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Canzone

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi


Le nuvole sono legate alla terra ed al vento.
Fin che ci saran nuvole sopra Torino Verrà la morte e avrà i tuoi occhi -
sarà bella la vita. Sollevo la testa
questa morte che ci accompagna
e un gran gioco si svolge lassù sotto il sole.
dal mattino alla sera, insonne,
Masse bianche durissime e il vento vi circola
tutto azzurro – talvolta le disfa sorda, come un vecchio rimorso
e ne fa grandi veli impregnati di luce. o un vizio assurdo. I tuoi occhi
Sopra i tetti, a migliaia le nuvole bianche saranno una vana parola
copron tutto, la folla, le pietre e il frastuono.
un grido taciuto, un silenzio.
Molte volte levandomi ho visto le nuvole
Così li vedi ogni mattina
trasparire nell’acqua limpida di un catino.
Anche gli alberi uniscono il cielo alla terra. quando su te sola ti pieghi
Le città sterminate somiglian foreste nello specchio. O cara speranza,
dove il cielo compare su su, tra le vie. quel giorno sapremo anche noi
Come gli alberi vivi sul Po, nei torrenti
che sei la vita e sei il nulla.
così vivono i mucchi di case nel sole.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Anche gli alberi soffrono e muoiono sotto le nubi
l’uomo sanguina e muore, – ma canta la gioia Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
tra la terra ed il cielo, la gran meraviglia Sarà come smettere un vizio,
di città e di foreste. Avrò tempo domani come vedere nello specchio
a rinchiudermi e stringere i denti. Ora tutta la vita
riemergere un viso morto,
son le nubi e le piante e le vie, perdute nel cielo
come ascoltare un labbro chiuso.
Cesare Pavese Scenderemo nel gorgo muti.
(da Poesie del disamore e altre poesie disperse) Cesare Pavese
A CIASCUN'ALMA PRESA,

madonna involta in un drappo dormendo.


meo core in mano, e ne le braccia avea
quando m'apparve Amor súbitamente

Poi la svegliava, e d'esto core ardendo


del tempo che onne stella n'è lucente,
in ciò che mi rescrivan suo parvente

Allegro mi sembrava Amor tenendo


nel cui cospetto ven lo dir presente,

appresso gir lo ne vedea piangendo.


cui essenza membrar mi dà orrore.
A ciascun'alma presa, e gentil core,

Già eran quasi che atterzate l'ore


salute in lor segnor, cioè Amore.

lei paventosa umilmente pascea:


E GENTIL CORE

Dante Alighieri, Vita Nuova

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