E’ importante oliare bene la cameratura interna dello strumento per
evitare che la condensa e l’umidità intacchino il legno e formino crepe. Per questo è bene oliare il flauto una volta al mese o al massimo ogni due mesi, specialmente in corrispondenza dei tenoni. Quantz, nel suo trattato, consiglia di usare olio di mandorle dolci per oliare il flauto traversiere mentre gli oboisti barocchi consigliano olio crudo di semi di lino, che a differenza di quello di mandorle dolci non rancidisce. Se si opta per l’olio di mandorle dolci, più naturale e più raffinato del secondo, allora prendere quello per uso alimentare o farmaceutico (uso lassativo). Spalmare la cameratura interna usando l’asticella con attaccata una garza di cotone o altro panno però a trama fine e non impermeabile. Porre alcune gocce di olio su questa o all’inizio della cameratura e poi passare e ripassare la garza. Si parte da ogni singolo pezzo separato: prima oliare il trombino e riporlo in verticale, poi il corpo centrale e riporlo in verticale ed infine il pezzo dell’imboccatura e poi riporre anche questo in verticale. Questo pezzo va oliato nel modo seguente: spalmare la camera interna e con un pennellino spalmare la linguetta dell’ugnatura esternamente. Non mettere olio nella fessura (o dentro il canale) di emissione del suono altrimenti poi lo strumento non suonerà più. Il blocco è già realizzato in legno duro non poroso e quindi difficilmente può essere permeabile all’umidità. Non è consigliato rimuovere il blocco per la pulizia e oliatura del flauto. I fori si passano con un coton-fioc imbevuto di olio o meglio con un pennellino. I 3 pezzi vanno poi posti ad asciugatura naturale in verticale per almeno 24 ore o per una notte, porli dentro casa, lontano dalle intemperie. Il filo che avvolge i tenoni è filo di cotone passato sulla cera d’api. Se il raccordo col tempo si lassa allora aggiungere un altro pezzo di filo sempre cerato prima, se il raccordo risulta difficoltoso non forzarlo e provare ad ungerlo con del grasso per strumenti musicali. Più pratico è usare quello in stick (tipo “burro cacao” per capirci). Nessun’altra manutenzione è prevista. Il blocco è stato rimosso per rialesatura dalla Moeck, circa 2 anni fa, e nelle manovre di ricollocamento è stata scalfita la superficie a contatto con la bocca, ma questo non va ad inficiare sull’emissione dei suoni o sulla loro purezza. Lo strumento è un Moeck modello Rottemburgh in legno di bosso naturale (mod. 4304), A=442 Hz, perfettamente compatibile ed intonato con tutti gli strumenti moderni.
Per le posizioni/diteggiatura ti consiglio la tavola delle posizioni
edita dalla Moeck stessa: www.moeck.com/fileadmin/Dateien/grifftabellen/gt06.pdf