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Manualedel Carburatore
Manualedel Carburatore
IL DIFFUSORE ED IL CONTROLLO
7
DELLA PORTATA D’ARIA
31 IL CARBURATORE A DEPRESSIONE
I
motori a ciclo Otto usati per la
propulsione motociclistica, sia-
no essi a due tempi oppure a
quattro tempi, vengono alimentati
con combustibili (benzina commer-
ciale, benzine speciali per taluni usi
agonistici oppure, in alcuni rari casi,
alcol metilico e/o etilico) che pre-
sentano tutti la caratteristica di esse-
re sufficientemente volatili da poter-
si premiscelare con l’aria (combu-
rente) prima che la combustione
venga innescata dalla scintilla pro-
dotta dalla candela. Nei motori a ci-
clo Diesel , al contrario, il carburan-
te è assai meno volatile e di conse-
guenza viene miscelato con l’aria
soltanto all’interno della camera di
combustione, quando le condizioni
di pressione e temperatura sono tali
da provocarne l’accensione sponta-
nea. Per questo motivo in tali moto-
ri è possibile regolare la potenza in-
tervenendo soltanto sulla portata di
carburante, evitando di parzializzare
la portata dell’aria. Se invece il car-
burante viene miscelato con l’aria
aspirata come nei sistemi di alimen-
tazione dei motori a ciclo Otto, si
rende necessario controllare la porta-
ta dell’aria e, dunque, di riflesso
quella del carburante. Nei motori au-
tomobilistici vengono prevalente-
mente impiegati sistemi d’iniezione,
controllati da una centralina che re-
gola la durata dei periodi di tempo
durante i quali gli iniettori possono
spruzzare il carburante. Sistemi ana-
loghi vengono adottati, come noto,
anche su alcuni propulsori motoci-
clistici di alta gamma. Nella grande
maggioranza dei casi, tuttavia ven-
gono diffusamente utilizzati i carbu-
ratori, nei quali il combustibile vie-
ne aspirato in virtù della depressio-
ne che si riesce a generare sui vari si-
stemi di ugelli erogatori. Il carbura-
1
Qui a destra, le principali componenti di un
carburatore motociclistico Dell’Orto: 1- disposi-
tivo di avviamento; 2- presa d’aria; 3- diffusore;
4- getto avviamento; 5- vaschetta; 6- polveriz-
zatore; 7- valvola benzina; 8- spillo conico; 9-
valvola gas; 10- presa d’aria vaschetta; 11- rac-
cordo carburante; 12- vite regolazione miscela
minimo; 13- vite regolazione valvola gas; 14-
galleggiante; 15- emulsionatore minimo; 16-
getto minimo; 17- getto massimo.
Sotto, lo schema dell’erogazione del carburante
in seno all’aria aspirata: il combustibile conte-
nuto nella vaschetta sale nel polverizzatore (31)
passando dal getto (32) che ne regola l’afflusso
insieme allo spillo conico (28); il liquido si
emulsiona dapprima con l’aria che arriva dal
canale (13) all’interno dell’ugello (30) poi sfo- tore, dunque, è progettato per assol-
vere tre funzioni fondamentali:
ciando nel diffusore (29) si miscela con l’aria in
1. controllare la potenza erogata dal
arrivo dalla presa (1). motore regolando la portata d’aria
aspirata secondo il comando del pi-
lota;
2. dosare la portata di combustibile
nel flusso d’aria aspirato mantenen-
do il rapporto aria/combustibile en-
tro valori ottimali in tutto il campo
di funzionamento del motore;
3. omogeneizzare la miscela di aria e
combustibile in maniera da agevola-
re la successiva combustione.
IL RAPPORTO DI MISCELA
Si definisce con questo termine, in-
dicato con A/F, il rapporto tra la
massa di aria e quella di combustibi-
le aspirato dal motore:
A/F= Maria/Mcomb
A/F stechiometrico
Il rapporto stechiometrico dipende
dal tipo di combustibile: per le ben-
zine commerciali esso varia all’incir-
ca da 14,5 a 14,8, ossia occorrono
14,5-14,8 kg di aria per la combu-
stione di 1 kg di benzina. Per i mo-
2
Il combustibile si miscela con l’aria aspirata dal motore per mezzo di circuiti differenti secondo l’apertura dell’acceleratore. Qui so-
pra a sinistra, vediamo il funzionamento al minimo, con il liquido che passa nel getto (18) ed arriva nel pozzetto (22) prima di
emulsionarsi con l’aria in arrivo dal canale (16) e tarata dalla vite (17). Tale emulsione passa sotto la valvola gas (12) e sfocia nel
condotto di aspirazione (13) dai fori (19 e 20).
A destra, lo stesso carburatore a piena apertura, con il combustibile tarato dal getto massimo (28) che si emulsiona con l’aria (24)
nel polverizzatore (27) prima di uscire dall’ugello (26).
Un moderno carburatore del tipo a spillo (Dell’Orto VHSB) è do- Sezione del circuito di alimentazione carburante di un Dell’Orto
tato di numerosi circuiti con relativi getti di taratura per assicura- VHSB: 1- raccordo dal serbatoio; 2- filtro a rete; 3- sede valvola
re una corretta alimentazione del motore in tutte le condizioni. benzina; 4- spillo valvola; 5- perno braccio del galleggiante; 6- ap-
Come possiamo vedere dalla sezione, ciascun circuito del combu- poggio del galleggiante sul braccio; 7- galleggiante; 8- guida di
stibile fa capo alla vaschetta a livello costante. scorrimento del galleggiante; 9- presa d’aria vaschetta.
3
In alto a sinistra, dettaglio di una valvola benzina ricavata diretta-
mente nel corpo del carburatore: anche in questo caso lo spillo è
molleggiato.
Al centro, un tipo di galleggiante anulare, la cui sezione è visibile
qui sopra, che equipaggia taluni modelli di carburatori: 1- presa
aria vaschetta; 2- galleggiante; 3- raccordo; 4- condotto arrivo com-
bustibile; 5- spillo valvola.
Sotto, un dettaglio di una valvola Dell’Orto del tipo smontabile:
notiamo il puntale di gomma sintetica dello spillo, che è del genere
molleggiato.
4
Per assicurare la funzionalità del meccanismo
ne della vaschetta.
5
un livello del liquido più basso per frenate) se il livello è troppo basso si I carburatori possono presentarsi con dif-
azionare la valvola e, quindi, si sma- rischia di far rimanere momenta- ferenti tipi di flangia d’unione al motore,
grirà la carburazione. neamente emerso dal liquido uno secondo il genere d’impiego cui sono de-
Per questo motivo i galleggianti sono dei getti cui fanno capo i circuiti di stinati: qui a sinistra, vediamo una flan-
classificati in base al peso (stampiglia- erogazione del carburatore. In alcu-
gia piana, con tanto di O-ring di tenuta;
to su di essi) e sono prescritte norme ne versioni vengono allora applicati
di controllo della loro posizione immediatamente sopra ai getti par- a destra, invece, è visibile un manicotto
all’interno della vaschetta per assicu- ticolari schermi, detti fondelli, che maschio destinato al montaggio entro un
rare il funzionamento regolare. servono appunto a trattenere intor- raccordo elastico.
Per modificare il livello vaschetta, se no al getto la massima quantità di
necessario e quando non si può in- liquido possibile in tutte le condi- dotti dallo sciacquio del liquido nel-
tervenire sul peso galleggiante, in zioni. la vaschetta e dai movimenti della
talune occasioni è anche possibile La valvola del carburante è costitui- motocicletta.
cambiare l’inclinazione della leva ta da uno spillo che va in battuta su Il diametro della valvola a spillo è
che aziona la valvola, in maniera il una sede riportata od avvitata nel un elemento di taratura, in quanto
galleggiante mandi quest’ultima in corpo del carburatore. Lo spillo è determina la portata di combustibi-
chiusura in anticipo (per un livello spesso dotato di un elemento di le che può passare, a parità di altre
più basso) o in ritardo (per un livel- gomma sintetica sull’estremità che condizioni.
lo più alto) a parità di peso. va in battuta: questo materiale è Se il diametro è troppo ridotto ri-
Si deve però notare che un livello perfettamente compatibile con le spetto alla quantità di carburante
troppo basso nella vaschetta può normali benzine commerciali ma che il motore richiede in certe con-
tradursi in un battente liquido trop- nel caso si impieghino carburanti dizioni (generalmente a pieno cari-
po ridotto sui getti e quindi nel ri- particolari, come per esempio l’al- co) la vaschetta si vuota più veloce-
schio di pericolosi smagrimenti del- cool, è necessario verificare la resi- mente di quanto dalla valvola riesca
la miscela erogata, quando il carbu- stenza delle tenute per non compro- a passare benzina, per cui dopo un
rante si sposta all’interno della stes- mettere la funzionalità del carbura- periodo più o meno lungo il motore
sa per effetto delle accelerazioni cui tore. Numerose versioni degli spilli dà evidenti sintomi di cattiva ali-
è sottoposto il veicolo. In queste sono anche dotate di un puntale mentazione, dovuti al fatto che il li-
evenienze (che si verificano per lo molleggiato nel collegamento con il vello nella vaschetta è sceso e quin-
più su moto da fuoristrada oppure galleggiante, in maniera tale da ri- di la carburazione è divenuta trop-
in pista, nelle curve e nelle violente durre le vibrazioni dello spillo in- po povera.
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IL DIFFUSORE
ED IL CONTROLLO
DELLA PORTATA D’ARIA
Entriamo nel dettaglio del funzionamento del carburatore motociclistico ed esaminiamo i
legami tra le grandezze che regolano l’erogazione del combustibile.
I
carburatori motociclistici sono dal pilota. Tratteremo comunque espresso in millimetri. La scelta del
nella grandissima maggioranza questi particolari carburatori più diametro di questo elemento è stret-
del tipo a spillo con portata avanti, viste le loro peculiari caratte- tamente legata alle caratteristiche
dell’aria regolata per mezzo di una val- ristiche di funzionamento. del motore che deve alimentare. Nel
vola scorrevole che, secondo le versio- caso dei propulsori motociclistici
ni, può essere cilindrica oppure con IL DIFFUSORE ciascun cilindro viene alimentato
profilo piano di vario disegno. È uno degli elementi che contraddi- da un proprio carburatore, per cui
Pure nei carburatori a depressione, stinguono il carburatore, in quanto non si deve affrontare il problema
anche detti a velocità costante, tro- un dato fondamentale ad esso rela- della ripartizione del flusso da un
viamo questa valvola che lavora in- tivo è proprio il diametro del diffu- carburatore singolo verso numerosi
sieme a quella a farfalla comandata sore stesso che, generalmente, viene cilindri. Dal punto di vista numeri-
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Il diffusore dei moderni carburatori motociclistici viene accuratamente studiato
per ridurre al minimo il disturbo al flusso aspirato da parte della valvola del
Dell’Orto VHSD con le due sottili feritoie entro le quali scorre la ghigliottina
vola gas piana, di ridotto spessore, che scorre in un diffusore riportato; qui a de-
stra, invece, la valvola cilindrica di un carburatore della serie PH... che mostra
una dimensione, nella direzione del flusso, ben maggiore che nel primo caso.
ai fori dei circuiti del minimo e di progressione, che illustreremo più avanti.
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due tempi dei ciclomotori e degli
scooter sono equipaggiati con car-
buratori dal diffusore il cui diametro
va generalmente da 12 a 14 mm
mentre, sul versante opposto, cilin-
drate unitarie di 125 cm3, sempre a
due tempi, utilizzate su propulsori
da competizione vedono l’impiego
di diffusori con diametri che posso-
no andare da 36 fino a oltre 40 mm,
come avviene su alcune potenti
unità a disco rotante utilizzate nelle
corse di velocità.
Quando l’esigenza principe è quella
delle prestazioni, infatti, il diametro
del diffusore influisce sulla resisten-
za che il sistema di aspirazione (del
quale il diffusore del carburatore fa
parte) offre al flusso aspirato.
Diffusori di grande diametro intro-
ducono chiaramente una perdita di
carico minore di quella propria di
diffusori di diametro inferiore, che
abbiano il medesimo profilo: per
migliorare l’efficienza di questo par-
ticolare, dunque, si utilizzano inser-
ti riportati all’interno del diffusore
stesso, che eliminano il più possibi-
le scalini e variazioni di forma, fer-
mo restando il valore del diametro.
È il caso dei diffusori riportati dei
carburatori Dell’Orto serie VHSB
Qui sopra e a sinistra, due differenti forme del foro del diffusore: a sini-
In alto, confronto tra una valvola del gas a pistone tonda, ed una val-
9
Qui a destra: le valvole gas hanno spesso la superficie
10
Le valvole gas dei carburatori a spillo sono caratterizzate dal-
troppo ricca si può montare una valvola con smusso più alto
(foto sotto).
11
con procedure particolari. ne con le valvole in ottone croma- Alcuni dei carburatori che la Dell’Orto
In altre versioni (Dell’Orto serie to.
ha messo a punto per i moderni motori
VH..., ove V sta per “Valve”) l’ele- Spesso, in unione a questi accorgi-
mento è piano, con alette di guida o menti costruttivi, si utilizzano an- motociclistici di piccola cilindrata: sono
estremità arrotondate studiate per che molle di richiamo leggermente
più rigide (ne esistono diverse a ri- stati in questa occasione adottati tutti gli
ridurre al minimo i trafilamenti, co-
me per esempio nei Dell’Orto VH- cambio), proprio per favorire il ri- accorgimenti (diffusori di forma elabora-
SD, nel quale, tuttavia, il diffusore torno in chiusura della valvola stes-
riportato ha soltanto funzioni aero- sa. Dal momento però che la rigi- ta, starter automatici, etc.) che permetto-
dinamiche (perché la valvola è gui- dezza della molla determina lo sfor- no di ottenere la migliore fruibilità del
data nel corpo). Per carburatori di zo di apertura da parte del pilota, è
motori a quattro tempi la depressio- buona norma scegliere valvole più propulsore stesso in tutte le condizioni
ne in aspirazione, a gas chiuso, può scorrevoli prima di intervenire sulle d’uso.
raggiungere valori relativamente molle di contrasto.
elevati e tenere premuta la valvola Le valvole definite “piatte” consen- gressione” che servono ad erogare il
contro la sua sede. tono di ridurre, in una certa misura, combustibile quando, al variare
Il fenomeno è sensibile per carbura- le turbolenze che interessano il flus- dell’apertura del gas, si verifica la
tori di grande diametro, nei quali la so d’aria che passa sotto la valvola progressiva transizione dal funzio-
forza che “incolla” la valvola può stessa proprio perché quest’ultima namento del circuito del minimo a
diventare tanto elevata (se in sede di si configura come un ostacolo più quello del massimo e viceversa.
progettazione non vengono studiati breve nella direzione di movimento Questi fori sono ricavati a valle del-
gli accorgimenti per ridurre l’attrito) del flusso medesimo. lo spruzzatore principale (massimo)
da bloccare la stessa, in fase di chiu- Anche per questo genere di valvole ma per funzionare, vedremo in se-
sura del gas, tenendo quindi il mo- vengono attentamente valutati i guito, devono trovarsi comunque al
tore accelerato anche se il pilota ha problemi connessi alla tenuta in fa- di sotto del margine della valvola
rilasciato il comando. se di chiusura con superfici dotate gas. Se questa è molto stretta, è
Per eliminare sia i fenomeni d’usura di riporti di cromo per ridurre l’usu- chiaro che tali fori verranno a tro-
(e quindi di trafilamento) sia quelli ra. varsi a ridosso dello spruzzatore
di “incollaggio” della valvola gas, I vantaggi ottenibili in termini di principale (che pure è sotto la val-
questi elementi vengono dunque deflessione della vena fluida, con vola) rendendo più complesso l’ap-
sottoposti a trattamenti superficiali una valvola di larghezza ridotta, so- proccio progettuale che comunque,
che migliorano la durezza del mate- no tuttavia controbilanciati dalla una volta risolto, assicura la funzio-
riale e la scorrevolezza dell’accop- necessità di risolvere il problema nalità ottimale.
piamento, come per esempio avvie- del posizionamento dei fori di “pro-
12
IL CIRCUITO
DEL MINIMO
E LA PROGRESSIONE
Costruzione e funzionamento di due importantissimi sistemi che consentono l’utilizzo
pratico di un carburatore per motociclo.
A
bbiamo visto come in un car-
buratore “elementare” (ossia
semplificato) il carburante
sia risucchiato dalla vaschetta nel
diffusore grazie alla depressione
creata dal flusso d’aria che transita
nel diffusore stesso, per effetto
dell’azione aspirante del motore.
In realtà un moderno carburatore è
costituito da più di un sistema di
erogazione, in quanto con un solo
circuito non si riuscirebbe a garanti-
re la corretta erogazione del carbu-
rante (e dunque un corretto rappor-
to di miscela) per tutte le possibili
condizioni di funzionamento che si
incontrano durante l’utilizzo prati-
co di un motore.
In pratica, il principio di funziona-
mento di ciascuno di questi sistemi
fa capo allo stesso principio fisico,
cioè alla risposta del sistema ad un
segnale di depressione generato
dall’azione aspirante dal motore e gli
stessi sistemi sono tuttavia separati,
gli ugelli erogatori sono posizionati
in punti opportunamente studiati
nel diffusore del carburatore.
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A sinistra e qui sotto, due dettagli dei fori di erogazione del
14
Qui a sinistra, una valvola gas con la tacca sul bordo posteriore, che ser-
ve a indirizzare il flusso d’aria sul foro minimo con comando gas chiuso.
Al centro, invece, due valvole con il “piolo” che serve a mantenere attivo
tura può essere singolo e ricavato di pezzo con il tubo emulsionatore, op-
col primo per mantenere una maggiore quantità di liquido sul passaggio
calibrato.
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In alto, il getto minimo, che sia o meno unito all’emusionatore, è spesso av-
vitato all’interno del pozzetto e non già all’esterno come su molte altre ver-
che è dotato della regolazione dell’aria a mezzo vite. Nella sezione si nota
16
Qui sotto vediamo due carburatori dello stesso modello, ma con
17
Sotto vediamo un VHSB con vite regolazione aria nei pressi della bocca di
IL CIRCUITO
DI PROGRESSIONE
Quando il pilota inizia ad aprire
l’acceleratore, la valvola del gas si
solleva e, dunque, diminuisce la de-
pressione che, a gas chiuso, attivava
il circuito del minimo. L’erogazione
di carburante da quest’ultimo si ri-
duce e quindi è necessario introdur-
re un nuovo sistema che sia in gra-
do di gestire il passaggio di funzioni
dal circuito del minimo a quello del
massimo. Il sistema di progressione
è stato descritto poco sopra per
quanto riguarda il suo contributo
d’aria al minimo, quando la valvola
gas è leggermente sollevata (fino a
circa 1/4 di acceleratore) la depres-
sione generata dal flusso d’aria aspi-
rato, che inizia ad essere consisten-
te, se non riesce più a richiamare
carburante dall’ugello del minimo è
comunque sufficiente a richiamarne
dal foro di progressione, che viene
alimentato sempre dal getto mini-
mo situato in vaschetta. Appare
chiaro, allora, come tale foro venga
attraversato dapprima da aria che va
verso il circuito minimo mentre, in
seguito, all’aumentare dell’apertura
gas, venga attraversato in senso op-
posto da un flusso di carburante (o
meglio, di emulsione aria/benzina
proveniente dal circuito minimo).
Ecco spiegata l’importanza del getto
minimo anche nelle prime fasi
dell’apertura del gas.
La posizione del foro di progressio-
ne, a metà strada tra ugello del mas-
simo e del minimo, è di fondamen-
tale importanza per il corretto fun-
zionamento del carburatore e viene
studiata con molta attenzione.
18
IL CIRCUITO
DEL MASSIMO
Schema di funzionamento e linee guida per la messa a punto del principale sistema di
erogazione del carburatore.
I
moderni carburatori utilizzati IL SISTEMA DELLO verifica quando la valvola è quasi o
sui propulsori motociclistici so- SPILLO CONICO del tutto sollevata e, di conseguen-
no definiti “del tipo a spillo” in Come al solito, il combustibile vie- za, l’erogazione del combustibile da
virtù della configurazione meccani- ne risucchiato nel diffusore dalla de- parte dell’ugello del circuito del
ca del sistema di erogazione princi- pressione generata dal flusso d’aria massimo varierebbe in maniera pro-
pale, il quale assicura il corretto rap- aspirato ma, dal momento che la porzionale.
porto di miscela per buona parte valvola gas parzializza la sezione di Ciò vuol dire che rispondendo
delle condizioni di funzionamento passaggio, la stessa depressione varia esclusivamente al solo segnale di de-
del motore che, generalmente, sono entro limiti abbastanza ampi. Per le pressione, un circuito del massimo
considerate tali con aperture dell’ac- piccole aperture il valore è general- costituito dal solo spruzzatore ero-
celeratore da 1/4 fino a pieno gas. mente più elevato di quello che si gherebbe molto carburante per le
viamento.
D E
F
19
piccole e medie aperture, arricchen- chiaramente visibile nelle illustra- di, complessivamente, il rapporto di
do in maniera esagerata il titolo del- zioni. miscela resta corretto.
la miscela mentre, alle grandi aper- Lo spillo scorre all’interno della se- Alle grandi aperture del gas, nel pol-
ture, l’erogazione diminuirebbe pro- zione calibrata del polverizzatore e, verizzatore arriva la parte conica
prio nel momento meno opportuno per come è costruito, quando la val- dello spillo e, dunque, aumenta
rischiando, oltretutto, di danneggia- vola gas è poco sollevata fa sì che lo l’area di passaggio: è vero che la de-
re gravemente il motore. spazio a disposizione per il passag- pressione, entro certi limiti, è dimi-
Per questo motivo viene adottato il gio del carburante sia ridotto: come nuita ma l’aumento dell’area a di-
sistema con spillo conico, che ha la risultato, ad onta della depressione sposizione del carburante mantiene
configurazione ormai nota a tutti e elevata l’erogazione è bassa e quin- il rapporto di miscela al valore otti-
male e, dunque, il motore è in gra-
do di funzionare con tutte le apertu-
re del gas.
Chiarito il principio di funziona-
funzionamento reale.
20
Due immagini dei polverizzatori tipo quattro tempi:
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correttamente il carburatore limi- punto si selezionano gli spilli neces- dotati di zona conica caratterizzata
tandosi a modificare la posizione sari e si procede con la sperimenta- a sua volta da conicità differenti per
dello spillo e, dunque, diventa ne- zione. Se, per esempio, non si riesce meglio accoppiarsi alle necessità di
cessario sostituirlo con un altro pez- ad arricchire a sufficienza un certo taluni propulsori.
zo dalle caratteristiche differenti. punto anche alzando al massimo lo
Per ciascuna famiglia di carburatori, spillo, è chiaro che se ne dovrà L’ACCOPPIAMENTO
la Dell’Orto dispone di una grande montare uno dalla conicità analoga SPILLO-POLVERIZZATORE
serie di spilli conici dalle dimensio- (è sempre meglio introdurre una so- Il polverizzatore è tra le altre cose
ni quanto mai variegate, come ve- la variabile per volta) ma che nel dotato dell’ultimo tratto, in prossi-
diamo nella tabella a corredo di contempo abbia il tratto conico che mità del diffusore, dal diametro ri-
queste note: in base alle necessità inizi in anticipo. gorosamente calibrato. Questo par-
che emergono durante la messa a Da notare che numerosi spilli sono ticolare, a pari caratteristiche del
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polverizzatore, è disponibile con di- oppure essere dotato di una serie di l’erogazione sarà più pronta.
verse misure: aumentando il diame- fori disposti per tutta la sua lun- Se viceversa il polverizzatore è alto,
tro del polverizzatore si arricchisce ghezza ed in comunicazione con il la miscela sarà tendenzialmente più
la miscela, succede il contrario se lo canale dell’aria massimo (“tipo povera in accelerazione e comun-
diminuiamo. Chiaramente si può quattro tempi”). que nei transitori di regime.
ottenere lo stesso effetto variando il Lo stesso ragionamento vale per la
diametro, sempre calibrato dello POLVERIZZATORE TIPO sporgenza dell’ugello nel diffusore:
spillo conico, quando ciò non vada DUE TEMPI esso crea un ostacolo al flusso
a scapito delle altre sue caratteristi- Il polverizzatore è avvitato all’inter- dell’aria aspirata dal motore e dun-
che: può infatti capitare che uno no dell’ugello erogatore che, a sua que a valle di tale ostacolo si ha una
spillo dal diametro diverso da quel- volta, è riportato nel corpo del car- zona di forte depressione, che è
lo di partenza non sia in realtà di- buratore: come si vede dallo sche- quella che appunto attiva l’eroga-
sponibile con le medesime quote ma, l’estremità del tubo sporge zione del circuito. Alzando il gradi-
anche della zona conica. In all’interno di una camera anulare no si aumenta l’entità di tale de-
quest’evenienza è molto più sempli- anch’essa aperta sul diffusore e, con- pressione e dunque si arricchisce la
ce, accertata la necessità, sostituire temporaneamente, in comunicazio- miscela, mentre usando un carbura-
il polverizzatore anche se va detto ne con la presa d’aria per mezzo del tore con gradino più basso si riesco-
che i carburatori Dell’Orto vengono canale aria massimo. no ad ottenere erogazioni dal titolo
forniti con tarature di massima già Per effetto della depressione nel dif- più povero.
ottimizzate in funzione della cate- fusore, allora, dal tubo del polveriz-
goria di motore sul quale andranno zatore viene richiamato il combusti- POLVERIZZATORE TIPO
installati: la messa a punto richie- bile liquido, calibrato dal getto del QUATTRO TEMPI
derà senz’altro un adeguamento dei massimo e dallo spillo conico, men- Per assurdo, vista la definizione, si
getti, della posizione ed eventual- tre dal canale arriva una certa porta- tratta di un sistema oggi ampiamen-
mente del tipo di spillo conico ta d’aria che sfocia nella camera te adottato anche nei carburatori
mentre, in generale, il polverizzato- anulare. per motori due tempi, dal momento
re e lo smusso valvola non richiedo- In questo punto aria e combustibile che, rispetto a quanto visto sopra,
no modifiche di sorta anche se, co- si miscelano formando uno spray fi- consente di ottenere miscele più
me parti di ricambio, sono comun- nemente polverizzato che viene magre e meglio controllate in que-
que disponibili in una grande quan- aspirato dal motore. sto senso in tutte le condizioni.
tità di varianti. Oltre al foro del polverizzatore, le Il tubo del polverizzatore è dotato
variabili in gioco sono quindi il dia- di una serie di fori e la camera anu-
IL POLVERIZZATORE metro del canale dell’aria, l’altezza lare che lo circonda, sempre in co-
E L’UGELLO della parte del polverizzatore che municazione con l’aria massimo,
Il polverizzatore, nella sua forma sporge nella camera e quella del non è però in diretta comunicazio-
più semplice, è un tubetto che met- “gradino” di cui è dotato l’ugello ne con il diffusore.
te in comunicazione il getto del erogatore che sporge nel diffusore. L’aria viene allora richiamata insie-
massimo con il diffusore. Per questo Cominciamo dal polverizzatore: a me al carburante liquido e l’emul-
elemento esistono due possibili parità di altre condizioni, se l’estre- sione si compie all’interno del tu-
configurazioni che, per tradizione, i mità è corta il combustibile deve ri- betto, prima che la miscela arrivi
tecnici definiscono “tipo due tem- salire dalla vaschetta per un tratto all’ugello nel diffusore.
pi” oppure “tipo quattro tempi” co- minore ed dunque nei transitori La disposizione dei fori ed il loro
me retaggio degli antichi schemi
d’impiego, anche se in effetti oggi-
giorno la distinzione, dal punto di
vista operativo, non è più attuale.
Ferma restando la sua funzione, in-
fatti, il polverizzatore può seguire
anche nella realtà lo schema del
semplice tubo (“tipo due tempi”)
23
Per eliminare l’influnza delle variazioni di pres-
ne chiuso da un tappo.
diametro influenza l’erogazione. Fo- talmente. Conviene sempre iniziare un aumento della pressione am-
ri ricavati nella parte bassa del pol- installando un getto molto grande, biente. Quando si usano getti mol-
verizzatore sono immersi nel carbu- rispetto alle esigenze del motore (o to grandi, infine, conviene sempre
rante della vaschetta, mentre fori di motori analoghi) per lavorare in controllare con un semplice calco-
nella zona alta sono esposti all’aria sicurezza: è pur vero che una carbu- lo che l’area di passaggio del getto
e, di conseguenza, giocando sulle razione troppo ricca non permette stesso non diventi inferiore a quel-
variabili della foratura si riesce ad di raggiungere le migliori prestazio- la (di una corona circolare) lasciata
ottimizzare il rapporto di miscela in ni ma, per lo meno, non si rischia libera dalla punta dello spillo coni-
tutte le condizioni. di danneggiare il motore effettuan- co all’interno del polverizzatore.
Privilegiando la foratura alta si sma- do prove con carburazione eccessi- In pratica, deve verificarsi la rela-
grisce in pieno gas ai bassi regimi, vamente povera (grippaggio o fora- zione:
mentre aumentando il numero e/o tura del pistone).
il diametro dei fori bassi si aumenta Si procede per tentativi, effettuando Ø2getto • ∏/4 <
l’afflusso del carburante che va ad prove al banco e/o la prova della Ø2 polv. • ∏/4 - Ø2punta spillo • ∏/4
emulsionarsi con l’aria. staccata, dopo un tratto percorso a
La foratura influenza anche i transi- pieno gas al massimo regime (in pi- per fare sempre in modo che il
tori in accelerazione, in quanto si sta si utilizza il rettilineo più lungo) controllo della portata del carbu-
può fare in modo che, disponendo ed esaminando innanzitutto l’aspet- rante sia sempre effettuato dal get-
opportunamente i fori alle varie to della candela. to massimo.
quote, la camera anulare all’inizio L’isolante dell’elettrodo centrale Dobbiamo ricordare, comunque,
piena di carburante si svuoti via via dev’essere color nocciola: se è più che questo getto riveste un ruolo
che il regime aumenta per effetto scuro, il getto è troppo grande, se è importante anche nella fase di ac-
del liquido aspirato attraverso i fori chiaro, tendente al bianco, il getto è celerazione, quando il pilota apre
stessi: l’erogazione inizia con una troppo piccolo. Per “leggere” l’iso- repentinamente il gas ed il circuito
miscela molto ricca e si smagrisce lante centrale la candela deve aver del massimo (spillo e pozzetto del
via via. percorso molti chilometri, mentre polverizzatore) deve entrare rapi-
esaminando l’elettrodo di massa si damente in funzione: il carburante
IL GETTO DEL MASSIMO può lavorare anche con una cande- che alimenta questo sistema, infat-
L’elemento fondamentale della re- la nuova: la radice dell’elettrodo, ti, viene calibrato proprio dal getto
golazione del carburatore, per la pie- verso il corpo della candela, dev’es- massimo.
na potenza e le grandi aperture del sere nera almeno fino alla metà, cir- In questo transitorio si verifica
gas, è il getto del massimo che serve ca in corrispondenza della piegatura quello che viene definito “lean
a calibrare, al di là di ogni altra con- dell’elettrodo stesso; il resto deve ri- spike” (picco di magro), ossia nel
figurazione del circuito, il combusti- manere del colore naturale del me- primo istante dopo l’apertura del
bile erogato dal sistema del massi- tallo. Se l’elettrodo di massa è tutto gas la carburazione si smagrisce,
mo. nero e fuligginoso, la carburazione per poi ritornare al valore ottima-
Il getto è montato nella parte più è grassa, mentre se al contrario lo le (tendenzialmente ricco) neces-
bassa della vaschetta per assicurare troviamo perfettamente pulito il sario per il funzionamento del
sempre un battente liquido adegua- getto del massimo è troppo piccolo motore in potenza.
to, anche quando la moto compie le e si rischiano gravi danni al motore.
evoluzioni più spinte: in molti casi Dopo aver selezionato il getto ade-
per assicurare la presenza di carbu- guato, se proprio non si sta usando
rante si monta anche un piattello una moto da competizione convie-
che trattiene intorno al getto una ne aumentare di due o tre punti la
idonea quantità di liquido. misura per precauzione e per caute-
La scelta del getto massimo influen- larsi nei confronti di eventuali sma-
za notevolmente le prestazioni del grimenti indotti, per esempio, dalla
motore e viene effettuata sperimen- diminuzione della temperatura o da
24
IL CARBURATORE:
I SISTEMI
SUPPLEMENTARI
Dalla pompa d’accelerazione al getto di potenza: le particolari configurazioni di alcuni
circuiti che equipaggiano taluni modelli di carburatore. Il sistema di avviamento.
P
er come è stato illustrato nelle
note precedenti, un carbura-
tore sarebbe in grado di fun-
zionare perfettamente quando fosse
dotato dei soli circuiti del minimo,
di progressione e del massimo, in
quanto l’erogazione di combustibile
sarebbe già così commisurata a tutte
le esigenze del motore. Rimane
esclusa da queste caratteristiche,
tuttavia, la fase dell’avviamento,
quando le condizioni termiche ren-
dono necessaria un’alimentazione
con miscela dal titolo più ricco del
solito che viene fornita da un circui-
to apposito, detto circuito di avvia-
mento o starter.
Per altre necessità, invece, sono stati
studiati sistemi di erogazione speci-
fici per consentire una corretta ri-
sposta a fronte delle peculiari carat-
teristiche di certi tipi di motore: ab-
biamo così le pompe d’accelerazio-
ne per taluni motori 4 tempi ed il
getto di potenza (power jet) per par-
ticolari versioni dei 2 tempi.
IL CIRCUITO DI AVVIAMENTO
Quando il motore è freddo ed an-
che la temperatura dell’aria ambien-
te è piuttosto bassa, lo spray di aria
e carburante erogato dagli spruzza-
tori del carburatore non arriva nella
adeguata quantità alla macchina
termica (camera di combustione) in
quanto parte di esso si condensa e si Schema del circuito d’avviamento di un carburatore Dell’Orto VHSB: il circuito viene
deposita sulle pareti ancora fredde
del condotto di aspirazione. Per aperto e chiuso dalla valvola 16 azionata dal pilota per mezzo della levetta 17; il car-
questo motivo il titolo effettivo del- burante viene erogato nel condotto 14 dall’ugello 15, dopo essersi emulsionato con l’a
la miscela che alimenta il motore ri-
sulta spesso eccessivamente povero ria proveniente dal canale 11 all’interno del polverizzaotrte 13. Il getto avviamento è il
e, dunque, si verificano problemi di
combustione, che possono compor- n° 12.
25
In basso, il sistema di avviamento con starter automatico: il carburan-
natore, nel quale l’aria entra dai fori praticati vicino alla filettatura.
26
camente accessibile a bordo della
moto.
Più raffinati e funzionali sono i cir-
cuiti di avviamento dotati di un
proprio condotto, di getto e di ele-
mento di controllo della portata.
Quest’ultimo può essere una piccola
valvola a pistone comandata ma-
nualmente dal pilota (direttamente,
o grazie ad un cavo flessibile) oppu-
re può essere controllato in maniera
del tutto automatica da un attuato-
re elettrico per mezzo di un elemen-
to termosensibile. Questi attuatori,
definiti “motorini a cera”, per effet-
to del riscaldamento prodotto da un
apposito circuito elettrico si dilata-
no spostando l’otturatore del circui-
to ad essi collegato.
Dal momento che la deformazione
termica è funzione della temperatu-
ra iniziale, è chiaro come la regola-
permette di regolare la
tandola si diminuisce la
portata, svitandola la si
aumenta.
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Schema del circuito del getto di potenza: dal getto
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A destra, il getto di potenza (più piccolo) mon-
la membrana: avvitando quest’ulti- dere un forte arricchimento soltan- visto, dalle medie aperture in avanti
mo, la membrana può compiere to nelle prime fasi dell’accelerazione oltre al sistema del polverizzatore e
uno spostamento minore e, dun- oppure, al contrario, un arricchi- dello spillo conico anche il getto
que, inviare allo spruzzatore una ri- mento che si prolunghi per un pe- massimo governa la carburazione, si
dotta quantità di liquido e vicever- riodo di tempo maggiore. deve allora installare tale getto mas-
sa. simo di una misura relativamente
A pari condizioni di regolazione del- IL GETTO DI POTENZA ridotta che in seguito, a pieno gas,
la pompa, inoltre, si può gestire la Nei carburatori destinati a taluni potrebbe rivelarsi inadeguata alle
durata dello spruzzo intervenendo motori 2 tempi, invece, si presenta necessità del motore.
sul getto posto sullo spruzzatore: un la necessità di mantenere una mi- Viceversa, montando un getto gran-
getto grande darà uno spruzzo breve scela relativamente povera per li re- de si andrebbe ad arricchire troppo
e viceversa, in maniera da adeguare gimi intermedi, quando è necessaria la carburazione ai regimi intermedi
l’erogazione della pompa alle neces- una brillante rapidità di erogazione. con effetti negativi sull’erogazione.
sità del motore, che potrebbe richie- Dal momento che, come abbiamo Il getto di potenza consente in mol-
ti casi di sopravanzare questo pro-
blema, poiché il circuito cui esso fa
capo viene messo in condizione di
erogare carburante direttamente nel
diffusore soltanto quando la portata
d’aria aspirata è elevata (pieno cari-
co) ed a pieno gas, o comunque
quando la valvola gas è sollevata in
misura considerevole.
Il getto si trova, come tutti gli altri,
nella vaschetta, mentre lo spruzza-
tore è piazzato a monte della valvo-
la gas ed eroga il liquido solo quan-
do il segnale di depressione è suffi-
cientemente elevato, ossia quando è
già scoperto dal margine della val-
vola. Se tale ugello è ricavato nella
sommità del diffusore, esso ero-
gherà carburante soltanto a gas
completamente aperto e, quindi, ar-
ricchirà la miscela supplendo alla ri-
dotta sezione del getto massimo.
Quando è presente il getto di poten-
za, allora, per regolare la carburazio-
ne al massimo si deve intervenire
sia sul getto relativo, sia sul getto di
potenza, dal momento che le quote
di carburante in questa condizione
sono ripartite su due circuiti e non
già su uno solo.
30
IL CARBURATORE
A DEPRESSIONE
Principi di funzionamento ed aspetti costruttivi del sistema d’alimentazione ormai
universalmente diffuso sui motori 4 tempi.
I
l carburatore di questo genere si re” la progressione del motore con ca nell’erogazione, tanto che spesso
definisce a “depressione costan- l’apertura del gas) l’area del diffuso- si deve tornare a parzializzare per
te”, ma in realtà non dobbiamo re aumenta repentinamente, mentre ottenere una progressione decente.
pensare che il valore della depres- la portata aspirata dal motore non è Con il carburatore a depressione si
sione, in assoluto, sia affatto inva- ancora cresciuta perché quest’ulti- hanno due elementi di regolazione
riabile. mo non prende i giri con la stessa della portata: la valvola a farfalla, di
Il problema della modulabilità del rapidità. tipo automobilistico, comandata
carburatore, vale a dire la risposta Aumentando l’area a portata pratica- dal pilota, e la valvola a pistone tra-
del propulsore funzione dell’apertu- mente costante, diminuisce la velo- dizionale, con tanto di spillo coni-
ra dell’acceleratore, è legato difatti cità del flusso e, quindi, aumenta la co, azionata dal sistema a depressio-
al valore della depressione che per- pressione: si spiega come venga a ne propriamente detto. Tale valvola
mette di aspirare il carburante dal mancare il segnale che invece servi- è cioè collegata ad una camera di
circuito del massimo. rebbe per aspirare dal polverizzatore depressione per mezzo di una mem-
Quando con un carburatore tradi- la maggior quantità di carburante, brana flessibile; la camera è in co-
zionale si apre rapidamente l’accele- necessaria per alimentare il motore. municazione per mezzo di uno o
ratore (senza dunque “accompagna- Il risultato è che quest’ultimo man- più fori con la sezione ristretta del
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diffusore, ossia quella sotto la valvo-
la stessa.
In questo spazio si genera la depres-
sione che appunto serve per aspira-
re il carburante dall’ugello; nel no-
stro caso tale depressione arriva, at-
traverso i fori, anche nella camera
soprastante la valvola.
La parte inferiore di tale camera si
trova a pressione atmosferica per-
ché è in comunicazione con la pre-
sa d’aria del carburatore.
La depressione sottovalvola attira
allora la medesima verso l’alto
vincendo la resistenza della molla
di contrasto che, dunque, diventa
un elemento di regolazione, come
del resto il diametro dei fori di
presa depressione della valvola,
che influiscono in modo partico-
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Al centro, la valvola a farfalla che parzializza
l’aspirazione sotto il controllo del pilota, men-
tre la portata effettivamente aspirata viene re-
Carb. a depressione golata dalla valvola gas comandata dalla ca-
psula barometrica.
Carb. tradizionale a piena Sotto, la presa d’aria con la sezione che ali-
apertura
menta la camera di depressione, nella parte
alta, e lo spruzzatore della pompa di ripre-
sa.
Depressione (KPa)
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