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L'esercito del Regno di Napoli dal 1734 al 1759 (Regno di Carlo di

Borbone)
Pubblicato in “Rivista di Studi Militari. Dall’evo antico all’età contemporanea” 7/2018
Patron Editore Bologna 2018 pp.

GianCarlo Boeri1

Non molto è stato scritto sul primo esercito della nuova dinastia borbonica a Napoli (1734-1789); le poche
pubblicazioni che fino ad un recente passato hanno trattato l’argomento hanno per lo più attinto alle notizie
fornite da Mariano d’Ayala2 nella metà dell’800, non sempre corrette e spesso incomplete.
Le Memorie Storiche del regno delle Due Sicilie di FERDINANDO LOGEROT, manoscritto conservato presso la
Società Napoletana di Storia Patria, sono invece molto più accurate e dettagliate, essendo basate su fonti
documentali di prima mano in parte oggi scomparse 3. Nel testo di Logerot vi sono peraltro diverse imprecisioni,
soprattutto per le informazioni sui primi anni del Regno, come risulta dal confronto con i documenti
dell’Archivio di Stato di Napoli. Le Memorie non sono mai state pubblicate, se non per piccoli brani, per cui
sono pochi coloro che le hanno potute utilizzare.
MICHELANGELO SCHIPA ha tratto dal testo di Logerot parte delle notizie sull’esercito riportate nel suo “Il Regno
di Napoli al tempo di Carlo di Borbone” 2 voll. Soc. Editrice Danti Alighieri 2.a ed. 1923, utilizzando anche un
manoscritto conservato presso la Società Napoletana di Storia Patria, intitolato “Divisas y Antigüedades …” e
datato 1° ottobre 17554. Il tema militare è però trattato da Schipa nell’ambito più ampio della storia della nuova
dinastia per cui non scende nei dettagli necessari per un lettore interessato a maggiori particolari sulle forze
armate del regno. Sulle “Memorie” di Logerot Attilio Simioni ha poi basato il suo saggio “L’esercito
napoletano dalla minorità di Ferdinando alla rivoluzione francese” nel quale sono riportate notizie importanti,
anche se l’argomento è trattato in maniera non sempre approfondita. CARLO KNIGHT nel suo saggio"Le forze
armate napolitane durante la minorità di Ferdinando IV di Borbone. Organico, soldo e sistema pensionistico"
in Archivio Storico per le Province Napoletane CXI Società napoletana di Storia Patria, Napoli 1993, analizza
sulla base di documenti rinvenuti negli archivi britannici la situazione dell’esercito e della marina napoletani
intorno agli anni 1760.
In tempi più recenti si è aggiunto il testo di ILARI VIRGILIO, BOERI GIANCARLO, PAOLETTI CIRO. “La Corona di
Lombardia. Guerre ed eserciti nell'Italia del medio Settecento (1733-1763)” Casa Editrice Nuove Ricerche
Ancona, 1997. Per il periodo successivo vedasi invece BOERI GIANCARLO, CROCIANI PIERO. “L’Esercito
Borbonico dal 1789 al 1815” Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito Roma 1990.
Tale stato di cose contrasta con quanto è stato fatto per l’esercito del periodo successivo o per la storia
della marina napoletana, alla quale sono dedicati i primi due tomi della monumentale opera di ANTONIO
FORMICOLA e CLAUDIO ROMANO “Storia della Marina da guerra dei Borbone di Napoli”5.
Questo contributo si prefigge pertanto il fine di fornire un quadro della organizzazione militare napoletana degli
inizi del regno della nuova monarchia, attingendo a fonti di archivio e di letteratura per lo più poco conosciute.
Particolare enfasi verrà data al periodo iniziale (1734-1749), quando in pochi anni si crearono praticamente dal
nulla le strutture di un esercito relativamente complesso. Non verranno peraltro trattati i temi delle vicende ed
azioni belliche, ma solo gli aspetti organizzativi delle truppe napoletane.

Nel 1734 un corpo di spedizione spagnolo composto da dieci reggimenti di fanteria, e di undici
reggimenti di cavalleria e dragoni, oltre le brigate dei carabinieri e granatieri reali; in tutto quattordicimila fanti e
seimila cavalli, tutti veterani delle precedenti guerre di Spagna [Successione spagnola] ed in quelle di Africa

1
L’autore è in debito di riconoscenza a Guglielmo Peirce, con la cui collaborazione molte delle ricerche che hanno permesso di scrivere il
presente contributo, sono state condotte e a cui si devono molti dei ritrovamenti dei documenti citati. Massimo Fiorentino, Piero Crociani e
Gaetano Fiorentino hanno anche fornito numerosi apporti alle informazioni che compaiono nel seguito. Un ringraziamento particolare va
anche a Paolo Giacomone Piana per il reperimento di numerose informazioni e l’assistenza e i suggerimenti forniti nella compilazione del
testo.
2
MARIANO D’AYALA, Napoli Militare, Napoli, Stamperia dell’Iride, 1847, pagg. 71-91: «Specchio cronologico de’ corpi».
3
FERDINANDO LOGEROT, Memorie Storiche del regno delle Due Sicilie. ms. XXVI-C-6, Società Napoletana di Storia Patria. Logerot
raggiunse la carica di «Intendente Generale» dell’esercito ed il suo manoscritto può farsi risalire agli anni immediatamente posteriori al
1815, disponendo comunque di un archivio militare in buona parte ancora esistente a cui attingere.
4
Divisas y antigüedades de todas las Tropas que estan al glorioso servicio de S. M. S. ..., ms. XXI-C-29, Società Napoletana di Storia
Patria; pubblicato come Divisas y antiguedades. L’esercito napoletano di Carlo VII, Roma, Rivista Militare Europea, 1988.
5
ANTONIO FORMICOLA – CLAUDIO ROMANO, Storia della Marina da guerra dei Borbone di Napoli, Vol. I 1734-1799 (2 Tomi: I 1734-
1767, II 1767-1799), Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 2005.
1
2
contro i Mori6 riuscì ad impadronirsi in breve tempo del regno di Napoli, strappandolo agli Austriaci che lo
occupavano dal 1707 e, poco dopo, si impadronì di quello di Sicilia, ove il giovane Carlo, Infante di Spagna, fu
acclamato re in Palermo; con il trattato di Vienna (18 Novembre 1738) fu definitivamente riconosciuto dalle
potenze europee il diritto di Carlo di Borbone7 di occupare il trono del regno delle Due Sicilie.

Il 26 ottobre 1733 il re di Spagna Filippo V aveva affidato il comando delle armi spagnole in Italia al
figlio Carlo con la seguente lettera :
«Mi charo, y amado Hijo,
Haviendo resuelto embiar à Italia un Exercito, que unidamente con los del Rey Christ. mo mi sobrino, y del Rey
de Cerdeña emprendan la guerra contra el Emperador por los motivos, que entenderas por Carta, que de mi
orden hà escrito D. Joseph Patiño al Conde de Santistevan, para que te dè puntuàl quenta: hè venido en
conferirte el mando general de mis Armas con todas las preminencias, y prerogativas, que han tenido en
semejantes casos los Infantes de España.
Respecto que hè nombrado por el principal Gefe, que hà de servir de bajo de tus ordenes, al Capitan General
Conde de Montemar, le hè encargado, te asista con sus experiencias, zelo, y aplicacion, para que puedas llegar
al auge de gloria, que es propria de tu sangre. I hè mandado al Conde de Charny, y demas Thenientes
Generales, Mariscales de Campo, y otros qualesquiera Oficiales teobedezcan, y te conozcan como en quien
tengo deposidada mi confianza, y facultades necessarias para que puedes exercer el referido mando con la
authoridad, que te corrisponde8.»

La costituzione della nuova dinastia imponeva che si desse una organizzazione stabile al Regno ed in
particolare alle sue forze armate. Gli austriaci durante la loro occupazione del Regno non vi avevano creato una
struttura militare fissa (anche perché non si fidavano della fedeltà dei nuovi sudditi) : esistevano solo un
reggimento della Marina per la guarnigione dei legni da guerra (e formato con reclute solo in parte regnicole),
un reggimento di fanteria del principe Pignatelli-Belmonte, creato frettolosamente nel 1733; la guarnigione
militare del regno era composta da reggimenti austriaci e il reggimento di fanteria napoletano di Marulli (di
antica formazione) era stato mandato prima in Ungheria contro i Turchi e poi di guarnigione nei territori
dell’Impero. Esisteva anche un corpo di artiglieria, che aveva il compito di guarnire le batterie costiere. La
Milizia territoriale (detta del Battaglione) non era stata più richiamata in servizio. Non vi era pertanto una base
sulla quale formare il nuovo esercito.
Così il LOGEROT, nelle sue "Memorie Storiche del regno delle Due Sicilie9", descrisse le prime attività
del nuovo monarca.
«Prima cura del nuovo Governo al salire di Carlo sul Trono delle Sicilie fu quella della organizzazione dello
Stato Militare. La sicurezza de' propri dominj, i rapporti politici che alla Spagna e alla Francia li univano, gli
stretti vincoli del sangue de' tre re Borboni10 esigevano la formazione di un esercito permanente, che potesse in
ogni evento difendere e sostenere i diritti del Trono e l'indipendenza de' conquistati Paesi. Assumeva il carico
del Dipartimento di Guerra Giuseppe Gioacchino di Montalegre Marchese di Salas Consigliere e Segretario di
Stato. Pel suo Ministero e sulle proposte del Conte Charny Capitan Generale formava il nuovo stato Militare, si
fissava il numero, la composizione, la forza dei corpi, si provvedeva con disposizioni regolamentarie alla loro
disciplina ed amministrazione.
Tutte queste operazioni con vigorosi mezzi eseguivansi. Nè l'autorità ancora nascente di quel nuovo Governo,
nè l'occulta influenza di antichi partiti, nè gli animi ancor dubbiosi pel rapido cangiamento avvenuto, e nè
l'incertezza derivante dallo stato di guerra, eran di ostacolo alla riunione di que' mezzi; e che anzi l'entusiasmo
per la nuova dinastia regnante, l'orgoglio nazionale per la ristaurazione della Napolitana Monarchia, l'amor
della gloria e lo spirito di novità non disgiunto dal desiderio e dalle speranze degli onori e delle ricompense,

6
“I Reggimenti di fanteria spagnuola eran quelli di Granata Gallizia Biscaglia Asturias Catalogna Navarra Elvezia Francia Lombardia e
Napoli : gli altri di cavalleria distinguevansi co' nomi di Castiglia, Cordova Aragona Murcia Valenza Alicante Andalusia Estremadura
Fiandra Milano e Malta. Le divisioni e le brigate venivan comandati da' Tenenti Generali Duca di Berwick e Liria (figlio del Maresciallo di
Francia ucciso nello stesso anno 1734 all'assedio di Filipsburg), Conte di Marsillac, Marchese di Pozzoblanco, Duca di Veraguas, Duca di
Castropignano Eboli, Marchese di Castelforte, Marchese di Las Minas, Conte di Mazeda, Marchese di Grazia Reale; e da' Marescialli di
Campo Conte di Fissil, Niccolò de Duchi di Sangro, Marchese di Pelay, Marchese di Jaci, Marchese del Castillar, Rinaldo MacDonald,
Giuseppe Grimau, e Giambattista Gagescon; tutti agli ordini del Tenente Generale Conte di Montemar.” LOGEROT op. cit. Nel corso della
guerra altri reggimenti spagnoli giunsero in Italia a rinforzare il primo stanziamento di truppe.
7
Figlio del Re Filippo V di Spagna, duca d’Anjou e nipote di Luigi XIV, e della seconda moglie di questi Elisabetta Farnese, ultima erede
dei duchi di Parma. Venne in Italia nel 1731 come erede del Ducato di Parma ed erede futuro dei Medici al Granducato di Toscana. In
seguito diverrà Re Carlo III. Carlo VII di Napoli e , dal 1759, Re di Spagna, assumendo il nome di Carlo III, quando succedette al trono di
Madrid per la morte del fratello Ferdinando.
8
A.S.Na Aff. Est. Fs 4152
9
Ms XXVI-C-6. Società Napoletana di Storia Patria
10
Ndr Si intende qui il Re di Francia, nipote di Filippo V, dello stesso Filippo V e di Carlo suo figlio, come nuovo re di Napoli.
3
concorrevano grandemente al facile loro conseguimento.
L'esercito spagnolo di spedizione già forte nel principio di 20.000 uomini, era stato aumentato .... nel progresso
di altre conquiste, di altri 20.000 circa. Ma non dovendo il primo esercito trattenersi ne' due Regni addipiù del
tempo necessario alle militari sue operazioni, si allontanava terminate queste, per condursi in Lombardia.
Rimaneva intanto pel servizio permanente de' due Regni come parte integrante del nuovo esercito un corpo di
18.000 uomini che il Monarca delle Spagne al Re Carlo donava. Con doppi elementi dunque di corpi stranieri e
nazionali veniva fissata la pianta organica dell'esercito napoletano che ascendere allora dovea alla forza di
31.000 uomini e più.
La composizione delle nuove truppe avea luogo secondochè i corpi del primo esercito spagnolo si
allontanavano dal Regno. E già prima che fossesi la Capitale occupata durante la marcia delle truppe
spagnuole in Italia il Principe di Colubrano Carafa ed il Principe di Torella Caracciolo reclutavano
rispettivamente in Lombardia11 ed in Toscana per l'esercito napoletano due reggimenti, uno di fanti e di dragoni
l'altro, col nome ambedue di Borbone12. Questi due corpi erano quasi tutti composti di soldati veterani che
avean fatta la guerra e che per vantaggiose qualità fisiche e che per militare contegno distinguevansi.»

Nel corpo di spedizione spagnolo alla cui testa l'infante Carlo era giunto a Napoli, militavano alcuni
reggimenti di fanteria italiana al servizio della monarchia iberica; l’Infante era accompagnato inoltre da un
proprio reggimento di fanteria formato alla fine del 1732 negli stati di Parma e Piacenza, con il titolo di
reggimento di Sua Altezza Reale. Infatti, riunendo le truppe che esistevano nel ducato emiliano, l’Infante Carlo,
allora designato alla successione al governo di quel ducato come erede della madre Elisabetta Farnese, aveva
formato un reggimento di fanteria. Il corpo (del quale era entrata a farne parte anche la compagnia di guardia
irlandese13 dei duchi di Parma) dal momento che uscì in campagna venne anche chiamato Real Borbon o
Borbon, con il qual titolo fu sempre in seguito denominato.
Subito dopo la conquista del regno meridionale, furono avanzate da titolati napoletani e siciliani,
proposte di capitolazioni, quasi tutte accettate, per la formazione di nuovi corpi di fanteria reclutati sul territorio
nazionale. Per accrescere le forze armate del nuovo regno con truppe e uomini del mestiere vennero anche
concluse capitolazioni con nobili svizzeri, già al servizio spagnolo, che si sarebbero fatti cura di ottenere il
permesso dai cantoni svizzeri per potere arruolare la truppa nei loro territori, per la formazione di diversi
battaglioni di soldati cattolici14.
In seguito, tra il 1736 ed il 1737, la fanteria dell'esercito nascente venne integrata da alcuni reggimenti
(di fanteria italiana e vallona) ceduti da Filippo V re di Spagna al figlio Carlo, in modo da garantire l'esistenza
del nuovo stato con la presenza di forze militari veterane, dato che i reggimenti che si venivano costituendo in
loco erano per lo più formati da reclute ed ufficiali inesperti dell'arte della guerra e del mestiere del soldato. In
ogni caso nell'affidare i comandi superiori e subalterni dei nuovi corpi fu privilegiata l'esperienza militare, per
cui la maggioranza dei nuovi ufficiali proveniva dal servizio spagnolo (conservarono l'anzianità nel grado
maturata in quel servizio e spesso furono anche promossi a gradi superiori) e comprendeva, oltre agli stessi
spagnoli, in primo luogo ufficiali di origine napoletana (provenienti dalla parte continentale del regno di Napoli,
cioè sudditi di Carlo), italiani di altri stati della penisola e in primis parmensi e toscani, valloni e fiamminghi ed
irlandesi, le nazionalità cioè che componevano l’esercito del vecchio impero spagnolo in Europa e che
continuavano a militare nell'esercito della monarchia iberica. Fino alla fine della guerra rimase comunque nel
regno a sua difesa un buon nerbo di truppe spagnole, formato tutto da unità veterane.

Insieme alle truppe di linea venivano costituiti i corpi della Casa Reale, ancora una volta ad imitazione
di quanto stabilito in Spagna (ed in Francia, il modello da cui erano tratte queste istituzioni).
La Compagnia delle Reali Guardie del Corpo di Napoli venne creata nell’ottobre 1734 sulla base di un

11
Qui per Lombardia si intende in realtà i territori del ducato di Parma. Ancora ai primi del XIX secolo con il termine Lombardia si
intendeva l’area della pianura padana che comprendeva non solo l’attuale Lombardia, ma anche gli stati dei ducati emiliani.
12
NB In realtà il reggimento di fanteria Real Borbone fu reclutato negli stati di Parma e Piacenza già nel 1732 ed il suo comando fu assunto
dal Carafa in epoca successiva; il reggimento di cavalleria del principe di Torella fu denominato Re cavalleria.
13
Negli ultimi due secoli un gran numero di irlandesi cattolici aveva lasciato l’Irlanda, governata dagli inglesi protestanti, per prestare
servizio militare presso stati cattolici (Francia, Impero, Spagna e alcune corti minori). Negli eserciti spagnoli, soprattutto di Fiandra e della
Spagna continentale erano sempre esistiti dal XVII secolo alcuni tercios di fanteria irlandese, che avevano servito con soddisfazione degli
spagnoli. Dopo la “fuga” in Francia del re britannico Giacomo II nel 1688-89 un grosso contingente di forze militari cattoliche (la massima
parte irlandesi) lo aveva seguito in Francia, ove dal 1692 i reggimenti rimanenti erano stati incorporati nell’esercito francese, nel 1702-1704
una parte di queste truppe aveva preso servizio presso la nuova monarchia borbonica in Spagna, da cui ebbero origine i reggimenti di
fanteria e di dragoni irlandesi al servizio spagnolo.
14
Sulla storia dei reggimenti svizzeri al servizio napoletano si riscontrano diversi titoli. Tra quelli “contemporanei” (l’ultima edizione è del
1787) ricordiamo in particolare MAY DE ROMAINMOTIER, EMMANUEL, M. "Histoire Militaire de la Suisse et celle des Suisses dans les
differens services de l'Europe" Lausanne. I ed. 2 Tomi 1772, II ed. 8 Tomi 1787; e tra quelli più recenti e ben documentati EYER,
ROBERT-PETER. “Die Schweizer Regimenter in Neapel im 18. Jahrhundert (1734-1789)” Peter Lang Bern 2008.
4
distaccamento della Compagnia italiana delle Guardie del Corpo del Re di Spagna, mandato in Italia come
guardia dell’Infante Carlo. La Compagnia in pianta all’esercito del regno di Napoli fu formata con sudditi
(nobili) napoletani. Essa era considerata il primo corpo della Cavalleria e partecipava ai combattimenti come una
unità di linea (come era ancora tradizione all’epoca in quasi tutti gli eserciti europei).
Nel corso degli anni, la composizione dell’unità venne più volte ritoccata, senza peraltro variazioni
rilevanti. Ma il 31 ottobre 1788 la real Compagnia delle Guardie del Corpo venne disciolta; in sua vece venne
organizzato un apposito corpo di guardia per la custodia dei membri della Casa reale, formato dai primi e
secondi tenenti di fanteria e dai tenenti ed alfieri della cavalleria, sotto il nome di Real Corpo di Guardie15.
La compagnia degli Alabardieri Reali [di Napoli] venne creata all’avvento del nuovo regno in
sostituzione degli Alabardieri alemanni (svizzeri) che da due secoli fornivano la guardia ai viceré e al palazzo
reale. Nel 1734 all’avvio del nuovo governo, la compagnia alemanna esistente venne inizialmente mantenuta in
vita, ma fu ben presto sostituita da una nuova formata da sudditi con un regolamento ed ordinanze simili a quelle
vigenti per l’analoga compagnia di Alabardieri di Spagna. Infatti Il 9 giugno 1734 fu dal re conferita la carica di
Capitano generale degli Alabardieri reali al principe di Torella Caracciolo, che stava anche formando il
reggimento di cavalleria del Re e il 25 agosto 1735, sulla base del piano da lui stesso presentato, venne
definitivamente stabilita la formazione della Compagnia dei Reali Alabardieri, il cui Capitano era lo stesso
Principe della Torella, Antonio Caracciolo, Tenente il Duca di Campochiaro Mornile, ed era composta da un
Cappellano, il Re d’Armi, un Piffero, un Tamburo, 4 graduati e 72 Alabardieri (28 degli Alabardieri
provenivano dai ranghi della disciolta guardia alemana-svizzera, avendone licenziato, tra gli altri, anche i 6
trombetti, che fino ad allora ne avevano fatto parte). Anche a Palermo esisteva un’analoga compagnia di
Alabardieri, per la guardia del Palazzo Reale, che aveva però un’organico ridotto rispetto a quella di Napoli.
Nel 1784 fu deciso di abolire la compagnia degli Alabardieri e sostituirne il servizio con i granatieri
delle Guardie Italiane. La compagnia degli Alabardieri venne pertanto licenziata dal servizio il 30 giugno 1784.
Rimasero però in servizio alcuni individui per la guardia della sala del Trono. Su questi elementi la compagnia
venne peraltro ricostituita dopo pochi anni e rimarrà in vita nell’esercito borbonico fino agli anni 1830.

La fanteria del nuovo esercito napoletano venne costituita in rapida successione con alcuni corpi di
nuova formazione: oltre al già ricordato reggimento di fanteria Borbone, ricopriva il primo rango nella fanteria
un reggimento di Guardie Italiane di nuova formazione 16; seguivano poi, alla fine del 1735, un reggimento real
Etrangero (che venne poi nel maggio 1737 denominato real Italiano) composto di uomini di varie nazionalità
presi prigionieri o disertori dell'esercito austriaco, che avevano scelto di servire sotto le bandiere spagnole o
napoletane, e comandato da Diego Pritchard, un colonnello irlandese al servizio spagnolo, coadiuvato nel
comando del corpo da ufficiali irlandesi, spagnoli ed italiani, e alcuni altri reggimenti nazionali formati in
seguito all'entrata del nuovo monarca nella capitale, e cioè real Farnese17, il reggimento di un solo battaglione
levato da Paolo Marchesi [denominato in un primo tempo col nome del colonnello e poi con quello di real
Napoli]18, quello di real Palermo19, i reggimenti svizzeri delle Guardie svizzere, di Tschudy e di Jauch. Nel
1737 poi alcuni reggimenti passarono dal servizio spagnolo a quello del nuovo regno, e furono un reggimento di
fanteria irlandese (Limerick, poi denominato di fanteria del Re), quattro reggimenti di fanteria vallona, Hainault,
Amberes, Namur e Borgogna, i reggimenti svizzeri di Nideröst (detto spesso nei documenti dell’epoca Niderist,
che in seguito divenne Wirtz) ed il 2º e 3º battaglione del reggimento Besler (o Wesler, come veniva spesso
indicato nei documenti in lignua spagnola, capitolato col re Filippo V di Spagna il 24 maggio 1725)20.

Agli inizi del 1736, si era preso a studiare i mezzi per dotare il nuovo regno delle forze militari che ne

15
L. DAL POZZO. “Cronaca Civile e Militare…”
16
Il reggimento fu formato il 10 novembre 1734 come elemento della Guardia Reale ad imitazione di quelli delle Reali Guardie Spagnole e
Vallone del monarca spagnolo o di quelli di guardie francesi e svizzere dei Borboni di Francia, sulla base di un battaglione del reggimento
Real Borbone, a sua volta formato nel 1732 negli stati di Parma quando Carlo di Borbone vi giunse come erede designato dei Farnese alla
successione del Ducato; Per tale motivo taluni fanno risalire la sua anzianità al 1732. Nel 1735 prese parte all'assedio di Siracusa e fu
squadronato a Palermo il 30 Giugno 1735 per la proclamazione di Carlo a Re di Sicilia. Inizialmente indicato come Battaglione, dal luglio
1736 il corpo viene definito Regimiento de Guardias Italianas con la piana maggiore composta dal colonnello, tenente colonnello, sargente
maggiore, aiutante maggiore, 2° aiutante, cappellano, chirurgo, tamburo maggiore e 7 compagnie. La compagnia granatieri è formata da un
capitano, 1° tenente, 2° tenente, alfiere, sergente, tamburo, 1° e 2° capo e i granatieri (i primi tenenti hanno servito da capitani nel
Reggimento Real Borbone). Ad agosto 1736 nella Piana maggiore compaiono anche 8 oboè. Ne fu colonnello per circa 10 anni D. Francesco
Carafa, Principe di Colubrano.
17
Il reggimento venne capitolato il 31 ottobre 1734 con il siciliano duca Antonio Gaetano Garofalo e Statella di Rebuttone, allora insignito
della dignità di Castellano di Palermo, e si organizzò in Palermo l'anno seguente; fu tra i primi corpi nazionali del nuovo esercito delle Due
Sicilie.
18
Il reggimento venne formato nel 1734 da D. Paolo Marchesi dei marchesi di Camerota.
19
Il reggimento venne formato nell’agosto 1735 in Sicilia a cura di D. Domenico Alliata e Giovanni, principe di Villafranca.
20
Il primo battaglione rimase al servizio spagnolo.
5
potessero garantire l'esistenza, una volta che fosse stata raggiunta la pace ed il corpo di spedizione dell'esercito
spagnolo avesse dovuto abbandonare quelle regioni. A questo fine il re di Spagna Filippo V era disposto a
cedere al figlio Carlo parte delle sue truppe veterane che militavano nell’esercito d’Italia, in modo da costituire
una base di truppe veterane per le forze armate del nuovo regno; il tesoro spagnolo avrebbe sostenuto ancora per
alcuni anni le spese del loro mantenimento anche se il comando era ceduto alla gerarchia napoletana. Già dal
dicembre del 1735, per quanto riguardava la fanteria, il re Carlo aveva manifestato alla Corte di Madrid
l'intenzione di assumere al proprio servizio i reggimenti valloni, detti les petits walones, cioè quelli di Borgogna,
Hainault, Namur e Amberes [Anversa]21.
Il duca di Montemar, comandante della spedizione spagnola, considerava che, dovendosi presidiare non
solamente i due regni di Napoli e Sicilia, ma anche lo stato dei Presidi di Toscana ed eventualmente poter
disporre di un corpo di truppe nel caso in cui avesse dovuto uscire in campagna, non sarebbero stati sufficienti
gli otto battaglioni di fanteria veterana corrispondenti ai quattro reggimenti valloni. Il re aveva già ordinato la
formazione di altri sedici battaglioni nel regno di Napoli ed altri se ne stavano levando in Sicilia. Secondo i
generali spagnoli il regno aveva bisogno di un insieme di 35 battaglioni di fanteria, 25 per le guarnigioni e 10
per un corpo di campagna. Il duca di Montemar 22 suggeriva a Carlo di utilizzare negli impieghi militari e nella
costituzione dei ranghi al più possibile i propri sudditi, in modo da potere contare su persone interessate alla
difesa territoriale in caso di attacco nemico. In un primo tempo fu deciso di passare dal servizio spagnolo a
quello napoletano anche i reggimenti di nazionalità italiana di Sicilia e di Parma e cinque battaglioni di svizzeri
dei reggimenti di Bessler e Nideröst (quest’ultimo divenne in seguito Wirtz). Il giudizio del conte di Charny
sulla fanteria levata nel regno non era molto lusinghiero : a suo parere solo i tre battaglioni di real Borbone, che
avevano fatto la campagna del 1734 con l'esercito spagnolo, erano affidabili, ed in ogni caso dei 15 battaglioni
che erano stati levati solo dieci erano in buono stato23. Infine nel marzo 1736 fu stabilito che passassero dal
servizio spagnolo a quello napoletano i reggimenti valloni sopra citati di Borgogna, Namur, Amberes ed
Hainault, il reggimento irlandese di Limerick, il reggimento di fanteria italiana di Sicilia24 e cinque battaglioni di
svizzeri dei reggimenti Bessler e Wirtz25, mentre l’altro reggimento di fanteria italiana di Parma rimase per il
momento al servizio spagnolo (sarebbe poi passato alla fine del 1748 a Parma, come primo reggimento di
fanteria dell’esercito del nuovo duca Filippo, fratello di Carlo, quando alla pace raggiunta, il ducato venne
ceduto ai Borboni).

Nel corso dello stesso anno 1736 si era proceduto ad organizzare ed inquadrare gli uomini che si
venivano arruolando. Una relazione del 26 giugno 26 ci fornisce il seguente quadro della forza delle truppe e della
loro dislocazione, da cui risulta che intanto si stava anche formando il reggimento real Etrangero, ed i due

21
Il reggimento di fanteria vallona di Borgogna venne levato nelle Fiandre nel 1701 dal barone di Courieres. Nel 1710 passò in Spagna con
il nome di Bruselas; nel 1718 venne definitivamente denominato Borgogna. Partecipò alla spedizione spagnola contro la Sardegna e la
Sicilia nel 1717-1720. Nel 1732 aveva partecipato alla campagna per la riconquista di Orano da parte della Spagna. Nel 1734 giunse a
Napoli e l'anno 1736, al comando del visconte di Cambray, passò al servizio del regno delle Due Sicilie. Nella conquista del Regno nel
1734-1735 fu all'assedio di Gaeta, battaglia di Bitonto, blocco di Capua e Messina, assedio di Siracusa e blocco di Trapani.
Il reggimento di fanteria vallona di Hainaut deriva da un tercio di fanteria vallona formato nell’esercito spagnolo di Fiandra nel
1643 o 1653, dal conte di Buquoy. Dopo alcuni passaggi di Maestri di campo al suo comando ne divenne maestro di campo Charles
Augustin Schetz, Conte di Grobendonq. Agli inizi della Guerra per la successione spagnola, il tercio divenne reggimento e dal 1704 venne
comandato da Charles Vilsteren, barón de Laerne, nell’ottobre 1708 passò al comando Don Celestino Cano. Al ritiro dell’esercito spagnolo
dalle Fiandre, passò prima in Francia e quindi nel 1710 in Spagna, ove, nel 1711, ricevette la denominazione di Hainaut [Hainault] che
conservò nel seguito. Nel 1715 si conferì a D. Carlos Bardernoyt, e poi al Conde de Bournonville; nel 1718 mantenne lo stesso nome,
essendone colonnello il citato Conte, cui succedette nel comando D. Domingo Antonio Falcón, nel 1719. Nel 1723 ne era colonnello D.
Pedro Storf; per patente del 28 giugno 1728 ne divenne colonnello il Conte di Dongelverge. Nel 1715 aveva incorporato il reggimento di
Courtray, come secondo battaglione. Nel 1716 cedette il secondo battaglione per creare il reggimento di Cambresy; nel 1728 tornò ad avere
un secondo battaglione con l’incrporazione del reggimento di Gueldres. Partecipò alla spedizione spagnola contro la Sardegna e la Sicilia
nel 1717-1720. Nel 1732 aveva partecipato alla campagna per la riconquista di Orano da parte della Spagna. Nel corso della conquista del
Regno di Napoli nel 1734-1735 partecipò all'assedio e presa di Gaeta, alla battaglia di Bitonto e al blocco di Trapani. Nell'ottobre 1735
faceva parte dell'esercito di spedizione spagnolo in Lombardia. Nel 1736 venne inviato di guarnigione a Longone, nei Presidi di Toscana.
Nel 1736 passò al servizio del regno delle Due Sicilie.
Il reggimento di fanteria vallona di Namur, passò in Spagna dalle Fiandre nel 1710. Partecipò alla spedizione contro la Sardegna
e la Sicilia nel 1717-1720. Nel 1732 aveva partecipato alla campagna per la riconquista di Orano da parte della Spagna. Nel 1736 passò al
servizio del regno delle Due Sicilie.
Il reggimento di fanteria vallona di Amberes venne formato nelle Fiandre nel 1701 e passò in Spagna nel 1711, al comando del
conte di Lannoy; nel 1717 venne fuso con quello di Mons. Partecipò alla spedizione contro la Sardegna e la Sicilia nel 1717-1720. Nel 1732
aveva partecipato alla campagna per la riconquista di Orano da parte della Spagna. Nell'ottobre 1735 faceva parte dell'esercito di spedizione
in Lombardia. Nel 1736 passò al servizio del regno delle Due Sicilie, essendo di guarnigione in Sicilia.
22
José Carrillo de Albornoz, terzo Conte e primo Duca di Montemar (8 Ottobre 1671 Siviglia – 26 Giugno 1747 Madrid)
23
A.S.Na. Montemar fs 38
24
Mentre il reggimento di Parma rimaneva al servizio spagnolo, e nel 1748 sarebbe passato a Parma ove avrebbe costituito il primo nucleo
del nuovo esercito del ducato, quando Filippo, fratello di Carlo, ne avrebbe assunto il trono.
25
A.S.Na. Montemar Fs. 38, 40, 57
26
A.S.Na. Montemar Fs. 43
6
battaglioni dell’Artiglieria e della fanteria di Marina che si stavano costituendo in Napoli :

Regno di Napoli
Piazza battaglioni forza
Napoli
Guardie Italiane 1 840
Guardie Svizzere 1 815
1° Svizzeri Jauch 1 665
Artiglieria 1 326 (in reclutamento)
Fanteria di Marina 1 400
2° e 3° Real Etrangero 2 94 (in formazione)
Ischia
3° Svizzeri Jauch 1 400 (in reclutamento)
Gaeta
Amberes 2 1193
3° Svizzeri Tschudy 1 306 (in reclutamento)
Capua
1° Real Farnese 1 689
1° Real Etrangero 1 689
Bari e Barletta
2° e 3° Svizzeri Besler 2 1375
Pescara
Marchesi 1 628
3° Svizzeri Wirtz 1 701
Reggio
1° Svizzeri Tschudy 1 745
Regno di Sicilia
Palermo
1° Borgogna 1 689
2° Real Farnese 1 635
Messina
2° Borgogna 1 650
2° Svizzeri Tschudy 1 697
1° Real Palermo 1 689
2° Real Palermo 1 413 (in reclutamento)
3° Real Palermo 1 256 (in reclutamento)
Trapani
1° Real Borbon 1 633
2° Svizzeri Jauch 1 677
Siracusa
2° Real Borbon 1 689
3° Real Borbon 1 639
Presidii di Toscana
Longone
Henaut 2 1308
Portoferraio
Limerick 1 689
Orbetello
Namur 2 1133
Portoercole
Svizzeri Wirtz 2 1442
Cavalleria e Dragoni
Reggimento Cavalleria del Re 995 soldati 645 cavalli
9 compagnie Dragoni Regina 670 -
5 "" "" "" 305 305 a Palermo
7

A queste truppe andavano aggiunti 8 battaglioni di fanteria spagnola e 8 reggimenti di cavalleria e


dragoni spagnoli che restarono di presidio nel Regno fino alla fine delle ostilità :

Napoli
1° Burgos 1 634
2° Burgos 1 662
1° Sicilia 1 656** passato nel 1737 al
servizio napoletano
Gaeta
1° Corona 1 685
2° Corona 1 686
2° Africa 1 669
Capua
1° Parma 1 629
2° Sicilia 1 643** passato nel 1737 al
servizio napoletano
Cavalleria e Dragoni
Rossiglione nello Stato pontificio ** passato nel 1737 al
servizio napoletano
Malta """""
Milan """""
Tarragona """""** passato nel 1737 al
servizio napoletano
Ordenes 328 soldati 38 cavalli
Borbon 304 soldati 62 cavalli
Estremadura 262 soldati 75 cavalli
Pavia 368 soldati 132 cavalli

Dal maggio 1737 il reggimento real Etrangero assunse la denominazione di real Italiano; dal mese di
agosto dello stesso anno 1737 il reggimento Marchesi si chiamò Real Napoli; in luglio dello stesso anno il
reggimento di fanteria italiana di Sicilia fino allora al servizio spagnolo, passando al servizio napoletano assunse
il nome di reggimento di fanteria della Regina27.
Il 18 gennaio 1739 veniva accettata la proposta di Simone Fabiani, un gentiluomo corso, di levare un
reggimento di fanteria di quella nazione, da chiamarsi Corsica, formato da un battaglione sul piede spagnolo di
tredici compagnie, inclusavi quella dei granatieri. Tutti gli ufficiali avrebbero dovuto essere corsi, mentre era
ammesso che della truppa solo due terzi degli uomini fossero corsi ed un terzo potessero essere italiani sudditi di
altri stati28.
Il 27 dicembre 1739 fu finalmente stipulata con il conte Giorgio Corafà, appositamente fatto giungere
nel 1738 a Napoli dall'isola di Cefalonia, una capitolazione per la leva di un reggimento di fanteria albanese col
nome di real Macedonia, di levare il quale si era iniziato a studiare la possibilità già nel novembre 1737 in base
ad una proposta del conte Strati-Gicca di nazionalità albanese, presentata nel 1735 da Attanasio Glichi un
epirota dimorante a Napoli, che al momento non sortì però effetto, nonostante che si fossero raccolte molte

27
A.S.Na. Agg. Fs. 1
28
A.S.Na. Agg. Fs. 13 Mariano d’Ayala ha letto nei documenti come nome di un reggimento Fonseca invece di Corcega, inventando un
reggimento che non è mai esistito; come è il caso del reggimento Corona che combattè a Bitonto, dall’Ayala indicato come napoletano, il
quale reggimento era invece spagnolo [il vecchio reggimento de la Mar de Napoles], e come diversi autori indotti a loro volta in errore dal
d’Ayala indicano. Il celebre patriota corso Pasquale Paoli fu uno degli ufficiali del reggimento Corcega, dal 1° febbraio 1741 (quando aveva
forse appena raggiunto la minima età prescritta di 16 anni), entrò a far parte, col grado di cadetto, del reggimento Corsica. Infatti, da
quest'anno il suo nome compare regolarmente nei "Libretti di vita e di costumi" e nelle "Riviste Antiche" conservati all’A.S. di Napoli.
Almeno per quanto riguarda i quadri degli ufficiali, il reggimento "Corsica", tutto composto di nativi dell'isola (ad eccezione di due soli, un
sardo ed uno spagnolo), e comandato dal colonnello Simone de Fabiani, contava nel 1741, oltre il comandante, due colonnelli aggregati
(Luigi Giafferi, di anni 72, e Giacinto Paoli, di anni 60), un tenente colonnello (Giovanni Giacomo de Ambrosi, di anni 45), 11 capitani (di
cui uno era stato cadetto nel reggimento di Parma e aveva partecipato al blocco di Capua e all'assedio della cittadella di Messina), 13 tenenti,
13 sottotenenti, un sergente maggiore, un aiutante maggiore, 26 sergenti e 11 cadetti. Il giovane cadetto, prima nella compagnia comandata
dal tenente colonnello De Ambrosi e poi nella compagnia comandata dal capitano Carlo Lusinghi, seguì il proprio reparto nelle sue
successive sedi di guarnigione e precisamente negli anni 1742-1743 a Gaeta, nei due anni seguenti 1744 e 1745 a Napoli (il reggimento era
accasermato a Pizzofalcone), sino alla fine di febbraio o ai primi di marzo del secondo anno, quando il reggimento passava di guarnigione in
Puglia. Segnalazione Paolo Giacomone Piana.
8
reclute, a causa dell'opposizione della repubblica di Venezia29.

Dopo che già nel 1734 erano stati mantenuti al servizio delle piazze e delle batterie costiere gli artiglieri
nazionali che si trovavano in attività (appartenenti alla Milizia), il 14 agosto 1736 fu decisa la formazione di un
battaglione di artiglieria (che all'epoca era considerato alla stregua di un corpo di fanteria) sullo stesso piede dei
reggimenti di fanteria spagnoli; tra le compagnie ve ne erano una di minatori ed una di bombardieri. Il
battaglione (chiamato nei documenti dell'epoca indifferentemente battaglione o reggimento) doveva però servire
sia in campagna, sia nelle piazze per le batterie da costa e di difesa. Fu nominato comandante del corpo in
qualità di colonnello il brigadiere graduato spagnolo Francisco Valvasor.
Nello stesso anno 1736 venne anche stabilito di formare un corpo di Invalidi, onde provvedere a quei
sottufficiali e soldati che, distintisi nel servizio, non potevano più rimanere in attività di campagna, ma ancora
essere utili in guarnigione o che per particolari meriti avevano diritto ad un riconoscimento del sovrano ancorché
inabili. Il corpo divenne in seguito Battaglione degli Invalidi e rimase in servizio, con successive modifiche
organizzative, per tutta la durata della Monarchia Borbonica.
Per le necessità delle operazioni di campagna e delle difese e sistemazione delle fortificazioni e delle
piazze era stato anche organizzato un Corpo di Ingegneri militari, che nel febbraio 1736 contava un Ingegnere in
capo Direttore, due ingegneri in seconda, due ingegneri ordinari e 7 ingegneri straordinari (volontari), ai quali
competeva la direzione dei lavori delle fortificazioni e delle riparazioni, della costruzione di ponti e strade, della
direzione degli assedi e della predisposizione di mappe e carte.
Analogamente si organizzò lo stato maggiore delle piazze e dei castelli, cioè l'insieme degli ufficiali e
dei loro sottoposti cui era affidata la cura e la custodia delle piazzeforti, dei magazzini, arsenali e depositi
militari di tutto il regno.
«Le principali Piazze di armi in queste Provincie erano 26, e secondo la divisione territoriale del passato
secolo contavansi in Napoli - Castello nuovo Torre S. Vincenzo - Castello S. Elmo - Castello dell'Uovo. Per
Terra di Lavoro - Castello di Capua - di Baja - d'Ischia - di Gaeta. Per gli Abbruzzi - Aquila - Civitella del
Tronto - Pescara. Per Capitanata - Viesti - Manfredonia. Per Terra di Otranto e Bari - Brindisi - Lecce - Torre
di S. Cataldo - Otranto - Gallipoli - Taranto - Barletta - Trani - Bari - Monopoli. Per Calabria - Crotone -
Amantea - Cosenza. A tempo di Carlo V. le città dalla parte di mare per le incursioni de' Turchi e pirati
vennero fortificate con torri quadrate, alte e forti, che si dissero marittime; e trovavansi a tale distanza tra loro,
che avessero potuto essere l'una a vista dell'altra. Due persone erano alla custodia di ciascuna di esse, ed in
tempo di notte guardie a cavallo a ciò destinate davano avviso a' Torrieri, se scoprissero qualche legno. Le torri
giungevano al numero di 366 nelle diverse Provincie del regno.»30

Nei primi anni del Regno di Carlo di Borbone, i corpi di linea dell’esercito del regno delle Due Sicilie
vennero ordinati essenzialmente secondo quanto prescriveva l’Ordinanza di Spagna del 1728 31, i cui principali
punti erano:

29
A.S.Na. Agg. Fs. 12 e Notai Casa Reale Fs. 1. Moltissime informazioni di prima mano sulle vicende iniziali del reggimento macedone
fornisce un’opera contemporanea, cioè "Dissertazione istorico-cronologica del Reggimento Real Macedone " Lecce 1767.
Alla fine del 1739 D. Strati Gicca venne, per ordine del re, privato del comando del reggimento, che era arrivato ad una forza di
632 uomini. Il reggimento venne quindi affidato al conte Giorgio Corafà di Cefalonia, che risiedeva a Venezia. Al Corafà il re affidò il
compito di trasformare il battaglione, che fino ad allora si era costituito, in un reggimento vero e proprio.
Nel 1744 il reggimento partecipò alla campagna nello stato ecclesiastico e fu presente alla battaglia di Velletri, ove si distinse in
particolare modo, scalando il monte della Faiola e facendo così sloggiare gli austriaci dal monte Artemisio. Trasferitosi poi il reggimento in
alta Italia per continuare la campagna con l’esercito spagnolo, si distinse alla presa di Tortona, di Piacenza, di Pavia e anche alla difesa di
Guastalla nel 1746, quando, non soccorso a tempo e privo di artiglierie e di munizioni, venne fatto prigioniero dagli austriaci (27 marzo
1746). Fu riscattato due mesi dopo col cambio di un reggimento austriaco che a Codogno era stato fatto prigioniero dal generale dell’esercito
spagnolo Pignatelli. I soldati albanesi, imbarcati a Genova, rientrarono nel regno, dove, dopo la permanenza di circa un anno in Brindisi per
il patto di non dovere più combattere per tal termine contro gli austriaci connesso alla capitolazione della piazza di Guastalla, negli anni
seguenti resero segnalati servizi sia in difesa dell’ordine interno, turbato dal brigantaggio, e sia imbarcati (circa 200 ogni anno) su navi in
qualità di fanteria di marina, nella caccia contro i pirati barbareschi. Il reggimento venne poi dichiarato, da un rescritto di Carlo III come
corpo nazionale.
30
TRINCHERA FRANCESCO. “Degli Archivii Napolitani”. Napoli 1872 pag. 642
31
" Recopilacion de los Reglamentos y Ordenanzas del Rey, para el servicio, exercicio, y disciplina, paga, mando, y subordinacion de las
Companias de Guardias de Corps, y de Alabarderos, y de los Regimientos de Guardias de Ynfanteria &tc “Ordenanzas de Su Magestad
para el Regimen, Disciplina, subordinacion y servicio de la Infanteria, Cavalleria y Dragones de sus Exercitos en Guarnicion y en
Campaña” 2 Voll. Madrid 1728. Furono ristampate in Napoli nel 1738, ed anche tradotte in italiano.
Infatti il 14 aprile 1737, tra le altre disposizioni, il Re Carlo emanava il Regolamento, o sia Istruzione, che si da alle dipendenze di Guerra.
[testo a fronte spagnolo ed italiano] : «Benchè sia mia regal mente che le Truppe, che compongono e comporranno in avvenire li miei
Eserciti in ogni classe, sieno di Guardie del Corpo, di Guardie d’Infanteria Italiana, e Svizzera, di semplice Infanteria, di Artiglieria,
Marina, e d’Ingegneri, di Cavalleria, e Dragoni, osservino per loro regola, governo, e disciplina, per loro manutenzione e direzione delle
operazioni di guerra le ultime Ordinanze di Spagna intitolate per li primi “Compilazione de’ Regolamenti ed Ordinanze del Re, per il
servigio, esercizio, e disciplina, paga, comando, e subordinazione delle Compagnie di Guardie del Corpo, e di Alabardieri, e de’
Reggimenti di Guardie d’Infanteria &tc” e per gli altri “Ordinanze di Sua Maestà per il regolamento, disciplina, subordinazione e servigio
della Infanteria, Cavalleria, e Dragoni de’ suoi Eserciti, in guarnigione, ed in Campagna, &tc” intendendosi compreso, in quanto vi fosse
9
Fanteria
Ogni reggimento doveva comporsi di uno o 2 battaglioni di 13 compagnie ciascuno, di cui una di granatieri.
Ogni compagnia si componeva di un capitano, un tenente, un sottotenente, 2 sergenti, un tamburo, 3 caporali, 2
secondi caporali e 40 soldati.
Lo stato maggiore (prima piana) si componeva di un colonnello, un tenente colonnello, un sergente maggiore,
un aiutante, un cappellano, un cerusico, un tamburo maggiore.
Lo stato maggiore del secondo battaglione si componeva di un maggiore, un aiutante, un cappellano, un
cerusico.
Ogni battaglione doveva avere 3 bandiere alte 11 piedi e 12 pollici (m. 3,11 circa) compresa l’asta, con fiocco e
nastro.
Cavalleria e Dragoni
Ogni reggimento si componeva di 2 o 3 squadroni di 4 compagnie ciascuno. Ogni compagnia si componeva di
un capitano, un tenente, un maresciallo d’alloggio, 2 trombe, 29 o 34 soldati, 30 o 40 cavalli.
Lo stato maggiore comprendeva un colonnello, un tenente colonnello, un sergente maggiore, un cappellano, un
cerusico.
Artiglieria
Ogni reggimento si componeva di 2 battaglioni ed ogni battaglione avrà 3 bandiere con la divisa
dell’artiglieria.32
Cannoni da 4, 8, 12, 24; mortai da 6, 9, 12; petrieri da 115.

I corpi della Casa reale33, i reggimenti delle Guardie, i reggimenti svizzeri e quelli stranieri seguivano le
loro proprie disposizioni, spesso in base alle Capitolazioni con cui erano stati formati o di ordini reali diretti.

Con il già citato Regolamento del sistema delle Dipendenze di Guerra e col successivo decreto spedito al
Duca di Charny, nominato Capitan Generale degli Eserciti, entrambi del 14 aprile 1737, si stabilì la creazione di
una Giunta di Guerra per regolare tutte le questioni relative al Foro Militare per l’apparato militare del nuovo
Regno34.

Per quanto riguarda i corpi montati, il 12 novembre 1734 fu approvata dal re la capitolazione con il
principe Caracciolo della Torella, nominato contestualmente maresciallo di campo e già insignito, come notato
in precedenza, del grado di capitano della compagnia degli Alabardieri, per la leva di un reggimento di
cavalleria, detto in seguito reggimento di cavalleria del Re, che venne formato inizialmente con un gran numero
di volontari provenienti dalla Lombardia (stati di Parma e Piacenza) e dalla Toscana (non bisogna dimenticare
che l'infante Carlo era ancora Duca di Parma ed erede designato del Granducato di Toscana). Nello stesso giorno
fu anche approvata la capitolazione con Fernando Caracciolo, allora colonnello del reggimento di fanteria

luogo, e si conformasse con questo Regolamento il Tomo quarto di dette Ordinanze, intitolato “Compilazione de’ Regolamenti ed Ordinanze
Militari, che include le Piante del Consiglio di Guerra, &tc”; tutta volta considerando la diversità delle circostanze di questi Regni, e di
questa Corte, e la mia residenza, che necessariamente varia in molte cose essenziali il sistema generale di dette Ordinanze Militari di
Spagna, ho creduto indispensabili, attese le principali difficoltà, che potrebbero occorrere, e dare occasioni a diversi dubbi, ed a varie
interpretazioni, dichiarare la mia volontà, formando un Regolamento, che spieghi la mia regal mente, ed il metodo, che ho risoluto si
osservi e segua in que’ punti che maggiormente potrebbero causare de gl’imbarazzi, e far restare indietro il mio regal servigio. E così
avendo deliberato di stabilire in questi principi, per la uniformità, accerto, e maggior diligenza delle operazioni di guerra, il comando di
tutte le mie Truppe in una persona sola, e dichiarato con Decreto di questo giorno, rubricato di mia mano, il Duca di Charny Capitano
Generale de’ miei Eserciti, e Comandante Generale di tutte le mie Truppe, tanto in questo Regno di Napoli, quanto in quello di Sicilia, e ne’
Presidi di Toscana, e Governatore privativo delle Armi di questo mio Regno di Napoli … Art. I Il Duca di Charny ha il comando di tutte le
truppe e qualunque individuo dipendente dalla Milizia di qualunque grado e classe gli deve ubbedienza; il Duca di Charny deve
corrispondere con il Re attraverso il Consigliere di Stato Marchese D. Giuseppe Gioacchino di Montalegre …» Saverio Gatta “Regali
Dispacci - Appendice”
32
In realtà, come si vedrà nella parte specifica, per lungo tempo il reggimento dell’artiglieria del Regno di Napoli sarà formato da un solo
battaglione.
33
La prima ordinanza militare di cui si ha testimonianza in stampa, dopo la conquista del Regno, è il “Regolamento per il servizio, disciplina
e comando della Compagnia degli Alabardieri”, datato 25 giugno 1737.
34
14 Aprile 1737. Decreto spedito al Duca di Charny, Capitan Generale degli Eserciti … per la pianta di una Giunta di Guerra.
Essendomi parso conveniente per la custodia di questi Regni, di accrescere tanto considerevolmente le Truppe che in passato soleva ne’
medesimi tenersi, poiché oggi sono sul piede di 40 Battaglioni di Infanteria, e 18 Squadroni, nove di Cavalleria e nove di Dragoni, formato
un Corpo considerevole d’Artiglieria, il corrispondente d’Ingegneri accresciuto, ed avendo intenzione di maggiormente accrescere le forze
marittime e dato a queste classi li Regolamenti corrispondenti per il buon ordine, direzione, e governo delle loro rispettive operazioni … si
forma una Giunta di Guerra, che dovrà comporsi di Militari, e Togati, per le cause del Foro Militare.
Per adesso la Giunta si compone di un Presidente, altri 7 Ministri con voto, 5 Militari e 2 Togati, un Fiscale Giurisperito ed un Segretario.
Presidente: il Duca di Charny
Ministri Militari . Tenente Generale Duca di Castropignano, Governatore della Piazza e Cittadella di Messina
Tenente Generale D. Nicola di Sangro, Governatore della Piazza di Capua
Maresciallo di Campo ed Ispettore della Infanteria D. Gio: Francesco d’Espinosa
Maresciallo di Campo ed Ispettore di Cavalleria e Dragoni Conte Mahony, Governatore di Castello S.Elmo
D. Antonio de Zelaya, Comandante della Squadra delle Galere.
10
italiana di Napoles al servizio spagnolo, per la formazione del reggimento di dragoni della Regina. Inizialmente i
due reggimenti ebbero un organico di quasi 1.000 uomini ciascuno, inclusa una compagnia di carabinieri nel
reggimento Re ed una di granatieri in quello della Regina, essendo stati formati sul piede alemanno, cioè con la
composizione uguale a quella dei reggimenti di cavalleria austriaci 35. Questi furono i primi reparti di cavalleria
dell'esercito napoletano che stava sorgendo, oltre alla compagnia delle Guardie del Corpo. Poco dopo fu però
deciso che la formazione dei reparti della cavalleria napoletana dovesse essere simile a quella dell’esercito
spagnolo.

Come nel caso della fanteria, la composizione dei reggimenti della cavalleria spagnola era regolata
dalle disposizioni fissate nel 172836. In base a queste ordinanze ogni reggimento di cavalleria o di dragoni si
doveva comporre di due o di tre squadroni (eccezionalmente, come in caso di impiego in campagna, gli
squadroni potevano anche divenire quattro). Ogni squadrone doveva poi avere da 130 a 140 cavalli con 3 o 4
compagnie a seconda del numero di soldati per compagnia.
Ogni compagnia doveva avere un capitano, un tenente, un alfiere, un quartiermastro (marechal de logis) e da 29
a 34 soldati e 2 trombetti (tamburi per i dragoni) per ogni squadrone.

Agli inizi del 1736 fu anche stabilito che tra i corpi (veterani) che dovevano passare dal servizio
spagnolo a quello napoletano per garantire la difesa del nuovo regno vi fossero i reggimenti spagnoli di
cavalleria di Rossiglione37 e di dragoni di Tarragona38. Nella stessa occasione i due reggimenti napoletani di
cavalleria del Re e di dragoni della Regina vennero ridotti al piede regolare spagnolo e quindi i corpi di
cavalleria dell'esercito napoletano ebbero tutti con la stessa composizione. Il 1º agosto 1738 venne
costituito il nuovo reggimento nazionale di dragoni Borbone, della stessa forza degli altri corpi di dragoni.
Nel dicembre 1738 fu emanato un regolamento che stabiliva una nuova composizione dei reggimenti di
cavalleria e dragoni. La piana maggiore di ogni reggimento era composta dal colonnello (il reggimento del Re
aveva un comandante in secondo), tenente colonnello, maggiore, aiutante, chirurgo, cappellano, timballiere o
tamburo maggiore (rispettivamente per i reggimenti di cavalleria e quelli dei dragoni), trombetti nella cavalleria
ed oboè nei dragoni39.

Nel 1741 scoppiò la guerra per la successione austriaca, combattuta in Italia tra il1742 ed il 1748, tra la
Spagna (e la Francia) contro l’Austria (ed il regno di Sardegna) con l’obiettivo per gli spagnoli di impadronirsi
del ducato di Milano, nonché di quello di Parma per dotare di un trono Filippo, fratello di Carlo, e figlio di
Elisabetta Farnese. Il 18 ottobre 1741 partì dal regno di Napoli un corpo di spedizione militare di circa 15.000
uomini, comandato dal duca di Castropignano, per partecipare con l’esercito spagnolo, e con le truppe francesi
in qualità di ausiliari, alla guerra in Alta Italia contro gli Austriaci. Nel novembre l’armata napoletana si
collegava a quella spagnola in Orbetello e nei presidi della Toscana, posta agli ordini del duca di Montemar.
Uno stato dei corpi acquartierati, in vista della campagna prossima, nella provincia di Abruzzo Ultra, ci fornisce
la forza dei reggimenti di cavalleria e dragoni al 18 gennaio 1742 40.

Reggimento forza_

Re (cav.) 372
Rossiglione " " 378

35
A.S.Na. Agg. Fs. 3. Infatti nel regno di Napoli erano ancora in vigore le disposizioni organiche del governo vicereale austriaco, che
prevedeva il piede alemanno per la composizione dei corpi militari.
36
Ordenanzas de Su Magestad para el Regimen, Disciplina, Subordinacion y Servicio de la Infanteria, Cavalleria y Dragones de sus
Exercitos en Guarnicion y en Campaña Madrid 1728 2 Voll.
37
Il reggimento di cavalleria di Rossiglione venne formato il 16 aprile 1703 in Spagna da parte di Don Rafael Diaz de Mendivil; il
reggimento era anche denominato come Rossiglione nuovo [Rosellon nuevo]. Con real decreto del 10 febbraio 1718 il reggimento assunse la
denominazione di Rosellon [Rossiglione in italiano]. Partecipò alla spedizione spagnola contro la Sardegna e la Sicilia nel 1717-1720. Nel
1733 passò in Italia con il corpo di spedizione spagnolo. Nell'ottobre 1735 faceva parte dell'esercito di operazione in Lombardia. Al termine
delle operazioni venne inviato di guarnigione nel nuovo Regno. Nel gennaio 1737, al comando del colonnello don Diego Felipe de la Vega,
fu uno dei due corpi montati che vennero trasferiti dall'esercito spagnolo a quello del regno di Napoli, conservando però il diritto a ricevere
le reclute dalla Spagna sino alla fine del XVIII secolo.
38
Il reggimento Dragoni di Tarragona venne formato in Catalogna il 2 giugno 1703 da parte di don Miguel Pons de Mendoza che ne fu il
primo colonnello. Nel 1717 il colonnello era don Joseph Grimau y Corbera ed il reggimento assunse la denominazione di Tarragona.
Partecipò alla spedizione contro la Sardegna e la Sicilia nel 1718-1720. Nel 1733 passò in Italia con il corpo di spedizione spagnolo.
Nell'ottobre 1735 faceva parte dell'esercito di spedizione in Lombardia. Al termine delle operazioni venne inviato di guarnigione nel nuovo
Regno; nel 1737 fu uno dei due corpi montati spagnoli che vennero trasferiti all'esercito del regno di Napoli, conservando però il diritto a
ricevere le reclute dalla Spagna sino alla fine del XVIII secolo.
39
A.S.Na. Agg. Fs. 349
40
A.S.Na. Gen. Ant. Fs. 3
11
Regina (dragoni) 450
Tarragona " " 463
Borbone " " 458
______________________

Per le esigenze della campagna, secondo quanto previsto dalle ordinanze spagnole, nello stesso anno
1742 venne costituita la compagnia del Prevosto Generale dell'esercito, formata da uomini montati con funzioni
di polizia militare, che venne poi disciolta al termine della campagna stessa.

Dopo che nel luglio 1742 il porto di Brindisi venne bloccato da una squadra inglese41, la stessa flotta
inglese nell’agosto comparve di sorpresa nella rada di Napoli, essendo la città praticamente sprovveduta di forze
militari e di fortificazioni adatte alla difesa, e dietro la minaccia di bombardare la Capitale, impose al re la
dichiarazione della neutralità nella guerra contro l’Austria e, quindi, il ritiro delle proprie truppe inviate in
Lombardia nei presidi di Toscana (ove rientrarono al 10 settembre).
Il 15 ottobre 1742, in ricordo dell’umiliazione subita dalla presenza incontrastata della squadra navale
nemica, si eresse un fortino con trincee e batterie innanzi al porto di Napoli. Nei mesi successivi si proseguì la
fortificazione del litorale del Golfo di Napoli e delle isole.

Il 10 novembre 1742 venne fondata nel Castello Nuovo di Napoli l’Armeria Reale per la fabbrica di
armi da fuoco per l’esercito, che nel 1758 fu trasferita a Torre dell’Annunziata.

Come ulteriore iniziativa per accrescere le risorse della difesa territoriale, nel 1743 venne stabilito di
creare nel regno di Napoli 12 reggimenti di fanteria provinciale per la guarnigione delle provincie, uno per ogni
provincia del regno continentale; si progettava un intervento simile per il regno di Sicilia, che però fu attuato
solo dieci anni dopo. Già nel 1739 si era pensato di abolire l’antica Milizia territoriale detta del Battaglione,
costituita dai Vicerè spagnoli nel XVI secolo, caduta del tutto in disuso durante il periodo del Viceregno
austriaco, e di costituire in sua vece 42 12 reggimenti provinciali di un battaglione 43, ma fu solo nel 1743, dopo
aver subito nel 1742 la minaccia della flotta britannica che trovò impreparato il governo napoletano ed
impotente a fronteggiare la minaccia, che vennero formati i 12 reggimenti di fanteria provinciale (in seguito detti
anche reggimenti nazionali, perché composti esclusivamente con sudditi del Regno). Gli ufficiali dovevano
essere tutti di “nobiltà generosa” e i loro colonnelli baroni del regno (anche al fine di legare maggiormente alla
dinastia la nobiltà terriera locale). I Principi della Riccia di Capua, di Stigliano D. Ferdinando Colonna,
d'Acquaviva e Mari, ed il Duca di Bovino Guevara, si distinguevano tra quei colonnelli. I corpi componenti
presso a poco la forza di diecimila uomini prendevano i nomi dalle dodici provincie nelle quali il Regno
[continentale] era allora diviso (Terra di Lavoro, Capitanata, Principato Ultra, Principato Citra, Contado di
Molise, Abruzzo Citra, Abruzzo Ulteriore, Bari, Terra d’Otranto, Basilicata, Calabria Citra e Calabria Ultra).
Nella prima formazione dei corpi, gli individui reclutati volontariamente tra la gioventù delle provincie venivano
quasi tutti vestiti ed armati a spese degli stessi baroni che ne erano nominati colonnelli.

In seguito alla battaglia di Campo Santo (8 febbraio 1743 nel Modenese al fiume Panaro) l’armata
spagnola si dovette ritirare dall’Italia settentrionale verso il regno di Napoli e, passando per gli stati della Chiesa,
si unì all’esercito napoletano ai confini dell’Abruzzo. Gli Austriaci si mossero allora, passando per gli stati della
Chiesa, a minacciare il regno di Napoli.

Nel 1744 l’esercito napoletano riprese parte, insieme a quello spagnolo, alla guerra contro l’Austria. Il
re Carlo si unì al corpo di spedizione. Nella battaglia di Velletri del 11 agosto 1744 contro gli Austriaci erano
presenti i reggimenti napoletani delle Guardie Svizzere, di Real Farnese, Real Macedonia, Hainault, Namur,
Wirtz, Tschudy, Terra di Lavoro e Principato Ultra 44, e oltre ai reggimenti napoletani, anche i seguenti
reggimenti spagnoli : Guardie spagnole, Guardie vallone, fanteria Regina, Castiglia, Corona, Guadalajara,

41
Gli Inglesi, in questa guerra, erano alleati dell’Austria.
42
Archivo General de Simancas, Estado 5840 Napoles 1743 Correspondencia Marqués de Salas. 15/1/1743 Sulla formazione dei Battaglioni
di Milizia. L'esperienza fatta con quest'esercito nella campagna passata ha mostrato che gente più sicura è la stessa del Paese a causa delle
forti diserzioni nei corpi valloni e svizzeri ... Il Re pertanto, a imitazione di quanto si fa in Francia e Sardegna, ha ritenuto di formare qui e in
Sicilia un Corpo di Milizie incominciando in quest'anno con 5 battaglioni nel Regno di Napoli, dove si recluterà un battaglione per ciascuna
delle 12 Provincie sul piede e metodo di modo che i 12 battaglioni napoletani compongano 10.000 huomini e se ne tengan in servizio sempre
la 3ª parte in modo che con il premeditato metodo si conseguirà in poco tempo un Corpo di Milizia in stato di servire in qualsiasi occorrenza
e dal quale si potranno trarre abbondanti e sicure reclute per il rimpiazzo e ristabilimento delle altre Truppe.
43
A.S.Na. Montemar Fs. 108
44
M.A DEL CARMEN MELENDRERAS GIMENO "Las Campañas de Italia durante los años 1743-1748"
12
Irlanda, Ibernia, Parma, Flandes, Fucilieri di Montagna.

Il 22 ottobre 1744 Carlo Benetti propose di levare nello spazio di sei mesi nella città di Orbetello una
compagnia sciolta di cavalleggeri, composta di 50 uomini montati, tratti dagli abitanti dello stato dei presidi di
Toscana. Il re, come era solito fare in simili occasioni, concedeva al proponente la nomina degli ufficiali della
compagnia. La proposta fu accolta e la compagnia fu presentata al completo nel maggio 1745 e contò sempre 50
o 51 teste. La compagnia venne in seguito fusa nei reggimenti della cavalleria di linea.

Durante questa guerra, tra le truppe spagnole inviate in Italia, vi erano stati anche alcuni battaglioni di
Fucilieri di montagna catalani, ottocento uomini dei quali nel 1746 vennero dalla Provenza per coprire i confini
abruzzesi del Regno da eventuali improvvise puntate offensive degli Austriaci. Nel regno di Napoli nel gennaio
1746, con reclute provenienti dalla Catalogna e con quadri forniti da questi battaglioni, si formò una compagnia
franca di 200 uomini di Fucilieri di Montagna, che ne portava lo stesso abbigliamento, ed aveva il compito di
servire in tempo di guerra in campagna, e al termine della guerra di essere impiegata contro i banditi ed i
contrabbandieri nelle varie province del regno. Al termine delle ostilità la compagnia, ridotta al numero di 100
uomini continuò al servizio napoletano, con la stessa denominazione di Fucilieri di Montagna, e fu addetta a
servizio di polizia e di finanza, ma sempre considerata come fanteria leggera dell'esercito e per lungo tempo
(quasi fino alla fine del secolo) continuò a reclutare i rimpiazzi in Catalogna 45.

Al termine del 1748, cessato lo stato di guerra con l'impero austriaco e la minaccia all'integrità del
regno, venivano meno i motivi per mantenere un esercito con organici sul piede di guerra, e, anche ai fini di
ridurne il peso sull'erario, il re stabilì di diminuire il numero degli uomini nei reggimenti di fanteria, emanando
un apposito regolamento (Reglamento para la reduzion de los Regimientos Veteranos de Ynfanteria Ytaliana, y
Walona, y de los Nacionales de este Reyno de Napoles 20 dicembre 1748).
Per quanto riguardava i reggimenti veterani di fanteria italiana e vallona (Re, Regina, Real Borbone,
Real Farnese, Real Italiano, Real Napoli, Real Palermo, Hainaut, Borgogna, Namur ed Amberes), ad esclusione
delle Guardie italiane, si stabiliva che essi dovessero rimanere con lo stesso numero di battaglioni che avevano,
cioè due, e che ogni battaglione dovesse contare 13 compagnie, inclusavi quella dei granatieri. Ogni compagnia
era poi composta da un capitano, un tenente, un sottotenente, due sergenti, un tamburo e 32 soldati (inclusi i
caporali). Al fine di dividere gli uomini delle compagnie in squadre vi erano due primi caporali ed un secondo
caporale, o un carabiniere per ogni compagnia. Se nelle compagnie vi erano figli di ufficiali, di minore età, essi
erano dispensati dalla riforma e potevano rimanere nei corpi al di là del numero fissato in qualità di cadetti. Lo
stato maggiore e minore di reggimento dovevano rimanere come erano, ad esclusione dei pifferi che, da tre per
battaglione, dovevano divenire due soli.
I reggimenti nazionali, cioè i reggimenti levati su base provinciale con sudditi nativi del regno, e fino
allora detti appunto provinciali, dovevano rimanere sul piede di un solo battaglione di sette compagnie, inclusavi
quella dei granatieri. Ogni compagnia, che inizialmente era formata da 122 uomini se di fucilieri e 108 se di
granatieri, si doveva comporre di un capitano, un tenente, un sottotenente, due sergenti, un tamburo e 54 soldati,
tra cui erano inclusi tre primi caporali e due secondi caporali o carabinieri. Lo stato maggiore del reggimento
doveva includere il colonnello, il tenente colonnello, un maggiore, un aiutante, un cappellano, un chirurgo, un
tamburo maggiore; vi erano addetti anche due pifferi.
Il reggimento svizzero di Bessler, il cui colonnello era nel frattempo deceduto, venne riformato (cioè
licenziato) e gli uomini che vollero continuare il servizio passarono in quello di Wirtz.
Il 23 marzo 1749 fu decisa la soppressione del reggimento di Corsica, anche su pressione della
repubblica di Genova che era stata alleata della Spagna nella guerra contro l’Austria ed il regno di Sardegna, e
non vedeva di buon occhio la formazione di unità in cui i corsi potessero militare sottratti al suo controllo; gli
uomini idonei che volevano continuare il servizio passarono nelle reali Guardie italiane46.

Il 15 febbraio 1749, a pace conclusa, al fine di diminuire le spese militari in analogia a quanto era già
stato deciso per la fanteria nel 1748, fu stabilito di ridurre la forza dei cinque reggimenti di cavalleria e di
dragoni allora esistenti, ma di creare un nuovo reggimento di Dragoni, detto del Principe, della stessa forza
degli altri, mediante un apposito regolamento che venne fatto pubblicare a stampa 47.
Per la formazione del nuovo reggimento di dragoni del Principe vennero impiegate le due compagnie

45
La compagnia dei Fucilieri di Montagna venne portata a 150 teste nel 1750, e con un aumento a 300 nel 1767 divenne un corpo formato
da 3 compagnie. Nel 1796 il corpo venne aumentato fino a 1.000 teste e restò poi soppresso nel 1799.
46
A.S.Na. Agg. Fs. 302
47
“Reglamento para la reducciòn de los cinco Regimientos de Caballeria y Dragones y la creaciòn de un sexto Regimiento, con el titulo de
Dragones del Principe”.
13
sciolte di cavalleria, che esistevano una in Sicilia e l’altra nei presidii di Toscana, e con gli uomini dei
reggimenti di cavalleria eccedenti in seguito alla riforma (essendone stati cassati 20 per ogni compagnia). In
conseguenza di questo regolamento ogni reggimento doveva continuare a formarsi di 12 compagnie ripartite in
tre squadroni, ognuna di esse però di soli 30 uomini montati, cioè un sergente, un tromba o un tamburo nei
reggimenti dragoni, tre caporali e tre carabinieri (granatieri nei reggimenti dragoni) e 22 soldati, comandate da
un capitano tenente ed un alfiere. Ogni quattro compagnie componevano uno squadrone. I reggimenti di
cavalleria avevano nella piana maggiore un timballiere, quelli di dragoni un tamburo maggiore e quattro
suonatori di oboè.

Nel gennaio 1751 lo Stato maggiore dell’Esercito risultava composto nel modo seguente :
capitan generale e suoi aiutanti, tenenti generali con lettere di servizio (cioè con impieghi operativi) e di
quartiere, marescialli di campo in servizio o di quartiere, brigadieri con lettere di servizio, maggiori di brigata,
un maggiore generale e suo aiutante, un maresciallo d’alloggio e suoi aiutanti, 2 ispettori generali della fanteria e
della cavalleria, un quartier mastro (generale) e suoi aiutanti, un maestro dei bagagli e suo aiutante, un auditore,
un vicario generale, un capitan prevosto (o profosso) con la sua compagnia per la polizia militare formata dal
tenente, 2 esenti 2 brigadieri, cappellano, scrivano, esecutore, 30 arcieri.
Lo stato maggiore dell’artiglieria era costituito da un tenente generale, un tenente generale provinciale,
un commissario provinciale, un aiutante maggiore, un commissario ordinario ed uno straordinario, un
commissario Apuntador, un controllore provinciale, un aiutante del controllore provinciale di Napoli, un altro
aiutante per la darsena e la fondizione (fusione dei pezzi), un guarda arsenale ordinario ed uno straordinario, un
aiutante di guarda arsenale, un capitano dei carri, un tenente della maestranza, un capitano dei ponti, un maestro
fuochista, 10 mastri armieri.
Il corpo degli ingegneri era costituito da un ingegnere direttore, un delineatore, un ingegnere capo, un
ingegnere in seconda, un ingegnere ordinario, un ingegnere straordinario ed uno volontario.48

Per la istruzione, specialmente per l’insegnamento della matematica e del calcolo, fu creata fin dal 1744
l'Accademia di artiglieria, alla quale nel 1754 fu aggiunta una scuola d'Ingegneri.49

Il 31 marzo 1754 fu approvata la proposta del colonnello Corafà per la leva di un secondo battaglione
del reggimento Real Macedonia, che fu completata entro il 175750.
Nello stesso anno 1754, nel mese di maggio, in Sicilia vennero formati, sul modello dei reggimenti
provinciali del regno di Napoli, tre reggimenti di fanteria, ognuno per ciascun Valle in cui era suddivisa
l’Isolaognuno della forza di un battaglione di 13 compagnie di 43 uomini ciascuna, inclusi due sergenti ed un
tamburo. Il figlio del principe di Aci fu il colonnello del reggimento Valdimazzara, il marchese di Moncada fu
nominato colonnello del reggimento Valdemone ed il principe di Pietrapersia fu il colonnello del reggimento di
Valdinoto51.

Il 28 febbraio 1754 ognuna delle compagnie dei reggimenti di cavalleria e di dragoni venne accresciuta
di 7 uomini montati; nell'aprile dello stesso anno vennero formati in Sicilia due nuovi reggimenti di cavalleria da
parte di Girolamo Filangieri, marchese di Lucca e principe di Cutò il reggimento di cavalleria Napoli52 e quello
di Sicilia da parte del principe siciliano di Campofranco 53. Ogni reggimento era composto di 12 compagnie,
ognuna delle quali con un capitano, un tenente ed un alfiere e 37 uomini, oltre ad un sergente e un trombetta e la
stessa piana maggiore degli altri reggimenti di cavalleria.

Con decreto del 25 gennaio 1756 si regolava l’ammissione dei cadetti nelle truppe. Per servire come
cadetti nei reggimenti provinciali era necessario essere di nobiltà generosa, mentre per gli altri reggimenti e
corpi delle truppe era sufficiente essere di Nobiltà di privilegio o di Nobiltà legale, detta anche Civile.
Era stato anche istituito un Collegio di Educazione per i giovanissimi figli dei militari e col decreto del

48
B.N.Na. Sez. Manoscritti … Reglamento en que se reduce a moneda de este Reyno de Napoles, los Sueldos y averes, que en moneda de
vellon estàn señalados por Reales Ordenanzas à las Tropas … todo à tenor de Real Orden de S.M. expedida en 20 de Enero de este año de
1751 …
49
TRINCHERA. “Degli Archivi Napoletani”. Napoli 1872 In seguito essendosi creduto utile sviluppare l’insegnamento delle scienze teoriche
e pratiche per le applicazioni militari, con dispaccio del 26 dicembre 1769 vennero riuniti in un solo i due corpi di artiglieria e degli
ingegneri, formandosi una sola scuola col titolo di Accademia militare. Il 27 ottobre 1786 questa venne ordinata in quattro brigate di 60
alunni ognuna, e col dispaccio del 18 maggio 1787 fu stabilita nel grande edificio detto della Nunziatella.
50
A.S.Na. Agg. fs. 75
51
A.S.Na. Segr.Ant. Fs. 769 e Logerot op.cit.
52
A.S.Na. Aggiusti Fs. 78
53
A.S.Na. Riviste antiche Fs. 247 e 397
14
25 gennaio 1756 ne venne concessa l’ammissione anche ai figli dei civili e che fossero compresi tra gli 8 ed i 14
anni. Al compimento del 14° anno d’età erano equiparati ai cadetti ai fini dell’anzianità.

Del 12 dicembre 1756 è l’Ordinanza per la leva, formazione e stabilimento di 6 compagnie di Artiglieri
Provinciali ed una di artiglieri invalidi nel Regno di Napoli e di due compagnie di artiglieri provinciali in
quello di Sicilia. Questi artiglieri avevano il compito di guarnire le postazioni fisse di artiglieria sulle coste e
nelle piazze, dato che gli organici del reggimento dell’artiglieria non consentivano di garantire quel servizio per
le numerose postazioni esistenti nei due reami. Ogni compagnia nel regno di Napoli si doveva comporre di 2
sergenti, 4 caporali e 34 artiglieri. Le 9 compagnie dovevano essere così dislocate: 1 in Capitanata, 2 in Terra di
Bari, 2 in Terra d’Otranto, 1 in Calabria, 1 ad Augusta, 1 a Milazzo e quella d’Invalidi in Abruzzo.
Per la istruzione teorica e pratica dell'Artiglieria fu stabilito con le reali Risoluzioni del 24 Novembre 1757, 7
Settembre 1758 e 4 Marzo 1759 unirsi in un sol corpo i due, che sino allora erano stati divisi col nome di Stato
Maggiore e Reggimento di Artiglieria. Venne dato speciale regolamento per il servizio da prestarsi dagli ufficiali
e pel metodo da tenersi negli ascensi a' posti vacanti (cioè come dovevano avvenire le promozioni quando un
incarico si rendeva vacante).54

Quando, nel 1759, Carlo III di Borbone partì da Napoli per salire al ben più ambito trono di Spagna,
lasciando il regno di Napoli al figlio Ferdinando minorenne, l’esercito si trovò portato alla forza organica
(teorica) di circa trenta cinquemila teste, come risulta dal quadro seguente (tratto dal manoscritto di Logerot ed
integrato dall’autore con dati di archivio).

ESERCITO NAPOLETANO 1760


Regto abito mostre bottoni note
Generali bleu rosso oro o argento
ricami distintivi
Guardie del
Corpo bleu rosso argento alamari argento
bandoliera a scacchi verdi
Rli Alabardieri bleu rosso argento
Fanteria
Rli Guardie
Italiane bleu rosso ottone alamari bianchi
Rli Guardie
svizzere rosso bleu bianco alamari bianchi
Re rosso bleu giallo
Regina bleu rosso bianco
Rl Borbone bleu rosso giallo
Rl Farnese bleu rosso bianco
Rl Napoli rosso bianco bianco
Rl Palermo rosso giallo giallo
Rl Italiano bianco verde giallo
Corsica rosso verde giallo sciolto nel 1749
Rl Macedonia rosso bleu bianco
Artiglieria bleu rosso giallo alamari gialli
Ingegneri bleu rosso bianco
Hainaut bianco rosso giallo
Amberes bianco bleu giallo
Borgogna bianco bleu giallo
Namur bianco rosso giallo
Tschoudy rosso bleu bianco
Jauch rosso bleu bianco
Wirtz rosso bleu bianco
Wessler bleu rosso bianco
Reggimenti provinciali

54
TRINCHERA. Op. cit.
15
Terra di Lavoro bleu rosso bianco
Principato Ultra bianco rosso giallo
Principato Citra bianco giallo giallo
Molise rosso bianco giallo
Capitanata rosso bleu giallo
Abbruzzo Citra bianco rosso bianco
Abbruzzo Ultra bleu bianco bianco
Bari bianco bleu giallo
Basilicata giallo bleu giallo
Otranto rosso verde bianco
Calabria Citra bianco nero bianco
Calabria Ultra giallo nero bianco
Valdinoto bleu bianco giallo bavaresi e alamari
Valdemone rosso bianco giallo bavaresi e alamari
Valdimazzara rosso nero giallo bavaresi e alamari
Fucilieri di
Montagna bleu giallo giallo
Invalidi grigio rosso bianco
Comp.ia Dotazione
di Longone bleu rosso bianco
Batt.ne di
Marina bleu rosso giallo
Artiglieria
di Marina bleu rosso bianco
Cavalleria
Re bleu rosso bianco
Rossiglione bianco bleu bianco
Napoli rosso nero giallo formato nel 1754
Sicilia grigio rosso giallo formato nel 1754
Dragoni
Regina giallo rosso bianco
Principe giallo violato bianco formato nel 1749
Borbone giallo bleu bianco
Tarragona giallo verde bianco
16
Abbreviazioni
A.S.Na. = Archivio di Stato di Napoli
Aff. Est. = Affari Esteri
Agg. = Fondo Aggiusti
Gen.Ant. = Fondo Generali Antichi
Montemar = Archivi Privati Fondo Montemar

B.N. Na. = Biblioteca Nazionale di Napoli

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