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1.

INTRODUZIONE

La Direttiva “Habitat” n. 92/43/CEE (recepita nella nostra legislazione con DPR n° 357 dell’8/09/1997.
G.U. n°248 del 23/09 ed aggiornata ed integrata con DPR 120/2003) fornisce disposizioni comunitarie
in materia di salvaguardia, protezione e miglioramento della qualità ambientale, compresa la protezione
degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica, impone agli Stati Membri l’obbligo di istituire
Zone Speciali di Conservazione (ZSC) per la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario
ed indica un percorso procedurale.
L’Italia si è trovata in ritardo con l’individuazione di aree SIC marine ed ha ricevuto dalla Commissione
Europea la nota Eu Pilot 8348/16/ENVI per il mancato completamento della rete Natura 2000.
A seguito di tale ammonimento e dopo aver evidenziato che i siti Natura2000 a mare sono di competenza
delle Regioni entro le acque territoriali e del MATTM al di fuori delle acque territoriali, la Regione del Veneto
ha avviato la procedura per individuare un’area su cui istituire un SIC marino.
Lo sviluppo dell’iter regionale è sfociato nell’individuazione della seguente area marina, antistante il Delta
del Po.

Si tratta di 225 km2, tra le 6 e le 12 miglia nautiche che a Sud continuano con l’area SIC marina della regione
Emilia Romagna.
La presenza di un SIC marino comporta l’instaurazione di una corretta tutela delle specie marine di interesse
comunitario, ma allo stesso tempo genera effetti nelle attività antropiche che venivano praticate, quali in
primis la pesca professionale e sportiva.
Le caratteristiche di una AMP sono fondamentali per la gestione delle attività di pesca al suo interno, in
quanto nella Zona A, che di solito incide mediamente per il 2% della superficie totale, sono precluse
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totalmente le attività di pesca, mentre nelle Zone B e C, le attività di pesca professionali sono sempre
consentite, ma con definiti criteri di regolamentazione.
In questo contesto si ritiene necessario e di fondamentale peso strategico effettuare uno stato dell’arte della
pesca nell’area di prossima istituzione SIC marino, nelle aree limitrofe, per valutare i mestieri che
interferiscono con questa, e mettere a disposizione dati e materiali utili a redigere un Piano di Gestione che
consenta di far convivere gli interessi socio-economici delle locali marinerie con la salvaguardia e tutela della
risorsa ittica e dell’ambiente marino.

2. RILEVANZA STRATEGICA

L’istituzione di un’area SIC marina è un elemento di elevato valore ecologico che determina sicuramente degli
effetti sulle attività che insistono nel sito, soprattutto su quelle legate alla pesca marittima professionale e
sportiva.
Il compartimento marittimo di Chioggia nel suo insieme rappresenta per:
• Flotta peschereccia ed attrezzi da pesca
• Mercati ittici
• Tipologia delle imprese di pesca
• Occupazione nella pesca marittima e nell’indotto
• Eccellenze ittiche e consumi
• Import ed export
• Pesca ricreativa
una delle realtà più importanti nel contesto nazionale e la preoccupazione della categoria per possibili effetti
negativi sulla capacità occupazionale e reddituale è di significativa rilevanza.
Effettuare un’analisi generale che riporti lo stato di fatto delle attività operative nella futura area SIC e nel
suo intorno rappresenta una base di partenza solida e valida per costruire successivamente il Piano di
Gestione dell’ambito di interesse, tenendo in considerazione il valore attuale dei settori della pesca marittima
locale.
Nell’ambito del progetto Tartatur è stata sviluppata una prima valutazione dell’interazione della pesca
marittima e della maricoltura con le specie Caretta caretta e Tursiops truncatus nella fascia costiera veneta
e della limitrofa regione Emilia Romagna e sono riportate le seguenti conclusioni:

Sulla base dell’area SIC marina proposta l’interferenza potenziale è stata determinata considerando esclusivamente le
imbarcazioni con attrezzo da traino, localizzate nelle diverse marinerie/territori del Veneto e dell’Emilia Romagna,
indicando in quale limite di distanza dalla costa queste generalmente pescano.
Relativamente all’Emilia Romagna sono stati considerati solamente i settori che ai sensi della normativa vigente possono
pescare anche nei Compartimenti Marittimi limitrofi.

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In Veneto non sono state considerate i 42 motopesca autorizzati alla raccolta di fasolari (Callista chione), in quanto i banchi
naturali sono localizzati più a Nord.

Ambiti di potenziale limitazione per attrezzo


entro 1 miglio tra 1 miglio e 3 miglia tra 3 e 6 miglia tra 6 e 12 miglia
198 strascico
120 vongolare
Veneto 222 attrezzi da posta 222 attrezzi da 198 strascico
205 nasse
posta
Emilia Romagna 0 0 193 strascico 193 strascico

Tabella 2.1: Ambiti di potenziale limitazione con SIC marino del Veneto e sistemi di pesca coinvolti.

Sulla base dell’istituzione del SIC marino tra 6 e 12 MN si osserva un’interferenza con la pesca a strascico (strascico con
divergente, volanti e rapidi), che comprende circa 400 pescherecci tra Veneto ed Emilia Romagna, con una ripartizione
all’incirca del 50% tra le due regioni. Inoltre, c’è un possibile interferenza con gli attrezzi da posta diversi dalle nasse per
seppie, con sono circa 220 e si identificano in nassini per lumachine e canoce e tramagli.
Dalla tabella si osserva che l’area maggiormente interferita si posiziona tra 3 e 6 miglia nautiche dalla costa con circa 420
imprese di pesca interessate in Veneto ed altre 190 circa potenziali che ormeggiano in Emilia Romagna.
L’area destinata al SIC marino, tra 6 e 12 miglia nautiche, interferisce in modo potenziale con le imbarcazioni dedite allo
strascico, che sono stimate in 198 per il Veneto e 193 per l’Emilia Romagna.

3. OBIETTIVI

La presente proposta progettuale ha l’obiettivo primario di mettere a disposizione dati e materiali aggiornati
relativi al sistema della pesca professionale e sportiva, per la redazione di un futuro Piano di Gestione
dell’area antistante il Delta del Po, individuata come prossimo SIC marino.
La realizzazione del presente progetto si pone inoltre i seguenti obiettivi:
• Aggiornamento della flotta peschereccia e dei mestieri nell’area interessata
• Aggiornamento della raccolta dati di produzione dell’area interessata
• Analisi sulle interferenze tra pesca e area SIC marina
• Analisi delle interferenze di altri settori con l’area SIC
• Analisi costi e benefici per la pesca dopo l’istituzione dell’area SIC marina
• Suggerimenti su attività dei pescatori nell’area SIC marina

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4. RICADUTE ATTESE

La realizzazione delle attività qui proposte creano una base di partenza solida per gestire in modo appropriato
l’area SIC marina regionale, salvaguardando sia gli interessi ambientali che quelli delle imprese locali di pesca.
Inoltre, si creano le basi per avviare lo sviluppo di un nuovo modo di concepire la pesca costiera, coinvolgendo
gli operatori nelle decisioni gestionali e rendendoli attori principali dei servizi ecosistemici utili nel processo
gestionale complessivo.

5. UBICAZIONE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Il progetto viene realizzato nell’ambito del compartimento marittimo di Chioggia che rappresenta il territorio
di competenza del GAC di Chioggia e Delta del Po, con particolare riferimento all’area antistante il Delta, in
cui prossimamente sarà istituito il SIC marino della regione Veneto.

6. ATTIVITÀ PROGETTUALI

La realizzazione del presente progetto si attua mediante lo sviluppo delle seguenti attività:
• Aggiornamento della flotta peschereccia e dei mestieri nell’area interessata

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• Raccolta dati di produzione dell’area interessata
• Analisi sulle interferenze tra pesca e area SIC marina
• Interferenze di altri settori con l’area SIC
• Analisi costi e benefici per la pesca dopo l’istituzione dell’area SIC marina
• Suggerimenti su attività dei pescatori nell’area SIC marina

Si riporta di seguito una descrizione sintetica sulle attività progettuali da sviluppare.

6.1. Aggiornamento della flotta peschereccia e dei mestieri nell’area interessata

In questa prima attività si aggiorna lo stato dell’arte della flotta peschereccia del Compartimento Marittimo
di Chioggia, associando ad ogni imbarcazione il mestiere di pesca praticato e il grado di interferenza con il SIC
marino di prossima istituzione.
La base di partenza può essere il Fleet Register dell’Unione Europea che è stato aggiornato da poco e risulta
consultabile in diversi modi.
L’intero database nazionale è scaricabile in un file formato .csv, e poi adattabile alle proprie esigenze
utilizzando un software per la gestione dei fogli di calcolo (Figura 6.1).
Il registro navale è anche consultabile on-line, con a disposizione statistiche di flotta nazionale e possibilità
di ricerca di un peschereccio per nome, matricola, ed altre modalità (utilizzo filtri messi a disposizione).
Per ogni peschereccio sono a disposizione una serie di dati tecnici, quali lunghezza fuori tutto (LFT), larghezza
(LOA), tonnellaggio (GT), potenza motore (kW o HP), attrezzi da pesca utilizzati con indicati i vari codici degli
attrezzi, materiale ed anno di costruzione, modifiche apportate nel tempo, ecc. (Figure 6.2 a 6.5).
OUTPUT PROGETTUALE: fornire un quadro aggiornato sulla flotta peschereccia del Compartimento
Marittimo di Chioggia distinta per mestiere di pesca.

Figura 6.1: Webpage nel Fleet Register con possibilità di download dell’intero database della flotta peschereccia.

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Figura 6.2: Webpage riassuntiva nel Fleet Register della flotta UE.

Figura 6.3: Webpage nel Fleet Register con elenco motopesca italiani.

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Figura 6.4: Webpage nel Fleet Register con ricerca motopesca.

Figura 6.5: Webpage nel Fleet Register con dati dei motopesca.

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6.2. Raccolta dati di produzione dell’area interessata

Allo stato di fatto della flotta è fondamentale abbinare la produzione alieutica del Compartimento Marittimo
di Chioggia, cercando di focalizzare quanto più possibile il dettaglio sulla zona di interesse, al fine di fornire
dati quantitativi della produttività dell’area destinata a SIC marino e rapportare tali numeri al contesto
generale dell’ambito territoriale del GAC di Chioggia e Delta del Po.
I dati possono essere raccolti presso i mercati ittici di Chioggia, Donada di Porto Viro, Pila di Porto Tolle e
Scardovari, approfondendo se possibile con l’associazione al peschereccio o al mestiere praticato, in modo
da mettere a disposizione dati reali sul singolo comparto della pesca marittima che successivamente
forniranno indicazioni sull’interferenza del SIC marino.

OUTPUT PROGETTUALE: fornire una stima dei quantitativi di risorsa pescata nell’ambito del Compartimento
Marittimo di Chioggia per mestiere di pesca e se possibile (ma dipende dai server gestionali dei punti vendita)
dell’ambito di interesse (SIC marino).

6.3. Indagine di gradimento tra gli operatori della pesca marittima e sportiva

Il cambiamento apportato dall’introduzione di un’area SIC marina deve essere valutato dal maggior numero
possibile di punti di vista, con particolare riferimento da quello degli operatori che vivono il mare in prima
persona.
In questa attività si prevede di predisporre un questionario con una serie di quesiti da porre ad un numero
significativo di operatori, tramite la collaborazione delle Associazioni di categoria della pesca professionale,
delle Cooperative locali di pesca e delle Associazioni dei pescatori amatoriali-sportivi, per reperire una serie
di dati utili alla predisposizione di un futuro piano di gestione.
Essere in possesso di informazioni sulle percezioni, impressioni ed opinioni dei pescatori su un cambiamento
radicale dell’utilizzo di un ambito marittimo piuttosto esteso e da sempre utilizzato nel prelievo della risorsa
contribuisce ad avere un input su come indirizzare le linee guida di utilizzo cercando di integrare le attività di
pesca e di convertire i pescatori anche verso altre attività utili alla gestione dello spazio marittimo.
Oltre alle classiche domande del tipo “lei è favorevole o meno alla presenza di un’area SIC marina?” è
importante capire in primo luogo quale grado di informazione sia stato fornito, o meglio percepito dal mondo
della pesca.
Successivamente, conoscere le opinioni della categoria sulle misure gestionali attuabili con l’obiettivo di
preservare sia le risorse che le attività di pesca, sulla possibilità di convertire la pesca adoperando attrezzi
tradizionali, sulla possibilità di avere un ruolo attivo in forme di controllo dell’area per far rispettare vincoli,
divieti, ecc.
L’indagine può approfondire anche gli aspetti socio-economici con verifiche sull’andamento dei costi e dei
ricavi delle imprese di pesca in uno scenario di diversa gestione dello spazio marittimo, conoscere quanto
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dovrebbe essere estesa l’area A preclusa a tutte le attività di pesca e quanto sostenibile sarebbe un’area di
225 m2 con regolamenti e limitazioni alla pesca.

OUTPUT PROGETTUALE: statistiche informative su diverse tematiche utili a percepire lo stato degli operatori
ed ottenere suggerimenti per la costruzione di un piano di gestione che integri la salvaguardia delle risorse e
delle imprese di pesca.

6.4. Analisi sulle interferenze tra pesca e area SIC marina

Aree SIC marine ed attività di pesca sono due elementi che faticano a trovare una coesistenza equilibrata, in
quanto la pesca ha interessi al prelievo della risorsa che un’area SIC marina ha l’obiettivo di proteggere.
Nel tempo sono stati fatti passi in avanti sulla gestione delle aree marine soggette a protezione, cercando di
vietare ogni attività di pesca nelle zone maggiormente sensibili e/o vulnerabili, ma consentendo ai pescatori
di operare in un contesto di gestione integrata e con linee guida individuate in un Piano di Gestione.
In questa sezione è necessario individuare quali siano le interferenze esistenti tra il settore della pesca
marittima e la presenza di un’area SIC marina, analizzare i contenuti ed i dettagli di queste problematiche e
costruire un output di sezione progettuale che indichi una o più soluzioni.
Inoltre, è opportuno effettuare un focus dettagliato sulla pesca sportiva marittima che in Italia conta circa
500.000 operatori, che utilizzano ami e canne o pescano in apnea. Tale dato, rapportato al Veneto, si attesta
a circa 20-25.000 addetti, che a fini amatoriali esercitano comunque un prelievo di risorsa alieutica,
utilizzando anche strumenti potenzialmente lesivi nei confronti di alcune specie marine oggetto di protezione
(ad es. tartarughe e tursiopi).

OUTPUT PROGETTUALE: fornire un quadro dettagliato su quali mestieri della pesca marittima interferiscono
con il futuro SIC marino.

6.5. Interferenze di altri settori con l’area SIC

L’ambito marino non è occupato esclusivamente da natanti adibiti ai diversi mestieri della pesca, ma è
giornalmente attraversato da cospicui traffici di unità appartenenti a settori diversi, quali ad esempio,
trasporto merci (mercantili, petroliere, gasiere, ecc.), controllo (Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza,
Carabinieri, ecc.), trasporto passeggeri (traghetti, navi da crociera, ecc.), diporto nautico (scafi di ogni genere,
dalla barca a vela alla piccola imbarcazione).
Il passaggio di questi natanti nell’area SIC marina dovrà essere valutato con molta attenzione e dovranno
essere valutati gli elementi potenzialmente dannosi nei confronti della risorsa tutelata dal SIC marino.

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L’obiettivo di questa azione è indicare una serie di soluzioni idonee alla gestione integrata del SIC marino e
delle attività nautiche che gravitano in esso ed attorno ad esso.
In quest’ottica può essere visto come positiva l’acquisizione dei passaggi dei natanti dei settori pesca e
diporto in primis, all’interno dell’area SIC marina di interesse, presso siti web specializzati nel tracking in real
time tramite strumentazione GPS, AIS, ecc., quali ad esempio Marine Traffic.

OUTPUT PROGETTUALE: fornire un quadro sui passaggi dei natanti riferibili a pesca e diporto all’interno
dell’area di interesse e sulle interferenze dell’area SIC marina su settori diversi dalla pesca.

Figura 6.6: Il server GPS di Marine Traffic.

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Figura 6.7: Identificazione di un peschereccio in Marine Traffic.

6.6. Analisi costi e benefici per la pesca dopo l’istituzione dell’area SIC marina

L’istituzione di un’area SIC marina comporta sicuramente delle modifiche nel dei costi al mondo della pesca
nella zona, ma vari studi hanno evidenziato nel corso degli anni l’origine di benefici, di cui i pescatori del
luogo possono trarne dei vantaggi.

Chiusura delle attività di pesca


Costi
Cambiamenti spaziali dello sforzo di pesca
Protezione risorse all’interno SIC
Effetto spillover
Benefici
Recupero pesca tradizionale
Strumento di diversificazione delle attività dei pescatori

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In questo ambito si dovrà inquadrare l’area di interesse, considerare gli output delle fasi progettuali
precedenti e analizzare i costi ed i benefici che si verranno a creare.

OUTPUT PROGETTUALE: Effettuare un’analisi dei costi e dei benefici nei diversi settori (pesca professionale,
pesca sportiva, nautica da diporto, ecc.) ed accompagnare l’output con un’analisi SWAT

6.7. Suggerimenti su attività dei pescatori nell’area SIC marina

Non c’è alcun dubbio sul fatto che un’area SIC marina tolga qualcosa al settore della pesca che gravita in
quella zona.
Limitarsi a dirottare i pescatori in aree adiacenti rappresenta di per se una sconfitta, in quanto si
emarginerebbe una categoria che vive con il mare e con i suoi prodotti.
Un’alternativa innovativa è rappresentata dall’individuazione di servizi ed altre attività, soprattutto legate
alla pesca tradizionale, che possono integrarsi nel Piano di Gestione dell’ambito marino protetto.
Al fine di ottenere la massima condivisione delle regole ed aumentare il consenso della categoria dei
pescatori nei confronti del SIC marino è necessario in primis coinvolgere tutti gli operatori in incontri con
l’Ente gestore, per farli sentire parte del piano, ed in secondo luogo è necessario coinvolgere gli operatori
direttamente in attività di gestione e tutela del territorio, in modo da mostrare loro che possono convivere
con questa nuova situazione.
In quest’ottica è possibile sviluppare attività di:
• Pescaturismo: è un’attività integrativa alla pesca artigianale, esercitata dai pescatori di professione
in possesso di regolare licenza e consiste nell’imbarco di persone non facenti parte dell’equipaggio
su unità da pesca a scopo turistico e ricreativo finalizzate alla conoscenza dell’ambiente marino, delle
lagune costiere e delle acque interne. Secondo il regolamento questa attività non deve essere
prevalente rispetto a quella di pesca.
In pratica, il turista che si imbarca partecipa, anche solo parzialmente, alle operazioni di pesca; può
svolgere pesca sportiva dall’imbarcazione, viene coinvolto in attività illustrative delle specie ittiche,
delle tecniche di pesca e delle tradizioni marinare e può usufruire di un servizio di ristorazione
direttamente sulla barca con preparazione di prodotti pescati in giornata.
Il pescaturismo rappresenta anche una buona opportunità occupazionale per giovani e donne,
apporta vantaggi alla risorsa biologica e può donare nuovo slancio a specie di importanza
commerciale minore che troverebbero spazio in ricette semplici e di carattere casalingo.
• Raccolta rifiuti: la problematica dei rifiuti in mare (marine litter) è un tema attuale e sempre alla
ribalta, ed un aiuto di importanza rilevante può essere fornito dai pescatori, i quali possono
partecipare attivamente ad azioni di pulizia delle spiagge, dei fondali marini, oppure fornire supporto
ai volontari che gestiscono questa tipologia di attività mettendo a disposizione le loro imbarcazioni.

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• Monitoraggio: i pescatori possono essere coinvolti direttamente nelle attività di ricerca scientifica,
quali ad esempio raccolta dati sulle risorse ittiche e/o sui parametri ambientali principali, oppure
indirettamente nel trasporto dei ricercatori qualificati per le rilevazioni di campo.
• Pesca tradizionale: le attività di pesca tradizionale sono consentite all’interno delle zone B e C, con
specifiche limitazioni ed il loro recupero progressivo, a parziale sostituzione ad esempio della pesca
a strascico, che è vietata, possono rappresentare una valida alternativa alla riconversione della
categoria in un diverso modo di gestione dell’area marittima.
• Sorveglianza: l’estesa superficie di un’area SIC marina, compresa quella deltizia (225 m2) è
difficilmente controllabile e di conseguenza elevare gli operatori della pesca al ruolo di sorveglianti
di questo ambito marittimo può rappresentare uno strumento idoneo al loro coinvolgimento attivo.
• Altre attività: la presente azione di progetto è aperta anche alla valutazione di altre attività che i
pescatori marittimi possono svolgere in un ambito di rispetto delle regole insite in un SIC marino e di
salvaguardia della risorsa ittica e delle specie di interesse comunitario.

OUTPUT PROGETTUALE: effettuare un’analisi sugli elementi di diversificazione dell’attività del pescatore che
possono essere gestite in modo integrato con il SIC marino veneto. In questo modo gli operatori saranno
protagonisti di un nuovo modo di vivere il mare.

7. QUADRO ECONOMICO

Attività Costi IVA compresa


Aggiornamento della flotta peschereccia e dei mestieri nell’area interessata 3.500,00
Raccolta dati di produzione dell’area interessata 6.000,00
Indagine di gradimento tra gli operatori della pesca marittima e sportiva 3.000,00
Analisi sulle interferenze tra pesca e area SIC marina 5.000,00
Interferenze di altri settori con l’area SIC 10.000,00
Analisi costi e benefici per la pesca dopo l’istituzione dell’area SIC marina 5.000,00
Suggerimenti su attività dei pescatori nell’area SIC marina 7.500,00
Documentazione finale 5.000,00
SOMMANO 45.000,00

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8. CRONOPROGRAMMA

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Aggiornamento della flotta peschereccia e dei
mestieri nell’area interessata
Raccolta dati di produzione dell’area interessata

Indagine di gradimento tra gli operatori della pesca


marittima e sportiva
Analisi sulle interferenze tra pesca e area SIC marina

Interferenze di altri settori con l’area SIC

Analisi costi e benefici per la pesca dopo l’istituzione


dell’area SIC marina
Suggerimenti su attività dei pescatori nell’area SIC
marina
Documentazione finale

9. CRITERI DI SELEZIONE

CRITERI RELATIVI ALL’OPERAZIONE


COEFFICIENTE PESO PUNTEGGIO
N CRITERI DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI
C (0<C<1) (Ps) P=C*Ps
Estensione in ettari dell'area marina oggetto C=0 ha=0
O2 0.5 0.5
dell’intervento C=1 ha max
Estensione in ettari dell'area marina di cui ai siti
Natura 2000, Zone soggette a misure di protezione C=0 ha=0
O3 0.5 0.5
speciali, aree marine protette ed aree di tutela C=1 ha max
biologica oggetto dell’intervento
Numero di aree marine di cui ai siti Natura 2000, Zone
soggette a misure di protezione speciali, aree marine C=0 N=0
O4 1 1
protette ed aree di tutela biologica coinvolte C=1 N max
nell’intervento
Intensità degli interventi relativi alle zone di rilevanza
C=Costo investimento
per la riproduzione ittica, quali le zone umide costiere
O5 tematico/Costo totale 1 1
o habitat costieri di rilevanza per pesci, uccelli e altri
dell'investimento
organismi
L’operazione è volta a fornire un contributo per una
C=0 NO
O6 migliore gestione o conservazione delle risorse 1 1
C=1 SI
biologiche marine
L’operazione è volta al miglioramento della
consapevolezza ambientale che coinvolga i pescatori C=0 NO
O10 1 1
nella protezione e nel ripristino della biodiversità C=1 SI
marina

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10. INDICATORI PERTINENTI LA MISURA

Codice Unità di Indicatore


Misura Indicatore
Indicatore Misura considerato
Azione 5.B - Dimensioni area marina protetta
Promuovere misure
di governance
1.1
interessata dal progetto
Km2 X
Numero azioni di biodiversità e
partecipata per la 1.2 Numero
servizi ecosistemici coinvolti
Gestione Integrata
dello spazio entro le Organismi scientifici o tecnici
1.3 Numero
12 miglia nautiche pubblici

11. FONTI DI FINANZIAMENTO DEL PROGETTO E MODALITÀ DI EROGAZIONE DEL SOSTEGNO

Le fonti di finanziamento previste per la realizzazione dell’opera fanno capo per € 45.000,00 al contributo
Regionale FEAMP. Il contributo viene richiesto in conto Capitale e l’Amministrazione al fine di rendicontare
fatture quietanziate provvederà alla liquidazione dell’importo totale dei lavori con anticipazioni di cassa.

12. BREVE DESCRIZIONE ANNI DI ESPERIENZA DELL’ENTE

A partire dall’anno 2000 il Comune di Porto Tolle ha avviato i lavori di realizzazione del Porto Peschereccio di
Pila nella laguna di Barbamarco attuando ben dieci Stralci che hanno usufruito per la loro realizzazione di
contributi SFOP e FEP e FEAMP di seguito sinteticamente elencati:
Regolamento (CE) 2792 del 17 dicembre 1999 SFOP – DOCUP 2000-2006
1) Progetto 01/PP/2001 - D.G.R. Veneto n° 2968 del 09/11/2001
2) Progetto 02/PP/2002 - D.G.R. Veneto n° 2660 del 30/09/2002
3) Progetto 03/PP/2004 - D.G.R. Veneto n° 3974 del 10/12/2004
Regolamento (CE) 1198 del 27 Luglio 2006 FEP - Fondo Europeo Pesca
1) Progetto 04/PP/2009 - D.G.R. Veneto n° 3054 del 20/10/2009
2) Progetto 07/PP/2011 - D.G.R. Veneto n° 268 del 27/07/2011
3) Progetto 01/PP/2013 - D.G.R. Venete n° 950 del 14/07/2014
Regolamento (UE) 508 del 15 Maggio 2014 FEAMP - Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca
1) Progetto 01/PLS/2017 D.G.R. Veneto n° 213 del 28/02/2017
2) Progetto 02/PLS/2018 D.G.R. Veneto n° 973 del 06/07/2018
3) Progetto 03/RI/2017 D.D.R. n° 19 del 15/02/2018
4) Progetto 01/GI/2017 D.D.R. n° 19 del 15/02/2018
5) Progetto 01/SSL-RI/2017 D.D.R. n° 19 del 15/02/2018
Tutti i contributi sono stati regolarmente rendicontati alla Regione tramite i propri uffici con il coordinamento
dell’Ufficio Lavori Pubblici e Patrimonio di cui attualmente è Responsabile l’arch. Giorgio Portesan nominato
con Decreto Sindacale n. 05 del 31.07.2020.

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