidente dellAbi

finita lepoca della concertazione, o si passa a quella della condivisione o non se ne esce

Tante parole, zero misure. Il governo buca lincontro


La tanto attesa riunione con le parti sociali si chiude senza novit
GIANNI DEL VECCHIO

CLIC

e Sergio Marchionne ormai incarna alla perfezione lo stereotipo del padrone cattivo, che non si preoccupa di mettere i lavoratori davanti allodiosa scelta meno tutele in cambio di lavoro n si fa problemi a mettere i sindacati luno contro laltro, Giuseppe Mussari invece si sta costruendo limmagine alternativa del padrone buono. Il presidente di Monte dei Paschi e dellAssociazione bancaria italiana la vera mente che sta dietro al movimento dei produttori, ovvero quellinsieme di rappresentanze sociali che ha presentato un documento unitario al governo per uscire dalla crisi. lui che ha tessuto la tela, assieme alla leader s degli industriali d Marcegaglia, per teM nere tutti uniti e n compatti, anche c quando sembrava q che le annunciate c misure su pensioni m e mercato del lavoro avessero avuto lefa fetto di rompere il fronte. Per Mussari infatti il tempo finito, occorre immediatamente innovare il nostro sistema economico, a partire dalle relazioni industriali. La concertazione ormai una liturgia che appartiene a unaltra stagione, oggi c invece bisogno di condivisione fra governo e parti sociali. Tutti devono remare dalla stessa parte, anche perch, secondo lui, il conflitto fra capitale e lavoro non ha pi senso e va costruito un nuovo equilibrio. Mussari non fa alcun esplicito riferimento, ma una impostazione che un po ricorda il patto tra produttori lanciato dal Veltroni del Lingotto. Sar anche per questo che ieri lUnit gli ha dedicato lintera pagina tre sotto un titolo esplicativo: Solo con il patto si vince. Il sindacato accetti la sfida? Che il quotidiano fondato da Gramsci sponsorizzi il capo dei banchieri non deve stupire pi di tanto. Mussari infatti prima di tutto il presidente di Mps, banca senese storicamente vicina ai Ds, ed uno che durante il suo mandato ha messo spesso letica davanti al business, a rischio di scontentare pezzi grossi come DAlema, come quando, allepoca della scalata Unipol del 2005, Mps smont il sogno finanziario delle coop, non seguendo Consorte. (g.d.v.)

oveva essere il punto di svolta della crisi, lincontro epocale con il quale si sarebbe dato il via a una nuova stagione di riforme, lanno zero di una ritrovata concordia nazionale. E invece nulla di tutto questo. Lincontro fra governo e parti sociali ha deluso le tante attese che si erano addensate alla vigilia. Per dirla con le parole di Susanna Camusso, leader della Cgil, stata una riunione non allaltezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria. Il tutto con laggravante della tragedia senza fine che si vive sui mercati. Ieri, mentre il tavolo era ancora in corso, piazza Affari ha fatto segnare un ribasso mostruoso: meno 6,6 per cento. Il governo quindi ancora una volta non ha voluto, o meglio non ha potuto, scoprire le carte. Lunica vera notizia riguarda la tempistica: il premier ha fatto sapere che previsto un consiglio dei ministri ad hoc fra il 16 e il 18 agosto per anticipare alcune misure della manovra approvata non pi tardi di un mese fa dai due rami del parlamento. Nessuna anticipazione, per, per quanto riguarda le misure che verranno prese. Berlusconi e il ministro delleconomia Tremonti si sono limitati nei loro interventi a ribadire quanto gi detto nella conferenza stampa di venerd scorso. Il presidente del consiglio ha confermato limpegno di inserire in Costituzione lobbligo del pareggio di bilancio mentre Tremonti, dal canto suo, ha

come raggiungere in anticipo il pareggio di bilancio. La Camusso dal canto suo ha mostrato un certo stupore per il nulla di fatto. Ci aspettavamo che ci dicessero cosa intendono fare. La volta scorsa ci hanno consegnato il libretto delle cose fatte, questa volta ci aspettavamo la lettera della Bce, per sapere in che campo giochiamo. E invece nulla di tutto questo, con Letta che ha anzi difeso la scelta di non pubblicare la lettera di Trichet. E con il ministro Sacconi che addirittura teorizza la mancanza di una linea definita: Lincontro con le parti sociali ha consentito al governo di motivare la necessit di provvedimenti urgenti e a ciascun attore sociale di sottolineare le proprie specifiche priorit. A questo punto il governo a dover decidere nel nome delle sue priBerlusconi e Tremonti non dicono da dove arriveranno i soldi per anticipare il marie responsabilit.tutUna decisione che pareggio di bilancio. Parti sociali deluse tavia ancora in alto mare. E anzi, dopo la giornata di ieri, si prefigura coposta alle parti sociali di aprire tre diversi me ancora pi complicata. Dalle parti tavoli per le riforme che sono state richie- sociali infatti arrivata una vera e propria ste allItalia dalla Bce: uno per le liberaliz- scarica di altol sulle ipotesi di riforme che zazioni e le privatizzazioni, uno sulle in- sono circolate in questi giorni. La Marcefrastrutture e un altro per il mercato del gaglia, ad esempio, stata decisa nel tolavoro. Insomma, dal governo sono arri- gliere dal novero uneventuale tassa patrivate promesse di future chiacchiere inve- moniale. Stesso pugno duro da parte dei ce che misure reali. Non a caso, il capo sindacati per quanto riguarda una possidegli industriali Emma Marcegaglia, che bile stretta sulle pensioni, in particolare di solito non si abbandona a polemiche, riguardo al blocco di quelle danzianit. non ha potuto fare a meno di notare che Industriali e sindacalisti poi si sono trovanonostante lurgenza della situazione, ti daccordo nel rivendicare lautonomia lesecutivo non abbia fornito dettagli su in materia di relazioni industriali. snocciolato le stime aggiornate che prevedono lanticipo del rientro dal deficit di un anno, al 2013. In particolare, il rapporto deficit-pil, al 3,8 per cento questanno, scender tra l1,5 e l1,7 il prossimo anno per arrivare al pareggio nel 2013. E per fare questo, ha detto il ministro delleconomia, occorre ristrutturare la manovra. Cosa che pi che una notizia una banalit. Non ha detto molto di pi il sottosegretario Gianni Letta, secondo cui lesecutivo al momento starebbe vagliando tutte le possibili ipotesi dintervento per dare una stretta alla finanza pubblica. Tante ipotesi ma nessuna misura concreta. Un segnale dimpotenza, aggravato dalla pro-

Nitto Palma riceve Pannella Ieri il neoministro della giustizia ha ricevuto in via Arenula un drappello di Radicali guidati dal leader. Un confronto in cui Pannella ha ribadito che lamnistia lunica soluzione al sovraffolamento delle carceri. Nitto pensa a depenalizzare i reati minori.

LAsinello contro il Porcello Arturo Parisi in una lettera richiama allappello i Democratici per dare pi forza alla sfida ardua di raccogliere le 500 mila firme necessarie a presentare il referendum pro-Mattarellum e una analoga legge di iniziativa popolare.

SICUREZZA LA RIORGANIZZAZIONE PORTA A UN RISPARMIO DI CINQUE MILIONI DI EURO

Sap: Al posto dei tagli, meno corpi di polizia


N
elle more della ancora nebulosa ristrutturazione della manovra e dati i tempi e i precedenti dal 2008 a oggi il comparto sicurezza e difesa ha subito tagli per tre miliardi di euro (200milioni solo nellultima Finanziaria) il Sindacato autonomo di polizia sente puzza di bruciato e mette le mani avanti: Negli ultimi tre anni i poliziotti italiani hanno gi pagato il prezzo della crisi, ricorda il segretario generale del Sap Nicola Tanzi. Se serve fare cassa per far fronte alla tempesta finanziaria, piuttosto che operare nuovi tagli e toccare stipendi, pensioni o le risorse che servono a far funzionare un sistema gi in difficolt, il governo pensi a razionalizzare i corpi di polizia, che sono obiettivamente troppi e costano molto. Dunque il Sap torna su un vecchio cavallo di battaglia: la riduzione dei corpi di polizia. O meglio, spiega Tanzi, una sua riorganizzazione sul modello francese. Su impulso di Sarkozy, lanno scorso la Francia ha approvato una legge che di fatto ha collocato i suoi due corpi di polizia, polizia e gendarmeria, alle dipendenze del ministero dellinterno. In Italia le forze di polizia a carattere nazionale sono cinque: polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza, guardia forestale e polizia penitenziaria. Ognuna con una propria struttura nelle province o nelle localit di una certa dimensione. Con una conseguente moltiplicazione di costi e qualche sovrapposizione anche se le funzioni sono diverse. Ricomprendere la guardia di finanza, la guardia forestale e la polizia penitenziaria allinterno della polizia di stato, come oggi accade per la stradale, farebbe risparmiare allo stato circa 5 miliardi di euro e consentirebbe di avere il triplo degli uomini in strada, sottolinea Tanzi. Rimarrebbe intatta la loro storia, la loro identit e le loro funzioni. Ma sotto lombrello della polizia e sotto la unica guida del Viminale, anzich di tre ministeri diversi (economia, ambiente, giustizia). In questo scenario, da cinque i corpi di polizia nazionale diventerebbero due, riconducibili al dipartimento di pubblica sicurezza: polizia e carabinieri. Con diverse articolazioni, pi efficienza e un risparmio sostanziale. Un risparmio che permetterebbe di non intervenire ulteriormente su un bilancio gi molto provato dalla riduzione delle risorse. Il governo ci ha privato anche di alcuni risparmi: 750 milioni accantonati negli ultimi 9 anni che dovevano servire per una efficace riorganizzazione interna, fanno sapere dal Sap. Ulteriori sforbiciate metterebbero a rischio il sistema, rischierebbero di non metterci nelle condizioni di essere operativi, incidendo sul turn over, sulla manutenzione dei mezzi e delle strutture. (fabrizia bagozzi)

Casal di Principe nella polemica A Casal di Principe il sindaco di centrodestra Pasquale Martinelli assegna lassessorato allistruzione, allurbanistica e ai beni confiscati ai clan ad Angelo Ferraro, indagato per voto di scambio politico mafioso. La polemica immediata.

430 mila giovani senza lavoro Secondo unindagine di Datagiovani, quasi il 20 per cento dei giovani disoccupati del 2010 lavorava nel 2009 e circa il 60 per cento disoccupato da oltre 12 mesi. Gli under 35 che cercano lavoro da pi di un anno sono in tutto 686mila.

N E W S

A N A L Y S I S

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gioved 11 agosto 2011

Linea rigorista e ricerca del consenso: ancora due linee nel governo; e spunta leurotassa bis. Imprese e sindacati non si scoprono ma restano uniti, almeno per ora. Il Pd denuncia vaghi principi e pure enunciazioni teoriche: i dem chiedono al governo di metterci la faccia.

Silvio, Giulio, Lega: la somma zero


ANDREA TOGNOTTI

Il nulla del governo compatta le parti


STEFANO BALDOLINI

Il Pd ritrova il suo europeismo


RUDY FRANCESCO CALVO

l governo valuta tutte le possibilit a sua disposizione per uscire dalla crisi. Il che equivale a dire che non esiste ancora una linea. O meglio, come scriveva ieri su lOccidentale Giuliano Cazzola, che di linee ce ne sono sostanzialmente due: quella di chi mira al risanamento (Tremonti) e di chi, nonostante tutto, vorrebbe conservare il consenso residuo, cio il presidente del consiglio. Allo stato dei fatti, anche a cospetto di un ennesimo crash in Borsa, il governo pare non Ancora due avere molte carte. linee tra il Con la Lega alpresidente e il meno quella in suo ministro. versione Reguzzoni, che interE la Lega preta la parte fa il signorn bossian-berlusconiana del Carroccio che stoppa la riforma delle pensioni ma anche, ogni forma di patrimoniale. I maroniani potrebbero valutare diversamente unipotesi del genere, ma dopo la fiammata del voto su Alfonso Papa come se si fossero un po impauriti e non alzano la testa pi di tanto. Del resto anche nel Pdl la contrariet alla patrimoniale non assoluta, e viene sostenuta da Alemanno e dal sottosegretario alla difesa Guido Crosetto, consolidatosi come esplicito antagonista del suo capo Tremonti. Limpressione comunque che la Lega (mentre scriviamo in corso il vertice fra il premier, Tremonti e Bossi) stia impersonando il ruolo del signorn mettendosi di traverso a provvedimenti che alludano alla linea delle lacrime e sangue. A costo di smentire non sarebbe la prima volta luscita bossiana di pochi giorni fa, insolitamente elogiativa dellEuropa. E per il Carroccio troppo preoccupato di non perdere ulteriori consensi nel suo Nord per potersi permettere di assecondare, almeno in prima battuta, una politica di rigore. Daltronde, fin dal 94, non

mai stata questa la parte che la commedia del centrodestra le ha assegnato. In prima battuta abbiamo scritto perch pi duno prevede che alla lunga la Lega non potr ostacolare pi di tanto ladozione di misure impopolari. Ma evidente che siamo solo allinizio di un braccio di ferro nella maggioranza. E non si tratta solo della Lega. I duri del Pdl parla per tutti Giorgio Stracquadanio di patrimoniale non vogliono sentir parlare. Al massimo, nel partito di Berlusconi i pi estremisti parlano di adeguamento dellItalia al livello delle tessazioni in vigore in altri paesi europei. Ma si resta nel vago. Ma per quanto ancora? Per il 18 agosto (data probabile del consiglio dei ministri) le idee dovranno chiarirsi. Per ora si naviga a vista. Ieri Gianni Letta non ha trovato di meglio che trincerarsi dietro il carattere confidenziale della lettera di Trichet e Draghi, e altri fanno osservare che non si potevano esporre nei dettagli le misure che saranno inserire nel decreto della prossima settimana. Ma una novit potrebbe scaturire nelle prossime ore. emersa infatti, nella riunione di Alfano con i capigruppo, lipotesi di arrivare a proporre un contributo simile alleurotassa prodiana: Quella stata una misura che servita per entrare in Europa, ora servirebbe a restarci, dice una fonte del Pdl. E tuttavia non detto che sia luovo di Colombo per mettere daccordo tutti. C chi ad esempio fa la previsione che le due linee, quella del premier e quella del ministro, siano sostanzialmente non ricomponibili e che alla fine finir per prevalere la seconda. Per forza di cose. Se non altro perch il premier non pare proprio intenzionato a mediare, se vero che due giorni fa ha pronunciato una frasetta niente male, piuttosto che la patrimoniale mi dimetto.

ossimo a un tavolo da poker, si direbbe che il governo non ha carte in mano, continua a prendere tempo, e le parti sociali non hanno bisogno di scoprire il bluff. Di uscire allo scoperto con le diverse posizioni esistenti tra le organizzazioni. O meglio, di spaccare ufficialmente il fronte impegnato nel secondo round anti crisi con il governo. Fronte, che per il momento tiene, dichiara a Europa il segretario confederale Cisl Giorgio Santini, vedremo le diverse articolazioni quando ci saranno i provvedimenti della manovra. Gi, perch in quanto alle uscite pubbliche sulle divergenze, queste si sono gi viste. Le parole pi chiare in questo senso le ha pronunciate il segretario confederale Cgil Fabrizio Solari: Liberi tutti sugli specifici provvedimenti. Liberi tutti, ma uniti dalla preoccupazione per laltaleIl fronte na dei mercati, sindacatiper lo stato del industrialipaese, per lurgenza degli interbanche venti da adottare. resta unito Daltra parte, al di l delle dichiarama a fatica zioni unitarie del post, chi ha partecipato al vertice preparatorio dellincontro di palazzo Chigi, presso la foresteria di Confindustria, racconta di diversi momenti di imbarazzo, di un sostanziale disaccordo sul come uscire dallimpasse. Tutti daccordo invece sullinopportunit di dividersi ora. Tuttaltro clima rispetto a una settimana fa quando si arriv a un documento congiunto, pur con qualche distinguo della Cgil sulle privatizzazioni. Oggi la decisione di non dividersi e di andare insieme a vedere le carte del governo invece figlia della necessit di non dare unimmagine da irresponsabili. innegabile infatti, che la palla sia sul tavolo dellesecutivo. Da una parte c il documento che abbiamo sottoscritto spiegano dalle parti della Cisl

dallaltra la lettera di Trichet. Il governo al bivio. Deve decidere se calcare la mano come chiesto dalla Bce o trovare un compromesso. Nel primo caso trover compatte le parti sociali. Come finora stato. Significativo che sinora la Confindustria non abbia dato sponde al governo sui temi sensibili alle organizzazioni sociali. Nessuna accelerazione sul fronte pensioni, n su relazioni industriali e mercato del lavoro. Allora s che ci sarebbe stato lo strappo, chiosano alla Cisl. E le prime avvisaglie di uno strappo non mancherebbero. Basterebbe confrontare le posizioni su liberalizzazioni e patrimoniale tra il segretario Cgil e il presidente di Confindustria (e sin qui vero e proprio motore del blocco impresebanche-sindacati), Emma Marcegaglia, che comunque parlando a nome di tutti ha chiesto una manovra improntata sul rigore e lequit. La sensazione per che in attesa di un quadro pi chiaro ci si limiti a marcare il proprio territorio, a tracciare confini invalicabili, a differenziarsi nei toni. Movimenti di truppe? Di certo, non siamo al cospetto di unazione concertata, a una strategia comune, il salto di qualit sullo sciopero generale minacciato dalla Camusso e bocciato da Bonanni non fa ben sperare, tuttavia per ora non vale la pena rompere lunit ritrovata (a partire dal contratto interconfederale del 28 giugno scorso) a fronte del vuoto di proposte del governo. Governo che se non riuscito a dividere il fronte, nemmeno riuscito a capitalizzare lintesa tra le organizzazioni, che rinnovano, per voce della stessa Marcegaglia, la volont di rivedersi a breve per discutere, come nella loro totale, unica disponibilit, della riforma del mercato del lavoro. Esclusi invece nuovi vertici prima del consiglio dei ministri di met agosto che chiarir il contenuto della manovra.

ggiornati quasi in tempo reale con le notizie provenienti da palazzo Chigi, i big del Pd non hanno potuto fare altro che prendere atto di come il governo brancoli nel buio. Rientrati anzitempo a Roma per fare il punto prima della riunione di oggi in commissione con Tremonti, Bersani, Letta, Veltroni e gli altri dem presenti alla riunione demergenza del caminetto hanno valutato come vaghi principi e vaghe enunciazioni teoriche (parole del vicesegretario) i temi al Bersani media centro del confronto tra lesecutra lib e lab: tivo e le parti soOk alla Bce, ciali. Il governo ma il governo ci dica che cosa vuole fare per troci metta vare gli altri venti miliardi di cui il la faccia paese ha bisogno stato lappello del segretario non potr andare per campi anche quando si presenter in parlamento, come invece ha fatto oggi (ieri, ndr). Si assumano le loro responsabilit. I Democratici, insomma, non hanno intenzione di tirar fuori il loro piano, senza vedere prima quello di Tremonti. Se la logica quella della seriet garantisce Letta noi saremo in parlamento con le nostre proposte e con una logica di coesione nazionale, come ha chiesto il capo dello stato. Una richiesta di chiarezza che il Pd avanza anche in merito ai contenuti della lettera inviata al governo italiano dalla Bce. Rispetto a quanto trapelato finora sulle richieste giunte da Francoforte, i contrasti emersi nei giorni scorsi tra i dem sono apparsi meno gravi di quanto si temesse alla vigilia. Nel corso della riunione, i toni usati da Fassina e Morando, per citare i due poli nel dibattito tra laburisti e liberal del partito, sono stati ovviamente diversi, ma Bersani ha cercato una sintesi, spingendo con decisione sul tasto delleuropeismo: La crisi ha spiegato il segretario deve essere unoc-

casione per compiere i passi decisivi per rafforzare il ruolo dellUe e andare oltre Maastricht. In questo quadro, lintervento inedito di Draghi e Trichet accolto anche in casa dem come inevitabile e, anzi, tempestivo per far fronte allemergenza-Italia. La richiesta, semmai, che il governo metta chiaramente la faccia sulle misure promesse, cos come sulla responsabilit di non averle attuate gi prima, evitando cos il tracollo attuale. Le proposte del Pd saranno declinate stamattina dai componenti delle commissioni affari costituzionali e finanze, davanti alle quali parler Tremonti alle 11, insieme a Bersani: sar lui a intervenire a Montecitorio a nome di tutto il partito. I punti chiave, per, sono stati definiti gi ieri sera. Chi ha di pi contribuisca di pi al risanamento, il principio esplicitato da Letta. Non sar certo il Pd, comunque, il primo a parlare di patrimoniale. soprattutto questa la carta che i dem aspettano che sia tirata fuori dal governo, prima eventualmente di dire la propria opinione in proposito (dribblando cos anche inutili e controproducenti contrasti interni). Lo stesso discorso vale anche per le pensioni. Sono altri, quindi, gli interventi che saranno chiesti esplicitamente a Berlusconi e Tremonti: misure a sostegno della crescita, anticipo e ampliamento della riduzione dei costi della politica, liberalizzazioni, riforma fiscale, lotta pi dura allevasione, snellimento della pubblica amministrazione e dello stato. Su tutto questo, dice Letta, arrivato il momento della verit. In questo quadro, le riforme costituzionali che il governo ha in mente sono considerate secondarie. Il Pd contrario a un intervento sullarticolo 41 (sulliniziativa economica), mentre disposto a discutere dell81, per inserire in termini chiari e ben definiti il pareggio strutturale di bilancio.

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gioved 11 agosto 2011
IL CAIRO

P R I M O

P I A N O

Il governo egiziano studia una legge contro le discriminazioni verso donne e minoranze religiose
multa. Il testo rende perseguibili tutte le azioni che portano a discriminazioni tra persone o ai danni di gruppi sulla base di questioni di genere, origine, lingua o religione. Le donne e le minoranze lamentano regolarmente questo tipo di problemi in Egitto. I cristiani copti, ad esempio, per legge devono ottenere un permesso presidenziale per stabilire un luogo di culto, cosa che non richiesta ai musulmani. Il governo ha garantito che sta studiando un testo per facilitare la costruzione di nuove chiese. Gli scontri sulla costruzione dei luoghi di culto hanno provocato almeno trenta morti questanno.

Una modifica del codice penale allo studio in Egitto con lobiettivo di eliminare le discriminazioni e tutelare la minoranza cristiana. Nellemendamento proposto, pubblicato sulla pagina Facebook del governo transitorio, ogni forma di ostracismo viene considerata un reato da punire con almeno tre mesi di carcere e una

LORENZO TROMBETTA

beirut ieci giorni, al massimo due settimane. il tempo concesso dal governo turco al regime siriano, colpevole parole del primo ministro Tayyip Erdogan di sparare sul proprio popolo. Eppure in molti si chiedono perch mai il sistema di potere impersonificato dal presidente Bashar al Assad, che non ha voluto riformarsi in undici anni (in quaranta se si conta lera di Hafez), n in cinque mesi di massicce manifestazioni popolari, nelle prossime due settimane dovrebbe correre verso vere e radicali riforme, come richiesto ieri da Erdogan dopo il faccia a faccia a Damasco tra il suo ministro degli esteri e il ras siriano. Quel che i turchi non hanno detto alla stampa lo hanno per detto ad al Assad e ai suoi consiglieri: un fronte politico internazionale ostile alla strategia del regime di Damasco si sta formando attorno alliniziativa congiunta di Stati Uniti, Francia, Germania e Ora anche Turchia. Non a caso, Mosca nei giorni scorsi, alla vigilia della visita del si muove: ministro degli esteri Il ras turco Ahmet Davurischia una toglu in Siria, gli emissari di Watriste ne shington si erano incontrati ad Ankara con i consiglieri di Erdogan. Subito dopo, gli alleati regionali arabi degli Usa hanno condannato esplicitamente la repressione di Damasco. LArabia Saudita, il Kuwait e il Bahrein hanno richiamato i loro ambasciatori. Il Qatar (editore della tv panaraba satellitare al Jazeera, che da aprile offre schermi e microfoni alle voci del dissenso siriano) aveva richiamato il suo rappresentante gi da tempo. Gli altri due membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), Emirati Arabi e Oman, per il momento non hanno assunto posizioni unilaterali, ma hanno comunque firmato il documento di condanna congiunto del Ccg.

Fioccano gli ultimatum, ma Assad tira dritto


La repressione del regime continua nonostante cresca il fronte della condanna

Manifestazione di protesta contro il regime di Damasco davanti allambasciata siriana di Kuwait City (Ansa) E come dincanto anche lEgitto, la Lega Araba e luniversit islamica di al Azhar del Cairo, di fatto silenziosi in queste lunghe ventidue settimane di carneficina, hanno proferito parola, schierandosi contro le violenze commesse dallesercito e dalle forze di sicurezza. Quasi dimenticata dalla scena regionale, persino limpaurita Giordania filiale prima di Londra e poi Washington ha nei giorni scorsi rotto il silenzio e condannato pubblicamente la mattanza, precisando per che il governo di Amman non intende interferire negli affari interni del suo vicino. La Russia, tradizionale alleata della Siria e che per settimane aveva respinto con decisione ogni possibilit di votare in seno al Consiglio di sicurezza dellOnu una risoluzione di condanna verso il regime di Damasco, ha cominciato anchessa a dare segnali di impazienza. Il presidente Dmitrij Medvedev ha messo in guardia al Assad affermando che se la repressione continuer il ras rischier un triste destino. Il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov ha ribadito marted al suo collega siriano Walid al Muallim linvito di Mosca ad accelerare il cammino delle riforme e a fermare le violenze. A Davutoglu e a tutti gli altri attori che invocano una soluzione politica e labbandono dellopzione militare, al Assad ha risposto con un secco no. Stiamo combattendo contro i terroristi, e non ci fermeremo certo ora solo perch lo chiedono dallestero, la sintesi del suo messaggio. Sul terreno, le parole del ras non potevano essere tradotte in modo pi concreto: i carri armati hanno continuato ad appoggiare le forze di sicurezza nei rastrellamenti casa per casa a Dayr az Zor, capoluogo della provincia orientale al confine con lIraq. Scena analoga nelle altre indomite

roccaforti della rivolta: Hama, Homs, Latakia, Daraa, i sobborghi di Damasco, la regione nord-occidentale di Idlib al confine con la Turchia. Qui le operazioni militari sono riprese intense, dopo circa quattro settimane di relativa stasi, proprio mentre Davutoglu atterrava a Damasco. E anche ieri sono proseguite le manovre di assedio e di occupazione di Taftanaz, Binnish, Maarrat an Numan, Sarmin, localit strette tra lautostrada Damasco-Aleppo (sud-nord), la statale Aleppo-Idlib (nordest-sudovest) e la frontiera turca distante appena trenta chilometri. Gli unici giornalisti accreditati a Damasco e cooptati dal regime per diffondere la versione ufficiale, ieri hanno potuto recarsi a Hama e constatare il ritiro dei tank governativi dalla citt, martire per eccellenza sin dagli anni 80 della repressione degli al Assad e occupata dallinizio del mese islamico di Ramadan, lo scorso primo agosto. Nella delegazione in visita a Hama accompagnata dai militari cera lambasciatore turco in Siria. Dopo le prime indiscrezioni, la notizia Usa e Turchia stata confermata dallo stesso Erdogan, sperano che ha sperato di leg- in unazione gere nel ripiegamenin seno to dei blindati un segnale positivo, nel- al Consiglio la giusta direzione. di sicurezza In realt, come la cronaca delle ultime settimane ha pi volte dimostrato, i carri armati si ritirano da una localit per entrare in altre. Una strategia di sangue finora poco efficace per sedare le proteste, un circolo vizioso apparentemente senza fine. Linizio della fine potrebbe giungere per al termine delle due settimane di tempo supplementare concesse ieri da Ankara a Damasco. Negli auspici di Ankara e Washington, attorno al 25 agosto, quando il Ramadan star per concludersi, si sar verosimilmente rafforzato il fronte della condanna e i tempi potrebbero essere maturi per unazione in seno al Consiglio di sicurezza. Stavolta, sperano Usa e Turchia, con lassenso anche di Mosca.

ANKARA IL PREMIER TURCO TEME LARRIVO DI UNONDATA DI PROFUGHI E LE CONSEGUENZE DELLINSTABILIT DI DAMASCO SULLA QUESTIONE CURDA

La rivolta siriana alle porte di casa. Ed Erdogan scopre di avere le armi spuntate
NICOLA MIRENZI

ebbene Erdogan sia convinto che liniziativa turca stia dando dei risultati concreti, la mediazione di Ankara sulla Siria non ha avuto lesito che tutti si aspettavano. Dopo lattesissima visita di marted del ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu a Damasco, le truppe di Bashar al Assad hanno fatto irruzione ieri in due citt del nord est del paese, proprio ai confini con la Turchia, uccidendo una persona e ferendone altre tredici. Tutto questo dopo che Davutoglu era volato a Damasco col pieno sostegno degli Stati Uniti e con lintenzione di mandare ad Assad un messaggio definitivo e ultimo: mettere fine ai massacri e aprire alle richieste del suo popolo. Da parte sua Assad ha risposto etichettando i rivoltosi come terroristi e spiegando al capo della diplomazia di Ankara che la Siria non si fermer, perch contro i terroristi non c nientaltro da fare

che stanarli e ucciderli. Un proposito che ieri si puntualmente materializzato, con lallargamento delloffensiva anti-ribelli vicino alla frontiera turca. Tanto che il primo ministro Tayyip Erdogan un po spiazzato dagli eventi ha dovuto ribadire che la Siria sta puntando la pistola contro il suo stesso popolo, ricordando che il messaggio della Turchia ad Assad stato molto chiaro: Fermare qualsiasi violenza e spargimento di sangue. La confusione di Erdogan nasce anche dal fatto che le notizie che arrivano dalla Siria sono tuttaltro che chiare. Sempre ieri in un incontro del partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), Erdogan ha detto che lambasciatore turco in Siria ha visitato la citt di Hama, lepicentro della rivolta siriana, riferendo che i carri armati di Assad hanno iniziato a ritirarsi. Secondo il primo ministro, questo sarebbe un segno che la nostra iniziativa sta producendo dei risultati. E pure il ministro degli esteri ha insistito sul tema del bicchiere mezzo pieno,

rintracciando un altro segno di ottimismo nel fatto che anche alcuni giornalisti hanno potuto visitare la citt. Tale rappresentazione serve ad Ankara per prendere altro tempo (sono cinque mesi che Erdogan intima ad Assad di accogliere le richieste del suo popolo) e nutrire la speranza che la forza delle proteste e la pressione internazionale alla fine costringeranno il regime a fare un passo indietro. per questo che il premier turco ha concesso ad Assad altri quindici giorni per cambiare atteggiamento, e lasciare il suo posto. Ma il punto debole dellultimatum di Ankara sta nel fatto che non si capisce quale sia la sanzione che infligger a Damasco nel caso in cui continui a infischiarsene delle proprie ammonizioni. La difficolt di far seguire alle parole i fatti mostra quanto Erdogan e i suoi siano in realt disorientati (e frustrati) dallincapacit di incidere sulla situazione, nonostante le versioni ufficiali siano di tuttaltro tenore.

I problemi del governo dellAkp non finiscono qui. In Turchia il maggior partito dopposizione quello repubblicano del popolo (Chp) ha accusato Erdogan di agire per conto degli Usa, spiegando che gli affari interni della Siria non sono cose che riguardino la Turchia. Laccusa lanciata da Kemal Kilicdaroglu ha acceso unaspra polemica, alla quale Erdogan ha replicato col consueto aplomb: Dire che il nostro ministro degli esteri non ha portato il messaggio della Turchia ma quello di unaltra nazione un segno di irrimediabile ignoranza. Losservazione di Kilicadaroglu non coglie il punto vero della questione per unaltra ragione: quello che succede a Damasco ha importanza, eccome, per la Turchia. La maggior parte dei profughi che fuggono dalla Siria, infatti, stanno arrivando in massa nel paese. La situazione talmente delicata che ad Ankara gi da tempo circola lipotesi di un intervento armato dellesercito in territorio siriano per creare una zona

cuscinetto lungo il confine, e contenere cos meglio lesodo di persone provenienti dallo stato limitrofo. Lopzione militare per non sembra al momento nelle corde di Erdogan. Al contrario il premier turco far di tutto pur di non dare allesercito lopportunit di riguadagnare la scena pubblica, mostrandosi come risolutore di situazioni tanto ingarbugliate. Oltre ai profughi, infatti, Ankara subisce un altro grave effetto collaterale dellinstabilit sriana: quello della guerriglia curda. La Turchia com-

batte da decenni una guerra contro gli indipendentisti del Pkk, molti dei quali trovano rifugio proprio in Siria, dove vive unaltra consistente comunit curda. Linstabilit di Damasco cos un carburante eccellente per rinfocolare la rabbia dei separatisti e scagliarla meglio contro lo stato centrale. Non un caso che anche il leader del partito filo curdo per la pace e la democrazia, Selahattin Demirtas, abbia criticato liniziativa diplomatica di Erdogan con gli stessi argomenti di Kilicdaroglu. Ma per ragioni molto, molto diverse.

P R I M O
CILE

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gioved 11 agosto 2011

Centomila studenti scendono in piazza a Santiago contro il governo di Piera: 396 arresti e 78 feriti
coperto hanno cercato di raggiungere il palazzo presidenziale, ma sono stati fermati dalla polizia in tenuta antisommossa. Il bilancio tracciato dalle autorit cilene di 396 arresti, 55 feriti tra le forze dellordine e 23 tra i manifestanti in tutto il paese. Ieri 38 studenti hanno raggiunto la loro terza settimana di sciopero della fame. Il braccio di ferro tra gli studenti e governo del presidente Sebastin Piera arrivato al suo culmine gioved scorso, quando scontri e atti di vandalismo si sono ripetuti nel corso di tutta la giornata. La scorsa settimana durante le proteste sono state arrestate 874 persone e sono stati feriti circa 90 agenti.

Marted gli studenti cileni sono scesi nuovamente in piazza per chiedere al governo pi fondi per listruzione pubblica. Oltre 100mila persone hanno manifestato a Santiago del Cile, ma cortei di protesta si sono tenuti anche in altre parti del paese. Nel pomeriggio sono scoppiati incidenti quando alcuni giovani con il volto

Unaltra Big Society


AMY MOLLETT* segue dalla prima

Un bambino guarda unauto bruciata nel quartiere di Ealing, nella zona ovest di Londra

LORENZO BIONDI

batterli al fresco tocca alla destra. E la sinistra si chieda il perch delle violenze. Alastair Campbell, padre di tutti gli spin-doctor, riassumeva cos le richieste dellopinione pubblica britannica alla politica al quarto giorno di scontri nel paese. Facile a dirsi. In pratica per lesplosione di violenza a Londra e nelle altre citt britanniche sta mettendo in fibrillazione le segreterie dei principali partiti, tanto a destra quanto a sinistra. Tra i conservatori si aperta la gara a chi si mostra pi duro contro i saccheggiatori, in un braccio di ferro guerra che per alcuni ha gi tra Johnson il sapore della corsa e Cameron, alla leadership. Nel Labour Ed MiliMiliband band ha scelto la lisceglie la nea della responsamoderazione bilit, rifiutando (per ora) di polemizzare col governo sui tagli alla spesa pubblica; tra i suoi per sono in molti a essersi smarcati, e il dibattito di oggi in parlamento rischia di vedere il partito spaccato ancora una volta tra moderati e non. Tory e laburisti tengono in queste ore un occhio ai sondaggi e uno alla strada, cercando di coglierne gli umori. Nonostante la dimensione massiccia delle proteste dei giorni scorsi oltre 450 gli arresti nella sola Londra, decine i focolai di tensione in tutti i maggiori capoluoghi inglesi dietro ai rioters non sembra esserci un movimento, una base sociale pi vasta. Al contrario, la classe media britannica si sdegnata vedendo le vetrina infrante e le razzie nei negozi. Nei sondaggi di ieri il 90 per centro degli intervistati invocava un giro di vite contro i violenti, con lutilizzo

Pugno di ferro, tutti daccordo. O forse no


I partiti divisi su come rispondere agli scontri
di cannoni ad acqua sulla folla. Percentuali poco inferiori (intorno all80 per cento) chiedevano di imporre il coprifuoco notturno nelle grandi citt, di fare intervenire lesercito e di fare uso di lacrimogeni. Il Sun di ieri pubblicava in copertina le facce di una ventina di teppisti, catturate dalle telecamere a circuito chiuso, con linvito ai lettori a segnalare alla polizia quei personaggi (Sgama un cretino). E i titoli del tabloid sono un indicatore del clima spesso ben pi efficace di molti sondaggi. Rientrato frettolosamente dalle ferie, il sindaco di Londra Boris Johnson ha trovato da subito il modo di allinearsi agli umori dellelettorato. Con la solita noncuranza per le discipline di partito, lex compagno di scuola di David Cameron ha sparato a zero contro il governo in carica. Violenza fuori controllo? Londra in fiamme? Non pensiate che sia colpa del sindaco. Tutta colpa del governo e dei tagli alle forze dellordine inseriti nellultima finanziaria. Un perfetto scaricabarile, ma anche la capacit da parte di Boris di cavalcare un tema caldo, di quelli che finiscono a caratteri cubitali sulla stampa a poco prezzo: non a caso, quando i tagli al bilancio della polizia erano stati approvati, lo stesso Sun aveva attaccato Downing street ricordando i bei tempi di Tony Blair. Lui s che era tough on crime, duro contro il crimine. Non come questi conservatori altolocati che non vogliono sporcarsi le mani. E anche i blogger di destra si sono concessi un po di nostalgia, ch il nasty party di Margaret Thatcher non si sarebbe lasciato intimorire da qualche centinaio di scalmanati. In contesti pi moderati, in realt, il comportamento di Cameron ha riscosso un discreto successo. Tim Montgomerie, fondatore del seguitissimo blog ConservativeHome, si esaltato per la rabbia mostrata dal premier. Non lavevo mai visto cos. Ha trovato la sua missione. Una missione che un misto di law and order e di volont di valorizzare quel popolo delle scope che si mobilitato per ripulire le strade dopo le violenze. Il tentativo di costruire, sulle macerie di questa catastrofe, una sorta di mito fondativo della famigerata Big Society. Nelle stesse ore, da sinistra, in molti annunciavano la morte prematura di quella stessa Big Society. Ci ha pensato col solito impeto Harriet Harman, la presidentessa del Labour, ospite in prima serata di Newsnight, programma di punta della Bbc. Non si tratta di giustificare i violenti. Ma quando le tasse universitarie vengono triplicate, quando le borse di studio vengono cancellate e la disoccupazione giovanile sale, be, allora forse bisognerebbe ragionare su queste cose. Parole tutto sommato caute, che in un attimo si sono trasformate in titoli sul Labour che giustifica le violenze coi tagli. Non solo una forzatura dei giornalisti, per. Tornando alle parole di Alastair Campbell: Ogni volta che qual-

cuno suggerisce che i disordini hanno delle cause profonde, non solo di ordine pubblico, viene accusato di giustificare la violenza. Niente di pi sbagliato, prosegue lo spin-doctor. Per questo oggi, in parlamanento, Campbell invita i laburisti a tirare fuori la voce e a denunciare le colpe di questo o quel premier. Peccato che la linea ufficiale del partito sia unaltra. Nelle sue prime dichiarazioni sul caso, Ed Miliband ha deciso di evitare ogni riferimento ai tagli. La Harman, gi nel giro di 24 ore, si era attirata cos tante critiche da spingere la direzione del Labour a pi miti consigli. In questa fase lopinione pubblica sembra chiedere alla politica una Ma qualcuno cosa sola: fermare e nel Labour punire i violenti. Sbatterli in carce- si chiede re, per citare anco- chi parler ra Campbell, perch a capirne le ragio- con questa ni ci si penser underclass eventualmente in un secondo momento. Forse per proprio questo il tasto pi dolente di tutta questa vicenda. Gli scontri dei giorni scorsi ricordano al Regno Unito che c un pezzo di societ, magari piccolo, che vive una condizione di disagio spesso incomprensibile alla maggioranza. C una incomunicabilit quasi totale tra questa underclass e i ceti medi. Come si fa a simpatizzare coi ribelli, se nessuno capisce le loro richieste? La underclass sembra del tutto avulsa dal discorso politico e completamente immune agli appelli alla ragionevolezza delle autorit, commentava sul Telegraph Robert Colvile. I principali partiti, a quanto pare, hanno scelto di assecondare lo sdegno della maggioranza. E di parlare alla underclass solo col linguaggio dei manganelli.

Alcuni servizi giornalistici sulle operazioni di pulizia dei volontari elogiavano la Big Society in azione, sottolineando come con la collaborazione di tutti la comunit sarebbe stata in grado di rialzarsi in piedi in breve tempo. Eppure, improbabile che lencomiabile opera di queste persone possa rappresentare linizio del rilancio dellidea di Cameron. Le scintille della retorica della Big Society ignorano ci che dovrebbe veramente attirare lattenzione in questo momento: il sogno di Cameron morto e riposa tra le ceneri dei palazzi bruciati. I residenti si sono chiesti con un misto di incredulit e rabbia come mai i giovani stessero distruggendo la loro comunit, i loro negozi di quartiere, i saloni dei barbieri, le piccole imprese. Se questo un modo di dimostrare rabbia nei confronti della polizia dopo la morte di Mark Duggan (la vicenda che ha scatenato i primi scontri violenti, ndt), allora perch sfogarla nelle proprie strade? Il punto, come qualcuno ha notato, un altro: che le loro azioni fossero collegate alla morte di Duggan o meno, molti dei responsabili dei danneggiamenti non si sentono parte di nessuna comunit o societ. In aree in cui pi della met dei centri per giovani stanno chiudendo, la disoccupazione giovanile cresce e le esperienze negative con la polizia si ripetono da generazio- Molti dei ni, molti bambini e saccheggiatori ragazzi sentono che la comunit non ha nulla non si sentono da offrire loro. No, parte non siamo tutti nella stessa barca (We are di nessuna all in this together uno comunit degli slogan pi usati dal premier conservatore, ndt): su questo punto, David Cameron non avrebbe potuto ricevere un messaggio pi chiaro. sui sentimenti di rabbia e isolamento che Cameron e gli altri dovrebbero concentrare la loro attenzione una volta riparati i danni nelle strade. In un recente post sul proprio blog, Tony Travers (giornalista e accademico londinese esperto di politiche locali, ndt) ha spiegato che il Consiglio municipale di Haringey avr bisogno di assistenza per far tornare Tottenham alla normalit il pi presto possibile. vero, ma la normalit non abbastanza. La normalit continuer a fomentare gli stessi sentimenti di espropriazione e violenza, le cosiddette comunit antisociali parallele. Il governo ha bisogno di andare ben oltre la normalit per evitare che si ripetano eventi di una simile portata. Quando fu lanciata per la prima volta, la Big Society fu criticata per essere nientaltro che un programma di austerity camuffato: tagliava i fondi a enti caritatevoli e organizzazioni che svolgono funzioni essenziali per la comunit, enfatizzando invece limportanza del volontariato, che non costa nulla al governo. Ora dovrebbe essere charo che il taglio dei servizi di cui usufruiscono i giovani in buona parte causa del pi ampio problema. Alcuni chiederanno la ragione per cui il governo dovrebbe reinvestire in aree devastate dai giovani, spero che la risposta sia ovvia. Le violenze e le distruzioni degli ultimi giorni sono inaccettabili, ma almeno in parte possono essere spiegate. La Big Society, se mai ha avuto un senso per qualcuno, di certo da oggi ne ha molto meno. *ricercatrice e editor del PoliticsBlog della London School of Economics

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gioved 11 agosto 2011

C O M M E N T I

I compiti dellopposizione
presiedere tre regioni tra quelle per di pi previste chiaramente nellatto secessionista. Per il Piemonte spero che, dopo la sentenza di condanna del o sconcio politico ed estetico di tribunale di Torino su Pensionati per questa maggioranza artificiale la Lega, il Tar ci ripensi. Una legge continua. Al di l dei ministri berluelettorale obiettivamente anti demosconiani che il 4 luglio davano del cratica, progettata da un leghista che taumaturgo dei mercati al premier lha definita a sua volta pro tempore con frasi e una porcata, in vigore giudizi ruffiani e demenziali, prima di at- Lobbligo morale anche per colpa del goProdi, che fa diventendere le 13 e lapertura e politico di dare vernouna maggioranza tare di New York. Da dove una mano relativa, dal 34 al 50 per vengono questi ministri cento, maggioranza assonon si sa. Al di l della e di proporre luta inconcepibile in legge Frattini e delle inun programma uno stato di diritto. terdizioni richieste da Questo un paese Travaglio. Un presidencongiunto ormai politicamente trate del consiglio pro temgicomico dove si pu ripore che dichiara in dere o vomitare secondo lo stato daniparlamento, in un 3 luglio drammamo. E ci chiediamo perch lItalia tico per lItalia, di avere tre aziende sotto attacco finanziario, snobbata ed sue in borsa delle quali una concesammonita dagli europei che contano. sionaria pubblica, non pu ricoprire Perch obiettivamente debole negli quel ruolo. Per una legge dello stato uomini che la governano e non pi pre Frattini. Una Lega Nord per lintrasparente. E le opposizioni perdono dipendenza della Padania (regione tempo, litigano fra loro, attendono fantomatica) che progetta statutariapassi indietro invece di denudare il re mente e per iscritto la secessione del con i fatti. Ha ragione il giocoliere nostro paese, non pu governare, con Casini, dimenticando per un attimo il Pdl a livello centrale e locale, n
ARNALDO SCIARELLI

la sua politica dei due forni, quando dice che il problema non solo Berlusconi ma la gravit complessiva nella quale immersa il paese. Bersani insiste e cade nella trappola dellanti berlusconismo individuale. Altri terzisti sognano un terzo polo di centrodestra, impossibile per molti dei presenti alla convention del 22 luglio. E mentre Casini naturalmente attratto dallidea di leadership del Pdl senza Berlusconi, con mani libere a destra, con mantenimento degli ex di Alleanza nazionale e ritorno di Fli, o a sinistra se questo non dovesse verificarsi, il compassato Buttiglione gli fa da sponda. Secondo i giornali fa diventare palestra del nuovo centrodestra la commissione per la crescita ipotizzata dal leader dellUdc. Tutto questo dopo che Casini ha detto che il berlusconismo non ha risolto alcun problema del paese, che la Lega non ha nulla a che vedere con i valori cristiani e che votare a Napoli per il candidato del Pdl era uno sconcio. Fini, attraverso Bocchino, prima commette lo stesso errore di Bersani e poi si corregge dicendo che la salvezza del paese pi importante della presenza di Berlusconi. Rutelli, che

ha le idee chiarissime rileggere il Corsera del 7 luglio: costruire un nuovo polo liberale, popolare, riformatore e riformista, e proporre un governo necessariamente istituzionale per tirare fuori il paese dalle sabbie mobili non pu che riflettere e trarre conclusioni logiche, salvo problematiche agostane, fra il primo e il 4 settembre a Labro, festa nazionale dellApi. Purtroppo, le opposizioni fanno confusione invece di presentare un progetto comune, al di l del passo indietro di Berlusconi. Fanno flanella invece di denunciare in parlamento, alla corte costituzionale ed al capo dello stato le ormai palesi tre oscenit prima elencate. Tutto ci andrebbe fatto proprio perch Berlusconi sembra voglia difendere lindifendibile conservando la cadrega. Senza pensare al futuro, senza proporre un governo istituzionale, senza la Lega e gli inutili incontri Bossi-Tremonti. Proprio perch Alfano dimentica che questo governo, come quello Prodi, non lo ha scelto il popolo ma un premio di maggioranza fascistoide. Proprio perch Cicchitto continua a dire cose che fanno rivoltare Lombardi nella tomba. Proprio perch Bonaiuti

gittimit emergenti di questo goverintelligentemente tace. Forse ripenno, e anche qui mi ripeto, vanno desando alla sua storia socialista rifornunciati, attraverso un manifesto mista della quale avrebbe voluto conpolitico, al capo dello stato in manieservare traccia mentre si ritrova tra ra formale. leghisti razzisti ed anti unitari, tranLe richieste dipietriste di nuove sfughi di altri partiti, post fascisti anelezioni non supportate costituziocora tali, dorotei culturalmente tranalmente sono sterili. Per di pi dansversali, liberisti senza speranza. nose senza aver prima Proprio per il silenzio di definito un sistema paeLetta che, visti gli encomi personali e continui Un maggioranza se e contribuito a rendere pi coesa lUnione di Berlusconi, star penarticiale europea, almeno in tersando a quale soluzione pervasa mini finanziari, difentrovare. dendo la zona euro. In questi frangenti, da una anti Allunione politica per noi napoletani, lacqua poca e la papera costituzionalit dellEuropa dovremo comunque mettere mano non galleggia. E senza quotidiana per evitare che una coun colpo di teatro del struzione monca crolli. Cavaliere a favore della Paragonare la gravit americana a necessaria e costituente solidariet quelle dellUe fa sorridere ed sciocnazionale, suggerendo Monti e non camente fuorviante in termini di fucertamente Schifani, tutto potrebbe turo. Basta notare il flusso di denaro complicarsi in progressione geomesenza odore quali titoli rincorre. Pentrica. Le opposizioni nel frattempo so che la moral suasion contribuir ad hanno lobbligo, morale e politico di evitare scelte drastiche e curer la dare una mano e di proporre, se sagsordit di questa decadente, non ange, un programma congiunto a precora formalmente decaduta, maggioscindere, lo ripeto, dal passo indietro ranza artificiale pervasa da anti costidi Berlusconi che continua a farsi tuzionalit quotidiana. male da solo. Altres i caratteri di ille-

Collaborare per responsabilit


ansiosa di mescolare nei referendum di giugno linsoddisfazione verso il governo con il riflusso nelle acque materne di uneconomia proCi non toglie che Berlusconi appaia tetta, potrebbe o dovrebbe aggiornacome il capitano di una nave senza re le tavole dei propri valori fondatimone. Quando a patire lonta della mentali. UnItalia prigioniera di se delegittimazione il suo ministro stessa, appagata di vivere al di sotto delleconomia, fino a ieri considerato delle potenzialit produttive in suo il garante dellItalia nei rapporti con possesso, la vera bolla speculativa le istituzioni e i poteri finanziari inche mina la struttura dellintero editernazionali, allora si fatica a pensare ficio pubblico. Senza una rinnovata che limpegno a fronteggiare lemerleadership nazionale il futuro quelgenza con un di pi di collaboraziolo di tanti giovani consapevoli e mane possa surrogare la caduta di creturi destinato a snodarsi in forme dibilit dellintera compagine di caotiche e contraddittorie. centrodestra. Per questo di fronte al Cosa sta avvenendo? Non vero commissariamento di Berlusconi che gli Stati Uniti sono finiti e con non resta che imboccare la strada essi sarebbe dunque della parlamentarizfinita lEuropa. Semzazione della crisi ancora ieri ne ha parlaIl parlamento mai le attuali turbolenze di borsa rivelano, to Giuseppe Fioroni la sede nella loro esasperata per condividere in una sede competente la ricompetente per dinamica, la necessit ritrovata cerca degli strumenti la ricerca degli di unavecchio e alleanza tra nuovo pi idonei a superarla. Bisogna riflettere strumenti idonei mondo. Se non altro bene e con molta one- a superare la crisi perch il nuovissimo, dalla Cina allIndia, st. Al Partito democraun mondo ancora gratico mancato sovente cile: cresce solo se esporta a bassi il dono di una certa coerenza e luncosti, in regime di cambi irrealistici gimiranza. Invece di pensare laltere con alti livelli di sfruttamento della nativa come lento e faticoso recupero manodopera, al di fuori di minimali dellistanza popolare che sostiene il parametri di welfare. Lesplosione berlusconismo, ha lavorato caparbiadella finanza ha prima messo in gimente e inutilmente sugli estremi, nocchio lOccidente, adesso chiama spesso vezzeggiando la Lega, quasi a in causa il modello di sviluppo asiaimmaginare il riuso di materiali astico. Insomma, rientrare dallenorsociati a problematiche para-secesme debito accumulato implica che sioniste, xenofobe e antimeridionalisi ripensi, su scala globale, lordinaste dentro il contesto di una superiomento delle relazioni economiche e re strategia del centrosinistra. Tutto finanziarie. il fraseggio sul federalismo ha segnaPossiamo combinare austerit e to questa impostazione generosa ed sviluppo? la domanda pi impeambigua, fin troppo estranea, per gnativa che possa essere rivolta alla altro, alla definitiva conquista di un politica. A riguardo, tra le ricette mesnuovo profilo del riformismo. se a disposizione degli esperti, la pi Adesso, nella crisi, siamo tutti equilibrata e convincente appare obbligati a un soprassalto di responquella di Ettore Gotti Tedeschi. Il presabilit. Forse anche la societ civile,
LUCIO DUBALDO segue dalla prima

Le pensioni non sono un tab


NICOLA ROSSI

sidente dello Ior, docente di etica della finanza alla Cattolica, invita a studiare le possibilit di un grande recupero di efficienza del Sistema Italia grazie alla veicolazione del risparmio delle famiglie, mediante obbligazioni di banche sempre pi attente a decodificare le specifiche esigenze del territorio, verso una realt di piccole e medie imprese chiamate a irrobustirsi nella competizione sui mercati mondiali, pena la loro inevitabile uscita di scena. Ma soprattutto, dice il banchiere dOltretevere, servirebbe decongestionare il debito conferendo alcuni asset pubblici ad appositi fondi di garanzia (senza perci vendite o peggio svendite di patrimonio pubblico) e congelando quote del medesimo debito (non quello, per, in mano alle famiglie) per un arco temporale pi o meno lungo, con la sola copertura delle perdite generate dallinflazione. Non sono proposte che eludono alcune delle esigenze pi avvertite, come la riduzione della spesa pubblica improduttiva o il rilancio delle politiche di liberalizzazione del mercato dei servizi e del lavoro. Hanno in aggiunta il pregio, per, di collegare la ricerca di pi elevati margini di risparmio a una dinamica di maggiore e pi equilibrato sviluppo: unicamente la crescita pu infatti evitare la crisi fiscale del welfare (sanit, assistenza, previdenza) e lavvitamento nella spirale di un declino foriero di ben altri costi sociali. La cosa peggiore, in questa infuocata pausa ferragostana, indebolire lazione di convergenza in termini di responsabilit della classe dirigente e lasciare il campo alla rassegnata enunciazione di programmi senza respiro politico. Chi pi sapr, in questa fase, mostrare il volto della seriet e della ponderazione, pi avr meriti e titoli per dirigere il paese nel prossimo avvenire.

segue dalla prima Non si toccano oggi, quando dovrebbe essere a tutti evidente che ladesione italiana ai modelli di comportamento dei paesi europei pi fiscalmente disciplinati passa anche per il superamento di istituti nati e cresciuti in un contesto socio-economico completamente diverso da quello attuale. Le pensioni di anzianit nacquero nel 1969 in un momento in cui le tendenze demografiche sembravano permettere una maggiore generosit. Sarebbe stato pi opportuno accantonare i surplus di allora per fare fronte alle tendenze demografiche di oggi, ma sarebbe stato forse chiedere troppo alla politica. Oggi da decenni, per la verit quella generosit non pi possibile o, se lo , lo solo a carico delle generazioni future. Chiudere la parentesi delle pensioni di anzianit con la dovuta eccezione dei cosiddetti lavori usuranti semplicemente un atto dovuto. In ritardo, ma dovuto. Lo stesso dicasi per lequiparazione dellet di pensionamento femminile a quella maschile. Una differenza inizialmente intesa come un risarcimento e come la conseguenza di una presa datto di un modello sociale centrato sul maschio, prevalente fonte di reddito familiare. Un anacronismo, dunque gi da tempo che, non contenti, vorremmo cominciare a correggere solo fra dieci anni. E invece le pensioni toccarle bisognava e bisogna. Perch ad una nuova stagione di incertezza come quella che abbiamo davanti, bisognava e bisogna rispondere adeguando quella istituzione che lo stato sociale. Portandolo ad assicurare i nuovi rischi altrimenti non assicurabili e liberandolo dal fardello delle attivit ormai di mercato. Costruendo un sistema previdenziale coerente con il mercato del lavoro che si

cennio non ha fatto che aggravare. Il secondo il rapporto fra mercato del lavoro e previdenza potenzialmente forse ancora pi serio in prospettiva. Quella di questi giorni sarebbe una straordinaria occasione per evitare di riesumare un po di spicciola e distorsiva assistenza (come a Sarebbe loccasione per evitare di riesumare volte sembra si fare parun po di spicciola assistenza e per sfruttare voglia di contrilando i margini del sistema contributivo buti figurativi) e per sfruttare, invece, tutti i grafici hanno fatto molto per garanti- margini del sistema contributivo core la sostenibilit del sistema nel lungo struendo uno schema molto ampio periodo che garantita ancora non pe- di prestiti contributivi in grado di r in presenza di una crescita debole, sfruttare il meccanismo ad accumuper un verso, e, per laltro, di un nume- lazione del sistema previdenziale ro rilevante di carriere lavorative corte vigente. Uno schema inteso a consentire con oneri marginali per lo Stato e/o discontinue. Dei due problemi, il primo noto carriere contributive in grado di da ventanni. Ne conosciamo a mena- evitare quel che fra qualche tempo dito le ragioni. un problema che la sar inevitabile: il ritorno in grande scelta bipartisan di finanziare mag- stile della pensione assistenziale. Con giore spesa pubblica con maggiori tutto quel che segue in termini di biimposte propria dellultimo quindi- lancio pubblico. andato formando in questi anni e che si former negli anni a venire. In questo senso proprio il sistema previdenziale la vera, trascurata, emergenza dei decenni a venire. Le riforme dellultimo quindicennio ivi inclusa la recente indicizzazione agli andamenti demo-

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ANALISI

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C U LT U R A
Politica
Da Cossiga a Scalfaro, Giovanni Galloni ripercorre lesperienza alla vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura nel quadriennio 1990-1994 (Editori Riuniti).

7
gioved 11 agosto 2011

Narrativa
Lultima lettera damore di Jojo Moyes (Elliot), best seller in Inghilterra e finalista di vari premi letterari, la storia di due donne di et differenti unite da uno stesso sentimento damore.

Poesia
Leonard Cohen. Parassiti del paradiso. Questa raccolta poetica, uscita nel 1966 e pubblicata ora in Italia da minimum fax, una delle tappe cruciali della produzione artistica di Cohen.

Rivista
Nel bimestrale Qui libri di luglio/agosto un dossier che, a partire dal recente conflitto in Libia, riflette su linsostenibile normalit della guerra post-moderna.

Narrativa

Argentina in stile Faulkner


GIOVANNI DOZZINI

Il Muro delloppressione
Cinquantanni fa a Berlino inizi la costruzione. Un testimone racconta

Diario
MOSTRA

Lux in arcana, il sito svela un altro segreto


A poco pi di un mese dallannuncio della mostra Lux in arcana LArchivio segreto vaticano si rivela cresce lattesa e la curiosit di sapere quali sono i documenti, oltre ai sei gi rivelati, che saranno portati fuori dagli scaffali dellArchivio segreto vaticano, per la prima e forse unica volta nella storia, per essere esposti al pubblico dei Musei Capitolini da febbraio a settembre 2012. Sul sito www.luxinarcana. org il settimo documento che verr esposto. Infatti aspettando levento, il website, ricco di informazioni, descrizioni dei documenti, retroscena sui personaggi e curiosit sullArchivio segreto vaticano, si arricchir settimana dopo settimana di nuovi contenuti.

on ha la fama che meriterebbe di avere, Ricardo Piglia. Non in Italia, perlomeno, perch in Argentina, dove nato e cresciuto, e in Spagna, dove non pi tardi di qualche mese fa una giuria di giornalisti e critici di El Pais ha premiato il suo Bersaglio notturno come miglior romanzo in lingua castigliana del 2010, e pure negli Stati Uniti, dove Piglia vive da tempo e insegna letteratura sudamericana alla Princeton University, il suo nome autorevole e il suo valore riconosciuto con la giusta misura. La verit che questo raffinato uomo di lettere, questo bibliofilo brillante e immaginifico nato a Buenos Aires settantanni fa, uno dei massimi scrittori argentini dei giorni nostri. Dicevamo di Bersaglio notturno: ora che lo pubblica Feltrinelli (260 pp., 16 euro) lo possiamo leggere anche in italiano nella traduzione pregiata di Pino Cacucci. E si tratta di una lettura straordinariamente gratificante. Piglia non un autore prolifico, e in particolar modo non prolifico come romanziere. La sua maestria si esprime soprattutto nel frammento, nel gioco narrativo, nellipertesto, nella tessitura fine. Ma non nel ricamo, attenzione: il suo amore per le parole non si trasfigura mai in manierismo, anzi. Piglia costruisce piccoli mondi, tutti dotati di sensi propri, a tratti visibili, a tratti nascosti, ma sempre e comunque compiuti. Bersaglio notturno nasce come un giallo, ma pian piano assume le sembianze di una grande riflessione sullorigine del processo che nellarco di pochi decenni ha ingoiato lArgentina qui immortalata in bilico, nel 1972, a ridosso del breve ritorno al potere di Juan Domingo Pern sacrificandone leconomia e la cultura sullaltare del turbo-capitalismo e della globalizzazione. I personaggi sono vivi, la lingua franca, un castigliano che si nutre dei ritmi e degli stilemi dellamericano di Faulkner e di McCarthy, forse senza disincanto ma con pi ironia e dissacrazione. La fascinazione per la tecnologia e per le macchine, poi, per la corsa contro il tempo della scienza, torna come gi in altre opere del passato. A costo di scontentare il lettore, Piglia non si prende la briga di spiegare ogni sua scelta narrativa, eppure alla fine limpressione che tutto sia finito al posto che gli spettava fin dallorigine, e questo ci che succede quando si ha a che fare coi grandi.

LETTERATURA
ANGELO PAOLUZI

a giornata era soleggiata, eccezionalmente calda in una Berlino in cui a met agosto si accendono i termosifoni, mentre il profumo dei tigli si diffondeva per le strade; ma la citt era corrucciata, tesa al di l da ogni abitudine dei suoi abitanti, la cui fama di bonomia paragonabile a quella dei bolognesi. La vigilia di Ferragosto eravamo un gruppo di giornalisti italiani in mezzo alla folla (duecentocinquantamila persone) che stava ascoltando il primo Borgomastro di Berlino ovest, Willy Brandt, il giorno successivo allinizio della costruzione del muro della vergogna, 13 agosto 1961. Linquietudine era palpabile, sui visi della gente si leggevano i timori, la rabbia e le domande; sarebbe bastato un nulla per scatenare la catastrofe, la reazione di una massa di popolo da gettare contro il mausoleo dei caduti sovietici, sulla Allee del 17 luglio (nella zona occidentale), o addirittura contro i reparti in armi della Volkspolizei, la Polizia popolare, che proteggevano gli operai al lavoro nel muro. Quella scintilla non fu accesa: fu il primo dei capolavori politici di Brandt che, con una appassionata, lucida orazione dal balcone del palazzo di Schneberg, il municipio berlinese, contenne lira dei suoi cittadini, imped ci a cui non si voleva pensare, forse la strage, forse la guerra, la terza guerra mondiale. Conserviamo la memoria del discorso, una palinodia dei valori della libert, dei diritti, del comportamento democratico; la denuncia di un sistema tirannico che lui, vecchio resistente, pot paragonare al nazismo (e questo indispett pi di ogni altra cosa i dirigenti della Rdt), e con il quale rivendicava la supremazia della legge, la maest del metodo del dialogo e della non violenza, della rinuncia ai fatti compiuti. Tutto si detto del muro, nei ventinove anni nei quali stato un simbolo di dittatura, e nei successivi venti nei quali si celebrato il suo crollo: le ragioni che lo fecero erigere, quelle per le quali cadde. E la storia, mezzo secolo dopo, fa emergere dagli archivi qualche retroscena. Lo sdegno delle cancellerie occidentali che si

accompagnava a quello delle opinioni pubbliche era un po meno sincero di quanto non si volesse far credere: come rivelano consapevolezze pregresse. Non si era forse certi, ma si sapeva che qualcosa sarebbe avvenuto. Del resto diventava sempre pi un elemento di squilibrio politico per lEuropa centrale il lento dissanguamento demografico (due milioni e mezzo di fuggitivi fra il 1949 e il 1961 su 19 milioni di abitanti) della zona orientale della Germania sotto occupazione russa attraverso quella ferita aperta che era Berlino. Sembra improbabile che ai massimi livelli della diplomazia internazionale non si fosse tacitamente daccordo su una misura di almeno provvisoria stabilit in un momento in cui le tensioni (si ricordi la successiva crisi di Cuba del 1962) si stavano facendo minacciose per la pace nel mondo. E si pu presumere che avvertimenti fossero stati diretti a molti livelli, forse anche ai responsabili di governo italiani. Nei primi mesi del 1961 Amintore Fanfani aveva incontrato a Mosca Nikita Krusciov. Al di l di temi economici (cera in ballo la costruzione degli stabilimenti Fiat a Togliattigrad) non sembra improbabile che si parlasse della sempre scottante questione tedesca. Sta di fatto che qualcosa dovesse essere trapelato se al sottoscritto, corrispondente a Bonn per il quotidiano della Dc Il Popolo, fu chiesto di anticipare le ferie a luglio per trovarsi ad agosto in sede. Dove appunto ci si interess con sempre maggiore attenzione, come era giornalisticamente doveroso, allattualit del flusso di fuggitivi dalla Germania est. Per cui non giunsero del tutto inaspettate le prime notizie del mat-

tino del 13 sullinizio di lavori di sbarramento lungo il confine che delimitava le tre zone occidentali, rispettivamente americana, inglese e francese. Da quel giorno la barriera di difesa del socialismo assurse a simbolo della tirannia comunista come nessunaltra realt, a parte i gulag, era riuscita a esserlo. Ci furono sino a quella del 1975 quattro generazioni di muro, lultima delle quali, sofisticatamente tecnologica, cost oltre 150 milioni di marchi tedesco-orientali, e produsse 177 chilometri detti striscia della morte (guarniti da filo spinato acquistato nella Germania ovest). Impedirono certamente le fughe generalizzate, anche se in cinquemila riuscirono a farcela fra il 1962 e il 1989; ma furono in almeno duecento a rimetterci la vita, e fra loro sette bambini da un anno e mezzo a tredici anni. C, nella storia del muro, un paradosso culturale: presente in sottofondo nella letteratura tedesco-orientale (Christa Wolf per tutti), quasi assente in quella delloccidente, tranne che nei libri di Uwe Johnson, che peraltro era un transfuga dallest. Quasi che, a parte i richiami di rito della politica governativa di Bonn e qualche isterismo della stampa Springer, allopinione comune e alla gente poco interessasse la sorte dei fratelli doltre confine. Soltanto a Berlino si viveva in modo esistenziale il dramma dellaccerchiamento, come abbiamo potuto verificare ogni volta in cui siamo sbarcati nellex capitale, peraltro intellettualmente reattiva secondo la sua tradizione. Perch la citt si sentiva orbata da suoi riferimenti storici, come la Potsdamer Platz e lAlexander Platz, che, dopo il crollo, sono ritornate a essere suoi centri vivi. Il muro, dallerezione allabbattimento, resta comunque uno dei momenti cruciali delle crisi del mondo nella seconda met del Novecento, una pagina indimenticabile di storia. Anche perch da l partito il destino politico di Willy Brandt che imprimer un tornante ai destini del suo paese e dar, con la Ostpolitik, un significato a concetti come distensione e pace.

I bookie lanciano Eco e Camilleri per il Nobel


Haruki Murakami, Cormac McCarthy e Vijaydan Detha: il tris di nomi indicato dai bookmaker per il prossimo Nobel per la letteratura. Sulla lavagna della sigla anglosvedese Unibet, come riporta Agipronews, il giapponese (autore di Norwegian Woods e Dance Dance Dance) comanda il pronostico a 6,50, per McCarthy la quota sale a 7,50, mentre per lo scrittore del Rajasthan la proposta sale a 8,00. Umberto Eco il primo italiano della lista e il suo successo si gioca a 25,00, poco pi gi in tabellone c anche Andrea Camilleri, bancato a 35 volte la scommessa. Lultimo italiano considerato dai bookmaker Roberto Saviano, bancato a 110 volte la scommessa.

MUSICA

A Ravello la pianista Sue Song


Al Ravello Festival, sulla falsariga del concerto allalba in scena questa mattina alle 5 , un altro evento proiettato stavolta su scala pianistica. Protagonista stasera alle 21,45 nei giardini di villa Rufolo, sar lartista statunitense Sue Song che proporr unescalation musicale da Mozart a Grieg, passando per le atmosfere sognanti e frastagliate del Notturno chopiniano, per poi culminare nellincipit del terzo movimento della Sonata di Beethoven.

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