Corso di laurea in
Scienze della comunicazione
Gabriele Lattanzio
Matricola n.
1065468
Sociologia dell’organizzazione
Anno Accademico
2021/2022
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Indice
Introduzione..........................................................................................................2
1.1 Analisi e sintesi del primo volume “The cost of free shipping: Amazon in
the global economy”...........................................................................................4
1.2 Analisi e sintesi del secondo volume “Sempre aperto. Lavorare su turni
nella società̀ dei servizi 24/7”.............................................................................7
Conclusioni..........................................................................................................18
Bibliografia.........................................................................................................20
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Introduzione
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Capitolo 1: Sintesi e analisi dei testi proposti
1.1 Analisi e sintesi del primo volume “The cost of free shipping:
Amazon in the global economy”
Una delle prime cose che colpisce il lettore è di come Amazon sia davvero un
gigante aziendale con attività in molti settori e campi diversi, tant’è che Olney e
Wilson lo paragonano alla “Piovra”, una favola pubblicata nel 1902. C'è del vero
in questo, Amazon è nata come libreria online nel 1995, ma si è sviluppata in un
negozio online ben più ampio, che offre spazio anche a venditori terzi e possiede
enormi centri di distribuzione. In diversi capitoli, Amazon, viene paragonato
all'altro gigante statunitense, Walmart, con la differenza che Walmart ha dei
negozi, mentre Amazon ne ha fatto a meno e consegna a domicilio, in oltre
Amazon nel nel 2017 ha acquistato anche Whole Foods, dotandosi così di una
rete capillare di negozi "bricks-and-mortar" e di consegne di cibo. Queste sono le
attività più tradizionali di Amazon, molto simili alla logistica convenzionale, con
una forte attenzione alla gestione dei dati.
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La parte meno visibile e tangibile di Amazon, tuttavia, è altrettanto
impressionante. Oltre all'enorme piattaforma di crowdsourcing Mechanical Turk,
ha l'e-reader Kindle e l'assistente virtuale Alexa, Amazon Pay, il software di
riconoscimento facciale Rekognition e, soprattutto, Amazon Web Services (AWS).
Questa parte dell'azienda è una piattaforma di cloud computing che rappresenta
più di un terzo dell'infrastruttura cloud mondiale. Tra i suoi clienti figurano la
CIA, l'ICE e molte altre agenzie governative.
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All’interno del libro sono state anche identificate 4 vulnerabilità di Amazon
secondo K. Moody, principalmente:
1. La possibile interruzione della catena di approvvigionamento, dal momento
in cui Amazon punta tanto sulla celerità delle proprie consegne,
un’interruzione della catena di approvvigionamento potrebbe pesare e non
poco.
2. Una seconda vulnerabilità è rappresentata dalla concorrenza. Pur essendo
un gigante, Amazon non è l'unico attore sui mercati globali o locali. In
molti Paesi, i concorrenti locali detengono posizioni forti e difficili da
superare. A livello globale, ci sono diversi concorrenti sul mercato digitale
(come Google, Apple e Microsoft), sul mercato della logistica (come
Walmart) e sul mercato delle vendite online (come Alibaba).
3. La terza vulnerabilità riguarda gli investimenti ad alta intensità di capitale e
fortemente localizzati di Amazon, come avviene ad esempio per la
realizzazione di nuovi magazzini.
4. La quarta vulnerabilità, invece, è rappresentata dai lavoratori. Sebbene
Amazon sia considerata un'azienda tecnologica, ha migliaia di dipendenti
che lavorano in condizioni simili e talvolta in spazi collettivi. È innegabile
che vi sia un certo potenziale organizzativo.
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1.2 Analisi e sintesi del secondo volume “Sempre aperto. Lavorare su
turni nella società̀ dei servizi 24/7”
All’interno del volume l’autrice espone quella che è stata la sua ricerca empirica
di dottorato, analizzando il tema del lavoro su turni dal punto di vista qualitativo
all’interno del mondo del retail. In particolare l’autrice utilizza come strumenti di
analisi interviste e focus group con lavoratori e lavoratrici del settore e con
delegati sindacali (in totale, 50 interviste e 2 focus group). All’interno del testo,
inoltre, avviene un parallelismo tra il Regno unito e l’Italia, nel dettaglio tra due
famose vie dello shopping ovvero: “Hoxford street” a Londra e “corso Buenos
Aires” a Milano.
Attraverso le interviste con i lavoratori si può notare fin da subito come
l’argomento principe ad emergere sia quello del lavoro su turni e nei giorni festivi
e di come, dopo analisi economico-sociali, si sia naturalizzato il concetto del
“sempre aperto” per quanto concerne i negozi (l’autrice all’interno del testo fa
anche riferimento ai supermercati che utilizzano questa strategia, restando aperti
anche in orari serali e notturni, 24/7 appunto).
Un’altra problematica che emerge, in particolar modo nella realtà Londinese, è
quella di come i giovani lavoratori facciano fatica a causa del lavoro su turni, ad
organizzare il loro futuro incontrando difficoltà nella transizione all’età adulta.
Nella realtà Milanese, invece, l’età media è più alta (spesso over 35) e la maggior
parte delle lavoratrici sono appunto donne le quali fanno fatica a trovare la giusta
coesione tra la vita lavorativa e la vita famigliare di tutti i giorni.
Un altro parallelismo che l’autrice espone all’interno del volume è quello tra
l’alienazione emozionale propria dell’emotional labor (A. Hochschild) e
l’alienazione chiamata “temporale” in quanto i lavoratori vivono la loro vita in
modo destrutturato scandito dai turni lavorativi. Un fenomeno legato
all’alienazione emozionale dal lavoro da parte dei lavoratori (in particolare in
quelli milanesi) è quello legato al rapporto con il cliente. La relazione con questo,
infatti, diventa la vera e propria fonte di soddisfazione per il lavoratore, grazie ai
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clienti cortesi e fidelizzati, tuttavia, dall’altro lato i clienti che attuano forme di
“disrispetto” (come vengono chiamate da A. Honneth) facciano sentire i lavoratori
delle macchine e di conseguenza alienati dal loro lavoro. Attraverso le interviste si
può notare come questo evento sia legato anche al tempo, perché nel momento in
cui gli acquisti sono sempre più “immediatizzati” e il cliente diventa sempre più
frettoloso ha una tendenza a essere poco riconoscente.
In conclusione attraverso questa ricerca empirica l’autrice vuole far notare come,
in particolare in Italia, ci sia una totale deregolamentazione delle tempistiche del
lavoro nel mondo del retail la quale sta alla radice del malessere di gran parte dei
lavoratori e lavoratrici del settore effettuando un parallelismo con il regno unito in
cui nonostante sia presente il lavoro su turni, i lavoratori e gli orari lavorativi
siano allo stesso tempo regolamentatiti.
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Capitolo 2: Metodologie utilizzate e visione d’insieme
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- Inboud: in quest’area vengono ricevuti i camion contenenti le singole
spedizioni spedite dai fulfilment center all’interno di cartonati alti 1.80
m (i quali contengono circa 90/100 spedizioni l’uno) chiamati gaylord.
Le spedizioni, dopo essere state posizionate dai magazzinieri su un
nastro trasportatore a più livelli che si dirama per tutto il magazzino
(chiamato sorter), vengono smistate dal nastro e scendono su degli
scivoli (chimati chutes) in diversi punti del sito in base alla
destinazione finale della spedizione (ad esempio tutte le spedizioni
destinate al comune di Roma andranno nella stessa zona del
magazzino).
- Outbound: quest’area comprende tutti gli scivoli presenti nel sito e ha
lo scopo principale di smistare in modo corretto ogni singola spedizione
per poi caricarle tutte insieme all’interno di un gaylord, nel camion
destinato alla meta finale.
- Dock & Yard: quest’area è composta da tutte le baie di carico (in
uscita) e dal “piazzale” esterno al sito in cui i camion effettuano le
manovre per agganciarsi alla baia per scaricare/caricare.
Nello specifico il Dock si occupa di caricare tutti i gaylord prodotti da
Outbound nell’arco della giornata per ogni singola destinazione sul
camion corretto. Infatti, in Outbound, vengono prodotti gaylord in
qualsiasi ora del giorno mentre i camion arrivano solo in determinate
ore (ad esempio le spedizioni per Roma vengono smistate ad ogni ora,
ma il camion che porta a Roma arriva solo 2 volte al giorno), questo
porta alla sovrapproduzione di gaylord i quali andranno posizionati in
appositi buffer chiamati staging lanes in attesa del camion (che
provvederà il dock a caricare una volta arrivato).
Lo Yard invece si occupa principalmente di fare uscire tutti i camion in
tempo in base al CPT (…) di ognuno di essi, in oltre effettua il check-in
check-out di ogni singolo camion attraverso appositi device.
- L’ultima area è il Flow, si presenta come una sorta di ufficio all’interno
del magazzino stesso, lo scopo principale del Flow è quello di fare da
collante tra reparti in modo che ognuno di essi performi al meglio e con
le risorse adeguate al volume ricevuto. Nel dettaglio il Flow si occupa
di assegnare ai singoli operai le postazioni di lavoro giornaliere
(attraverso degli schermi posizionati all’ingresso del magazzino)
basandosi sul volume schedulato in Inbound. Un altro compito del
Flow è quello di far sì che tutto il sito produca secondo il piano
volumetrico prestabilito, cercando di analizzare la situazione e di capire
quale reparto ha bisogno di più personale in quel determinato momento.
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In ognuno di questi reparti sono presenti degli area manager o dei lead
che gestiscono l’operato dei magazzinieri ai fini della produzione, ad
eccezione del flow a cui hanno accesso escluisivamente area manager o
lead.
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ogni singola giornata lavorativa, basandosi su delle previsioni
volumetriche ricavate da specifiche analisi.
Inbound
Outbound
- Sorter: è colui che si occupa di spostare le spedizioni scese dalle chutes
all’interno dei gaylord che poi verranno caricati in baia.
- Waterspider: è colui che si occupa di stampare l’etichetta con la
destinazione e l’ora di partenza (CPT) del gaylord una volta che è pieno
di spedizioni. Dopo che l’etichetta viene stampata il Waterspider ha il
compito di spostare il gaylord in un buffer temporaneo, così da lasciare
lo spazio davanti alla chute libero e dare la possibilità al sorter di
riempire un altro gaylord.
L’attrezzatura base di un waterspider è la stampante portatile e il
device (uno strumento a forma di pistola per dare maggiore tracciabilità
virtuale agli spostamenti di materiale).
- Runner: si occupa di svuotare il buffer temporaneo riempito dal
waterspider, portando i gaylord in apposite staging-lines (buffer più
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ampi in attesa dell’arrivo del camion) o direttamente in baia (nel caso in
cui il camion sia già arrivato).
Il runner, cosi come il waterspider, utilizza un device per movimentare
virtualmente i bancali contenenti spedizioni all’interno del magazzino.
- Referente: il referente è tendenzialmente un waterspider munito di
radio che si occupa di gestire la linea di produzione e le varie figure che
operano con essa (sopracitate), rappresenta una sorta di caporeparto che
è sempre in contatto con i lead/area manager.
Dock
- Loader: è colui che si occupa di caricare sul camion i gaylord
posizionati nelle staging-lines in base alla priorità di partenza (CPT).
Il loader è sempre munito di un palmare che gli indica le priorità
relative al carico e di una radio per restare in contatto con i lead/area
manager
- Indoor yard marshall: è colui che si occupa di aprire e chiudere le baie
di carico una volta che arrivano i camion.
Yard
- Gate house: si occupa di fare i check-in e check-out dei camion indicato
a gli autisti la baia di carico corretta
- Outdoor yard marshall: è colui che ha il compito di seguire l’autista
durante le manovre per entrare sotto baia e di ritirargli le chiavi del
veicolo per una maggiore sicurezza una volta finito l’attracco.
- Shipping clerk: è colui che si occupa di aprire virtualmente le baie di
carico in modo che ogni loader attraverso il palmare possa sparare in
baia i bancali, in oltre è responsabile di aprire i “case” (email per
notificare il corriere a proposito di un problema) in caso di ritardo o
mancanza di un camion.
Tutte queste mansioni svolte dai magazzinieri sono supervisionate da lead o area
manager, i quali, dopo la pausa (di norma dopo 4 ore lavorative) assegnano loro
nuove postazioni di lavoro così da spezzare la monotonia e tenere alta la
produttività.
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Capitolo 3: Eventi e fenomeni notati a confronto con i testi
letti
Tuttavia lavorare nella logistica per Amazon non rappresenta un’oasi utopica
come quella promossa da Olivetti, ma tanto meno una realtà dispotica come
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quella delle company town di Ford, bensì è una versione moderna del Taylor-
fordismo con una declinazione al toyotismo giapponese.
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Un’altra problematica emersa sempre nata dal turnover sarebbe rappresentata
dalla selezione del personale (a tempo indeterminato) di cui i manager e i lead
sono diretti responsabili. Secondo i magazzinieri il fatto di una continua
rotazione di responsabili porta a una scarsa conoscenza del personale e di
conseguenza a errate valutazioni quando si sceglie di assumere a tempo
indeterminato un nuovo magazziniere, a pagare i risultati di questa scarsa
conoscenza sarebbero i magazzinieri che si trovano con nuovi colleghi che, a
detta loro, una volta raggiunto “l’indeterminato” smettono di lavorare mettendo i
colleghi in difficoltà, mostrando comportamenti simili al fenomeno che viene
chiamato soldiering.
Da queste affermazioni si può evincere come esista all’interno del sito analizzato
un senso di collettività che come in questo caso persiste anche nel caso di un
continuo turnover dei responsabili.
Conclusioni
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particolare è interessante, come si può notare dal testo, l’ispirazione che il
colosso americano ha preso dalla metodologia lean e in generale dal modello
giapponese.
In oltre, anche se in modo generale, si possono notare come avvengono i rapporti
tra responsabili e magazzinieri e come i magazzinieri stessi ne siano
emotivamente coinvolti.
Un altro spunto d’osservazione interessante lo si può notare nelle similitudini che
sono state incontrate tra i testi letti e la realtà di studio empirico, mostrando come
comportamenti teoricamente "lontani” (come quelli osservati da A. Touraine a
inizi ‘900) siano tuttora contemporanei.
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Bibliografia
Annalisa Dordoni, Sempre aperto. Lavorare su turni nella società dei servizi
24/7", 2019.
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