Almalibre Rebelde
(Giancarlo Almalibre De Vivo)
Gentile lettore
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Per effettuare la propria Mappatura Bioenergetica individuale che identifica la rete dei
Gangli di matrice-schiavizzante e del come liberarsene:
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Translife Revelation Anime Libere, Scritti sulla rivelazione che cambia per sempre la
storia dell’uomo, l’Uomo Originale Libero e l’attrazione di Gaia
Almalibre Rebelde
Il libro è disponibile anche in versione stampata, edito da Europa Edizioni, all’indirizzo web:
https://www.amazon.it/Translife-revelation-libere-Almalibre-Rebelde/dp/8893840820
______________________
Premesse
PROLOGO
La notte delle stelle
L’universo vivente
L’energia quantica vibrante che gioca con le forme
PARTE PRIMA
La Rivelazione che cambiò per sempre la storia dell’Uomo
2001 Somalia
PARTE SECONDA
Sally, definizioni e premesse
La creazione
Bugie
L’avventura continua
Le paure
Adesso-e-ora
PARTE TERZA
2007 Almalibre Rebelde la sera della Rivelazione che cambiò la sua vita
PARTE QUARTA
Il percorso di liberazione
Il Percorso
La Fonte Universale
Riconoscersi
Il pericolo di attrarre e poi rifiutare ciò che il rinato noi stessi desidera
PARTE QUINTA
Le Chiavi della consapevolezza
La consapevolezza e il suo ampliamento
Innatismo, o no?
La saggezza: l’Io, il Resto e il Metafisico. Cosa significa dunque consapevolezza e come ampliarla?
Le pratiche e le filosofie sedative
Il “resto” e il “metafisico”. Il controllo delle derive
Illuminiamoci!
A cosa servono le Chiavi della consapevolezza
La pubblicità e i media
Matrici-viventi in lotta tra loro - Assimilazione e digestione
Sì, ma...e se? Il senso di ciò che c’è. L’adesso-e-ora
I buoni e i cattivi. Il bisogno dell’identificazione di un nemico
Non deve essere di nostro interesse immaginare un mondo in cui tutti “sono così”
Rimettiamoci in gioco in ambito “materiale”, nell’adesso-e-ora
Il senso della Storia
Specchiare se stessi negli altri. Sette miliardi di abitanti per sette miliardi di mondi
Un Uomo Originale Libero e il suo rapporto con la politica e la geopolitica
Le mancanze apparenti
PARTE SESTA
Altri elementi del Grande Salto
L’Attrazione Gaia e i principi. Giudizio e morale
I potenti flussi energetici di un Uomo Originale Libero – La purificazione
PARTE SETTIMA
La vera alimentazione umana in rapporto all’evoluzione che ha portato alla nascita dell’homo sapiens
Scimmie e ominazione
Perché ebbero inizio le migrazioni dell’Homo sapiens verso Asia ed Europa? E cosa accadrebbe se la Liberazione dell’uomo
divenisse massiva?
Contributo sulla corretta alimentazione dell’uomo, del Dr.med. Pier Luigi Simari
PARTE OTTAVA
Il Risveglio è avvenuto, il punto sul percorso
PARTE NONA
Pronti alla Liberazione del Sé attraverso la discontinuità conscia pilotata e ad attivare l’Attrazione Gaia
PARTE DECIMA
Via al Grande Salto
Il nostro viaggio ebbe inizio con le parole evocateci dall’Essenza dell’Uomo Originale Libero
Le tre consapevolezze per il Viaggio Astrale
PARTE UNDICESIMA
La deprogrammazione dalle memorie fenotipiche e dai Gangli di matrice-schiavizzante
L’Energia della parte libera (Gls) e l’energia di Liberazione: flussi totalmente distinti
Le memorie epigenetico genealogiche
La serotonina, l’uso che ne fa la m-v e la sua straordinaria importanza nelle fasi più impegnative del percorso. L’energia d’intenzione
La deprogrammazione dalle memorie esperienziali, da quelle epigenetico-genealogiche e dai Gangli di m-s
Schema grafico – Meccanismo di attacco alla m-s per causarne l’implosione
Il progetto dell’Ecovillaggio Planetario di Oasi Liberate project Translife, i Cicli di Liberazione, la Selfniversity - Academy for Self
Liberation Guides e la duplicazione delle Oasi.
Logo realizzato da Aruna
www.gliacquerellidiaruna.it
La recente scoperta scientifica della double-matrix
e del come Liberarsi
che l’uomo attendeva da millenni,
si è compiuta.
Le Anime Libere vibrano
e creano le melodie del cosmo.
A volte le loro musiche si sfiorano,
in attimi di sinfonie che si attraggono danzando.
Perle uniche,
di un universo che gioca con le forme.
-Almalibre Rebelde-
Stai per acquisire l’informazione Madre che cambia la storia dell’Uomo;
dopo la lettura la tua vita cambierà per sempre e non sarai più solo, le altre Anime Liberate già ti
attendono, nel paradiso della felicità.
www.transliferevelation.com
Se stai cercando la risposta madre a tutte le domande sul mistero dell’uomo, non cercala nell’oriente.
L’oriente meno vessato dall’oppressione religiosa occidentale che attraverso la chiesa cattolica ha
schiacciato, occultato e bruciato il pensiero, ha tenuta alta la fiamma della Liberazione dell’uomo e
resta la chiave per le pratiche energetiche e di riconnessione. Ma adesso la scienza occidentale è
andata molto oltre la spiritualità orientale, tornando, per certi versi, a ciò che era al tempo della
civiltà greca. Qui troverai la risposta scientifico-spirituale a tutte le domande; risposta rivelatasi a
Piazza San Pietro di Roma, ossia nello stesso luogo in cui nacque insieme alla chiesa, Black Vortex,
il nome che in questi Scritti viene dato alla matrix occidentale.
Stai per scoprire il mistero dell’uomo; dopo la lettura di questi Scritti, la tua vita cambierà per
sempre.
Questo scritto magico che richiama l’anima al Risveglio, parla del percorso che ha portato un nucleo
di persone a scoprire l’esistenza della double-matrix, il meccanismo che da sempre si oppone, con un
preciso intento, alla felicità degli uomini e a darne dei contorni definiti, con il supporto degli
innumerevoli riferimenti scientifici oggi disponibili.
I tempi erano maturi per completare, anche sul piano della conoscenza, il percorso intrapreso dai
grandi illuminati della libertà, fino ai giorni nostri; ed è così che il tracciato di Liberazione
dell’uomo si è compiuto.
La straordinaria scoperta che alza quel velo di cui tanto si è parlato in oriente e occidente, negli
ultimi decenni, soprattutto ad opera di Krishnamurti e che identifica con estrema precisione l’essere
che inserisce nell’individuo ciò che Osho aveva focalizzato e chiamato mente che mente in quanto
falso sé, semplice e nitida nella sua essenza, si accompagna con il percorso emozionale di risveglio e
quello successivo di grande Salto della Libertà che ha viaggiato in parallelo all’ampliamento della
consapevolezza mentale.
Questi scritti rappresentano quel viaggio e l’ingresso nel flusso, che è il punto di partenza della
propria vera vita, la rinascita del Sé.
Se dopo la sua lettura vorrai iniziare a intraprendere il tuo personale viaggio di Liberazione,
supportato dal nucleo che se ne occupa e dalle molteplici tecniche create allo scopo di rimuovere i
blocchi di matrice individuali e le memorie esperienziali ed epigenetiche, scrivici a
infoitaliano@transliferevelation.org
-Almalibre Rebelde-
Gentile lettore
Per effettuare una donazione a Translife Revelation e sostenerla nel suo lavoro di divulgazione della
scoperta che sta cambiando la storia dell’uomo, Liberandolo per sempre,
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o vai al sito www.transliferevelation.com
Grazie
La Rivelazione dell’Uomo Originale Libero
PRESENTANO
TRANSLIFE REVELATION
Il Grande Salto della Libertà
L’Attrazione di Gaia
Il viaggio della Liberazione
Hai attratto tu questi Scritti nella tua esperienza di vita, nulla accade per caso. E se sei pronto, la tua
esistenza svolterà per sempre e a breve la felicità scandirà il tuo divenire.
La trasmutazione di vita Translife è l’alchimia della metamorfosi interiore, il punto d’innesco della
propria vera vita; il viaggio individuale seguente alla Rivelazione che cambia per sempre la storia
dell’Uomo.
La profezia pronunciata in punto di morte da Jiddu Krishnamurti
Jiddu Krishnamurti nel suo discorso di scioglimento dell’Ordine della Stella, di fronte a oltre tremila
seguaci, disse: <<…Come già dissi, se vi fosse fra costoro un solo uomo che avesse raggiunto la
liberazione, ciò mi basterebbe…>>
In punto di morte Krishnamurti confidò a Mary Zimbalist: «È tutto deciso da qualcun Altro. Non
posso parlarne. Non mi è consentito, capisci? È molto più serio. Ci sono cose che tu non sai. Enormi,
e io non posso dirtele». Scrive ancora la Lutyens, che a lei stessa confidò queste parole: «Io non
posso guardare dietro il velo, non posso farlo. Ho tentato con Pupul Jayakar e vari studiosi indiani
che me lo chiedevano. Siamo giunti ad un impasse… Sono sicuro che se altri ci si applicano possono
arrivarci. Sono assolutamente sicuro di questo. Assolutamente, assolutamente, e sono anche sicuro
che io non posso scoprirlo».
Premesse
Cari Lettori
Quando ho ricevuto questa illuminazione, che ha trasformato la mia vita, mi sono reso conto solo in
un secondo momento della sua enorme portata.
Ricordo che per lungo tempo mi sono ritrovato a ridere da solo camminando per le strade, tanta era
la gioia di aver trovato me… il vero me, e di poter leggere all'improvviso tutto ciò che era sempre
stato indecifrabile: l’amore, la libertà, il bene e il male, il dualismo, le tensioni interne, i rapporti
con gli altri, i contrasti interiori, le problematiche legate alla vita materiale, e persino il vero senso
della politica, delle guerre, dell’odio, dell’ignoranza, della miseria...Tutto!
Il perché di tutto ciò che da sempre mi sfuggiva e mi risultava incomprensibile, come lo è per tutti,
non era un credo né una verità, ma semplicemente un fatto; un qualcosa che era proprio lì, davanti al
naso, e non si poteva vedere.
Così, dopo l’intuizione, cercando... ho scoperto che circa 15 anni fa, la Rivelazione, seppur
parzialmente, era già arrivata dalla sociobiologia, per quanto fosse trattata su un piano puramente
tecnico-scientifico; senza traccia delle sue incredibili implicazioni umane e spirituali, relative alla
vita dell'uomo. Inutile aggiungere del perché non se ne sappia quasi nulla.
In qualche modo comunque, sembra che la Rivelazione sia arrivata a più persone
contemporaneamente. E da allora, da quando sono tornato all’UNO e come se una voce mi dicesse
che il mondo deve poter attingere a questa informazione... e tutti coloro che vi si avvicinano, in un
modo o nell'altro, chi più chi meno, sono cambiati; a volte in un giorno, a volte di più. Ma di certo in
chi era pronto, la scoperta e la conseguenziale consapevolezza che dona, ha innescato un processo
irreversibile, di cui ancora io e tutto il nucleo che collabora alla divulgazione, ne sa poco; riteniamo
che vada a incidere direttamente nel cervello inconscio, ma non è certo.
I suoi effetti liberatori sono comunque incredibilmente tangibili. Come se all’improvviso, nella mente
di ciascuno, si mostrasse una porta che apre a quella felicità che da sempre ci spettava e che
qualcosa, per quanto inconsapevolmente e senza colpe, ci aveva negato.
Premessa di Almalibre Rebelde
Cari Lettori
Gli scritti sulla rivelazione descrivono questo meraviglioso mondo reale che l’uomo non aveva mai
potuto vedere finora, e le sue stringhe vibrazionali in cui suonano le melodie del cosmo.
Essi svelano sul piano scientifico e spirituale la più grande scoperta della storia dell’Uomo: ossia
cos’è che divide ciascun individuo dalla felicità e come Liberarsene per sempre.
Gli Scritti proiettano l’individuo nell’anima dell’universo e nella sua essenza di libertà, da cui
pendono i frutti dell’amore.
Dopo la lettura la vostra vita cambierà per sempre e, nel tempo, diverrà solo libertà, amore, gioia e
desideri che divengono realtà.
La trasmutazione di vita Translife, sarà la vostra Rinascita.
Premessa di Giancarlo De Vivo
Cari Lettori
Vi scrivo in merito alla scoperta della nuova specie m-v (matrice-vivente) e della matrice-
schiavizzante, che ha cambiato la storia dell’Uomo, consentendogli di iniziare il processo di
Liberazione dopo 200.000 anni.
Per non confonderci sul piano terminologico, chiariamo che la specie m-v non ha nulla a che vedere
con l’uso di termini tipo “matrix divina” (teorizzata dai greci circa due millenni fa), o con la matrix
rappresentata nel film omonimo.
La scoperta e la Liberazione che ne consegue, per chi è pronto, si è verificata a seguito
dell’evoluzioni di scienze come la quantistica, la genetica, l’epigenetica, la biologia e le
neuroscienze.
In particolare, dopo la scoperta che l’universo è impregnato di “pensieri attivi” (le cosiddette leggi
dell’universo), e che organismi biologici privi di apparato cerebrale “pensano” (memoria e azione
cellulare), si è potuti arrivare all’identificazione della nuova specie non biologica, che ha come
mente una delle leggi dell’universo (la selezione naturale) e, come singole cellule specializzate, gli
individui pre programmati di varie specie biologiche, come ad es: homo sapiens, api e formiche.
Negli Scritti che seguono viene chiarito cosa afferma la Legge della selezione naturale, che non ha
nulla a che vedere con la lotta per la sopravvivenza del più forte (principio enunciato da Spencer e
poi traslato da un giornalista anarchico francese, dalla biologia alla politica), o con altre parole di
parte, pronunciate da divulgatori contemporanei che fanno audience tra meeting e seminari.
La specie non biologica m-v, viene sempre creata da individui di altre specie biologiche che,
inconsapevolmente, dopo aver fatto “gruppo”, per ragioni di adattamento alle mutate condizioni
climatiche, per difesa, o per altri eventi legati alla sopravvivenza, non sciolgono il gruppo
precostituito (come fanno quasi tutte le forme di vita biologiche), dando vita ad un meccanismo che
porta a sommare regole, nel turnover generazionale. Regole che divengono poi credenze, quando nel
tempo se ne perde la traccia utilitaristica; fino ad arrivare alle leggi, ai sistemi, e alle matrici
religiose.
La scoperta della specie m-v, ha quindi aperto la strada a quella della scoperta di chi inserisce il
programma cerebrale matrice-schiavizzante (m-s) nella mente umana (l’esistenza del programma m-s,
l’aveva precedentemente teorizzata S. Freud chiamandolo super ego, per quanto la sua visione del
super ego, fosse offuscata dall’inconsapevolezza dell’esistenza dell’anello mancante, la m-v), e a
quella della doppia specie: Uomo Liberato e cellula-uomo assimilata, e delle modalità con cui la m-s
viene inserita nel cervello delle specie assimilate. Questo ha dato anche un senso compiuto alle
intuizioni di grandi illuminati del passato, come Cristo, Buddha, Einstein, Osho e altri; e soprattutto
ha consentito di tracciare, dopo 200.000 anni, la strada che consente al singolo di Liberarsi per
sempre dalla schiavitù dettata da un divenire improprio.
Per chi si sta avvicinando alla presa di consapevolezza della scoperta e ai suoi risvolti spirituali, va
focalizzato che la scoperta non è in antitesi o in conflitto con nessun filone di pensiero che non
contempli credenze o elementi estranei all’adesso-e-ora, per quanto di tali filoni non ve ne siano.
La scoperta porta alla nascita dell’Uomo; alla sua trasmutazione da cellula-uomo a Liberato, non
altro.
Vi esortiamo quindi a intraprendere il percorso di Liberazione, specificando che il Salto di specie,
da cellula-uomo, a Risvegliato, e poi a Liberato, può verificarsi solo quando i principali
sottoprogrammi di matrice vengono cancellati dalla mente; in particolare il più potente: quello di
desiderare di creare una coppia quando si ama, o di viverne molteplici a compartimenti stagni o, a
seguire, quello connesso al materialismo del superfluo-status sociale.
Solo dopo la disconnessione dal programma m-s, e del suo collegamento alla m-v, è possibile
trasmutarsi e nascere. Tutto l’apparente vissuto, prima di aver tagliato i sotto programmi, non era il
vostro.
Prologo
La notte delle stelle
-Almalibre Rebelde-
L’universo vivente
Nota: Le esperienze di attaccamento vissute nell'infanzia influenzano lo stile della personalità e delle relazioni nell'età adulta,
regolano l'adattamento all'ambiente e alle persone. I MOI filtrano l'informazione in entrata e l'elaborazione delle informazioni
in uscita, innescando processi di attenzione selettiva, percezione selettiva, memoria selettiva, questo in modo inconsapevole per
l'individuo. Ciò si verifica per un bisogno di coerenza da parte dell'individuo, che seleziona le informazioni congruenti alle
proprie aspettative.
Giancarlo De Vivo:
Mi trovavo a Stromboli, il paesino ai piedi del vulcano attivo. Si approssimava il tramonto e mi
sedetti su una panchina a godermi quello spettacolo di colori e mutazioni, in cui le nuvole si vestono
di forme improbabili per poi sfumare e assumerne altre.
Volevo iniziare a selezionare gli appunti di Sally e Almalibre Rebelde che, ispirati dall’Essenza
dell’Uomo Originale Libero, avevano tracciato la via verso la liberazione dell’Uomo, dopo la
magica notte della Rivelazione di quattro anni prima, nel 2007, a Roma.
Quegli appunti sarebbero stati il corpo centrale degli “Scritti sulla scoperta che cambia per sempre
la storia dell’Uomo”. Nel giro di pochi decenni una parte dell’umanità avrebbe svoltato, in una sorta
di trasmutazione di vita: Translife.
Aprii a caso le pagine e mi soffermai sulle annotazioni introduttive di Almalibre che riportavano
stralci di frasi pronunciate dell’Essenza dell’Uomo Originale Libero:
“L’uomo è da sempre conscio che la sua vita dovrebbe essere fatta di libertà, amore, gioia e
desideri che divengono realtà.
Ciascuno, dentro di sé, ha una percezione chiara di ciò, ed è da sempre alla ricerca dei motivi che
gli impediscono di entrare in questo stato di grazia, a cui si oppone spesso una vita altalenante,
fatta anche di domande eluse, problematiche, inquietudini, felicità transitorie, compromessi,
materialismo, abitudini, noia e, spesso, dolore.
L’Uomo ha la stessa percezione di questa inspiegabile contraddizione valutando il mondo esterno,
già durante la prima fase della sua vita, nella quale sia dall’educazione che dall’osservazione
introietta, focalizza e imprime nella sua mente l’esistenza immanente di ciò che, in senso lato,
viene chiamato bene e male. Un inspiegabile dualismo collettivo e sociale che genera visioni
grigie dell’umanità e della vita, in una mescolanza di ingiustizie inaudite, competizione
esasperata e valori sistematicamente elusi. E ciò diviene ancora più incomprensibile e frustrante,
a fronte di altre informazioni diametralmente opposte, in merito ai valori dominanti di equità,
giustizia e libertà, di cui la società civile vanta di essere intrisa e che, in apparenza, perora senza
sosta.
L’individuo diviene quindi consapevole che vi deve essere un qualcosa che ostacola esso e i suoi
simili nell’approdare alla felicità e ciò, da sempre, lo spinge nella direzione della ricerca
interiore, scientifica e spirituale. Egli osserva un mondo esterno in cui quasi tutte le specie viventi
sembrano vivere nell’assenza di contrasto interiore. E quindi, se da un lato visualizza l’esistenza
di ciò che in varie epoche e luoghi è stato chiamato dualismo, male, ego, super-ego, diavolo,
voladores, ecc.., dall’altro intuisce che ciò non può esistere all’origine dell’uomo, ma che per
qualche oscuro motivo poi si conclama, come fosse una patologia innata e inevitabile.
Vi è un’entità esterna al singolo: l’Essenza incorporea dell’Uomo Originale Libero, dotata di vita
propria, in quanto pensiero collettivo, che viaggia oltre il tempo e le singole vite. La sua vitalità è
composta dai tanti uomini che hanno lasciato un segno, nell’ambito della ricerca e dei percorsi di
conoscenza e consapevolezza da essi tracciati. Questa Essenza, in quanto entità nata da pensieri
collettivi, ha più volte ispirato e spinto l’uomo a cercare la giusta via che portasse alla verità.
La nostra specie si è evoluta nell’ambito della conoscenza e l’Essenza, attraverso strade
apparentemente tortuose e traendo linfa dalle nuove scoperte, ha potuto identificare i suoi
antagonisti, che separano altresì l’uomo dalla felicità: la matrice-vivente dominante – in sigla m-
v - e il programma che essa scrive nel cervello umano, la matrice-schiavizzante – in sigla m-s -.
La prima, la m-v, è ciò che l’uomo chiama da sempre “sistema sociale”, credendolo un insieme di
regole e valori almeno idealmente sani, da esso gestito e controllato. Questo mostruoso apparato
si è viceversa ora palesato, grazie all’evoluzione della quantistica, della sociobiologia, della
fisica, delle neuroscienze e dell’epigenetica, come un essere vivente dotato di uno specifico
cervello non biologico, di vita e scopi propri e di un preciso meccanismo con il quale assimila gli
individui facendoli divenire cellule specializzate di se stessa, in quanto macro organismo.
La seconda, la m-s, paragonabile al programma di un computer, viene scritta nel cervello umano
durante la fase educativa (istruzione, famiglia, ambiente di riferimento, media, letteratura, musica
e altri strumenti di input) da altri individui, istituzioni o gruppi, già precedentemente assimilati
dalla m-v.
Il prodotto finale del processo di assimilazione, ossia la trasformazione da uomo libero a cellula-
uomo asservita, è il frutto dell’interazione tra la m-v, l’ambiente di crescita e le variabili
individuali. E questo ci chiarisce perché le cellule-uomo appaiono sempre diverse, per sfumature,
tra di loro. Sono quindi i rami specializzati della m-v, composti da una o più cellule-uomo ,ad
operare l’asservimento, ogni qualvolta vi è disponibilità di nuovo materiale umano.
La m-v dominante, quella occidentale, non è quindi un essere vivente alieno che viene da altre
luoghi, non è una sorta di entità separata dalle sue cellule come descritto da alcuni, non è una
matrix che ci governa dall’alto, bensì l’insieme strutturato di tutte le sue cellule-uomo
specializzate, esattamente come l’uomo è l’insieme organizzato di ciò che lo compone; con
l’enorme differenza che la cellula-uomo non può più utilizzare il proprio cervello e la propria
anima, per la sua evoluzione di vita, ma deve invece attingere dal programma scrittogli nella
mente dalla m-v, ossia la m-s, speculando anche i pensieri e le azioni della massa o del suo
ambiente di riferimento. Quindi il programma m-s della singola cellula-uomo ha esclusivamente
la funzione di governare, gestire e controllare la cellula stessa nell’ambito della sua specifica
funzione, oltre a quella di reprimere costantemente la sua parte libera che vorrebbe emergere.
La m-v non ha nulla a che vedere con gli effetti della globalizzazione, né ha una data di battesimo
recente. Essa è parametrabile a quella di api e formiche, è nata prima dell’homo sapiens, dai suoi
progenitori, ed è stata responsabile, per dirne alcune, delle disumane condizioni di vita di un
contadino egiziano vissuto tremila anni fa o di quelle di un minatore italiano che negli anni
cinquanta lavorava nelle miniere belghe a centinaia di metri di profondità, in un cunicolo alto 40
centimetri (la cui possibilità di scelta, sul come passare la giornata lavorativa, si limitava al poter
decidere se posizionarsi in quell’angusto spazio di schiena o di pancia, visto che poi non avrebbe
potuto più girarsi).
La realtà è che proprio grazie all’evoluzione della scienza, accelerata dalla globalizzazione, le
due matrici sono divenute “visibili”. Mai come in questo momento storico si erano create
condizioni tanto favorevoli alla liberazione dell’uomo, come avevano intuito anche Osho,
Krishnamurti e molti altri. Mai come ora la matrice è stata tanto esposta.
A cascata, dai principi della Rivelazione, ne consegue che prima della liberazione interiore,
l’uomo non può provare percezioni ed emozioni sue, perché esse vengono filtrate da ciò che la
matrice ha scritto nel suo cervello e, di conseguenza, anche seguendo le emozioni come guida,
percorre vie cieche e inutili alla sua riconnessione con il tutto.
Questi scritti, ispirati dall’Essenza stessa, svelano l’esistenza dell’Uomo Originale Libero che era
già in noi, seppur represso, aprendo nuove strade all’Umanità.
La storia qui narrata traccia con chiarezza il percorso di consapevolezza che consente
all’individuo di liberarsi dalla schiavitù psico-fisica causatagli dalla m-s e dalla ragnatela
vischiosa che lo intrappola, aprendogli le porte della libertà e dell’amore universale: condizione
necessaria per navigare a vele spiegate nella dimensione dell’Attrazione Gaia.”
Ci narrò l’Essenza dell’Uomo Originale Libero, nella magica notte della rivelazione
<<E’ come navigare su un grande fiume, nel cuore di una foresta fitta e selvaggia. Prima di
approdare alla meta, la dimensione dell’Attrazione Gaia, in cui vive un Uomo Originale Libero,
dovrete passare per luoghi con sembianze oscure, a volte.
L’ampliamento della consapevolezza, rispetto alle credenze stratificate ma nebbiose che portavate
con voi, aprirà scenari che, osservati con gli occhi del “prima”, restringeranno apparentemente
quella realtà, in precedenza scontata, che si mostrava contorta e senza risposte idonee, ma ampia
e familiare.
Poi, in breve tempo e precedentemente al Grande Salto, che vi consentirà di trasmutarvi da
Risvegliati a Uomini Originali Liberi, vi accorgerete che quella sensazione di disagio era legata
al venir meno di ciò che vi appariva essere il mondo reale, a fronte di un universo oggettivo e
prima sconosciuto, che si svela come fonte di immensità, libertà, gioia e amore.>>
Nota: Secondo i sociobiologi, il ruolo del genotipo sta nell'offrire un programma sulla base del quale si forma il fenotipo, cioè il
condizionamento immediato; scopo ultimo dell'esistenza fenotipica è la riproduzione del genotipo. La gallina non è che un modo
attraverso il quale un uovo produce un altro uovo. L'organismo umano è un modo attraverso il quale un DNA produce un altro
DNA.
-Almalibre Rebelde-
2001 Somalia
Quell’originale tecnica di meditazione mistica, The Freedom Tunnel (Il Tunnel della Libertà), aveva
in astratto un senso preciso.
L’appresi in un viaggio alla scoperta dell’Africa, da uno degli ultimi Parlanti con le stelle somali;
tradussi così il nome che gli attribuivano.
Ci si sdraiava su un lettino simile a quelli che si usano in spiaggia, con lo schienale rialzato, sul
bagnasciuga o vicini a un torrente, dopo essersi cosparsi di una sostanza insetto-repellente per
evitare distrazioni.
Gli occhi venivano bendati, per ampliare la percezione della propria essenza psico-fisica e
dell'ambiente circostante e, dopo essersi portati a uno stadio di assenza di pensieri, ci si proiettava
all'interno di un tunnel a cielo aperto, con pareti di roccia grigiastra, liscia e verticale, al termine del
quale c’era un lago di acqua cristallina, calmissima, verde, immerso in un infinito prato fiorito
inondato di luce tenue, palme e spiagge bianche di sabbia finissima a chiazze. Quella luce
rappresentava la liberazione interiore, il punto successivo alla partenza; il poi di ciò che eravamo
prima.
Ciascuno intraprendeva il SUO viaggio e solo dopo essere giunto alla fine, in genere nell’arco di un
paio d’ore, si alzava per recarsi nel luogo in cui erano stese le stuoie. L’esperienza doveva essere
ripetuta ciclicamente, per compensare la deriva della quotidianità.
Il Parlante con le stelle, prima di consentirci quella pratica di saggezza, ci mostrò delle iscrizioni
antichissime tracciate su una tavoletta lignea e le tradusse per noi in francese:
<<Questo è il viaggio dell’uomo verso la Legge dell’amore e di ciò che si attrae; il cuore pulsante
dell’universo. Ma per sfiorarle le labbra dovrai uscire dal tunnel, tornando a essere ciò che eri,
prima di essere addivenuto ciò che non sei, schiavo del ragno che tesse la tela.>>
Lo scritto proseguiva poi nell’illustrare la tecnica di come attraversare il tunnel e terminava con una
sigla che il Parlante con le stelle ci disse essere il simbolo dello spirito dell’Uomo Originale Libero;
ma questo aspetto non veniva chiarito in quegli scritti. Si trasferiva verbalmente di generazione in
generazione, come per proteggere un inquietante segreto.
Usciti dal tunnel, in modo casuale, uomini e donne appaiati si ritrovavano nudi su delle stuoie, o solo
con una sorta di intimo velato; li separava soltanto una tovaglia stretta, stesa dai piedi fino al torace e
imbandita con ciotole di bacche, frutta e altro. Le coppie potevano osservarsi, mentre mangiavano,
nella loro fisicità e dialogare sull’esperienza appena vissuta, ma non gli era possibile entrare in
contatto fisico a causa della tovaglia che li separava. Il toccarsi con la bocca, baciandosi, era parte
di quella comunicazione; e, una volta creato il contatto, ci si spostava da una stuoia all’altra per
sentirsi frammento anche di altri, che a loro volta divenivano frammento di te.
Un messaggio simbolico che rappresentava la necessità di avvicinarsi all’amore universale, anche
nei rapporti tra uomo e donna, piuttosto che chiudersi nello schema di coppia. Schema che attribuisce
una valenza perversa al contatto fisico – che è invece un naturale modo di vivere e comunicare
emozioni – creando blocchi interiori e pregiudizi morali. Di certo il contatto delle labbra aveva una
grande valenza mistica per quel popolo.
Pensai per blocchi: “Il punto di arrivo del Tunnel, inteso come bellezza e magnificenza della natura,
nella sua espressione più serena…
…L’acqua e le sue vibrazioni: la vita; la creazione che viene dalla natura in quanto “grande
madre”…
…Il tunnel del percorso interiore…
…Il nutrirsi, in quanto senso dell’abbondanza…
…Il bacio, come manifestazione tangibile dell’amore verso l’altro…
…L’amicizia spontanea, vissuta nella condivisione…
…Lo spostarsi da una stuoia all’altra; oltre ciò che è possesso e verticalizzazione del desiderio, in
direzione dell’amore universale…
…La liberazione dal “sistema sociale” intrecciato di regole; come fosse una ragnatela vischiosa che
intrappola l’individuo e lo spinge verso una vita che poi non sarà la sua…
…La tecnica segreta e complessa, di parole e scambio energetico col “Parlante”, che portava a
vedere come le emozioni, prima del percorso, non fossero le proprie, bensì imposte dai falsi
obiettivi che trasmetteva il ragno…”.
Ancestrale! Il senso era molto preciso, o almeno così mi sembrava.
Non so perché, ma quando il Parlante con le stelle, tra gesti e parole, ci disse di quella sigla…
dell’Uomo Originale Libero, lo fece fissando proprio me nel gruppo, in modo intenso e indagatore:
sentii un brivido interiore di comunione, gioia; ma non seppi interpretalo. Sembrava un’emozione di
fratellanza.
Era la seconda volta che quel termine, originale, non troppo in uso se non nell’ambito estetico, si
ritrovava nella mia vita, e pensai alla dedica a penna che Luciano mi aveva scritto dandomi una
copia del suo ultimo libro, Filosofia di classe per tutti; tra le parole diceva: “…a Sally, l’alunno più
originale…”; ma Luciano era un filosofo, troppo profondo per riferirsi a qualcosa di effimero. A
volte è difficile capire cosa un insegnante ha potuto vedere di te in un'età cosi giovanile, e finisci per
scoprirlo magari casualmente, dopo anni. Di certo era stata una figura molto importante nel mio
percorso: socratica.
Socrate aveva lanciato un sasso nell’infinito stagno della conoscenza e della spiritualità e le onde
generate continuavano a espandersi.
Fu facile, con l’uso di semplici musiche, essenze profumate e altro, ricreare artificialmente
quell’ambiente e lo scenario per vivere l’esperienza di liberazione, seguendo la tecnica che mi aveva
trasferito verbalmente il Parlante con le stelle somalo.
Ovviamente si potevano vivere quei momenti anche solo tra due persone, come fosse una diversa
modalità di vivere amore e sessualità: profonda, intensa, fuori dagli schemi meccanici dominanti.
Pensai; cosa che più tardi mi avrebbe confermato il Tantra vero, quello dell’Origine: “Abbiamo
superato il contatto con l’altro sesso inteso come pura circostanza libidinosa di penetrazione,
sesso e procreazione; perché non evolversi nell’amore e nel gioco dei sensi? O forse era già così,
prima che nascesse la cosiddetta civiltà?”
Da lungo tempo si ripeteva il sogno di un ipotetico incontro con l’essenza di qualcosa; le uniche
parole che ricordavo erano: Uomo Originale, e forse il momento era giunto.
2007 Roma. Sally e la notte della Rivelazione
Sull’amore universale:
Volgi i tuoi occhi verso te, per trovarti devi solo osservare nel silenzio. Ascoltati, viviti e liberati;
da lì, ti amerai!
Amando te, amerai il tutto.
Il senso di solitudine è frutto dell’incoscienza.
Nella realtà che dopo la liberazione si svela oggettiva, vedrai il grigio del mondo, non più come
espressione dell’uomo, ma come manifestazione delle matrici-viventi.
E così quel grigio si dissolverà nel tuo immaginario, fino a che scomparirà del tutto, insieme
all’illusione del dualismo interiore, che altro non è, se non la frammentazione forzata causata dai
meccanismi di matrice.
Sii il tuo faro!
Non sentire le voci di coloro che sorridono perché credono in un Dio, in una verità, o in una fede;
di coloro che cercano in altri ciò che non trovano in sé: è solo la paura di chi non riesce a
guardarsi, e quindi amarsi, e quindi amare.
Nel vivere le sbarre degli schemi preconfezionati, c’è la morte dell’amore.
Mentre nella libertà c’è l’uomo, e nell’uomo c’è solo amore.
Quel dolce bambino che senti dentro te, è in realtà un piccolo mostro travestito, che conserva il
cumulo delle tue mancanze.
Nel profumo della liberazione, la profondità interiore affiora in superficie, e avrai la chiara
percezione che la necessità di verticalizzare i rapporti, nasceva dagli strilli di quel bambino-
mostro che viveva al tuo posto.
La luce è lì, a un passo da te: ripulisciti dagli schemi sociali della matrice-schiavizzante, lavati
dalle paure che portano al non amore della coppia che tutto cancella, e respira l’infinito della
vita.
– Almalibre Rebelde-
– Cit. Osho-
Tratto dagli appunti di Sally (Domenico Sellone)
Tornai con il pensiero al Parlante con le stelle e a quella magica esperienza in Somalia.
La sera, alcuni di noi si trattennero al villaggio, con l’intenzione di tornare alla base il giorno
seguente. All’ora di cena trovammo il Parlante vicino al falò, ci attendeva. Gesticolando mi fece
capire che mi voleva accanto.
Mi sedetti a terra, sulla stuoia, cercando maldestramente di incrociare le gambe in posizione yoga.
Davanti a noi, vassoi colmi di bage, una pietanza simile alle nostre frittelle. Il Parlante mi prese la
mano e fissandomi con dolcezza negli occhi, disse in un francese approssimato: << Sally: Êtes-vous
prêt? Vous savez le voyage qui vous attend? J'ai entendu la voix des étoiles. La voix dit que le
temps est proche.>> Tradussi la frase con altrettanta pressapochezza: <<Sally sei pronto? Sai del
viaggio che ti attende? Ho ascoltato la voce delle stelle. La voce dice che il momento è vicino.>>
Nel dire quelle parole mi strinse la mano con forza in segno di comunione. Sentii la stessa sensazione
che si ripeteva ogni qual volta venivo proiettato nelle visioni simboliche e gli risposi: <<Di che si
tratta?>> E lui: <<Il percorso è tuo, volevo sapere se già lo senti.>> Gli risposi un secco ma
pastoso: <<Non so…>>
Erano passati diversi anni da allora e da lungo tempo si ripeteva il sogno di un ipotetico incontro con
l’Essenza di qualcosa; le uniche parole che ricordavo erano “Uomo Originale” e sembrava che il
momento fosse giunto. Pensai a un collegamento tra le cose e mi lasciai andare nella percezione
immateriale, cercando un aggancio con l’energia dell’universo.
Costeggiavo il Tevere sul vialone alberato. All’altezza di Ponte Sisto attraversai il fiume in direzione
di Piazza Trilussa e camminando mi voltai a destra, per osservare il cupolone di San Pietro. Adoravo
quel luogo, uno dei più pittoreschi ingressi di Trastevere. Mi incamminai per l’intrico dei vicoletti
pieni di vita, con quello strano micro clima che consentiva anche in pieno inverno, a volte, di sedersi
all’esterno. Era un susseguirsi di localini e ristoranti di ogni genere.
Periodo simbolista il mio; non trovando corrispondenza nella terminologia, per certi stati d’animo,
avevo adottato questo termine, affascinato com’ero dal periodo letterario simbolista ed ermetico.
Chiamavo così quei momenti sul filo dell’ancestrale, in cui ti sembra di sentire che l’universo sta
cercando di dirti qualcosa, attraverso segni e simboli: oggetti, paesaggi, immagini, persone.
Anche nei rapporti con l’altro sesso, ero arrivato a comprendere cos’era l’amore universale senza
eccessive difficoltà, ma mi rendevo conto che era tutta una storia mia; perché già in passato avevo
affrontato la cosa.
Provavo a volte tenerezza per una frangia dei cosiddetti spirituali. Strano modo di prendersi in giro,
il loro, nell’idealizzare l’amore nella libertà; quello di chi vive nell’illusione di poter entrare in una
stanza senza varcare la porta, passando quindi il tempo a immaginarla, nella convinzione invece di
esserci dentro.
In realtà l’amore, per chi l’ha conosciuto, è ben altro. È, più o meno, come l’oltrepassare una soglia
ben precisa, e poi far venire tutto da sé.
In merito avevo preso, tempo addietro, un appunto che diceva:
<<L’amore universale non ha una definizione, non è un luogo descrivibile, perché è emozione in
ogni cosa e contatto. Esso è tutto ciò che non è possesso e schema. Per varcare quella soglia ed
entrare nell’incanto, non vi è ricerca ancestrale da perseguire, ma semplicemente lo spogliarsi dai
legami di coppia quando si ama, per quanto ciò sia difficile e sofferto. Perché è proprio su questo
aspetto della vita che il sistema sociale ci ha maggiormente condizionato. L’altro, la persona che
amiamo, nell’ambito della realtà oggettiva in cui vive un uomo libero, diviene un’altra parte di
noi, con cui potremmo viaggiare nella libertà, scambiarci emozioni e bene, giocare e molto altro.
Non è qualcosa di preciso, e varia a seconda della persona con cui, fra le varie, scambiamo
amore. L’amore per un individuo libero è questo, e nulla ha a che vedere con lo pseudo sentimento
d’amore che prova un uomo non liberato, che lo vive come uno status idealizzato, al fine di curare
le sue malattie interiori, tra paure e insicurezze. Quindi la perdita di sentimenti impropri come la
gelosia e il possesso, sono solo la conseguenza della liberazione dalla coppia. L’amore universale
è definibile, solo in ciò che non deve essere. E’ un’illusione forzata, quella di sentire l’amore per
l’universo, se prima non ci si evolve nei rapporti con l’altro sesso e in ciò che ci è più vicino.>>
Quelle parole davano vita a un approccio completamente diverso da quello della spiritualità
consumer dilagante; dicevano tra le righe che non c’era nulla da analizzare, ma solo una cosa da
eliminare, e poi il resto sarebbe fluito da sé.
In seguito divenne evidente che, eccezion fatta per Almalibre Rebelde, gli altri ipotizzavano che per
espandere la percezione dell’amore, si dovesse esercitare un controllo forzato su emozioni come
possesso e gelosia, che credevano vere, umane. Non avevano focalizzato che in realtà non c’era nulla
di umano in ciò.
Bastò poi capire il problema per dare un senso nuovo alle nostre vite, varcare in un istante la porta,
affacciarsi sul balcone dell’amore universale e, finalmente, respirare!
Quindi per chi era pronto, un libro sull’argomento avrebbe avuto una sola pagina, era tutto così
semplice. Pensai: “Come piace elucubrare agli uomini! La solita corteccia cerebrale che deve
trovare cause, motivazioni e creare ritualità”.
Mi resi conto che tutto quello che era stato scritto e pensato da chi non aveva superato questo primo
scalino era roba inutile. E ce n’era tanta!
L’incontro di Sally con l’Essenza dell’Uomo Originale Libero
Einstein: l’uomo che aveva scoperto la formula dell’energia e il mare dello spazio-tempo, che la
materia era un prodotto dell’energia e molto altro; rivelazioni emerse a cascata dalle sue intuizioni di
base. Un vegetariano lui, come lo sono quasi tutti i grandi scienziati ed illuminati di ogni tempo, a
partire da Pitagora, per quanto ricordi.
Tesla: a cui dobbiamo la diffusione capillare dell’uso della corrente elettrica, la radio e i cui appunti
furono trafugati si dice, dall’FBI, perché era sul punto di scoprire come veicolare l’energia per
modificare il clima.
Ebbene sì, Albert conosceva bene i principi dell’Attrazione e anche dalle sue parole si capiva che
tutta la letteratura sull’Attrazione era totalmente errata, ma faceva fare cassa agli autori, palesandola
come un giochino ancestrale. Si, perché chi è che immagina? Einstein, l’uomo già più libero della
media, che aveva creato se stesso nella libertà, o uno dei tanti schiavi del sistema che immaginavano
i falsi scenari di felicità scrittigli nel cervello dal sistema stesso?
Sapete che a scuola ci hanno dato un’immagine totalmente falsata di Einstein? Il grande scienziato,
oltre ad affermare che il divenire vegetariani era uno dei più alti auspici per l’evoluzione dell’uomo,
era un libertino, un filosofo della gioia e dei principi dell’Attrazione, a cui piaceva stare anche da
solo e fare solo ciò che gli piaceva.
“La nostra vita in questa forma umana ha un tempo; usiamolo. Siamo noi a dare vita a noi stessi,
in base ai pensieri di cui ci nutriamo e a stabilire, di volta in volta, attimo per attimo, la direzione
del nostro percorso esistenziale. Ci è chiaro che siamo parte della natura, anche se in molti ne
abbiamo dimenticato la bellezza o la viviamo come fosse un quadro da osservare ogni tanto;
eppure, veniamo da lì, siamo un tutt’uno con essa… con i suoi meravigliosi colori, profumi e
scenari”.
Non so perché, ma sentivo che quelle righe avevano qualcosa a che fare con ciò che sarebbe
accaduto.
Pensa in termini di energia, frequenza e vibrazioni, se vuoi capire l’universo, vai oltre l’aspetto di
ciò che pensi sia la materia! Questo mi stava dicendo Tesla; e Albert ne era il prosieguo:
L’immaginazione è tutto; è l’anteprima della realtà! Forse, mi suggeriva di lasciarmi andare alle
sensazioni, senza farle passare per i filtri della mente.
Era una stupenda notte stellata di luna piena; avrei quindi avuto più visibilità e contatto con gli
elementi, in quell’atmosfera così surreale.
Arrivai a Piazza San Pietro, uno dei luoghi più sinistri della Terra, l’impero del potere sul potere e
dell’ipocrisia, come lo definiscono in molti.
Mi incamminai istintivamente verso un punto preciso dove percepivo un’assoluta assenza di energia,
un varco temporale, pensai. Era come se qualcuno mi avesse suggerito nei sogni di andare proprio lì.
Sentivo che qualcosa stava per accadere.
Avevo intorno a me una ventina di persone, di sesso, età e nazionalità diverse.
Per qualche strano motivo sembrava che tutti convergessimo verso quel punto; uno di loro aveva un
volto conosciuto, ma ero come in trance e non ebbi il tempo per focalizzare.
Mi guardai intorno e vidi una grande pietra piatta, comune, con impresse delle parole che
sembravano fluorescenti; la cominciammo a fissare tutti.
<<Leggete ora della storia dell’uomo: tutto quello che riguarda l’interazione tra l’individuo e il
mondo esterno, che voi definite col nome di “sistema sociale”, cioè l’insieme di valori, principi,
credenze, motivazioni, desideri, modalità, costumi, obiettivi, status, sistema economico,
professioni, religioni, piramide di comando, padroni, schiavi e quant’altro, è in realtà un
organismo con vita propria e propri fini, di cui i progenitori dell’homo sapiens persero il controllo
nella notte dei tempi, dopo averlo creato. Ora è esso a governare l’uomo, che ne è
inconsapevolmente assimilato; il suo nome è: matrice-vivente.
La matrice-vivente utilizza il meccanismo della selezione naturale, quello scoperto da Darwin
oltre un secolo fa, per svilupparsi; non le è quindi necessario agire in modo ponderato. Essa si
evolve, così come si evolvono le forme di vita nate dalla cellula primordiale.
Noi riteniamo che l’elemento che creò l’universo pensante, definì delle regole che sono la fonte
oggettiva di ciò che ne plasma il divenire, e così come stabilì che le particelle di pura energia
sarebbero state un elemento fondamentale, per poi creare sul piano di Higgs quella che viene
comunemente chiamata materia, sancì anche che la selezione naturale sarebbe stato il motore
evolutivo di tutte le forme di vita biologiche.
Nell’ambito della vita sulla Terra, per averne una visione completa e circolare, il concetto di
forma di vita non va inquadrato nella singola specie, ma nel suo complesso. Da ciò è poi chiaro
che il pensiero divino che ha generato la vita biologica, sul pianeta e nell’universo, è proprio la
selezione naturale: e quelle che voi chiamate specie animali o vegetali sono sue manifestazioni.
La matrice-vivente, attraverso il sistema educativo, assimila gli individui installandogli nel
cervello un programma, la matrice-schiavizzante, trasformandoli in cellule-uomo schiave di essa.
In tal modo si assicura sussistenza e sviluppo usando i talenti delle cellule assimilate che vengono
veicolate per i suoi scopi.
L’universo vive e tu ne sei parte; hai già le risposte in te.
Se chiederai da uomo libero, tutto ti sarà corrisposto dall’Attrazione Gaia.
L’infinità di regole e strutture di pensiero aggiunte nei secoli pulsano e hanno perso la loro
connotazione umana. Esse governano il divenire dell’uomo, lo assimilano e lo rendono schiavo.
Il creato è energia, tu sei energia, i pensieri sono energia; quelle regole costantemente pensate
sono energia, e quindi vivono. Hanno generato una nuova forma di vita dotata di un cervello non
biologico, con propri fini.
Tu che cerchi, percorri la strada e, liberandoti, ritroverai ciò che eri prima di essere divenuto ciò
che non sei.
I tuoi pensieri creano il te stesso che a sua volta dà vita agli scenari della tua esistenza. Esso,
come vuole l’immanente Legge di Attrazione Gaia, si attrae con tutto ciò che gli è
vibrazionalmente speculare.
L’universo è amore, come tutto ciò che è libero.
L’Uomo Originale Libero ne è parte, egli ama gli altri e può generare solo amore, perché conosce
solo l’amore.
L’universo è armonia, come tutto ciò che è libero. L’uomo libero è quindi armonia pura; ma per
restare in questo stato di grazia che gli è proprio, deve essere pienamente consapevole che non
può esservi armonia oltre la superfice, nel relazionarsi con le cellule-uomo della matrice. Perché
esse vivono nel contrasto e nel dualismo perenne, tra l’ospitato e l’ospite. Cercare o meno di
risvegliare l’essenza libera di un uomo, che vive imprigionata e asservita all’interno dell’essere
cellula-uomo, deve essere una sua scelta, e deve contemplare la consapevolezza del turbamento
energetico che ne deriverà.
L’uomo libero ama la solitudine, perché sa che essa è una dolce illusione. Quando è solo è in
contatto col tutto; quando non lo è, sta giocando e dialogando col tutto, o con qualche altra
splendida forma.
La libertà è quindi la materia spirituale di cui è intriso l’immenso. I sentimenti e le emozioni di
amore, gioia, gioco e felicità, sono i meravigliosi frutti che si raccolgono in quello spazio. Non
commettete mai l’errore di cercare i sentimenti e la loro origine; non li trovereste. Essi sono frutti,
non gli alberi della libertà da cui pendono.
Ora conosci la via della libertà, della gioia e dell’amore, di un Uomo Originale Libero. Ora
conosci il segreto occulto; consideralo un grande dono e un auspicio, un patto armonico con la
parte di te che stavi cercando.>>
Capii che quelle parole avrebbero cambiato la mia vita; le rileggevo perplesso, quando
improvvisamente cominciarono a dissolversi e sentii una voce dire:
<<Quelle parole sono state scritte da noi, in quanto Essenza spirituale dell’Uomo Originale
Libero che stavi cercando; esse sono la fonte della verità sull’uomo e la chiave per ritrovare la
gioia, nella purezza dell’essenza.
Ti attendevamo da lungo tempo!
Se troverai armonia, le divulgherai in modo compiuto, perché crediamo che sentendo l’UNO che è
in ciascuno, sarà nel tuo essere farlo.
L’essenza dell’Uomo Originale Libero ti accompagnerà nel viaggio che ti attende, ma sarai tu a
dover fare la scelta iniziale, alla volta di un mondo che ti è ora sconosciuto.
Se deciderai di intraprendere questo viaggio avventuroso e difficile, non hai nulla da temere: se
hai fede in te, quel mondo meraviglioso sarà solo da svelare. Esso è ciò che tu eri, prima di essere
divenuto ciò che non sei.
Gli Uomini Liberi sono parte dell’universo che li ama; come loro amano lui, in quanto parte di
essi.
La grandezza fisica non è un elemento della “Fonte di tutte le cose”, ma solo ciò che appare
attraverso il sistema sensoriale umano, svilito delle sue potenzialità, dopo l’assimilazione. Un
uomo e il sole sono in astratto la stessa cosa: entrambi forme, di una materia indissolubile e
interconnessa.
Tutto può essere dato all’uomo in questo amore, come se il creato fosse stato predisposto per la
sua raccolta; è sufficiente chiedere da uomini realmente liberi.
Avrai tempo per decidere se usare il segreto solo per te, o divulgarlo; fallo con la consapevolezza
che l’Essenza dell’Uomo Originale Libero conosce il passato, ma non il futuro. Sarai tu a dover
trovare gli elementi che potranno evitare alla matrice-vivente di eliminarti durante il percorso di
rivelazione del segreto. Sarà opportuno che ciascuno di voi prenda una sua strada; altri hanno
fallito: la matrice li ha schiacciati!>>
La tua esistenza potrebbe cambiare per sempre, alla volta della libertà, della verità e della gioia.
L’Attrazione Gaia è uno strumento di felicità donato all’Uomo Originale Libero a cui tutto sarà
dato, se libero; la Legge di Attrazione, viceversa, è un elemento di conoscenza per l’uomo non
libero, fonte di ulteriore schiavitù.
L’universo vivente è amore perché è creazione libera, quella che scorre nel Flusso; creare è
amare. Attraverso i pensieri tu sei il creatore della tua vita e amandoti, puoi creare te stesso nella
libertà, allineandoti alla vibrazione universale.
C’è una certezza sull’universo: esso esiste, e tu ne fai parte e, in quanto sua parte, TU puoi
immaginare una sola modalità che può averlo generato: la creazione.
Anche nella matrice non è un caso che ciò che viene chiamato amore – per un figlio, un individuo,
un’idea, uno stile di vita, nell’ambito delle relazioni – è creazione. Perché l’assimilazione non può
cancellare l’essenza libera.
Non c’è corrispondenza diretta tra un atto d’amore e il benessere di altri; mentre ciò è fluido nelle
dinamiche di vita tra Uomini Originali Liberi.
I cosiddetti schemi sociali, convenzioni, condizionamenti, limiti, ecc. sono parte della griglia di
credenze selezionate nel tempo dalla matrice-vivente. La matrice regola l’esistenza dei singoli
individui, attraverso l’inserimento, in loro, della matrice-schiavizzante, ha vita propria, si
sostituisce all’uomo facendo leva sulle sue paure e ne scandisce il tempo.
La matrice-vivente programma l’uomo stimolando il suo sistema cerebrale delle paure. Dopo
averlo spaventato sul suo divenire e sui bisogni primari, sulle relazioni, sull’impossibile felicità e
su tutto ciò che riguarda la vita, gli fornisce delle false soluzioni, che in realtà servono solo a
pilotarlo in un’esistenza al suo servizio. Questo programma, la matrice-schiavizzante, viene
inserito nel cervello umano durante la fase educativa e fa leva sulle memorie epigenetico-
genealogiche. Esso, in seguito, viene alimentato e aggiornato attraverso i media, l’informazione,
le istituzioni e altri canali.
Ma il passato, ossia tutto ciò che puoi visualizzare nell’ambito della tua vita prima dell’attimo di
adesso, può essere cambiato, rimodulato, reinterpretato, lasciato andare e indirizzato verso
l’attimo di dopo, sulla via della libertà, della gioia e dell’amore verso te stesso.
Tu hai la possibilità di creare te stesso tutte le volte che vuoi, basta avere il coraggio di farlo e in
queste parole puoi trovare la chiave del coraggio; è molto più vicina a te di quanto sembri.
I desideri sono pensieri e i pensieri sono energia, come lo è tutto l’universo; la loro funzione, in
rapporto all’osservatore “uomo”, è quella di manifestarsi e divenire tangibili, come lo è per tutte
le forme di energia.
Per i principi dell’Attrazione, in tutti i settori e campi della vita, come tutti, hai sempre realizzato
ciò che desideravi e lo hai fatto consciamente e intenzionalmente, quando i sub-pensieri legati ai
desideri sono stati per la maggior parte allineati con esso e non sono stati tanto innovativi da
bucare lo spazio-tempo, costringendo le forze equilibratrici della matrice a intervenire.
Con l’Attrazione Gaia realizzerai desideri che danno benessere e gioia se, oltre a ciò, avrai
concluso quel percorso di liberazione da scale di valori e schemi sociali impropri che hai
intrapreso già in età giovanile.
Hai l’energia per farlo e hai già trovato molte delle chiavi simboliche della consapevolezza e
della libertà.
Ora sai perché ciò è potuto accadere; quel percorso ti aveva già reso parzialmente libero e ti
metteva a tratti in contatto con l’energia e la frequenza dell’universo, permettendo che tutto
accadesse e che i pensieri liberi e quindi allineati si concretizzassero, così come l’Attrazione Gaia
determina.
Se continuerai ad avere fede in te diverrai ciò che eri prima che la matrice-schiavizzante ti
snaturasse e, se vorrai, potrai divulgare ciò, affinché lo spirito dell’Uomo Originale Libero si
trasmetta.
La strada verso la gioia sta nel creare la tua vita per come realmente la desideri, nel focalizzare
la differenza tra il “creare” e il voler “creare ciò che desideri” e tra i desideri e le emozioni, che
vengono generati prima e dopo il processo di Liberazione.
Durante il percorso ti accorgerai che le emozioni precedenti alla liberazione non erano le tue, ma
emanazione di falsi desideri ed obiettivi proiettati nella tua mente dalla matrice-schiavizzante.
Come se la realtà che essa raffigurava fosse l’unica e reale rappresentazione del mondo
esterno e di quello interiore. Una dimensione apparente quindi, in cui dover trovare il proprio
ruolo, alla stregua di un videogame. Viceversa esiste un’unica realtà oggettiva che potrai
“vedere” dopo la liberazione. Fino ad allora il tuo divenire si baserà su un mondo puramente
illusorio.
Sii prudente quindi nella fase iniziale, quando ascolti le tue emozioni, fino alla tua prima
trasmutazione da cellula-uomo assimilata a Uomo Risvegliato e parzialmente consapevole di se
stesso e della sua individualità. Solo da allora, con molta attenzione, potrai cominciare a seguire
la scala emozionale. Essa ti porterà al Grande Salto che libererà la farfalla dal bozzolo,
consentendo all’Uomo Originale Libero che già era in te, di nascere.
Dal Risveglio al Grande Salto della Libertà, che trasmuta l’uomo risvegliato ma ancora
invischiato nella griglia sistemica, in Uomo Liberato, la strada è solo apparentemente in discesa,
perché nasconde un’insidia strisciante.
Il Risveglio è un notevole avvicinamento verso la percezione di sé, ma è una tappa intermedia.
Il Risvegliato quasi sempre finisce in una nuova gabbia, tesa da altri meccanismi di matrice, a
loro volta guidati da altri schiavi inconsapevoli che cercheranno di apparire come dispensatori di
verità e diffusori di pratiche spirituali di vario genere. In rari casi essi sono sulla via
dell’illuminazione, nella maggior parte no. Nel secondo si tratta di persone bisognose di trovare
un posizionamento nel sistema che possa supplire alla disperazione interiore del non sentirsi
integrati.
Il Risveglio è una fase delicata perché il Risvegliato sentirà solitudine o vuoto, dopo aver perso
parte delle illusioni che gli forniva la matrice, e potrebbe quindi cercare di compensarle con
nuove false verità.
Devi resistere a questi richiami di matrice nella fase intermedia del Risveglio. Gioca, sperimenta,
inoltrati anche nei gruppi spirituali, ma sempre con distacco. Stai attento: è estremamente facile
scivolare nelle prigioni di questi nuovi padroni che cercheranno di convincerti e impossessarsi
della tua energia. Solo se incontrerai altri, sulla via della Liberazione già da tempo, potrai
affidarti ed esprimere la tua essenza senza doverti schermare.
Attraverso l’Attrazione sei sempre il creatore o il co-creatore della tua esistenza; tutto ciò che sei
e vivi esiste perché l’hai voluto, consciamente o inconsciamente, al di là del fatto che sia poi
divenuto fonte di gioia, piatta abitudine o dolore.
L’Attrazione Gaia è il “divenire” dell’Uomo Originale Libero; essa non è una variante della
Legge di Attrazione ma il metodo da utilizzare per creare o modificare intenzionalmente la propria
vita, parallelamente a un percorso di liberazione interiore. Potrai quindi usarla all’inizio, nella
prima fase di liberazione, per entrare nel luogo energetico originario in cui vive l’uomo liberato;
poi l’intenzionalità cederà il passo al Flusso, a un divenire fluido e senza scatti percettibili.
Tutti i desideri possono essere valutati in base alle emozioni che generano, al momento e
prospetticamente.
Ma per essere fonte di felicità le emozioni devono scaturire da un soggetto libero, da un individuo
che ha focalizzato e superato gli schemi sociali o li utilizza per i propri fini, visto che alienarsi
dal mondo non è fattibile né auspicabile.
Sono legati a schemi sociali emozioni come l’arrivismo, lo status, la coppia, la tristezza, la
nostalgia, le mancanze; questo significa che tutti i desideri e le corrispondenti emozioni generate
dalla matrice-schiavizzante sono improprie e non appartengono realmente all’uomo, in quanto
essenza di sé.
L’essenza dell’uomo, dell’Uomo Originale Libero, è ciò che essa era prima di essere divenuta ciò
che non è.
I pensieri, i desideri, le paure e le mancanze divengono realtà e veicolano verso te tutto ciò che è
simile a loro.
Le mancanze non sono generate da desideri naturali, ma dalla matrice, che attraverso modelli
predefiniti e inculcati, richiama gli uomini costantemente a sé, anche attraverso i sogni.
L’evoluzione dell’uomo verso la gioia e l’amore non può funzionare in modalità collettiva, ma
solo individuale.
L’evoluzione del singolo uomo è una cosa, quella del sociale un’altra. Perché l’individuo esiste
esclusivamente nell’ambito spazio-temporale della sua vita: non potendo esimersi da ciò, del
sociale ne è inevitabilmente parte non protagonista.
L’uomo non libero non è parte del sociale che esisteva prima che egli nascesse. Egli è solo il
portatore di esistenza della matrice-vivente, il suo attuatore e sviluppatore. E’ uno schiavo.
L’Uomo Originale Libero non è portatore, usa la matrice, ma non vi appartiene.
L’Attrazione Gaia non contempla le problematiche collettive, non è stata creata per migliorare il
mondo agendo direttamente sulla moltitudine, ma sul singolo.
Le rivoluzioni cosiddette liberatorie (come per esempio quella francese o quella russa) hanno
cambiato delle regole ma, al di là dei nuovi scenari, alla fine, hanno ricreato una nuova piramide
di padroni e schiavi. Hanno agito nel reinventare i protagonisti del tempo e modificato qualche
regola, tra un taglio di teste e l’altro – costumi, sistemi, modalità – ma non hanno creato
evoluzione e benessere interiore e comunque l’uomo, ora, non vive in quell’ambito.
I tuoi pensieri, creando il te stesso speculare a essi, non solo creano realtà, ma attraggono verso
di te sia le circostanze che i desideri, sia quelle che non desideri, paure e mancanze comprese.
Ogni qual volta ti trovi in una situazione sgradevole o se attorno a te accadono cose che non ti
aggradano e le vedi, è perché le hai chiamate nella tua esperienza di vita, semplicemente creando
il te stesso che le ha fortemente immaginate. Ciò è facilmente comprensibile: in questo periodo
storico basta un gesto, come per esempio accendere un televisore, per vedere un notiziario e
chiamare a sé situazioni orribili, guardarle e, di conseguenza, orientare i propri pensieri verso di
loro. Nell’attimo in cui le vedi hai anche permesso loro di entrare nella tua esperienza di vita.
È già da tempo che non consenti che ciò accada, ma hai motivato la scelta in chiave psico-
sociologica, mentre è sul piano energetico-vibrazionale che si attiva la risonanza interiore e
dovrai far tua questa chiave di lettura.
Devi restringere il lasso di tempo che ora fai trascorrere dalla percezione istintiva alla sua
razionalizzazione. Devi avere quindi più fiducia del vero modo in cui l’uomo vede e si collega con
la fonte, cosa che in te è già forte.
Credi nell’uomo e il mondo diverrà un luogo di libertà e d’amore!>>
Quella notte, a San Pietro, avemmo tutti la chiara percezione del perché ci trovassimo lì. L’Essenza
dell’Uomo Originale Libero ci rivelava che non eravamo soli, ma al contempo ci chiedeva di
percorrere individualmente la nostra strada e di non tenerci in contatto. Ma fu inevitabile parlare tra
noi per poi perderci nei giorni successivi.
C’era la coscienza che avremmo dovuto rispettare le indicazioni di quella voce, ma non fu semplice.
Io passai una settimana di giochi con Almalibre Rebelde e giorni di emozioni con Asia. Non avevo
mai provato la sensazione, come d'altronde neanche loro, di potermi esprimere senza dover sempre
spiegare il perché della mia diversa visione dell’universo, della mia consapevolezza di non sapere,
sapendo, del mio creare… ma solo in quanto parte del tutto, del mio non farmi mai domande su chi
fossi o se vi fosse o meno un’entità creatrice.
Eravamo anime senza paure e senza il peso del tempo. Non come quelle cose del parlarsi con gli
occhi o limitarsi a vivere le emozioni sapendo che poi si sarebbe tornati sulla terra o, in alternativa,
allontanarsi per lasciare che tutto restasse in una bolla pseudo eterea. Era molto di più: era la
scoperta della gioia e della bellezza di vivere nell’interazione con altri, oltre il programma
schiavizzante, nella consapevolezza e nell’istintività più assolute.
Con Asia non c’era nessuno oltre noi e io stesso, dopo la Rivelazione, ero un altro Sally. Con lei non
era una pulsione di sesso. Fu come l’incontro di due anime che sentivano di esistere e si guardavano.
Non c’era spazio tra le nostre essenze per qualcosa di diverso, di precostituito, di ingabbiato.
Eravamo noi e basta e facemmo l’amore su una nuvola.
L’ho rincontrata solo molti anni dopo, quando il metodo da seguire per effettuare il Grande Salto, alla
volta della riscoperta di se stessi, cominciò a diffondersi.
Credo che ci fu chiesto di allontanarci tra noi, per non creare un gruppo che inevitabilmente si
sarebbe chiuso, ghettizzato e non ci avrebbe permesso di vivere, sperimentare e quindi esprimerci e
scoprire, durante il nostro percorso individuale.
Tutto cominciò da lì e ora eccomi all’Oasi del Grande Salto, mi sedetti a guardare il mare e presi
dalla tasca della valigia dei fogli che portavo sempre con me.
Erano gli appunti degli amici con cui avevo condiviso la Liberazione e la meraviglia dello scoprire
sé, che ne venne dopo; anime che ora unite dalla consapevolezza della verità oggettiva, danzavano
gioiose tra le stelle.
Nei loro appunti c’era la traccia del prima e del poi, lo stupore di chi respirava ora la felicità… e di
quel qualcosa di immateriale che ci univa in un potente flusso, tracciando tra noi fili d’amore,
nell’universo parallelo dei Liberati.
Comincia a rileggere quelli di Aruna e di Ornella.
Ornella De Stefano: Ho vissuto a lungo nell’inconsapevolezza di ciò che fosse la libertà, pur
vagando alla sua ricerca.
La mia anima voleva risposte all’incomprensibile follia degli uomini… e di un mondo che sembrava
inspiegabilmente impregnato di qualcosa che all’epoca chiamavo, genericamente, col nome di
“male”.
Mi sembrava che tutti vivessero in una sorta di inspiegabile ed inevitabile malattia. Sin da piccola
sentivo parlare di principi e valori pieni d’amore, ma nessuno poi li metteva in pratica, come se
quella parte di ciascuno vivesse in una gabbia e fosse possibile ascoltarne solo la voce.
Furono quelle premesse a farmi ritrovare, molto giovane, ad aderire a una religione, i Testimoni di
Geova, in cui credetti di aver trovato la verità assoluta, la chiave della libertà e della speranza.
Ma dopo alcuni anni compresi che era solo un’altra prigione, diversa da quella del mondo che c’era
fuori, ma soltanto in apparenza. Cominciai a vedere anche lì contraddizioni, sbarre fatte di regole
avulse dalla natura umana, giudizi e divieti. Nel gruppo tutti parlavano di amore, ma io non lo
vedevo, non c’era verità nelle loro parole.
Quando iniziai a dubitare e ad esprimere agli altri le mie perplessità trovai un muro, facce strane ed
espressioni di disappunto. Invece di dialogare cominciarono ad additarmi, come fossi una mela
marcia, fin quando si aprì a mio carico un vero e proprio processo.
Continuavo a non capire perché l'amore di cui tutti parlavano, avesse dentro sé, così tante prigioni.
Avevo creduto, sino ad allora, che Dio non fosse come un essere umano, ma qualcosa di più elevato,
una fonte di amore assoluto. Mentre l'involucro che loro gli avevano dato, lo faceva sembrare una
mummia in sottovuoto e così iniziai a sentire che tutto intorno a me era falso e a vedere gli altri come
comparse senza cuore, di un film scritto da chissà chi. Fino a quando la mia anima si ribellò a tanto
squallore, cominciò a urlare e così, per la prima volta, iniziai ad ascoltarla. La sua voce era quella di
ciò che oggi chiamo la mia parte libera. Lei aveva rotto gli argini e, stanca di credere alle pseudo
verità che di volta in volta le propinavano, aveva deciso di prendere il comando. Si faceva sentire
con forza, da un lato chiedendomi di lasciare quel ghetto e, dall’altro, dandomi indicazioni nuove sul
dove cercare. Mi diceva che ciò che volevo era dentro di me e che i miei desideri, essendo miei, non
potevano essere soggetti a giudizi, restrizioni e repressioni. Mi sussurrava: “io sono te, fammi vivere
e vivrai anche tu”; e così abbandonai la religione.
Finalmente iniziai a vivere seguendo il mio istinto, dando vita ai miei desideri, mentre continuavo a
cercare risposte che dessero un senso compiuto a ciò che sentivo.
Intuivo che ci doveva essere qualcosa di molto preciso che impediva all’uomo di essere felice e di
vivere nella libertà, ma non riuscivo a capire cosa fosse.
Avevo fatto un sogno una notte, in cui una voce mi diceva di cercare in me, che c’era un altro essere
dormiente oltre l’involucro: un essere originale e libero che viveva nella mia anima, imprigionato da
qualcosa di esterno. Da allora la mia vita cambiò, anche se non riuscivo ad afferrare consciamente il
perché. Era come se la mia interiorità agisse sulla base di nuove verità e così decisi, semplicemente,
di lasciarla fare.
In quel periodo mi avvicinai a diversi gruppi legati a filosofie e illuminati orientali, ma mai
diventandone membro attivo, perché avevo capito che i gruppi e le religioni portavano con sé schemi
e modelli di vita molto simili tra loro e che, entrandovi, la mia anima avrebbe ricominciato a soffrire
e a sentirsi in gabbia. Guardavo dalla finestra quelli che dicevano di essersi illuminati, ma anche lì le
griglie di prigionia erano fitte. Parlavano di libertà, ma alla fine, come in un imbuto, tutto finiva in
altri schemi, in altre regole, in altre sbarre. C’era sempre, per loro, un nemico interno all’uomo, uno
strano difetto interiore, chiamato a seconda dei filoni di pensiero: dualismo, male, ego e altro di
simile. Quindi prendevo ciò che mi ristorava l’anima e gli indizi su quel qualcosa che stavo
cercando, scartando il resto.
La scoperta dei principi dell’Attrazione fu determinate perché mi consentì di lasciarmi andare al
flusso. Capii che ero stata io a creare il mio passato, che ne ero responsabile, seppur
inconsapevolmente. Ma allora chi mi aveva guidato in tante scelte improprie? Le rivedevo in
consecuzione: la coppia, la religione… Ero certa che la verità, un giorno, sarebbe arrivata, tirandomi
fuori da quegli alti e bassi continui, a cui andavo ciclicamente incontro.
E così, mentre continuavo a cercare i tasselli mancanti, conobbi Sally. Lui mi cominciò a parlare
della matrice e di una straordinaria scoperta che spiegava tutto. Diceva che l’uomo era perfetto in sé,
che era destinato alla felicità come tutte le forme di vita, ma che era intervenuto un fattore esterno, un
altro essere vivente, che lo aveva assimilato dalla notte dei tempi.
Ma questa volta c’era qualcosa di diverso dai soliti film di fantascienza, religioni, credenze, extra
terrestri, filoni orientali, discipline e quant’altro di simile. Sally mi disse che al di la dell’aspetto
spirituale, la scoperta era scientifica, anche se non sarebbe mai stata divulgata dai media, perché essi
stessi, erano uno strumento della matrice-vivente che assimilava gli uomini. Finalmente una
voce fuori dal coro, che parlava di non verità, che diceva che non c’era da elevarsi ma solo da
spogliarsi delle infinite false credenze, che un essere esterno aveva scritto nei nostri cervelli, per
poterci usare.
Sally parlava un'altra lingua, cose chiare e precise, come tutto ciò che sa di verità; diceva che l’uomo
era come un delfino o una farfalla, nato anch’esso per essere felice e gioioso e che, quindi, il
problema non poteva essere in lui. Era intervenuto un fattore esterno, un essere vivente non biologico
che l’uomo stesso, inavvertitamente, aveva creato.
Mi disse che era certo che in tanti, nel mondo, avevano avuto questa illuminazione e che, ciascuno a
modo suo, si stava adoperando per diffonderla.
Cominciai a leggere i suoi appunti e l’emozione fu fortissima, finalmente un senso compiuto a ciò che
avevo intuito e a quello strano sogno che avevo fatto tempo prima: una visione confusa, in cui mi
vedevo intenta a leggere delle frasi luminose scritte su una pietra.
Mi riempii di luce.
Mi avevano sempre fatta sentire strana e inadeguata e ora, invece, tutto si ribaltava. Nelle righe che
leggevo degli appunti di Sally, la realtà si svelava nella sua essenza di semplicità e nitidezza.
Compresi quanto, nella mia vita, ero stata vittima e carnefice, vittima di quella trappola da topi che
chiamano normalità. Condizionata anche nella mia sessualità, che amavo ma non conoscevo a fondo,
mentre sentivo così bello l’essere padrona del mio corpo e della mia anima.
Era come se tutto ciò che leggevo fosse stato già dentro me, ma in una forma vaga e dispersa. Fin
quando arrivai alla parte che parlava della notte della Rivelazione, a San Pietro, e tutto divenne luce.
Nel sogno che avevo fatto in passato, camminavo in un luogo per me sacro, dove tra due colline, che
alla loro base formano una gola, scorre un fiume. Mi rifugiavo lì, ogni qualvolta mi sentivo persa e
confusa.
Ero assorta nei miei pensieri, mentre il vento mi scompigliava i capelli in una splendida giornata di
sole, cielo limpido e vento caldo. Ad un certo punto sentii un calore insolito che mi carezzava tutto il
viso, qualcosa mi passò sul corpo e… aliti di vento, come fossi una piuma, cominciarono a
trasportarmi chissà dove. Mi ritrovai da un altra parte e vidi un cerchio di luce che si irradiava da un
punto preciso. Qualcuno mi toccò per svegliarmi e vidi tante anime che mi sorridevano; sentivo di
conoscerle e sorrisi anch’io, come segno dell’amore che provavo per loro e ci abbracciammo.
Percepivo un intenso benessere, amore, pace e armonia, come se avessi trovato la mia vera casa. Gli
altri mi presero per mano e iniziammo a girare in tondo al fascio di luce, come fossimo in attesa di un
evento. A quel punto mi resi conto che avevo già visto Sally, nel sogno. Lui era in mezzo agli altri,
quando sorridendo mi disse: <<Sei arrivata… ti stavamo aspettando.>> Che sensazione forte
provai… Le energie si facevano sentire in veste di urla, urla che volevano dare risposte ad anni
vissuti nel silenzio. Osservando meglio, nel sogno, vidi che eravamo tutti a San Pietro e gelai per un
attimo, fin quando comparvero delle frasi su una pietra… così come dal nulla; frasi che non rimasero
impresse con nitidezza nella mia mente, ma che ora ritrovavo negli appunti di Sally.
E fu così che la mia esistenza cambiò per sempre, acquisendo un significato compiuto. Ora sapevo
che la risposta tanto cercata era lì, ed il perché e chi, l’aveva negata a me e all’umanità intera, da
sempre.
Gli elementi chiave del Grande Salto
Di Giancarlo De Vivo
Non si seppe mai in realtà chi di noi quella notte ebbe la percezione illuminante e ispirò Almalibre e
Sally, che con i loro appunti tracciarono il percorso narrato in questo libro. Quel compagno di
viaggio non era con noi quel giorno. Alma disse che le ultime notizie che aveva avuto su di lui,
parlavano di un uomo su un’isola selvaggia e piena di vita.
Mi trovai gli Scritti tra le mani e pensai per l’ennesima volta di rivivere, leggendoli, quel pezzo
straordinario della mia vita. Mi sono chiesto spesso, a posteriori, se per caso non avessi dovuto
essere più leggero nella sua parte iniziale: ma la risposta era sempre “No”!
L’ampliamento della consapevolezza era un elemento essenziale per il salto, il più importante.
L’obiettivo non era stato quello di scrivere un romanzo, ma di fornire la verità che con la guida
dell’Essenza dell’Uomo Originale Libero era maturata in noi, e di rappresentare il percorso
indicatoci verso una nuova vita, verso la libertà e la gioia.
Mi sentivo sereno. La m-v, con tutta la sua potenza, non poteva nulla contro di noi o meglio: non
eravamo più un nemico per lei. Lo spirito dell’Uomo Originale Libero era stato chiaro, ricordo
ancora le sue parole:
<<Non siete i primi che abbiamo atteso; altri sono venuti prima, ma la matrice-vivente li ha
eliminati.
Individualmente non basta il coraggio, perché il richiamo della matrice-schiavizzante è potente.
Essa agisce su chi cerca la libertà, paventando illusioni e rappresentando mancanze che in realtà
l’uomo non ha.
Voi avete vissuto e poi superato il senso di solitudine, la gratificazione del successo sociale, il
materialismo del superfluo, il bisogno di appartenere a qualcosa o a qualcuno e quello che
qualcosa o qualcuno vi appartenesse, la schiavitù del sesso e del possesso; avendo conosciuto ciò
nella vita, crediamo voi siate schermati da questi falsi obiettivi generati dalla matrice e quindi
anche dai suoi richiami.
Ma molti sono crollati quando la paura di sentirsi soli, o quella di non riuscire, li ha portati a
creare dei gruppi di discepoli. Sono caduti nei bisogni che simula la matrice e, anche se soltanto
velatamente e inconsciamente, hanno usato le nostre parole per creare uno scalino coi loro
seguaci, causandogli involontariamente confusione.
Recentemente un illuminato, una delle nostre migliori speranze, è caduto nel percorso: non ha
avuto fiducia in sé e la matrice l’ha risucchiato tra le sue spire.
Sappiamo che lo conoscete, avete intuito che avrebbe potuto lasciare molto di più, e non sapevate
perché ciò non fosse accaduto, visto che ne avete scorto la scintilla interiore.
La morte violenta di un Uomo Originale Libero blocca per sempre il suo processo di rivelazione
del segreto, perché i posteri, non ancora liberi, propagheranno solo le idee del loro leader,
nell’immobilismo intellettuale della tradizione, come è accaduto ad Osho Rajneesh.
Non avendo le basi per poter sviluppare la parte mancante, faranno sfociare le loro istanze nella
ritualità ripetitiva di verità parziali.
Non è opportuno che agiate intellettualmente su altri, mentre ampliate la consapevolezza, dovrete
bensì contrastare questo richiamo di matrice: il desiderio di “condividere”.
Svelerete il percorso solo quando sarete certi che esso sia completo.
Nell’ambito della consapevolezza, siate attenti a non confondere gli Uomini Originali Liberi con
gli ispiratori di libertà di parte, questi ultimi hanno agito inconsapevolmente nell’interesse della
matrice-vivente stessa.
Essa, ogni qualvolta aumenta l’abbondanza, consente ai padroni, a loro volta suoi assimilati, di
allargare la fascia dei lavoratori-consumatori; a quel punto uno dei tanti individui con doti da
leader fungerà da illuminato rivoluzionario, come vuole la matrice.
In realtà l’identità e la personalità del soggetto non hanno alcuna importanza, perché qualcun
altro avrebbe comunque agito in tal senso, essendovi le condizioni per farlo.
Ricordate: se vorrete accettare la sfida ed essere nostra voce per la rinascita dell’Uomo Originale
Libero e per riscattare l’uomo, non dovrete essere più leader, vestito che tante volte avete
indossato nel passato.
Non dovrete creare grandi gruppi, ma usare vie alternative. Sfruttate i vostri talenti per questo.
Scrutate dove non sembra possibile vedere, abbiate fiducia in voi, avete già tutte le risposte: basta
chiederle con la libertà che possedete interiormente!
Questa non è la condizione di un gioco, ma l’affermazione che la scintilla “giusta” di un Uomo
Originale Libero farà la differenza e, solo così, la rinascita dell’Uomo potrà attuarsi.
Seguite questa regola: la matrice-vivente non vi eliminerà solo nel caso in cui non sarete in alcun
modo il centro del sistema e se svelerete il segreto in una maniera tale che essa non potrà né
valutare a priori né cancellare in seguito, affinché lentamente si propaghi.
La matrice ha una potenza illimitata; essa può essere evitata soltanto prevedendo le sue mosse e
usandola, perché non può leggere nel cuore dell’uomo singolo, né scoprire la celata esistenza di
un Uomo Originale Libero, finché egli non interagisce con terzi, al fine di liberali dalla matrice-
schiavizzante.
Vi chiederete perché altri non hanno seguito questi principi, il motivo è legato al potere della
consapevolezza. A un certo suo stadio essa dona tanta potenza, da far credere all’uomo che nulla
più gli sia impossibile, perché i pensieri sono molto allineati e quindi l’Attrazione comincia ad
attivarsi a dismisura, nella sua modalità intenzionale conscia; anche gli strumenti disponibili e i
mezzi materiali aumentano e vanno quindi ad accelerare il processo creativo.
In realtà, quella percezione di potenza, è legata al momento di maggior debolezza.
Quindi, a un certo punto, il bisogno di raggiungere un obbiettivo quando ancora si è in vita,
suggerimento che arriva dal proprio ego di matrice, genera una falsa immagine di sé, utile a
trovare sollievo nel momento di maggiore difficoltà.
Essendo questo un meccanismo inconscio, neanche colui che ne è consapevole, se non è
schermato, può “vederlo”.
In quei momenti il senso di onnipotenza diviene così forte, che le vie vengono forzate e i principi
fondamentali accantonati, attraverso la “discontinuità regressiva inconscia”.
Il bisogno di sollievo, dettato dalla pressione della paura che genera il sentirsi diversi e
intellettualmente soli, porta alla creazione del gruppo fisico di discepoli. E, a quel punto, tutto
sarà perso per due motivi: il primo è che la matrice potrà individuare l’anomalia ed eliminare
l’antagonista, come sempre è accaduto nella storia; il secondo è che si creerà uno scalino tra il
leader, ormai divenuto un nuovo padrone spirituale, e i suoi discepoli. Ciò renderà nulla la
possibilità individuale di liberarsi e porterà il discepolo a perdersi. Il discepolo, il seguace,
l'apostolo, o come dir si voglia, intraprenderà inconsciamente un’altra strada di schiavitù,
attraverso l’appartenenza a un gruppo, fino allo stallo dell’abitudine nella ritualità. L’apparente
dinamismo interiore sarà solo il flusso di un’energia canalizzata in precedenza.
L’Essenza dell’Uomo Originale Libero esiste ed è viva in quanto energia.
Essa può indicare, raccontare, ma non può sostituirsi all’uomo, perché non è a conoscenza del
futuro, oltre che, così facendo, negherebbe l’elemento di libertà.
C'era la necessità che ognuno di coloro i quali hanno tentato, arrivasse individualmente alle
proprie intuizioni ed è inevitabile che esse siano state anche legate allo sviluppo della
conoscenza, che non è altro se non lo svelarsi degli elementi già presenti nella fonte del “tutto”.
Voi avete focalizzato la discontinuità inconscia grazie all’intuizione precedente di Gould e quindi,
oltre a “vedere” la matrice-vivente come una forma di vita, sapete come aiutare altri a schermarsi
dalle insidie del percorso; chi è venuto prima di voi non poteva arrivare a ciò, perché non vi erano
le conoscenze attuali.>>
Ricordo che quella notte a San Pietro ci addormentammo tutti sulle panchine, esausti per le emozioni.
Sognai una grande stanza bianca con una parete tutta vetro su un mare azzurro e luminoso, come se
fosse rischiarato dal profondo, piena di poltrone anch’esse bianche, disposte in modalità concentrica.
Entrai in quel mistico luogo di pace. Poi, una mano guidò tutti noi verso chi già era lì ad aspettarci e
ce li presentò: Socrate, Krishnamurti, Osho, Marx, il Che, Budda, Diogene, Ugo Pratt, Einstein e
decine e decine di altri.
Sentivo una strana fisicità, sottolineata dal fatto che ero vestito come sempre, con quella che sentivo
la mia pelle. A me non piace vestire, preferisco sentirmi nudo: stivaletti neri, jeans aderente, camicia
nera e impermeabile plastificato. Asia, sottile, alta, sinuosa, con un aspetto decisamente selvaggio,
apostrofò alcuni presenti dicendo: <<Vi ho amato molto nella vita, ma anche disprezzato per aver
creato gruppi fisici di adepti che si sono rinchiusi poi in un altro credo stagnante! Eppure
Krishnamurti ne aveva parlato di questo problema.>>
I nostri sguardi si incrociarono, sentimmo condivisione e percepimmo un’intensa attrazione.
Osho le rispose: <<Abbiamo agito in base alle conoscenze di allora; adesso conciliati con noi. Il
sapere attuale ci permette di andare oltre e siete voi in questo momento la speranza. Ascoltate i
nostri racconti, traetene linfa e agite con i vostri talenti. Abbiamo poco tempo, dobbiamo
procedere! C’è bisogno del cuore, prima che la matrice-vivente possa trovare il modo per
modificare geneticamente l’umanità e spegnere definitivamente, nell’uomo, l’anelito di libertà e
amore che porta impresso nel suo codice genetico.>>
Era solo un sogno, pensai al risveglio. Eppure era così vivido.
Già, si trattava soltanto di un sogno. Ma nel raccontarcelo, poi, scoprimmo che l’avevamo fatto tutti
identico, fin nelle più piccole sfumature, e tutti all’unisono. Forse le nostre emozioni erano state tanto
intense, da far sì che da qualcuno fosse partito il sogno, ma che poi, le menti, si fossero come
collegate tra loro. Ipotizzai fosse stato uno strano effetto generatosi dai neuroni specchio.
Tornando al presente, pensai a quanto ci avevano ispirato gli altri, o forse fu solo una proiezione dei
miei pensieri, quella di immaginare che nelle loro straordinarie e originali visioni ci avessero
trasmesso degli spunti di meditazione.
<<…non bisogna commettere il nostro stesso errore, dettato dal senso di onnipotenza che dona la
consapevolezza, senza che ce ne si accorga. Molti di noi l’hanno involontariamente usata per
elevarsi a semidei, creando degli schiavi sedati; ma nulla era stato voluto. E’ questo ciò che più
l’uomo libero deve temere nel suo percorso. Perché imboccata la strada della sua personale
evoluzione-liberazione, le stanze dell’appartenenza spirituale, facenti capo a un guru, saranno le
prime che incontrerà, con i relativi pseudo maestri. Se vi entrerà per paura della solitudine,
resterà per sempre uno schiavo; forse più in pace con se stesso, ma ugualmente uno schiavo.
Ormai non ci è concesso di poter dissociare ciò che abbiamo scritto dalle nostre figure. L’uomo
dovrà resistere fino alla fine del corridoio, dove troverà il prato fiorito della vita e sarà lui, e non
noi, al centro dell’universo spirituale.>>
Pensai alle cose straordinarie che quegli uomini avevano fatto e detto e di quanto ciò avesse elevato
l’uomo, ma c’era stato un risvolto imprevisto, e ogni volta ci si ricadeva sempre.
Mi sentivo sereno come tutti i viaggiatori del Grande Salto; all’Oasi, dalla grande vetrata che
arrivava fino al pavimento, si vedeva l’immensità del mare di cui ero parte.
Chi aveva ispirato il libro fece sì che non vi fosse un leader, né gruppi. La Rinascita dell’uomo era
divenuta realtà; le idee si propagano oltre le vesti di chi le ha generate, come tante volte mi aveva
insegnato la vita.
Sorrisi: quel percorso aveva preso un gran bel pezzo della mia esistenza. A volte il passaggio negli
schemi di matrice mi aveva dato gioie e anche grandi dolori, ma ne era valsa la pena. Respirare la
vera libertà interiore e sentirsi fusi con l’universo non aveva prezzo.
Pensai che forse avrei passato la notte a rileggerlo… perché no? Accesi la luce sul piccolo comò e
cominciai a rivivere le emozioni di un tempo, quelle che mi avevano proiettato verso la mia nuova
esistenza, verso la scoperta di me; ma mentre lo aprivo, ebbi dei flash su Almalibre Rebelde, Marlon
e i loro appunti.
In Almalibre Rebelde, in quei suoi racconti, c’erano tutti gli elementi straordinari di chi, nel
concreto, era immerso nella creazione intenzionale, nella libertà, in un quasi costante collegamento
alla fonte. Il tutto vissuto come un gioco: non in contatto sporadico con l’universo, ma piuttosto in una
sorta di fusione che andava oltre. Oggi mi è chiaro cosa si celava sotto quel suo agire così fluido:
Alma aveva intuito inconsciamente che la matrice-vivente ha un grande limite, quello di dover
standardizzare, inscatolare, e così, nelle infinite possibilità relative a una medesima cosa, poteva
selezionarne una sola. Lui invece non faceva altro che collegarsi alla fonte universale e prendere, tra
tutte le alternative possibili, quella che più gli aggradava per le sue creazioni e i suoi giochi.
Tanto per fare un esempio: immaginate quali enormi potenzialità, nel fare, può avere un insegnante
creativo se lasciato libero di agire; invece la matrice, che deve fare i conti con le attitudini della
media degli insegnati, seleziona uno schema (selezione naturale) che deve poi applicare a tutti per
uniformarli: orari, compiti, range prestazionale, limiti, obblighi, programma, ecc.. Tutto ciò che va
oltre la pianificazione, mette in crisi il sistema; non bisogna fare ne di meno ne di più.
Ricordai a flash tre episodi in particolare: Alma mi narrò che l’avevano chiamato per organizzare
un’associazione onlus a Pescara e fare un piano di sviluppo. Lui, tra le altre cose, suggerì che in tutto
il materiale cartaceo, multimediale e verbale, dopo ciò che si voleva esprimere, fossero inserite
queste due frasi: “La città di Pescara sta creando un centro di accoglienza per orfani in Togo”, e:
“I cittadini di Pescara stanno facendo ciò e la città li ringrazia”.
Alla fine del racconto, mi disse: <<Non ti nascondo che quando dopo due anni chiamò Antonio da
Pescara e disse: “Alma, è stato incredibile sentire il Sindaco dire in pubblico, quando ha sigillato
con un lucchetto il container pronto a partire per l’Africa, le stesse identiche parole che tu avevi
proferito, 'La città di Pescara…i cittadini di Pescara...'. È come se tu l’avessi già visto a quel
tempo”.>>
È come se Almalibre vedesse delle cose nel futuro.
Lui, dal canto suo, non la metteva così: diceva che andava in giro per l’universo a cercare tutto ciò
che gli altri non avrebbero fatto, visto che in genere tutti fanno le stesse cose.
Almalibre Rebelde: <<Giancarlo… la città è un luogo fisico che i cittadini occupano, ma a
qualcuno piace pensare di possedere e gestire entrambi. In realtà, non a un qualcuno qualsiasi, ma
alla politica, e ai politici. Così non ho fatto altro, con quelle frasi, che costringere la “politica” a
riappropriarsi di ciò che in tutto quel materiale promozionale gli era stato tolto. Era ovvio che
prima o poi sarebbe accaduto. Ma quando cazzeggio con la matrice... quando tutto si realizza,
sento una forte emozione giocosa, mi diverte.>>
Mi disse Alma, continuando nei suoi racconti: <<Joe, – ti spiace se ti chiamo anche così? Quando
chiamo per nome una persona vuol dire che provo antipatia, tendo sempre a personalizzare i nomi,
è istintivo – ero a una riunione a Roma, stavamo fondando il gruppo di lavoro per un business
legato alla mobilità elettrica, e dissi: Visto che il primo passo sarà quello di realizzare il progetto
di massima, comincio col presentarmi, mi conoscete tutti da tempo, ma dei presenti, solo Maurizio
mi ha già visto lavorare agli start-up progettuali, e conosce il mio metodo. Sul piano marketing io
guardo ciò che esiste in un certo settore e poi creo qualcosa di nuovo che ancora non c’è. Posso
farlo sul metodo, sul prodotto, ecc… L’importante è che vi siano elementi sostanziali nuovi; ogni
cosa ha dei pro e dei contro, mentre in ciò che è nuovo i contro non si conoscono ancora, per cui
vi si vede solo il lato positivo. Per fare ciò uso l'interdisciplinarità in collegamento con la “fonte
delle cose”: spiritualità, filosofia, fisica, psicologia, sociologia, ecc...; altro che le cazzate che si
studiano nel marketing. Comunque non vi spaventate – sorrisi – state sereni, tutto ciò che ho fatto,
come sapete, ha avuto un grande successo, e il metodo è stato sempre questo. Tornando a noi:
intendo impostare la cosa in questo modo: avete presente i sistemi sperimentali sulla fusione
nucleare? Non esistendo materiali che possano resistere alle temperature a cui si arriva nella
fusione, ciò che contiene il processo è un campo di energia magnetica; gli elementi materiali che
lo generano sono distanti. Questo è lo stesso modo con cui il sistema fa lavorare i commerciali in
genere. La loro energia viene incapsulata e pilotata nel suo rilascio. Punto primo: noi libereremo
questa energia, evitando di progettare un sistema che abbia come punto centrale il pilotaggio;
lasceremo tutto free. Faremo solo attenzione a non mettere il commerciale in condizione di poter
far danni all’azienda, sul piano amministrativo; poi col tempo, consolidato il business,
stringeremo le maglie e passeremo a un metodo più classico e rodato. Quindi: liberazione
dell’energia e limitazione del caos. Punto secondo: creeremo un sistema distributivo a onde, in cui
la presenza del management e dei quadri intermedi non sia indispensabile, seguendo in un certo
qual modo lo stesso principio per cui l’elemento che genera le onde in uno stagno, la classica
pietra lanciata al centro dello stesso, poi scompare, perdendo la sua utilità. Maurizio, forse
immaginando i pensieri di Marta, sorrise. E credo che Marta pensò qualcosa tipo “Ma che storia
è mai questa?”>> Alla fine del racconto, Alma mi disse: <<Insomma, se sei libero dal sociale e
dagli schemi, i tuoi pensieri non possono non essere originali; creare intenzionalmente dopo
essersi collegati alla “fonte” non è una passeggiata, è molto di più! E’ un gioco di astrazione.>>
E poi ricordai un episodio vissuto da Marlon: stavamo parlando di cose leggere, ma quando mi disse
di Giada cambiò sguardo; si sentiva che la storia era stata sofferta. Marlon: <<Erano molti anni che
non eravamo più un coppia, ma quando Giada rientrò in quel meccanismo, con un nuovo partner,
tutto cambiò tra noi. Inizialmente non se ne rese conto; in questo tipo di schemi vi è una sorta di
sostituzione nel legame interiore; non c’è il segno “più” con chi c’era prima, lo schema lavora
con il segno “meno”, riequilibra, togliendo da una parte e mettendo dall’altra.>>
Lo guardai un attimo perplesso e lui aggiunse: <<Non sto parlando di sesso, ma di connessione
interiore. Quindi dicevo: si continua ad avere più o meno lo stesso tipo di rapporto, è solo che
l’altro, o gli altri, sono soggetti diversi. Forse per questo inizialmente non me ne parlò; come ti
dicevo c’è una sorta di sostituzione nel legame interiore in chi tende alla coppia, ma mentre è
preso dal nuovo, non se ne accorge. Cioè, ci può essere solo un uomo alla volta, o per meglio dire,
si può appartenere solo a un uomo alla volta, a ogni giro di coppia. E l’uomo precedente, una
volta cassato da un divenire che tende a svuotare, deve essere sconnesso. Tornando a Giada: stavo
dicendo che, al contrario di lei, io percepivo un’enorme differenza nel suo atteggiamento, rispetto
ai mesi precedenti, ma non ne comprendevo appieno il motivo. A parte i rapporti familiari, nelle
coppie new, il partner è la persona a cui si dà il 99% di sé: amore, comunicazione costante,
indulgenza, dolcezza, sesso, contatto. Tutte le rimanenti persone che fino a quel momento erano
state parti integranti, divengono contatti superficiali, a parte i legami di sangue che continuano a
scorrere come al solito. Resta qualche telefonata, un vago senso di affetto, quasi fosse una eco
lontano. Quando mi resi conto che lo spazio per me era divenuto troppo stretto, che non sentivo
più amore da parte sua, come se lei dovesse contenerlo, scivolai via, e mi ritrovai a pensare che in
questi schemi non può esistere un continuum. La matrice non lo consente. Giada, d’altro canto,
voleva trovarmi un posto compatibile con quello schema, ma finì per combinare solo un gran
pasticcio, tra una sorta di gelosia del suo lui, il presente, un ipotetico futuro di amore universale,
e la mia sensazione costante della presenza di un’altra persona, anche nei nostri sporadici
incontri. Per me che vivevo nella libertà, al di là delle mie relazioni, non era cambiato nulla nei
suoi confronti: niente e nessuno avrebbe potuto incidere sul nostro rapporto, né sugli altri che
avevo, neanche in modo indiretto. È questo l’elemento principale che dà vita a un “legame
interiore”, la certezza di condividere la “fiducia” in ciò che, per esempio, alcuni filoni di pensiero
orientali chiamano “l’amore nel sé”. L’amore non ha un confine, né tempi e né luoghi… e a questa
modalità, si contrappone quella che definiscono come: amore vissuto nell’ego. Per diversi filosofi
orientali, l’ego è lo spazio in cui si trova anche l’amore umano e soprattutto la coppia.>>
Io: <<Forse non ho afferrato, intendi che per alcune filosofie orientali l’amore risiede nell’ego?
Diciamo, nella parte “immatriciata”?>>
Marlon: <<Sì, anche se non in tutte; ovviamente qui si intende l’amore “umano”. O meglio, quello
che a me piace definire disumano, quello in cui l’attrazione genera sesso, poi possesso, poi
appartenenza e, quindi, coppia. In ogni caso, tra me e Giada la cosa non era affatto reciproca. Fu
una frase in particolare che fece luce su ciò che stava accadendo tra noi; uno dei tanti segni.
Giada mi disse: “Non trovi notevole che abbiamo potuto passare cinque giorni insieme visto che
ho un partner? In una coppia normale ciò non sarebbe potuto accadere!” Capii in quell’attimo
che molte cose erano irrimediabilmente finite tra noi. Le risposi: “No! Piuttosto trovo
inconcepibile il contrario, per tutto ciò che ci ha legato e pensavo ci legasse ancora. Io invece ti
dico questo: è incredibile, tornando indietro e fissando il presente nell’adesso-e-ora in cui
dovremmo essere qui, solo io e te, pensare che un giorno avresti potuto dirmi questo; così come è
incredibile che tu lo possa dire nel presente. Forse che il tuo tempo non ti appartiene più? Hai
un’idea di cosa siamo stati reciprocamente nelle nostre vite? E il resto cos’è? Cosa c’entra questo
con noi e con te, intesa come persona libera che vive la sua individualità e la sua vita?” In realtà
quella risposta restò nei miei pensieri, perché non riuscii a esternarla, mi sembrò inutile farlo.
Ormai non riuscivo più a comunicare con lei come un tempo, quando non vi erano argomenti tabù
tra noi. Anche in quelle occasioni avevo ricevuto segnali sui paletti che aveva piantato. Un giorno
era l’amica di un tempo, l’altro, a seconda di quanto c’entrasse il partner, una parziale estranea.
Immagina per esempio se un’amica ti chiedesse sorridendo, anche se ovviamente non per
superficialità: “Ma come si fa a lasciare una persona?” E poi, magari rientrata nel rapporto, se
sta con lui, non ti risponde neanche al telefono o la senti con la voce di chi sembra stia in coppia
con te e ti sta tradendo. Sì, perché la testa sta là, la scatola è quella. Era un rapporto di un
continuo apri-chiudi, ma dove la chiusura avveniva assolutamente senza grazia! Quei cambi di
atteggiamento erano così intensi… generavano un tale fastidio, da sfociare in litigi generici e
senza senso. Mi resi conto che con chi tende a una coppia non vi è amore, perché il “dopo”
appanna e poi cassa i sentimenti del “prima”, non essendovi un continuum, per quanto diverso
possa essere. L’interferenza dell’altro, il partner, genera l’incapacità di stare nell’adesso-e-ora;
non è necessario che vi sia una volontà d’interferire e un’azione diretta, in tal senso: è lo schema
ad agire di per sé, tramite le vibrazioni del nuovo partner, a loro volta originate dagli schemi di
matrice. A tratti alterni nella vita, durante il mio percorso, le ho provate anch’io e quindi le
conosco! Ricordo un sms del suo lui, diceva: “Non ti chiamo in questi giorni, perché è un momento
vostro!” La matrice fa tutto da sé, usa i suoi portatori, manipola in un groviglio sottile di input e
output. Ovvio che, dicendo così, stai palesando l’esistenza a te stesso, al di là di come poi la
pensa l’altro, di momenti in cui ci si appartiene; ossia indirettamente stai dicendo: “quando sei
con me, appartieni a me!” E siccome la stragrande maggioranza del tempo la passi con quella
persona, appartieni effettivamente a lei. Una sorta di mix tra sofferenza, senso di colpa
trasversale e recinzione della proprietà, nelle circostanze indotte dalla matrice, non dal
protagonista. In realtà lei non aveva proprio pensato che non l’avrebbe sentito al telefono in quei
giorni. Oppure dire: “Vorrei avere anch’io un domani, al di fuori della coppia, un legame come ce
l’hai con Marlon” e lei rispondere: “Il tempo può far questo”. Cioè un insensato confronto del
suo attuale partner con me; insensato, perché io e Giada eravamo intensamente amici, e avevamo
vissuto insieme esperienze molto forti interiormente, in cui si rivelarono le sfaccettature più
profonde della nostra personalità. Avevamo diviso a volte, il niente, sul piano materiale. Quindi
un paragone totalmente fuori luogo e dall’altro una risposta, quella di Giada a lui, che suona
come una giustificazione. Perché come lei ebbe a dirmi: “Certo, tutti vorrebbero essere il massimo
per l’altra persona!” Guarda la sottigliezza della matrice; se ti dico che anch’io vorrei essere
quella certa cosa in un futuro ipotetico, trasversalmente sto trasmettendo che sia scontato
parametrizzare i due legami, e com'è possibile ciò? Nella libertà è così palese che i legami sono
tutti diversi tra loro, perché le energie che giocano sono uniche. Ma mettendo invece le cose, come
aveva fatto lui, e dandole per scontate, è come se uno dicesse trasversalmente: “È la coppia che
conta… è lì il centro: io sono il centro.” Quindi tutto va in quella direzione e, come dice la Legge
di Attrazione: “I pensieri creano pensieri, i quali creano altri pensieri ridondanti, ecc.. ecc...”
Così sorrisi tra me e pensai: santa matrice. Essere il massimo per l’altro su un legame nato da
circostanze così diverse, e a livello retroattivo? Persino il “diritto”, nella sua iniquità, ha sancito
che le norme retroattive sono contro l’umanità. Il senso di possesso non ha limiti una volta attivati
gli ingranaggi. In sintesi: frasi, pensieri, sfumature, tutto va a stringere e fissare il nuovo quadro,
e la legge di Attrazione fa il resto: i pensieri generano altri pensieri. Ormai eravamo lontanissimi:
io la vedevo, ma lei non vedeva più me! Io percepisco per intuito attraverso “segni” e sfumature,
sono queste le cose che danno consapevolezza di sé e di ciò che ci accade intorno. Giancarlo, ti
sto tediando?>>
Io: <<No Marlon! Mi spiace solo che questa cosa sia andata così. Continua, se ti va.>>
Marlon: <<Mah! Nel migliore dei casi, in coloro i quali tendono alla coppia, vi può essere una
grande storia di passione che genera al momento vari sentimenti, ma non certo l'amore. L’amore
non ha confini, né limiti temporali.
Credevo che con Giada fossimo andati chissà dove, che avessimo sfondato le scatole del non
amore, e invece era solo un’illusione. E così, come accade guardandosi intorno, molto di ciò che
c’era si spense in una bolla di sapone. Lei aveva già staccato da tempo la spina del legame
interiore, e non se ne era nemmeno resa conto.
Io non feci altro che allinearmi; era una situazione emotivamente insostenibile. Le grandi parole
che ci eravamo detti sull’amore, soprattutto quelle che aveva detto lei: oltre la coppia, il sesso, il
possesso, divennero soltanto un'eco lontano. Ironia della sorte, furono spente proprio da un’altra
coppia.
Purtroppo il non rappresentarsi per ciò che si è lascia un pessimo sapore in bocca, per quanto
riuscissi perfettamente a capire che non vi era stata alcuna volontà di far ciò da parte sua. E poi,
forse, anche lei aveva cercato di andare oltre lo schema, ma ormai non aveva più senso trovare il
punto d’innesco di quello scenario, che aveva già cancellato le cose più profonde.
Ero emotivamente stanco, l’amore e la fratellanza che ci avevano accomunato si spensero.
Rimbalzavano ormai verso una sorta di muro di gomma. Da troppo tempo, da parte di Giada, non
vi era più nulla che poteva realmente definirsi amore, amicizia o fratellanza. Ossia tutto ciò che ci
aveva portato in quel particolare luogo interiore che per tanti anni ci accomunò, anche a distanza
e in mille situazioni. Era divento tutto finzione da parte sua; una finzione inconscia, generata dal
voler apparire coerenti al proprio io. Non so come esprimermi: hai presente la sensazione che
un'altra persona “c'è per te”, “esiste”? Non in senso invasivo, ma nel senso astratto dell’amore.
Nei fatti, con il suo non esserci, si era spenta anche quella potenzialità di espansione che
caratterizza i legami interiori.
Furono momenti molto tristi di cui conosco la radice. E l’unica strada, quella obbligata, era la
scalettatura che la matrice, con le sue varie etichette, aveva già predefinito. Così, scocciato, smisi
di parlare o cercare di dirle qualsiasi cosa, com’era sempre stato; cessai di ascoltare gli
inconsistenti alti e bassi, trovai per strada un cappellino con scritto “ex” e lo indossai.
Liberazione! Come dice quella frase famosa di Multatuli -Le illusioni perdute, sono verità
ritrovate-.
Andai dunque nella direzione verso cui la matrice, che lei aveva fatto subentrare tra di noi, ci
spingeva inesorabilmente entrambi; la differenza era che io la vedevo e lei no. Così lei non capì il
perché di quel momento e reagì in modo emotivo. Nell’istante in cui ci chiarimmo, compresi che
non si era resa conto che tutto era già accaduto prima. E quindi lo vissi due volte; prima
individualmente, e poi, quando se ne rese conto anche lei.
Siamo sempre noi a creare noi stessi e le esperienze di vita che attraiamo. Nella mia infanzia
avevo vissuto diverse situazioni, che mi avevano portato a desiderare un bisogno di amore e
affetto particolare. Così attrassi a me due cose: ciò che desideravo e la paura di non trovarlo. E
quindi l’Attrazione mi portò una persona capace di dare tantissimo amore umano e passione, ma
che poi, con lo sfiorire della fisicità e nel rientrare nello schema di coppia con un nuovo partner,
nulla più poteva dare.
Oggi comprendo che quell’enfasi sul dare e ricevere, faceva parte della mia matrice del bisogno
che sta nel mio programma di coppia. In sostanza ci eravamo attratti anche per questo motivo.
D’altronde solo da poco sono riuscito a focalizzare quella parte di me e dei miei pensieri che
venivano da quel passato… dall’infanzia; e credo di averli superati. Almeno lo spero.
La Legge di Attrazione ti insegna che i pensieri generano altri pensieri attinenti, ma soprattutto
che essi devono avere un’origine. La domanda che mi posi all’epoca fu: “cosa ha generato in lei i
pensieri che l’avevano portata a comportarsi in quel modo? A manifestare un dualismo così
evidente?” Ovviamente quei pensieri non potevano essere i suoi. Il dualismo nasce proprio dal
conflitto tra la tua parte libera e quella assimilata. Viceversa l’uomo sarebbe sempre “unità”.
Quindi era chiaro che era subentrata la matrice e contro la matrice nulla si può, se non ci si è
liberati a priori! Cercai di dirle ciò che stava accadendo ma lei non lo vedeva. Tutto poi si svolse
in un attimo, con grande dolore per entrambi; d’altronde è come se non ci si capisse più
interiormente. Eravamo entrati in mondi paralleli e incompatibili. Cominciò per una sciocchezza,
ma poi, da lì, arrivammo a mancarci di rispetto.
Poi il tempo passò e stemperò le emozioni. Restò un enorme affetto e tenerezza, quella che provi
quando vuoi bene a qualcuno.
Più in la le scrissi una e-mail:
“Giada, ora che le cose si sono stemperate vorrei dirti con serenità due cose: la prima è che il
problema del rispetto non è da parte mia verso di te, ma tuo, verso te stessa. Noi siamo diversi
ora. Per me è intellettualmente regressivo vivere i legami interiori in modo altalenante. Ciò crea
una fortissima disarmonia per chi vive nella libertà e non è più abituato al contrasto e alle pretese
tra partner di coppia. Siamo ancora qui a litigare del perché non ti ho risposto al telefono, quando
tu, se sei col tuo partner, svanisci. Tra libertà e non, la tua personalità secondo me si è sdoppiata,
ma non te ne accorgi. Sul piano emozionale questa situazione mi fa soffrire, perché è fuori da tutto
ciò che ora sono e posso consentire che entri in me. Sul piano dei sentimenti mi confonde, mi fa
star male e non voglio. Questi scenari di vita non mi appartengono più, da molto non frequento
neanche persone che vivono nel dualismo e nella frammentazione. Ora, se hai rispetto per te
stessa, rispetta ciò che tu hai generato interagendo con me. Conosci anche tu la Legge di
Attrazione e la creazione intenzionale. Non puoi fingere di non capire chi hai di fronte e com’è
l’altro, cioè io. Anche tu hai vissuto un periodo nella libertà, e tu stessa avevi focalizzato quanto
fosse insensata la coppia, se non come strumento necessario a cauterizzare paure e limiti. Da un
lato essa crea una cosa distruttiva in sé, dall’altro distrugge il resto: un bell’affare, altro che
amore! Quindi rispetta te stessa e le cose che tu hai determinato, visto che in fondo non eri
cambiata come dicevi, almeno amati per ciò che sei. La seconda cosa è solo per chiarezza, perché
tra noi non deve più contare. Tu sai come la penso: è il meccanismo di coppia a essere stato alla
base dei tuoi mutati comportamenti. Per me, non tu nello specifico, ma chiunque sia in quegli
schemi, finisce per azzerare l’amore. Punto! E come ti ho già detto, che sia condivisibile o meno
questa teoria, non conta più. Conta solo che hai interrotto il legame interiore, anche se sembra
che non te ne sei resa conto. Io mi sono solo adeguato. Interrotto una volta, al di là che tu ora non
sia in una coppia, come dici, che ti scopi un esercito, o che vai sulla luna, è venuta meno in me la
fiducia interiore nella possibilità che con te si possa vivere l’amore, oltre la passione e il sesso. E
tale fiducia non può più tornare. Il legame interiore non può più tornare. Tu credi tanto nella
Legge di Attrazione e quindi sai che i pensieri di non fiducia ne generano altri, e così via; nulla
torna in questo tipo di scenario. Non è colpa mia se chi vive così deve cancellare, visto che può
vivere un solo un legame interiore alla volta. Non è colpa mia! Non è una cosa razionale, la sento
dentro di me! Adesso vorrei solo pace tra noi, intesa come affetto, come ciò che può restare di ciò
che ci ha unito. Ti voglio bene.”
Avevo stemperato l’aspetto emotivo, che mi aveva portato tutta quella sofferenza, un profondo
disagio causato dall’inevitabilità dello sbriciolarsi, di una delle relazioni che nella mia vita
avevano contato di più. Pensai: a questo punto, fatta la frittata, dovevo vedere dentro di me che
succedeva. L’amore, l’amicizia, la fratellanza che ora erano evaporati, avevano anche creato un
legame. E perché esso aveva tanta importanza per me? Ha rilievo nell’adesso-e-ora, o è legato a
un ricordo?
L'ipotesi giusta, mi dissi, era la seconda: con lei manifestavo una parte di me che con gli altri non
esprimevo e facevo vivere parte del mio desiderio di essere voluto bene. Ma, soprattutto, di sentire
il bene attivo di un’altra persona verso di me.
Patrizia, un’amica, me lo aveva fatto vagamente capire, dicendomi nel corso di un dialogo: “Mi
sembra che riesci a dare molto a chi hai intorno, ma non a farlo verso te stesso.”
Da lì mi resi conto che avrei dovuto risolvere il problema prima di tutto dentro me, visto che quel
rapporto, come sempre negli schemi, stava diventando passato. Un passato che nulla aveva a che
fare con la libertà dell’amore universale, in cui vivevo ora. Così pensai di me: “Stai bene da solo,
ami te stesso, puoi giocare, creare, vivere, essere libero; non senti necessità né di possedere, né di
essere posseduto, né tantomeno di dare così tanto valore al sesso, al punto di creare una coppia.
Allora perché un’altra persona dovrebbe essere così importante per te? E feci una piccola-grande
scoperta. Giancarlo, immagina per un attimo che lo spirito sia associabile a un corpo umano.
Nella non libertà ti fa male il 95% del corpo; non avendo speranze di poter star bene, non solo
produci pensieri non tuoi, ma ti concentri su come far vivere quel 5% che invece sta bene, visto
che non hai chance. Se invece sei libero, diciamo che il 95% del tuo corpo sta bene, per esempio
tutto tranne un piede; allora cosa fai? Ti concentri sul piede a volte! Pensi a come risolvere quel
problema enorme, perché solo quello ti preclude la felicità e il benessere totale. Insomma, ti
sembrerà una contraddizione, ma intesi che il problema stava nel fatto che stavo troppo bene. Così
cominciai a cercare di capire cosa rappresentasse quel piede dolorante. Non fu difficile: da
quando ero bambino, tutte le persone con cui interagivo mi vedevano sempre energetico, creativo,
tranquillo nella mia caoticità, gioioso, progettuale, leader nei lavori di gruppo, e così finivo
sempre per non poter più esprimere la mia parte più 'out', quella che ha dubbi, che ha voglia
anche di dolcezza, comprensione, affetto. Succedeva solo a volte, quando si creava un rapporto
intenso e dopo molto che era nato. Capire che c’è un problema, significa che in gran parte l’hai
già risolto e mi dissi: troverai un modo per esprimere quella parte di te a tutte le persone con cui
hai un legame: tutto qui, Marlon! Devi solo trovare il modo di farlo. Oppure eliminarla, perché in
fondo non è altro che un residuo di matrice e se non sono emozioni reali, perché tenersele? Oggi
definirei così la ricerca dell’amore: Il mondo dell’amore è un luogo dove si sa chi si è, dopo la
liberazione interiore e in cui, per riflesso, ci si presenta agli altri nella propria reale essenza.
Nessuna persona, interiormente anche solo semi liberata, mente deliberatamente e, se lo fa, è
perché ritiene sia giusto farlo, in funzione di uno scopo superiore o per la paura di non essere
accettata; non c’è quindi pianificazione di dolo, è la paura a muovere i fili. E’ appunto la paura di
non essere accolti dal sociale o da chi si ama, che porta a costruirsi una falsa immagine di sé e
quindi, poi, a manifestarla anche agli altri. Solo l’amore per se stessi e la consapevolezza
dell’immanenza della vera Legge di Attrazione possono sconfiggere quella paura, perché significa
sapere a priori che nella vita, tutto sarà sempre meraviglioso. È da li, da questa consapevolezza
che scaccia le paure instillate dalla matrix, che può venire il coraggio di amarsi, di rappresentarsi
nella verità, e quindi generare solo amore intorno a sé; un amore che il tempo e le circostanze non
possono cambiare, tranne che non siano altri a farlo. Nella libertà vi è solo amore. Per chi anela
all’amore universale non c’è nulla da cercare fuori di sé.
Sai Giancarlo quale è la cosa per me più incredibile di questa storia, l’aspetto che maggiormente
contribuì a farmi capire, dopo la Rivelazione, la differenza tra il divenire tipico della Legge di
Attrazione Gaia e la normalità di una vita negli schemi? Che la storia con Giada non fini così, e ci
rincontrammo nuovamente in un’altra dimensione. Perché nulla nella libertà è già scritto!>>
Pensando a quel finale a sorpresa della storia raccontatami da Marlon, mi dissi: “Già! Nulla è già
scritto nel divenire di un Uomo Originale Libero.” E tornai al presente.
C’erano mille stelle in cielo e il profumo del mare mi inebriava. Ero all’Oasi del Grande Salto e
cominciai a rileggere gli Scritti.
PARTE SECONDA
Sally, definizioni e premesse
Per trovare l’amore avrai prima bisogno di un seme che dovrai riconoscere tra mille; si chiama
libertà.
Ma per farlo sarà necessario tu capisca cos’è realmente,
perché essa è la tua anima e nessuno potrà indicartela.
Dovrai volgere lo sguardo su te, per farlo;
e a quel punto potrà volerci un attimo o l’eternità affinché la tua ricerca abbia termine,
perché dipenderà solo da quanto gli darai acqua.
-Almalibre Rebelde-
Alcune parole dell’essenza dell’Uomo Originale Libero si ripetevano soventemente tra i pensieri di
chi era stato quella notte a San Pietro: “… è come navigare su un grande fiume, nel cuore di una
foresta fitta e selvaggia… “
La creazione
Se avessi voluto creare l’universo che conosciamo e le sue forme di vita biologiche, avrei ideato
poche cose, tra le quali un’energia fatta di tante forme interconnesse che si sarebbe espansa
nell’immenso, il divenire, alcune forze fisiche, la vita biologica, la legge della selezione naturale e
l’epigenetica. Un universo fatto di energia pensante, vivo e interconnesso quindi, in cui il vuoto non
esiste. Il resto sarebbe venuto da sé, grazie all’Attrazione.
Oltre un secolo fa Darwin intuì che il meccanismo propulsore dell’evoluzione e della varietà,
nell’ambito di ciò che noi chiamiamo forme di vita biologiche, è la “selezione naturale” (C. Darwin:
“L’evoluzione della specie”). Gli organismi, sin dai tempi delle cellule primordiali, nascevano con
piccole o grandi differenze genetiche e quelli che “funzionavano” con risultati migliori, in relazione
alle caratteristiche dell’ambiente circostante, avevano maggiori possibilità di sopravvivenza. Quelle
differenze, che inizialmente rappresentavano una difformità tra organismi equivalenti, si
consolidarono nel turnover generazionale, dando vita alla diversificazione e quindi alle specie.
Charles Darwin: <<Ho chiamato questo principio, grazie al quale ogni lieve variazione, se utile,
viene conservata, con il termine di “selezione naturale”.>>
Oggi la teoria di Darwin si è evoluta, si parla di “neodarwinismo” e di nuovi e ulteriori sviluppi,
dovuti anche alla scoperta dei meccanismi epigenetici e alla Teoria degli equilibri punteggiati di
Gould, che ha inserito nel quadro l’elemento della discontinuità. Ma resta il fatto che quella sua
prima intuizione, cambiò il modo di concepire lo sviluppo della vita sulla Terra.
I corpi con più massa avrebbero creato una distorsione nello spazio-tempo, navigandovi ad alta
velocità. Distorsione che a sua volta avrebbe risucchiato lo spazio-tempo circostante, insieme a ciò
che ci si trovava dentro (pianeti, meteoriti, polvere cosmica), come la relatività generale di Einstein
descrive, superando le vecchie teorie newtoniane. Ciò avrebbe generato pianeti, soli, sistemi e
galassie e lo spazio avrebbe preso vita mostrandosi in una moltitudine di forme che, nell’accezione
più ampia del termine “amare”, amano esistere; amano se stesse e divengono in vario modo, fonte di
attrazione per ciò che le circonda.
All’unisono nell’uomo libero, l’amore per se stesso avrebbe reso armonico quello per il resto e per
gli altri.
Non so come, né chi o cosa, abbia “creato”, ma credo sia andata così. E se anche fosse diversamente,
non cambierebbe nulla; perché la ricerca del prima e del poi, per un Uomo Liberato, che quindi vive
nell’adesso-e-ora, è al massimo un divagare, un gioco fine a se stesso. Perché l’Uomo Liberato vive
la sua forma umana, il suo uovo energetico, nella consapevolezza che l’universo gioca con le forme,
che la morte non esiste e che tutto è trasformazione. Quindi vive, punto!
Anche l’uomo richiamerà a sé ciò che vuole, in quanto esso stesso è fonte di attrazione.
La libertà diviene oggetto di attrazione per ciò che le è simile, così come lo fanno la gioia e il
dolore.
Liberandosi dalle paure e dalla matrice-schiavizzante, l’individuo potrà ritrovarsi e amarsi e da lì,
creando se stesso e gli strumenti di vita allineati alla sua essenza, sarà in grado di essere polo
attrattivo di tutto ciò a cui intenzionalmente anela, semplicemente desiderandolo.
L’Attrazione Gaia: definizione
In questa forma umana abbiamo un tempo; usiamolo per vivere nella libertà, nella gioia e nell’amore.
In tutto l’universo, in merito a ciò che impropriamente chiamiamo materia, è il principio di attrazione
ad aver dato vita agli atomi, ai sistemi planetari, ai soli e alle galassie.
Tutto il manifestarsi dell’infinito e del finito poggia su questa visione.
“E vedo l’ape che veicolerà il polline, essere attratta dal fiore.”
Nelle cose umane sono i pensieri e il modo attraverso il quale da essi ci siamo generati, in quanto a
loro speculari, a divenire polo attrattivo.
L’uomo crea realtà, nella totale interconnessione con il suo pianeta vivente, Gaia. Ma fintato che non
si Libera, questa realtà non nasce dai suoi desideri naturali, ma da quelli del programma che lo
possiede, istillatogli da un essere vivente ad egli alieno.
Siamo quindi noi a creare la nostra vita e a essere protagonisti, a seguire, dell’attrazione di persone
ed esperienze attraverso i pensieri che originiamo; siano essi desideri gioiosi, paure, aspettative,
scenari ipotetici, mancanze, o altro.
Il pensiero predominante, in relazione a una singola tematica (rispetto a una singola tematica si
possono generare in parallelo più pensieri: desiderio, paura di non attuarlo, mancanza ecc...), si
concretizza nei tempi congrui grazie alla risonanza vibrazionale; tempi che variano in funzione degli
strumenti di cui disponiamo o di cui dovremo e potremo dotarci.
Quanto più i pensieri e i sub pensieri che ne derivano, sono allineati tra di loro, tanto più il processo
si velocizza.
Dunque, nel momento in cui focalizzeremo una paura o una mancanza, essa si concretizzerà perché si
sentirà attratta da noi; la stessa cosa si verificherà se tra un desiderio e la paura di non ottenerlo,
prevarrà sul piano energetico il secondo scenario.
I nostri singoli pensieri non saranno quindi l’elemento generatore di attrazione, se a loro volta non
avranno preventivamente originato il noi stessi che diverrà oggetto dell’attrazione di persone e
scenari di vita a esso consoni. E siccome questo percorso non può essere fatto al contrario, sarà
necessario, per far sì che l’Attrazione Gaia funzioni, creare il noi stessi nella libertà: il resto verrà
da sé.
È l’ape a essere attratta dal fiore e non il contrario. Il fiore è lì, creatosi dall’interazione con la
selezione naturale; egli a sua volta prova attrazione verso l’acqua e il sole, e così via, in un infinito
gioco di intenzioni, desideri e forme. Tutto è interconnesso. Nulla esisterebbe se non esistesse il
resto.
Basta pensare a quando proviamo attrazione per un paesaggio, un’emozione, o un’altra persona, per
capire che tutta la letteratura sulla Legge di Attrazione è fuorviante, in quanto fissa il principio
opposto.
L’inganno, sulla base del quale si è scritto erroneamente sui principi dell’attrazione, ha avuto anche
origine dal meccanismo di associazione d’idee. Prima che Einstein teorizzasse la relatività generale,
si pensava che il Sole attraesse direttamente la Terrà e così via, in tutto l’universo. Quindi veniva
ipotizzata una forza attiva che aveva generato tutto ciò che vediamo nel cielo. Oggi, viceversa, è
assodato che quella forza non esiste. Il Sole non attrae la Terra. È la Terra a essere attratta
(risucchiata) nella discontinuità spazio-temporale (curvatura a imbuto dello spazio-tempo) creata
dalla massa solare mentre viaggia nell’universo. Più precisamente, si tratta di una curvatura dello
spazio tempo che, avendo virtualmente come fulcro il centro del Sole, si piega verso di esso, insieme
a tutto ciò che vi si trova in prossimità – come la Terra e gli altri pianeti del Sistema Solare.
Facciamo un esempio astratto: immaginiamo che il Sole sia un determinato noi stessi, in quanto
risultato di paure e relative soluzioni illusorie che ci sono state instillate nella mente. Prendiamo ora
il Sole e mettiamolo nello spazio-tempo dandogli una bella spinta, per effetto della velocità e della
sua massa, lo spazio-tempo si verrà a curvare intorno all’astro, come fosse risucchiato da esso. Ed
ecco che arriva da grande distanza Giove che, attratto nella distorsione spazio-temporale che si trova
intorno al Sole, comincia a orbitarci intorno. Sempre per astrazione, in questo scenario, Giove
rappresenta una delle paure-soluzioni illusorie, che avevamo prima incamerato e che avevano
contribuito a creare il noi stessi del momento. A seguire arriveranno gli altri pianeti, altri problemi, e
quindi saranno gli scenari di vita consoni e allineati al noi stessi, che abbiamo generato, a sentire
attrazione per noi e non viceversa. Perché il pensiero-desiderio, al di la che sia partorito da paure o
mancanze, non genera forza attrattiva, ma è bensì il noi stessi che creerà quella deformazione nello
spazio-tempo, in cui appariranno tutte le cose che sono allineate alla sua vibrazione, e che
cominceranno a ruotarvi intorno entrando nella sua esperienza di vita.
Quindi se un individuo che ha creato se stesso, sulla base di pensieri negativi e pessimistici,
cominciasse a desiderare la gioia 24 ore al giorno non accadrebbe assolutamente niente. Dovrà
prima diventare un individuo gioioso, creando un diverso se stesso e solo a seguire la gioia entrerà
nella sua esistenza. Oltre ciò, essendo consapevole del funzionamento del vero principio
d’attrazione, l’Attrazione Gaia, l’energia del coraggio si centuplicherà, e potrà quindi creare se
stesso in quella totale libertà che viene donata dalla consapevolezza che tutto gli sarà dato.
I pensieri, come per esempio quelli di paura, creano un noi stessi che stratifica emozionalmente e
vibrazionalmente in sé, paure varie nelle memorie del cervello (vedi: neuroscienze MOI) e in quelle
cellulari, plasmandolo; è quest’ultimo a divenire attrattivo per eventi e persone idonee allo scenario,
mentre di per sé il pensiero non attrae nulla.
Se trasferiamo questo concetto anche in ambito spirituale, possiamo farci una domanda
chiarificatrice: “Sono i meno consapevoli a essere attratti dagli illuminati o sono questi ultimi a
desiderare di attrarli?”
Detto in altri termini: un Einstein, Osho o un Krishnamurti hanno focalizzato di voler attrarre altri o
hanno invece concentrato pensieri e desideri sul se stessi che cercavano, il loro vero Sé, seguendo
poi il divenire?
E ancora: “È il pensiero di suonare un flauto a far sì che la cosa si verifichi di per sé o è piuttosto
l’emozione di essere flautisti, di sentire a priori la gioia di quei suoni e del creare musica, a guidarci
nel divenire e ad attivare l’attrazione?”
Almalibre quindi elaborò la nuova definizione del principio d’attrazione, l’Attrazione Gaia, anche
sulla base delle recenti scoperte in campo fisico, psicologico, genetico, epigenetico ed evoluzionista.
Quindi Alma pone l’accento anche sull’aspetto strumenti, cogliendo uno dei tasselli mancanti alle
varie definizioni della Legge di Attrazione che, forse anche per motivi di carattere commerciale,
aprono scenari fantastici nell’immediato ma lontani dalla fonte universale, rimanendo di fatto
fuorvianti. Egli sottolinea che, essendo noi stessi il principale strumento che co-crea la realtà e
dovendo fare i conti con la matrix in cui siamo immersi, non tutto si può realizzare nell’adesso-e-ora
solo desiderandolo e che quindi esistono dei tempi da rispettare.
Volendo fare un esempio pratico: se volessimo divenire percussionisti, potremmo auto crearci in
quanto strumento idoneo a suonare una batteria, ma di certo ciò non si verificherà istantaneamente
solo perché l’abbiamo desiderato. Dovremo prima imparare, creando un noi stessi che rappresenti il
mezzo attuativo del nostro desiderio; ossia l’evoluzione di un noi stessi che è in grado, in quanto
strumento, di attrarre e dar vita agli eventi-scenari che verranno in seguito.
Ciò ovviamente ci fa capire, tra le righe, l’assoluta necessità di dar vita a un noi stessi nella totale
libertà; viceversa, il noi stessi non così generato, creerebbe e attrarrebbe su un piano improprio:
cosa che l’uomo avverte solo a posteriori, etichettando quel tipo di scenari di vita, a cui esso stesso
ha dato origine, col nome di “errori” o magari di esperienze “pseudo utili” (nel secondo caso ciò è
falso, ma aiuta a mantenere un livello di auto stima accettabile). In sintesi: una perdita di tempo e vita
non recuperabile, se non al prezzo di un grande dispendio di energie.
Gli errori di fondo hanno un prezzo: questo non deve scoraggiarti, anzi. Ma questo assunto deve
diventare, mentre ti trasmuti, una delle tue Chiavi della Consapevolezza.
Il prezzo degli errori del passato sarà leggero, se approdiamo alla libertà. Ma ciò non si verifica nei
rapporti umani, in cui, quasi tutti gli scenari a cui abbiamo dato vita nel passato, difficilmente
potranno più evolversi nel sentimento di espansione; ossia in quella sensazione di apertura,
nell’ambito di un rapporto (affettivo, professionale e quant’altro), che generatosi dalla fiducia,
consente poi di originare emozioni e scenari che fanno tendere all’espansione, piuttosto che alla stasi
o alla contrazione. Ciò che viene dal passato è un elemento molto incerto. La chiusura del sentimento
di espansione, da parte di altri verso noi, potrebbe essere stata una conseguenza di ciò che abbiamo
innescato con scelte improprie, in quanto condizionati dalla m-s.
Va però sottolineato che sbarcati nella libertà e nell’Attrazione Gaia, ciò vale solo per un
determinato e singolo aspetto e quindi, al contempo, vivremo nello stato di grazia che ci dà una
libertà vissuta attimo per attimo. Ne consegue che anche il creare strumenti diverrà un atto gioioso.
Almalibre fu ispirato, nel concepire la nuova definizione, anche dagli ultimi studi legati alla teoria
evoluzionista. Essi rimettono in gioco, per taluni aspetti, le ipotesi di Lamarck, in cui si chiarisce
come, nella fonte universale, sia parzialmente presente l'auto generazione anche fisica e fisiologica di
se stessi, attraverso una variante alla selezione naturale, ponderata o istintuale, in cui le emozioni
contribuisco a determinare la funzionalità del DNA (epigenetica).
La discontinuità psichica inconscia e le emozioni
La via tracciata in questi scritti snoda il suo percorso attraverso alcuni nuovi concetti legati a recenti
scoperte, tutte successive alla teorizzazione di Osho del Balzo Quantico, che consentono di viaggiare
verso la liberazione interiore e di abbracciare l’Attrazione Gaia. Il testo è stato ispirato dall’Essenza
energetica dell’Uomo Originale Libero -l’UNO-; Essenza presente anche nel singolo individuo e
rappresentabile in ciò che esso era, ossia connesso all’UNO, prima di essere stato assimilato dalla
matrice-vivente (m-v) e quindi disconnesso dall’UNO. Il punto di arrivo è quello dove sarà possibile
trovare le chiavi della libertà, per vivere nella felicità e nella gioia, svelando ciò che oggi può
consentire di farlo. La rinascita dell’Uomo Originale Libero conduce a un luogo interiore, in cui il
rapporto con l’amore e l’universo è del tutto dissimile da quello attualmente ordinario, dove ogni
cosa si realizza nell’ambito di una vita fatta di libertà, meraviglia e scoperta continua.
Il Grande Salto va compiuto in due fasi distinte e non contempla varianti: per vivere l’amore in
perenne contatto con l’universo, la liberazione dev’essere totale, assoluta, purificata da ogni schema
sociale. Solo raggiunto questo stadio, l’Attrazione Gaia diverrà il volano di felicità della nostra
esistenza.
L’Uomo Originale Libero ama se stesso e quindi specularmente il suo prossimo, che vive come parte
della sua stessa essenza. Oggi la conoscenza della discontinuità psichica inconscia ci dà la chiave
per poter alzare delle barriere di protezione nei suoi stessi confronti e stabilizzare il nostro
cambiamento interiore, rendendolo definitivo.
Una menzogna non diventa verità solo perché tutto il mondo ci crede! - Gandhi
L’avventura continua
I sentimenti possono essere manifestati solo se colti; e per farlo è necessario che alberghino già in
ciò che sentiamo per noi stessi, perché possiamo “vedere” solo quello per cui siamo pronti.
Viceversa, se non sentiti emozionalmente, ma solo mentalmente, i sentimenti sono un indubbio
elemento alieno, un’espressione puramente dialettica.
L’essenza dell’universo è la libertà. Essa è un luogo in cui l’allineamento alla vibrazione
universale genera gioia, felicità e amore.
Se cercheremo la libertà piantandone l’albero, troveremo inevitabilmente anche l’amore, che ne è
il frutto. Se invece cercheremo a priori l’amore, troveremo la tristezza, perché avremo intrapreso il
percorso errato, empatizzando i sentimenti delle matrici-schiavizzanti che guidano il divenire
delle cellule-uomo programmate, con cui entreremo in contatto.
Chi è libero ama se stesso e, inevitabilmente, conoscerà solo l’amore, amando gli altri per
risonanza.
Tutti coloro che non amano se stessi, non possono amare gli altri, perché non conoscono l’amore.
La strada che percorre chi parte dalla ricerca dell’amore per gli altri, prima che per se stessi, non
consente di conoscere l’amore, e porterà quindi alla frustrazione dell’incomprensibile “poi”, che
segue al “prima”, dovuta ad aspettative improprie. Porterà forse all’indifferenza, all’odio e, nella
migliore delle ipotesi, alla tristezza interiore.
L’amore universale e incondizionato, può vivere fuori dal tempo, solo nella purezza che viene
dalla Liberazione.
Approdare all’amore universale non è elevazione; è solo la nascita di sé. E’ quella dimensione
originaria, a cui l’universo ha destinato tutte le sue forme.
- Almalibre Rebelde -
Le paure
C’è un solo elemento nella natura umana che potremmo definire, sul piano spirituale, negativo – in
senso generico: è il sistema psichico delle paure!
Tale sistema ha un'utilità primaria nell’aspetto pratico-materiale della vita, in quanto ci consente di
essere previdenti e prudenti, donandoci la consapevolezza che qualcosa di specifico potrebbe
procurarci danno. Viceversa, sul piano spirituale, la paura diventa lo strumento attraverso il quale ci
autolimitiamo, o veniamo manipolati e gestiti dal mondo esterno: in modo diretto, trasversale o
subliminale.
Durante il processo educativo – la fase di assimilazione - e in particolare nei primi anni di vita, ci
vengono instillate paure di vario genere: in merito a come ottenere o meno ciò che desideriamo, sulla
riuscita nel sociale, sull’essere accettati o meno dai nostri genitori e dagli altri, su come relazionarci
con l’altro sesso, sulle conseguenze del fare ciò che la matrice chiama ‘male’, sul comportamento,
sul sesso e così via. Fino a creare quella mostruosa griglia di paure e regole che ci condizionerà poi
per tutta la vita, pilotandoci verso un’esistenza impropria.
Persino, tra le tante, la paura che le persone che ci sono vicine si liberino, porta alla paura di essere
o mostrarci liberi, come per esempio nelle dinamiche di coppia e in quelle delle doppie vite.
Ma non solo: la m-s, attraverso l’educazione, ci dice anche cosa fare per evitare ciò che ci
procurerebbe danno, ossia seguire le sue regole. Esistono regole per fare il Papa e altre per essere
pusher, l’importante è rispettarle, seguire la pista già tracciata, stare nei ranghi.
Eppure, per quanto la paura alberghi nell’uomo, esso anela con forza alla libertà, per cui tutto ciò che
non viene vissuto nella libertà è tristemente predestinato a finire o a portare a quella morte interiore
che è l’abitudine.
Oltre a tale istinto di paura, null’altro vi è, nella natura umana, che non vada in direzione della gioia
e dell’amore; così come sembra non vi sia nulla che i greci antichi non avessero già intuito in ambito
spirituale. Alcuni filoni della filosofia greca già consideravano, in senso generico, le paure come
origine del male verso sé e gli altri. In compenso sono stati scritti e letti migliaia di libri inutili. Essi,
invece di mantenere il focus sulle paure instillate dal mondo esterno, in quanto cause prime di un
divenire che ha generato un allontanamento sempre maggiore dell'uomo dai suoi desideri naturali,
hanno sviscerato le dinamiche interne delle varie problematiche a cui l’uomo è soggetto. In sostanza,
testi incapaci di centrare le cause prime e quindi di produrre un vaccino efficace.
Adesso-e-ora
Sono le paure a impedirci di vivere nella nostra dimensione spazio-temporale naturale. Esse ci
proiettano inevitabilmente in quel futuro, in cui si svolgeranno le circostanze di vita che
immaginiamo, e che sono oggetto delle nostre elaborazioni mentali. Il futuro a sua volta pesca anche
dal passato e dallo svolgimento della vita altrui, in un continuo ping-pong di domande e risposte, che
non arrivano mai a conclusioni soddisfacenti, e che a volte portano all’ansia cronica.
All’uomo sembra naturale pianificare il futuro, perché negli scenari di vita rappresentatici dalla
matrice, le strade sono già tracciate, come fossero i binari delle ferrovie. E in apparenza si tratta solo
di scegliere, tra le varie possibilità di vita, quella giusta da mettere in corsa su quei binari. Il sistema
educativo è così efficiente da riuscire a depistarci totalmente dalla nostra essenza, che viceversa non
vede alcun percorso predefinito ma solo un campo fiorito immenso, in cui vivere e giocare.
È questo uno dei grandi paradossi che ci impone la matrice, proiettandoci nel futuro, invece che nel
nostro luogo naturale di vita: l’adesso!
I principali falsi obiettivi sono pochi ma chiari e ci portano a farci domande che, a loro volta, passo
passo, ci spostano definitivamente dall’adesso-e-ora, fino alla dimensione futura del “poi”:
- Che professione sceglierò tra quelle disponibili per garantirmi un futuro materiale? E siccome
desidero tutte quelle cose indispensabili, che vedo in TV e che tutti bramano, sarà opportuno che
segua le mie tendenze creative o una strada più sicura? E tra quelle che sembrano siano più
percorribili, non sarà forse meglio che selezioni quella che oggi è meno affollata?
- Al di là delle relazioni spot con l’altro sesso, troverò poi la persona giusta per creare una coppia
stabile? E che tipo di persona dovrebbe essere? In che dimensione dovremmo vivere?
Questi due semplici blocchi di domande, centrati sulle principali tematiche oggetto dei pensieri dei
programmi (ossia le cellule-uomo), ci portano all’evidente conclusione che la matrice ci spinge,
attraverso le paure pre-inculcate, a cercare l’incastro tra noi ed essa... tutte le energie vengono
utilizzate per questo. Nello stesso tempo, in ambito sentimentale, ci rappresenta la necessità di
trovare la persona giusta da inserire nello schema di coppia e non a “vivere” altre persone, senza
pianificare in precedenza le modalità in cui le relazioni dovranno evolversi. In questo scenario, la
schiavitù dei programmi (le cellule-uomo), diventa totale. Perché quelle domande genereranno bivi
(pluri ipotesi percorribili), scelte e scenari di vita potenzialmente realizzabili, da cui a seguire
nasceranno -- > altre domande -- > elementi più o meno a favore delle varie ipotesi percorribili --
> elementi più o meno contrari alle varie ipotesi percorribili -- > valutazione pro e contro (ping
pong) -- > ansia -> spostamento energetico-vibrazionale nel futuro. E se e quando si arriva alla
scelta, cominciano poi i pensieri su come si evolverà la situazione... e a seguire altre ipotesi -- >
altre domane -- > altre scelte…
In una modalità, a sviluppo esponenziale, che manda in tilt il cervello e sposta il baricentro della vita
totalmente nel futuro.
L’uomo non solo vivrà nell’illusione che gli schemi, preconfezionati dal sistema, siano giusti e
scontati, ma perderà anche per sempre la magia dell’adesso, che caratterizza la felicità universale.
Adesso-e-ora non significa solo: sono qui, adesso, ma anche che, nel dopo, sarò in un altro adesso-e-
ora e non avrò portato con me i pensieri, le cose e le persone del “prima”, se non per motivazioni
strutturali.
Estirpata la m-s, vivere nel “qui e ora”, che nella parola “qui” identifica il luogo, diverrà la
normalità. Auto disciplinarsi per essere nel “qui” non sarà più necessario, perché i residui di
matrice, dopo il Grande Salto verso la libertà, saranno solo legati al fattore tempo. In conclusione
l’uomo libero dopo il Grande Salto della libertà, che lo porta a ritornare Uomo Originale Libero,
deve guardarsi solo dall’idea di “tempo”, che in tutto il mondo di matrice che lo circonda, scandisce
il divenire. Un’eco quindi che non può essere eliminata a priori. In apparenza, difatti, tempo e
divenire sembrano la stessa cosa, mentre invece sono modi diametralmente opposti di percepire il
prima, l’adesso e il poi. Al di là del significato da vocabolario, il termine “tempo” viene associato,
dal nostro cervello, a un’infinità di elementi, scenari e fattori che la m-v ci ha impiantato: infanzia,
giovinezza, pensione, malattie e quant’altro; mentre il divenire, se non inquinato da eco esterne, è
come un liquido in cui tutto si fonde, nella quiete dell’adesso.
Il mondo circostante, fatto anche di matrice e cellule-uomo, emana continuamente input tesi a non far
vivere l’uomo nell’adesso; mentre gli input sul “luogo” sono di minor importanza e già col primo
salto, il Risveglio, vengono parzialmente superati.
Approfondimenti: L’istillazione delle paure sul piano fisiologico da parte della m-v nell’uomo,
attraverso la scrittura del programma m-s nel cervello.
Attraverso questo procedimento l’uomo viene assimilato, divenendo una cellula del macro organismo
matrice-vivente.
Lo schema che segue è estremamente semplificato, in quanto le neuroscienze si sono sviluppate
moltissimo nell’ultimo decennio, e quindi potremmo entrare in infiniti dettagli tecnici. D'altronde a
noi, in Translife, interessa solo focalizzare le modalità di assimilazione e quelle per liberarci, in
un’ottica puramente spirituale.
Per entrare nel pratico, con l’aggiunta di questi elementi scientifici, il quadro dei meccanismi
assimilativi si completa. Ad es: in un bambino che prova paura per qualcosa di presente o di
futuribile, il sistema di “attaccamento” interviene e porta a chiedere aiuto a un familiare con cui
l’attaccamento si era precedentemente consolidato. E per rispondere alla richiesta e dare sostegno al
bambino, il familiare attingerà dalle informazioni contenute nella sua m-s.
Sistema educativo: Le paure che ci vengono istillate dal sistema educativo (paura di non affermarci,
modalità relazionali, modalità e schemi per vivere l’amore, coppia, sostentamento economico,
infelicità, ecc… ecc…) e divengono residenti nel nostro cervello che le immagazzina (forme
pensiero). In una seconda fase, quando si verifica l’evento atto ad attivarle, queste forme pensiero si
attivano (come fossero dei programmi software che vanno in esecuzione) e si trasformano in MOI e
memorie cellulari. Esempi classici di questa dinamica sono quelli relativi alla coppia:
PAURA: la paura di non essere amati -> SOLUZIONE DI MATRICE INSTILLATA CHE CREA LA
FORMA PENSIERO: la forma pensiero “devi cercare di creare una coppia quando una persona ti
piace”. -> ESECUZIONE DEL PROGRAMMA: atteggiamento attivo nella creazione di una coppia
quando si incontra una persona che piace. -> CREAZIONE DEL MOI E DELLE MEMORIE
CELLULARI: una volta creata la coppia le modalità di interazione con l’altro, che variano in
funzione della personalità degli attori, creano un MOI che contiene già al suo interno lo scenario di
vita e le aspettative<-> pretese del programma coppia.
CONCLUSIONI: la m-v installa il programma m-s nel cervello dell’uomo, che prevede la
generazione e la permanenza di paure a cui l’individuo non libero può dare risposte (risposte di
difesa), solo uniformandosi al sistema di regole selezionato dalla m-v; ossia seguendo gli schemi
rappresentatigli in modo rassicurante durante la fase educativa e di addestramento.
NOTA: Il freezing è un’immobilità tonica che permette di non farsi vedere dal “predatore” mentre si valuta quale strategia (attacco o
fuga) sia la più adatta per la situazione specifica. Quando nessuna di queste strategie sembra avere qualche possibilità di riuscita l’unica
ed estrema risposta possibile è il faint, la brusca ed estrema riduzione del tono muscolare accompagnata da una disconnessione fra i
centri superiori e quelli inferiori. E’ una simulazione di morte, ovviamente automatica e non consapevole, perché in genere i predatori
preferiscono prede vive. In questa situazione, per mezzo di attivazione del sistema dorso-vagale, vi è un distacco dall’esperienza e sono
possibili sintomi dissociativi.
C’è una sola cosa che deve farci paura, e tanta, in questa vita; perché ne abbiamo una sola in tale
forma:
di averla sprecata non vivendo nella libertà che porta all’amore universale e alla gioia interiore.
Libertà non è fare ciò che si vuole, ma farlo dopo essersi Liberati; viceversa i nostri desideri
verrebbero generati dai falsi obiettivi instillatici.
Le paure sono la porta che la matrice-vivente utilizza per entrare nella nostra mente e scrivere il
programma matrice-schiavizzante, rendendoci asserviti a essa; ma in questo caso possono essere
la porta della vita.
Quindi abbiate paura, e tanta!
-Almalibre Rebelde-
PARTE TERZA
2007 Almalibre Rebelde la sera della Rivelazione che cambiò la
sua vita
-Almalibre Rebelde-
Roma. Almalibre e la notte della Rivelazione
Io: <<Ro, è vero che ora sono a secco e vorrei farmi un viaggio, ma non tornerei indietro per nulla
al mondo. Quelli sono stati 10 anni di solitudine, tranne che con te forse; che a tua volta ti
chiedevi se fosse quello il tuo posto. A parte la sfida del momento, l’entusiasmo del creativo,
l’aver concepito cose che oggi usano in tanti, partorito progetti singolari, incontrato capi di
Stato, gestito professionalmente centinaia di persone… Ma a parte quei momenti, anche se così
insulsi, se fuori dal loro contesto, quel casino umano intorno, con cui non avevo nessun contatto
interiore…
E’ stata: solitudine!
Ora invece mi sento felice, leggero, la mia ricerca continua, mentre vivo e gioco. Ho passato la
giornata in un bosco bellissimo, tra i laghi del viterbese, ad ascoltare tra i cinguettii, il fruscio
del vento. Mi sono riempito l’anima. Ro, volevo dirti, su quei libri che mi hai consigliato… tra
l’altro anche Ivo me ne ha dati un paio sullo stesso argomento. Sai com’è diretto Ivo, mi ha detto:
“Alma, ti ho visto fare tante volte questa cosa: creare. Secondo me potresti capirci qualcosa in
più. L’Attrazione è una realtà, ma in fondo questi scrittori non hanno mai dato vita a nulla; come
possono trasmettere ciò che non sanno? Poi magari, ad altri creativi, o non interessa cercare di
capire quale è la Chiave, perché pensano che la sorgente sia la loro genialità, o non hanno
interesse per la spiritualità e la ricerca interiore, che sono tasselli primari per poi cercare di
identificare i principi dell’Attrazione. Insomma, alla fine molti vi si allontanano perché non gli
funziona. È vero che a volte condiscono questi libri con altre pseudo leggi prese magari in prestito
da consolidati concetti di psicologia o spiritualità che danno benefici, come il pensiero positivo;
ma sulla “creazione intenzionale”, che è l’essenza dell’Attrazione, non dicono niente di utile. Non
sapendo come si fa, la rappresentano come una sorta di magia ancestrale.”
Così mi ci sono messo d'impegno. In effetti, penso sia come dice Ivo. Comunque ho deciso di
andare a fondo, cercare in me, e chiarire come si articola il processo di “creazione intenzionale”.
Solo un individuo libero può raggiungere l’allineamento interiore necessario a vibrare sulla
stessa frequenza dell’universo, perché in quello stato di grazia non vi sono pensieri contrastanti,
dubbi, mancanze o perplessità, e quindi i desideri non nascono da valutazioni o scelte ma sono
purezza assoluta, sono “flusso”.
Viceversa di libertà, in quei testi, ce n'è molto poca; ovvio che la gente poi si stufi: sono più
operazioni commerciali che altro, secondo me.
Schematizzare non si addice molto a questo argomento, ma per semplificare, articolerei così il
processo creativo:
Punto uno: Percorso di liberazione interiore, di cui loro non parlano per ciò che esso è realmente,
e soprattutto di quanto sia “duro”.
Due: Percezione delle emozioni, che dopo la liberazione divengono le proprie e non sono più
quelle consolidate dagli schemi sociali in cui si viveva prima.
Tre: Desiderare! Che poi in realtà, quando ti sei Liberato e sei nel flusso, non è un atto conscio,
ma bensì fluido, diretto ed istintivo… in mutazione magari, attimo per attimo.
Quattro: Verifica degli strumenti disponibili: talenti individuali, beni materiali, competenze, ecc..
e la loro compatibilità con la propria natura. Per esempio: se una donna è molto piacente, potrà
fare soldi prostituendosi; quindi se desidera danaro, potrebbe farne molto così, ma non è detto che
l’uso in tal senso di quel suo strumento, il corpo, le dia gioia, e se così fosse non vi sarebbe
allineamento interiore.
Poi, a seguire: creazione di eventuali nuovi strumenti che vanno prima desiderati e, quindi,
lanciarsi seguendo le emozioni.
È un bel percorso di vita, alla volta della libertà, della felicità e della gioia interiore.
Quindi è chiaro che la priorità sta nel creare il “noi stessi” vero, liberandosi.
Ho già cominciato a scriverne, ma sono distratto da una voce che mi si raffigura come un
ologramma: proviene da un sogno che si ripete e che non rammento bene. Sono convinto che sia
attinente agli studi che sto facendo sui principi dell’Attrazione.>>
Ro: <<Alma, di che si tratta? Io penso piuttosto che sei in uno dei tuoi momenti mistici; ti
conosco da tanto e ho notato che hanno una loro ciclicità.>>
Io: <<Può essere che ci sia una ciclicità; sento questi momenti come fasi in cui la consapevolezza
si amplia. Periodi in cui le intuizioni chiedono di passare anche nella parte conscia e di radicarsi,
per lasciare spazio a una nuova illuminazione. No! Ciò di cui ti parlavo è molto più concreto. È
come se qualcuno mi dicesse che dovrei fare qualcosa: una voce che mi sussurra che potrei farlo.
Ma cosa? Non afferro.>>
Ro: <<Bellissime le colline senesi, piene di natura e grilli. Sto leggendo Osho e mi è venuto in
mente quel discorso che facevi sul sistema sociale, ma non ne ho capito le sfumature.>>
Io: <<Da quando ho approfondito i miei studi sull’energia e ampliato il concetto di forma di vita,
mi sono reso conto che il sistema sociale non fa parte dell’uomo, per quanto esso l’abbia
generato.
Il “sistema” sta lì! Ti prende in grembo da quando nasci, attraverso la scuola, la famiglia, i
media, il contesto di vita, ecc..; ti plasma, ti avvolge nelle sue spire e ti fa viaggiare su binari
predefiniti in merito a desideri, ambizioni, professioni, modalità di vivere i rapporti e
infinitamente altro. Ma, al contempo, mentre lui tutto incanala, nessuno può agire su lui. Il
singolo individuo non ha la possibilità di modificare alcunché, bensì solo di scegliere, nell'ambito
delle strade preconfezionate che il “sistema” ha già predisposto, quella che gli appare più
consona alla realizzazione dei suoi desideri. Magari anche come risultante di una continua fuga
dalle proprie paure. Che poi uno scelga di fare l’operario o il politico, poco importa. Insomma, in
apparenza si possono fare tante cose, ma in realtà sono molto meno di quanto sembrino, e sono già
predefinite nel loro svolgersi. Il “sistema” sembra quasi essere una strana forma di vita a sé
stante, simile a un pc con, nell’hard disk, un unico programma: la selezione naturale darwiniana,
che quindi ne rappresenterebbe il “cervello”. Nel resto della memoria di quel pc c’è tutto quello
che, essendo più funzionale allo sviluppo del sistema stesso, viene conservato nel tempo e
immagazzinato. Un amico mi ha detto che la sociobiologia sta arrivando a questa visione. Quindi
l’uomo singolo da, un po’ per volta, nuovi apporti alla matrice, ma a seguire, nel turnover
generazionale, non può più modificare ciò che la matrice ha scelto, per selezione naturale, di
usare per il suo sviluppo.
Per fare un parallelo astratto: il rapporto tra l’uomo singolo che vive nell’adesso-e-ora e la
matrice è lo stesso che c’era tra uno schiavo egiziano e la piramide finita, cioè non c'è alcuna
relazione, se non di apporto meccanico. Oppure, per dirne una eclatante: chi ha inventato la
bomba atomica, se avesse voluto, avrebbe poi avuto la possibilità di fare marcia indietro, dopo che
il sistema si impossessò della scoperta? Ci avevi mai pensato?>>
Ro: <<La tua è una visione nuova, ma logica; sai, un po’ come quelle cose che sono sempre state
davanti a te ma non le riuscivi a vedere. Alma ora devo lasciarti per una grande serata di samba,
vado a Siena.>>
Io, sorridendo: <<Avrei voluto esserci, sai che mi piaci tantissimo quando balli il sudamericano.
Hai una movenza ritmica coi fianchi, unica: mi emoziona!>>
Ci salutammo e mi ritrovai a pensare tra me e me: “E’ sempre così strana Ro. A seconda di dove sta
con la testa, vede tutto in un modo; ma sì! Lei ha una grande memoria per le emozioni e poca per i
passaggi della consecuzione causale del divenire. Ma quante cose in comune tra noi e quanti anni
passati insieme, in tanti modi diversi.”
Ormai mi era chiaro che chi sta negli schemi li ripeterà sempre, mentre tra noi tutto era andato
diversamente.
Ricordo a volte le sue parole.
Ro: “Alma, anche se non staremo più insieme ti amerò per sempre, ti vorrò bene senza tempo. Sei
una parte di me. Se avrai bisogno di me ci sarò, e ti verrò a salvare se sarà necessario; nulla potrà
cambiare questo.”
Avevamo passato anni a dormire abbracciati in una improbabile posizione: intrecciati, con la mia
gamba tra le sue. Non riuscivamo a staccarci un attimo e persino quando eravamo tra la gente,
cercavamo un punto di contatto, anche soltanto un piede. Le nostre parole si facevano eco tra loro:
“La tua pelle è come fosse la mia.”
“Non mi sento più solo.”
“Vorrei dire a tutto il mondo che mi sono innamorata.”
“Sento come se i nostri corpi ci limitassero nel toccarci l’anima.”
“Ho paura di questa cosa così forte.”
“Non potrei fare a meno di te.”
“Non sapevo cosa fosse l’amore.”
E quando in lei nacquero nuove esigenze di vita, partì e ci allontanammo per mesi. Ma l’amore era
troppo intenso per farci perdere e così ci ritrovammo di nuovo a vivere insieme a tratti, per anni, non
più come coppia, ma liberi e, per certi versi, fu ancora più intenso. Da liberi, sperimentammo scenari
di fantasia senza limiti, inventandoci noi stessi come fossimo giocolieri; anime libere che surfavano
nel mare giocoso della vita. L’amicizia è uno scambio energetico molto raro, quando nella sua
espressione più elevata diventa amore.
Ognuno viveva le sue cose ed evitavamo di raccontarci gli aspetti personali più intimi; ma fare
l’amore, quando ci andava, era più bello, meno morboso, ma pieno di gioco.
Avevo ritrovato il me stesso di un tempo, quello che viveva le relazioni nella libertà, al di fuori dello
schema di coppia, anche se il momento di transizione tra noi fu difficile sul piano emotivo.
Chissà che sarà di questo legame, pensai. Tutto ciò che viene dal passato, quando ancora non sei
libero, a volte ti appare in un modo, a volte il suo opposto. Pensai a quanto quel rapporto avesse
inciso nell’ampliare la consapevolezza di entrambi e a svelare i nostri sentimenti più veri. Ambedue
all’epoca eravamo negli schemi e se tra noi c’era ancora un rapporto così intenso, voleva dire che
quel legame era talmente denso che alla fine della passione, per non perderci, ci aveva forzato a
romperli e a non accettare quell’inevitabile che inevitabile non è. A rincontrarci, a volte dopo lunghi
periodi, per scambiarci amore.
Già! La potenza dell’amore, quello che molti credono sia il motore dell’universo. Era tutto un
divenire!
Una cosa mi era chiara: ciò che accade in una coppia dopo la rottura legata alla fine della passione, o
a seguito dell’emergere di nuove esigenze, che nella configurazione di vita precedente non possono
esprimersi, o ad altro, può andare dall’odio reciproco, al farsi un viaggio insieme ogni tanto, in
gruppo, ma sempre nello spazio di un range predefinito.
Ma a differenza di ciò, tra noi era accaduta una cosa molto particolare che entrambi non avevamo
mai vissuto. Al di là delle motivazioni individuali, in ambedue erano sorte le stesse domande: ma
perché deve verificarsi ciò? Perché la fine della relazione di coppia dovrebbe estendersi a tutto il
nostro rapporto e, per certi versi, inscatolarlo? Il grande senso di amore, amicizia, fiducia, affetto
profondo, non era cessato.
Era come se entrambi, ciascuno a modo proprio, percepissimo che un qualcosa ci aveva fatto
viaggiare su un binario, riempiendoci di scale di valori, concetti e gabbie di cui volevamo disfarci,
come avevamo già fatto in gran parte. E che questo qualcosa, nel suo programma, aveva già deciso
quale doveva essere il prosieguo: ma, tutti e due, ci rifiutavamo di percorrerlo. Ci ribellavamo a
qualcosa che sembrava essere in noi stessi fin quando cominciammo a intendere che quel qualcosa
non faceva parte di noi, ma era dentro di noi e di tutto ciò che il mondo circostante ci diceva e ci
suggeriva.
Quel qualcosa interferiva nella nostra comunicazione, agendo su un passato di cui era stato in parte
protagonista: quel passato eravamo noi nell’amore, e anche noi stessi, in ciò che di sgradevole era
potuto accadere. Ma al contempo, gli eventi negativi, tra noi, erano stati motivati dallo schema, da
quel qualcosa e non da noi intesi come vera Essenza. Insomma, un bel casino emotivo.
Fu un processo lento e sofferto, ma il legame era così intenso e voluto che a un certo punto questo
qualcosa cominciò a rendersi visibile. Si mostrò; forse nello sforzo di contenere la libertà e la
consapevolezza che il nostro cammino, per quanto riguardava la ricerca di un diverso modo di
relazionarci, ci stava facendo acquisire.
Quel modo che cercavamo, era al di fuori di ogni nostro ancoraggio ed esperienza precedente, diretta
o osservata in altri. E ogni qual volta che quel modo entrava in contatto con elementi esterni di
qualsiasi natura, persone, idee, ipotesi: cozzava! Ma contro cosa? Sembrava si trattasse di un
qualcosa che da un lato era dentro noi, nella nostra testa, ma che dall’altro attingesse da una fonte
esterna. Un po’ come se avessimo avuto un programma nel cervello, che veniva però alimentato ed
aggiornato dagli input esterni del sistema sociale e dalle persone che ne facevano parte.
Cos’era a far dire, per esempio, a un’amica: <<Alma, non riesco a capire la natura di questo
strano rapporto che hai!>> E quasi sempre a cercare di farlo incanalare da qualche parte, con
affermazioni del tipo: <<Ma allora, forse, vorresti tornare con lei…>>
Oppure: <<È un cordone ombelicale che andrebbe tagliato.>> E avanti così.
Niente di tutto ciò: quelle frasi non appartenevano a quelle persone, ma al loro modo di vedere lo
sviluppo dei rapporti nelle varie sfumature che quel qualcosa, appunto, aveva già predeterminato.
E ancora una volta si poneva la stessa domanda: chi veramente guidava quelle opinioni? Chi in realtà
parlava, attraverso la bocca di quelle persone? Perché a quel qualcosa non andava giù il nostro
rapporto? Come se fosse un fastidio, una macchia di caffè su una camicia bianca. Forse era una
macchia d’amore, di un sentimento che non doveva esistere, se non nell’illusione di uno schema
prefabbricato dal solito qualcosa, che voleva imporsi come regista e scenografo unico.
Quando senti frasi fatte, come la precedente di Sonia, che non provengono dall’interiorità di un
individuo, bensì dagli stereotipi inculcati dal sistema sociale, diventa inevitabile prenderlo in giro
ogni tanto. Io lo chiamo “psico gioco”!
Era il sistema preconfezionato della coppia maschio-femmina il vero problema, non il resto. Ma chi
aveva creato quello schema? Chi era quel qualcosa da cui tentavamo di sfuggire?
Più tardi feci uno studio storico molto approfondito, risalendo fino agli egizi. Quel meccanismo, la
coppia, era nato dal presupposto che tra i partner non vi dovesse essere amore né una frequentazione
precedente, in quanto finalizzato esclusivamente alla procreazione e al buon sviluppo della prole, a
cui, attraverso la famiglia, doveva essere iniettata la prima dose di condizionamenti, credenze,
morale, ecc... Solo negli ultimi decenni vi era stata una variante: lo schema stava per morire, in
quanto non più funzionale all’evoluzione del sistema; ma mentre esso, per selezione naturale, cercava
la giusta alternativa alla coppia, quest’ultima sopravviveva nel caos più totale.
Nella libertà interiore nulla è già scritto e i percorsi non seguono solchi già tracciati da altri. Vi è
visibilità solo per il punto iniziale, ma non si vede la fine, perché tutto può accadere nella gioia del
divenire.
Cos’era quella voce? Cosa stava cercando di dirmi? Sentivo come se lei, la voce, fosse stata alla
ricerca di me e io di lei. Chissà! Ma forse era solo una sensazione, un modo per dare senso a ciò che
un senso non avrebbe dovuto avere.
Quella notte sarebbe accaduto qualcosa: lo percepivo!
La voce parlava di un uomo originale che avrei dovuto incontrare, e il momento si avvicinava.
Raggiunsi Flo’ a Trastevere, tra i vicoletti. Bellissima quella zona, la sentivo come una “casa”. Sì, la
mia “casa” di città, come le isole Cicladi e le Canarie erano la mia “casa” di mare. A differenza di
tanti centri storici, lì c’era vita vera, non solo di passaggio. Si sentiva il cuore della città più pulsante
al mondo, dove convivevano realtà tanto diverse. L’unica città capitale di uno Stato e di un impero
metafisico. Un connubio mistico, come mistica era l’aria che si respirava. Il vero centro del mondo
occidentale, la capitale spirituale del pianeta Terra, il luogo dove nell’immaginario cristiano
cattolico risiede ciò che governa la morte e la speranza di un divenire intangibile.
Flo’: bellissima come sempre. Lunghi capelli mossi con meches, occhi verdi pieni di vita e quel
pizzico di spirito “romanaccio” nelle movenze eleganti: classe! Si trovava alla mia altezza, nel senso
che io sono 1 metro e 85 con tacco 2 e lei 1 e 75 con tacco 12. Sulle scarpe décolleté, un enorme
fiore di stoffa dalle sfumature violette.
Una donna piena di spirito, acuta e, quando voleva, anche profonda; dalla grande intelligenza e
leggerezza, ma anche estremamente pragmatica. Il mio opposto, da quel punto di vista. Incrociammo
gli sguardi e ancora una volta sentii gioia nel vedere quel sorriso così vitale. Era una manager
atipica, Flo’; si definiva: lo spirito di un pellerossa mistico, Cavallo Pazzo. Avevamo una splendida
intesa
Tempo addietro le avevo detto nel contesto di un discorso: <<Flo’, mi piaci molto, ma se ti va di far
sesso con altri, tieni presente che a me la cosa non tange; non mi creerebbe alcun disagio.>>
Era alla guida, ma si voltò un istante verso di me con lo sguardo perplesso, e disse: <<Alma, è la
cosa più brutta che si possa dire a una donna!>>
Io: <<Flo’, non mi fraintendere! Mi piaci moltissimo, ma non la vedo così; non stai esprimendo
una tua opinione. Sappiamo benissimo entrambi che non può essere la frase peggiore da dire a
una donna. A te l’hanno mai detta? Ti risulta che qualcuno l’abbia detta a una tua amica?>>
Flo’: <<In effetti no; solo tu puoi fare queste uscite a freddo!>>
Io: <<Allora diciamo che esistono anche le persone libere, quelle che non possono provare
gelosia, possessività e che vedono la coppia come uno schema di vita pre evolutivo, un retaggio
preistorico. Io vedo le persone che stanno in coppia, sul piano dell’evoluzione interiore, come una
di loro giudicherebbe un popolo che usa far mangiare le donne in disparte; è solo una questione di
livello di consapevolezza.
Si dice che il settentrionale vede il meridionale come se fosse a un piano inferiore, e così fa il
danese col milanese, ecc. Per me questo non è più un fatto razionale o, come si suol dire, mentale.
E’ una cosa interiore; la sento sul piano emozionale. Tesoro, mi sono evoluto!>> Sorrise
perplessa e non se ne parlo più.
Nonostante la sua intelligenza, credo le riuscisse inaccettabile credere che quella fosse la mia
posizione naturale sull’argomento; anche se oggi non mi sembra per nulla strano. Tempo dopo,
persino una mia ex, con cui avevo un rapporto estremamente profondo, mi disse: <<Ma tra le donne
con cui ti relazioni, non ce n’è nessuna con cui vorresti avere un rapporto di coppia?>>
Le risposi: <<Perché dovrei fare una cosa così stupida? Io sto benissimo con loro e i miei rapporti
sono veri e realmente profondi, non come quelli di chi sta in coppia.>>
Insomma gli schiavi del sistema sociale, i malati, volevano curare i sani!
Magari è un po’ duro dire così, ma a tutto c’è un limite!
Mi rendo conto che facevo fatica a far arrivare correttamente il mio punto di vista: chi sta negli
schemi non può capire, ne è troppo schiavo. Il sistema sociale parla usando la loro voce e preferisce
pensare che se vivi così è perché magari hai avuto un problema, una delusione o qualcosa di simile.
I più ristretti parlano del complesso di Peter Pan; ma cos’è un complesso? Forse il complesso delle
idee giuste? Credo che il sistema, per non dire che la libertà è il suo nemico principale, si è inventato
questo concetto.
Certo: avrei potuto spiegarle che avevo già superato questi limiti tempo addietro e che poi, per vari
motivi, mi ero trovato un paio di volte in un meccanismo di coppia. Soprattutto perché vedevo che in
pochi riuscivano a evolversi e, dopo essermi innamorato, ero sceso a patti con me stesso, per paura
di perdere chi amavo; ma sarebbe stato inutile dirle anche quello.
Oggi, per scelta, non ho più frequentazioni, se non telefoniche, con persone che stanno in coppie o
tendono a farlo. È così evidente che se non esistesse la coppia, anche la gelosia e la possessività
svanirebbero, perché l’ingresso di una nuova passione o di un precedente amore non consentirebbe
che uno escludesse l’altro. Che motivo avremmo di provare gelosia o possessività verso un
individuo che non ci escluderà dalla sua vita, dalla sua fisicità, dal suo dare? Lo faremmo solo per un
fattore temporale? Ossia per il più o meno tempo che avrebbe per noi? O perché desidera
comunicare, provare emozioni anche con altre persone?
Di certo, a seconda dei periodi, sentiremmo più o meno passione per qualcuno, ma nessuna figura che
amiamo verrebbe esclusa dalla nostra vita e viceversa; né dovremmo mettere quegli odiosi paletti
che limitano amore ed espansione nei rapporti, rendendoli paludosi e senza vita.
Il senso di ciò che chiamiamo vitalità è la possibilità di espandere le emozioni. All’opposto di ciò
c’è chi, accettando il sistema di coppia, il possesso e quindi l’univocità sessuale, fa divenire il sesso
centro del rapporto e, per effetto di ciò, si auto crea; ossia genera un se stesso come figura che pone
limiti agli altri, anche se li ama, recintando la potenzialità dell’espansione. E così facendo, inscatola
i rapporti: “tu sei una ex, tu un’amica, tu un’altra etichetta, ecc.”
Noi siamo spiritualmente ciò di cui ci nutriamo e in questo caso diveniamo ciò verso cui i nostri
pensieri ci portano; fino all’assurdo di credere che noi siamo così e che quindi, all’improvviso, una
cosa possa cessare e un’altra subentrare, per ripetere sempre lo stesso disco. Mutano gli attori, la
scenografia, l’intensità; ma il quadro non cambia.
Tornai al presente per un attimo e, ancora una volta, sentii che quella notte sarebbe accaduto qualcosa
di molto importante per la mia vita.
Mi aveva detto Dori, tempo addietro: <<Alma, è facile ragionare così per te, visto che piaci. Però
prova a metterti nei panni di un uomo “normale”: potrebbe già essergli difficile avere una partner
che l’attiri e con cui sentire un grande trasporto; molto complesso instaurare un rapporto con la
persona che ama, e ancora di più essere amato con pari intensità. Direi che è a dir poco molto
improbabile, che possa avere rapporti nella trasparenza con più persone che lo attirano.>> Poi
aggiunse in tono ironico e giocoso: <<Il mondo funziona così quasi per tutti; te e qualcun altro a
parte.>>
Le risposi divertito: <<Normale, che brutta parola. Mi ricorda una frase che ho letto di recente,
diceva: “Un tempo ero normale, poi sono guarito!” Trovo il quadro che fai un po’ anacronistico.
Comunque detta così hai ragione, ma io penso che non sia l’aspetto o l’atteggiamento a creare
questa realtà; credo piuttosto che nella libertà è come se agganciassi una parte dell’altro che è
sopita e che, nel momento in cui viene stimolata, esplode, si rivela. In quel momento le parti
reciproche si attraggono e si espandono. Insomma: qualcosa che era già li, in un’attesa con poca
speranza. Molti chiamano questo fenomeno “entrare in contatto con l’essere interiore che c’è
dentro l’altro”. L’aspetto e l’atteggiamento? Sono certo che non sono gli elementi determinanti;
ci sono tantissimi uomini molto più piacenti di me. Ma non credere sia tutto così lineare. Se
dovessi leggere questo scenario di vita con la chiave dei principi dell’Attrazione, ti direi che tutto
era scontato, perché il mio desiderio di essere amato, da chi amavo, non era affiancato da un altro
pensiero parallelo: ossia dal timore che l’eventualità non si sarebbe verificata. Così ho ricevuto
amore, anche da chi ha scoperto con me questo sentimento, quindi di un’intensità assoluta. Ma
nello stesso tempo un’altra cosa, il desiderio di essere voluto bene, che era molto predominante in
me, per motivi lontani nel tempo, ha viaggiato con a fianco la paura di non trovare ciò in coloro i
quali mi amavano. Ossia: ricevere amore e passione sviscerati era scontato per me, ma non il
“bene”; e soprattutto non dopo la relazione; così ho fatto confusione. Ho finito a volte per cercare
il “bene” da chi poteva darlo solo nella fase di passione e non percepirlo viceversa, in chi me ne
voleva in modo equilibrato e reale. Nel meccanismo di coppia, il “bene” è generato quasi sempre
dal voler compiacere chi si ama e quindi ne ho ricevuto talmente tanto, in alcune circostanze, da
non capire che sarebbe cessato con il finire della passione o della coppia. Direi che ciascuno ha o
ha avuto, i suoi casini. >>
Credo che quel discorso sia stato stimolante per Dori, perché tempo dopo mi disse: <<Vorrei
conoscere persone vere, che al di la di ciò che fanno o di come vivono i rapporti, siano reali.
Ormai sono disgustata dal pensiero di incontrare individui che puntualmente non si rappresentano
per ciò che sono.>>
Ma come si fa a incontrare persone vere, se queste non si sono liberate dall’involucro? Il primo
soggetto a cui si mente, nel rappresentarsi, come focalizzò anche Freud, è se stessi.
Nelle mie sessioni formative al management, in modo provocatorio, ero solito dire, generalizzando:
“Se qualcuno vi parla del suo modo di essere sta sicuramente mentendo, ma non intenzionalmente;
non ha pianificato un inganno verso di voi, ma piuttosto sta proiettando sull’interlocutore le bugie che
prima ha detto a se stesso, di sé. Tutti desiderano avere un grado di autostima elevato. E nella matrix
il livello di autostima è proporzionale a ciò che di se stessi pensano gli altri, in rapporto a quello che
per il sistema conta di più o di meno, e così creano un “se stesso” che non esiste, ma con cui poi si
rappresentano a chi gli sta intorno. Le tipologie sono varie, la più estrema e palese è quella di chi è
solito dire: 'Io conosco Tizio, Caio Sempronio', purché siano personaggi di rilievo nell’ambito del
loro schema di appartenenza – imprenditori o spirituali che siano. Non avendo inconsciamente stima
di sé, tali individui sostituiscono la faccia di terzi alla loro.”
Dori aveva molto fiducia in me e la cosa mi preoccupava, nel contesto attuale. Avevamo fatto enormi
passi avanti insieme; identificato la carenza affettiva dell’infanzia, la freddezza materna e l’iniezione
di matrice che aveva subito; quella con la variante d’imprinting la vita è dura e sofferta, si combatte
senza gioia!
Così nel tempo aveva preso le distanze da chi le rappresentava la vita come un peso o, quanto meno,
ne limitava gli influssi: si andava dall’ex marito che, dopo la separazione, aveva pianificato di
perseguitarla a vita usando il figlio in comune come strumento, fino ad arrivare alla madre e agli
amici succhia sangue. Già, perché quando si ha quell’imprinting nell’infanzia, spesso ci si ritrova
sempre con la stessa tipologia di rapporti: gente pesante, molto raramente gioiosa, vampiri
dell’energia altrui.
Lo psicologo era stato importante per lei in questo passaggio, ma quando Dori mi disse: “Alma, ho
deciso di troncare con l’analisi psicologica; mi è stata utile, ma ora sono in grado di fare da me. Ho
fatto pulizia di molte cose che mi opprimevano, situazioni e conoscenze varie; per il resto sono
rassegnata, non incontrerò le persone che vorrei, non le trovo.”
Le risposi: “Non condivido per niente questa scelta. Ok, hai fatto pulizia e ricalibrato i rapporti,
ma adesso inevitabilmente sentirai un grande vuoto; come lo riempiamo? Chi ti seguirà in questo
passaggio ora?”
Dori: “Ci sei tu, no?”
Io, preoccupato: “No Dori! Forse non hai focalizzato la delicatezza del momento. Quando eri off e
ti ho scritto “Mi dispiace di essere così lontano”, non intendevo lo starti vicino come presenza
statica e basta. Ti faccio un esempio: molte mie amiche sentono dentro di loro un forte input
spirituale, cercano amore universale, benessere, armonia – il bene inteso in senso lato – e così
magari si sono ritrovate in ambienti completamente diversi dai precedenti: buddismo, yoga,
spiritualità non legata a religioni, contatti con seguaci di Osho, principi dell’Attrazione, ecc, ecc.
Queste sono tutte cose nuove per te, ma di certo è in quei circuiti che potresti incontrare con
facilità persone con cui sperimentare. In fondo vi state già cercando, sul piano dell’immaginario.
Ma da dove cominciare? Andare magari a degli incontri? Ok! Ma devi volerlo. Se fossi stato dalle
tue parti, avremmo potuto fare qualche esperienza insieme. Questo intendevo quando t'ho detto
che avrei voluto esserti vicino.”
Ritornai forzatamente al presente. Pata da Paestum, al telefono: <<…e quindi vorrei chiamassi tua
figlia e le dicessi che stasera aspetto che rientri in orario! E’ ovvio che non rispetta le regole, dice
che tu gli consenti questo e quello. E così fa sponda su te!>> Feci una riflessione sulla gravità del
momento: aveva detto tua figlia, cercando di accendere in me un senso di colpa. Provai un sentimento
di tenerezza per lei e pensai: “Sensi di colpa a me? Che roba è? Pata, ti voglio bene, ma quando ti
poni così…” Per cui le risposi con dolcezza: <<Certo Pata, la chiamo io, a presto, baci.>> Sorrisi
e speculai: “Meglio affidarsi al tempo, che nella sua saggezza rende tutto nitido.”
Camminando, ricordai un altro episodio con Flo’. Eravamo al ristorante, seduti uno di fronte
all’altro. Le presi la mano, la guardai negli occhi e le dissi: “Flo’, vorrei farti una domanda, ma ci
terrei che la prendessi molto sul serio.”
Flo’: “Dimmi Alma!”
La guardai intensamente, con lo sguardo di chi chiede e, al contempo, cerca dentro di sé risposte a
cose che ormai gli sono aliene: “Flo’, cosa significa, stare insieme, essere una coppia?”
Mi guardò senza parole. Nel vivere le relazioni spot era una donna molto libera, ma credo che come
tutti i non liberi, nel momento in cui la passione è intensa e l’attrazione psico-fisica per l’altro, forte,
il desiderio di creare una coppia prende il sopravvento. Continuai: “Flo’, l’emozione che senti,
quella di voler creare una coppia con me, non è la tua; è frutto del condizionamento sociale,
dell’imprinting di matrice. E’ questo che ti fa sentire quel desiderio; non è il tuo. Sì, la matrice, la
chiamo anche cosi da quando ho visto quel film, Matrix.” E poi, sorridendo: “E’ più di tendenza
dire matrice, invece che sistema sociale, anche perché il secondo è troppo legato alle vecchie
ideologie.”
Flo’: “Mi piace quando mi chiami Flo’. Sotto molti aspetti ti vedo come una persona che sta, come
dire, oltre; ma a volte, devo ammetterlo, non ti capisco.” E ridemmo insieme della cosa.
Mi riusciva difficile farmi prendere sul serio, mi sembrava che lei fosse come in attesa. Non
realizzava che il mio stile di vita non era un punto di partenza, né di arrivo, bensì semplicemente la
condizione di normalità in cui vive un uomo libero che si apre, area per area, all’esistenza, a una
nuova e meravigliosa scoperta: la vita nella libertà, nella gioia e nella profondità, quella dove ti
porta la verità. D’altronde c’è un abisso tra chi da più valore all’atteggiamento e chi alla verità.
L’atteggiamento è finzione, ipocrisia: è matrice! Mentre la verità è libertà! La verità può generare
solo amore. Quasi a tutti interessa l’atteggiamento, non la verità. Che sarà mai questo corpo alieno, la
verità?
L’esistere è vivere attimo per attimo in tutte le sfere della vita – le relazioni, il lavoro, la
progettualità, la ricerca.
Solo nella libertà si può assaporare l’amore universale, per le cose e per gli uomini. Chi non è libero
non saprà mai cosa sarebbe stata realmente la sua esistenza. E così, senza accorgersene, vive la vita
di un altro se stesso, lo schiavo della matrice.
Mi disse Flo’, tempo dopo in una splendida serata fiorentina a due passi dal Battistero: “…e ora
sono stanca di investire su di te, magari potresti essere un cerchietto, nella mia vita!”
Mi voleva forse scuotere? Ma da cosa?
Io: “Cerchietto? Cos’è?”
Flo’: “Una storia con un suo piccolo spazio.”
Era prevedibile che prima o poi, nel suo immaginario, avrebbe ridimensionato il nostro rapporto. Ma
forse non si rese conto che ciò che lei vedeva, come restrittivo e trasversale, era invece per me
l’amore, quello vero. Sorrisi intensamente e le dissi: “Bella questa dei cerchietti. Abbiamo trovato
un nuovo termine romanesco per intendere le relazioni frugali. Da oggi, in queste circostanze, dirò:
“A teso'! Stai a fa' li cerchietti?” Notai una sfumatura di perplessità nel suo sguardo, forse si
aspettava una reazione diversa da parte mia.
Qualche tempo dopo questi racconti, seduti sulle splendide poltrone di un bar che occupava un’intera
piazzetta, nel pieno centro di Roma, Sandra, una sua amica che conosceva il nostro rapporto, le disse
guardandomi: “Flo’, è incredibile, a lui non frega mai di nulla. Peccato, Alma era proprio l’uomo che
vedevo alla tua altezza, eravate una gran bella coppia.”
Sorrisi senza commentare, quella frase non poteva avere senso per me, anche se ne comprendevo
l’origine, visto ero stato in matrice anch’io, un tempo; Sandra adorava Flo’, la vedeva come una
stella e, per tanti versi, Flo’ lo era.
A volte credo sia capitato che qualcuno abbia cercato di mettermi di fronte a una scelta o a creare le
condizioni affinché fossi spinto a farla. Ma anche nelle cose più importanti, se la scelta viene da una
sorta di imposizione trasversale, o in base a moduli e schemi scontati che poi, per me, sono tutt'altro
che scontati, queste cose riescono solo a farmi sorridere; nei casi in cui i sentimenti erano stati più
intensi, a farmi provare tenerezza e quella confusione interiore che nasce dal desiderio di compiacere
chi si ama.
Tornai nuovamente al presente e camminando tra i vicoletti, mentre riflettevo sul passato, vidi
un’ombra bizzarra. Le ombre non dovrebbero avere tratti interni, ma solo forme. Mi passò dinnanzi
all’improvviso ed ebbi come la percezione di averla attraversata. Sentii un brivido, quello di quando
ci si affaccia sull’ignoto. Era suggestione, un segno di ciò che sarebbe accaduto, o entrambe le cose?
Arrivai al ristorante dove Flo’ mi aspettava; l’abbracciai, ci scambiammo un bacio intenso e giocoso
e cominciammo a scherzare tra noi, poi cambiò tono e mi disse: <<Alma devo dirti una cosa
importante stasera!>>
Io: <<Tesorissimo, roba seria?>>
Flo’: <<Tesorissimo: solo tu mi chiami così! Penso di sì, che sia una cosa seria.>>
Io, sorridendo:<<Pronunciati! Ti ascolto.>>
E lei, con tono deciso: <<Prima di incontrarti avevo un’altra relazione che, a tratti, ho
continuato; ora puoi capire anche perché, a volte, ho degli strani stati d’animo.>>
In effetti, l’avevo notato. D’istinto sorrisi, le presi la mano e dissi con dolcezza: <<È bellissimo
quello che mi dici!>>
In quella frase c’era, in parte, l’apprezzamento per la sua sincerità. Anche se io non ero per le
relazioni di coppia, capivo che per chi invece con la testa stava lì, essere sinceri è molto difficile.
Ma quel mio slancio così istintivo fu motivato da altro: dalla sensazione di essermi tolto un peso.
Nonostante la mia chiarezza sul modo di vivere le relazioni, mi sentivo sotto pressione da parte sua e
questo mi inibiva anche nel manifestarle amore e passione. Nonostante fosse stata, tra tutte le donne
che ho frequentato nella mia vita, una delle poche per cui avevo sentito molta attrazione e
apprezzamento, non percepii alcun moto interno di gelosia o possesso, ma soprattutto nessuna
proiezione emozionale negativa per quando l’avrei persa. Ormai consideravo la cosa inevitabile; tra
un libero e un non libero, quando il secondo entra poi in una coppia, chiude le porte e si dissolve, in
tutto o in parte. Flo’ desiderava la coppia e quindi, prima o poi, l’Attrazione gliel'avrebbe portata.
Mi compiacqui: anche questa parte del mio percorso di liberazione era giunto definitivamente al
termine. E mi resi conto di aver introiettato in me la consapevolezza di come il divenire fosse già
scritto nell’ambito della non libertà: che ripetizioni di vita, che noia! Continuando, le dissi
sorridendo: <<Io ho diverse relazioni, oltre quella con te. Ma sai bene che intendo così l’amore e i
rapporti. Se ti va di parlarne, fallo ma sappi che per me ciò che conta è quello che vivo con te
adesso, non il resto!>>
Mi raccontò, a grandi linee, di quella relazione, e poi passammo ad altro.
Io: <<Flo’, ricordi quando la sensitiva di Trastevere disse, parlando con te: “Vedo un altro uomo
nella tua vita!” E poi, a me: “Alma, vedo altre due donne nella tua vita!”? Che tipa, quella!>> E
scoppiamo a ridere.
C’era qualcosa però che non quadrava. Perché Flo’ rappresentava la sua relazione con enfasi e dava
poco conto alle mie? In prima battuta, la risposta potrebbe essere stata che, anche se non ne
conosceva il numero, sapeva già che le avevo; ma capii, successivamente, che non era quello il
motivo: c’era molto di più. Misi in parallelo il suo atteggiamento con quello di un’amica, che mi
aveva chiesto il motivo per cui non instaurassi con una delle mie amiche un rapporto più intenso, di
coppia: e dunque capii. Il sistema sociale oggi consente due alternative nel modo di vivere le
relazioni: uno è quello della coppia, o delle coppie multiple (con gli amanti), l’altro è quello degli
incontri frugali, dove si resta in superficie. Fino a che, magari, non si incontra quella che si suole
dire “la persona giusta”. Tutto lì! Flo’ e quella mia amica vedevano solo queste due possibilità,
quelle che il sistema faceva vedere loro e per le quali erano state programmate e, associandomi alla
seconda, per esclusione, credevano che il mio fosse semplicemente uno status di transito! Mi venne
in mente quella famosa frase di Osho “Puoi vedere solo ciò per cui sei pronto”. Insomma: non
avevano compreso il mio modo di vivere i rapporti d’amore. Non avevano pensato neanche per un
attimo che con tutte avevo la stessa profondità di relazione e siccome, per entrambe, quella con me
era sotto molti aspetti una delle più profonde mai vissute, non poteva rientrare nel loro immaginario
che fosse così anche con le altre persone; quelle con cui avevo un legame interiore, al di là del suo
taglio.
Lo spessore di una relazione non dipende da fattori esterni o dalla quantità tempo che si passa
insieme; bensì dalla profondità e libertà di chi ne è protagonista. Non avevano realizzato che un
rapporto, con chi non tende a strutturare una coppia, diviene estremamente intenso in tempi
brevissimi, perché non vi è spreco di energie nel dover porsi per ciò che non si è. C’è solo verità,
gioia e profondità nel contatto dei corpi; niente contrasti, né tempo perso a idealizzare il rapporto e
quindi a cercare di migliorarlo, ma piuttosto a viverlo.
La storia del “migliorare la relazione” era quella che mi divertiva di più, la spia della follia a cui
portava il sistema sociale. Invece di cercare la gioia nella libertà, le persone cercavano di
ottimizzare gli schemi che la matrice utilizzava per assoggettarli; in sostanza: lucidavano le loro
catene! Come ebbe poi a dirmi un amico: “Per chi ha sentito parlare del sado-maso, dovrebbe
essere più semplice usando questa chiave di lettura, visualizzare la sua vera radice. Altro che
devianze sessuali; è solo ciò che vuol far credere la matrice per non rendersi visibile. In realtà, si
lucidano e onorano le catene che già si portano nel quotidiano, creandone specularità nella sfera
sessuale!”
Nella libertà, la personalità non viene né occultata né camuffata e, oltre a ciò, non vi sono pretese o
aspettative improprie; il tempo scorre quando si interagisce, nella gioia del dare e del ricevere.
Un’amica, tempo prima, mi aveva raccontato un aneddoto un po’ volgare, ma che nella sua visibilità
di scenario, mostrava molte verità. Me lo narrò nell’ambito di un discorso in cui sosteneva che i
protagonisti di una coppia vecchia generazione si inventano scale di valori dettate da un’ipocrisia
senza freni. Lei dice: “Non mi piace quel tipo e quella gente. Sento sempre come se mi guardassero
culo e tette. Gli uomini, tutti uguali!” Lui: “Sì, hai ragione, che schifo! Stanno tutti a pensare
sempre al sesso.” Il particolare però e che durante quel discorso, stavano facendo sesso selvaggio.
Insomma, tutti così squallidi, presi a pensare sempre al sesso, tranne loro due, in quanto coppia.
Oggi, a volte, mi capita di sentir parlare dei contrasti nell’ambito delle relazioni; ma accade solo con
chi forma coppie, e io gli rispondo: “Contrasti? Non so cosa siano; è un passato così lontano
della mia vita... Pur volendo, non riesco neanche a ricordare le emozioni negative della
conflittualità.”
Quando scoprii in seguito, dopo la notte della Rivelazione, che le emozioni, prima della conclusione
del percorso di Liberazione non erano le mie, ma proiezioni della matrice-schiavizzante che mi
possedeva, la mia vita cambiò. Fu una scoperta sbalorditiva.
Anche se mancavano ancora dei tasselli, intravedevo sempre più chiaramente uno scenario dove non
vi poteva essere scambio d’amore vero, tra liberi e non liberi. Gli assimilati non vogliono guardare
se stessi, non si amano abbastanza e cercano sempre risposte e soluzioni di vita fuori da sé: in
un’altra persona, un’idea, un gruppo a cui sentire di appartenere. Amano specchiando se stessi negli
altri, come fossero programmi che amano programmi, ma quando incontrano una persona libera
perdono la testa, perché sentono la fortissima vibrazione d’amore che emana e così cominciano a
succhiare, cercando di incatenare l’altro e di chiuderlo in una scatola.
Il libero ama se stesso e ciò vibra! Vibra dentro e intorno a sé! Egli ha uno splendido rapporto con la
sua essenza: cerca anche fuori, ma per vivere e gioire, non per bisogno spasmodico di riempire vuoti
che non ha. Quando viceversa due individui liberi interiormente s’incontrano, l’amore diventa vedere
l’altro e amarlo per ciò che è.
Mi convincevo sempre più che i simili devono stare tra loro.
Non dissi niente di preciso a Flo’ su come avrei proseguito la serata. Né del mio ipotetico
appuntamento con qualcuno di immateriale che sembrava mi cercasse; cosa avrei potuto dirle in
fondo?
Passammo un’oretta a parlare; lei sapeva che avevo un appuntamento.
Flo’: <<Alma, ma dove vai stasera?>>
Sorrisi: <<Niente relazioni, oggi. Sono in viaggio alla scoperta dell’uomo. Sai, quelle cose mie,
un po’ ancestrali.>>
Flo’ ammiccò e aggiunse: <<Io stasera m’imbuco in una festa trasgressiva che ha organizzato
qualcuno del Gay Village, in una villa; c’è un po’ di tutto, attori, cantanti, politici. A Roma tutto si
mischia; ci sarà anche una mia amica “padrona”, di quelle che giocano al sado-maso. Mi ha detto
che verrà con un suo schiavo autista, e questa scena non voglio perderla. Sembra che alla metà
dei romani, sotto sotto, piace giocare a fare gli schiavi di queste padrone…Mah! A parte la serata,
come procede quel tuo nuovo progetto sulle adozioni a distanza?>>
Io: << Bene! Ho inventato una nuova figura. Si chiamerà Aunt Tutor. Che te ne pare come nome?
Sarà colui che segnala i potenziali adottanti nell’ambito della sua cerchia di amicizie; questo
garantirà la serietà di quelli che adottano e magari un maggiore continuità. In fondo, creando
questa catena: associazione -> Aunt Tutor -> adottante, si genera una sorta di controllo sociale.
Chi accetterà di adottare si sentirà poi, in qualche modo, maggiormente tenuto a continuare,
anche perché l’associazione terrà informato l’Aunt Tutor sulla crescita dei suoi nipotini africani.
Il problema principale delle adozioni è che l’emozione svanisce dopo i primi mesi e così anche i
bollettini dei versamenti. Sai come la penso: il sistema sociale va utilizzato; inutile affrontarlo di
petto o cercare di scavalcarlo. Stamane ho fatto inserire una nuova pagina sul sito che illustra il
progetto e le modalità di adesione. C’è un link sulla homepage; dagli un’occhiata quando hai
tempo, vorrei una tua opinione.>>
Flo’: <<E quelle perplessità che avevi sull’associazione? “Love X” mi pare si chiami, giusto?>>
Io: <<Sì. In effetti, da quando Marco mi chiamò da Pescara, due anni fa, per chiedermi di dare
una mano a organizzare, sono cambiate molte cose. Gli dissi che avrei lavorato con piacere alla
realizzazione di un’altra struttura di accoglienza orfani, i fondatori dell’associazione mi
sembravano ragazzi molto aperti e trasparenti. Poi nel prosieguo, come quasi sempre accade, le
organizzazioni si chiudono in se stesse e diventano, per i leader, un meccanismo di potere. Un
piccolo potere per potersi sentire qualcuno e dire: “Ho parlato con il sindaco…ora sono qui…poi
lì…”. Di certo non saranno tutti così, ma accade. Fa parte del sistema. Nelle organizzazioni è
utile che chi ci lavora di più, abbia forti motivazioni interiori. C’è anche da dire che in prima
battuta ho sbagliato a giudicare Antonio, che invece ha dimostrato di essere una persona
straordinaria, anche se sui generis. È lui il vero motore di Love X; quello che lavora sul campo, in
Africa. Anche Enzo involontariamente, me l’ha fatto capire un giorno, dimostrando la sua invidia
per Antonio. Era insieme al responsabile delle adozioni, e mi disse che forse non era il caso di
apprezzare così tanto Antonio in pubblico; bisognava pompare la struttura dell’associazione,
ossia lui, tra le righe. La cosa sarebbe potuta apparire come una sfumatura, se non fosse che per
dirmelo, mi raggiunse in tutta fretta sul lungomare di Pescara e mi fece chiamare in disparte,
mentre nel frattempo lui e il responsabile bloccavano il traffico. Flo’, ma faccio così paura, io? Il
mio carisma è tanto determinante?>>
Sorrise, e io con lei; continuai: <<Enzo viceversa mi ha deluso. Avevo conosciuto un giovane pieno
di entusiasmo, e ora invece trovo un Presidente grasso e tronfio. Ma anche questo fa parte del
sistema. L’importante è che si dia da fare e collabori, anche se non mi convince.>>
Flo’: << Hai fame? Cacio e pepe? >>
Sorrisi: <<Mmm, lo sai che ci vado pazzo. Ok! Cacio e pepe, e una coda alla vaccinara! Fa
pendant e tanto coatto.>>
Quella fu una delle mie ultime cene da onnivoro.
Ordinammo e nell’attesa continuai: <<Flo’, sai la cosa che realmente mi turba di Love X? Ti
racconto: Enzo si è lasciato con la moglie nonostante la loro bimba fosse nata da poco e fin qui
niente di che, così come per il fatto che c’era un’altra molto più giovane di mezzo; amore e
pulsioni sono libere. Ma lei era l’amica della moglie, e ora è anche la segretaria
dell’associazione, l’unica pagata. Insomma, la trovo una cosa triste e ambigua; per molti versi sa
di bassezza, di torbido. Sono perplesso sull’integrità dei soggetti. Sono stato in coppia anch’io e
tra i miei principi c’era quello che sorelle e amiche delle partner non esistono come donne con cui
aprire relazioni. Il mondo è grande e quest’ipotesi di trovare il grande amore, a cui non si può
resistere, tra le persone così vicine alla partner è proprio da poveri di spirito, per tanti versi. Ma,
a parte ciò, rimarrà sempre un mistero per me, il comprendere interiormente come si può ferire
così una persona che ti è cara: non c’arrivo proprio! Per quanto sia fuori dal meccanismo di
coppia, non c’arrivo. Ma forse quando avrò scoperto la verità sull’uomo, capirò anche questo.
Magari stanotte, al mio appuntamento col fato.>>
Flo’ mi vedeva come un mix di fascino, trasgressione e intellettualismo tendente al divismo, con quel
pizzico di ironia di chi non ama prendersi troppo sul serio. Insomma, una cosa ben strana per lei, che
l’attirava molto. Trovava molto impegnativo relazionarsi con me; non per l’aspetto cerebrale, bensì
per quello mentale: il punto era che nella mia essenzialità, nel mio essere, nella semplicità della
libertà, tutto si ribaltava nella sua ottica, e le apparivo invece complicato e contorto. Tempo dopo mi
scrisse un messaggio, in romanaccio, del quale a volte ancora sorrido: <<A teso’! Dopo de te, so
contenta ca nun ciò tengo l’omo.>>
Che donna straordinaria e di spirito, Flo’!
Flo’: <<Alma, sono indecisa su come consigliare mia figlia. Questo è il suo ultimo anno di liceo, e
poi dovrà scegliere, ma ha le idee un po’ confuse. Tu cosa faresti?>>
Io: <<Per me è ancora presto, i miei sono più piccoli, ma se fossi al tuo posto… Dimmi prima una
cosa: lei che tipa è? Più proiettata verso il futuro – verso l’inserimento, come si suol dire – o
segue le passioni?>>
Flo’: <<Una via di mezzo; lei è un’artista, a volte mi parla della sua passione per la pittura, come
se quella dovesse essere la strada; altre volte la vedo perplessa sul futuro, e pensa a una
professionalità più percorribile. Credo sia molto confusa.>>
Io: <<Flo’, è soprattutto in una persona giovane che ci sono e si creano dei dubbi sul futuro. Il
sistema sta lì proprio per questo; per riempirti di paure e farti fare ciò che vuole lui. Un tempo
c’erano tanti “sistemi sociali” nei vari luoghi della terra; poi con lo sviluppo tecnologico, dai
tempi dei greci, quello occidentale ha cominciato a espandersi, a inghiottire gli altri mano a mano
che conquistava territori. Ora lo fa in modo diverso, attraverso il predominio economico. Quindi,
al sistema occidentale interessano due cose: la prima è che si confezionino figli, così può
continuare a esistere; la seconda è che il talento dei singoli venga incanalato in ciò che più può
essergli utile per evolversi. Forse tua figlia un giorno potrebbe inventare un’arma formidabile o
un nuovo tipo di razzo; il sistema sarebbe soddisfatto, ciò gli consentirebbe di espandersi nello
spazio come farà di certo. Ma sai che vita noiosa per Suami? Lontana dalle sue passioni e da ciò
che la farebbe sentire in contatto col “tutto”. Io le direi: Suami, se segui le tue aspirazioni, al di
là che diverrai un Renoir o meno, sarai felice! La tua vita sarà una scoperta, giorno dopo giorno.
In fondo, dall’altro lato cosa c’è, realmente? Un posto sicuro? Una professione grigia? Non
preoccuparti amore, vai dove ti porta la gioia!>>
Flo’: <<Anche io avevo pensato qualcosa di simile. Per me è importante la tua opinione. Anche se
ti poni in modo così astratto, quando si va sul pratico è come se tu avessi da dare le stesse mie
risposte. Ma, a differenza mia, che sono più istintiva, sembra tu ne conosca l’origine. Così diventa
più facile decidere.>>
Io: <<Fino a un certo punto. La mia ricerca è rivolta verso una vita istintuale, emozionale; come
quella che ho vissuto per due anni tra le isole dell’Egeo. Ma mi è chiara una cosa: che un sistema
sociale, che schiavizza sul piano logico e razionale, può essere aggirato solo da una logica e da
una razionalità che consentano di smascheralo. È anche questo ciò che definisco consapevolezza.
Certo ne è solo un piccolo aspetto. La rappresenterei come una condizione di grazia interiore, che
ti porta anche a fare cose in modo così istintivo, che il tempo si annulla. È come se si vedesse già
ciò che accadrà, in un istante. Una specie di magia. Una volta usai questa tecnica intuitiva, che ti
proietta nella consecuzione causale futura, col ministro degli interni di un paese sudamericano:
premeva per accaparrarsi un business che invece aveva segnalato l’ambasciatore al loro
Presidente; ambasciatore a sua volta legato indirettamente all’organizzazione di un nostro
vecchio presidente del consiglio. Avrei dovuto incontrare il Presidente del paese, la mattina
successiva. Si rischiava che andasse tutto a monte e lui sottolineò più volte la cosa, con durezza e
supponenza. Io tranquillo, sfingesco, lo feci parlare, e alla fine gli dissi che di certo sarebbe stato
lui il nostro nuovo referente; i miei soci erano allibiti, non capivano il perché lo stessi
assecondando. Come finimmo di accordarci, dissi a uno dei miei collaboratori, legato
all’ambasciatore, di andare subito a riferirgli l’accaduto, e di sottolineare che avevo assecondato
al momento il ministro, perché minacciava di non far aver luogo all’incontro. Poi andai a dormire
sereno; il prosieguo, pensai, era già scritto. La mattina dopo il Presidente era al centro, con
ambasciatore e ministro ai lati. La matrice del business ha le sue regole: l’osso non si getta, al
limite lo si divide.>>
Da lì ci ritrovammo, non so come, a parlare delle nuove scoperte sulla curva della passione; le dissi:
<<Flo’, ormai lo sanno anche le pietre che la passione, per motivi fisiologici, ha un tempo; un
tempo che già nel passato era stato individuato dall’osservazione che il fenomeno si ripeteva
sempre. A un certo punto il cervello non riesce più a produrre la quantità di ormoni necessaria a
mantenere quel livello di tensione fisica e sessuale, che è appunto la passione, e si va nella parte
calante della curva. La fisicità di un’altra persona è sempre un nuovo gioco, e come tutti i giochi,
nel tempo, perde il sapore di novità che aveva all’inizio. Sai bene che gli scenari di piacere, che
vengono aperti dal desiderio sessuale, nascono da ciò che la natura ha selezionato per spingerci a
procreare. Che poi, per fare scattare il gioco, debbano essere presenti molteplici elementi psico-
fisici, o che non sia la procreazione l’obbiettivo, ma piuttosto il piacere, in sé, è un’altra storia.
Storia che però non incide sul sistema. Ma perché la fine di alcune cose dovrebbe essere un
problema così terrificante? Vorrà dire che i rapporti si trasformeranno.>>
Flo’: <<Magari! Invece di trasformarsi, i rapporti si inaridiscono. Nonostante le spiegazioni
siano lì, davanti a tutti, le persone non se ne fanno una ragione e spesso, nel periodo successivo
all'affievolimento della passione, si litiga; si finiscono per addurre una serie di motivi inesistenti,
del tipo: “È colpa sua!”, “Io non mi sarei mai aspettato che...”, “Caratteri incompatibili”;
insomma, le solite cose.>>
Io, sorridendo: <<È proprio come dici. Quando la voglia di sesso con qualcuno evapora, si passa
alla storia dell’incompatibilità, che prima ovviamente non si vedeva. E allora perché fare questa
cavolo di coppia? Che senso ha? Non si possono vivere le relazioni e basta, nella libertà? Più
amori e passioni parallele, se uno vuole, e così via?>>
Flo’, con un pizzico d’ironia: <<No! Per me le cose hanno un tempo, è vero, ma mentre ci sono,
vanno vissute in un certo modo. L’homo è mio!>>
Sorrisi e le dissi: <<Vanno? Chi l’ha stabilito? Flo’, vedi che con i pensieri, vai a spirale su te
stessa, come in tanti discorsi che si sentono in giro? Fammi capire: io dovrei seguire delle regole
sbagliate, che tu stessa sai essere legate esclusivamente allo schema che attivi quando ti piace un
uomo, solo perché si fa così. Per adeguarsi a tutti quelli che seguono la stessa traccia. E dopo,
che si fa? Una festa tra amici? A che serve questa pagliacciata? A pre-confezionarsi una cosa che
non esiste e porre anche tutte le basi per far sì che alla fine ci si faccia male a causa
dell’attaccamento che si crea, quando si vivono le relazioni in modo innaturale? Perché, invece di
vivere nella bellezza del flusso della vita, bisogna inventarsene una inesistente? E dovrei fare
tutto ciò, solo per far contenti i tuoi limiti? Superali da te, i tuoi limiti; io non ho nessuna
intenzione di regredire. Ho una vita sola e non ho voglia di vivere quella che qualcuno a messo in
testa a gran parte dell’umanità. E c’è anche un’altra sfumatura importante in questa storia: con
questo giochino, inevitabilmente, si chiudono e precludono delle porte con chi viene dal passato e
con chi incontriamo e incontreremo nel futuro. Ipotizza per un attimo che il passato nell’ambito
delle relazioni non esista. Non ti parlo di quando eravamo ragazzini, ma delle relazioni più di
spessore, quelle venute dopo. Dimmi: secondo te, perché le chiamiamo passato? In realtà
dovrebbero solo essersi trasformate, come tutto ciò che riguarda le “forme” che l’universo
assume nel divenire – soli, polvere cosmica, gabbiani – invece le chiamiamo passato! Anzi, voi le
chiamate così, voi essere umani!>>
Flo’: <<Sta storia del “voi”! Ma perché, scusa, tu da dove vieni?>>
Io: <<Io non ho niente da chiudere, perché non entro nello schema della coppia, quindi tutto si
trasforma. Flo’, non hai focalizzato che le leggi dell’universo valgono per tutte le cose. Ricordi
quella legge della fisica, “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma?”. Ovvio che nel
momento in cui prendi due elementi e li mescoli, è come se ne avessi creato un terzo. Ciò accade
anche in un incontro che porta all’amore, in cui si ha la percezione che qualcosa si crei; da un
lato è così, ma non devi dimenticare che i due soggetti esistevano anche prima dell’incontro e
quindi sta solo avvenendo una trasformazione individuale nella loro vita, legata ai nuovi eventi.
Capisci che qualsiasi cosa che non si trasforma, ma si cancella, come accade in genere tra questi
strani esseri che si chiamano umani, è contro natura? Non riesco ad afferrare e rendere conscia
l’intuizione, a spiegarla; ma ormai sono quasi certo che per quanto sembrino uguali, gli umani
non sono una sola specie. L’uomo si contraddistingue per i suoi pensieri, abitudini, spiritualità,
obiettivi; tutte cose che variano col variare della libertà interiore, che sembra essere il parametro
che crea le “differenze”. Al di là del giudizio, cosa abbiamo a che fare io, e un arabo che fa
mangiare le donne in disparte mentre parla di “sociale” con gli amici? A parte la scatola esterna,
cos’è che ci rende appartenenti alla stessa specie? Comunque, ciò che io non voglio è percepire
che una relazione può divenire “passata” invece che trasformata; quindi porte non ne chiudo per
fare il giochino delle coppie e poi, per motivi psicologici, quando un rapporto d’amore regredisce,
per cause innaturali e traumatiche, non può più tornare e questo non mi va. Le chiusure che crea il
gioco delle coppie, danno vita a eventi traumatici, perché tutto ciò che è fuori dalla natura umana,
non dovrebbe far parte della nostra vita.>>
Flo’: <<Su una cosa di certo hai ragione, niente torna realmente indietro, ma quale sarebbe il
motivo per te? Io me lo sono chiesto tante volte, senza trovare una spiegazione chiara.>>
Io: <<Nel rapporto tra due individui, ciò che è realmente raro è che nasca il “desiderio di
espansione”; che sia in una relazione potenzialmente d’amore, in una società a sfondo di
business, in una confidenza, in una sera di sesso, o in altro. A parte che devono esistere tutti gli
elementi di base, ce n’è un altro che, potremmo dire, scorre parallelo a tutto il resto: la fiducia!
L’espansione è una gioia che viene vissuta, nella progressione naturale e imponderabile degli
eventi! Quando per motivi non accidentali, ma voluti, il processo si inverte, genera dolore e
sfiducia; ossia l’esatto opposto di ciò che segue alla fiducia, di ciò che ci aspetteremmo. A quel
punto diventa impossibile tornare indietro, perché il muro della “non fiducia” è diventato cento
volte più spesso. Insomma, è possibile espandersi con una persona nuova, ma pressoché
impossibile farlo con qualcuno con cui si era chiusa una porta per motivi innaturali; come quello
dell’essere entrati in una nuova coppia, e aver dovuto chiudere altre porte per compiacere il
nuovo partner; o dell’averlo fatto per evitare che non lo facesse lui. O ancora, dell’aver sentito il
bisogno di modificare innaturalmente il rapporto, nella convinzione che o si sta insieme oppure
no, e averlo quindi chiuso piuttosto che trasformato. Fatta la frittata, non si torna indietro.
Volendo usare come chiave di lettura i principi dell’Attrazione, essi ti direbbero più o meno così:
“Noi desideriamo sentire fiducia sul piano vibrazionale, perché è questo elemento a consentire
che si vada oltre la superficie. È questo fattore a consentire l’espansione emozionale nei rapporti.
Quando lo percepiamo, i nostri pensieri aprono nuovi scenari, che a loro volta generano altri
pensieri positivi. La fiducia resta alle fondamenta di ciò. Ma se essa viene meno, verrà meno tutto
ciò che è stato partorito da quella base in poi, e i pensieri di non fiducia diverranno prevalenti e
ridondanti, rendendo impossibile il ritorno allo status precedente. Quindi Flo’, se torni al
discorso della coppia, ti accorgi che il problema non sta negli attori, ma nello schema, che
essendo contro la natura umana, porterà prima o poi a un qualcosa che invertirà la fiducia nel
suo opposto, a prescindere che sia sul piano del carattere, della comunicazione o della fisicità.
Lascia stare il tempo che intercorrerà per arrivare alla rottura, visto che esso dipende solo dal
livello di consapevolezza, di pigrizia, o di tendenza alle abitudini. Insomma, non ci vuole niente a
evitare ciò, basta non vivere negli schemi.>>
Flo’: <<In genere parli di queste cose con le persone che segui?>>
Facciamo un esempio su cosa si può presumere sia avvenuto nella mente di Giulio e di come ciò si
sia riflesso su Antonella:
VARIANTE UNO
- La parte di matrice di Lui ha ricevuto probabilmente un input negativo sull’eccessiva cura del corpo
maschile e sui tatuaggi (sul piano del giudizio) nella fase educativa, sin dall’infanzia.
- Per effetto-specchio, se non si è liberi, si finisce per credere che tutto il mondo, o gran parte di
esso, la pensi allo stesso modo su un argomento specifico; in questo caso sui tatuaggi.
- Ma la parte libera di Lui aveva visto qualcuno con i tatuaggi e, trovandoli molto belli, aveva
desiderato farseli anch’essa.
- L’affermazione di Antonella, che abbiamo letto prima…: “E lo dici proprio tu?”, mette in crisi il
rapporto tra le due parti mentali di Giulio, quella libera e quella condizionata, perché una dice: “è
sbagliato farsi i tatuaggi” e l’altra: “mi piacciono i tatuaggi e me li sono voluti fare”.
- La risultante consiste in una giustificazione che la parte “libera” fornisce alla parte “condizionata”
sul perché ha voluto farsi i tatuaggi; giustificazione che a sua volta è stata trasmessa ad Antonella.
Quindi potremmo pensare che in questo scenario ha vinto la parte libera; ma non è assolutamente
così, anzi. Il Lui non ha detto a se stesso: “mi faccio i tatuaggi perché mi piacciono” ma ha dovuto
bensì trovare un accordo con la parte condizionata. E tra i due input contrastanti è uscita fuori una
“risultante” che manifesta l’assoluto predominio in Giulio della parte condizionata. Un po’ come se
quest’ultima avesse detto alla parte libera: “t’accontento, fatti i tatuaggi; ma solo perché la
giustificazione che poi fornirò agli altri sembrerà plausibile”.
VARIANTE 2
- Sempre nell’ottica che la realtà è oggettiva, per un uomo libero, e che le dinamiche dei non liberi
sono standard, quindi prevedibili su un piano istintuale, vediamo la variabile al quadro di prima.
- Giulio avrebbe potuto considerare “giusto” che un uomo curi la sua fisicità e la colori con dei
tatuaggi. Ma… ipotizzando ciò che LUI ha incamerato nella fase educativa (i valori su ciò che è
giusto e ciò che è sbagliato) o quella esperienziale successiva, sul fatto che un certo tipo di donna
consideri “sbagliato” che un maschio si faccia tanti tatuaggi, si è giustificato consapevolmente, in
quanto cosciente dei limiti e dei condizionamenti della “lei” che lui ipotizzava. Insomma: una sorta di
giustificazione preventiva.
Anche in questo caso, sembrerebbe che la parte “libera” di Giulio abbia avuto la meglio; anzi che sia
addirittura in grado di prevedere e prevenire; ma ancora una volta non è così. Difatti la parte
condizionata di Giulio ha sentito la necessità di fornire una giustificazione ad Antonella per far sì che
Giulio fosse visto positivamente come uomo. E ciò fa trasparire che nella mente di Giulio, la parte
condizionata che sente il bisogno di essere accettata o che ha paura di non piacere e/o di essere mal
giudicata, è predominante.
Volendo essere ancora più precisi, si evince in entrambe le ipotesi che bisogni e paure sono elementi
molto forti in Giulio.
Non vi è niente di più deviante, in un individuo, del pensiero che il fine giustifica i mezzi; perché sta
a significare che l’attore ha una rappresentazione del mondo e del rapporto coi suoi simili, non
basata sullo scambio reale, ma sul mero raggiungimento di un proprio preciso obiettivo.
Difatti il principio che “il fine giustifica i mezzi” è uno dei principali tra quelli inculcati dal sistema
ed è alla base del principio d’impresa: “l’azienda deve avere come scopo principale la
massimizzazione del profitto.”
D’altronde il fine giustifica talmente i mezzi, da far sì che uno che voleva fare il musicista diventi
invece avvocato, sacrificando addirittura se stesso, in funzione della sicurezza economica (il fine del
cavolo)… tra l’altro ipotetica.
Comunque alla fine non ci ha fatto sesso, con Antonella; ad Antonella piacciono le energie forti.
Ovviamente ho rappresentato le dinamiche mentali in modo estremamente semplificato ma credo sia
chiaro quanto i “segni manifesti”, dopo la liberazione, ci consentano in un istante di “vedere” la
realtà, nella sua oggettività. E ciò senza alcun processo mentale percepibile ma bensì totalmente
istintuale. Difatti è solo per rappresentare la consecuzione causale dei pensieri, e lo scenario mentale
di Giulio, che ho focalizzato i singoli aspetti e il quadro d’insieme.
Al contempo, questo scenario ci fa anche capire cosa accade agli animali appartenenti ai super
organismi (uomo, formiche, api, ecc.), come cita la biologia: vengono totalmente snaturati dal
sistema, in rapporto alla loro libertà individuale.
Riuscite, per esempio, a immaginare un delfino che si giustifica per qualcosa che fa, perché gli
piace? O, in antitesi, una formica operaria che fa i bagagli e se ne va in giro per il mondo?
Sì! Erano anche i segni manifesti, se presenti, quelli relativi alla propria fisicità e al modo in cui la si
riveste, a consentire di vedere tutto in un attimo, per istinto e al di fuori di qualsiasi schema.
D’altronde nella libertà, quale sarebbe il motivo per celare, a sé o agli altri, il proprio desiderio di
piacere e di essere più efficaci nell’attrarre, creando un se stessi speculare ai propri gusti estetici e
al proprio immaginario di sensualità?
Mi aveva detto, tempo prima, la sensitiva di Trastevere nel contesto di un discorso: <<Tu hai già
tutte le risposte!>> Eravamo ormai diventati amici e non si capiva più bene chi dei due meglio
leggesse l’altro. Come ebbe a dirmi Jan, assistendo a un nostro incontro: <<Che strano rapporto di
rispetto e stima, quasi adulazione, ha questa persona per te: sconcertante! Ma la paghi per far
dire le stesse cose a tutte?”>>
Quante volte, sul piano emozionale, percepiamo, vediamo e interpretiamo con chiarezza persone,
eventi e circostanze avendo già le risposte sul loro divenire, mentre al contempo non vogliamo
vedere queste risposte a causa di paure e/o prospettiche mancanze che cozzano con le nostre
illusioni?
Mi resi conto che il superamento della parte mentale, che ci limita e ci riporta costantemente nella
matrice mentale, deve necessariamente prevedere l'apprendimento della capacità di capire se stessi e
gli altri attraverso l'analisi istintuale e intuitiva dei segni manifesti.
Ci sono individui che sembra abbiano vissuto mille vite totalmente diverse l'una dalle altre, eppure
in apparenza non fanno mai nulla o quasi. L’essenza di questa modalità di vita, che abbraccia i
principi dell’Attrazione nell’assoluta libertà è, come abbiamo già visto, bipolare: il primo polo è
quello attrattivo e consiste nella creazione di se stessi o, per meglio dire, nel risvegliare il nostro
vero Io, quello che era già in noi. Quell’Io, a sua volta, si doterà degli strumenti che desidera e che
sono consoni al suo divenire. Il secondo polo, consiste invece nel percepire e apprendere attraverso i
segni manifesti.
Questa bipolarità incanala un divenire, che scorre in una sorta di campo magnetico, come negli
acceleratori di particelle. Vedere tutto attraverso i segni manifesti è l’elemento primario che porta a
vivere nel tempo dilatato, una vita lunghissima. Per acquisire questa modalità percettiva è
ovviamente indispensabile vivere nella libertà assoluta; viceversa, interpreteremmo i segni manifesti
in modo errato, ossia filtrandoli attraverso la griglia di credenze, valori, preconcetti e quant’altro che
si struttura vivendo nella non libertà interiore, tutto viene falsato e diviene complesso e contorto.
Per chi ha frequentato o frequenta chat come Meetic, straordinari e utili sistemi per conoscersi, ciò
appare molto chiaro, soprattutto se si considera un’ampia casistica (su Facebook le dinamiche sono
simili, ma più diluite nel tempo).
Se si utilizzano questi strumenti anche a scopo di studio e quindi con il giusto distacco, si nota che gli
interlocutori, quanto più si ritengono validi ed efficaci nella vita di relazioni e quindi efficaci
nell’identificare l’altro/gli altri attraverso le sfumature nella comunicazione, la rapidità di risposta,
le tendenze nello stile di vita, le professione ecc..., tanto più rappresentano i loro limiti assoluti. Mi
spiego meglio: più sarà veloce e precisa la loro valutazione, più è probabile che sia elevato il loro
grado di assimilazione da parte del sistema; cosa che invece loro definiscono sapere ciò che si vuole
e avere una chiara visione del circostante. Detto in altri termini, sono talmente robotizzati che
possono vedere ormai un solo modello di vita e quindi non sono realmente interessati
all’interlocutore, ma piuttosto a trovare un altro individuo idoneo a essere incastrato nel loro
immaginario schema di coppia, a tempo o teoricamente definitivo. Sempre che, ovviamente, siano
alla ricerca di un partner fisso.
Spesso, in questi scenari, si verificano sequenze simili e paradossali. Se l’interlocutore è più aperto
ed è nata una simpatia, una volta chiarito che non vi è da parte vostra predisposizione alla coppia e
che la cosa non è rivolta verso di lei-lui, ma fa parte di uno stile di vita consolidato, emerge la vera
personalità, quella libera. E da lì si passa, tra le varie cose, al racconto delle fantasie erotiche più
spinte, tra le vissute e quelle ancora da vivere, proprio al di fuori dello schema di coppia. Ma come
dicevo, non è possibile generalizzare: la casistica che emerge, giocando in modo distaccato, è
amplissima, anche se lo scenario sopra rappresentato è abbastanza comune.
Sul piano della valenza della percezione per segni manifesti, questo è un altro elemento che ci fa
capire quanto sia pericoloso utilizzarla, prima di aver intrapreso un percorso di liberazione, perché
ci renderebbe ancora più ciechi e nel tempo consoliderebbe sempre più una visione parziale della
realtà. Visione da cui è poi quasi impossibile uscire.
Lo schema che segue rappresenta la dinamica della percezione attraverso i Segni manifesti di un
soggetto libero, in cui il passaggio da sensazione a percezione non viene filtrato dagli schemi sociali
pre istillati durante la fase educativa (i programmi) e dai consolidati modelli operativi cerebrali
(Neuroscienze-MOI):
SENSAZIONE
Effetto soggettivo e immediato provocato dagli stimoli sugli organi sensoriali
->
PERCEZIONE
Organizzazione dinamica e significativa degli stimoli sensoriali
SENSAZIONE
Effetto soggettivo e immediato provocato dagli stimoli sugli organi sensoriali
->
FILTRO DI MATRICE-SCHIAVIZZANTE (LA MENTE)
False credenze scritte nel cervello dal sistema sociale, durante la fase educativa e nel prosieguo
della vita
->
PERCEZIONE
Organizzazione dinamica e significativa degli stimoli sensoriali, in base ai condizionamenti di
matrice mentale
Ma siamo certi di avere solo i “sensi” che l’attuale pseudo conoscenza umana dice che abbiamo? E
se magari, la nostra mente liberata fosse un altro senso… in grado di andare ben oltre?
Lo vedremo più avanti.
“Le illusioni perdute sono verità ritrovate” -Multatuli, pseudonimo di Eduard Douwes Dekker
Quindi, fintato che sentiamo delle mancanze, che poi altro non sono se non proiezioni della matrice
che ci possiede, il nostro percepire attraverso i segni manifesti verrà disturbato frequentemente e
potrebbe spingerci, come accade, verso desideri e scenari impropri.
Facendo riferimento, ad es, allo schema precedente in relazione al rapporto di coppia, non essendo
liberi, finiremmo per organizzare le sensazioni provenienti da una persona che ci piace in base al
preconcetto dello schema di coppia, condizionando quindi la percezione e stravolgendo il naturale
divenire che fluisce nel mare della libertà.
I principi dell’Attrazione sono sempre il propulsore della nostra esistenza e del nostro divenire; non
possiamo contrastare ciò, al di là che ci faccia poi approdare verso lidi di gioia, o di dolore.
L’incontro con El
Quella stessa mattina mi ero incontrato con El. Avevamo preso un caffè al bar e bruciato insieme una
decina di sigarette in breve tempo. Ci eravamo conosciuti su internet.
El mi incuriosiva non poco; avevo attratto nella mia esperienza di vita un’esperta di riflessologia
plantare; una scienza che si stava diffondendo e che sfociava a volte in una sorta di spiritualità
concreta, discretamente avulsa dal fideismo, molto centrata sulla percettività per segni manifesti,
come il piede suggerisce. Erano passati un paio di mesi da quando, per vari motivi, avevo pensato
che avrei voluto incontrare una persona con quelle competenze specifiche ed eccola lì, di fronte a
me.
In El trasparivano grandi doti che danno il senso di chi è propenso a una visione olistica e circolare
dell’universo, tra queste una: la percettività vibrazionale!
Cos’è in fondo un sensitivo? Se volessimo usare i principi dell’Attrazione per darne una definizione,
potremmo dire che è semplicemente un individuo che ha deciso che esiste un livello di percezione
oltre l’ordinario. Avendolo da un lato deciso, e dall’altro avendo desiderato di ampliare il proprio se
stesso, ha aperto la porta della percezione attraverso l’attrazione.
È banale osservare quanto ciascuno di noi utilizzi la percezione per decifrare e sentire il mondo
circostante, attraverso i segni manifesti; ma per quanto lo si faccia, di norma, non se ne è coscienti. Il
sensitivo è semplicemente una persona che è consapevole di questa modalità conoscitiva e quindi,
essendo attratto dall’aspetto percettivo per segni manifesti, lo amplia nella sua sfera di vita. El è uno
di essi. Si è auto generata in quanto strumento del suo divenire.
In passato avevo notato che, nonostante fosse molto proficuo espandere il sesto senso, la cosa celava
anche aspetti pericolosi in merito all’ampliamento della consapevolezza e alla decifrabilità del
mondo circostante. Il background culturale, le credenze sedimentate, le memorie epigenetiche, le
paure legate a esperienze precedenti o a quelle trasferite da altri, potevano direzionare la percezione
in un ambito in cui l’altro veniva incasellato in modo molto più rigido del normale. Inoltre, il senso
di sicurezza della propria capacità percettiva, poteva far tendere a inscatolare tutto ciò che appariva
atipico nei vari spazi dedicati ai campanelli che indicano pericolo!
I principi dell’Attrazione segnano sempre il divenire di ciascuno di noi, e quando le paure, rispetto a
un determinato desiderio, sovrastano la parte gioiosa dello stesso, si possono verificare due eventi:
-il primo consiste nell’attrarre persone negative per la propria esperienza di vita;
-l’altro nel non riconoscere ciò che di positivo abbiamo voluto che entrasse nella nostra sfera.
Il processo è semplice:
1. Il noi stessi che abbiamo generato diviene polo attrattivo per ciò che è speculare a esso e per
quello che desideriamo.
2. All’inizio si prova gioia ed entusiasmo.
3. L’istinto di paura, ormai stratificato, devia la percezione e porta per assurdo a scartare proprio ciò
che il nostro vero noi stessi, quello genotipico, cercava, al di là del valore e del peso che il nuovo
elemento avrebbe potuto avere nella nostra vita; persona o situazione che sia.
Avevo percepito in El due blocchi interiori fortemente sedimentati: il più consistente dei due era
sicuramente quello costituito dalla sua morale, figlia dell’inculcamento sull’esistenza del bene e del
male che serve alla matrix per controllare le sue cellule e direzionarle. Sapevo già che la probabilità
che la nostra conoscenza avesse un seguito era molto remota. Per cui, visto che provavo attrazione e
interesse per lei, mi preparai per istinto a incontrare i suoi blocchi. Quando dico per istinto intendo:
con un certo grado di consapevolezza - essa ci permette di decidere in un istante come essere - e così
rappresentai solo il me stesso sereno e prudente, pensando che le sue paure e i blocchi interiori non
avrebbero trovato linfa per alimentarsi. L’Attrazione fece il resto e nacque un’intensa simpatia.
Osho aveva inquadrato bene quanto fosse fondamentale la fiducia in sé e negli altri al fine di aprire
le porte al divenire e vivere. Ancora una volta pensai all’importanza di percepire il mondo per segni
manifesti. Prendere o scartare in un istante, anche per dilatare l’esistenza sul piano temporale. Questa
modalità, però, nel caso in cui fossero presenti paure e blocchi interiori in modo predominante,
portava a una sorta di apatia dovuta all’impossibilità di vivere la parte entusiasta, libera e gioiosa,
che è in ciascuno di noi.
El mi prese la mano e sentii calore, delicatezza, dialogo, comunione. Quello era un messaggio chiaro,
dato da chi vuole percepire anche attraverso i segni. Un'inusuale emozione di contatto incorporeo. Il
comunicare con il corpo e l’energia che da esso ne deriva, sa di magico e la magia ha un sapore
particolare.
Jan e Teresa
Jan e Teresa stese sul letto; era stata una notte divertente. Chissà come avevamo fatto a ritrovarci in
quel modo. Non ricordavo bene, troppe bollicine la sera prima.
Queste teorie di fisica quantistica che ipotizzavano mondi paralleli creati su misura dal nostro
immaginario cominciavano a funzionare. Forse non aveva senso parlare di realtà, ma di ologramma
globale.
Jan: <<Vorrei spiegassi a Teresa quel concetto sulla doppia matrice; io l’ho afferrato e in
quell’ottica tutto appare diverso, come se noi fossimo abituati a vedere una realtà inesistente,
perché filtrata da ciò che ci hanno messo nel cervello. Ma non saprei da dove cominciare per
trasmetterlo con chiarezza, soprattutto quando scardina l’essenza della coppia e rivela tutti i
risvolti che ha nella vita concreta.>>
Avevo percepito da tempo che Teresa, nella sua leggerezza, nascondeva rivoli di intensa tristezza
riguardo alla pochezza delle relazioni. Cercai le parole giuste, finché, dai discorsi sul sociale,
scivolammo nell’amore.
Io: <<…e quindi è ovvio, in quest’ottica, che la coppia non è uno schema che attinge da cose
umane; è piuttosto il sistema imposto dalla matrice per far crescere i figli, affinché essa possa
continuare a esistere. È scontato che se al supermercato, sullo scaffale “relazioni”, si trova solo:
“coppia”, “sub coppia” e “rapporti frugali” per rapportarsi all’altro sesso, non puoi scegliere
altro. Magari in qualche spazio vuoto trovi: articolo sconosciuto, fottiti! D’altronde la coppia,
oltre a essere fuori dalla natura umana, mentre va verso la sua rottura per svariati e capziosi
motivi, innesca varie circostanze che portano spesso gli attori a detestarsi, senza possibilità di
ritorno. Cioè: la coppia, nel suo essere contro la natura intrinseca dell’individuo, quando la
passione scema, quasi sempre nel tentativo di dare coerenza al precedente e falso se stessi che
l’aveva idealizzata, produce necessariamente una rottura disarmonica. Il cambiamento viene
vissuto in modo traumatico dagli attori che, essendo all’oscuro della sua reale natura, non lo
trasmettono in modo armonico, ma piuttosto con una comunicazione a scatti, foriera di
cambiamenti catastrofici. Inevitabile quindi fare quei pasticci che lasceranno un segno negativo e
indelebile. Basterebbe dire a una delle persone con cui scambiamo amore: “Caro, comincio a non
sentire più la passione di prima. La scoperta dell’altro che, come sai, tanto prende ed entusiasma
all’inizio, sta svanendo.” E il partner risponderebbe: “La realtà è oggettiva, ma questa variabile
fisiologica individuale, legata al tempo esatto in cui la passione comincia a scemare, non è
carina, perché non sincronizzata tra i due attori. Mi spiace per me, perché ancora la sento forte,
io; d’altronde è un piccolo gap a rotazione”. E poi sorridendo: “…Prendi il caffè?”
Sorvola sull’apparente freddezza della scena, sai che amo i paradossi. Diciamo che nella libertà,
l’amore e il legame interiore non subiscono alcun travaglio nell’evoluzione dei rapporti e
soprattutto non vi è regressione, ma solo cambiamento armonico. Nella coppia invece, è giusto
identificare come regressione non il cambiamento in sé, quanto piuttosto un mutamento che,
essendo concettualmente ancorato allo schema della coppia, fa sembrare che si sia perso qualcosa
di fondamentale, non per la continuazione del rapporto, ma nella sfera generica dell’amore.
Quindi c’è solo A o Z, bianco o nero, zero o cento. Sono tutte cazzate! Dove c’è coppia non solo
non c’è amore, ma c’è già il seme della sua negazione futura. La vita nella schiavitù dettata dal
sistema sociale è senza scampo, quindi le cose vanno diversamente da come ipotizzato prima. Se il
desiderio è scemato, avendo come un’unica alternativa la rottura della coppia, ci si allontana
definitivamente. Se invece è nata una nuova passione, chi subentra al precedente partner, dovendo
a sua volta entrare forzatamente nella nuova coppia, si sovrappone al precedente, in un ricambio
più o meno frequente. Quindi si è costretti, nel meccanismo di coppia, a cancellare o quasi, la
persona precedente: che tristezza! È ovvio che se il nostro attuale partner provasse un’intensa
passione per una persona nuova, lo vedremmo di meno, ma di certo non sparirebbe, essendo
costretto a infilarsi nella nuova scatola. L’amore, il bene, l’affetto non sono interruttori on/off.
Questo fa luce sul fatto che la gelosia e la possessività non appartengono alla natura umana,
essendo bensì sentimenti giustamente accesi dalla perversione inumana della coppia, dalla
consapevolezza che se chi amiamo ci cambierà con un altro, tutto dovrà avere fine.
Insomma Teresa, se non esistesse quella scatola perversa e inumana, la coppia, pregna di pseudo
sentimenti quali gelosia e possesso, nell’amore questi ultimi sparirebbero. E non dico nell’amore
vero, solo perché, detto così, presupporrei che ne possa esistere uno non vero!>>
Ci fu un attimo di silenzio… poi Teresa cominciò a parlare, come se ciò che le avevo detto fosse già
divenuto un abitante residente della sua interiorità. Non è che avesse semplicemente capito: di più!
Era andata oltre le mie stesse parole. Una sorta di magia che a volerla spiegare con i principi
dell’Attrazione, suonerebbe più o meno così:
L’Attrazione direbbe: “Teresa stava cercando delle risposte, risposte che dalla psicologia e dalla
spiritualità moderna non potevano arrivare, in quanto essi stessi elementi di matrice. Così il suo
animo si era ribellato a quelle sciocchezze, vendute viceversa come grandi verità. Cercava le
risposte e l’Attrazione gliele portò! Vide ciò che Almalibre Rebelde, nel vapore delle sue stesse
frasi, non aveva percepito del tutto.”
Teresa disse poche parole ma chiare, nitide, centrate.
Teresa: <<Il concetto che hai espresso mi ha come curato. Ora mi sento leggera; ho trovato parte
delle risposte ad anni di domande eluse. L’abbandono, quella triste cosa per cui tanti vanno in
analisi, o per il quale si intraprendono percorsi pseudo spirituali, in questa tua chiave di lettura, è
un sentimento assolutamente giusto, perché in realtà l’abbandono, l’abbandonare, il sentirsi
abbandonati, non dovrebbe esistere se si vivesse nella libertà. Non è un'eventualità insita nella
natura umana e quindi l’animo si ribella, si indurisce a guardare e vivere tanta miseria. Si finisce
per farsi colpe inesistenti o per credere nel destino. E, peggio ancora, nel sentirsi inadeguati. Ora
vedo anche chi abbandona con occhi diversi: una vittima anch’essa del sistema, piccola
interiormente, nella sua incapacità di trasformare, piuttosto che cancellare. Il pensiero che hai
espresso dovrebbe essere condiviso, divulgato; è una grande cura interiore quella di approdare a
questa verità, di capire che l’abbandono non è legato all’interiorità, ma allo schema sociale
dominante. Quindi tutte quelle cazzate: io… lui… noi… perché… l’infanzia… la forza… la
durezza… l’equilibrio… le colpe! E’ tutto così semplice invece. Nitido!>>
Teresa mi lasciò senza parole. Non avevo messo in correlazione quello che le avevo detto con le
problematiche legate al senso dell’abbandono, non ci avevo pensato. E nel vederla così radiosa,
come lo è chi si è tolto un peso enorme dallo stomaco, provai un senso di gioia e di amore per
l’uomo e l’universo.
Quando guardandomi indietro ho visto gli errori che avevano leso la mia libertà, l’energia della
verità ha cominciato a espandersi verso la trasmutazione di vita, fondendosi con quella
dell’amore.
Nella schiavitù gli errori si chiamano esperienze, mentre gli uomini Liberati li dichiarano: errori!
-Almalibre Rebelde-
Il Percorso
Gli Scritti sulla Liberazione svelano l’Uomo Originale Libero che spogliatosi da tutto ciò che non era
nella sua vera essenza, vive nella libertà, la gioia e l’amore, di un mondo che gli offre tutto quello
che desidera. Non vi è una struttura di pensiero, non c’è nulla da acquisire, ma solo da rimuovere;
fino a che, dopo il nulla, vedrà il portale della vita, oltrepassato il quale, c’è la gioia del vivere.
La Liberazione del Sé non è un percorso e neanche un punto di arrivo; è uno stato, quello in cui si
vive esprimendo il Sé.
Il Percorso di Liberazione del Sé è invece necessario per cancellare la matrice-schiavizzante
mentale, che si oppone al raggiungimento di quello stato.
I percorsi spirituali viceversa, insieme ai percorsi precedenti alla scoperta della double-matrix,
orientali o occidentali che siano, non hanno nulla a che fare con la Liberazione del Sé. Sono
semplicemente varianti di matrice che possono però aver consentito all'attore di giungere alla prima
fase, quella del Risveglio, sempre che non contengano dogmi, dei, sacralizzazioni, idealizzazioni,
ipotesi di altre vite in questa forma successive o precedenti alla morte, leader, credenze, credenze di
evoluzione spirituale, appartenenza, identificazione, obiettivi, ipotesi collettive, guarigione,
proselitismo, perorazione di cause sociali, e soprattutto che l’attore non vi ci sia restato ancorato.
Qui e ora.
Se sei arrivato sin qui, ascolta la tua anima, dalle la possibilità di nascere…
La focalizzazione delle discontinuità evolutive e dei loro meccanismi, in varie aree della scienza
(denominata anche balzo quantico nell’ambito della visione spirituale di Osho) e soprattutto in
biologia (vedi Stephen Jay Gould); focalizzazione che nel campo dell’evoluzione della specie ha
spiegato il perché dello sviluppo di forme di vita così diverse, in tempi relativamente brevi, ha
definitivamente chiarito alcune lacune della teoria darwiniana che lo stesso Darwin affermò essere
incompleta. Gli studi sul DNA e l’epigenetica hanno fatto il resto dimostrando inequivocabilmente
che le emozioni interagiscono, in senso lato, con il genoma umano e l’attivazione o meno dei geni
nelle loro sequenze, modificando il prodotto finale.
L’evoluzione in qualsiasi ambito, sia esso fisico-culturale o inerente ai rapporti interpersonali, ci si
rappresenta nell’immaginario come un processo di cambiamento fluido, la cui consecuzione causale
sia visibile o comunque potenzialmente determinabile.
La discontinuità è invece un momento in cui, il cambiamento, ci raffigura un prima e un dopo molto
diversi tra loro: come se tutto si fosse modificato in un istante o in un breve lasso di tempo e, a volte,
senza che vi sia stata una causa apparente.
La simulazione della discontinuità psichica è una delle ultime frontiere nell’ambito degli sviluppi dei
modelli di intelligenza artificiale (sto utilizzando e utilizzerò una terminologia non scientifica per
rendere facilmente comprensibile l’argomento); essa ci consente di leggere chiaramente le modalità
attraverso cui si verificano repentinamente i cosiddetti cambiamenti nella vita degli individui (di
taglio psichico, spirituale, sentimentale, professionale, strutturale, mistico o altro). Possiamo
dividere le tipologie di discontinuità in tre tronchi principali: discontinuità inconscia, discontinuità
conscia e discontinuità conscia pilotata.
La discontinuità inconscia - regressiva inconscia si può verificare a causa di fattori interni o esterni
all’individuo e/o in relazione a cambiamenti dello scenario di vita (individuale e/o sociale) e/o come
conseguenza di pressioni psicologiche, provenienti da ciò che genericamente definiamo con
l’appellativo di sistema sociale, ossia dalla matrice-vivente (m-v). Quindi da quella somma, non
facilmente determinabile, di valori, principi, credenze, motivazioni, modalità, costumi, obiettivi,
status, sistema economico, professioni e di tutto ciò che il sistema ha sviluppato nel tempo – tenendo
bene a mente che i sistemi sociali, ossia le matrici-viventi (m-v), variano anche solo per sfumature, a
seconda delle culture dei vari popoli della Terra, sviluppate dalle stesse m-v. Oltre a ciò si
aggiungono, come potenziali fattori scatenanti, pulsioni o intolleranze: sono questi altri importanti
elementi motivazionali che possono determinare la discontinuità inconscia. Essa si manifesta
attraverso un improvviso rimescolamento nel nostro modo di vivere e vedere la vita, o di singoli
aspetti di essa. In realtà, per quanto i cambiamenti siano improvvisi, sono quasi sempre il frutto di
una precedente gestazione che, in tempi variabili, va a modificare tutti o parte, la visione della vita,
in un’ottica puramente soggettiva. La discontinuità inconscia si può verificare in tutte le sfera di vita:
professionale, sentimentale, sociale, ideologica, spirituale ecc.
Ad es, durante il lavoro pratico di liberazione, potrebbe accadere che una donna con un forte
imprinting religioso e una sessualità fortemente repressa, seduca un maschio e ci faccia sesso, per
poi ricordarsi la mattina successiva che le cose sono andate esattamente al contrario, perché per la
sua m-s del sesso-peccato l’accaduto è inammissibile (questo perché la donna riceve durante
l’educazione un maggior imprinting di sesso=peccato) ed è per questo che nel lavoro di liberazione
bisogna essere più di due, in modo che dopo la discontinuità, la m-s possa essere svelata
inoppugnabilmente, dando la possibilità all’attore, di vederla per la prima volta nella sua vita.
Esattamente la stessa cosa quindi che accade nel freezing, dove a posteriori i ricordi del vissuto
vengono rimodulati al fine di creare altri ricordi irreali, ma consoni alla struttura e/o alle paure della
m-s.
La conoscenza e il funzionamento della discontinuità regressiva inconscia (focalizzato pochi
anni fa nell’ambito delle neuroscienze d’avanguardia), nel percorso pratico di liberazione
dell’individuo, è un elemento importantissimo e fondamentale che da un lato ha portato alla
scoperta della double-matrix, e dall’altro consentirà di creare un reale percorso di liberazione
rapido e non invertibile, perché conoscendo il meccanismo diviene possibile smascherarlo e/o
prevenirlo in tempi strettissimi. Sempre che, ovviamente, vi sia da parte dell’attore la volontà di
liberarsi e rimettere in gioco la propria vita di matrice.
La discontinuità conscia segue le stesse modalità ma, a differenza della precedente, tutti o quasi gli
elementi legati all’oggetto del cambiamento, si modificano in base a motivazioni consce, fino al
momento topico del cambiamento.
La terza, la discontinuità conscia pilotata, è il motore scientifico-spirituale degli Scritti di questo
libro e viene vissuta consapevolmente. Essa quindi si concretizza, sulla base di una precisa volontà
dell’individuo che, analizzando gli aspetti di una specifica sfera della vita, su un piano alternativo, e
andando di volta in volta a modificarli come visione, si prepara consciamente a giungere al momento
in cui si verificherà il cambiamento.
L’attore attende quindi la trasmutazione di vita, consapevole che la metamorfosi si verificherà.
In alcuni trattati, come per esempio quelli di Osho, inerenti alla cosiddetta area spirituale e/o
di sviluppo della consapevolezza dell’io, del mondo e del metafisico, si era già giunti a immaginare
la potenziale valenza della discontinuità individuale o collettiva (balzo quantico). Fenomeno
attuabile, preparandosi a essa attraverso un percorso interiore.
Oggi, la chiarezza a cui si è pervenuti su cause, modalità e meccanismi della discontinuità (da pochi
anni), ci consente di prepararci a un Salto di consapevolezza che può svolgersi al riparo da fattori
bloccanti o regressivi, sempre che si sia pronti al Salto e lo si voglia con fermezza. Detto in altri
termini, la discontinuità conscia pilotata ha come suo principale nemico la discontinuità inconscia
regressiva che potrebbe attivarsi a causa delle paure, inerenti a un cambiamento che stravolgerebbe
la vita del protagonista e/o a causa di memorie cerebrali epigenetiche (quindi genealogiche) e/o
formatesi dalle esperienze fatte in vita.
Nelle motivazioni e nelle modalità del salto, dallo status quo alla liberazione interiore, si aggiungono
sette nuovi elementi fondamentali per il salto stesso, oltre a quelli già descritti. Tutti gli elementi che
seguono, verranno poi ampiamente illustrati e trattati. Qui li rappresentiamo in sintesi.
Il primo consta nell’acquisire la consapevolezza che ciò che chiamiamo sistema sociale, o matrice-
vivente (m-v per brevità), non ha nulla a che vedere con la natura umana, ne con lo sviluppo
dell’umanità in quanto specie composta da individui compiuti e liberi. La m-v è un organismo vivente
indipendente, con propri fini, modalità operative e attuative intrinseche alla sua essenza, che assimila
e programma gli uomini, per quanto siano stati proprio i nostri progenitori a darle vita,
inconsapevolmente. Esso appartiene alla specie matrici-viventi (in biologia: superorganismo
eusociale, qui inteso nell’accezione più ampia del termine). Black Vortex è il nome che abbiamo dato
a quella dominante sul pianeta, detta anche “sistema occidentale”.
NOTA: Superorganismo eusociale: Una colonia sociale di individui che, attraverso la divisione del lavoro, comunicazione
efficace e di auto-organizzazione, formano una comunità altamente collegato che funziona come se fosse un unico organismo.
Dal greco eu, "buono", e "socialità".
Il terzo nuovo elemento consta nella consapevolezza che la distinzione di valore, in ambito sociale,
tra padroni e schiavi, è falsa, in quanto entrambe le figure agiscono a loro volta come soggetti
precedentemente assimilati, durante la crescita, dalla m-v. In sostanza sono entrambi schiavi, ma con
ruoli diversi.
Per esempio: se un Papa o il Presidente di una potente nazione, decidessero di donare parte dei beni
del loro Stato ai paesi poveri, o di determinare cambiamenti radicali nella struttura degli stessi,
verrebbero di certo assassinati (come è sempre accaduto nella storia, per molto meno). La m-v non
permette alle cellule-uomo assimilate di agire al di fuori del loro compito di “gestori”: sono schiavi,
niente altro. Questa è la giusta risposta che possiamo dare oggi alla consapevolezza del grande
Albert Einstein che disse: “La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele
servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.” Esiste
dunque un qualcosa che determina lo spazio d’azione di qualsiasi persona sulla Terra (il servo della
m-v) e questo qualcosa, nel caso in cui tale spazio venga oltrepassato, ne stabilisce, attraverso strade
apparentemente tortuose, l’eliminazione o l’accantonamento. Il qualcosa di cui parliamo è proprio
ciò che abbiamo definito come m-v. Non vi sono quindi figure che, in senso assoluto, impongono
decisioni ad altre che le subiscono. O meglio: tutti possono agire esclusivamente nel range
predefinito dalla m-v. Il resto è un gioco di ruoli, nei quali vi può essere un maggiore o minore tenore
di vita, ma sempre in qualità di cellule-uomo assimilate dalla m-v.
Il quarto elemento consiste nella consapevolezza che, come già accennato prima, la m-v, attraverso i
suoi sensori, ovvero le cellule-uomo precedentemente assimilate, è sempre vigile nel sorvegliare
l’andamento del sistema; sistema che poi altro non è se non il suo stesso corpo. Soprattutto di quelle
cellule che hanno ruoli di particolare rilievo nell’ambito del sistema-matrice, ed è pronta a spegnere
quelle che oltrepassano eccessivamente i confini dello spazio d’azione predefinito.
Nel caso di un percorso individuale che miri al totale distacco dalla m-v, cancellando il programma
m-s, non vi è alcun intervento da parte di questa, in quanto i suoi sensori non possono vedere il
“Gradiente di libertà sensibile” individuale, né valutarne l’eventuale impatto sul resto del sistema-
matrice, fino a quando quest’ultimo non si verifichi.
La m-v può vedere solo attraverso i suoi occhi che sono le cellule-uomo assimilate; quindi fintato
che un Uomo Originale Libero non interagisce cospicuamente con una cellula-uomo che non voleva
liberarsi, spingendola a liberarsi, la m-v non può né vederlo né può attivare le cellule-uomo
necessarie a correggerne la deriva.
Per esempio: se Osho si fosse limitato a scrivere libri e non avesse cercato di materializzare
collettivamente le sue idee, creando l’enorme comunità fisica americana a lui ispirata, o avesse
invece creato piccoli gruppi, non sarebbe divenuto visibile alla m-v, perché i sensori della m-v non
avrebbero potuto valutare l’impatto delle sue teorie sui lettori, né evitarne il diffondersi.
La m-v ha il limite di non poter spegnere i canali che lei stessa utilizza per i suoi scopi, come per
esempio la produzione e la vendita dei libri, o di internet.
Il quinto nuovo elemento del percorso, consta nella consapevolezza che l’uomo, inteso come singola
individualità, può generare una discontinuità in sé liberandosi dalla matrice-schiavizzante m-s, dopo
aver seguito un percorso di consapevolezza, e nascere nella forma naturale originaria di Uomo
Originale Libero. A quel punto egli, in quanto soggetto libero, è in grado di valutare tutti gli strumenti
di cui dispone oltre ai suoi dono energetici (competenze, beni materiali, talenti, rapporti,
professionalità) e di utilizzare e/o selezionare quelli utili al suo nuovo viaggio di vita. Un Uomo
Originale Libero utilizza gli strumenti di cui dispone solo se essi sono fonte di gioia, in rapporto alle
sue personali caratteristiche energetiche. Egli non può cadere nel grossolano errore di credere che,
sacrificando una parte di sé o della sua vita, per accumulare beni, in vista di una futura ipotetica
svolta precedentemente pianificata, possa vivere nella gioia. Sa altresì che quella modalità di
strutturazione della vita, lo porterebbe a essere inevitabilmente inghiottito dalla parte grigia
dell’esistenza, senza alcuna certezza di reversibilità.
Perché, a posteriori, la parte libera che è in ciascuno di noi torna a galla; ma nel frattempo, guidati
dalla m-s, abbiamo commesso degli errori.
Se prima non ci si libera, si continua a creare per poi distruggere; perché in tutte le sfere di una vita
passata nella schiavitù si proseguono a vivere, nel quotidiano, scenari che non sono nella natura
umana: che si tratti di lavoro, relazioni o altro.
Spesso le motivazioni che evitano di divenire distruttivi sono più legate alla praticità che ad altro:
abitudine, pigrizia, sfiducia, rassegnazione.
Un uomo potenzialmente libero non crea più seguendo le emozioni, quando ha capito che deve prima
liberarsi completamente.
L’uomo libero somma le esperienze e ciò che incontra nella vita; esso non cancella ma trasforma,
amplia, espande.
Black Vortex, la matrice-vivente dominante
Torniamo alla sociobiologia e a ciò che ha determinato la nascita di questa nuova scienza,
riprendendo una sua definizione già citata all’inizio:
…e che quindi i meccanismi della selezione naturale potevano essere estesi sino ai fenomeni
complessi dell'organizzazione sociale.
Ovvio quindi che questa scienza così evoluta, in quanto punto di contatto tra biologia, sociologia,
genetica ed epigenetica, identifica la selezione naturale, ossia un’immanente legge dell’universo,
quale motore dell’evoluzione sociale, oltre che di quella biologica.
A sua volta l’epigenetica e la teoria degli equilibri punteggiati (Vedi S. Gould) chiariscono sia la
funzione delle esperienze (ambiente emozioni) in quanto coadiuvante alla selezione naturale, sia i
momenti di discontinuità evolutiva. Abbiamo quindi anche su un piano scientifico, un sistema
completo tra input e output.
Selezione naturale ed epigenetica. Cervello conscio e inconscio
Come fanno i batteri e le cavallette a modificarsi fisicamente e volontariamente durante la vita,
cambiando l’utilizzo dei geni?
Dire che siamo un tutt’uno con l’universo suona un po’ astratto, perché siamo abituati a vedere le
singole forme a cui l’energia dà vita e non l’interconnessione che le rende parti di un immenso mare.
Nel nostro immaginario il Sole è infinito rispetto all’uomo, ma se usiamo come parametro
l’immensità dell’universo, questa differenza si azzera. I nostri 5 sensi ci fanno vedere un vuoto tra
Sole e Terra che in realtà non esiste, perché è pieno di micro particelle ed energia; ma il sesto, la
mente liberata, l’ha scoperto. Si immagina che pianeti e stelle si spostino nel vuoto a grande velocità,
mentre in realtà sono come dei sottomarini che si muovono in un mare immenso fatto di spazio-tempo,
energia e particelle. Ma ciò non significa che i sensi ci danno una rappresentazione errata di ciò che
ci circonda, perché fanno ciò che devono; oltre a loro, abbiamo una mente che ci consente di
immaginare anche per astrazioni. In quest’ottica la mente è uno dei sensi. Il problema nasce
dall’educazione scolastica che abbiamo ricevuto; educazione che ci ha fatto visualizzare un universo
in cui materia ed energia sono elementi distinti e che ogni cosa e oggetto, sono fini a se stessi e non
interconnessi.
Anche per il nostro percorso di liberazione è fondamentale andare oltre ciò che ci è consueto, in
modo da poter visualizzare nella mente che l’uomo, la sua parte libera, la matrice-schiavizzante e la
matrice-vivente, non sono cose a sé stanti, bensì vivono in una totale interconnessione energetica.
Aggiungiamo ora altri elementi, necessari a fornire una reale visione di noi stessi e del circostante.
Questo paragrafo è di fondamentale importanza nel percorso perché:
1. Vi darà una panoramica chiara del supporto che la scienza ha dato alla scoperta della m-v e della
m-s.
2. Per chi proviene dai filoni di pensiero orientali deviati da dogmatismo e/o credenze pre e post
mortem e/o che sacralizzano qualcosa, chiarisce dove è arrivata la scienza d’avanguardia e quanto
sia superato distinguerla dalla vera spiritualità. La scienza oggi vede un universo totalmente
interconnesso fatto di energia (relatività generale di Einstein e fisica quantistica) e inquadra
l’evoluzione dell’uomo come un mix derivante dai meccanismi della selezione naturale più quelli
legati all’auto modificazione di sé (meccanismi epigenetici). Oltre a ciò, danno indirettamente un
grande valore alla meditazione, spogliandola dalla ritualità.
In questo paragrafo, inseriremo alcuni elementi e aspetti scientifici, fini a se stessi, che saranno però
di grande supporto durante il prosieguo. Utilizzerò una terminologia non prettamente scientifica, per
evitare di perderci tra le parole, piuttosto che acquisire consapevolezze. Per chi intendesse
approfondire c’è internet che, sui temi scientifici, è un pozzo di informazioni.
I geni della socializzazione – La comunicazione biologica tra individui della stessa specie e tra
animali e vegetali
In questi Scritti utilizzeremo il termine “eusociale”, nel senso più moderno del termine, attribuitogli
da Edward Osborne Wilson (professore emerito a Harvard che ha fondato la sociobiologia, vale a
dire lo studio della evoluzione biologica dei comportamenti sociali) nel suo 27° saggio “La
conquista sociale della Terra”.
Sappiamo che tutte le specie viventi sono dotate di strumenti che gli consentono di comunicare, sia
quelle animali che quelle vegetali (a tal proposito vi consiglio di guardare i video, su
www.youtube.com, del Dott. Stefano Mancuso esperto di Neurobiologia vegetale - Università di
Firenze) che tramite i meccanismi epigenetici, sono anche in grado di auto modificarsi fisicamente in
base alle circostanze ambientali o di uniformarsi sul piano comportamentale alle necessità di un
eventuale gruppo transitorio, creato per necessità momentanee. In queste specie può quindi innescarsi
un processo di mutazione in vita in base al meccanismo che segue:
intervento di fattori ambientali, positivi-negativi, per la sopravvivenza -> maggiori possibilità di
sopravvivenza dei singoli creando gruppi o colonie -> auto modificazione fisica e/o
comportamentale dettata dalle necessità del gruppo.
Inoltre le poche specie (progenitori dell’uomo, vespe eusociali, formiche, api e altre) che hanno
subito traumi collettivi di specie, dovuti a cambiamenti climatici e ambientali globali, se dotate di
particolari geni, perdono la loro individualità divenendo parti del macro organismo gruppo (come se
ne fossero le cellule) e creando di conseguenza una matrice-vivente. La biologia chiama questo
fenomeno superorganismo eusociale. Da quel momento in poi il nuovo essere vivente (la m-v),
appena nato, agirà in base a un programma già scritto.
Ad es, al fine di comprendere maggiormente l’evoluzione dell’eusocialità in alcune specie, Tom
Wenseleers e collaboratori dell’Università belga di KU Leuven hanno studiato la struttura chimica
dei ferormoni prodotti dalle regine di ben 64 specie tra api, vespe e formiche. Dai risultati emerge
che in tutti e tre questi taxa i ferormoni delle regine appartengono alla stessa classe di molecole, gli
idrocarburi saturi, e sono straordinariamente simili. Ciò è alquanto sorprendente, dal momento che i
tre gruppi si sono separati circa 150 milioni di anni fa, prima che si originasse l’eusocialità, che si è
evoluta indipendentemente almeno 10 volte. Da ciò si evince che queste molecole si sono evolute dal
progenitore comune a tutti gli imenotteri eusociali, che era solitario. Pertanto la funzione originaria
doveva certamente essere un’altra.
Gli autori ipotizzano che l’antica funzione di questa classe di ferormoni fosse quella di attrarre i
maschi, funzione che si è conservata per alcuni di questi composti in varie specie di imenotteri
solitari (fonte www.pikaia.eu).
La nascita dei superorganismi eusociali non rappresenta quindi l’evoluzione di una specie, ma bensì
la sua regressione appannaggio del superorganismo, in un ambito in cui i singoli individui della
specie vengono schiacciati e programmati a vantaggio della matrix che li ha assimilati (ad es: per la
specie umana la famiglia, per come è strutturata attualmente, rappresenta un micro sistema di questo
genere, seppur nell’ambito della più ampia m-v) e da quel momento in poi, dovendo agire in funzione
degli interessi di un qualcosa a loro esterno, non potranno più esprimere la loro individualità. E
siccome ciò avviene ancor prima della nascita, non solo non potranno esprimerla, ma neanche
conoscerla.
L’eusocialità, che caratterizza le poche specie di insetti che abbiamo descritto, non è più, come si
credeva, il gioioso partecipare, da parte del singolo, a un meccanismo in cui le regole e il divenire
sono già scritte, in nome della società di appartenenza, ma bensì la prigione in cui il superorganismo
(matrice-vivente) costringe a vivere le sue cellule che a volte si ribellano, come si evince da
quest’altra ricerca di Tom Wenseleers:
Denise Alves, Tom Wenseleers e collaboratori hanno condotto una analisi genetica di circa 600
maschi di 45 colonie scoprendo che l'esistenza di parentele con la popolazione delle api operaie: il
22,89 per cento dei maschi di Melipona scutellaris, la specie presa in esame, erano infatti figli di
operaie e non della regina. "Ciò dimostra per la prima volta come le operaie continuino un conflitto
riproduttivo parassitizzando la generazione successiva di lavoratori a proprio beneficio. Le api
operaie non sono in genere in grado di accoppiarsi, ma possono deporre uova non fecondate che si
sviluppano in maschi. Per assicurarsi il dominio riproduttivo la regina spesso divora selettivamente
le operaie che depongono uova o, come avviene in altre specie, altre api operaie si incaricano di
mangiare le uova della compagna. Nonostante queste difficoltà, le operaie che si riproducono
possono trarne un vantaggio individuale a scapito della colonia nel suo complesso: i ricercatori
hanno anche scoperto che le operaie che si riproducono hanno in media un'aspettativa di vita tre volte
superiore al normale, soprattutto perché solitamente evitano poi di dedicarsi a compiti più rischiosi,
come quello di foraggiamento. Con conseguenze anche serie per la struttura sociale e il benessere
della colonia. I ricercatori hanno valutato che il 77,11 per cento dei maschi discendeva dalla regina,
il 4,3 per cento da operaie figlie dalla regina attuale e il 18,54 da operaie discendenti da una regina
precedente. "Questi risultati sono la prima esplicita dimostrazione che il conflitto per la
generazione dei maschi non oppone solamente la regina alle operaie, ma che si manifesta anche
fra una generazione di operaie e l'altra”.
Faremo alcuni esempi da cui potremo anche evincere che i comportamenti di socializzazione possono
anche non essere consci, ma biologici, così come lo può essere il comportamento di un gruppo o di
una colonia che si viene a creare. Lo stesso dicasi per le metodologie di comunicazione tra specie
diverse o addirittura tra animali e vegetali.
Ciò ci permetterà anche di inquadrare l’esistenza di veri e propri cervelli non costituiti da cellule
nervose; cervelli che avendo come mente, ad es. la selezione naturale, si sono evoluti nei millenni,
conservando nella banca dati della loro memoria i comportamenti più utili ed efficaci a fini
adattativi, generando così un’altra forma di vita che nulla più ha a che fare con quella dei singoli
individui che la compongono.
Lenticchie e batteri che dialogano tra loro
È vero che una specie di batterio comunica con le lenticchie e che, a seguito di accordi, vanno a
vivere insieme dopo essersi fisicamente modificati entrambi?
Vediamo come vanno le cose, tra un batterio Rhizobium, di nome Jack, e una pianta di lenticchie
chiamata Roberta.
Roberta emette un segnale chimico che viene recepito da Jack, comunicandogli la sua disponibilità a
instaurare una collaborazione. Se Jack produrrà l’azoto che serve a Roberta lei in cambio lo sfamerà
con i carboidrati. Era proprio ciò che Jack aspettava, e dopo aver dato l’ok a Roberta, quest’ultima
comincia a costruirgli una casa tra le sue radici, fatta di stanze e cunicoli. A questo punto Jack entra
in casa e si trasforma fisicamente in base al suo nuovo stile di vita: diventa più grosso e muta in una
sorta di fabbrica azoto-fissatrice. Per quello che ci è dato sapere, Jack e Roberta vivono ancora
insieme, in un idilliaco connubio.
La storia che vi ho raccontato è vera, anche se i nomi sono inventati. Se volete approfondire basterà
che vi mettiate sul motore di ricerca web, inserendo l’idonea chiave. Sul piano scientifico non vado
oltre, perché ciò che ci interessa di questa storia è la conferma che la selezione naturale e
l’epigenetica sono alla base del processo evolutivo e di connessione tra le forme di vita biologiche.
È chiaro che le storie dei batteri narrate, sono pilotate da una grande mente insediata biologicamente
nei protagonisti. E che essi, in base a input-output, proseguono il loro percorso di vita predefinito
dalla selezione naturale e dai cambiamenti genetici che ciascun individuo, nel tempo, ha maturato, in
base a scelte individuali condizionate dall’ambiente e dai suoi desideri.
Il cervello della matrice-vivente
Per dare un senso chiaro all'affermazione che la m-v ha come cervello la selezione naturale,
teorizzata da Darwin, è necessario compiere un'astrazione, un po’ come quando cerchiamo di
immaginare la curvatura dello spazio tempo legata alla teoria della relatività generale di Einstein.
Diamo quindi la possibilità alla nostra mente di percepire la realtà vera (per quanto oggi la scienza
ne sappia), allenandola attraverso alcuni dati di fatto, presi a caso.
Oggi sappiamo che la teoria di Newton che ipotizzava l’esistenza della forza di attrazione
gravitazionale era errata, sappiamo anche che mettendo un orologio estremamente preciso, come un
orologio atomico, alla base di una torre e un altro alla sua sommità, il tempo scorrerà diversamente
tra i due, in quanto esso è una dimensione relativa. Nello specifico, scorrerà più lentamente alla base
della torre: quanto più ci si avvicina al centro della Terrà, tanto più la corsa del tempo rallenta.
Quindi, in teoria, se vivessimo sulla torre, un nostro clone alla base di essa, morirebbe dopo di noi.
Lo stesso vale se questo nostro clone viaggiasse perennemente su un aereo, perché la velocità incide
sul tempo.
In matematica e geometria, alcuni elementi base come il punto, sono definiti concetti primitivi. Per
non finire nella palude della terminologia matematico-geometrica, definiamoli qui, in senso lato:
postulati (proposizione non dimostrata che si accetta come fondamento di una dimostrazione).
Concettualmente il punto non ha dimensioni e se così non fosse, sarebbe impossibile progettare
alcunché, utilizzando la geometria euclidea, perché la dimensione del punto lo renderebbe
inattuabile. La stessa retta, una volta attribuita una dimensione bidimensionale al punto, diverrebbe
un rettangolo.
Il postulato ha quindi in sé un apparente dualismo: da un lato è l’espressione di una realtà oggettiva
perché funziona, esattamente come lo è per il numero zero, dall’altro dobbiamo etichettarlo come
postulato (termine qui usato in senso lato e non matematico) anche perché, in natura, non è a noi
visibile e quindi, per un uomo, è impossibile osservarlo. Provate, nella vostra mente, a immaginare
un punto senza dimensioni e di conseguenza, senza colori. È evidente che l’uomo, da sempre, è in
grado di cogliere elementi dalla fonte universale astraendosi ed estraendoli o, quanto meno, di
trovare delle costanti che gli consentano di dare alla realtà una interpretazione funzionale.
Oltre ai postulati, la descrizione del mondo avviene attraverso leggi scientifiche, come quella della
gravitazione o della selezione naturale; esse sono state formulate, partendo dall’osservazione e dalla
descrizione delle costanti di un determinato fenomeno. L’uomo quindi è consapevole che il suo
apparato sensoriale lo limita nell’osservare, capire e definire, così come nella sua facoltà di astrarsi
ed estrarre gli elementi presenti nella fonte, detta anche Matrix Divina (che non ha nulla a che vedere
con la matrice-vivente sociale). Ovviante tale limite viene meno, se consideriamo concettualmente, la
mente, come uno dei nostri sensi.
Fatta questa premessa, che ci trasporta nella giusta dimensione astrattiva, passiamo al cervello della
m-v e vi accorgerete che focalizzare la mente della m-v è molto più facile di quanto lo sia
visualizzare un postulato.
L’uomo non riesce a immaginare cosa sia un pensiero. Lo può descrivere, può provare a definirlo, ma
non a immaginarlo nella sua dinamica fisica. L’uomo chiama impulsi automatici i pensieri che fanno
funzionare gli organi del corpo, o lo fanno agire d’istinto (come si suole dire), e pensieri quelli che
invece generano caos. Proviamo a porre in parallelo la valenza di queste due macro categorie di
pensiero:
- Pensiero che sembra partire da un preciso impulso mentale, ma lento e permeato di caos: “Ho
scelto alla fine, dopo una lunga riflessione, di andare in Grecia.”
- Pensiero apparentemente automatico: “Ho dato sicuramente, in questo istante, un impulso al mio
dito: gli ho detto in sostanza di battere sulla tastiera per scrivere, ma la parte pensante del mio
corpo è talmente potente, che non me ne sono neanche reso conto.” Oppure: nell’ipotesi in
cui sarebbe stato il Dio descritto nella Bibbia a creare l’universo, e così non è, avrà pensato quando
ha creato un fotone? Certo, ma quanto ci avrà messo? Se la risposta fosse un istante, così come lo è
per l’impulso dato al dito, ci perderemmo mentalmente e non riusciremmo più, se non per astrazione,
a concepire l’azione pensante.
In genere ci è facile immaginare, in quanto pensiero, ciò che ci porta a una scelta in modo complesso
ma tracciabile mentalmente, perché richiede tempo e possiamo quindi osservarlo mentre si evolve.
Mentre abbiamo difficoltà a ritenere pensiero l’azione istintuale (come quando si devia da un
ostacolo improvviso mentre si è alla guida). Questo fa sì che si finisca con il dare un senso di nobiltà
a ciò che ci riesce difficile e non al suo contrario. Concludendo: immaginate, per ipotesi, che tutti i
pensieri e i sentimenti che si possano avere prima di una scelta, o di un pianto, si possano
concentrare in un istante, e il gioco è fatto. Quindi: la quantità di tempo che impieghiamo a pensare
una determinata cosa, a fare una scelta o a prendere un decisione, ci può solo indicare se abbiamo
utilizzato il cervello conscio o quello inconscio; non altro.
Torniamo ora alle cosiddette leggi dell’universo e ai suoi meccanismi automatici, meccanismi che
rappresentano dei veri e propri pensieri viventi e immanenti, caratterizzati da un’assoluta efficacia.
Quindi: se ci è più facile chiamare automatismo la selezione naturale, non cambia nulla. Vorrà dire
che tutto ciò che ha consentito lo sviluppo della diversità delle specie e l’esistenza dell’uomo, è un
cervello automatico incredibilmente efficiente che agisce in modo apparentemente ripetitivo, per
quanto sia un pensiero. La selezione naturale è paragonabile alle vecchie schede che si inserivano nei
computer per eseguire uno specifico programma; nel nostro caso, quella che intuì Charles Darwin, il
quale affermò:
“Ho chiamato questo principio, grazie al quale ogni lieve variazione, se utile, viene conservata,
con il termine di “selezione naturale”. “Possiamo dire che la selezione naturale tiene d'occhio
ogni giorno, ogni ora, in tutto il mondo, ogni variazione, anche la più lieve, respingendo ciò che è
dannoso e accogliendo ciò che è utile, lavorando silenziosa ed invisibile.”
Il meccanismo di funzionamento della selezione naturale, sul piano temporale, è quindi sbilanciato
verso il futuro, perché la selezione che avviene nell’adesso e ora ha come scopo il conservare le
varianti che meglio potranno funzionare nel poi. Diviene così più semplice capire perché le cellule-
uomo sono puntualmente spostate nel futuro; perché la loro madre, la m-v, vive in quella dimensione
e sviluppandosi istante per istante ed essendo vincolata indissolubilmente alle sue cellule, porta con
sé, nel futuro, tutto il macro organismo. Se nella mente dell’uomo assimilato esiste il tandem passato-
futuro e pochi spiccioli di presente, questo è dovuto semplicemente all’incomprensibile vita a cui la
m-s costringe la parte libera dell’individuo, i cui ricordi, e quindi il passato, ne sono la traccia.
Darwin cercava delle costanti che dimostrassero che le specie si evolvono e, grazie
all’osservazione, estrapolò il pensiero di un cervello molto più potente del nostro, di cui siamo noi
stessi espressione, in ambito evoluzionistico.
In ogni caso, conta poco l’etichetta: che la si voglia chiamare mente, cervello o principio, non
cambia nulla: è solo il solito piccolo gap, legato ai nostri limiti dovuti all’educazione di matrice, a
creare un’apparente confusione; ciò che invece è certo è che la m-v è dunque dotata di un sistema che
le consente vita propria, un sistema talmente potente da funzionare sulla base di un unico pensiero:
selezionare.
Da qui in poi tutto scorre da sé; difatti è chiaro a chiunque che nessuno può incidere in alcun modo
sul sistema sociale. Nessun essere umano, dopo la nascita, può decidere, per esempio, se mettere o
meno un municipio nel comune di residenza, se creare o meno polizia e carabinieri, mutare le leggi,
riscuotere le tasse, ecc. Anche se fate una riflessione sulle varie rivoluzioni, vi accorgerete che, a
parte il rimescolamento dei ruoli, è sempre cambiato meno di niente in merito allo schema di base; la
m-v si evolve, non muta.
E siccome il suo cervello è la selezione naturale, per nostra fortuna, è prevedibile e non può cogliere
il Gradiente di libertà sensibile individuale.
Concludo con una dissertazione, con un concetto già espresso ma che apre le porte a una diversa
visione dell’evoluzione della spiritualità: posso assicurarvi che fare il padrone è estremamente
stressante; che ciò è molto più chiaro per chi l’ha fatto più volte e in scenari molto diversi tra loro,
tanto che le prime volte difficilmente ce se ne accorge. Il padrone non è uno schiavo della m-v, ma
molto di più; la sua essenza viene totalmente snaturata e, sulla base di quanto detto prima, il padrone
una tantum (quello che viene definito colloquialmente “padroncino”) può essere sottoposto a tali
livelli di stress, che la sua parte interiore libera si ribella e non potendo contrastare la parte
immatriciata, lo spinge verso l’autodistruzione.
Difatti al di là che non si fosse riusciti precedentemente a capire che la m-v è viva e ha un suo
cervello, è inaccettabile credere, ad es, che un personaggio come Osho, non sapesse che stava
andando verso la morte. Osho aveva centinaia di riferimenti storici a disposizione, su come agisce il
sistema matrice quando qualcuno crea un maxi gruppo fisico di individui che hanno come mission la
distruzione del sistema stesso ed era un individuo straordinariamente dotato e talentuoso. Creando
l’enorme comune "Rajneeshpuram" in Oregon (1981-1985), con 5.000/20.000 persone al suo interno,
la sua eliminazione in quanto fondatore e leader antisistemico, era più che certa. Il suo è stato un
suicidio, dettato dalla necessità di riuscire nell’obiettivo di salvare il mondo (matrice-schiavizzante
religiosa quindi) causata dalla sua m-s; ma nessuno dei seguaci, presi come erano dall’idolatrare il
Maestro, è riuscito a comprenderlo e a cercare di afferrarne la motivazione. Tanto più che ogni
microsistema (gruppi fisici di persone), come quello creato da Gesù, non era altro che un'altra
matrice potenziale – uno schema che riproduceva il solito gioco di schiavi e padroni – maestri e
discepoli.
Jiddu Krishnamurti comprese appieno questa realtà sciogliendo l’ordine della Stella D’oriente e
stupendo i suoi seguaci, ma gli mancava ancora un tassello – ossia quello della m-v pensante – per
comprendere appieno le dinamiche dei sistemi viventi non biologici e quindi chi è veramente l’uomo,
il sistema e come Liberarsi. Le sue parole in punto di morte sono emblematiche, a questo proposito, e
fanno pensare che avesse iniziato a focalizzare il tassello mancante. Per quanto già citate le ripeto:
In punto di morte Krishnamurti confidò a Mary Zimbalist (parole riportate dalla Lutyens): «È
tutto deciso da qualcun Altro. Non posso parlarne. Non mi è consentito, capisci? È molto più
serio. Ci sono cose che tu non sai. Enormi, e io non posso dirtele».
Scrive ancora la Lutyens, che a lei stessa confidò queste parole: «Io non posso guardare dietro il
velo, non posso farlo. Ho tentato con Pupul Jayakar e vari studiosi indiani che me lo chiedevano.
Siamo giunti ad un impasse… Sono sicuro che se altri ci si applicano possono arrivarci. Sono
assolutamente sicuro di questo. Assolutamente, assolutamente, e sono anche sicuro che io non
posso scoprirlo».
La m-v è un macro organismo che stabilisce anche tutto ciò che riguarda l’interazione tra l’individuo,
da essa assimilato, (la cellula-uomo) e il mondo del sociale, ossia se stessa.
La m-v inserisce un programma nel cervello dell’uomo, detto matrice-schiavizzante m-s (chiamato da
S. Freud, super-ego), spogliandolo della sua potenziale individualità libera, attraverso quello che
viene genericamente definito sistema educativo: famiglia, scuola, ambiente, adulti, amici, cultura,
media, letteratura, canzoni, film, ecc.
Le differenze tra le cellule-uomo, che sembrano tanto sostanziali, sono invece solo la conseguenza
della tipologia di programma che gli è stato inserito: Papa, rapinatore, sessuofobo, psicologo, pseudo
spirituale, accoppiato, terrorista, soldato, ecc. Perché da un certo punto in poi, essendo infinite le
varianti di status sociale, la cellula-uomo attinge informazioni e conoscenza, solo per quanto
necessario alla sua maturazione e alla sua funzione. L’indirizzamento verso una determinata variante
di matrice-schiavizzante (detta anche personalità) si verifica per una combinazione di elementi e
fattori, interni ed esterni alla cellula-uomo. Queste apparenti differenze tra le cellule-uomo, che
invece altro non sono che varianti del programma matrice-schiavizzante m-s, hanno portato molti
pensatori ottusi, ma carismatici, a diffondere concetti come: la realtà è soggettiva, la mente mente,
dualismo ed ego sono insiti nell’uomo, e altre cavolate e mostri interiori inesistenti.
La m-s si sostituisce all’individuo in quanto potenziale Uomo Originale Libero, facendolo divenire
un'unità sistemica non libera: una cellula-uomo. L’individuo trasformato in cellula-uomo non esiste
più in quanto essere indipendente, ma come cellula della m-v, senza una volontà propria. La m-v è un
organismo vivente che necessita delle cellule-uomo per continuare a esistere: esistere è la
motivazione principale di tutti gli organismi viventi, manifestandosi attraverso l'istinto di
conservazione.
La m-v utilizza i talenti del singolo individuo per svilupparsi, potenziarsi ed evolversi in tutti gli
ambiti delle società umane: politico, religioso, tecnologico, filosofico, scientifico, amministrativo,
ecc. Al suo interno la m-v ha un’infinità di sottosistemi e scale gerarchiche; per comodità, qui, ne
identificheremo una in particolare: padroni <-> schiavi. I padroni sono coloro che, oltre a eseguire le
indicazioni del livello gerarchico superiore, devono anche dare direttive agli schiavi, che in genere
possono solo eseguire, secondo regole e modalità selezionate in precedenza.
A seconda degli scenari e delle aree di vita, nelle cellule-uomo, questi due ruoli possono invertirsi
con più o meno frequenza. Sia i padroni che gli schiavi, infatti, sono a loro volta esseri assimilati e
programmati dalla m-v. Essi non esistono in quanto entità individuali.
È evidente che la m-v era già presente tra i progenitori dell’homo sapiens, che vivevano in gruppo;
non esiste quindi un ipotetico giorno di nascita della m-v umana (sappiamo solo, come vedremo poi,
che nacque dai 7 ai 15 milioni di anni fa – vedi il capitolo VIII) così come non esiste per quella delle
formiche o delle api.
Ciò che però è certo e che queste specie hanno un gene che spinge alla socialità e che nel momento in
cui, detta socialità, travalica l’aspetto “pratico” legato a un pericolo transitorio, o al giocare, l’amare
o l’essere in contatto, crea un’altra forma di vita: una matrice-vivente.
D’altronde, queste specie, potevano forse sapere o immaginare che ciò avrebbe portato all’estinzione
della loro stessa specie, appannaggio dei macro organismi matrice-vivente?
In ambito geopolitico, per esempio, osservando meglio la struttura di comando che fa capo a un
numero ristretto di individui e i vari livelli della piramide, a partire dal primo, si comprende quanto
la potenziale libertà individuale regredisca, quanto più si salga nella scala di comando.
Paradossalmente, al vertice, le aspettative della m-v sono assolute e quindi il grado di schiavitù,
aumenta. Anche il cosiddetto Gruppo Bilderberg, non sfugge a questa logica.
Come si sviluppa la m-v dominate
Black Vortex, ossia la m-v dominante, quella cosiddetta occidentale, che ha assorbito di recente Cina,
Russia e gli altri paesi ex comunisti, e che ora sta schiacciando quella araba, lavora principalmente
su tre fronti, per quanto vada specificato che ad oggi, fine 2016, la Russia stia facendo opposizione al
capitalismo estremo della m-v attuale, grazie anche alle memorie di ricerca di equità ed
egualitarismo di quel paese:
1. La gestione e il miglioramento dei sistemi di controllo che governano le modalità di assimilazione
delle cellule-uomo. Perché anche se alle cellule-uomo vengono modificate le motivazioni di vita, e
quindi anche le emozioni, esse conservano, nel codice genetico, potenziali spinte individualiste di
deriva.
2. Il potenziamento economico, per mantenere la propria posizione di m-v dominante sul pianeta e
assimilare le m-v residuali.
3. Lo sviluppo tecnologico necessario a dotarsi degli strumenti indispensabili per mantenere la
supremazia militare ed espandersi nel futuro, anche su altri pianeti, utilizzando la creatività e la
capacità di indagine scientifica dell’uomo (output delle cellule-uomo).
Black Vortex non ha una residenza. È errato immaginare che vi sia uno scontro tra occidente, Cina e/o
Russia; la Cina e la Russia, come l’India, sono ormai parte della matrice dominante. Le apparenti
tensioni tra Stati o gruppi di Stati, interni alla matrice dominante, sono disturbi della crescita,
assestamenti fisiologici, nient’altro.
Il fatto che l’asse decisionale della m-v si sia spostato nel tempo, dalla Grecia fino agli USA,
dimostra con chiarezza che la m-v non è legata al territorio, bensì a ciò che funziona meglio e che
quindi viene selezionato per selezione naturale.
Per chiarezza, questo non significa che i greci antichi erano parte della matrice in senso assoluto; tutti
gli straordinari apporti dati da quel popolo, in quel periodo storico, rappresentano una delle più
grandi ricchezze dell’uomo libero. Ricordiamoci quindi che il problema dell’uomo è che la matrice è
divenuta viva; mentre invece, come abbiamo visto precedentemente, altre specie, come per esempio i
batteri –myxococcus xanthus – la utilizzano consciamente in casi di emergenza per fini pratici e
circoscritti nel tempo. Sono quindi essi a usare i meccanismi di matrice e non la matrice a usare loro.
E’ proprio grazie all’evoluzione tecnologica, alla globalizzazione, a internet e allo sviluppo delle
scienze, che è stato possibile scoprire la double-matrix. L’uomo molto probabilmente sarà quindi
l’unica specie assimilata che potrà liberarsi.
Nell’ambito del controllo sulle cellule-uomo, la m-v sta lavorando sulle modifiche genetiche da
tempo. Questo è un fattore di estremo pericolo per gli Uomini Originali Liberi o potenzialmente
liberi, in quanto potrebbe bastare un evento che giustifichi il loro utilizzo sull’uomo, per esempio al
fine di migliorarne le performance, per consentire alla m-v di effettuare le modifiche alle cellule a
essa utili. Per esempio, durante il periodo del governo nazista in Germania, se fossero già
state individuate le modifiche genetiche da attuare, per eliminare le spinte individualistiche di deriva
dalla m-v nazzista, e se vi fossero state le tecnologie per farlo, esse di certo sarebbero state attuate.
La m-v occidentale ha ricevuto un enorme impulso di crescita, durante l'arco di tempo in cui la
civiltà greca era in auge; anche perché quest’ultima ha attinto dall’oriente, dall’India e dagli arabi.
Tutte le civiltà dominanti che si sono poi susseguite, sono parti del suo sviluppo. Le guerre tra gruppi
interni alla m-v, sono servite a migliorare un sistema in cui, il gruppo vincente, ha dimostrato la sua
supremazia sia sul piano organizzativo che su quello tecnologico. La m-v che, per motivi di varia
natura, ha selezionato il miglior sistema di snaturamento e assimilazione degli uomini, ha schiacciato
le altre.
Nell’ordine, si sono susseguiti come gruppi vincenti interni della m-v dominante: i greci, i romani,
gli spagnoli e infine gli anglosassoni, cioè tutte quelle che poi sono state le grandi potenze
colonizzatrici e/o imperialiste. Dello spostamento verso nord è stato complice il freddo; infatti
quanto più l’ambiente è ostile all’uomo, tanto più è facile disconnetterlo dalla sua grande madre, la
natura nella sua versione tropicale, ossia li dove è nata la nostra specie.
Uno dei caratteri genetici della m-v dominante è dunque la sua tendenza a espandersi, visto che
storicamente la modalità vincente, per garantirsi la supremazia, non è la stasi ma l’espansione.
L’espansione viene dall'imprinting genetico dell’universo, il quale si espande senza sosta (vedi il
concetto di “freccia del tempo” che è un aspetto fondamentale di ogni processo nell'Universo e per
una sua reale comprensione).
La m-v è perfettamente sincronizzata con il suo apparato cellulare e con lo strumento che utilizza per
esistere, agire e svilupparsi, ossia la mente e il corpo delle cellule-uomo; e veicola il lavoro delle
cellule più brillanti, verso fini a essa utili.
Non dobbiamo immaginare la m-v come un suggeritore inconscio; essa è semplicemente un sistema
strutturatosi in milioni di anni, attraverso la selezione naturale, che spinge gli individui ad agire in un
senso piuttosto che in un altro. Quello che finora è stato definito come sociale, esisteva prima che
ciascuno di noi nascesse, e l’unica libertà che concede è quella di muoversi all’interno di un range
predefinito, a seconda dei ruoli e delle circostanze.
Verifichiamo ancora una volta l’attendibilità di questa realtà scientifica, quella dell’esistenza della
m-v, con un esempio attuale: Silvio Berlusconi ha potuto organizzare i suoi festini erotici perché la
sessualità trasgressiva fa parte del costume oggi consolidato (quello della m-v, nella sua variante
italiana), senza che ciò abbia determinato, in automatico, l’esclusione dal ruolo che deteneva.
Viceversa, se egli si fosse recato in parlamento nudo, in una giornata particolarmente calda, sarebbe
stato immediatamente rimosso dal suo ruolo. Altrettanto se avesse deciso, forte della sua
maggioranza, di tassare gli individui più ricchi in maniera esorbitante; in questo caso, sarebbe stato
di certo eliminato fisicamente dai meccanismi della m-v, perché avrebbe squilibrato il sistema
capitalista su cui si basa lo sviluppo, in termini di risorse, della m-v.
La coscienza di sé
Prima di proseguire facciamo un appunto sul concetto di “coscienza di sé” che viene propagandato da
alcuni filoni filosofico-spirituali e dalla scienza della matrix, come fosse il fattore chiave che, se
presente, eleva l’animale ad un essere superiore. Sia chiaro su questo che la coscienza di sé non è
altro che un concetto instillato dalla matrix. Difatti nessun animale libero è frammentato interiormente
e psichicamente dalla matrice-schiavizzante e quindi non ha necessità di essere cosciente di esistere,
perché è connesso con l’universo e quindi ha un livello di coscienza non espresso verbalmente e/o
concettualmente, molto più elevato, cosa che hanno ampiamente dimostrato gli studi antropologici
sulle tribù più primitive ancora esistenti, in cui la differenza-diversità tra l’uomo, un animale e un
fiore, è percepita ha un livello molto più basso se non inesistente.
Il corpo centrale della matrice-vivente e la sua memoria cerebrale
Consuetudine, letteratura e diritto - Regole e sistema punitivo - Norma e sanzione
Esempio 2 - La diversa modalità consuetudinaria nel giudizio tra le abitudini sessuali maschili e
femminili
Come abbiamo già accennato, il diverso grado di propensione ai rapporti sessuali veloci e
disimpegnati, tra femmine e maschi, è dovuto alla diversità biologico-sessuale tra i due sessi. Ed
essendo i maschi più facilmente eccitabili (in base al programma inseritogli nel cervello), questi
vivono una sorta di sentimento collettivo di inferiorità nei confronti delle donne, consapevoli di
dover sedurre, piuttosto che di osservare e scegliere. Oltre ciò, gli si rappresenta uno scenario in cui
la competizione tra maschi diviene scontata.
La m-v ha selezionato due diverse tipologie di giudizio da applicare, per consuetudine, alle abitudini
sessuali maschili e femminili, in merito alla frequenza dei rapporti e al turnover dei partner. Per
esempio: nella sotto-matrice italiana, per quanto vi siano forti differenze in relazione alle varie aree
geografiche, ancora oggi, sul piano sociale, vengono giudicati positivamente i maschi che hanno molti
rapporti, con soggetti diversi, e negativamente le donne che hanno pari abitudini. Perché? Dove si
annida qui l’elemento di matrice? Perché la matrice è così intransigente su questo aspetto della vita
sociale? Perché è giunta a selezionare per i trasgressori riprovazioni sociali e punizioni che arrivano,
in alcuni contesti, a una violenza inaudita? O a giustificare l’omicidio passionale da parte dei maschi,
com’era previsto dalla legge italiana fino a pochi anni fa?
La risposta che emerge dalla scoperta della m-v è semplice e basta mettere insieme, a casaccio,
alcuni elementi ovvi: se vi fosse libertà sessuale da vivere nella trasparenza, la coppia cesserebbe;
tutte le donne si orienterebbero verso gli uomini più piacenti sul piano psico-fisico, con un’ottima
possibilità di riuscita nell’instaurazione di più relazioni parallele. Gli uomini, al contrario,
sarebbero percentualmente sfavoriti. Gli uomini più piacenti, fermo restando il livello energetico
soggettivo, utilizzerebbero molto più tempo a fare sesso, soprattutto dai 15 ai 60 anni. Il rapporto
danaro > sesso verrebbe intaccato, rovinando il mercato della prostituzione e sminuendo le
prerogative dei padroni che magari rinuncerebbero ad esserlo, visto il maggior carico di
responsabilità dovuto al loro ruolo. La facilità dei rapporti distoglierebbe da altri obiettivi. Ma
soprattutto: la promiscuità renderebbe difficile identificare i padri della prole e il desiderio di
allevare figli avrebbe un drastico decremento. Gli uomini poco piacenti, nell’ambito di questo tipo di
matrice, in cui la felicità va cercata all’esterno e non dentro di sé e in cui l’estetica la fa da padrona,
diverrebbero estremamente aggressivi.
Insomma: in questo scenario che non è di Liberazione, ma solo una variante di schema, in cui il
rapporto di forza uomo-donna viene capovolto, sarebbe veramente difficile, per la m-v, organizzare
un sistema idoneo a far concentrare le energie dei suoi schiavi sul suo rinnovamento cellulare e
sull’educazione delle nuove cellule. Cellule che poi dovranno acculturarsi, al fine di poter svolgere
la loro funzione e apportare eventualmente nuovi elementi di sviluppo al macro organismo matrice.
Quindi la m-v ha selezionato, per selezione naturale, tra le varianti nate nel tempo, quella relativa
alla sistematica oppressione della libertà sessuale della donna, al fine di creare equilibro con la
parte più debole: il maschio.
Questo è anche il motivo per cui, quando vi avvicinerete alla Liberazione, noterete che la maggior
parte delle persone pronte al percorso che porta alla trasmutazione, sono donne. Difatti la differenza
dei programmi che vengono scritti nel cervello dei due sessi, consente alle donne, nella seconda fase
della vita (quando sfumano le illusioni e appare chiaro che lo scenario di vita imposto dalla m-v non
è disegnato per l’uomo libero e per la felicità), di ascoltare l’eco della verità che si celava dietro il
velo e di intraprendere la via che porta alla Liberazione del Sé. La donna infatti vieni si oppressa
sessualmente, ma viene anche educata all’accoglienza e parzialmente all’amore incondizionato verso
i figli; inoltre mantiene più contatto con i corpi nella loro completezza, accudendo maggiormente i
figli, e questo gli torna utile per la liberazione.
Come vedremo in seguito, in merito al supporto di cui necessita il singolo, nella fase di Grande Salto
della Libertà, dovranno essere (in media) le donne a darlo ai maschi; ma non attraverso
l’empatizzazione dei loro limiti (i residui di matrice-schiavizzante), ma bensì dando l’esempio di
come si vive da Liberati. Ricordate sempre che verso i dolori altrui, causati da residui di matrice m-
s, non bisogna sentire alcuna empatia, perché viceversa si darebbe energia alla m-s dell’altro.
Un vostro caro amico vuole parlarvi del suo dolore per la rottura del rapporto di coppia? Potreste
dargli la vostra disponibilità, ma non per ascoltare il solito disco che canta sempre la stessa canzone
di matrice, ma piuttosto per spiegargli cos’è la Liberazione, e per complimentarvi con lui per la
fortuna che l’ha baciato. E se vi apostrofa come insensibili? Ditegli che se è venuto per risucchiarvi
nella sua matrice, non siete disponibili; sono i sani a curare i malati, se questi ultimi lo vogliono, e
non viceversa.
Ma detto ciò… siamo realmente sicuri che vi sia una differenza fisiologica, nella quantità e nella
tipologia di desiderio sessuale, tra maschi e femmine? O forse quest’idea è nata dalla falsa realtà che
le donne sono costrette a rappresentare nel mondo (ricordiamoci che nel mondo non c’è solo
l’occidente) dopo essere state programmate? E ancora: e se magari fosse così, ma solo perché dopo
la programmazione, sia i maschi che le femmine tendono a modificarsi fisiologicamente per
uniformarsi al programma di m-s, sul come si fa sesso? Siamo certi che il sesso penetrativo sia reale
e genotipico, visto che l’orgasmo femminile è clitorideo? Non potrebbe forse trattarsi di un
programma che porta a desiderare con forza di penetrare o essere penetrati da chi ci piace, perché la
m-s suggerisce che raggiungendo questo obiettivo si otterrà anche il possesso dell’altro e quindi la
coppia? Il Tantra dell’origine può dare a queste domande, risposte sconvolgenti (vedi sul web:
Tantra dell’Origine).
Difatti l’orgasmo vaginale non esiste, è un’invenzione della m-v che ha selezionato nel tempo, in
quanto credibili e ad essa utili, tutti coloro che hanno affermato il contrario, come S. Freud che su
questo tema specifico, a causa del suo maschilismo, di sciocchezze ne ha detto davvero tante;
sciocchezze oggi smentite anche dalla scienza. E mi spiace dire questo di Freud, visto che devo e
dobbiamo molto a lui e al suo lavoro in merito alla scoperta della double-matrix.
La credenza che il sesso fosse penetrazione, è servita alla m-v per innalzare esponenzialmente la
possibilità che le sue cellule figliassero. In realtà l’orgasmo vaginale e rarissimo, ma la credenza che
senza di esso la donna non sia sessualmente completa, evita che le donne se lo raccontino tra loro.
Nel vero sesso genotipico, di penetrazione c’è n’è molto poca; il sesso, inteso come espressione
dell’energia sessuale (energia vitale) è ben altro. Per saperne di più inserite nel motore di ricerca la
stringa “L’orgasmo vaginale non esiste” e/o “Orgasmo vaginale, donne a caccia di miti Freud”.
E allora perché invece farai tutto ciò che non vorresti fare?
Mandante m-v -> Killer: cellule-uomo assimilate e pre programmate -> Strumento: fucile +
proiettile -> morte di Kennedy
Se focalizzassimo che l’uomo è composto di energia e non di materia, in quanto la materia è una
forma di energia, sarebbe tutto più semplice, perché nell’immaginare l’episodio descritto vedremo
tutto come energia. Vedremmo quindi la m-v premere il grilletto e non ci sarebbe più di ostacolo il
differenziare un pensiero o un concetto da un essere umano o da una pietra, in quanto tutto è parte di
quest’universo fatto di energia pensante e interconnessa. Ciò non toglie però che queste energie
creano forme, come l’uomo o il sole, e che queste forme hanno delle loro peculiari dinamiche e cicli
di vita. Il non comprenderlo sfocia nell’estremismo di una frangia della quantistica, a mio avviso
totalmente fuori strada. D’altronde uno dei padri della quantistica, Einstein, riteneva che la nuova
scienza in oggetto fosse ancora da sviluppare per quanto attinente alle sue basi teoriche.
È ovvio che tutto è energia; ma che senso ha chiamare una scarpa, scarpa quantica? Potremmo cadere
nell’errore di acquistare un’automobile quantica, ed essendo caduti nell’estremismo, dopo la
consegna, trovarci fuori casa il nulla. Già, perché se tutto è energia, e le forme e la materia esistono
solo in funzione dell’osservatore, da chi andremmo a reclamare? I venditori potrebbero risponderci
che loro la vedono l’auto, che siamo noi a essere incapaci di crearla.
Fa testo un dialogo tra due padri della quantistica, Einstein e Bohr, e la domanda di Einstein rivolta
proprio a Bohr: "Allora lei sostiene che la Luna non esiste quando nessuno la osserva?" Bohr rispose
che la domanda non poteva essere posta perché concettualmente priva di risposta.
Prendiamo un altro spunto di riflessione facendo un’altra ipotesi: vediamo passeggiare a Piazza San
Pietro un uomo nudo in una giornata particolarmente afosa. L’uomo è nato nudo, come nudi sono tutti
gli animali. Non avendo indumenti, la dispersione termica, e il relativo senso di freschezza, aumenta.
La soluzione di denudarsi è quindi ottimale.
Viceversa cosa pensiamo osservando quella scena e cosa ipotizziamo accadrà in un breve lasso di
tempo? Forse che venga arrestato perché esiste una legge che vieta di passeggiare nudi? Direi
proprio di sì. Il cosiddetto tutore dell’ordine che lo arresterà, in nome della legge, avrà un ruolo
fondamentale nell’arresto? O è ciò che egli rappresenta che conta? Insomma, in ciò che siamo certi
accadrà, saranno determinanti gli specifici individui che procederanno all’arresto o lo è la regola in
sé, che vieta e sanziona quel tipo di comportamento? E cos’è una regola? Chi l’ha fatta? A quando
risale? Perché esiste, prevedendo anche una sanzione per i trasgressori? Quindi, ancora una volta,
avremo un qualcosa di immateriale che fungerà da protagonista degli eventi, e visto che non vi è stata
alcuna discrezionalità nell’agire da parte di chi arresterà il trasgressore, come è inquadrabile
realmente costui? Si tratterà di un individuo, o di una cellula del macro organismo matrice, che deve
solo eseguire i suoi ordini e che non è autorizzato a pensare?
Ora guardiamo invece i meccanismi di matrice su un piano prospettico, per renderci conto che non
solo la m-v esiste in quanto infinita griglia di regole e divieti, ma che agisce e si sviluppa utilizzando
le cellule-uomo precedentemente assimilate.
Come sappiamo tutti, i Paesi occidentali investono cospicuamente nella ricerca scientifica che porta
poi a nuovi brevetti. Questo avviene per garantirsi i frutti di ciò che verrà scoperto, frutti economici
che matureranno attraverso la produzione e la commercializzazione di beni e servizi innovativi.
Esiste forse un singolo individuo che determina ciò? Perché siamo certi che verranno effettuati
investimenti in tal senso, attraverso le università e i centri di ricerca? Eppure non conosciamo le
persone deputate a prendere le decisioni in tal senso. È evidente che siamo certi che gli investimenti
verranno fatti, in quanto voluti da un qualcosa di immateriale, dal cosiddetto Sistema Paese. Quindi
ancora una volta a determinare gli eventi non sarà un individuo specifico, né più individui, ma un
qualcosa di immateriale che abbiamo chiamato, appunto, Sistema Paese, parte a sua volta della m-v
globale.
Per chi volesse allenarsi al rapporto con la m-v intesa come organismo vivente, basterà osservare e
analizzare di volta in volta ciò che gli accade intorno.
Certo, potremmo dire che molte scelte vengono fatte da singoli individui e che le loro capacità
soggettive possono fare la differenza. Ciò è assolutamente vero, oltre che indispensabile, anche
nell’ambito della Rivelazione; difatti la m-v incanala le energie dei singoli, cercando di selezionare i
più talentuosi per i ruoli chiave, ma questo non significa che questi ultimi possano decidere
liberamente. Potranno solo utilizzare il loro talento nell’ambito della funzione predefinita o magari
per sviluppare ulteriormente la m-v e i suoi meccanismi.
Ciò che invece mi preme sottolineare, in questa fase del percorso, è che non è necessario
immaginare, per raggiungere il livello di consapevolezza che porta alla fase intermedia (il
Risveglio), la m-v come viva. Basterà, per il momento, realizzare che questa cosa non determina solo
il presente, bensì incanala le azioni dei singoli individui verso un futuro che non hanno scelto loro, in
quanto tali.
La Legge dell’assimilazione
"Tutto ciò che in un macrosistema biologico composto da più individui eusociali della stessa
specie, funziona meglio, in termini di rafforzamento strutturale e potenziamento del suo apparato
distruttivo nei confronti di altri macro organismi-matrice, viene conservato o assimilato, il resto
viene eliminato. Quanto più quindi l'individualità genotipica dell'uomo assimilato viene
schiacciata, a favore delle esigenze funzionali del macro organismo che plasma il fenotipo, tanto
più il macro organismo funziona meglio" (Giancarlo De Vivo)
La m-s e le patologie delle cellule-uomo. I sistemi curativi adottati per selezione naturale dalla
m-v: alcol e droghe
Come abbiamo già analizzato in precedenza, la m-v utilizza un meccanismo estremamente efficiente
per assimilare l’uomo, istillandogli nel cervello un suo duplicato parziale, un programma. Il
programma m-s viene costantemente aggiornato dalla m-v in tempo reale, attraverso vari canali:
informazione, media, istituzioni ecc. In tal modo il macro organismo matrice controlla e gestisce le
sue cellule con estrema efficacia, limitando al minimo le infezioni causate dalla disconnessione di
quelle che si liberano parzialmente. Altre patologie delle cellule del macro organismo matrice,
vengono curate dalla religione, dalla psicologia, dagli alcolici e dalle droghe.
Queste ultime infatti, insieme all’alcol, consentendo per breve lassi di tempo e a scatti la
disconnessione tra la parte libera dell’uomo e la sua m-s, apportano benefici quando utilizzate e
quindi provocano assuefazione. Di riflesso quindi, le droghe reintegrano le cellule nell’ambito del
sistema, costringendole a procurarsi i mezzi per acquistarle. Un circolo vizioso, insomma.
Le droghe generano grandi business e consumi, sono di conseguenza molto utili alla crescita della m-
v. Al contempo però, non essendo in questo scenario la disconnessione dell’uomo dalla m-s totale,
droghe e alcol creano una forte instabilità, che sfocia spesso nella violenza o nell’autodistruzione.
Ciò si evince anche osservando i comportamenti negli stati alterati di coscienza, in cui si nota che a
volte emergono atteggiamenti di consapevolezza e ribellione; atteggiamenti che però, invece di essere
canalizzati verso la liberazione, vengono trasformati in eccessi fini a se stessi.
Ma…
...ciascun individuo conserva intatto in sé il codice genetico della libertà, che non è altro che se
stesso, il suo genotipo, prima di essere addivenuto, nel contatto con la matrice-vivente che l’ha
assimilato, ciò che non è.
Parte di ciò che chiamiamo espressione della libertà, nelle varie fasi della vita, resta vivo e
attivabile in ciascun individuo. Chiameremo ciò “Gradiente di libertà sensibile” in sigla Gls.
Mi riferisco ai potenziali e forti desideri inespressi che generano costantemente energia e quindi
richiami vibrazionali verso il mondo esterno ed interno; richiami a cui, i principi dell’Attrazione,
daranno risposte in termini concreti, portando le circostanze di vita desiderate nell’esperienza del
soggetto, o quanto meno a sfiorarlo.
D’altronde cos’è un rimpianto, se non un’esperienza non vissuta a causa delle nostre paure?
Esperienza che si era sentita attratta verso di noi, in quanto speculare al nostro “noi stessi” che
consciamente o inconsciamente, l’ha desiderata?
Il Gradiente di Libertà Sensibile (Gls) viene costantemente sollecitato da eventi esterni o interni
all’individuo scatenando un autonomo, anche se settoriale, processo di liberazione. Questo processo
darebbe vita, nel suo prosieguo, a una totale liberazione se non intervenisse il fattore Discontinuità
Regressiva Inconscia, a sua volta attivato dalla paura dell’individuo di fuoriuscire dal sistema
matrice e di perdere il controllo di ciò che crede di possedere, con la conseguente perdita di
autostima. Tale perdita stresserebbe un fattore genetico dominante, l’istinto di conservazione –
dimostrazione di ciò è il fatto che la perdita dell’autostima è una delle cause principali del suicidio.
La m-v è anche strutturata per agire sulla paura della solitudine. precedentemente instillata nell’uomo
durante la fase educativa, al fine di apportare le correzioni necessarie alle spinte di deriva. Difatti la
selezione naturale che è stata la mente decisionale dell’evoluzione della specie, come abbiamo già
visto, pensa in una modalità molto dissimile da quella umana. Non sceglie il punto in cui far leva…
piuttosto seleziona, si uniforma e si struttura, in base a ciò che funziona meglio. E ciò in totale
collaborazione con le mutazioni “volute” dall’individuo, attuatesi attraverso i meccanismi epigenetici
(co-creazione di sé).
Facciamo un altro esempio sulla semplicità di funzionamento di questo meccanismo-cervello, la
selezione naturale, se applicato ai fenomeni sociali: immaginate, per ipotesi, come potrebbero essere
andate le cose tra due piccole tribù limitrofe dell’età preistorica, di cui una dotata di lance e l’altra
no. Le loro rispettive matrici-viventi di appartenenza tendevano all’espansione ed essendo le tribù,
confinanti, arrivarono al conflitto. In una delle due, qualcuno aveva precedentemente inventato una
lancia dotata di punta in pietra, utile alla caccia e arrivati allo scontro, è molto probabile che la
superiorità tecnologica delle lance con puntale in pietra abbia determinato la vittoria della matrice
che le possedeva.
Ma sarebbe anche potuta andare diversamente se, nel gruppo tecnologicamente meno dotato, fosse
nata, in base alla precedente intuizione di qualcuno, la figura di un maestro di strategie della caccia.
E che esso, osservando le abitudini delle prede, avesse insegnato, per esempio, ad attaccare quando
queste dormivano o ad applicare particolari tecniche, come la costruzione di macchine mortali. È
questo il caso delle catapulte romane o degli schieramenti militari che facevano un uso ponderato
della cavalleria, sui fianchi degli schieramenti nemici, gettando scompiglio.
Il caso della conquista dell’impero azteco, da parte di un manipolo di spagnoli guidati da Cortés, ci
mostra un’ulteriore variabile, da cui si evince che il fattore determinante al fine della vittoria nello
scontro tra matrici, può essere anche di natura politico-strategica. Difatti Cortés riuscì in modo
estremamente sottile a minare la solidità politico religiosa dell’impero e poi a conquistarlo.
In tutti e tre i casi, per selezione naturale, i vari fattori che consentirono alla tre matrici-vincenti di
sopraffare le altre, si sono tramandati e sono stati conservati dalla matrice dominante, quella a cui
apparteniamo; cioè: tecnologia, strategia militare, arte della politica.
Viene da chiedersi come mai, in questi scenari, non appaia la figura del pacifista; ci sarà pur stato e
difatti è così. Nei vari conflitti tra matrici, vi sono sempre stati i pacifisti, ma questi sono stati
emarginati o eliminati dalle matrici-vincenti a cui appartenevano, perché pericolosi per la loro
esistenza. L’ipotesi della convivenza pacifica tra matrici ha determinato storicamente la distruzione
di quelle più pacifiste. Come la storia ci dimostra, la matrice occidentale ha fatto scempio, nei
secoli, di tutte le popolazioni che appartenevano a matrici poco sanguinarie.
La storia scolastica è fatta di due macro sfere: da una parte ci racconta della creatività umana e dei
suoi apporti, e dall’altra ci fornisce la cronologia dei fatti di sangue, conflitti, guerre; tutte a scopo di
espansione.
A scuola ci siamo illusi di aver studiato la storia dell’uomo, mentre in realtà ci siamo acculturati
sulla storia del come la matrice dominate ha distrutto e/o assimilato, nel tempo, tutte le altre.
Paradossalmente possiamo dire, con assoluta certezza, che la m-v ci ha fatto studiare la sua storia,
imprimendo nel cervello delle sue cellule-uomo che ciò che conta è vincere e distruggere gli
avversari o semplicemente chiunque si opponga all’espansione. Distruggere, assimilare, sfruttare,
schiavizzare, competere, possedere… senza nessuna remora. Questo è l’imprinting che riceve la
cellula-uomo, è questa è la base del suo agire, nei confronti delle altre cellule e persino in ciò che
chiama amore.
I singoli individui, in questo scenario, non hanno avuto alcuna rilevanza nelle motivazioni che sono
alla base dell’evoluzione degli eventi. Le matrici-viventi hanno fatto proprie le scoperte-intuizioni
degli individui più talentuosi, ma hanno agito per proprio conto, e non in base alle opinioni di questi
ultimi; non è un caso infatti, che quasi sempre gli scienziati sono pacifisti e spesso vegetariani, come
lo era Albert Einstein.
A fronte di queste verità, tornando a noi in quanto soggetti singoli, possiamo dire che fare propri i
principi dell’Attrazione, aumenta in modo esponenziale la fiducia in se stessi e la possibilità di una
vita fatta di gioia; e di conseguenza eleva anche la capacità di superare i propri limiti. E ciò grazie a
quell’energia che chiamiamo genericamente col termine coraggio.
La m-v ha un limite, un suo tallone d’Achille, palesemente evidente mettendo in parallelo realtà come
le rivoluzioni attuatesi (francese, russa, fascista, nazista, tanto per citarne alcune); quelle non attuatesi
(per esempio quella cristiana o quella professata da Tizio o Caio) e opere umane come il film Matrix
(uscito nel 1999 e vincitore di 4 Oscar) o questo stesso libro.
Nel primo gruppo di rivoluzioni, si assiste a uno scontro tra la m-v dominante e nuove m-v teorizzate
e concretizzate. In questa variante sistemica, in un lasso di tempo brevissimo (sul piano di ciò che il
fattore tempo rappresenta nella storia), le m-v emergenti sono state prima bloccate e poi assorbite o
parzialmente acquisite, in quegli aspetti che la m-v dominante ha considerato migliorativi per se
stessa, sempre sulla base dei meccanismi della selezione naturale.
Nel secondo caso, i filosofi, gli illuminati e i trascinatori in oggetto, avevano creato gruppi di
discepoli e quindi microsistemi con loro regole interne di convivenza, ossia delle potenziali nuove
m-v. In questo scenario, la lentezza del processo di creazione delle m-v alternative, ma allo stesso
tempo in evidente gestazione, ha consentito alla m-v dominante di eliminare i leader antagonisti,
acquisendo però la parte commerciale o commercializzabile di quelle ideologie: nel caso di Cristo
questa parte è rappresentata dalle varie professioni di fede cristiana a lui ispirate, nel caso di Osho
dai punti di ritrovo e dai corsi che fanno riferimento al suo insegnamento, portati avanti dai Sannyas.
Quindi, se così possiamo dire, l’errore individuale di questi pensatori dotati è stato quello di creare
microsistemi che inevitabilmente hanno dovuto strutturarsi con una propria m-v per poter esistere.
Nel terzo caso, non vi è la creazione o l’ipotesi di una m-v antagonista a quella dominante, ma
esclusivamente il tracciato di un percorso di liberazione individuale (dato che dove non c’è gruppo,
non vi può essere m-v). La m-v, fintato che non viene sollecitata attraverso le sue cellule-uomo, non è
in grado di percepire ciò che potremmo definire come suoi nemici.
Per fare un esempio: se il contenuto di questo libro fosse trasferito in ambito scolastico da un docente
o da un precettore a un suo allievo, la m-s di quest’ultimo andrebbe in allarme o in confusione,
trasmettendo la cosa a familiari, amici, ecc. Ciò comporterebbe l’attivazione dei sistemi di difesa
della m-v, tramite gli stessi familiari o la gerarchia scolastica.
Viceversa, nel caso del film Matrix o di un libro, non vi è contatto diretto tra gli spettatori-lettori che
stanno elaborando individualmente le nuove informazioni e i sensori dei sistemi di difesa della m-v.
La m-v non è in grado di percepire il Gradiente di libertà sensibile individuale e quindi di agire per
contrastarlo, fintanto che esso non le si manifesta attraverso i rapporti interpersonali. Il film Matrix,
inoltre, sfrutta e asseconda la matrix, facendo transitare i suoi messaggi attraverso una grande
operazione commerciale, che soddisfa le esigenze e gli standard della m-v stessa: in parole povere,
l’autore del film ha preso in giro la m-v, evitando però di focalizzare l'attenzione sul fatto che essa ha
vita propria, limitandosi a sfiorare la sua rispettabilità.
C’è da sottolineare però che quel film ha avuto il grande merito di diffondere un concetto
rivoluzionario per la massa, ossia che: sia i padroni che gli schiavi sono, nel loro complesso, tutti
schiavi della m-v. Di contro, ipotizzando che la matrice fosse stata creata ad hoc da macchine dotate
di IA, ha proposto un modello errato, in cui la razza umana è schiava di macchine da essa stessa
create, a seguito dello sviluppo tecnologico. Mentre in realtà è proprio lo sviluppo tecnologico e
della conoscenza, ad averci permesso, oggi, di scoprire Black Vortex: la matrice-vivente, nata ancor
prima dell’homo sapiens.
In sostanza l’uomo che vuole realmente liberare il suo sé, mantiene il suo primato nel non poter
essere totalmente assimilabile dalla m-v e nel potersela scrollare di dosso attraverso un processo di
liberazione individuale. Processo che deve essere sostenuto e potenziato dalla consapevolezza
dell’immanenza dell’Attrazione Gaia. È anche la mancanza di questo elemento ad aver reso
difficilmente attuabili i percorsi tracciati dai grandi e luminosi pensatori orientali.
Ciò che è assolutamente da evitare, è strutturare un sistema fisico macro e creare quindi una m-v
antagonista a quella dominante (il concetto di microsistema strutturato è diverso da quello di gruppo
aperto, che è invece auspicabile), tranne che non si voglia poi vivere nel conflitto, cosa non adatta a
un Uomo Originale Libero. Anzi, per essere più precisi, un Uomo Originale Libero non farebbe mai
una scelta del genere, in quanto il suo pilota interiore sono le emozioni gioiose.
Non esiste un punto zero preciso, relativo alla genesi della matrice-vivente, perché non esiste un
punto zero inerente alla nascita delle varie specie eusociali, da cui proviene l’homo sapiens, e al
loro sviluppo in funzione dei cambiamenti climatici.
La m-v, oramai divenuta un essere vivente, la cui mente è rappresentata dalla selezione naturale, non
consentì più all’individuo, divenuto sua cellula, di incidere su di essa, se non per migliorala e
potenziarla, e comunque sempre in funzione delle sue direttive, bisogni e scopi. In questo scenario
l’evoluzione individuale dell’uomo (per selezione naturale) sul piano biologico che secondo il
famoso entomologo Edward O. Wilson (vedi: La conquista sociale della Terra - Edward O. Wilson)
sarebbe un meccanismo determinante, insieme all’evoluzione del gruppo per selezione naturale,
perde di importanza. In quanto l’evoluzione individuale non potrebbe più verificarsi se non in
funzione dei bisogni del gruppo.
Le conclusioni di E. O. Wilson sono sconvolgenti in merito alla sovranità individuale, egli cita: «La
natura umana sono le regolarità ereditate dello sviluppo mentale comune alla nostra specie. Esse
sono le “regole epigenetiche” che si sono sviluppate grazie all’interazione fra l’evoluzione
genetica e l’evoluzione culturale, interazione che ha richiesto un lungo periodo della nostra
storia ancestrale» (p. 217 di “La conquista sociale della Terra di E. O. Wilson). «Tali regole
creano dei comportamenti, che non sono innati» (pp. 218-220, cf. pp. 263-268). (Cit. E. O. Wilson)
Tornando allo sviluppo della m-v, a seguito delle lotte per il predominio globale tra le varie m-v,
quella cosiddetta occidentale ha assunto il controllo mondiale.
Lo schema che segue, in merito alle quantità numeriche da 1 a 10 è attendibile in via di massima.
Consideratelo un metodo utile a immaginare il potenziale divenire nel passaggio da concepimento-
nascita -> assimilazione -> risveglio -> liberazione.
Legenda:
-Uomo Originale Libero: UOL
-Gradiente di libertà sensibile: GLS
-matrice-vivente: m-v
-matrice-schiavizzante scritta nel cervello delle cellule-uomo assimilate: m-s
1. Fase di concepimento di un potenziale UOL (per quanto, in realtà, incidano anche le memorie
epigenetiche e quindi genealogiche, in fase di gestazione): UOL 10.
2. Fase di pre-scrittura del programma m-s durante la gestazione –memorie, vibrazioni, emozioni,
dialoghi, suoni, musiche, ritmi e quanto trasmesso emozionalmente dai genitori -. Durante questa fase
ha inizio il processo che porterà nel tempo a provare emozioni non più generate dall’UOL, ma dalla
parte assimilata dell’individuo. Le emozioni, che sono il fattore principe di guida nella vita, non
saranno più le nostre, ma le seguiremo, non avendo consapevolezza di ciò. Ha quindi anche inizio la
coltivazione del seme del contrasto interiore, che la cellula-uomo non può percepire come conflitto
tra il GLS e la m-s, ma piuttosto in quanto manifestazione di un suo malfunzionamento, da dover
risolvere in qualche modo: UOL 9; m-s 1.
3. Fase post parto: ha inizio la scrittura massiva del programma m-s, tramite famiglia, amici, altre
cellule-uomo, scuola, media, istituzioni, autorità, letteratura, film, cartoni animati, fumetti ecc. In
questa fase si consolida la disgregazione dell’anima, di ciò che risiedeva in una soluzione fisiologica
armonica e di fusione con l’universo, ossia l’UOL. Si rafforza ulteriormente dopo la frammentazione,
ciò che in vari filoni di pensiero è stato definito come: io, es, ego, super io, dualismo, bene-male ecc.
La m-v quindi penetra nell’uovo energetico umano tramite i bisogni primari, le paure, l’attaccamento
e le pulsioni, che nel loro complesso rappresentano, sul piano visivo, la porta d’ingresso della m-v
verso l’uomo. Ha inizio inoltre la programmazione fisiologica in tutto ciò che è di fondamentale
interesse per la m-v; come le modalità di concepire e praticare il sesso, la competizione e la
muscolatura, le posture ecc. ecc: UOL 5, m-s 5.
5. Fase del ciclo di vita della cellula-uomo matura: la cellula-uomo matura agisce in base agli input
provenienti dalla m-s. Per effettuare variazioni e qualsivoglia cosa non scritta precedentemente nel
programma m-s, la m-v dirama input che, tramite il catalizzatore, raggiungono e forniscono
aggiornamenti di programma alla m-s. A tal fine utilizza i suoi canali: istituzioni, media ecc. In questa
fase i flussi divengono incrociati. Come output la cellula-uomo oramai addivenuta parte integrante
della m-v, può anche apportare contributi alla m-v, transitando per la porta della selezione naturale
che, per l’appunto, seleziona tutto ciò che la cellula-uomo crea, se utile all’evoluzione o al
miglioramento del macro organismo m-v: involucro catalizzatore + m-s 9,9; UOL 0,1.
6. Fase conflittuale esterna: i due esseri viventi esterni all’uomo, la m-v, che ha come mente la
selezione naturale, e l’Essenza dell’UOL, che ha come mente la creatività e i principi
dell’Attrazione, si confrontano; il secondo risulta costantemente perdente, ma non può essere
eliminato, in quanto geneticamente impresso nell’uomo.
7. Fase dell’ampliamento della conoscenza: grazie alla scoperta della double-matrix, l’Essenza
dell’UOL focalizza l’esistenza della m-v in quanto essere vivente dotato di un suo sistema pensante-
decisionale, della m-s e del suo funzionamento.
8. Fase di riscatto: questa fase si attiva solo quando l’individuo è pronto alla Liberazione del Sé;
cosa che si manifesta attraverso la ricerca di risposte e la consapevolezza che qualcosa di molto
profondo non quadra, né nel rapporto obiettivi -> felicità, né nel sociale.
Da qui il percorso si biforca, a seconda che si abbia o meno un fortissimo controllo sulla mente e
quindi, potenzialmente, sulla m-s che vi risiede, come fu nel caso degli illuminati. Le due modalità
vanno utilizzate in funzione del tipo di m-s individuale, che nel 99,9% degli individui, non consente
alla mente conscia e libera, di controllare e gestire sia quella inconscia e sia il corpo (inteso in
quanto corpo programmato fisiologicamente), impedendo quindi il Salto. Chiameremo le due
modalità: M1 - “Modalità di consapevolezza mentale” (in cui la mente liberata attacca la mente di m-
s, cancellando progressivamente il programma m-s, i MOI e le memorie) e M2 - “Modalità supporto
e condivisione”, in cui interviene il “Gruppo delle Guide della Liberazione del Sé”, con l’ausilio,
quando necessario, di composti che consentano l’innalzamento dei livelli di serotonina.
L’essenza dell’UOL fornisce al GLS consapevolezza. Inoltre, a seguito della nuova scoperta, fornisce
anche la consapevolezza dell’esistenza della m-v/m-s in quanto forma vivente e le sue dinamiche,
rendendola visibile e prevedibile, oltre al fondamentale supporto che l’Attrazione Gaia sarà
l’elemento di realizzazione anche sul piano materiale. Ciò eviterà la discontinuità regressiva
inconscia causata dalle paure sul futuro materiale e contingente. Nel caso M2, si attiva anche il
gruppo di lavoro, pianificando le soggettive modalità e i meccanismi per concretizzare il Piano di
uscita dalla double-matrix.
9. Fase di strozzatura: il Gls si amplia e strozza l’energia proveniente dalla m-v che alimenta la m-s
tramite psiche e risonanza vibrazionale (informazione, media, energia manifestata tramite discorsi-
azioni-modelli di vita dalle cellule-uomo circostanti, musiche tristi, materialismo ecc.), disabilitando
la porta virtuale d’ingresso che la m-v utilizza per comunicare con la m-s. Questa è la prima
discontinuità, quella che alcuni, per quanto pochissimi, hanno già vissuto recandosi in uno specifico
luogo di natura e/o eliminando dalla propria vita tutti quegli scenari e/o persone che vi
appesantivano. A volte basta anche un filmato o il libro giusto, se si è pronti.
10. Fase di taglio alimentazione: nel caso in cui l’ampliamento del GLS abbia superato la soglia di
non ritorno, esso comincia a minare l’integrità del programma m-s, mirando all’uscita dai due schemi
di matrice principali: coppia e status sociale-materialismo del superfluo.
11. Fase di Grande Salto: la m-s, spogliata dei due principali schemi-pilastro, implode. Le varie
parti dell’uomo si riaggregano in uno straordinario istante di discontinuità conscia: sé, ego, es, io,
super io, conscio, inconscio, bisogni primari, pulsioni, parte femminile e maschile, si fondono,
azzerando le contrapposizioni e le tensioni interne.
Per fare un esempio: uscire dai due schemi di matrice principali, attiva un processo che è
paragonabile a ciò che accade quando un palazzo viene demolito con l’uso dell’esplosivo. I pilastri
del piano terra vengono minati e la struttura, dopo l’esplosione, si trova per un istante sospesa
nell’aria, per poi cadere verso terra, accartocciandosi su se stessa.
L’unità totale riemerge nella rinascita dell’UOL che riabbraccia l’amore universale e la fusione
costante con l’universo.
Gli Scritti uscirono tre anni prima, in una pre versione ancora incompleta che venne distribuita
tramite Facebook a chi ne fece richiesta. Tra i lettori vi era un’astrologa professionista. Per quanto io
ritenga che l’astrologia sia uno strumento che crea una delle tante personalità di matrice-
schiavizzante disponibili, attraverso l’autoconvincimento, e non quindi che legga la personalità di
matrice-schiavizzante dell’individuo, trascrivo qui questa testimonianza da lei inviataci perché
introduce alla creazione del metodo di Mappatura Bioenergetica di matrice-schiavizzante TQ2 (in
sigla “Trasmutazione quantica della double-matrix); uno dei tasselli fondamentali che ci permise poi
di mettere a punto il Percorso di Liberazione, nella sua “Modalità supporto e condivisione” (in sigla
M2) che viene oggi insegnata nelle Oasi, nell’ambito della Selfniversity - Academy for Self
Liberation Guides.
“Ogni Essenza libera è un Dono meraviglioso dell’Universo stesso, potenza creatrice e Vita gioiosa
in divenire e seppure ognuna contenga in sé ogni potenziale, uno in particolare spicca e la distingue,
rendendola unica ed irripetibile. Quel potere, quella specificità, è ciò che porta la m-s a strutturarsi
su una credenza specifica, la quale genera la suggestione, che quel Dono in realtà sia un difetto e
dunque vada nascosto, smorzato, neutralizzato, eliminato, mortificato e punito. Alla base c’è il
giudizio ed il fraintendimento, una sorta di deviazione di fondo, che distorce l’Essenza ed il suo
Dono, fino a farlo diventare un mostro cattivo e spaventoso. La matrice infatti, si comporta come uno
specchio deformante, frammentante e fuorviante per l’Essenza, la quale perde i riferimenti in questa
dimensione fino al punto di cedere al depotenziamento.
La credenza fondante della m-s, parte sempre con un’affermazione che sottolinea il Dono,
evidenziandolo però come un problema. Quella credenza è lo start, ciò che fa partire il programma,
che lo avvia e lo sostiene. Al fine di arginare la forza dell’Essenza e permettere l’assimilazione
completa, la matrice struttura anche una sorta di soluzione al suo dilemma, una riparazione
necessaria, ottimale ed auspicabile, che nella mappatura individuale generalmente è indicata dalla
posizione del Sole.
Quindi la premessa è la memoria base, il codice radice, su cui tutte le altre memorie si cuciono
coerentemente, legandosi in sequenza. A seguire si creerà uno scorrimento o direzione di lettura dei
codici, che verranno accesi di volta in volta, come luci; i codici si attivano nella sequenza prevista;
quindi, anche se gli eventi sembrano sempre diversi, in realtà il filo del film rimane sempre quello,
sono solo piccole variabili delle sequenze base. Queste sequenze di eventi sono molto più simili tra
di loro, di ciò che la mente ci fa ricordare. Il disco gira sempre nello stesso verso, le memorie
vengono lette dal lettore sempre con lo stesso flusso, che poi dovrà condurre sempre allo stesso
output, al fine di produrre sempre la stessa sostanza voluta dalla matrice, il suo nutrimento, che per
noi è veleno.
Dunque l’output, cioè il punto o direzione in cui la matrice desidera portare la sua cellula, è sempre
il punto più distante dal Dono, si tratta di invertirlo portandolo allo snaturamento finale. E’ altresì
vero, che la possibilità di uscita dal programma stesso, passa proprio dall’avvicinarsi al punto più
distante dal ganglio radice e dunque specularmente opposto anche al Dono, ma naturalmente si tratta
di farlo con prospettive, obbiettivi e modalità totalmente diversi a seconda che sia l’Essenza a
condurre il gioco o la matrice stessa. Per l’Essenza si tratta di ricucire i due estremi e far coesistere
in un unico spazio/tempo due spinte contrastanti ed apparentemente inconciliabili per la matrice…
per quest’ultima invece, si tratta solamente di portarla più lontano possibile da se stessa,
snaturandola e riducendola ad un servitore obbediente.”
Il film "Matrix" aveva descritto l’essere umano come una pila che produce energia e, in effetti, il
programma si nutriva proprio in questo modo delle sue cellule... ciò si era potuto verificare soltanto
perché gli umani avevano realmente creduto di essere quella cosa. Una simulazione, una sostituzione,
un’illusione ben congegnata… già! Tanti maestri ne avevano parlato, chi più chi meno chiaramente,
ma la consapevolezza della matrice-vivente purtroppo nessuno ce l’aveva. Del resto la scienza non
aveva ancora compiuto questa scoperta... pertanto non sarebbe stato possibile comunque parlare di
questa realtà in termini più concreti e comprensibili, come invece è accaduto recentemente negli
Scritti sulla Rivelazione Translife Revelation.
Mi sentii immensamente grata per questo dono ricevuto e ogni giorno che passava quel senso di
gratitudine aumentava, insieme alla gioia di sentirmi finalmente sempre più me stessa, spogliata da
quei fili che avevano condotto la mia esistenza fino a quel momento.
Era come smettere di essere un burattino ed iniziare a vivere la propria unica vita, un grande senso di
leggerezza ed ilarità cominciò ad espandersi nel mio quotidiano. Nulla appariva più un problema...
quelle tragedie ed i tipici casi della vita nella matrice cominciavano a diventare qualcosa di sempre
più lontano e invece la possibilità di vivere con altre energie liberate e consapevoli, sempre più
vicino e realizzabile.
L’attrazione Gaia stava cominciando ad agire, così come la nuova astrologia stava finalmente
sorgendo, oltre i luoghi comuni e l’inconsapevolezza di ciò che aveva realmente studiato, nell’arco
dei millenni!
Sviluppare la propria creatività è una delle condizioni fondamentali per poter completare il
percorso di liberazione. Mentre il non farlo porta di certo, nel tempo, ad essere riassorbiti dalla
matrice o a vivere nel conflitto col sistema.
La notte della Rivelazione, preso com’ero dagli eventi, non avevo riconosciuto subito Almalibre
Rebelde. L’avevo incontrato casualmente a Roma poche settimane prima, durante un incontro sulla
meditazione.
Sembrava non appartenere a nulla, ma tutto ciò che incontrava, se gli piaceva realmente, finiva in
parte per appartenergli e, in fondo, lui lo sapeva.
Avevo incrociato di rado, nella mia vita, persone che vivessero nei principi dell’Attrazione come lui,
in quella sorta di parziale consapevolezza. Quando gli parlai dei meccanismi dell’Attrazione ci si
rispecchiò appieno e si illuminò, traendo dalle sfumature che non aveva colto ciò che gli mancava: la
capacità di focalizzare appieno l’aspetto gioioso e di bloccare qualsiasi pensiero negativo.
Alma possedeva una particolare energia che gli aveva consentito di gestire la negatività, senza che
quest’ultima avesse potuto condizionare la sua evoluzione interiore; evoluzione che lui definiva come
la progressiva scoperta delle non verità vere e che rappresentava visivamente come una sorta di
spogliarello in cui, di volta in volta, consapevolezza dopo consapevolezza, veniva sempre più alla
luce la propria essenza originaria di uomo libero.
Nonostante avesse vissuto, come mi raccontò, molto intensamente anche i momenti negativi, le altre
parti di lui avevano sempre continuato a desiderare e a vivere in modo intenso e parzialmente
indipendente. Una inusuale capacità di fare switch, la sua.
Alma diceva di aver capito, a posteriori, che l’uomo evoluto era consapevole che i momenti negativi
erano innescati dalle false credenze e dai falsi obiettivi instillatici dal sistema; ma gli era anche
chiaro che, non sviluppando le varie possibilità del nostro noi stessi, si finiva per vivere un
problema in modo ossessivo e, quando poi questo si dissolveva, lasciava dietro sé una forte
sensazione di impotenza nell’auto gestirsi.
Secondo lui gli uomini evoluti capivano a posteriori la futilità dei cosiddetti problemi, ma
osservandosi nel passato e capendo, quanto essi fossero potenti nel trascinare se stessi dentro al
baratro del momento, finivano per somatizzare una percezione di inadeguatezza e impotenza, rispetto
a quel meccanismo che si ripeteva ciclicamente.
Riflettendo, in seguito, mi resi conto del perché le persone che avevano dato adito alla propria
creatività nel vivere, avessero quell’enorme vantaggio nell’approdare alla liberazione. La creatività
difatti, in qualsiasi forma, crea un rapporto così intenso con se stessi, da non poter essere intaccato
da nessun elemento esterno, né tantomeno dall’altro noi stessi, che sta magari vivendo circostanze
negative, sul piano energetico-vibrazionale. Diciamo che il nostro noi stessi creativo, in queste
circostanze, può addirittura creare in funzione della negatività dell’altra parte di noi, ma ciò non può
influire sull’atto creativo in quanto tale.
Creare è come fare l’amore con sé, e Alma era così immerso in questa dimensione, da avere persino
difficoltà a capire che non fosse la stessa cosa per tutti. Infatti mi disse che lo aveva focalizzato solo
verso i trent’anni e che quando inquadrò quest’aspetto, si rese anche conto di quanto fosse importante
far volare la propria creatività, al fine di non cadere nella trappola di appartenere a qualcosa o a
qualcuno.
La paura di non appartenere a qualcosa o qualcuno
La scoperta dei principi dell’Attrazione ha rappresentato un momento di estrema rilevanza nella mia
vita interiore, tesa a cercare le chiavi della libertà, dell’amore, gioia e armonia e questi scritti, che
svelano l’esistenza dell’Uomo Originale Libero, trattano della loro reale attuabilità per l’uomo.
Ho iniziato a scrivere sull’Attrazione per il desiderio di chiarire agli amici, che me l’avevano fatta
conoscere, alcuni suoi aspetti che mi sembravano trattati, dai vari autori, con eccessiva superficialità
e per palesarne altri che a me apparivano estremamente evidenti, nonostante non ce ne fosse traccia
nella letteratura di settore. Non vi era quindi da parte mia l’intenzione di scrivere un libro né
tantomeno di questuare pubblicamente su ciò che dell’Attrazione era stato scritto, quanto piuttosto di
mettere giù degli appunti a uso interno.
Poi la cosa, dopo la notte della Rivelazione, prese inevitabilmente un’altra piega.
Racconterò sommariamente come io, e altri insieme a me, abbiamo incontrato i principi
dell’Attrazione. Ma prima è opportuno che chiarisca quale è il rapporto che oggi ho con la letteratura
in merito.
Tutti i testi sull’Attrazione sono totalmente fuori strada e nel tempo, non inquadrando come funziona
la creazione intenzionale gioiosa, allontanano i lettori dal credere nell’esistenza di questa realtà che
è invece così oggettiva.
Difatti come abbiamo già visto, non serve a nulla desiderare se prima non abbiamo creato noi stessi
nella libertà. Oltre a ciò, quella letteratura, se finisse nelle mani di soggetti che non hanno già almeno
iniziato un percorso di liberazione e sono giunti quanto meno al risveglio, potrebbe rendere ancora
più radicato il loro livello di assimilazione da parte della m-v, limitando ulteriormente la loro
capacità di introspettiva.
Considerando che il percorso di liberazione è stato affrontato da pochi, anche nella cerchia di coloro
che fanno ricerca spirituale, sono mio malgrado arrivato alla conclusione che la letteratura
sull’Attrazione rappresenti uno dei vari strumenti che la m-v utilizza per migliorare la funzionalità
dei suoi assimilati. Questo di riflesso fa, di coloro che ne scrivono, a mio modesto avviso, dei
padroni come tanti. Padroni che supportano la m-v nella gestione delle cellule-uomo.
Entrando nello specifico, ritengo che l’esaltare l’aspetto emozionale e farlo assurgere a guida
dell’esistenza, prima della liberazione, significhi inculcare il principio che le emozioni sono le
nostre; mentre palesemente, prima della liberazione, esse sono dettate dagli schemi in cui ci fa vivere
la m-s. Insomma, si diventa così, ancora più assimilati.
Mi rendo conto che i concetti qui espressi, per chi è già a conoscenza dell’argomento, sono forti, ma
posso garantirvi che quando vedrete la semplicità con la quale è possibile creare intenzionalmente,
dopo aver completato o almeno intrapreso con decisione, il percorso di liberazione, mi darete atto
che queste osservazioni sono fatti più che opinioni. Area per area della vita, con una modalità che
ora vi sembrerà astrusa, ma diverrà estremamente chiara alla fine di questo viaggio, basterà seguire
questo metodo:
1 Liberazione dalla m-s e dagli influssi della m-v nell’area di interesse, dove per area di interesse si
intendono cose che spaziano dal desiderio di elevarsi spiritualmente a quello di aumentare il proprio
reddito o all’essere più piacenti. Inevitabilmente, questo innescherà poi un processo di liberazione
più ampio.
2 Analisi degli strumenti disponibili e potenzialmente attinenti al pensiero-desiderio (dove per
strumenti intendiamo tutto ciò di cui disponiamo in termini di talenti, mezzi, contatti, relazioni) o di
cui possiamo dotarci, creando il noi stessi speculare (risonanza quantica).
3 Azione mirata direttamente allo scenario-desiderio, se abbiamo già gli strumenti idonei o azione
mirata a creare preventivamente gli strumenti idonei a raggiungere l’obiettivo, purché siano strumenti
il cui uso ci dia gioia.
4 Potenziamento dei pensieri-desideri sul piano immaginario-visivo e raggiungimento dell’obiettivo,
dove per obbiettivo intendiamo il concretizzarsi dei pensieri-desideri.
Basterà fare ciò per creare e ottenere, nella vostra vita, tutto ciò che desiderate, nei tempi congrui.
Quei libri sono vincenti, da un punto di vista commerciale, perché illudono i lettori. Essi migliorano
comunque l’azione dell’individuo, dandogli anche maggiore benessere interiore, perché sono conditi
con elementi impropri, tratti dalla psicologia del pensiero positivo, da religioni orientali e altro; ma
non danno indicazioni sulla necessità imprescindibile di rimettersi radicalmente in discussione. E
ciò, indipendentemente dal livello di matrice che ha il lettore, di contro, lo fissa definitivamente nella
m-s del momento, azzerando per sempre la sua possibilità di liberarsene. Consiglio comunque
vivamente di leggere quei testi dopo la Liberazione perché sono molto esaustivi e fantasiosi in merito
agli aspetti pratici e ciò, come vedremo, rientra nel principio che la m-v va utilizzata e sfruttata, se la
cosa può essere utile.
La m-v va vissuta come un’ombra che nulla può più, contro gli Uomini Originali Liberi, e non come
un’entità con cui entrare in conflitto.
Come incontrai i principi dell’Attrazione
"Un essere umano è parte di un TUTTO chiamato universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi
sentimenti come qualche cosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi
stessi da questa prigione attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e di
comprensione, sino a includervi tutte le creature viventi e l’intera natura, nella sua bellezza”. -
Albert Einsten
Nel 1905 Albert Einstein sancì, con la celeberrima equazione E=mc², che l'energia e la massa sono due aspetti di una stessa
realtà fisica. Da poco è stato confermato che l’energia acquisisce massa grazie al “meccanismo di Anderson-Higgs”. Oggi la
fisica quantistica ci dice che la materia è solo un diverso modo in cui, l’energia, si mostra. Diciamo comunque, per non finire
nei meandri della fisica che di certo la cosiddetta materia è una forma di energia.
La consecuzione di queste trasformazioni è sempre costante a parità di condizioni (a mio avviso, per
quanto non rilevante in questo contesto, le varie teorie sull’indeterminabilità sono sempre legate
all’osservatore-uomo e quindi generano l’impossibilità di determinare l’indeterminabilità)
esattamente come l’energia dei pensieri, o meglio i pensieri-energia, generano ciò che gli stessi
hanno emesso, ossia se stessi, modificando chi li ha generati.
Quello che possiamo osservare di diverso intorno a noi, rispetto a quel lontano passato, è stato prima
pensato, immaginato, voluto o desiderato e poi concretizzato.
È usuale spiegare che ciò che viene definito progresso è legato alle scoperte scientifiche e,
utilizzando questa terminologia, ciò è innegabile; così com’è innegabile che sembra non esservi una
fine alle cose che potrebbero essere scoperte. Ma cos’è in realtà una scoperta scientifica, se non
l’aver svelato qualcosa che già esisteva, come dice lo stesso termine scoperta? Quindi esisterebbe un
universo oggettivo, fatto di cose certe, che è solo da svelare e che conduce poi a scoperte che, una
volta utilizzate, per fini utili alla m-v umana, porterebbero a realizzare nuove cose (basti pensare al
rapporto tra le scoperte nella matematica, la geometria e della fisica e la realizzazione di una diga); e
questa è ciò che noi chiamiamo “fonte”, la “fonte universale di tutte le cose”.
Tale fonte inoltre ci dice che quello che viene immaginato-intuito e poi conclamato in quanto
scoperta, deve essere appunto parte della fonte, altrimenti non funziona.
La fonte è quindi una realtà innegabile che potremmo definire come unica realtà oggettiva.
Ora, uscendo dalla vecchia cultura superata, che divideva di netto la scienza che studia materia ed
energia, dalle dinamiche umane e dalla spiritualità, risulta chiaro che anche tutte le manifestazioni
individuali e di gruppo, non possono prescindere il loro collegamento con i meccanismi della fonte
e, come tutti sappiamo, oggi sono stati fatti progressi enormi nello scoprire i legami fisiologici con
ciò che chiamiamo sentimenti, passioni e desideri.
Nel caso dell’uomo e di tutte le altre forme di vita biologiche, tale fonte è il genotipo; quindi tutto ciò
che non è allineato al genotipo non potrà funzionare, come ad es lo è per la coppia, e porterà inoltre
l’individuo lontano dalla realizzazione di sé. Ne consegue che l’attrazione diviene la fonte della
felicità solo se i desideri che l’attivano sono genotipici.
Abbiamo detto che una diga nasce da pensieri i quali, se sono allineati alla fonte, si possono
concretizzare, passando attraverso una serie di calcoli matematici e geometrici. È quindi logico che
tutti i pensieri legati alla nostra vita, se rispettano i meccanismi della fonte, si concretizzeranno,
come appare chiaro guardandoci intorno e osservando le vite degli altri.
L’affermazione precedente sembrerebbe però in contrasto con i discorsi che sentiamo in giro, da
amici e conoscenti, per non parlare poi delle logiche di gruppo. Discorsi dove si palesa in genere
l’adattamento a scenari e circostanze non gioiose, in tutto o in parte, nella sfera dei sentimenti, delle
passioni, del lavoro, dell’auto realizzazione in genere, mentre in realtà queste persone dichiarano che
vorrebbero essere felici, gioiose e vivere nell’armonia.
Il tutto sarebbe in conflitto diretto con la base dei principi dell’Attrazione, ossia che i desideri si
realizzano sempre, anche se per farlo ci vuole il tempo necessario a scivolare da un’ipotesi di vita
all’altra, da uno scenario all’altro, visto che a seconda dei desideri, possono essere molteplici i
tasselli da incastrare, e gli strumenti da realizzare per creare nuovi “se stessi”.
Ma è realmente così? La risposta è: no!
Facciamo un esempio:
Il signora X dice: <<Sono una professionista, ma in realtà, avrei voluto fare la musicista. Sa
com’è… la vita materiale dei musicisti è troppo incerta e, al fine di garantirmi un futuro, ho
preferito scegliere quest’altra strada che mi ha permesso di ottenere solidità finanziaria, una
casa, una famiglia e altro. Non sono felice, ma cos’è in fondo la felicità se non una chimera? Sto
bene e vivo un’esistenza equilibrata.>>
È questo un classico esempio dell’immanenza della m-v che non solo indirizza le sue cellule-uomo
sulle scelte di fondo, ma fa dare per scontata l’esigenza di una serie di scenari che non sono nella
natura umana, ma lo divengono per le cellule-uomo, dopo che esse sono state addestrate e
programmate. L’individuo intervistato, nella sfera delle passioni e del fare, aveva due desideri
primari, in contrasto tra loro, e quindi non allineati: quello di fare il musicista, da un lato, e dall’altro
quello di garantirsi un percorso certo, indirizzato alla solidità finanziaria. Ma esistono molti
musicisti che di solidità finanziaria ne hanno; e quindi il punto è un altro, sta nell’inserimento di una
paura da parte della m-s: “tu non hai le qualità per farcela; non rischiare, se no ti troverai alla
fame”.
Questo quadro di partenza, che vedeva il secondo dei due desideri predominante, ha creato il se
stesso che a sua volta ha messo in moto i potenti principi dell’Attrazione, concretizzando lo scenario.
Tutte le persone che ci circondano hanno scelto ESSI la loro strada; ciò non toglie che, quasi sempre,
quella direzione non abbia poi incontrato le aspettative gioiose ipotizzate in partenza. Questo perché
la scelta è derivata da una paura, acquisita e memorizzata nella fase educativa, a cui poi la m-s ha
fornito una soluzione, anch’essa inculcata nella fase educativa della cellula-uomo:
instillazione della paura -> suggerimento della soluzione.
Quindi, nel caso sopra citato, il pensiero d’innesco, che ha attivato l’Attrazione, non è partito da un
desiderio emozionale post liberazione, come dovrebbe essere, e come è invece nell’Attrazione Gaia.
Come abbiamo visto i principi dell’Attrazione sono una realtà oggettiva, mentre l’Attrazione Gaia ne
rappresenta la sua applicazione post liberazione del sé che viene guidata dalle emozioni gioiose e
dai desideri genotipici che ne derivano.
Con la consapevolezza dell’Attrazione Gaia, una volta iniziato il percorso di liberazione interiore
dalla double-matrix, saremo in grado di rimodulare e trasformare l’esistente e di formulare desideri
liberi, che ci porteranno verso la felicità e la gioia interiore.
La strada da seguire non può quindi essere quella di sedersi a tavolino e fare un elenco dei desideri e
degli infiniti sub-pensieri a esso legati, per poi modificarli, ma piuttosto quella di intraprendere un
percorso di liberazione aprioristico che porti a scoprire il nostro vero noi stessi, imprigionato, e a
vivere la m-v come un corpo estraneo da utilizzare dopo esserci liberati dalla m-s. La m-v è un
elemento con cui non bisogna essere in conflitto; questo servirà a evitare di generare pensieri
negativi che entrino in contrasto con quelli gioiosi.
Stiamo intraprendendo la strada che ci porterà ad avere consapevolezza di ciò che realmente
vogliamo dalla vita, attimo per attimo, e lo otterremo! In quanto un Uomo Originale Libero è in grado
di valutare, sul piano delle emozioni, non solo ciò che vuole, ma anche il suo rapporto con i mezzi di
cui dispone; e tutto questo, in un istante!
Bandiamo la paura e la presunzione dell’uomo
"Abbiamo schiavizzato il resto della creazione animale e abbiamo trattato i nostri cugini in pelo e
piume così male che senza ombra di dubbio, se loro dovessero formulare una religione,
raffigurerebbero il diavolo con sembianze umane" (William Ralph Inge).
“Il preciso segno che si manifesta, in chi è pronto alla Liberazione, è la consapevolezza inconscia
di appartenere a una forma di vita biologica involuta, rispetto ai primati da cui discende e che
senza la liberazione dalla double-matrix, non potrà mai vedere la nascita della sua individualità,
in quanto specie. Il parametro della misura dell’evoluzione della specie è il grado di felicità
individuale, non la potenza distruttiva del gruppo di appartenenza o la tecnologia che utilizza.
Quindi comincia a Liberare te, a nascere, a vivere; il resto del mondo saprà da sé cosa fare,
quando e se lo vorrà.” (Almalibre Rebelde).
Potremmo considerare le paure come l’origine di ciò che viene definito genericamente col nome di
male e, quindi, anche di male verso se stessi?
La calca in fuga da un cinema che prende fuoco, per esempio, può calpestare e uccidere altre
persone; ipotizzare una vita successiva a questa, se la credenza si inserisce nell’ambito di religioni
strutturate, porta a generare fatti o sistemi che danno origine, a loro volta, a eventi e schemi socio-
culturali che sfociano in ciò che genericamente chiamiamo “male”, come la religione cattolica –
spiego per inciso questo affiancamento del vocabolo male al cattolicesimo: essa è infatti l’unica
organizzazione ufficiale che, per suo statuto, discrimina la donna; che ha contribuito allo sterminio di
interi popoli; che a tutt’oggi raccoglie fondi illudendo i donatori che le nuove risorse verranno
utilizzati per sostenere i bisognosi del mondo, mentre viceversa li trattiene per sé; che è proprietaria
del più vasto impero immobiliare terrestre, oltre ad aver danneggiato irreversibilmente miliardi di
individui sul piano psicologico, avendo bloccato per duemila anni la conoscenza e l’evoluzione
dell’uomo.
La paura della morte genera la presunzione dell’uomo, quella di considerarsi un elemento speciale
dell’universo, che non può cessare la sua esistenza nell’attuale forma, ma eventualmente riproporsi in
forme similari.
La presunzione dell’uomo partorisce, come logica conseguenza, dei mostri concettuali. La
convinzione di avere, per esempio, altre vite oltre l'attuale e nella stessa forma, magari anche una
vita simile a questa; oppure di essere affiancato da spiriti, di decidere come e dove rinascere o di
essere il prediletto del creatore dell’universo.
Noi siamo qui, nell’adesso-e-ora.
Liberatevi dalle vostre paure e dalla presunzione se volete abbracciare l’Attrazione Gaia, in modo
da vivere appieno e con gioia questa vita, che sul piano delle forme ci rappresenta come uomini. Per
il resto, per quanto ci è dato sapere, l’energia di cui siamo composti non svanirà mai.
Sappiamo forse che vita faremo da atomi, energia e particelle sub atomiche? In quale forma ci
ritroveremo? Chissà, magari potrebbe essere molto soddisfacente e di certo sarà una nuova
avventura. La morte non esiste. La nostra anima è l’anima dell’universo; non una parte di essa e
l’Uomo Libero può percepirla.
Liberarci da queste paure ci eviterà, tra l’altro, di scivolare in qualche sentiero tracciato da altri e da
falsi guru di vario genere (politici, religiosi, filosofi, scrittori, santoni, ideologi, maestri, pseudo
illuminati) per il solo bisogno di appartenere a qualcosa e di cadere in un’illusione che alla lunga
diverrebbe l’ennesima gabbia.
La specie umana è una delle più involute del pianeta, al punto che essa deve ancora nascere. Al
momento il quadro generale ci dice che abbiamo un macro organismo, la matrice-vivente, che utilizza
le unità della specie homo sapiens come sue cellule specializzate; una calca di risvegliati disorientati
e solo un pugno di Liberati. E’ quindi credibile che Dio o gli extra terrestri si sarebbero presi la
briga di parlare proprio con noi, canalizzandoci? La credenza nelle canalizzazioni, da quella di
Mosé, fino a Kryon, ha solo devastato l’umanità, imbottendola di religioni e di programmi; e ciò
attraverso altri programmi chiamati uomini, i canalizadores.
Al momento la terra è piena di programmi viventi, di ologrammi dalle fattezze umane; c’è poco da
fari i presuntuosi, in quanto specie.
Difatti se ci giocate, attribuendo alle variabili a caso dei valori numerici, da uno a dieci, trovate il
posizionamento dei Risvegliati o dei Ribelli ecc. Per esempio: nei Ribelli c’è un eccesso di
antimatrice che genera conflittualità e riattiva la griglia di valori; nei Risvegliati c’è un eccesso di m-
s che tende a non far tagliare il cordone di alimentazione con la m-v. La connessione invece si
verifica solo se il risultato finale è zero.
Nella magia dell’individualità che nasce, inizialmente non è detto che i singoli valori debbano
necessariamente essere pari a zero. E questo fa anche capire perché la ribellione, o viceversa il
distacco, possono portare nel tempo, una volta incrementati o meno gli altri valori, al punto zero.
Quindi: quando il risultato dell’equazione sarà zero, l’Uomo Originale Libero che è in noi vedrà la
luce e a quel punto anche il tempo si dilaterà.
Nella sua straordinaria consapevolezza, l’Essenza dell’Uomo Originale Libero espresse, in una
luminosa visione, ciò che sarebbe potuto accadere, da un lato percependo attraverso i segni manifesti
e i simboli e dall’altro evitando di ascoltare le cronache del quotidiano altrui. Vivendo quindi
nell’adesso-e-ora e non nel futuro o nel passato.
Capimmo tutti, in quella magica notte a San Pietro, quanto il tempo sia una dimensione relativa per
l’anima e, quanto a lungo, tornando Uomini Originali Liberi, avremmo potuto vivere.
In sostanza non aveva più alcuna importanza se il tempo fosse una realtà dell’universo o una mera
percezione, come ipotizza l’eternalismo; ciò che contava era la possibilità che, cancellando la m-s,
avremmo potuto vivere nella felicità ed enormemente più a lungo.
Il punto sul percorso
La Fonte Universale, le cui Leggi hanno dato vita all’UNO o al TUTTO, come dir si voglia,
concettualmente appare agli uomini come un elemento incerto, sul piano non fisico-scientifico, come
se le nostre percezioni, i nostri pensieri e le nostre emozioni non ne facessero parte. Come se noi
stessi non ne facessimo parte; mentre invece questo modo di concepirla è legato unicamente alla
cultura instillataci dalla m-v in cui viviamo.
Di certo in occidente l’oscurantismo causato dall’invasività e dall’oppressione praticata dalla
religione cattolica, ha deviato dalla conoscenza ed altrettanto dicasi per l’oriente, che è stato
socialmente ingessato per secoli. Ma è ormai abbastanza palese che sia un atomo che un’emozione
gioiosa sono parti della fonte. A questo proposito si pensi alle tante scoperte degli ultimi decenni,
legate alla causa fisiologica del desiderio sessuale, dell’amore, della depressione, dei sogni. Quindi
in ciò che genericamente potremmo definire umano è la m-v a occultare la fonte.
Cominciamo a percepire che pensatori spirituali dello spessore di Cristo od Osho, non consapevoli
di alcuni elementi e a causa del loro bisogno di modificare il mondo (vedremo più avanti che si
tratta, in questi casi, della predominanza, nei soggetti, di un Ganglio di matrice-schiavizzante,
chiamato m-s-religiosità), non trovando vie d’uscita all’attuazione del desiderio, siano andati
volutamente allo scontro con la m-v, consapevoli di autodistruggersi. O forse è accettabile credere,
che individui così creativi e intuitivi, come quei due, non fossero coscienti di ciò che facevano e che
non abbiano attratto il loro destino?
“In tutti i sistemi, l’unica costante è l’esistenza della variabile”. “Se qualcosa può andare storto,
sicuramente si verificherà”.
Queste regole, riportate a quanto detto sull’Attrazione Gaia, sono l’espressione di cosa accade
quando non c’è allineamento con la fonte e/o rispetto del range in cui muoversi nella matrice-vivente,
per non bucare lo spazio-tempo e/o della scorretta valutazione dei pensieri-energia di terzi coinvolti
direttamente o indirettamente. In sostanza, quelle frasi sono assolutamente vere perché è vero che gli
uomini assimilati vivono nei meccanismi di matrice e non nella libertà in cui tutto è visibile.
L’Attrazione Gaia è già parte di voi. I principi dell’Attrazione sono immanenti, ma non possono
essere applicati al divenire umano per creare gioia, senza che l’individuo abbia parallelamente
intrapreso un percorso di liberazione interiore. Un atomo o un delfino non hanno la necessità di
liberarsi dagli schemi per vivere nell’Attrazione di Gaia; un uomo, una formica o un’ape, sì!
Riconoscersi
Il pericolo di attrarre e poi rifiutare ciò che il rinato noi stessi desidera
Ci stiamo addentrando con maggiore profondità nel percorso e cominciamo a percepire le cose
sempre più per intuito, in una modalità estremamente veloce e senza apparente attività mentale. In
sostanza, spogliando dai meccanismi di matrice ciò che ci si paventava innanzi, tutto appare nitido
nella sua essenza.
Cominciamo a sentire con forza l’Uomo Originale Libero che è in noi e non servono più
tante parole. Quindi ora inizieremo a volare.
Un altro aspetto di rilievo da percepire è quello di focalizzare l’errata soggettiva dei principi
dell’Attrazione, espressa nella letteratura di settore, che porta quasi sempre a divenire più schiavi o
a vivere nell’illusione, in opposizione all’oggettività del funzionamento dell’Attrazione Gaia.
Siamo consapevoli che il nostro livello energetico che ci consente di essere oggetto di Attrazione per
le circostanze e gli scenari a cui il nostro vero noi stessi anela, è cominciato a lievitare in modo
potente e progressivo; lo avvertiamo nell’anima.
Se cominceremo a osservare nella nuova chiave di lettura che ci dona la Liberazione, le persone che
ci si avvicinano per qualsivoglia motivo o a cui noi ci avviciniamo, ci accorgeremo che sono quasi
sempre ciò che cercavamo e che loro cercavano. Ma saremo in grado di riconoscerli? Ed è altresì
scontato che possano farlo anche loro con noi? La risposta è: decisamente no! E non solo; dobbiamo
fare anche i conti con la m-s che è ancora in noi, che ci rende tuttora polo di attrazione per ciò che
essa desidera. Insomma: la fase di Risveglio, che precede al Grande Salto della Libertà, è un bel
caos. E vi anticipo inoltre che la stessa cosa può accadere per un certo tempo, dopo il Grande Salto.
Con la differenza che in questo caso, anche un rapporto più profondo con un non libero non può poi
incidere emotivamente, sull’Uomo Originale Libero riemerso in voi.
Torniamo alle problematiche che ruotano intorno al “riconoscersi”. Ho studiato molto a lungo il
fenomeno e molti dei presenti di quella notte a San Pietro lo conoscevano meglio di me. Almalibre,
come sempre, riusciva nel suo apparente cinismo, a far visualizzare tutto a tutti. Anche Osho trattò il
problema della fiducia, dandogli un’enorme rilevanza.
In un certo senso, sarà meglio essere ancora cauti nell’attrarre attraverso il rinato noi stessi, almeno
fino a quando non avremo fatte nostre tutte le Chiavi della consapevolezza.
Vi sono tantissime persone che desiderano liberarsi e che cercano persone affini ma che, nel
frattempo, essendo abituate a inscatolare coloro che incontrano in categorie predeterminate, non
riescono a riconoscere ciò gli viene incontro e i doni che il divenire gli porge.
Come abbiamo già visto, di per sé, la modalità conoscitiva per “segni manifesti” non è per nulla
errata tra le cellule-uomo, anzi: accelera i loro processi e l’efficienza, perché attinge da una verità
assoluta: ossia che non è difficile riconoscere la tipologia di una cellula-uomo attraverso i segni. Le
cellule-uomo sono solo cellule specializzate a seconda della funzione, del macro organismo m-v, e
per quanto si nascondano a se stesse, e quindi involontariamente e di riflesso agli altri, divengono
sempre visibili, seppur nei tempi congrui e in proporzione a quanto si sono occultate.
Ma questo complesso scenario non vale più per voi e comincerete quindi a notare che molte
delle persone che vi incontrano, in fondo vi cercavano; ma il metodo di riconoscimento per “segni
manifesti” legati agli stereotipi della m-v/m-s, gli impedisce di vedervi. Non fate altrettanto! Cercate
di cogliere i doni che arrivano all’UOL e scartare ciò che è attratto dalla vostra m-s residuale. Avete
ormai consapevolezza del problema: conoscerne l’esistenza significa averlo in gran parte già risolto.
Dopo il Grande Salto e la stabilizzazione che ne segue, i prossimi incontri saranno sempre legati a
ciò che il vostro vero me stesso stava cercando. Siate indulgenti, al momento, verso di voi. Se avete
intrapreso con reale determinazione il percorso, anche la sperimentazione non potrà danneggiarvi.
L’Uomo Liberato, va oltre la scelta
L’Uomo Originale Libero non deve scegliere; egli cammina solo dove lo porta la gioia.
Chi fa ciò che vuole, ma sta in uno dei due schemi principali di matrice, oltre agli altri, non fa ciò che
desidera: fa compiere piuttosto ai meccanismi della m-s ciò che lei stessa vuole. Chi non è libero non
esiste nella sua essenza, è una pura emanazione fisica di tutti gli schemi di m-s che inconsciamente
interpreta, con l’aggiunta delle variabili soggettive.
Esattamente come se la vita fosse un delfino di nome Lorenzo, costretto a crescere nella piscina
costruita dal suo padrone, programmato per fare il padrone dei delfini. E per quanto Lorenzo passi la
sua esistenza con la percezione che le cose non vanno per niente bene, non avendo mai visto né il
mare né i suoi simili, non potrà far altro che adattarsi a quell’ambiente; anche se dal suo sé,
geneticamente libero, gli arrivano gli echi dei mari, dei profumi, dei mille tramonti… e della libertà!
Gli schemi del programma m-s hanno quasi sempre una peculiarità: vissuti in modo progressivo,
inizialmente danno un senso di gioia, come tutto ciò che viene raggiunto, quando raggiungerlo sembra
indispensabile: posizionamento professionale -> coppia -> figli. Solo dopo essere giunti a
conquistare i falsi obiettivi, essi rivelano la loro natura di strumenti di schiavitù. Una schiavitù che
sembrerà poi necessaria e responsabile; e l’amarezza, la noia, l’abitudine, le aspettative scontate, le
problematiche che essa produce, diverranno l’apparente senso della vita.
Solo seguendo l’Attrazione Gaia potrete far si che i principi dell’Attrazione vi proiettino verso la
gioia.
Gaia, il nostro pianeta vivente che viaggia nell’universo pensante, ci dice con chiarezza estrema che,
per vivere immersi nei principi dell’Attrazione, non dobbiamo fare assolutamente nulla tranne che
cercare il noi stessi originale, liberandoci; perché sarà poi quel noi stessi a divenire polo attrattivo
per l’universo. Ciò sembrerebbe in contraddizione con il principio di non fare nulla, e così è; ma non
possiamo esimerci da ciò, perché qualcun altro ci ha posto nella condizione di doverci ritrovare,
nascondendoci la meraviglia che ci spetta, per poterci assimilare e utilizzare.
Vivere fuori dagli schemi di matrice, essere Uomini Originali Liberi, ha un significato molto più
profondo di quanto possa sembrare: non è solo libertà, è la vita stessa.
La vostra vita in questa forma è una! Volete viverla voi o farla scorrere sui binari posati da qualcun
altro, con destinazione e percorso obbligati? Se non vi libererete da quegli schemi, che in apparenza
e in alcune fasi della vita sembrano gioiosi e accettabili, non saprete mai cosa sarebbe potuto
accadere nella vostra vera esistenza; non nascerete mai!
Gli schemi, senza che voi ve ne accorgiate, si impossessano dei vostri pensieri, delle vostre azioni,
scandiscono il tempo e il divenire, si sostituiscono a voi!
Se avessimo saputo prima che erano schemi instillatici, semplicemente non ci saremmo mai entrati;
ma ciò non sarebbe stato possibile, perché siamo stati forgiati sin dall’infanzia, con la potenza di tutti
gli strumenti di cui la m-v dispone: famiglia, scuola media, canzoni, letteratura, ambiente di vita,
istituzione e altro.
Non importa che tutti gli uomini vivano nella consapevolezza dell’Attrazione Gaia, ma che lo faccia
Tu! Se ti Libererai inizierai a scambiare amore con gli altri uomini Liberati che subito Gaia ti porterà
e da lì, restituendo l’amore, esso aumenterà e la sua energia diventerà tale da irradiare a raggiera il
mondo circostante, in un processo irreversibile che cancellerà la matrice-schiavizzante. Questo è
scritto! Perché l’universo è affascinato dall’energia e, attraverso una delle sue Leggi, la selezione
naturale, seleziona appunto ciò che funzionando meglio produce più energia. Oggi è la matrice a
generarne di più; domani saranno gli uomini Liberati a farlo.
È palese, guardando l’universo, che le risorse sono infinite; basterà difatti andare su un altro pianeta
a prendere ciò che potreste desiderare al momento, ma è molto improbabile che lo sviluppo
tecnologico arrivi a consentirvelo durante l’arco di questa vostra vita o che, se ancora esisterà la m-
v, essa ve lo consenta.
Potremmo anche dire però che le risorse sono infinite nel finito, e che le scoperte scientifiche aprono
nuovi mercati. Basti pensare all’energia solare o alla rivoluzione di Internet, per farsene un’idea;
cos’è la rete internet se non energia già preesistente e strumenti atti a incanalarla? Ciò è veritiero in
relazione all’assioma che non vi è un limite sull’abilità dell’utilizzo delle risorse già esistenti. Ma
anche in questo caso si palesa che le scoperte scientifiche atte a utilizzare l’energia o ciò che
chiamiamo materia, per fini vari, necessitano dei loro tempi.
Il rapporto tra quanto analizzato sopra e l’essenza di un Uomo Originale Libero va visualizzato in
un’ottica alternativa.
Un Uomo Originale Libero cosa desidera sul piano materiale?
Che desideri esprime in tal senso?
Ha bisogno del superfluo?
E di quanto superfluo?
Ciascuno scoprirà ciò dopo la liberazione e, alla fine del percorso, vedrà un universo che vuole
donargli tutto ciò che realmente desidera. Basterà chiedere.
Socrate aveva le idee chiare su questo argomento, passeggiando per il mercato sussurrava: “Quante
belle merci che non mi servono.”
Iniziamo a sentire il profumo della gioia e della libertà, avvertiamo uno strano senso di nausea
allo stomaco, per i pensieri inutili e negativi. Bloccarli all’origine non è più così difficile come lo
era all’inizio del percorso.
Come bloccare i pensieri che non fanno parte della nostra esperienza di vita e quelli negativi
Stiliamo un elenco approssimativo di pensieri e circostanze che, a loro volta, genererebbero
riflessioni da tenere sotto controllo e bloccare.
Più avanti, una volta inoltratici ancora più a fondo nel percorso di liberazione, acquisite le Chiavi
della consapevolezza e iniziato a percepire l’immanenza dell’Attrazione Gaia, questo processo di
blocco diverrà agevole e istintivo, impercettibile, inconscio! E a quel punto il nostro nuovo noi
stessi, andrà a sostituire il programma m-s.
I pensieri cosiddetti negativi, già dopo poco tempo, verranno percepiti da voi come una sorta di
malattia da cui tenersi distanti e proverete un senso di disagio ogni qualvolta essi si presenteranno.
-Sulle problematiche materiali della vostra attuale vita, salute compresa: Identificate eventuali
soluzioni e bloccate gli ulteriori pensieri in merito. Lo sforzo energetico va fatto solo nella ricerca
delle soluzioni; scegliete sempre, se c’è, quella più semplice e diretta.
-Sui rimpianti o su ciò che avrebbe potuto essere, ma non è: Vi sono utili questi pensieri che
generano tristezza? Assolutamente no! Ma in compenso, per i principi dell’Attrazione, ne
richiamerete altri similari e col tempo farete anche entrare, nella vostra esperienza di vita, le tristi
circostanze che vi rappresentate. Ciascuno deve trovare la forza e le ragioni, in se stesso, per
sbarrare la strada a tutti i pensieri inutili che non servono al benessere, ma piuttosto a proiettarvi
nella tristezza interiore. Quei pensieri nascono dalla m-s, non dal vero voi stessi. Voi esistete solo
nell’adesso-e-ora; non nel passato.
-Sulle relazioni che vi hanno procurato o vi procurano tuttora dolore interiore: Non serve a nulla
macerarsi pensando e ripensando a queste circostanze e voi lo sapete bene. Bloccate questi pensieri
ogni volta che si presentano e, se vi dovesse risultare difficile, sovrapponetegli, immaginando
visivamente, desideri o circostanze che vi diano gioia. Il problema di fondo sta nell’assunto che il
centro siete voi, che un Uomo Originale Libero ama se stesso e vive con gioia la sua essenza
nell’adesso-e-ora perché si ama. In questi casi, chiedetevi piuttosto: perché un’altra persona
dovrebbe essere tanto importante per me? Arriverete a focalizzare che, di certo, ciò deve essere
causato da una falsa credenza e non da un vostra lacuna interiore. Inquadratela e orientate i vostri
pensieri su come cancellarla. L'armonia interiore è il primo risultato che dovete ottenere. Il problema
é da cercare sempre dentro di noi, mai fuori.
-Sulla realizzazione di ciò che desiderate: In questa fase sarebbe il caso di tenere in pausa eventuali
pensieri legati ai desideri, siano essi materiali, sentimentali o di altro genere. Questo perché è
probabile che non siano ancora i vostri, ma della m-s. Se questi desideri non fossero pertinenti, alla
vostra reale essenza libera, potrebbero comunque creare un voi stessi allineato ad essi e
concretizzarsi, facendovi poi scivolare in scenari impropri.
-Sulle informazioni e gli input provenienti dall’esterno: Come nell’esempio precedente sui
notiziari, evitate di acquisire informazioni per un certo lasso di tempo, almeno una settimana. Fate
quest’esperimento e scoprirete che:
1. Le informazioni vi arrivano lo stesso perché sono nell’aria, oltre a essere il principale argomento
di discussione delle cellule-uomo. Insomma: vi accorgerete che è veramente difficile esimersi
dall’ascoltarle; evitate durante l’esperimento di discutere su tematiche proveniente dalla pseudo
informazione di matrice.
2. Dopo una settimana di apparente non informazione, quando per verificare l’esperimento
ascolterete un TG, le notizie importanti, a parte i dettagli, saranno le stesse di quelle precedenti. Vi
sarà palese inoltre che la matrice-vivente, tramite i discorsi degli uomini non liberi, ve le aveva già
fornite.
3. Nel lasso di tempo in cui vi siete tenuti distanti, per quanto possibile, dal mondo della pseudo
informazione, avrete avvertito un senso di leggerezza e i vostri pensieri, di taglio più gioioso, si
saranno espansi. In sostanza, vi sarete riappropriati di parte del vostro tempo e quindi dei vostri
pensieri-emozioni.
-Sugli input relativi a dinamiche e problematiche interne ai vostri gruppi di riferimento (famiglia,
lavoro ecc), che vi arrivano direttamente o indirettamente: Iniziate a scindere mentalmente le
informazioni realmente utili da quelle legate al puor parler. Quelle utili, se pongono una
problematica, affrontatele velocemente identificando soluzioni senza poi tornarci su. Tutti gli altri
input seguiteli solo se vi danno gioia.
-Sui discorsi indesiderati o su quelli il cui prosieguo vi crea negatività: Rifiutate con dolcezza di
essere trascinati su tematiche o discorsi che non vi aggradano. Troncate quelli che eventualmente
stanno prendendo una piega che non vi fa desiderare di continuarli: nessuno può e deve obbligarvi a
fare ciò che non vi dà gioia e piacere. Abbiate il massimo rispetto per voi stessi. Non fatevi
trascinare nelle circostanze devianti e negative di chi vi rappresenta i suoi problemi, non per avere
consigli o per manifestarvi in sintesi il suo stato d’animo, ma piuttosto per coinvolgervi nelle sue
tensioni interiori. Chi fa ciò, anche inconsapevolmente, vi arreca un danno enorme e, allo stesso
tempo, lo arreca anche a se stesso, accrescendo la quantità dei pensieri legati all’oggetto del suo
problema (in termini energetici, si da in tal modo energia alla m-s). Se la persona in questione vi sta
a cuore, manifestategli la vostra disponibilità a supportarla se vi è possibile e poi cambiate discorso.
Nel caso si tratti di qualcuno con cui avete anche un contatto fisico, se vi aggrada, proponetegli di
cessare la comunicazione verbale e addormentarvi insieme mantenendo un contatto; durante il sonno
si ritemprerà.
-Sulla gestione del tempo e su ciò che vi appare necessario fare o che vi viene così indicato da
altri: Ogni qualvolta sopraggiungono queste eventualità che potrebbero interferire con la vostra
percezione del tempo, sul modo di viverlo o su ciò che è necessario o meno fare, ponetevi una
domanda: È realmente così? È necessario farlo ora? E, sulla base delle risposte che troverete agite
di conseguenza.
-Sull’insoddisfazione altrui e sull’uso dei plurali: Non fate dell’insoddisfazione di persone a voi
legate un vostro problema e non consentite a nessuno di identificarvi come la causa.
L’insoddisfazione di ciascuno non può essere sanata, se non si cerca la sua soluzione nell’individuo
che la prova. Non consentite agli altri di avere un eccesso di aspettative su di voi. Cosa che, alla fine
del percorso, non consentirete in assoluto. Rimettete anche in discussione eventuali ipotesi che
nascono dall’uso improprio del plurale, come nel caso: “Cosa facciamo stasera?” e cose simili.
Che ciascuno esprima i suoi desideri e poi, magari, cerchi una collimazione; in caso di assenza di
collimazione ciascuno faccia ciò che desidera. Libertà!
1 – In Germania, già prima del nazismo, vivevano contigue due famiglie, di cui una ebrea. I rispettivi
figli erano cresciuti giocando insieme e, nel tempo, il loro rapporto si era consolidato, divenendo ciò
che i più chiamano amicizia. A seguire, con l’avvento di Hitler, le cose cominciarono a cambiare,
fino a quando uno dei due, quello di origine tedesca, divenne con orgoglio e senso di giustizia il
delatore dell’altro, condannandolo a una morte orribile.
Come era potuto accadere ciò? Dove erano finiti quei sentimenti di amore e amicizia che avevano
unito i due ragazzi? Come era possibile, per come ce lo dipingevano a scuola, che un intero popolo,
all’improvviso, fosse diventato una tale mostruosità?
2 – Nel cosiddetto amore di coppia: focalizziamo due individui di sesso opposto che si incontrano, si
amano e desiderano reciprocamente il bene dell’altro. Nel tempo il rapporto comincia a logorarsi e
decidono di cambiar vita, partire per un luogo più appagante. Lavorano insieme per farlo; poi lui
parte con i fondi di entrambi, in avanscoperta. Un giorno lui la chiama e le dice: <<Tesoro sono
stanco del nostro rapporto, finiamola qui!>> Eppure lui sapeva che lei, in quel cambiamento, non
vedeva solo l’espandersi del rapporto di coppia, ma un suo individuale miglioramento di vita. In
gioco non c’era solo la coppia, ma anche l’amicizia.
Potrei farvi mille esempi, ma trovereste sempre la costante della discontinuità opportunistica
inconscia. Nella saggezza popolare si esprime così: “farsi le proprie ragioni!”. Insomma, a fronte di
una necessità di cambiamento, di una forte pulsione per altri, delle paure generiche di non ottenere
ciò che si vuole al momento o di perdere qualcosa di importante, scatta la discontinuità inconscia. I
sentimenti del passato vengono eliminati, facendo salva l’autostima di chi discontinua.
Tornando al primo esempio, è probabile che il tedesco, a fronte della paura di perdere il posto di
lavoro, l’accettazione da parte del gruppo di riferimento generale o altro ancora, abbia cominciato a
far suoi i pensieri di odio verso il popolo ebraico, visto come parassita di quello tedesco. Questo, in
un breve lasso di tempo, lo avrà portato a identificare l’ex amico, nel popolo ebraico, e quindi a
considerarlo partecipe delle sfortune del suo popolo e di se stesso, fino al punto di discontinuare.
Ma c’è una domanda che restava irrisolta: perché non tutti discontinuavano in quel modo? Negli
esempi di prima non trovate strana la brutalità e la frettolosità di quelle azioni? I protagonisti non
avrebbero potuto agire diversamente, magari evitando di uccidere o scioccare l’altro?
È più una questione di modalità attuative che di evento in sé, a palesare gli estremi della
discontinuità opportunistica inconscia. In entrambi i casi i soggetti agirono pienamente convinti di
essere nel giusto e con la certezza che la colpa della loro infelicità, o posizione, fosse in parte
dell’altro; questo spiega la facilità di tanta brutalità.
Tornando a cercare il perché, del fatto che non tutti discontinuassero in modo così brutale, sembrava
che chi non lo facesse avesse qualcosa in più, ma cosa? Se la discontinuità opportunistica inconscia
aveva come meccanismo d’innesco le paure, sembrava logico pensare che a queste si dovesse
opporre ciò che chiamiamo genericamente coraggio.
Io: <<Orazio, come definiresti tecnicamente il termine coraggio?>>
Orazio: <<Direi che è la capacità di superare i propri limiti.>>
Io oggi la chiamo libertà interiore.
Tu sei il centro dell’universo; questo libro parla di te. Ora riportiamo quanto sopra su un piano
individuale.
Quante volte abbiamo visto le persone cambiare idea a seconda di dove tira la corrente. Oppure,
quel detto che nasconde in sé gli elementi della discontinuità opportunistica inconscia: “l’occasione
fa l’uomo ladro”; tale detto presuppone che prima non lo fosse e credesse giusto il non esserlo ma
che, di fronte all’opportunità, le sue scale di valori siano mutate in un attimo.
Mi fu chiaro, all’improvviso, che chi discontinua in tal modo, in fondo, non esiste in quanto individuo
ma come emanazione delle opportunità e degli schemi che gli si presentano… e siccome il coraggio,
ossia l’attitudine a superare i propri limiti, era un elemento innato, o che comunque si stratificava nel
tempo, persi la speranza.
Seguirono anni grigi sul piano spirituale, finché incontrai i principi dell’Attrazione e capii che essi,
nella propria oggettiva esistenza, se fatti propri, potevano aumentare a dismisura il livello di
coraggio negli individui. Vidi persone che si erano avvicinate alla letteratura sull’Attrazione
cambiare, perdere l’inquietudine, acquisire la consapevolezza di sé, la forza… e ritrovai la speranza.
Osho aveva intuito, come si evince da ciò che chiamò “balzo quantico”, la possibilità di una
discontinuità collettiva relativa all’ampliamento della consapevolezza, ma non aveva focalizzato le
potenziali problematiche legate a quella psichica individuale. Non sapeva che, senza aumentare il
livello di coraggio, senza dotare gli altri degli strumenti idonei a superare i propri limiti, qualsiasi
insegnamento e illuminazione sarebbero naufragate dietro l’angolo, a causa della discontinuità
regressiva e così andò verso l’auto distruzione, forzando la matrice-vivente direttamente a casa del
nemico, gli USA.
Ci sono casi di discontinuità regressiva molto più conosciuti nella storia, quello di Giuda in primis.
Ma in fondo, che colpe possiamo fargli? La discontinuità opportunistica si attiva a livello inconscio;
il suo Maestro aveva provveduto a dotarlo degli strumenti idonei per evitare questo evento?
Abbiamo rappresentato una verità parziale; ora proviamo a violentare la m-s che è in noi.
I buoni e i cattivi esistono realmente, ma solo se si vive da soggetti assimilati dalla m-v; mentre
nell’Attrazione Gaia questi termini possono essere usati per semplificare, ma non hanno un valore
intrinseco. Torniamo agli esempi precedenti e facciamoci delle domande.
- Perché la famiglia ebrea, nonostante avesse tutti gli elementi per valutare e prendere coscienza del
pericolo che si approssimava, non scelse per tempo di allontanarsi dalla Germania nazista?
- Perché la “lei” abbandonata, non valutò tutti i segnali che le venivano dal suo “lui”, sulla probabile
e quasi certa fine del rapporto?
Guardando le cose da quest’ottica, ammesso che prima, d’istinto, si sia formulato un giudizio sui
protagonisti delle due vicende, esso si trasforma. Perché nei meccanismi dell’Attrazione il centro
dell’universo è l’individuo in quanto singolo, e attraverso le emozioni e i segni in ingresso, le
apparenti vittime avrebbero dovuto agire in modo diverso e preventivo, salvaguardando prima di
tutto se stesse.
La verità, ossia il frutto della consapevolezza, è fatta di più verità progressive tra loro (come ci
insegna Socrate).
Forse non vi piacerà, visto che la m-s è ancora forte in voi, ma la conclusione in chiave di
Attrazione, sulle vicende prima esposte, è che tutti e quattro i protagonisti vivevano immersi in vari
tipi di schemi m-s e quindi, hanno agito e/o subito, non in quanto protagonisti delle loro azioni, ma in
funzione delle varianti suggerite dal loro programma m-s. La m-s ha proiettato in entrambi i casi, i
protagonisti, nelle circostanze descritte; ossia due nuovi scenari compatibili con le varianti di m-s
dei quattro individui.
Vivendo nell’Attrazione Gaia, nulla può verificarsi o essere subito, se non per la propria volontà!
Il coraggio e la coerenza possono essere utilizzati per non discontinuare nell’ambito di uno schema;
ma come possiamo dare a quest’eventualità una valenza positiva, se non si fuoriesce prima dai
meccanismi di matrice cancellando la m-s e non si comincia a esistere?
Il concetto di sé e di ego
La rivelazione dell’Uomo Originale Libero porta, per deduzione, anche alla rielaborazione del
concetto di sé e di ego; ogni cosa fa il suo tempo, nel percorso di conoscenza e consapevolezza.
L'ego è quella parte di noi assimilata dal sistema, sommata alle paure che fungono da catalizzatore;
paure che nelle cellule-uomo occupano una fetta cospicua dei pensieri. Non vi è alcun antagonista in
noi, ma solo un parassita, la matrice-schiavizzante, scrittaci nel cervello attraverso il sistema
educativo. Il sé è il “Gradiente di libertà sensibile” individuale, ossia la parte libera, umana, che è
ancora in noi, post assimilazione dal sistema; essa quindi ingloba l'imprinting genetico dell’Uomo
Originale Libero. Gli altri frutti della frammentazione psichica, come quelli individuati da Freud,
sono reali, ma validi solo per la cellula-uomo.
L'illuminazione consta nell'acquisizione della consapevolezza del proprio individuale sé, nulla di
più. Non vi è quindi alcun dualismo innato nell’uomo. Solo arrivati a ciò, solo dopo l'illuminazione,
può avere inizio il percorso verso la liberazione e l'Attrazione Gaia.
Scoprire il proprio Gradiente di libertà sensibile (Gls) e addivenire illuminati è lo start, il punto
d'innesco, l’inizio. È da lì che nasce la vita. A seguire, da un lato l’Uomo Originale Libero si
riappropria della parte assimilata dal parassita, cancellando il programma m-s, dall’altro, partendo
dal piccolo seme che ha individuato come il Gls che era in lui, parte alla via dell’Attrazione Gaia. Il
percorso porta quindi alla rinascita dell’Uomo Originale Libero che era già in noi, e non al far
diventare la vita nel “sé” un punto d’arrivo.
PARTE QUINTA
Le Chiavi della consapevolezza
Si illuminò,
e intuì che ogni suo rivolo di tristezza era goccia di vita, ma non della sua.
Un frutto di emozioni improprie, figlie della matrice che la possedeva.
Gocce di un tempo trascorso nel perseguire falsi obiettivi, calibrati da false credenze.
Si girò a guardarsi dentro e vide un universo che era li per lei, a mani aperte,
desideroso di donarle libertà, gioco, gioia e amore.
Lui le sorrise e disse: “Sono qui da sempre, ti attendevo!”
Gettò via le paure che la matrix le aveva instillato per renderla asservita e rientrò nel suo tempo:
l’adesso.
- Almalibre Rebelde -
La consapevolezza e il suo ampliamento
L’essenza dell’Uomo Originale Libero ci narrò quella notte:
<<Non c’è strada verso l’illuminazione e la felicità che non parta dall’ampliamento della
consapevolezza. Qualsiasi azione o pratica spirituale, che non fornisca le chiavi per leggere ciò
che ci circonda, porta solo a benefici effimeri e alla continua necessità di ripetere periodicamente
un sonno interiore vissuto nel silenzio, tra pratiche e meditazione. Viceversa la consapevolezza di
cos’è realmente la vita e dei meccanismi di matrice fa volare in alto, leggeri, perché tutto diventa
limpido e chiaro. Una volta percepito l’Uomo Originale Libero che è in noi e negli altri, tutto il
“non gradevole” che ci appariva causato da una strana perversione umana, svanisce. I fatti
inquietanti creati dalle dinamiche di vita della matrice-vivente restano, ma torna la fiducia nel
fatto che l’uomo è amore. I grandi pensatori della spiritualità e della libertà avevano in parte
focalizzato ciò ma, non cogliendo l’immanenza dei principi dell’Attrazione, hanno lasciato soli
coloro che li ascoltavano.
Soli a immaginare una impossibile fusione tra la liberazione interiore e la vita materiale; quella
del divenire, del lavoro, del mangiare. Troppo presi dalla bellezza delle loro parole, hanno
dimenticato che l’uomo ha molti bisogni corporei e sente il loro soddisfacimento legato a una
opprimente, meccanica, ripetitiva e schiavizzante realtà fattiva.
Senza abbracciare i principi dell’Attrazione, qualsiasi elevazione resta fine a se stessa, e produce
effetti benefici e risolutivi solo per coloro che sono riusciti a far divenire le loro teorie, anche
strumento di risoluzione dell’aspetto pratico dell’esistenza, come tanti grandi hanno già fatto,
grazie alle donazioni che gli sono pervenute, o ai proventi delle pubblicazioni dei libri. Se si
osserva ciò planando dall’alto, i loro seguaci, quelli che si dibattono in un quotidiano che gli
scandisce i tempi, restano a cercare di uguagliare i maestri, senza mai capire perché non ci
arrivino. Il maestro da parte sua, per quanto non consapevole della potenza della sua libertà che
gli ha consentito di vivere appieno l’Attrazione Gaia, materializzando anche sul piano economico
i suoi bisogni-desideri, a sua volta non comprende perché per gli altri sia difficile ciò che per lui è
tanto semplice. Solo lo studio e l’uso dell’Attrazione Gaia, e quindi della creazione intenzionale,
può consentire a un Uomo Libero di elevarsi definitivamente alla via della gioia e dell’amore:
perché diverrà padrone di sé in tutte le sfere della vita; perché avrà la chiave per vivere il suo
divenire nella libertà, materializzando ciò che desidera.
Una libertà interiore che non contempli anche quella verso i bisogni materiali, non intesa come
rifiuto e negazione degli stessi, ma bensì come loro soddisfacimento, totale o parziale che sia, è
carta straccia.
Questa è la più grande di tutte le chiavi della consapevolezza.
Che poi il soddisfacimento di tali bisogni si estrinsechi per ciascuno in modo diverso, non fa
differenza.
L’Attrazione Gaia, dopo aver traghettato l’uomo verso la libertà, gli fornirà la chiave per
realizzare qualsiasi scenario di vita egli desideri. Questo è il segreto, questa è la vera libertà
dell’uomo.>>
Innatismo, o no?
Mi trovavo con Orazio, ultimo anno di liceo, si parlava di un bivio sulla strada della conoscenza e
della consapevolezza. La cultura di massa del momento, intrisa dei peggiori stereotipi di sinistra, ci
proiettava verso una visione in cui eravamo tutti uguali, e asseriva che le differenze tra gli individui
erano causate da una serie di variabili legate all’ambiente di nascita e sviluppo.
Eppure erano troppi gli elementi che non quadravano. Un individuo di bell’aspetto e il suo opposto,
avrebbero avuto a parità di ambiente le stesse esperienze? E la diversità di tali esperienze, non
avrebbe forse generato due caratteri distinti e visioni del rapporto con l’altro sesso diverse tra loro?
Un livello di intuito maggiore o minore, in che modo avrebbe inciso nei processi cognitivi?
Le variabili non legate all’ambiente erano troppe per essere riposte nel cassetto delle cose di poco
conto. I fattori legati ai talenti e all’aspetto non erano da meno di quelli caratteriali, che potevano
essere stati forgiati dall’ambiente di crescita. Insomma ci stavano prendendo in giro con la solita
cultura scolastica liceale datata che attingeva dal mausoleo dei pensatori e/o condizionata dai retaggi
politici. Ne parlammo anche con Luciano, il nostro insegnante di filosofia, e ci rendemmo conto che
le teorie comportamentali legate al cento per cento all’ambiente di sviluppo non reggevano. Bastò
qualche mese per scoprire, alla facoltà di sociologia, quanto si dessero per scontate le differenze tra
gli individui cosiddette innate.
Tra gli argomenti principali al primo anno di facoltà c’era proprio quello della leadership, ossia di
come nell’ambito di un gruppo di individui, piccolo o grande che fosse - quindi una micro matrice -,
ve ne fosse sempre uno che anche per le sue caratteristiche innate veniva riconosciuto come capo. In
ogni gruppo e anche in ogni stanza dell’appartenenza vi sono uno o più leader, a seconda delle varie
aree d’interesse e di azione del gruppo.
In una piccola tribù, per esempio, c’era spesso sia il leader assoluto che quello religioso, e in molti
casi i loro poteri erano diversi, ma non annullabili reciprocamente. Questi studi di antropologia
riportavano le dinamiche di gruppo indietro nel tempo, dove era più facile inquadrarle e analizzarle.
Ad esempio possiamo ipotizzare che in un piccolo gruppo di uomini preistorici fosse l’individuo più
forte fisicamente a ricoprire il ruolo di leader; oppure colui che a fronte di una minaccia esterna
aveva dimostrato di non aver apparentemente paura e di saper decidere con maggiore rapidità il da
farsi. Pochi ricordano, per tracciare un altro esempio concreto, che nei direttivi ateniesi era quasi
sempre presente una particolare figura di leader settoriale: il filosofo.
In ogni caso le differenze innate negli individui erano più che evidenti, e la loro negazione in molti
sistemi filosofici, sociologici o spirituali, inficiava alla radice tutto il lavoro. Possiamo dire in
sintesi che tutti i sistemi che partono dall’assioma dell’uguaglianza psichica degli individui sono
errati e quelli che, a causa di ciò e delle differenze ambientali, non ipotizzano che una specifica
variabile sia determinabile solo in funzione di una distinta tipologia di individuo, sono ancora più
fuorvianti.
Ma anche assodato ciò, per vivere nella felicità, contava davvero essere più o meno dotati di
qualcosa?
Nel tempo la risposta divenne: no! Ma anche: sì!
Perché sembrava che un talento potesse non solo aprire maggiori possibilità di attrarre, ma anche
consentire di acquisire maggiore consapevolezza.
Ma ancora: in un mondo aperto, dove gli uomini liberi possono scambiarsi informazioni tra loro, era
importante chi avesse capito delle cose prima di altri? No! E in un mondo Liberato dalla matrice, che
importanza avrebbe avuto essere o meno leader? Di cosa si può essere leader, nella libertà?
Quindi la cosiddetta dote innata, di per sé, diviene dote o difetto, in funzione di ciò che serve alla m-
v, non all’uomo libero.
Andando più a fondo, sembrava che la soggettività nascesse da qualcos’altro, dal livello di libertà,
al di là di come lo si fosse raggiunto.
Per non andare troppo nell’astratto, facciamo un esempio pratico: cos’è l’amore?
In quasi tutti i sistemi filosofici, anche quelli aperti, dell’amore viene data una definizione unica, così
come unica sembra essere la strada per liberarsi interiormente dal sistema sociale. Non è così: ve ne
sono almeno tre, per quanto riguarda l'amore.
Ipotizziamo tre uomini: uno molto possessivo e geloso, un altro molto concentrato sulla ricerca di se
stesso, e il terzo liberato dalla m-s (ovviamente non è qui, di nostro interesse, ricercare le ipotetiche
motivazioni di tali diversità).
I primi due, nell’incontro cosiddetto d’amore, andranno verso la formazione di una coppia come
prevede la m-s, mentre il terzo no: continuerà probabilmente a vivere rapporti d’amore senza
verticalizzarli. Vi anticipo infatti sin da ora che dimostrerò come i concetti di gelosia, possesso e
coppia non siano nella natura umana, ma schemi di vita instillati dalla m-v, in quanto a essa
necessari.
In genere chi va verso la creazione della coppia maschio-femmina ha un rapporto estremamente
serrato di comunicazione col partner, soprattutto nella prima fase; il meccanismo di coppia fa il resto.
Nel senso che si chiudono automaticamente alcune, ma importanti porte verso l’esterno; tra cui quella
di altri potenziali rapporti da espandere, compresi quelli precedenti, e di conseguenza il partner
diventa il centro dell’universo (per un po'). Questo scenario non si va a concretizzare in quanto
creazione intenzionale gioiosa, ma come inevitabile conseguenza del percorso su dei binari già
posati, in cui la m-s incanala le cellule-uomo.
Direi che a questo punto si cominciano a palesare definizioni più che plurime del concetto di amore,
tranne che non si voglia avere la presunzione di dire: <<D'accordo ma, se è così, allora quello non
è vero amore!>> e altre sciocchezze simili: non facciamo i presuntuosi!
Forse potremmo affermare, facendo riferimento al primo soggetto, che l’amore è possedere chi ci
piace; nel secondo rispecchiare se stessi in una persona da possedere parzialmente; nel terzo l’amare
l’altro vivendolo per ciò che è, perché se non si va verso la coppia, l’altro si manifesterà in toto,
compresa la parte di sé che interagisce senza limitazioni con l’altro sesso, ossia quella porzione di
personalità che gli altri due non vedranno mai.
Nel quadro c’è anche una variante inconscia perversa: avevo un’amica che si ricostruiva, ogni
qualvolta stava per rientrare in una coppia, la personalità migliore per l’occasione. Tanto che poi, nei
suoi racconti, si palesava sempre una colpa da parte dell’ex partner che aveva portato alla chiusura
della relazione, in modo da dare un senso alla sua continua ripetizione di quel modello. Diceva:
<<Se non fosse accaduto ciò o se non avesse avuto quel carattere, forse avrei potuto stare con lui
per tutta la vita>> e, parimenti a ciò, variava quando era impegnata o libera, anche la sua visione
del sesso. Premettendo che la sua mutazione era del tutto inconscia, come in un automatismo, lei si
ripresentava quindi sempre al meglio, dove per “meglio” non si intende il meglio in senso oggettivo,
ma il meglio di come una donna dovrebbe essere, nel suo stesso immaginario derivante dallo schema
di matrice, in rapporto a uomini di tipo diverso. Quindi in funzione del loro specifico programma m-
s. Relazioni tra programmi, insomma.
Posso dirvi per esperienza – e sono sicuro che anche il vostro vissuto lo conferma – che quando una
coppia cessa, il partner, uomo o donna che sia, in breve tempo, comincia a manifestare un aspetto
della sua personalità, quello legato al gioco con l’altro sesso, che a volte egli stesso, né tantomeno
voi, credevate che avesse.
Saggio non è colui che sa; ma colui che nell’attimo può sapere, capire, intuire o percepire, perché
possiede le Chiavi della consapevolezza. (Almalibre Rebelde).
Se usate le Chiavi e decifrate il “resto” e il “metafisico” anche attraverso i segni manifesti, tutto
diverrà consapevolezza, ancora prima di esserlo.
Ritemprarsi per tornare poi alla vita di sempre, non è una svolta!
Altri ancora fanno della ricerca interiore, degli incontri, dei corsi di meditazione e formativi, lo
scopo della loro vita; dove la ricerca non viene finalizzata all’acquisizione di una maggiore
consapevolezza, o degli strumenti idonei a svoltare, ma piuttosto a diventare bravi abitanti di una
determinata stanza dell’appartenenza.
In questo modo la cosiddetta ricerca interiore diventa il fine e non il mezzo per svoltare.
Fatti tutti i passi, a breve discontinuerete nell’ambito della discontinuità conscia pilotata. Tutto
apparirà facile, scontato, e penserete: “Come mai non ci sono arrivato prima? E chi ero, prima di
adesso?”
Saranno le Chiavi della consapevolezza a proteggerci dai richiami della m-s e dalla discontinuità
regressiva inconscia, durante il percorso di liberazione.
Gli Uomini Originali Liberi hanno approcci apparentemente trasversali alle varie tematiche
perché, anche se non hanno ancora visto, posseggono gli occhi per farlo. Essi appaiono
complicati alle cellule-uomo, perché vivono nella piena essenza della semplicità.
La consapevolezza non consiste nell’esserlo, ma nel poterlo essere di volta in volta e immagazzinare
poi, col tempo, tutto ciò che si è visto; senza fretta, ma semplicemente vivendo.
Prima di andare alle riunioni orientali, di certo molto utili, cerchiamo di capire ciò che ci circonda,
il nostro ambiente. È il nostro ambiente di partenza ciò che potremo in un istante modificare,
rimodulare e persino eliminare, in parte o in toto. La nostra nuova vita, nell’Attrazione Gaia, parte da
lì.
Tutto ciò che non è per voi fonte di gioia, col tempo, non potrà più entrare nella vostra esperienza
di vita.
Chiedetevi sempre il perché delle cose, leggendo la realtà attraverso le chiavi della consapevolezza;
poi, alla fine del percorso, a meno che in quell’attimo non vi vada di farlo, non vi chiederete più i
perché, ma vivrete solo delle vostre emozioni, di ciò che volete. Le vibrazioni positive saranno la
vostra guida. Tutto diverrà limpido.
Illuminiamoci!
Le sue parole rappresentano qualcosa di affine al nostro percorso, per quanto impregnate del
consueto approccio orientale teso a dare un senso primario alla volontà, piuttosto che a lasciarsi
andare, nella libertà, senza sforzo e con gioia. Ossia l’atteggiamento che caratterizza la via
dell’Uomo Originale Libero che ha fatto sua l’Attrazione Gaia.
Prendo comunque in prestito le sue parole, perché danno un senso chiaro di cos’è un illuminato in
gergo orientale, rispetto a quanto questo termine sia stato abusato e manipolato nel suo passaggio tra
oriente e occidente.
L’illuminato non è un semidio, e quasi sempre non è conosciuto dai più, non ha obbligatoriamente
scritto o creato scuole; non ha dovuto per forza di cose sentire il bisogno di trasmettere su larga scala
ad altri ciò che aveva scoperto. Egli può essere un pescatore della Papuasia, o aver fondato una
scuola di pensiero in Groenlandia. Illuminato, come dice Lao Tzu, è colui che conosce se stesso,
perché a vinto le barriere che gli impediscono di vedersi, che ha consapevolezza di sé, di cosa è, di
cosa sente e di come lo sente( quelle barriere che Freud chiamò “difese dell’io”). Anche Socrate
disse: <<Conosci te stesso.>>
Il consapevole non si autopercepisce attraverso i filtri del sistema matrice, egli è, sa di sé. Ma nel
passaggio intermedio da Illuminato a Liberato, non è detto che abbia già scelto di superare tutti i
limiti derivanti dalla sua precedente assimilazione e quindi di liberarsi.
Molti illuminati erano molto vicini a identificare la realtà in quanto oggettiva ed ha focalizzare il
perché essa non apparisse così, ai più. Ciò potrà sembrarvi ambiguo e in contraddizione col loro
pensiero, ma va ricordato che, alla loro epoca, mancavano dei tasselli per poter identificare la
matrice-vivente. Perché è ovvio che fatto ciò, quelle che appaiono come realtà soggettive, nel modo
di vedere la vita da parte dei singoli, divengono invece piccole diversità, semplici sfumature, causate
dalla diversa funzione che esse stesse svolgono nell’ambito del sistema matrice, in quanto cellule-
uomo. Cellule che a loro volta vedono se stesse e il mondo circostante, in funzione della variante di
programma m-s con cui “funzionano” (in gergo software si direbbe: in funzione della variante di
programma che li fa girare); difatti ciascuna variante di programma deve contemplare una specifica
scala di principi, valori, sentimenti e obiettivi, necessaria a far funzionare la cellula-uomo in base al
suo compito; come lo è per una formica operaia, o un’ape regina. Questo fa luce con chiarezza sulle
diversità che troviamo tra un vescovo, un operaio metalmeccanico, un camorrista, un master sadico,
uno pseudo spirituale, ecc.
Come diceva Einstein “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata”. Difatti il
meccanismo con cui la m-v da vita a se stessa, è lo stesso con cui il nostro organismo, determina la
differenziazione tra le cellule. Partendo da un genoma comune, i meccanismi di differenziamento
cellulare, accendendo o spegnendo geni, ci consentono ad es. di avere cellule del fegato o
dell’epidermide. Lo stesso accade con le varianti di programma m-s, che utilizzando l’identico
materiale umano partorito dalle coppie maschio-femmina, determinano la specifica funzionalità delle
nuove cellule-uomo. I meccanismi sono ovviamente diversi, per quanto ugualmente semplici.
Basta una notizia la TG del tipo: “Facoltà di giurisprudenza strapiene di richieste di iscrizione” –
“Carenza di idraulici” – “Belen è felice”-, per attivare o disattivare una delle infinite varianti già
scritte nel programma m-s. E una volta incanalati su quella che ci spetta, cliccare su upgrade per
completare l’installazione, collegandosi direttamente alla matrice-vivente che ci farà fare la scuola
idonea: da quella di medico a quella di mafioso.
L’uomo assimilato, nel suo piccolo quadro di cellula-uomo, non può vedere l’infinità e lo splendore
dell’universo; non è centrato sulla visione di se stesso ma esclusivamente sul suo ruolo specifico.
Potremmo anche porla così: per l’elemento creatore del tutto la realtà è oggettiva; per l’universo la
realtà è oggettiva; per la matrice-vivente la realtà è oggettiva, mentre per le sue singole cellule-uomo,
ovviamente, vista la loro diversificazione in base alle varie funzioni, non lo è.
Pochi sanno che Socrate e Buddha hanno avuto un percorso simile, transitando entrambi per le scuole
sofiste dell’epoca, per poi abbandonarle. Ed è immaginabile che la motivazione fu appunto la ricerca
di un’alternativa all’estrema soggettività, spinta persino nel dialettico – metodo tipico delle scuole
sofiste – che si intuiva dovesse esserci, ma sfuggiva.
Tornado all’illuminato: cos’è?
È un individuo che, avendo consapevolezza di sé, emana energia vibrazionale dall’interno,
un’energia che si spande nell’ambiente che gli è circostante, a seconda che sia un bar, o i lettori di un
suo libro. Egli fa luce perché è illuminato e consequenzialmente illumina intorno a sé; non vi è quindi
da parte sua una volontà tesa a illuminare.
Per chi ha già abbracciato l’Attrazione Gaia è facile capire cosa l’illuminato possa suscitare intorno
a sé. L’illuminato è anche più libero, e quindi le vibrazioni che emette agganciano il Gradiente di
libertà sensibile – di cui abbiamo già diffusamente parlato – di chi è intorno a lui. Detto all’orientale
(per quanto concettualmente limitante), aggancia, anche senza attività conscia, il sé di chi è intorno a
lui e può leggere dentro agli altri. Per essere più precisi: l’illuminato è ovviamente consapevole che
emana energia e attrae, ma non per azione ponderata, voluta o diretta; l’attrarre e l'illuminare sono
solo una diretta conseguenza del suo status. L’illuminato si vede, si sente: la sua consapevolezza sa di
pace e amore, ma anche dell’intoccabilità di chi conoscendosi sa gestire e vivere se stesso con
saggezza. Per certi versi egli è come un muro di gomma quando non vuole che gli indesiderati input
esterni penetrino nel suo uovo energetico e quindi entrino nella sua esperienza di vita. In tal modo le
vibrazioni indesiderate non vengono analizzate e scartate, ma rimbalzano semplicemente, non
arrivando quindi a permeare i sui pensieri e il suo stato vibrazionale.
L’illuminazione è quindi il terzo passaggio evolutivo nel percorso e viene subito dopo quello del
Risveglio, che a sua volta segue alla non consapevolezza di sé; ossia a quella fase confusa in cui,
iniziando a distaccarsi dal macro organismo matrice, ci si chiede chi si è e si cercano risposte
fuori da se stessi.
Da lì in poi il passo per ritrovare l’Uomo Originale Libero che era già in noi è dietro l’angolo; ma è
importante ricordare che l’illuminazione, anche quella del grande pensatore orientale, è solo un
passaggio intermedio nella direzione dell’Uomo Originale Libero, perché prima della Rivelazione, il
Grande Salto era disciplina, non consapevolezza assoluta; quella totale consapevolezza che invece
oggi ci dona la scoperta della matrice-vivente.
Approfittiamo sempre di opportunità come queste, per abituarci a utilizzare le “Chiavi”; fino a che
non dovremo più usarle mentalmente, perché tutto sarà limpido in un attimo, attraverso il sistema di
guida intuitivo-emozionale.
Quindi: come e attraverso cosa il termine illuminato è stato manipolato e abusato, al fine di creare
semidei? È sufficiente usare le Chiavi, per far luce. Come abbiamo già visto all’inizio l’unico istinto
genetico negativo dell’uomo, sul piano dei suoi risvolti evolutivo-spirituali, è quello di paura-
attaccamento (istinto viceversa utile e necessario sul piano fisico-pratico). In questo caso il sistema
matrice che punta al business e all’ordine, ha compensato l’abbandono da parte di tanti, della Chiesa
Cattolica, per generare attraverso la selezione naturale altre figure divine, all’uopo umane e terrestri,
anche se defunte eventualmente, per ricostituire il consolidato sistema padroni-schiavi. Quelli che
potremmo definire come sub-maestri del fondatore di una scuola spirituale, fanno business –
attraverso corsi, seminari, donazioni – aumentano il loro livello di autostima e cercano con più
energia altri proseliti; veicolano quindi credi utili alla m-v, dopo essersi identificati nel loro grande
maestro.
È preferibile per la stabilità e l’ordine utili alla m-v, gestire una moltitudine di soggetti identificati e
sedati, padroni o schiavi che siano, piuttosto che affamati di verità; magari nella fase anti m-v
dominante, caratterizzata da atteggiamenti ribelli e distruttivi.
Per essere chiari e diretti: per la m-v è più comodo che gli schiavi che abitano la parte bassa della
matrice, se proprio vogliono trasgredire un po’, siano seguaci di linee di pensiero orientali, piuttosto
che super-occidentalizzati repressi e insoddisfatti del loro mediocre status sociale e quindi
potenzialmente aggressivi e pericolosi. E’ anche questo uno dei motivi per cui il sistema matrice non
si oppone al supporto finanziario, da parte anche di eventuali padroni, a tali filoni di pensiero: tutto
scorre nella schiavitù!
La pubblicità e i media
Come ben sapete la m-v dominante poggia sul principio che se qualcosa viene fatto deve anche avere
come scopo diretto o indiretto il business, in quanto necessario al suo sviluppo. Tutto ciò che nel
tempo non si è reso idoneo a produrre ricchezza, è stato poi accantonato. Nel caso dei media, che
siano essi la TV, la radio, i quotidiani, le riviste, i portali Internet, le vetrine di un negozio, dei
manifesti o dei tabelloni elettronici, tutto è impregnato di pubblicità. O meglio: è la pubblicità a
essere impregnata da quegli strumenti.
Verso chi viene indirizzata la pubblicità?
Ovviamente verso la moltitudine dei potenziali consumatori, ossia le cellule-uomo affogate nella
parte media e bassa del sistema. Quindi la pubblicità viene confezionata per promuovere il consumo
di beni e servizi da parte degli schiavi; quasi non esiste pubblicità fatta in larga scala che venga
indirizzata ai padroni, né tanto meno agli Uomini Originali Liberi, in quanto non risulterebbe utile
allo scopo.
Diamo un senso al concetto di Chiave: Per permettere alla pubblicità di avere la visibilità di cui ha
bisogno, vengono confezionati dei contenitori – programmi TV, notiziari, film, telefilm, serial, format
televisivi, giornali, riviste, portali Internet di vario tipo. Di conseguenza anche questi contenitori
sono creati dal sistema matrice per gli schiavi della m-v stessa, essendo direzionati verso la
potenziale clientela target; ossia le varie macro fasce che compongono la massa. Insomma: non esiste
praticamente nulla che abbia a che fare con i media, che possa essere utile a un potenziale Uomo
Originale Libero. Nulla è stato infatti confezionato per lui, e quasi sempre egli stesso non lo sa, anche
se ha un elevato Gradiente di libertà sensibile.
Nei sentimenti:
“Farei di tutto per te; se mi trovassi in una casa e tu fossi un ebreo in fuga, coi nazisti alle
calcagna, ti aprirei la porta anche a rischio della vita!”
È la rappresentazione di un amore, amicizia, affetto, a seconda del tipo di rapporto, che può darci una
grande emozione.
Ma perché dovremmo farci trasportare in questo futuro improbabile?
Di certo tornando all’adesso-e-ora questa persona dovrebbe provare gli stessi sentimenti che la
spingerebbero ad agire così anche nel presente e avere quindi con noi un comportamento
consequenziale. Amicizia, supporto se necessario, aiuto, dolcezza, amore, mutuo soccorso.
È così? È stato così recentemente?
Cosa cambierebbe nella nostra vita reale, immaginare quel tipo di circostanza ipotetica?
Prendiamo noi in mano la nostra vita e se proprio vogliamo fare proiezioni, facciamole sulla base di
cosa c’è nell’adesso-e-ora e su ciò che riguarda il “prima” o il “poi”. Ricordiamoci sempre che non
stiamo giudicando fatti o persone, stiamo bensì cercando di identificare gli elementi di m-s che le
fanno agire, o proporre scenari ipotetici.
I principi dell’Attrazione sono sempre in azione; sono loro che danno vita al nostro divenire in
quanto espressione di noi stessi e dei nostri pensieri. Approdando all’Attrazione Gaia abbiamo anche
scelto di liberarci per vivere la nostra vita e non quella degli altri non liberi, in quanto cellule della
m-v.
Per quanto invece riguarda il rapporto con il proprio passato, elemento chiave in molti filoni della
spiritualità moderna, esso non è oggetto d’analisi nel nostro percorso; o forse è più aderente al reale
dire che trasversalmente lo è stato fin troppo e a più riprese.
Qualificare come giusta l’analisi del “passato” fabbricata da tanti filoni di pensiero che lo
inquadrano come fosse un corpo unico da gettare via, è valido solo in base al bagaglio di
conoscenze precedenti alla scoperta della m-v e della m-s. Difatti il passato appare a volte, dopo il
risveglio interiore, come una ingombrante pelle marcia da portare con sé; altre volte come il limite
bloccante per lo sviluppo del rinato noi stessi. Ma ciò, come dicevo, poteva accadere solo prima
della scoperta della m-v. Perché ora possiamo vedere il passato nella sua reale essenza e
modificarlo, reinterpretandolo.
Infatti esso ci appare nebuloso, solo se non lo rielaboriamo e ridecifriamo, partendo dal presupposto
che abbiamo interagito principalmente con la m-s delle altre persone, e ciò nel contesto di scenari di
matrice. E ovviamente ciò vale anche per gli scenari-circostanze: ambito lavorativo, spirituale,
gioco, relazioni con l’altro sesso, ecc. Non solo, ma specularmente possiamo vedere e reinterpretare
anche l’altro attore, ossia il precedente noi stessi, in quanto soggetto assimilato che agiva in base ai
suoi schemi di m-s; cioè eravamo noi, ma non lo eravamo. Insomma: il passato, a parte l’espressione
del Gradiente di libertà sensibile individuale, non è stato altro che la somma di interconnessioni tra
ologrammi di m-v.
In sintesi possiamo dire che a creare il nostro passato è stata la nostra m-s che ha attratto a sé tutte le
circostanze, le persone e gli scenari di vita, ad essa affini. Durante il percorso verso la liberazione
rivivremo i trascorsi come se stessimo guardando un film che ci rappresenta uno splendido e
avvincente gioco, vissuto un po’ dal noi stessi che cercava l’Uomo Originale Libero che era già in
noi, e in parte, la gran parte, dal nostro ologramma di m-s.
Il passato: il gioco più lungo, avvincente e articolato, della nostra esistenza; pozzo di
consapevolezza per identificare le paure che hanno consentito alla m-v di assimilarci ed elemento
guida per focalizzare i nostri talenti inespressi e le tendenze soggettive.
Difatti vi è, nell’ambito della realtà oggettiva in cui è immerso un Uomo Originale Libero, la variante
soggettiva legata al suo modo di viverla. In quanto le forme di vita sono molto variegate in merito
all’intensità della percezione sensoriale e alle dinamiche causa-effetto individuali, da tutti i punti di
vista.
In questa forma umana, per quanto espandibile con l’Attrazione Gaia, abbiamo un tempo limitato;
usiamolo per vivere nella felicità e nella gioia!
Specchiare se stessi negli altri. Sette miliardi di abitanti per sette miliardi di mondi
Una famosa frase di un ex politico italiano, Giulio Andreotti, cita: “Il potere logora chi non c’è
l’ha”. Essa ci fa capire con chiarezza che molti individui proiettano se stessi negli altri, ossia danno
per scontato che le proprie motivazioni di vita non possono non essere anche quelle degli altri e, per
quanto sia assolutamente vero che i coabitanti delle stanze dell’appartenenza hanno una visione
simile delle cose, le differenze restano sempre infinite. Già, infinite: perché ogni tassello non
modifica solo quelli a esso collegati ma, con un effetto a cascata, anche tutti gli altri.
A differenza di Andreotti, vi saranno invece molti individui simili a me che avendo dovuto gestire il
potere non ne hanno per nulla goduto, detestandolo al punto di escludere dalla propria vita ogni
nuova iniziativa che comprendesse il suo esercizio.
Dopo il Grande Salto l’universo si manifesta nella sua oggettività, ma le variabili soggettive legate
all’appagamento dei sensi - dal visivo al tattile - divenivano ancora più soggettive, perché l’Uomo
Originale Libero vive appunto nella libertà assoluta.
Chi più chi meno, tutti noi proiettiamo noi stessi o una parte di noi nell’umanità, immaginando che le
nostre motivazioni siano anche quelle degli altri abitanti della terra. E allora chi vive sulla Terra, e
quanti pianeti Terra ci sono, dal punto di vista delle motivazioni? La quantistica potrebbe dire: uno
per ogni abitante.
Le motivazioni di vita che spingono all’azione le cellule-uomo sono infinite e quasi sempre
provengono dall’elaborazione dati della m-s e non dall’uomo stesso. Ma anche durante il percorso di
liberazione, finché non si arriva alla prima discontinuità, ossia al Risveglio, dobbiamo sforzarci di
focalizzare solo le nostre motivazioni e a non desiderare di condividerle con altri.
Dopo il Risveglio ci accorgeremo che nella libertà, quando l’Universo si svelerà come oggettivo,
quelle infinite motivazioni si riducono all’UNO. L’Uomo Originale Libero ha infatti un’unica
motivazione che lo spinge all’azione: creare, fare o attuare ciò che desidera nell’adesso-e-ora. In
questo scenario, anche la pianificazione di un aspetto futuro rientra nell’adesso-e-ora, perché non vi
sono aspettative improprie, come quella che facendo una certa cosa saremo felici, ma solo estensioni
di ciò che sentiamo nell’adesso. Perché la felicità è già con noi.
Capire le motivazioni che spingono all’azione un uomo liberato è molto semplice e per farlo basta
metterlo in parallelo con un animale ad esso molto simile: il delfino. Il delfino ha un quoziente di
encefalizzazione simile a quello dell’uomo; ma cosa ci fa con tutto quel cervello? Da molto gli
scienziati si fanno questa domanda, ma solo perché sono governati dalla loro m-s e sconnessi
dall’universo. La risposta è semplicissima: lo usa per essere felice a differenza delle cellule-uomo
che usano il loro per sostenere e sviluppare la m-v.
Se osservate i delfini scoprirete che in tutte le loro espressioni fanno fondamentalmente quattro cose:
muoversi nello spazio, creare, giocare, stare in contatto di corpo con altri loro simili. Io chiamo ciò
“I 4 Doni” e se osservate gli altri mammiferi liberi vedrete che anche per loro vale la stessa cosa.
Possiamo quindi dire che ogni qualvolta noi umani facciamo qualcosa che non è l’espressione di uno
dei quattro doni, stiamo facendo matrice… roba inutile.
Questa Chiave ci dice due cose: da un lato non dobbiamo interpretare il mondo dal punto di vista
delle motivazioni, proiettando sui suoi abitanti le nostre; dall’altro che molte delle persone con cui
interagiamo lo fanno per abitudine e quindi ci vedono come proiezione di se stessi. Non
meravigliamoci di ciò e se si tratta di qualcuno con cui abbiamo un legame intenso e/o profondo,
chiariamo quest’aspetto.
Ciascuno ha le sue motivazioni di vita che lo spingono ad agire; averne un’idea ci consente di vivere
i rapporti nella loro vera essenza e in una dimensione reale; dimensioni in cui si palesa l’esistenza di
un altro individuo e non di un nostro duplicato mal riuscito, in cui a volte specchiarci. È anche
nell’essere consapevoli di ciò, che si determina l’armonia e il rispetto.
L’Uomo Originale Libero ama in modo armonico quando vuole amare e se lo fa, può vedere.
Egli ama perché vede l’altro, e non un falso specchio di sé.
È possibile, ma sconsigliabile, creare questa modalità di rapporto anche con le cellule-uomo, ma
solo nell’intervallo della passione o nell’abitudine; tenendo presente che le cellule-uomo si
appassionano, ma non possono amare, perché non conoscono l’amore e che quindi all’apparente
scambio di sentimenti, seguirà un quasi completo distacco, il nulla.
Le mancanze apparenti
Una volta liberati non potrete più sentire mancanze, ma solo desideri e tutto ciò che desidererete si
concretizzerà molto velocemente.
Le mancanze sono legate al passato e alla m-s; un passato che da questo punto di vista non potrà più
appartenervi nei ricordi, in quanto manifestazione di voi stessi. Difatti, come abbiamo visto prima, un
Uomo Originale Libero vede il passato come uno spettatore a teatro e/o come fosse affacciato a un
balcone, da cui osserva una lunghissima consecuzione di scenari in cui può ormai identificare
istantaneamente le due parti di sé (per semplificare) che li hanno vissuti e attratti nella propria
esperienza di vita: quella libera e quella preponderante di m-s. O meglio: ciò che la m-v ha vissuto
attraverso di lui, in quanto cellula-uomo assimilata. Inoltre, osservare dal balcone quel passato, a
fronte della nuova consapevolezza acquisita, può dare solo gioia, anche negli aspetti un tempo vissuti
con dolore.
Il nuovo scenario, adesso limpido, ci consente ormai con chiarezza di identificare, di volta in volta,
cosa c’era dentro noi in una specifica parte del nostro passato, quale pensiero era o è, alla base di
ciò che il noi stessi che avevamo creato, ha attratto, scavalcando quindi le analisi psicologiche che
ora ci appaiono più come un pasticcio inutile che altro.
Attenzione ai sogni; essi spesso proiettano ipotetiche mancanze, in quanto ispirati dalla m-s e
rappresentano uno dei richiami della m-v più infidi e potenti. Ciò avviene in particolare nell’ambito
dei rapporti interpersonali e/o nel bisogno di appartenere a qualcuno (la coppia). Nella vostra nuova
vita non ci sarà un partner, bensì tutte le relazioni che desiderate con persone simili a voi; persone
che avrete ovviamente attratto nella vostra esperienza, semplicemente desiderandole. I rapporti, una
volta liberatisi dalla m-s, divengono realmente profondi, intensi, gioiosi, in tempi rapidissimi, vista
la non necessità di sprecare energie per strutturare schemi, o loro varianti e, nella maggior parte dei
casi, non hanno scadenza: piuttosto si evolvono e/o mutano, a seconda dei desideri di espansione
reciproca.
Ma come abbiamo già detto non sarà così all’inizio. Durante il sonno, nei sogni, potrebbe tornare
con forza il desiderio di quei finti amori vissuti nel passato, o presenti in tutti gli ologrammi
proiettati dalla m-v attraverso media, carta stampata, pubblicità, ecc. So che è duro definirli finti, ma
non dovete vedere come finto ciò che vi ha attratto verso un’altra persona, o ciò che avete condiviso;
quelle sono emozioni bellissime. Finto è tutto il resto; finto è lo schema in cui avete vissuto
quell’amore e quella gioia: la coppia.
Questa Chiave vi dice che, durante il percorso di Liberazione, i richiami all’ordine provenienti da
m-v e m-s saranno di notevole intensità e, in alcuni momenti, potrebbero mettervi in crisi.
L’apice del richiamo è nella possibile consecuzione tra il sogno e le conseguenti emozioni del post
risveglio. In questi casi non accendete un conflitto interno, prendete tempo e tutta quell’apparente
tensione interiore si dissolverà poi in una nuvola di vapore, perché la m-s non troverà materia a cui
ancorarsi.
Non temete; siete sulla strada giusta! State percorrendo la via che porta a nuovi scenari e
fantastici mondi, fatti di libertà, gioia e amore.
La ripetitività degli schemi. Le cellule-uomo ripetono se stesse
Anche la m-v segue il principio scientifico di minima energia; principio che si può estrapolare dalla
legge della selezione naturale e da tutte quelle della fisica, del business e quant’altro.
Mantenere in vita uno schiavo è più facile facendogli ripetere sempre gli stessi schemi, come quello
già più volte citato della coppia. Avete mai sentito quelle persone che si lamentano delle loro
relazioni precedenti e poi ripetono sempre lo stesso schema della coppia, e magari persino con la
stessa tipologia di partner? Almeno ai più talentuosi tra gli schiavi la m-v dà la possibilità di sapere
che una coppia ha una scadenza e di cercare il meglio. Come dire: di essere quantomeno padroni del
gioco e di gestire lo schema con un altro schiavo, finché c’è passione e utilità.
Sappiamo che possiamo capire in un istante alcune sfaccettature caratteriali degli altri e non per
giocare a fare gli psicanalisti, ma perché potrebbe esserci utile o indispensabile nell’interazione con
loro: per motivi di lavoro, pulsioni, passione, gioco. Attraverso poche informazione sul passato di
una persona, vivendo nell’Attrazione Gaia, saremo in grado di proiettare il nostro futuro con quella
persona, a seconda delle motivazioni del perché riteniamo gioioso questo futuro, purché si tratti del
breve periodo; perché dopo la Liberazione si entra nel FLUSSO degli eventi e quindi le proiezioni di
medio e lungo periodo esistono solo verso se stessi, in quanto desiderio di vivere e non in merito
alla pianificazione e a ciò che faremo.
Ricordiamoci che le cellule-uomo agiscono per cicli ripetitivi.
Quindi, ancora una volta, rammentiamo che non stiamo dando giudizi sugli individui assimilati (essi
sono un’altra specie vivente se non si liberano), ma stiamo semplicemente acquisendo
consapevolezza per decifrare la matrice e le cellule-uomo, e non consentirgli, durante il nostro
percorso, di richiamarci a loro, anche attraverso le azioni, i giudizi e i pensieri degli uomini non
liberi.
La Chiave è che, nella non libertà, un individuo ripete sempre all’infinito gli stessi schemi; cambiano
scenari e protagonisti, ma non lo schema. Il variare dell’intensità delle motivazioni determina
notevoli differenze nello scenario in cui lo schema si sviluppa, ma per un Uomo Originale Libero
queste differenze appaiono solo come sfumature.
Entrare nel flusso dell’Attrazione Gaia, dopo essersi liberati, porta a vivere, e non ad analizzare in
continuazione noi stessi ed il circostante. Quindi se non riteniamo che vi siano elementi necessari da
analizzare, evitiamo di farlo, e viviamo con le persone con cui “vibriamo” ciò che vogliamo,
lasciandoci trasportare dalle nostre emozioni-vibrazioni; se viceversa fosse stato necessario
“vedere” delle cose, agiamo nello stesso modo, ma con la lucidità di desiderare solo scenari congrui.
Approdati all’Attrazione Gaia, una volta concluso il percorso di Liberazione, l’energia
motivazionale si manifesterà in modo intuitivo, in un istante, senza neanche che ve ne accorgiate.
Motivazioni e intenzioni, si fonderanno tra loro. Saranno le emozioni la guida a cui affidare il nostro
divenire: emozioni vostre, questa volta. E ancora una volta si palesa quanto sia deviante e pericolosa
la letteratura attualmente in commercio sulla Legge di Attrazione e il pensare positivo fine a se
stesso. Vera spazzatura, atta a creare schiavi sorridenti, che cercano di migliorare il loro status
attuale imprigionandosi ancora di più.
Volete aiutare qualcuno? Fatevi prima della domande per non far danno
Tratto dagli appunti di Almalibre Rebelde.
Una sera mi si avvicinò una persona, era da tempo che mi aveva notato; in genere non passo
inosservato. Era un po’ alticcio a causa dell'alcool.
Mi disse: “Si vede che tu sei una persona di esperienza, si dice di te…io non capisco delle cose…
la…la mia ragazza…” Era in piena crisi: fase di crollo emotivo.
L’avevo notato in passato, faceva parte di quel microsistema chiamato bar (la sociologia
sperimentale è nata anche dall’osservazione dei microsistemi di matrice nei bar) e, dalle posture di
chi gli si avvicinava, era chiaro che era uno dei leader locali. Gli doveva essere costato molto
accostarsi a me.
Mi chiesi se mi andava di ascoltarlo, di dargli un consiglio; optai per il sì. La mia interiorità fu
attratta dal senso di umanità che emanava, come spesso mi accade.
Una settimana dopo lo rincontrai e mi ringraziò calorosamente, dicendomi “Sei stato duro quella
sera; anzi scusa, non duro: chiarissimo. Ora sto bene, ho capito, penso a me.”
Capire se si è o meno in grado di dare supporto a un altro individuo, non è facile, ed è una seria
responsabilità. Non basta dire le cose giuste, ammesso che si sia certi di saperle, ma è necessario
anche intuitivamente afferrare se l’altro vuole ascoltarle. Valutare se l’altro è nello stato d’animo di
attuarle, il tempo di cui disponete, il vostro potenziale energetico del momento; se nell’energia che
l’altro emana è preponderante quella colorata di chi ama se stesso e tende alla gioia, o quella grigia,
di chi si crogiola nel pensiero di un mondo triste e incapace di accogliere persone “belle” come lui.
Sembrerebbe un’analisi molto approfondita. Penserete: “Magari ci vorrà un mese per analizzare
tutte queste variabili.” No! Non spaventatevi; una volta concluso il percorso anche sciocchezze
come queste si renderanno visibili in un istante. Potrete valutare tutto in un attimo attraverso le
vibrazioni e i segni manifesti. Anche per le vibrazioni vale quanto già detto sulle emozioni: vanno
usate come guida solo dopo la Liberazione, non prima, viceversa proverrebbero dalla m-s.
Tornando al racconto, non mi andava di farmi raccontare la sua storia, nello specifico. D’altronde
nelle dinamiche di matrice le storie sono sempre uguali, perché si posizionano nel range di uno
schema. Quindi il tempo per parlargli, senza ascoltarlo, lo avevo. Non lo conoscevo, ma sentii subito
in lui l’energia di chi vuol star meglio di chi sta peggio, e quindi mi aveva attratto nella sua
esperienza di vita. Sentii tutta l’immanenza dell’Attrazione Gaia e non fui in grado di esimermi da
tanta meraviglia del creato (la potente Attrazione di Gaia era in azione).
Lui era un habitué del bar dei “coatti” – detto in senso simpatico - diciamo “veri” e rustici, nella loro
m-s (i bar dei coatti sono per me uno dei luoghi prediletti per isolarmi ed entrare nella fase
meditativa: sarà forse perché stimolano la mia parte essenziale e coatta).
Lui non era libero, ma in cerca. C’era materiale rapido su cui far leva per dargli una mano.
In effetti dissi molto poco; passai una ventina di minuti a ripetere due frasi, a seconda dell’argomento
che cercava di aprire, interrompendolo sempre quando ricadeva nella curva grigia, dove si infilava
per cercare di farsi le sue ragioni, giudicando l’altro attore, la sua ex .
Che cosa può mai aver a che fare il giudicare con un rapporto tra un uomo e una donna? Sarà che ho
perso l’abitudine a queste follie.
Tornando all’episodio gli dissi: ”Chiediti perché dovresti avere bisogno di un’altra persona; tu
devi bastare a te stesso. Perché ne hai necessità? Non devi averla. E poi… un rapporto deve
basarsi sul piacere reciproco, punto! Se non c’è questo, niente rapporto.”
E a seguire, intercalando: “Tutte le cose legate alle pulsioni hanno una fine, non ha importanza
analizzare solo i perché, ma anche rendersi conto che al di là delle cause, quando certe emozioni
sono finite, sono finite e basta. Finite! Non torneranno più. Tutto ciò che è fisiologico, ha un
tempo! Hai presente quando da piccolo ti regalavano un giocattolo nuovo? Quando te ne stancavi
che facevi? Lo mettevi nella scatola dei vecchi giochi, eppure guai a chi te lo toccava! E così
funziona anche nelle coppie. È già da piccoli che siamo costretti a subire dalla matrice questo
postulato che porta a esasperare la possessività, ossia che una cosa o è nostra, o non lo è; vie di
mezzo non sono previste nel programma.“
Aggiunsi una chicca, visto che un pizzico di gioco ci vuole, e a me diverte ogni tanto vedere la
malignità della m-v che parla attraverso le sue emanazioni. Gli dissi: “Se le vuoi bene, vuol dire che
vuoi il suo bene; ne sei certo? Se la ami significa che saresti felice se lei facesse qualsiasi cosa le
porti gioia, ne sei certo?” Mi rispose di sì e continuai: “Quindi, così come a te piacciono altre
donne, è naturale che anche a lei piaceranno altri uomini; di conseguenza se lei facesse sesso o
l’avesse fatto con un altro uomo, tu volendo il suo bene ne gioiresti, giusto?” In genere di fronte a
queste ipotesi, la m-s va in tilt, e così accadde.
Lasciamo la “nuvola” Almalibre Rebelde e torniamo al linguaggio dei più: vi dimostrerò a breve e
con assoluta certezza che gelosia, possessività e coppia, sono frutto della m-v /m-s, e finché
proverete questi sentimenti, continuerete a esistere solo parzialmente e non conoscerete mai l’amore.
Tornando all’attuale Chiave: perché dovremmo avere bisogno di un’altra persona, e per di più
specifica? Cosa manca in noi da determinare una necessità così forte?
Potremmo passare una vita nel cercare di capirlo; le motivazioni potrebbero addirittura risiedere in
nostre problematiche di matrice pregresse e mai risolte, risalenti all’infanzia. Ne vale la pena? No!
Tutto ciò è molto lontano dalla Liberazione e dall’Attrazione Gaia; il problema non sta in noi, in
questo caso; ma nel falso noi stessi non Liberato.
La Chiave è questa: non importa capire i perché, in questi casi; perché che altro non sono se non
meccanismi di m-s; conta avere la consapevolezza che ci deve essere in noi qualche mancanza o
qualche problema, che ci rende apparentemente indispensabile un’altra persona e che quell’elemento
è di certo a sua volta frutto di qualche schema di m-s, insediatosi nella fase educativa, nel nostro
cervello, attraverso il meccanismo: instillazione delle paure -> esigenza di difendersi da esse
attraverso le possibili soluzioni, precedentemente scritte nel programma m-s dalla m-v ->
creazione dello scenario (la coppia in questo caso) -> abitudine -> attaccamento -> bisogno. Il
tutto potenziato dal senso di dissociazione che la coppia crea e dalla conseguenziale difficoltà a
connettersi con le altre anime.
Sapere che il problema è in noi significa, nell’ambito della nostra nuova dimensione di Liberati,
averlo già risolto; perché alla fine del percorso, quando saremo in grado di esprimere noi stessi
vivendo nell’Attrazione Gaia, nessuno ci sarà più indispensabile.
Nel frattempo potete tranquillamente convivere con questa problematica se essa fosse presente in
voi; ma con lucidità e senza dare un valore ancestrale a cose di matrice.
Se viceversa avete già fatto vostre, nell’immaginario, le dinamiche attraverso cui agisce l’Attrazione
Gaia, ci vorranno 5 minuti a risolvere un apparente problema-macigno. Basterà farsi una domanda:
“Quale pensiero mi ha fatto attrarre quella determinata circostanza di vita, quell'esperienza,
quello scenario?”
Su questo argomento c’è una esperienza sui generis, che Almalibre racconta, ovviamente al limite del
paradosso.
Non siamo tutti uguali. La trappola intellettuale dell’umiltà: scopriamo i nostri talenti
Vi sono alcune problematiche chiave, nell’ambito dello sviluppo della consapevolezza, che
richiedono un approccio trasversale nel rapporto con noi stessi; ciò al fine di aggirare impasse
culturali e storici di m-v, molto radicati.
Ipotizziamo di essere coinvolti in un discorso che abbia come tema l’essere o meno tutti uguali alla
nascita e che, il nostro interlocutore, porti acqua alla tesi che le differenze tra gli individui sono una
mera conseguenza dell’ambiente di crescita e degli stimoli da esso ricevuti. Potremmo rispondergli
così, con un pizzico di provocazione:
“Guardiamoci: le nostre mani, il viso, i capelli, gli occhi, tutto è diverso tra noi. Così come sono
diversi i nostri riflessi, gli organi interni, i muscoli, il cuore, il fegato. Anche il nostro cervello è
diverso e lo è anche in rapporto alla quantità di massa che si attiva in base alle stimolazioni
esterne, alle pulsioni, ai pensieri, agli stati d’animo, ecc. ecc. Ma, ammesso che fosse come pensi
tu, anche solo in parte, è indiscutibile che l’ambiente di sviluppo porti comunque a risultati
diversissimi tra loro. Detto ciò, dimmi tu una cosa: visto che queste diversità fisiche, di talenti,
reattività, creatività, intuitività, sono così evidenti al di là delle cause, che problema hai dentro te,
da voler vedere le cose in un modo così falsato? Perché ti è così necessario negare una verità così
palese? Ossia che siamo tutti diversi e da tutti i punti di vista e che ciò, al di là delle circostanze,
ci porterà a vite non uguali anche a parità di condizioni? Potrebbe essere magari che questo tuo
pensiero ti è stato iniettato dalla matrice-vivente attraverso il sistema educativo e i media, per
programmarti in funzione dei suoi scopi?”
Quali elementi hanno determinato storicamente la nascita di ipotesi così fuorvianti? Quella che siamo
tutti uguali o potenzialmente uguali e fatto sì che, per selezione naturale, divenisse un forte elemento
utile alla m-v?
La risposta è semplice: la m-s risulta scrivibile nel cervello di una nuova cellula-uomo, attraverso il
sistema educativo, quanto più la sua individualità viene repressa, mentre la matrice procede
all’assimilazione. Ciò si ottiene anche dando valore morale ad atteggiamenti come l’umiltà. Difatti il
programma m-s può entrare nella mente umana ed essere installato, come sistema operativo, solo
transitando attraverso la porta cerebrale delle paure e quella dell’attaccamento, ed è proprio grazie
all’umiltà che veniamo predisposti ad ascoltare chi ci rappresenta le paure e gli scenari di m-v, che
poi assurgeranno a nostro sistema di vita.
Umiltà e sincerità sono dei falsi valori, utili a creare schiavi e a mantenerli poi, nello stato di
asservimento.
La Chiesa e i meccanismi di asservimento che vengono utilizzati dalla m-v, durante la fase educativa,
la sanno lunga da questo punto di vista: umiltà verso il sacerdote che rappresenta la parola del
fantomatico creatore, in modo da lasciare aperta la porta a tutte le paure e le false soluzioni utili a
programmarci; e sincerità nel dichiarare se si è contravvenuti a qualche regola, in modo da
completare il pannello elettronico, creato per controllarci… una morsa psicologica perfetta.
“Mamma e papà agiscono per il tuo bene, ascoltali, sii umile!” Peccato però che non sapessero di
essere “programmi” anch’essi, al di la dell’amore e del bene innato verso i figli.
Ricordiamo sempre che la sincerità è un altro dei più falsi di tutti valori. Infatti un Liberato non
accetta attaccamento su sé ne da aspettative. Su cosa potrebbe mentire quindi? Cosa ci sarebbe da
non dire?
Vediamo a tal proposito cosa ha affermato nei secoli, in merito alla schiavitù e al dislivello sociale
padroni -> schiavi, la chiesa cattolica; ossia il principale braccio di addestramento cellule-uomo
della m-v:
-Dio afferma nel Decimo comandamento tradotto in originale: “Non desiderare la moglie del tuo
prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua
schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.”
-362 d.C. :Il Concilio locale di Gangra in Asia Minore scomunica chiunque incoraggi uno schiavo
a mancare di rispetto al proprio padrone o a rifiutarsi di servirlo. (Divenne parte del Diritto
Canonico dal XIII secolo).
-354-430 d.C.: S. Agostino insegna che l’istituzione della schiavitù viene da Dio ed è a beneficio
degli schiavi e dei padroni . (Citato in seguito da molti Papi, a conferma della "Tradizione").
-650 d.C.: Papa Martino I condanna chi predica la libertà agli schiavi o li incoraggia a fuggire.
-1089 d.C.: Il Sinodo di Melfi, sotto Papa Urbano II, impone la schiavitù alle mogli dei sacerdoti .
(Divenne parte del Diritto Canonico dal XIII secolo).
-1179 d.C.: Il Terzo Concilio Laterano impone la schiavitù a chi aiuta i Saraceni.
-1226 d.C.: La legittimità della schiavitù è incorporata nel Corpus Iuris Canonici, promulgato da
Papa Gregorio IX e rimasto legge ufficiale della Chiesa fino al 1913. I giuristi canonici elaborano
quattro giusti titoli alla detenzione di schiavi: in caso di prigionieri di guerra, di persone
condannate alla schiavitù per crimini commessi; di persone che si vendono in schiavitù , compresi
padri che vendano i propri figli; in caso di figli di madri schiave.
-1224-1274 d.C.: S. Tommaso d’Aquino difende la schiavitù in quanto istituita da Dio in punizione
dei peccati e giustificata come parte del “diritto delle nazioni” e della legge naturale. I figli di
una schiava sono giustamente schiavi, anche se non hanno personalmente commesso alcuna colpa.
(Citato da molti Papi successivi).
-1435 d.C.: Papa Eugenio IV condanna l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli indigeni delle
Isole Canarie, ma non condanna la schiavitù in quanto tale.
-1454 d.C.: Con la bolla Romanus Pontifex, Papa Nicola V autorizza il re di Portogallo a ridurre
in schiavitù tutti i Saraceni e i pagani che il suo esercito riuscirà a catturare.
-1493 d.C.: Papa Alessandro VI autorizza il Re di Spagna a ridurre in schiavitù i non-cristiani
delle Americhe che sono in guerra contro le potenze cristiane.
-1537 d.C.: Papa Paolo III condanna l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli Indiani del Sud
America, ma non condanna la schiavitù in quanto tale.
-1548 d.C.: Lo stesso Papa Paolo III conferma il diritto del clero e dei laici a possedere schiavi.
-1639 d.C.: Papa Urbano VIII denuncia l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli Indiani in
Sud America, senza rinnegare i quattro “giusti titoli” al possesso di schiavi.
-1741 d.C.: Papa Benedetto XIV condanna l’indiscriminata riduzione in schiavitù degli indigeni in
Brasile, ma non denuncia né la schiavitù in quanto tale né l’importazione di schiavi dall’Africa.
-1839 d.C.: Papa Gregorio XVI condanna la tratta internazionale degli schiavi neri, ma non mette
in discussione la schiavitù in sé, né il commercio interno degli schiavi.
-1866 d.C.: Il Santo Uffizio, in un’istruzione firmata da Papa Pio IX, dichiara: La schiavitù in sé,
considerata in quanto tale nella sua natura essenziale, non è affatto contraria alla legge naturale
e divina, e possono esserci diversi giusti titoli di schiavitù , ai quali fanno riferimento riconosciuti
teologi e commentatori dei sacri canoni […] Non è contrario alla legge naturale e divina che uno
schiavo sia venduto, comprato, preso o ceduto in scambio".
Durante la crescita di una cellula-uomo e la sua interazione con chi ne è guida, emergeranno i suoi
talenti; quelli utili alla m-v verranno sviluppati, viceversa gli altri saranno repressi o soppressi,
come nella stragrande maggioranza dei casi.
Tutti coloro che operano nella m-v come guide non sono altro che padroni, a loro volta schiavi della
m-v. Tutti i padroni conclamati o che hanno cercato di emergere hanno utilizzato un preciso
meccanismo di manipolazione per spegnere l’individualità dei loro schiavi. Il meccanismo in
questione cita: “Siamo tutti uguali, ma chi farà di più in una determinata cosa, avrà un qualcosa in
più, sarà migliore e quindi diverso”. Quindi il risultato non cambia. Invece di dire: “Siamo tutti
diversi dalla nascita anche sul piano dei talenti”, hanno detto tra le righe: “Sarete tutti diversi anche
sul piano del valore, dopo che avrete fatto ciò che ho indicato io, e affinché possa penetrare le vostre
menti, voi farete gli umili e io, il mal celato arrogante depositario della verità.”
Vi sono persone umili perché gli è comodo e quindi usano la m-v; non le apprezzo personalmente, ma
non posso non dar valore al loro livello di consapevolezza. Attenzione invece a quelli realmente
umili; hanno perso completamente la via di se stessi e in genere cercheranno di portarvi dal loro
padrone: un dio, un personaggio politico di spicco, un illuminato, un maestro spirituale, o chi per
loro.
L’umiltà non ha nulla a che vedere con l’apertura alla vita, alla conoscenza e alla gioia. L’umiltà
reale è il più grande peccato che un individuo possa commettere contro se stesso.
Ho sempre provato una forte simpatia per la figura di Gesù, ma i principi dell’Attrazione Gaia mi
hanno insegnato una cosa: che c’è sempre un motivo; che c’è sempre un pensiero alla base dello
scenario che si va a conclamare.
Perché quindi è stato possibile che il pensiero e la vita di Gesù fossero utilizzati per strutturare la
più grande e longeva organizzazione criminale della Storia, al di la che poi la chiesa cattolica abbia
manipolato o meno il suo pensiero? La risposta è che Gesù si rifece al presunto Padre, la cui parola
non poteva essere messa in discussione da nessuno. La Chiesa Cattolica, a sua volta, non ha fatto
altro che perpetrare la leggerezza prospettica di Gesù, inserendo nel paradigma cristiano la figura
intermedia e terrena del papa. Non a caso l’Impero Romano adotto il cristianesimo, in versione
cattolica, come religione di stato; religione che nella concatenazione causale degli eventi di matrice,
permise all’Impero di evolvere i suoi meccanismi di potere, da materiali a spirituali, espandendo
ancor più e su gran parte del mondo il potere di Roma. Il passo decisivo avvenne con papa Gelasio
(492-96) che scrivendo all’Imperatore d’Oriente Anastasio: “Tu sai, grazioso figliolo, che tu,
malgrado sia al vertice dell’umanità per dignità, tuttavia devi chinare devotamente la testa
davanti ai padri nelle questioni divine, e aspettare da loro lo strumento della tua salvezza”, sancì
definitivamente il sorpasso della chiesa sul potere di imperi e stati.
Detto ciò, partiamo alla scoperta dei nostri talenti, focalizziamoli tutti, perché quei talenti siamo noi
stessi e dopo aver verificato la potenziale compatibilità di questi strumenti, con i nostri desideri,
usiamo quelli che sono allineati agli scenari che ci danno gioia, e creiamo!
Tu sei il centro dell’universo e in questa forma umana hai un tempo; usalo per vivere la tua vita e
non quella che ti impone la m-v attraverso gli input delle sue cellule-uomo con funzione di
padroni!
L’insicurezza e l’inflazione dei cosiddetti maestri spirituali
Nei vari campi della vita, essere qualcuno, come si sul dire in ambiente di matrice, ammesso che si
possiedano talenti, richiede tempo e l’acquisizione di notevoli competenze.
Solo nell’area filosofico-spirituale-formativa, ciò sembra non necessario e per questo le Chiavi della
consapevolezza dovranno essere usate per porsi selettivamente in questo ambito. Coloro che operano
in questo settore, che siano dei leader o dei seguaci, possono dire tutto ciò che vogliono, fornire
pseudo informazioni utili o meno in apparenza, vestendole con l’alea della soggettività e
dell’ancestrale. La liberazione del sé, non contempla alcuna credenza ne nulla da imparare.
Prestiamo molta attenzione a ciò: questo bisogno di spiritualità generato dalla nostra parte libera, se
veicolato attraverso il settimo chakra, potrebbe farci percorrere strade che confluiscono in un’altra
stanza dell’appartenenza, precludendoci nuovamente la possibilità di scoprire noi stessi.
La tua vita in questa forma ha un tempo. Non sprecarlo! Vivi nella gioia; scopri e sperimenta
senza limiti da Uomo Originale Libero che non ripete gli schemi e naviga in un’espansione
costante e imprevedibile.
Illuminarsi è comunque solo un passaggio intermedio per addivenire un Uomo Originale Libero.
Swami (un vecchio amico maestro di yoga): “Non ho ben capito cosa intendi; tu affermi che essere
un Krishnamurti, per esempio, è solo un passaggio intermedio per arrivare alla liberazione?”
Io sorridendo: “Anatema! Ti dico cosa ci narrò l’essenza dell’Uomo Originale Libero a tal
proposito.”
L’Essenza dell’Uomo Originale Libero disse :”Esistono sparsi per il mondo tanti Uomini Originali
Liberi che hanno vissuto il percorso in modo puramente istintuale. Essi non sentono il bisogni di
raccontare la loro storia e le motivazioni che li hanno spinti a liberarsi: vivono esclusivamente la
loro essenza in quanto tali.”
Io: “Te lo dico a modo mio: ho conosciuto un ex fotografo milanese, a Sifnos, nelle Cicladi. Un
giorno discontinuò, vendette tutto e partì alla volta della bellezza, della vita e della natura. Viveva
su una spiaggia stupenda. Punto! Eppure non aveva la più pallida idea, sul piano mentale, di cosa
fosse il sé, un percorso di liberazione, i principi dell’Attrazione, o la discontinuità inconscia. Io
invece da quando ero piccolo sentivo il desiderio di un mondo migliore, ma capisco che questo è
un mio limite. La stessa mia malattia l’aveva Krishnamurti, ma lui non ne era neanche
consapevole. Allora: in una scala da uno a dieci sulla liberazione, il fotografo sta a otto, io a
cinque e Krishnamurti a quattro; ma solo perché io sono consapevole del mio limite, mentre
Krishnamurti non lo era. Pensa a una cosa: se in tutti gli scritti di un illuminato si parla di vivere
e basta, di libertà e basta, di essere centrati su di sé e basta, mi spieghi perché hanno passato la
propria vita a dirlo agli altri, invece di vivere? E guarda che io dico: meno male che quegli
illuminati avevano questo limite, perché così ci hanno lasciato cose bellissime; spunti e verità
fondamentali. Ma mi è anche chiaro che è impossibile ipotizzare un Uomo Originale Libero che
vive immerso nell’Attrazione Gaia, passare il suo tempo a scrivere questo libro, o ad andare in
giro a parlare agli altri sistematicamente di queste cose, perché chi è veramente “oltre” vive e
basta!”
Avrei capito solo molto più tardi che quando ci si Libera, col passare del tempo, si desidera vivere e
scambiare solo con altri Liberati e quindi, il desiderio di Liberare altri, in realtà, coincide con quello
di nutrirsi di energie Liberate e di Liberazione. Una volta compreso a fondo che le cellule-uomo sono
programmi che agiranno in ogni istante in funzione degli input provenienti dal programma m-s,
diventa impossibile e insano, persino ascoltarli per più di qualche minuto, visto che la massa delle
cellule-uomo vive in una vibrazione bassa e aliena, rispetto a quella dell’uomo Liberato e
dell’universo e cerca costantemente di portare tutto ciò che ha intorno, in quella vibrazione.
Se siete in un momento creativo o di analisi concettuale, in prima battuta, non attingete mai
dall’esterno: abbiate fiducia in voi!
L’Essenza dell’Uomo Originale Libero fu molto chiara e pratica nel descriverci i passi da compiere
durante il percorso, comprese le insidie e le metodologie di approccio alle varie tematiche. Essa ci
narrò:
<<Le intuizioni su come creare un percorso di Liberazione sicuro ed efficace, dovranno essere le
vostre.
Quando vi troverete in un momento creativo, quello in cui potreste trovare i tasselli mancanti, non
attingete mai dall’esterno, come in genere fanno le cellule-uomo, perché i metodi già consolidati
da altri interromperebbero il contatto con l’Uomo Originale Libero che è in voi e quindi con la
fonte.>>
Una indicazione, questa, estremamente chiara. D’altronde come avrebbe fatto un creativo a partorire
qualcosa di nuovo, se avesse attinto a ciò che già c’era? O se per generare il suo divenire, avesse
ripetuto gli schemi del suo passato?
L’arroganza di coloro per cui siamo tutti uguali e che dicono: Uguali si, ma gli altri non hanno
visto la luce
Altri dissero le stesse cose: “Perdonali perché non sanno quello che fanno.”
I vostri pensieri, le vostre emozioni, il vostro grado di illuminazione, vi stanno proiettando verso la
consapevolezza; così come l’Attrazione Gaia vi sta catapultando all’unisono in direzione della
libertà.
Libertà non è fare ciò che si vuole; tutti fanno sempre ciò che vogliono!
Libertà è fare ciò che vogliamo dopo aver abbandonato gli schemi; status sociale-materialismo del
superfluo e coppia, in primis.
Ivor a Reggio: “Ma perché vai sempre a mangiare dal Greco, er paninaro?”
L’avevo contagiato col dialetto romanaccio; gli risposi: “I panini sono ottimi e poi lì c’è gente
semplice, i loro schemi di matrice sono essenziali, mi sento più a mio agio. La differenza visiva di
quelli che loro immaginano essere i nostri differenti status, eviterà che mi si avvicinino, come
sempre accade, e così sarò nella serenità e nella meditazione.”
Ivor: “Ma c’è mai una motivazione normale nelle cose che fai?”
E io: “Per la banalità c’è sempre tempo. Ora ho da fare, ho da vivere, ho voglia di giocare.”
Gaia vi suggerisce di fuggire da tutte quelle situazioni che vi fanno immaginare, in prima battuta,
l’ampliamento della consapevolezza come un qualcosa di possibile da raggiungere solo in luoghi
idonei. Fuggite da ciò, se non volete cadere nell’ennesima trappola che vi costringerebbe a continue
ripetizioni e bagni caldi di auto motivazione. La vostra Liberazione deve nascere dalla rimodulazione
del vostro ambiente di vita attuale, o magari dal suo completo abbandono; il resto verrà da sé, col
tempo.
Al bar dei coatti, quelli di campagna, si ascoltano discorsi di taglio agricolo; le voci sono forti,
pastose; i temi: macchine agricole, il loro funzionamento, le peripezie per tamponare guasti e periodi
morti consequenziali, litigi vari e/o auspicabili, prostitute da acquistare di vario genere, l’importanza
della prestanza fallica nel sesso, ecc. Si prendono in giro in modo volgare ed estremo. Sono tutti
presi a guardarsi tra loro: visi normali, semi vivi, attenti; atteggiamenti presenti nella discussione del
momento. Di fondo i loro dialoghi hanno un tema, un modo di porsi standard con il quale esprimono:
“Sono qui: socializzo, ascolto, intervengo, condivido, appartengo a voi; il mondo ci è ostile, ma
noi ce la faremo. Soldati… alla pugna!”
Al bar del calcio i discorsi cambiano, ma il tema di fondo resta costante.
A quello di Confindustria, il più matriciaro e noioso, nei miei ricordi, i discorsi cambiano, ma il
tema di fondo resta lo stesso.
Mentre al bar degli spirituali il discorso cambia e anche il tema di fondo varia; loro dicono che
siamo tutti uguali e che, poverini, quelli degli altri bar non hanno avuto ancora la possibilità di
vedere la luce; ci penseranno loro a illuminarli; o magari lo farà il loro sé interiore. Poi, a una certa
ora, che varia da bar a bar, da stanza a stanza, tutti si alzano per andare a pranzo con le partner e/o gli
amici. Tutti in riga, per poi tornare alle cose di sempre con senso pratico. La matrice-vivente
scandisce il tempo e detta inesorabilmente il da farsi. Invece di sistemare la cinghia del trattore,
come consigliato da un amico del bar dei coatti, gli spirituali correranno alla Feltrinelli ad acquistare
quel nuovo libro, di cui proprio non si può fare a meno per evolversi.
C’è una costante storica in tutto ciò (per quanto ne sappia io): gli spirituali pensano di essere sempre
oltre; la loro velata e nascosta arroganza non ha limiti nel suo essere radicata e apparire come
inequivocabile segno distintivo. Il leitmotiv è: “siamo tutti uguali, è solo che loro, gli altri, non
conoscono la verità, così affogati dal sociale, dalla tv, dagli stereotipi, dalla cosiddetta civiltà:
hanno perso se stessi.”
L’Attrazione Gaia invece vi dice: “lontani dalle stanze dell’appartenenza a qualcosa o a qualcuno;
lontani da chi non ha l’energia interiore per non appartenere, ma si arroga il diritto di insegnare
e… lontani dal bar degli spirituali di qualsiasi provenienza se presuntuosi e arroganti.”
Chi veramente vuole accompagnare un umano verso la Liberazione, sempre che quell’umano la
voglia realmente, cede solo l’informazione madre, quella dell’esistenza delle due matrici e supporta
l’altro, attraverso le tecniche di liberazione e la sovrapposizione delle memorie genotipiche libere,
su quelle di m-s (MOI di m-s). Perché dopo la Liberazione non vi è più nulla verso cui elevarsi
spiritualmente, ma solo il vivere, conoscere, sperimentare, gioire e abbracciare la felicità.
Gaia e i principi dell’Attrazione sono già in voi, nella vostra individualità. Non date ascolto alle
emozioni prima di aver completato il percorso di liberazione dalla m-s; sarebbero le sue e non le
vostre. La vostra essenza è il centro dell’universo e il passo verso la Liberazione non può essere
fatto da altri che non siate voi stessi.
L’accelerazione della consapevolezza
Siamo sempre più addentrati nel percorso e abbiamo fissato i punti chiave della consapevolezza,
quindi adesso, in merito ad alcune tematiche, sarò molto sintetico, riportando frasi di Sally e
Almalibre Rebelde tratte dai loro appunti.
Se qualcuno che amate sta male, non prendetevela con chi vi è più vicino
Sally: <<Potrebbe apparire strano, ma in genere funziona proprio così, soprattutto se
intervengono alcune variabili standard.
La regola comunque è che quando qualcuno che amiamo sta male, o soffre per lungo tempo,
magari di una patologia irreversibile, perdiamo la capacità di agire nell’adesso-e-ora e quindi di
estraniarci dal prima e dal poi.
Per l’altro che soffre lo scenario nefasto diventa un chiodo fisso. I pensieri negativi ridondano e
ne creano altri; l’ostilità di un incerto futuro che si approssima e l’apparente impossibilità di
porvi rimedio caricano la mente di energia oscura, proiettandola in un vortice in cui, chi ci è
vicino, appare nel suo agire inadeguato e non allineato al congruo stato d’animo.
Così invece di apprezzare chi si prodiga per noi, lo sentiamo come colpevole di qualcosa:
disattento, superficiale, egoista. In realtà è come se in quei momenti vivessimo in un quadro
chiuso, dove tutta la realtà orbita intorno al nostro unico e ridondante pensiero.>>
Dare di più, o di meno; l’egoismo di un Uomo Originale libero, diviene amore verso gli altri.
Almalibre: <<…quindi un Uomo Originale Libero ha la mente sgombra dai ridondanti pensieri di
matrice; ama se stesso, la libertà, l’universo e la natura. Non ha aspettative improprie e vive fuori
dagli schemi. È un assoluto egoista, perché tutto ciò che fa, anche magari agire nella solidarietà
verso i popoli africani, gli dà gioia. L’uomo libero si nutre solo di bellezza, gioco e amore.
Potrebbe quindi mai generare verso altri qualcosa che non sia amore? O vorremmo forse
questuare sulle quantità di amore che dà, per misurarlo? Sarebbe ridicolo! Quale dovrebbe essere
il metro?>>
Essere belli dentro è la condizione indispensabile affinché l’Attrazione di Gaia ci abbracci nella
sua magia
Se vogliamo che i nostri desideri ci trasportino nella felicità, dobbiamo imparare a vivere nella
purezza dell’allineamento interiore e scrostare da noi, la bruttezza dell’inconsapevolezza.
Fintanto che non entreremo in questo stato di grazia, l’Attrazione in quanto fonte di felicità non potrà
funzionare.
Il nostro essere interiore che corrisponde alla nostra parte libera, ha piena consapevolezza di quanto
accade fuori di noi e il perché. Fintanto che non ci allineeremo a lui, cancellando il programma
celebrale che distorce la realtà, a vantaggio della matrice, Gaia non potrà trasportarci nella sua
dimensione di felicità, gioia e amore, a cui siamo destinati da esseri liberi.
Dobbiamo imparare ad avere il coraggio di essere belli, di spogliarci dall’abbrutimento che ha
contraddistinto la fase della nostra vita vissuta da cellule-uomo assimilate.
Essere belli significa anche allineare la nostra visione mentale del mondo, a quella che la nostra
essenza interiore già ha. E rifiutare e allontanare da noi tutte quelle tesi che ci trasportano nella
peggiore delle bruttezze, tanto più che ora sappiamo che il “male” non è nella natura umana, e che
tutto ciò che abbiamo etichettato così, proveniva da un agire, quello apparentemente umano, in realtà
dettato dagli input del programma cerebrale m-s, scrittoci dalla matrice nel cervello, sin dalla più
tenera infanzia.
Dobbiamo essere luce e bellezza e questo dono possono farcelo solo la consapevolezza e la verità.
La verità che spoglia e non costruisce è luce assoluta.
Come può la nostra anima ricongiungersi al nostro vero noi stessi se non ci laviamo nell’acqua pura
della verità, scrostandoci di dosso l’abbrutimento del non amore a cui siamo stati soggetti?
Laviamoci dalle bruttezze interiori.
Farò degli esempi a casaccio sulla bruttezza interiore:
- Essere cattolici: perché è un’organizzazione che accaparra le risorse che i donatori credono andare
ai bisognosi, decretando giornalmente la morte di almeno 30.000 bambini per fame. E perché è la
principale organizzazione che lotta per emarginare la donna.
- Aderire alle tesi che ciascuno, prima di rinascere, scelga volontariamente la propria nuova vita;
perché questa è un’invenzione del sistema, finalizzata alla non dispersione delle risorse per
solidarietà verso altri, e per giustificare lo sfruttamento impietoso dei popoli inermi.
- Far nostre le idee, di chi dice che le risorse sono illimitate, perché è un altro mezzo per giustificare
l’iniquità tra gli uomini.
- Considerare giusto che vi possa essere chi guadagna un milione di euro al mese, e chi
trecentocinquanta (capitalismo estremo).
- Credere che parlare di iniquità nazionale e coltivare rabbia, significhi essere portavoce di giustizia
e amore; perché siamo figli di Gaia, e non di uno Stato o di un paese. La visione deve essere globale
e non localizzata.
- Parlare di realtà materiale soggettiva, e che siamo sempre noi a crearla (filoni di pseudo
quantistica, piegata ai bisogni di formatori da quattro soldi). Perché anche questa è un’idea che serve
a giustificare il “male” che produce il sistema e far sentire le cellule-assimilate totalmente
irresponsabili verso se stesse e di riflesso verso gli altri. Gli africani non desiderano essere sfruttati;
sono altri a determinare ciò.
- Far nostra l’idea che anche se si fa qualcosa che danneggia gli altri, comunque l’avrebbe fatta
qualcun altro. Perché magari nel frattempo la facciamo noi, e così la nostra parte libera che è amore
puro, ci disprezza profondamente. E potrebbe addirittura portarci all’autodistruzione pur di liberarsi
della parte assimilata. La stessa cosa può accadere quando sacrifichiamo la nostra parte libera che
spinge verso il cambiamento.
Questi sono solo alcuni esempi di cose che il vostro essere interiore, la vostra parte libera, già sa.
Ciò non significa che dobbiamo farci portavoce di alcunché, né che la nostra vita deve essere
pianificata in funzione della conoscenza. Ma fintanto che ciascuno di noi nella sua individualità, non
si sarà lavato di tanta bruttezza, nulla di ciò che il nostro essere interiore desidera si concretizzerà
mai, perché il pensiero dominante verrà sempre da quella potente bruttezza interiore che domina la
personalità.
Concentra sempre tutte le energie su te stesso; ma ricorda che sei anche amore universale, non
menzogna!
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo. Un pianeta migliore è un sogno che inizia
a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare sé stesso. – Gandhi.
Chi vuol muovere il mondo prima muova se stesso. – Socrate
Ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Ora sono saggio e sto cambiando me stesso. - Dalai
Lama
Ciascuno cambi se stesso per cambiare il mondo. - Jiddu Krishnamurti
Sull’amore universale e la coppia
Le relazioni
Le relazioni sono una delle sfere più importanti della vita e risultano molto difficili da gestire
soprattutto nella prima fase dell’esistenza, quella in cui la sessualità è intensa e selvaggia; come se
l’espressione dell’energia sessuale fosse un qualcosa di esterno a noi stessi, come il programma-
schiavizzante vuole che sia. Difatti la m-v inculcando falsi modelli ci porta a modificarci
fisiologicamente, a credere che il sesso sia una determinata cosa e a viverlo in quello specifico
modo; e ciò spinge fortemente a creare la coppia se ci si senti appagati, e quindi, a figliare. I modelli
operativi cerebrali, scoperti grazie alla psicologia sperimentale e alle neuroscienze, risultano quindi
già scritti nella m-s delle singole cellule-uomo, molto prima che si attui lo scenario pre instillato.
Poi… messo il treno in corsa sul binario, la locomotiva (il modello operativo pre instillato), non fa
altro che trasportarci, in quanto vagoni, dove il programma dice che bisogna andare. Troppo distratti,
tra orgasmi, falsi obiettivi e la ricerca della perfezione, non abbiamo il tempo di ascoltarci.
Nel primo arco di vita i pensieri di Liberazione sono maggiormente offuscati dalle illusioni scritte
nella m-s. Sarebbe veramente difficile, in gioventù, discernere su questo tema, visto che in genere si
nasce proprio nell’ambito di una coppia – madre e padre – e si finisce quindi per considerare
scontato lo schema stesso.
Inoltre vi sono due variabili che si verificano di frequente che sommate a quanto detto prima
rafforzano nella mente di ciascuno il pensiero che l’amore e la coppia siano la medesima cosa.
La prima si verifica quando la disarmonia tra i genitori porta a schierarsi per uno dei due e a pensare
che la colpa del malessere sia dovuta all’inadeguatezza dell’altro; ciò porta di riflesso, quasi
sempre, a immaginare la propria futura coppia perfetta. La seconda variabile si verifica durante e
dopo la fase di separazione dei genitori, a cui spesso segue, oltre alla sopraggiunta mancanza di un
quotidiano normale, una sorta di disagio sociale, in cui ci si sente vittime di una sinistra atipicità. I
casi e le variabili sono tante, ma comunque tendono tutte a rafforzare lo schema.
L’imprintig di m-s del meccanismo di coppia porta, dopo il completamento del processo di
assimilazione, a immaginare che quando ci si innamorerà la coppia sarà la cosa giusta e inevitabile
da fare e che sarà apportatrice di gioia e felicità nella vita sentimentale.
Nel primo periodo dell’esistenza il relazionarsi con l’altro sesso, nell’ambito di una coppia, è perciò
più che scontato, poiché oltre agli input provenienti dall’ambiente familiare si vanno a sommare tutti
i modelli che ci vengono somministrati dalla consuetudine, attraverso i conoscenti, gli amici, la TV, i
film, i fumetti, la storia, la letteratura e le canzoni. Insomma: una pressione sistemica ed energetica di
tale potenza da riuscire a bloccare persino i pensieri che potrebbero andare a cercare ipotesi e
scenari alternativi e che a volte, se presenti, sfociano, in particolare nelle donne, in percezione di
inadeguatezza e sensi di colpa – ciò a causa della tipologia di programma m-s a loro instillato.
Nell’interazione con l’altro sesso si esprimono sentimenti, gioco, espansione, pulsioni, amore,
amicizia, utilità, condivisione e molti altri aspetti della nostra essenza. D'altronde è proprio dal
desiderio genetico di relazionarsi che la m-v ha preso vita ed è quindi su questo che essa si esprime
in modo più intransigente.
Difatti è un particolare tipo di rapporto, quello che porta alla procreazione, a consentire alla m-v di
garantirsi l'autoconservazione e lo sviluppo, attraverso i suoi schiavi assimilati: portatori, attuatori e
sviluppatori della sua esistenza.
Svelare la matrice in questo ambito è un lavoro complesso, che non può prescindere da una visione
chiara di ciò che potrebbe esserci una volta usciti dagli schemi. Ciò per evitare, ovviamente, che a
ogni senso di vuoto, che di certo percepiremo una volta rimossa la m-s, non si sostituisca
nell’immediato la sua mancanza. Mancanza che a sua volta, come già visto, richiamerebbe un altro
ingresso in coppia.
Facendo riferimento al discorso sulle stanze dell’appartenenza è naturale, per un Uomo Originale
Libero, crearsi una rete di relazioni che nutrano e generino sentimenti, gioco, conoscenza e
condivisione. Nella libertà, fermo restando la rimozione della m-s, il percorso diviene poi
estremamente soggettivo. La realtà è oggettiva nella libertà, ma non per quanto inerente ai sensi e ai
tempi di risposta individuali.
Io, per esempio, propendo verso persone con cui condividere affinità interiori, sentimenti di vario
genere, gioco, pulsioni e conoscenza, con la variante predominante del senso di amicizia e/o
complicità, che è anche un motore importante nelle mie pulsioni sessuali. E vi renderete conto, alla
fine del percorso, che ciò accomuna tutti i Liberati, come se essi già si amassero a priori. Ma come
dicevo, da un certo punto in poi, le strade saranno personali. Sperimentare, provare e cercare, è una
nostra prerogativa e quindi tutto è sempre in mutamento nell’adesso-e-ora.
È giunto il momento nell’ambito del percorso, di affrontare la m-s in uno dei suoi aspetti più cattivi:
quello delle relazioni; infatti è proprio in questa fase del percorso che in genere si corre il rischio di
cadere a causa della discontinuità regressiva inconscia.
Ma non va dimenticato che l’abbandono dello schema di coppia non è necessario per il Risveglio,
bensì per la fase successiva, il Grande Salto: quando e se vi andrà di farlo. Quello che invece è di
fondamentale importanza ora, è capire la provenienza e la funzione del sistema di coppia e perché
esso è totalmente alieno dalla natura umana.
In questo ambito il conflitto interno tra il vostro Gradiente di libertà sensibile e la m-s diventa
risolutivo, per quanto incerti ne siano i risultati. Sì, incerti: ma è anche vero che l’Attrazione Gaia vi
ha spinto fin qui, mentre cercavate la verità e quindi la libertà, e quindi confidate nel suo supporto-
guida.
Anche Freud diceva che la maggioranza delle motivazioni umane sono legate al sesso, ed è quindi
consequenziale che in quest’area della vita la m-v si è strutturata maggiormente, al fine di controllare
le sue cellule, imponendogli schemi e varianti estremamente rigidi. Perché la m-v ha bisogno che i
suoi portatori di vita procreino, per continuare ad esistere e che poi sostengano materialmente la
prole, nella lunghissima fase di addestramento e di acculturamento. Non ha importanza che siate
monogami, scambisti o bisessuali; che abbiate vite parallele o siate appassionati di sadomaso, film
hard e altro, il senso ultimo rimane invariato.
Qui, prendere le misure con la m-s, è realmente difficile; quindi diamoci una mano a vicenda!
Direi a questo punto, se parlassi con degli amici: <<Ricordatevi che vi conosco, non siete mai stati
indifferenti a questo aspetto, anzi. Rammento la quantità dei vostri discorsi sulle relazioni
passate, sul sesso, sul rapporto uomo-donna e anche di quanto, in molti casi, ciò vi abbia distolto
dal cercare la vostra vita, concentrati come eravate sulla relazione del momento.>>
Che ne dite di partire da quelli che si chiamavano: matrimoni combinati? Ossia tutte le coppie create
negli ultimi 4.000 anni, escluso un breve, ultimo periodo, nei paesi così detti occidentali, in cui si è
parlato massivamente della necessità che vi fosse anche l’amore nella coppia, e solo dopo il 1968?
Oppure preferite l’approccio fisiologico, quello secondo cui proviamo attrazione per procreare? Mi
riferisco alla cosiddetta “chimica” dell’attrazione. Insomma: da dove possiamo partire per evitare
che la vostra m-s mi cassi, mi cestini, mi sopprima?
Direi meglio il primo; quello fisiologico consentirebbe alla m-s di sollevare elementi di sdegno;
direbbe: “Dove sarebbero allora i sentimenti? L’uomo non può essere ridotto a livello animale!” e
altre amenità speculari.
Cara m-v, ti conosco, ti sento, ti vedo, ti annuso: come tutti gli Uomini Originali Liberi possono
fare.
L’analisi storica dello schema di coppia non può non prescindere da una visione globale del suo
radicamento nel nostro pianeta, della cui popolazione gli abitanti dei paesi occidentali
rappresentano solo un decimo. Questo perché il condizionamento dei media che hanno quasi sempre
il focus sull’occidente, porta a una visione dell’umanità estremamente limitata. È quindi necessario
ricordare che nell’ambito della matrice dominante, già solo i cittadini di India e Cina, rappresentano
la metà di tutti gli abitanti della Terra, e che si parla in occidente di libertà della coppia solo da
pochi decenni, mentre precedentemente non era prevista neanche una frequentazione intima, pre
matrimoniale, tra i due attori che formano lo start-up del nucleo familiare.
Tornando ai matrimoni combinati, ossia a quelli che non prevedono una conoscenza approfondita
prima dell’unione, o la pratica del sesso, è storicamente oggettivo affermare che gelosia e
possessività erano e sono sentimenti molto radicati. In alcuni paesi arabi l’adulterio prevede come
pena la lapidazione; così come in senso ironico è d’uso dire sulla gelosia, in Italia: “Ma sei un
siciliano?” Di certo nell’immaginario collettivo italiano, questi sentimenti sono più sentiti nel
meridione. Perché? Rammento che solo pochi decenni fa, in Italia, fu eliminato dall’elenco delle
motivazioni degli omicidi quello cosiddetto “passionale” che dava diritto – nel caso in cui il crimine
fosse stato commesso da un uomo nei confronti di una donna – a un forte sconto sulla pena detentiva o
addirittura alla non carcerazione.
Sarà quindi vero che valori, principi e sentimenti, variano inconsciamente a seconda delle
circostanze e dei tempi, come ci suggeriscono i meccanismi che sono alla base della discontinuità
opportunistica inconscia?
Si potrebbe obiettare che civiltà significa anche libertà e che quindi l’evoluzione del sistema di
coppia, nel costume e nel diritto, sia motivato dalla necessità di elevare la libertà individuale e che
di conseguenza i sentimenti di gelosia e possessività vanno repressi, per quanto di certo siano
naturali nell’uomo. Niente di più errato.
Avevo circa diciotto anni, era una serata come tante e passeggiavo nel corso di Agropoli, paese del
sud, tranquillo ma vitale, come lo sono i luoghi turistici e di mare. Vidi in lontananza Rossana in
compagnia di una donna. C’era un bellissimo rapporto di amicizia con lei, passavamo molto tempo
insieme… in giro a non far nulla. All’epoca l’avrei definita una persona profonda e leggera, con cui
giocare, scambiare opinioni e consapevolezza. Insomma, il mio target di amica. La raggiunsi e mi
presentò Sandra, una sua amica sulla trentina, sguardo di chi ha il senso di sé, un bel corpo, non era
di Agropoli. Scambiammo qualche parola e dopo un po’ ci trovammo a casa sua, Rossana se ne andò
e restammo soli; bevemmo qualche drink e avvertii una certa voglia. Mi sembrò che la cosa fosse
reciproca, così entrai in contatto fisico. La spinsi con delicatezza verso il muro, tra i sorrisi di
entrambi e le afferrai i capelli, da dietro.
Dal petting al letto: ci togliemmo velocemente i vestiti, tutto filava, fino a quando non misi la mano
sulle sue grandi labbra. Erano stranamente dure, callose: forse l’abitudine a vestire con jeans troppo
stretti? Non saprei, ma non era comunque ciò che mi aspettavo di trovare.
Le chiesi: <<Perché mi hai portato qui così in fretta? Neanche ci conoscevamo, a parte l’amica in
comune.>>
Sandra mi rispose: <<Volevo il più bel ragazzo del corso.>>
Io pensai: “Una tipa decisa…eppure il corso era pieno di gente! Me lo avrà detto così per dire e
poi non mi “diceva” essere apprezzato solo per il lato fisico.” Non so, ma scattò qualcosa che non
dovette piacermi; credo quelle grandi labbra callose… sono delicato io. Rallentai e forse fu un po’
per quello, un po’ per i drink, mi girai e sprofondai nel sonno. Suppongo a posteriori che lei pensò si
trattasse del tasso alcolico, ma non era così; in ogni caso se la prese.
La mattina in un risveglio confuso, steso sul letto, la vidi aprire la porta a due passi da me. Entrò un
tizio col codino.
Lei disse: <<Ti sei svegliato? Lui è Clod, il mio compagno.>>
E io, dopo alcuni attimi di silenzio: <<Ciao Clod, sono un po’ frastornato dalla serata alcolica.
Ora mi sveglio sul serio e magari vi raggiungo.>>
Una situazione insolita, ma pensai: “Belli: tipi alternativi, liberi.”
Oggi direi che erano ancora lontani dalla vera libertà, dove non esiste l’utilizzo del termine “mio”; la
loro era una variante di schema, quella che si portava allora in alcuni ambienti; la coppia libera, ma
pur sempre coppia. Con Clod, grande musicista, diversi anni dopo divenimmo amici; casa sua era un
porto di mare, frequentata da bella gente che viveva tra musica e trasgressione.
Certo quella era una variante di schema, ma cento volte migliore dello standard sotto il profilo della
libertà individuale. Se attualmente la volessimo mettere puramente sul piano sessuale, gli scambisti
sono andati molto oltre, per quanto siano anch’essi coppie. Un tempo li disprezzavo; o meglio li
disprezzava la mia m-s attraverso me, ora invece provo una grande simpatia per loro. Gli scambisti
sono sì, nella matrice, ma almeno risparmiano le energie del vivere le esistenze parallele, tipiche di
molte coppie; hanno inoltre una grande varietà di scelta e appagano le emozioni visive nel vedere il
partner far sesso con altri: insomma ottimizzano le dinamiche di coppia e la m-v ne guadagna in
funzionalità.
Altro flash, intorno ai vent'anni, allo U'Sghiz, un locale caratteristico di legno e pietra viva, un punto
di incontro a picco sul mare. Ero con Monia: amica, amante e complice, da tempo; poco dopo si
aggiunsero Stefania e Gianluca, e poi Satì, Ivo e altri; bella gente e belle ragazze: intelligenti, aperte,
trasgressive, libere.
Niente di strano nel gruppo che si era formato, se non per il fatto che avevo una relazione con tutte e
tre; Stefania a sua volta si relazionava molto con un tizio di Napoli e Ivo era il fidanzato in seconda
prova di Satì.
Tutto trasparente; tutti sapevano tutto, nella libertà. Erano proprio belle, tra le più belle anche sul
piano interiore, quello che mi prende di più; così sembrava almeno. Buon per me.
Oggi l’Attrazione direbbe: “Desideravi quelle donne e quello stile di vita. Non avevi pensieri di
altro genere e consideravi ovvio avere ciò. O meglio: il “te stesso” che i tuoi pensieri avevano
generato, divenne un polo energetico in perfetto allineamento interiore, e quindi le persone e le
circostanze a esso affini ne provarono attrazione.”
Si viveva così, nella libertà e nel senso di cosa essa rappresentasse. A posteriori, credo che verso di
me vi fosse una sorta di particolare attrazione legata al mio stile di vita, ma non saprei dirlo; di certo
l’Attrazione mi portava ciò che volevo, semplicemente perché mi sembrava più che giusto averlo. In
quel periodo stavo tastando la potenziale valenza nella mia vita delle persone dell’altro sesso,
quanto esse potessero darmi e cos’erano i legami… lo scambio interiore, le emozioni, e anche come
rendere più vivo il gioco del sesso. So che gli stessi amici, cosiddetti amici, mi criticavano
confidenzialmente con le amiche, dicendo cose del tipo: <<Una ragazza così bella come te, con
tutti che ti vengono dietro, e lui che fa così, il “libero a tutti i costi>>. Altro che liberi gli amici;
infatuati e invidiosi, alcuni.
Un giorno Frank, una caro compagno di giochi, poeta simbolista, mi portò una rosa e mi disse:
<<Stasera ho fatto l’amore con Mary!>> Eravamo allo Shanana, il locale fondato da Mimmo,
ritrovo degli spirituali locali e non: poeti, scrittori, arancioni (i seguaci di Osho), luminosi, musicisti,
ecc. Io perplesso: <<E la rosa? Cosa vuoi trasmettermi, la tua parte intermedia? Quella tra
libertà e conformismo… senso di colpa? Guarda che non mi hai tolto niente.>> Lo guardai, sorrisi
e presi la rosa. Ci mettemmo a parlare del più e del meno. Avevo le gambe accavallate ma non
serrate, così potetti poggiare il fondo della bottiglia di birra, che stavo sorseggiando, sul ginocchio, e
continuai a dialogare con lui. Sapevo che il suo sguardo sarebbe andato fisso sulla bottiglia. Quella
posizione non è usuale; gli equilibri precari rendono molto nervosa la m-s e così mi disse: <<Puoi
togliere quella birra da li?>> Io sorridendo: <<Perché? È una posizione comodissima.>> Sfiorai
la bottiglia e gli feci notare quanto, a differenza dell’apparenza, fosse stabile in quella posizione;
perché il fondo cavo poggiava sulla convessità del ginocchio; dissi: <<Vedi, ci caschiamo sempre.
Tutto ciò che è atipico, fuori dallo schema, ci innervosisce, ci fa ipotizzare che qualcosa non va’;
per quello mi hai portato la rosa. Sei tu che hai fatto l’amore con Mary… e io che c’entro? Ti è
piaciuto?>> Sorridemmo entrambi e continuammo a parlare.
La notte dopo ero a casa di Stefania a Napoli, lei doveva vedersi con Luca; disse sorridendo:
<<Resto fuori stanotte, da Luca. Ha detto che quando passi da Mezzocannone deve farti
sparare.>> Sorrisi. Stefania era bellissima e di una consapevolezza interiore fuori dal comune, mi
accendeva molto, con la sua sensualità; le risposi: <<Sono stanco, resto a dormire qui, ci vediamo
domani. Ciao, e divertiti.>> Lei uscì, mi girai sul lato e mi addormentai. L’indomani grande pranzo
da Bellini con linguine di mare al cartoccio; era una consuetudine tra me, Gianluca, Stefania, Tiziana
e Raffi, il giorno dell’assegno che arrivava a Gianluca da Milano, tutti a far festa. La gente diceva,
pensava, criticava, ma a noi non interessava minimamente. Già… “la gente dice”.
Dieci anni dopo, un tipo mi disse: “Ma eri tu quello che era fidanzato in casa, con quelle tre?”
Eh sì, quelle tre non passavano inosservate, e al coatto sarebbe mai potuto venire in mente che vi
fosse un modo di vivere alternativo al fidanzamento, alla coppia, al nascondere? Che ci potesse
essere amore, sesso e amicizia, fuori dal possesso? È bellissimo e pieno di gioia vivere relazioni
così profonde, dove tutto è l’espressione di sé; senza gabbie, senza nulla da nascondere o reprimere,
espressione ed espansione nell’assoluta verità dell’esistere. Poi una sera sentii il freddo di una canna
di pistola dietro la nuca; una brutta sensazione. Erano i fratelli di una delle mie amiche, incazzati
neri. Il mio stile di vita, troppo fuori dagli schemi, dava adito alle ipotesi più impossibili.
Pensavano: “Avrà questo giro, intorno a sé per la droga?” E dire che sono intollerante alle droghe;
tre tiri di canna mi mandavano in tilt fisico. Fu cosi che vidi il vero volto della matrice-vivente.
Avevo bucato lo spazio tempo costringendola a intervenire; era lì per mettere tutto in ordine, per
ricordare a tutti gli attori, attivi e passivi, che al comando c’era lei e le sue regole andavano
rispettate. Non vado oltre, su ciò che seguì, in quanto non è rilevante in questo discorso e per il
nostro percorso; mi limiterò a dire che si attivò un vortice di pensieri negativi e ridondanti nella mia
mente, e l’Attrazione cominciò a fare il suo lavoro.
Seguirono anni diversi, meno gioiosi.
Non cambiai stile di vita, ma capii che, al di là che si trattasse di relazioni o altro, qualcosa era
entrata, e forse sarebbe potuta entrare nuovamente, nella mia sfera, in modo prepotente e violento, e
all’epoca non avevo ancora una visione chiara della m-v in quanto forma di vita, né la
consapevolezza sufficiente a farmela percepire come un corpo estraneo, ma da controllare. Ero fermo
anch’io al concetto che il “sociale” è espressione degli individui, e in particolare dei padroni.
Credevo che il mondo dovesse cambiare in toto; ero lontanissimo dalla consapevolezza conscia che
il cambiamento deve e può essere solo individuale, per quanto era proprio ciò che avevo fatto
inconsapevolmente.
Spesso la liberazione del singolo uomo avviene per istinto, come dovrebbe essere giusto che sia, ma
di contralto, la mancanza di una visione globale e mentale, rende tutto più fragile e attaccabile dalla
m-v che fa di tutto per riassorbirci.
Pensavo ingenuamente all’epoca che sarebbe bastato parlare con la gente di cos’era la libertà; ma
come per la politica, anche in questa sfera della vita non avevo visto qualcosa, non avevo inquadrato
la m-v come essere vivente, come soggetto che pensava e agiva autonomamente, utilizzando gli
strumenti di cui sono dotate le cellule-uomo e che la gente che avrei voluto convincere, non erano
essere umani, ma cellule di un’altra forma vivente; dei programmi.
In apparenza, fino a qui, i diversi scenari sembrano aprirsi solo a ipotesi legate a vari stili di vita
possibili, ma è solo perché sto procedendo per gradi. Post Liberazione, gli stili di vita possono
essere legati ai gusti personali, ai luoghi, ai tempi, ai sensi, ai modi, ma non alla libertà dagli schemi.
Libertà dagli schemi significa spogliarsi, non si tratta di un vestito nuovo.
Una domanda: ipotizzando che una relazione intensa duri un anno e ipotizzando che ne viviate cinque
in parallelo ogni anno, per quattro anni, quanti anni nell’ambito delle relazioni uomo-donna avrete
vissuto, rispetto al sistema classico di m-v? Venti anni contro quattro?
Mi chiederete allora dove sarebbe finita, così, l’intensità e la profondità tipiche di una relazione.
Forse vi riferite agli aspetti negativi, ai dettagli del quotidiano? Allo sforzo di costruire un rapporto
al meglio? Cioè a tutte quelle cose che l’Attrazione Gaia esclude a priori? Non c’è modo migliore di
costruire un rapporto che nella libertà; perché in quella dimensione non c’è nulla da costruire, è tutto
già lì. Nella libertà il tempo si dilata; si vive di più, non 80, ma almeno 800 anni.
Ne abbiamo già parlato, ma credo si palesi ancora un concetto che va oltre le relazioni, ossia che
vivendo fuori dalle stanze dell’appartenenza a persone, gruppi o idee specifiche e potendo far vivere
tutte le sfaccettature della propria personalità, nel mondo del fare, dell’amare e del sognare, lo
scorrere del tempo diventa oggettivamente diverso.
Durante questo percorso, ricordate sempre che il centro dell’universo siete voi; che nessuno è
indispensabile alla vostra vita se non voi stessi e che la gioia va condivisa solo se lo volete, se c’è e
se la sentite.
Pensieri apparentemente caotici, sì!
Perché dove c’è troppo ordine, prima di rimettere in piedi qualcosa, è necessario creare il caos. Il
caos è parte dell’amore. È l’aspetto precedente alla creazione. Ci hanno insegnato che l'universo è un
continuo passaggio tra caos e ordine; ma è così evidente che ciò è falso. Cos'è il caos e cosa l'ordine,
se siamo in un continuo divenire?
La liberazione sta nel generare il caos che viene dalla frantumazione dell'ordine innaturale
precedentemente creato dalla matrice per addestrarci a rimanere poi nell'immobilismo del nostro
ruolo. L'universo è libertà, una libertà in cui non c'è più la ricerca dell'ordine, di un nuovo
ordine... ma solo il divenire, nel flusso. Lì c’è la felicità, perché lì c’è la risonanza con l’energia
che permea l’universo vivente, di cui siamo parte, in una totale interconnessione. E’ nel fare
resistenza a ciò, nel creare ordine, come vuole la matrice, che si annida l’infelicità.
Ecco un altro pensiero: nei vostri ricordi relativi alle relazioni, ci saranno di certo persone che
hanno contato più di altre; ma, come converrete, ciò non significa che chi è stato meno importante non
avrebbe dovuto esistere. Riportando questo pensiero su un piano temporale piatto, cioè in assenza di
tempo, possiamo ipotizzare che a seconda della valenza di ciascun ex partner, avremmo desiderato
passare più o meno tempo con uno o l’altro? Detto in altri termini: ipotizzando che il meccanismo di
coppia non esista; come avremmo vissuto quelle relazioni se si fossero potute concentrate tutte, o in
parte, in un medesimo arco temporale?
Una sera con Jan a cena sul mare; lei disse sorridendo: <<Allora… vorrei incontrare un 9!>>
Si parlava del più e del meno e avevamo ipotizzato, per semplificare, una numerazione da 4 a 9 sulla
valenza delle varie “amicizie avanzate”, il nome che si dà alle amicizie intime dopo il Grande Salto
(il nome è stato partorito da un Uomo Originale Libero).
Le risposi: <<Non so se i 9 possano ancora esistere nella libertà. Ho l’impressione che senza il
fattore possesso e quello dell’univocità sessuale, che sembra alteri la percezione dell’altro sul
piano della sua valenza, i 9 non possano più esserci. Magari gli 8. Non saprei, ma non mi sembra
questo un elemento di grande importanza, anzi, alla romanaccia: che ce devo fa co' 'sto 9?
L’amore verso me stesso però è salito a 10. Forse era questa la lezione; se ti ami di più perdi
totalmente il bisogno degli altri, intesi come “compagnia” indispensabile e resta l’amore puro.>>
Jan: <<Ok! Ma io un 9 per un paio di mesi lo vorrei.>>
Io con un pizzico d’ironia: <<Tesoro caro e che ti devo dire? Per me ciò che conta è che nella
libertà i rapporti non possono morire; tutto si somma, niente si esclude. È una ricchezza, una
gioia, percepire la vita così, sento amore! Dei 9? Nun me ne po’ frega' de meno!>>
Ribadisco che è veramente difficile capire quanto il meccanismo della possessività che lo schema di
coppia fa vivere alle cellule-uomo, alteri la percezione della valenza di una determinata relazione;
difficile ma intuibile. Di certo l’univocità – o presunta tale – tipica dei rapporti di coppia classici, fa
sì che i pensieri siano concentrati prevalentemente sul partner, in quella sfera, e quindi, per effetto
dei meccanismi dell’Attrazione, quei pensieri generano altri pensieri ridondanti e così via. Insomma:
un effetto esponenziale, finché c’è passione. Le altre relazioni non si espandono per la chiusura a
priori; quelle del passato altrettanto, e muoiono, perché c’è la gelosia. Insomma: una gabbia le cui
sbarre divengono sempre più spesse.
Altri pensieri caotici: ero con Patrizia in un residence a Taormina. Al risveglio disse: <<Abbiamo
fatto casino stanotte; ora i vicini che mi hanno visto con Luca penseranno che io sono una zoccola
e tu un cornuto; io una cornuta e tu uno zoccolo.>> Io: <<Patti, che bordello mentale! Ma che te
ne importa di quello che pensano?>> Patti nel sesso aveva una sonorità fantastica. Passavo spesso
parte della mattinata a cercare di ricreare le sue note musicali, in particolare quella tra i denti, in
aspirazione, che libidine.
Anche qui la m-v si fa sentire con forza. È difficile per chi subisce il peso dei giudizi di m-s altrui,
vivere in modo libero le relazioni, ma ancora una volta ricordiamoci che la l’Attrazione Gaia ci
consente di sentire e vedere solo ciò che desideriamo. In effetti mai nessuno si permise nelle varie
circostanze di esprimere giudizi diretti; che poi l’abbia fatto con altre cellule-uomo assimilate, poco
importa. Passavamo a volte delle giornate bellissime insieme, di amore, amicizia, sesso, dialogo. Ma
dopo un po’, in tarda mattinata, lei mi diceva in genere: <<Questo periodo sono stata con tre
uomini… No, sto scherzando; comunque ricorda che non stiamo insieme.>> Che vibrazioni
negative sentivo così, all’improvviso! Se uno ti dice dopo un momento così piacevole “Non stiamo
insieme.” è perché probabilmente tende verso quello schema e quindi crea un’invisibile barriera con
l’altro, pensando che l’altro, magari, vorrebbe la coppia o sostituirsi a qualcun altro. Avrei voluto
dirle per l’ennesima volta che per me la coppia non esisteva più, che quello schema era ormai fuori
dalla mia vita, ma era inutile. Peccato pensai, non si rende conto della bellezza che per me è
scambiare amore con lei e di quanto poco mi importi di tutto ciò che non c’è nell’adesso-e-ora. Non
so, ma non credo si possa scambiare amore, amicizia, affetto con chi sta negli schemi o tende a
esserlo; le lingue sono diverse e poi… ha senso vivere i propri sentimenti con chi un giorno finirà in
una coppia e in qualche modo, per quanto legata a voi, scomparirà in tutto o in parte lasciandovi un
vuoto? Perché dico vuoto? Perché un Uomo Originale Libero vive i sentimenti con assoluta intensità,
non avendo schemi in cui contenerli. Ogni perdita entra nel suo immaginario come un evento assurdo
che non si sarebbe mai dovuto verificare, un lutto definitivo e inspiegabile, così come lo sono i
cambiamenti improvvisi che non possono aver avuto origine dal rapporto stesso.
Tra gli uomini Liberati, nelle relazioni, non vi possono essere litigi, tensioni, né altro di negativo;
dove per relazioni si intendono le connessioni in cui vi è un frequente scambio di emozioni, al di là
che vi sia o meno, una o più specifiche modalità di scambio. Perché già il mettere etichette
annichilirebbe la libertà, spostando lo spazio-tempo delle relazioni nell’ambito di quello di matrice.
Quando ci si abitua a vivere fuori dai parametri di m-v tutto ciò che sembrava logico prima diventa
come un’ombra a cui non far più caso; ma se fate entrare nuovamente la m-v in voi, attraverso una
cellula-uomo, cosa che può accadere in profondità solo nello scambio d’amore, saranno guai molto
seri. Perché entrereste inevitabilmente in una parziale risonanza, e la vostra parte libera tornerà nel
conflitto.
Altri ricordi frammentari: Festa per la chiusura del Cuba Libre, il mio ultimo locale; ero stanco di
creare e gestire locali, avevo voglia di partire. Mimmo mi aveva organizzato un addio a sorpresa.
Entrai in cucina e trovai due sue amiche in topless che ballavano. Aspettavano me: baci, tette e
abbracci; molto carino e dolce, ma non mi diceva nulla in quel momento. Mimmo sentì le mie
vibrazioni. C’era un gran bello scambio tra noi, nel dare e nel sentire. Disse sorridendo: <<D&D
Disco per chiudere, prima di partire per Los Angeles?>> Gli risposi mesto: <<Andiamo.>>
Ci saranno state quasi tremila persone al D&D; mi sedetti sul bordo fontana, un po’ più in alto della
pista, ma vicino al bar: avevo voglia di perdermi nell’alcol di qualche drink. Al centro pista c’era
una... Cos’era? Un ologramma? Vedevo un corpo vestito di lamé argentati e scintillanti che ballava.
Anzi, non ballava, era lei stessa la musica… la musica era lei e i suoni, un accessorio. Bellissima,
pensai. Intorno a lei, in pista, c’erano i proprietari e molte persone che gli facevano cerchio. Distolsi
lo sguardo, troppo complicato avvicinarla, e poi perché farlo? Non avevo voglia di nulla; era stata
un’emozione così, di passaggio.
La settimana dopo, a pochi giorni dalla partenza, Mimmo mi disse, tra sbadigli vari: <<Vieni anche
tu stasera, al D&D? Fanno la serata di chiusura stagione.>> Risposi: <<Boh, non penso. Non ho
voglia.>> Alla fine decisi di andare anche io al D&D quella sera. Stesso posto bordo fontana, e lei,
la sirena, era ancora lì, con le stesse persone intorno. Pensai: <<Ma abita lì? In pista?>> Mimmo
vide che la osservavo e disse: <<Sempre lei? Ma perché non ti avvicini?>> Ero a corrente
alternata, ponderavo: <<Un po’ ci vado e un po’ no.>> Gli dissi: <<Guarda che se vado poi
m’innamoro e non partiamo più insieme. Va a finire che ci vai da solo in America.>> “Che
buffonata ho sparato”, pensai. Ogni tanto era nel mio carattere giocare a fare il protagonista ipotetico
del tutto posso se voglio. Se avessi conosciuto all’epoca i principi dell’Attrazione, mi sarei preso un
po’ più sul serio, perché era proprio così. Lei era bellissima: era la musica, la leggerezza, la
sensualità non sessuale, ma sessuale al contempo, qualcosa di non fisico. Una nuvola di vapore che
danzava; una forma eterea con mezza discoteca appresso e i buttafuori in circolo intorno a lei. C’era
anche Ciro, il fratello del loro capo, che mi aveva salvato la vita dopo un incidente tempo addietro e
col quale avevo un ottimo legame. Mi venne un guizzo e mi dissi: “Andiamo, vediamo, ho voglia di
quella donna!” Grazie a Ciro riuscii a filtrare nel cerchio e mi trovai a ballare davanti a lei, a pochi
centimetri. Ci sorridemmo. Il mio desiderio, in quell’istante, era totalmente incentrato su di lei. Sentii
un impulso fortissimo ed incontrollabile. Coprii lo spazio che ci divideva in un attimo, così
velocemente che lei non riuscì a capire cosa stava accadendo; le cinsi la vita e la baciai. Che pazzia!
Mimmo alla fine partì da solo: ma mi sentivo sereno verso di lui, in fondo l’avevo avvisato.
Un giorno eravamo uno di fronte all’altro; anche lei molto libera, si parlava delle relazioni, ed
eravamo così presi...Presi? No, qualcosa in più. Lei disse con un pizzico di provocazione: <<Allora
che facciamo? Liberi, o stiamo solo io e te?>> In un attimo si accavallarono molti pensieri;
l’esperienza della violenza della m-v aveva scalfito la mia fede nella libertà e nell’amore oltre gli
schemi. Avrei voluto dirle: <<Liberi.>> e invece risposi: <<Io e te.>> e così rientrai nello schema;
ma solo molto tempo dopo. Sì, perché la passione che ci legò per diversi anni fu così intensa che lo
schema di coppia appariva più come un gioco che come un fatto, un’ombra estranea.
Anche una persona libera, di fronte all’ipotesi di poter perdere chi ama, può perdere la fede nella
libertà se ancora non è a conoscenza della scoperta della matrice-vivente e del programma
schiavizzante, perché non ha le basi per capire che la libertà non è evoluzione, ma semplicemente il
ritorno al punto zero, a ciò che l’uomo avrebbe dovuto essere dalla nascita. E non sapendo ciò, non
può neanche trasferirlo a chi ama. Viceversa nello scenario di vita che segue alla Liberazione il
sistema è molto semplice nel relazionarsi: si evita a priori di entrare in profondità, se non c’è
condivisione sull’amore universale. In tal modo si perde un’emozione, non l’amore.
Fintato che la m-v viene vissuta come un semplice ma ferreo sistema, necessario a organizzare la vita
degli individui nelle loro interazioni, come ipotizzato da diversi filoni di pensiero, caderci dentro è
più che facile.
Con Pata il tempo si fermò per anni, e il mondo intorno svanì da vari punti di vista.
Nel mio modo di vivere l’amore, ho distinto a posteriori quello per una donna, da quello per un’altra
persona. Hanno molti punti di contatto, ma il secondo è frutto, credo, di un maggior livello di
consapevolezza: quello che si raggiunge quando il senso di se stessi, quello del “resto” e del
“metafisico”, non ci fa più sentire la distinzione tra i sessi. Lì le anime possono incontrarsi in una
dimensione dove nulla è ricerca a priori, dove nessuno deve acchiappare l’altro.
Ricordai quella famosa frase di Almalibre che faceva raffronti sui diversi modi d’amare, molto
d’effetto: “Non ti amo per specchiare me stesso in te. Ma perché ti vedo, so che tu mi vedi, e ti
amo.”
Ora, creata un po’ di confusione e rimessi in discussione gli schemi, ribaltiamo il metodo e facciamo
un’ipotesi. Per semplicità torniamo indietro nel tempo di una cinquantina d’anni, perché in quel
periodo le varianti di m-v relative alla coppia erano numericamente inferiori. Cosa vedremmo nella
sfera dei rapporti uomo-donna, nell’occidente? Coppie, coppie e ancora coppie, tutti ordinati e
sistemati, in chiesa o al comune… coppie di fatto o meno che siano.
La scoperta della double-matrix, che svela gli schemi che la matrice-vivente ha selezionato nel
tempo, per fare evolvere il sistema e la sua funzionalità, ci dice che i sentimenti di gelosia e
possessività che scaturiscono nell’ambito di un rapporto di coppia non sono nella natura umana,
bensì sono generati dall’intenso pensiero-desiderio di mantenere uno schema che non ha alternative.
A fronte della consapevolezza che l’ingresso di un’altra persona nella vita del partner si evolverebbe
inevitabilmente in una nuova coppia, che per le sue dinamiche predefinite dal sistema-matrice,
escluderebbe chi viene dal “prima”, si accendono i pseudo sentimenti in oggetto, preventivamente.
Questo processo ripetitivo non viene innescato dall’ingresso in una coppia, ma scritto nella matrice-
schiavizzante, situata nel cervello umano, dalla matrice-vivente, durante il processo educativo. Esso
quindi alberga nella coscienza sin dall’infanzia. E in quanto modello operativo interno cerebrale
preesistente, attende solo l’evento innescante, per guidare il divenire. Come fosse un programma già
inserito in un Pc che attende solo il congruo scenario di vita, per auto attivarsi.
Finché si vive da schiavi della double-matrix, provare gelosia e possessività e manifestare entrambe
(almeno finché nel rapporto non si arriva alla piattezza dell’abitudine), è più che necessario, in
quanto crea quel necessario livello di tensione che aiuta a prevenire eventi nefasti per gli attori del
film. La m-v ha selezionato nel tempo vari meccanismi che spingono inconsapevolmente le sue
cellule al di fuori dell’area in cui vige l’amore universale incondizionato e quindi l’amore stesso
che, se condizionato, non è definibile in quanto amore. Le coppie umane vivono nel “non amore” e
nell’assoluta disconnessione con l’universo vivente; ben lontane dalla felicità che alberga in tutte le
forme di vita biologica, libere (escluse le altre pochissime forme di superorganismo eusociale, oltre
l’uomo, come api e formiche).
Andiamo oltre: esistendo esclusivamente lo schema di coppia selezionato dalla m-v, la nuova
persona deve sostituire in toto la precedente e, da lì in poi, non vi sarà più spazio per altri. La coppia
tra cellule-uomo è uno strumento fondamentale per la m-v; senza di essa la prole non avrebbe i mezzi
per essere educata e per frequentare tutte quelle scuole, nei decenni successivi alla nascita,
indispensabili per rendere la cellula utile al sistema.
La coppia è l’incubatrice riproduttiva degli strumenti che la m-v utilizza per esistere, ossia le
cellule-uomo. Che poi si procrei o meno, non ha alcuna valenza sul piano del giudizio. È questa una
variabile accidentale per la m-v; anzi, il non procreare in una coppia distoglie dal riflettere sullo
schema, dandolo per apparentemente scontato; quindi è un’eventualità rafforzativa.
E’ la consapevolezza che un’altra persona in ingresso nella vita del vostro ipotetico partner andrà a
riempire lo spazio che precedentemente occupavate voi, a determinare la nascita di ciò che
chiamiamo gelosia e possessività.
Da ciò è logico dedurre che l’azione dello schema di m-v, evolutosi per selezione naturale, debba
comportare una strutturazione preventiva delle dinamiche dello schema stesso, affinché si renda
desiderabile per le cellule-uomo e che quindi questi cosiddetti sentimenti –possesso e gelosia-
debbano essere alla base del rapporto di coppia, presenti ancor prima dell’inizio della relazione.
Una dimostrazione di ciò la trovate nelle tante persone che dichiarano di essere gelose e possessive,
ma che aggiungono: “Se la mia partner usasse il suo organo genitale, con altri, ne soffrirei tanto, ma
non la lascerei.” Direi che questa è la variante più moderna, della possessività sessuale. Quindi: se
ancora la nuova coppia non c'è, di cosa sono consapevoli, a priori, in merito ai loro pseudo
sentimenti? Come è possibile che li sentano, ancor prima che l’eventualità si verifichi?
Andiamo ora a visualizzare un altro tassello del quadro di m-v che sui grandi numeri è sconcertante,
per la pochezza che fa trasparire: e in questo le numerose chat Internet ci possono essere di grande
aiuto, per capire le sfumature degli attuali schemi di matrice. Difatti la velocità con cui ci si dichiara
in chat, non avendo il limite inibitorio di conoscenti o ambienti in comune, anche a fronte della
preselezione consentita dai dati dei profili individuali, permette di visualizzare ciò che segue in
modo veloce e nitido.
Come già detto in precedenza, se vi ponete in questa nuova ottica potete fare un esperimento molto
semplice e rapido per focalizzare appieno quello che stiamo dicendo. Interagendo nel modo giusto su
Internet, vi accorgerete che oltre il 99% degli interlocutori donna (il sesso più vessato culturalmente
dalla m-v), non sono interessati a voi direttamente, ma a voi in funzione della compatibilità col loro
schema di coppia (se glielo dite, vi diranno quasi sempre che non è così e senza mentire
volontariamente, perché l’azione è inconscia); ciò si verifica in tutte le persone che tendono alla
coppia. Riportato il tutto in termini di principi dell’Attrazione, sul piano causale, funziona così:
Attore/Attrice: Desidero creare una coppia -> La immagino in un certo modo e immagino il MIO
“lui” o la MIA “lei” di coppia, di un determinato tipo -> Mi serve quindi qualcuno che abbia i
parametri predefiniti idonei -> Desidero quindi quel tipo di persona, affinché possa farmi
compagnia nella mia agognata “scatola”.
Purtroppo per chi tende alla coppia ci sarà solo il turn-over di più persone in base alla pulsione
passionale, o la morte nell’abitudine con una sola; ma in ogni caso l’amore non lo si incontrerà mai.
Tornando alle dinamiche sistemiche: la cessazione del rapporto, evento inevitabile nel caso
dell’ingresso di un nuovo partner, va prevenuta e i sentimenti di gelosia e possessività, e la loro
coltivazione attiva, rappresentano gli strumenti atti a contrastare il potenziale evento.
Difatti se ci riflettete, in quest’ottica, gelosia e possessività non sono veri e propri sentimenti, ma
piuttosto strumenti che vivono nell’immaginario collettivo, ancora prima del rapporto; perché essi
“sono” il rapporto.
Il cancro che la m-v impone è la coppia, l’univocità.
Una domanda: siete certi che se non esistesse lo schema di coppia e quindi avendo la certezza che la
vostra relazione non cesserà, provereste quei sentimenti, diciamo limitanti? È questo il punto: è
plausibile pensare che i sentimenti d’amore, amicizia, affetto, siano a tempo determinato?
Piuttosto, una cosa è certa: questi sentimenti non sono a tempo se vissuti nella libertà, ma lo
divengono negli schemi; perché per quanto possano essere sentiti, nel divenire, vista l’impossibilità
di viverli con persone nuove e con quelle del passato, diverranno una eco lontana. L’universo è un
trasformarsi di forme in cui nulla si crea e nulla si distrugge; e questo vale anche per i sentimenti
vissuti nella libertà.
Potrei dirvi che per gli Uomini Originali Liberi che accendono relazioni con persone di pari libertà,
gli pseudo sentimenti di gelosia e possessività, dopo un breve periodo, non vengono più percepiti,
quando la persona che si ama incontra nuove o vecchie persone con cui scambia amore. Quel lasso di
tempo intermedio serve solo ad abituarsi al vivere fuori dallo schema, e a sentire la m-s degli altri
come un corpo estraneo, ma esistente.
Per poter abbracciare l’Attrazione Gaia, questo aspetto ha una enorme valenza.
Credo sia facile per tutti immaginare cosa potrebbe essere la vita di ciascuno nella libertà e come,
nella non libertà dallo schema di coppia, si finisca inevitabilmente per non esistere pienamente ma
bensì solo in versione parziale e solo all’inizio di una relazione, ossia finché c’è la grande passione.
Amate liberi, quando vi va. Non appartenete a nessuno e tantomeno ci sono degli stop alle vostre
passioni-pulsioni. Espandetevi sempre; non palesate ad altri la vostra appartenenza a
qualcuno o l’esistenza di una relazione al di sopra delle altre che esclude o limita il resto a priori.
Scambiatevi amore, affetto, dolcezza, amicizia, senza limiti predefiniti. Evitate le cellule-uomo non
libere nella profondità dei rapporti, se desiderate il vero contatto con l’universo e con l’amore.
Le paure sono all’origine di ciò che chiamiamo genericamente male, verso noi stessi e gli altri. È la
paura di perdere le persone che amiamo, in tutto o in parte, a generare, sin dall’inizio delle relazioni,
la coppia e i sentimenti di gelosia e possesso che possono preventivamente limitare la possibilità
che la perdita si verifichi.
Così lo schema protegge se stesso, ma al contempo bandisce il passato e il futuro, azzerando l’amore
che vivete con altri e facendolo divenire appunto, passato.
Gelosia, possesso e univocità sono strumenti, non sentimenti; sia che essi si manifestino in modo
attivo che palesato, o prospettico futuribile. Questi strumenti, creando potenziali sensi di colpa,
divengono appunto mezzi di controllo della m-v sulla coppia che dovrà poi generare ed educare, per
conto della m-v, altre cellule-uomo schiave. Stiamo parlando dei nostri figli; doniamogli la
consapevolezza e la libertà che porta all’amore, invece di catene e collari.
Per esempio: lui le dice: “Se mi tradissi soffrirei tantissimo, ma non ti direi nulla!”… e lei
risponde: ”E allora perché dovrei dirti di averlo fatto?” Ah sì… la sincerità! Un altro pseudo
sentimento che la m-v attiva a suo piacimento nella coppia, quando gli serve.
Lei: <<Tesoro: ti ho nascosto che per soddisfare il mio desiderio di dolci, ho mangiato due
tavolette di cioccolato.>> E lui: <<Allora tra noi è finita!>> Almeno questa è libertà fuori dagli
schemi; invece di questuare sempre sull’utilizzo che si fa del fallo o delle labbra, piccole o grandi
che siano.
Gelosia e possesso nascono dalla consapevolezza che tra uomini non liberi (uomini che quindi
attuano, o tendono ad attuare la coppia), una nuova persona in campo sentimentale sostituirà in toto o
quasi la precedente, eliminandola. Tra le cellule della m-v che vogliono sentirsi più “in”, può restare
una telefonata per gli auguri, un caffè, magari una cena: pochi spiccioli di matrice anch’essi e nulla
più. Chi vive negli schemi non può esistere, perché coppia, gelosia, possesso e univocità, non
vengono attivati dallo schema di m-v solo per controllare, ma anche per far sì che il singolo attore si
autocontrolli e rispetti lo scenario.
La coppia uccide l’amore universale e assorbe l’individuo nella sua componente più essenziale: dare
e ricevere amore senza limiti. Ricordate quanto detto in precedenza? “L’universo è amore,
espansione; tutto può essere amore e senza di esso, non c’è connessione possibile.”
L’amore può subire mille variazioni nel divenire, ma a seguito di una rottura della connessione
interiore, che ne è l’essenza, muore per sempre; perché l’amore è amore, e non può contemplare la
sua antitesi, il nulla. Il nulla è la morte dell’amore.
La perdita della fiducia nell’amore senza tempo e non condizionabile da eventi esterni agli attori,
genera la non possibilità di ritorno, perché identifica la non fiducia nell’altro attore. Le pulsioni del
momento non possono assurgere, per un uomo libero, a elemento di guida supremo del divenire. Che
senso avrebbe per un Uomo Originale Libero, in loro nome, distruggere l’amore? Gli amori a cui è
già legato e quelli nuovi ancora da vivere?
Magari guardandovi indietro vi direte: “Ma io lo detestavo ormai; quindi che c’entra tutto ciò?”
C’entra eccome: perché al di fuori dello schema non si può mai arrivare a questo. Nella libertà tutto
viene vissuto solo nei tempi e nei modi che ci danno gioia; risulta di conseguenza impossibile
giungere a quel livello di negatività.
La Chiave della consapevolezza relativa alla coppia ci dice che nel nostro anelare alla liberazione
dalla schiavitù, per andare poi verso l’amore universale, è la coppia lo scoglio principale da
superare; perché la matrice della coppia ci circonda, ci assedia.
Personalmente ho scelto di non scambiare più sentimenti profondi con persone che vivono quello
schema, per non venirne inquinato.
Lo schema della coppia è maledettamente invasivo e onnipresente, sia intorno a noi che nei media,
sulla carta stampata, nella pubblicità, nelle canzoni. Una di quelle parti della matrice da cui è più
complesso schermarsi durante il percorso individuale.
Ma come sempre, siate fiduciosi e certi della strada che avete intrapreso.
Attrarrete nella vostra esistenza le esperienze e le persone che desiderate, scoprendo che di Uomini
Originali Liberi ce ne sono più di quanti pensiate. Basta immaginarli, per incontrarli. E ricordate che
si sente attratto da noi, ciò che desideriamo. Ma finché non saremo liberi, finché le emozioni guida
non saranno le nostre, attrarremo sempre altri ologrammi di matrice e quando la nostra piccola parte
libera attrarrà ciò che desidera, la parte di matrice la riconoscerà e l’allontanerà.
Cos’è l’amore dopo la Liberazione?
Elementi scientifici che inquadrano la coppia in quanto patologia - Il fenomeno del Poliamore
Come sappiamo non è possibile far funzionare i principi dell’Attrazione senza un ottimale equilibrio
e allineamento interiore.
Oggi possiamo quindi dire con assoluta certezza scientifica che la tendenza a creare una coppia è una
patologia cronica dovuta alla necessità di strutturare una vita affettiva, in funzione dell’unica variante
scritta nel programma cerebrale m-s che governa il divenire delle cellule-uomo assimilate.
Come ci dimostrano gli svariati studi fatti sulla monogamia, tra i quali quelli di un gruppo di
scienziati del Karolinska Institute di Stoccolma, essa è assolutamente aliena dalla fisiologia umana e
al nostro genotipo. L’uomo, come d’altronde lo sono il 95% dei mammiferi, non è stato creato dalla
natura e da se stesso per essere monogamo e quindi, un’eventuale forzatura in tal senso, provoca
fortissimi squilibri che possono anche portare all’insorgenza del cancro. Ciò è scientificamente
dimostrato dall’incrocio di due fattori primari:
1. Genetica della poligamia: le rare specie monogame, come l’arvicola di montagna (topo di
montagna), lo sono perché dispongono di scarse quantità di ormoni vasopressina (la vasopressina
viene prodotta nell'ipotalamo ed ha funzioni di ormone e neurotrasmettitore), così scarse da generare
un livello di “attaccamento” tale, da costringerle alla monogamia. L’uomo viceversa, come la
stragrande maggioranza dei mammiferi, dispone di una sufficiente quantità dell’ormone che gli
consente di non arrivare a quei picchi di “attaccamento” tipici delle rare specie monogame. Questo
grazie a un gene coinvolto nella diffusione della vasopressina nell’organismo.
2. Meccanismi epigenetici: La forzatura culturale che subiscono gli uomini non liberi assimilati
dalla matrice che porta alla monogamia, crea fortissimi traumi e squilibri e influisce sui meccanismi
epigenetici (argomento già trattato in precedenza). Questa alterazione può incidere sulla sequenza
genetica necessaria alla produzione delle proteine e al loro differenziamento (i mattoncini delle
cellule) ed essere quindi fonte delle patologie più svariate.
Concludendo: oggi della patologia coppia conosciamo sia le cause che gli effetti e quindi possiamo
tranquillamente evitarla risparmiandoci le innumerevoli disfunzioni epigenetiche di cui è il principio
d’innesco. È quindi più che auspicabile che il fenomeno del Poliamore, analizzato anche dal famoso
sociologo francese Jacques Attali, si diffonda nel tessuto sociale in tempi rapidi, perché ciò darà
anche un maggiore impulso all’energia di Liberazione che si sta propagando su Gaia.
Sul piano delle relazioni il Poliamore, per quanto sia ancora una dimensione intermedia rispetto alla
Liberazione, riporta l’uomo in prossimità della sua dimensione naturale.
Anche Osho aveva focalizzato che la coppia è una delle forme più alte di perversione per quanto ciò
venga cercato di occultare dai sannyasin che comandano nella holding Osho International, ormai
divenuta uno strumento di business che nulla ha più a che fare col pensiero del maestro.
Un’organizzazione che ha stravolto il pensiero di Osho puntando a farlo divenire una religione. Lo
stesso vale per i sannyasin accoppiati che insegnano Osho, per loro ovviamente non è comodo che
quanto segue si sappia.
OSHO: "La poligamia è la natura, sia dell’uomo che della donna, perché la poligamia è
multidimensionale, è una libertà… Dobbiamo accettare la natura così com’è. Creare delle cose
innaturali vuol dire solo creare delle perversioni." Cit Osho - The New Dawn
Come ridurre le nostre aspettative e quelle delle persone con cui interagiamo, nei rapporti
interpersonali
Ancora una volta facciamoci una domanda: siamo certi che i livelli di energia si possano alzare,
come molti filoni di pensiero affermano, o si tratta solo di dislocare l’energia già esistente in
direzione di un superiore stadio vibrazionale invece di farla confluire nel contrasto tra parte libera e
parte di matrice?
Ad esempio, per azzerare totalmente le aspettative nei rapporti interpersonali, di punto in bianco,
bisognerebbe cambiare il nostro modus vivendi, lavorando in parallelo su due direttrici: quella di
cosa c’era prima dell’adesso-e-ora e quella di ciò che verrà dopo. In pratica dovremmo dire a chi ci
è vicino che non ci interessa più di mediare con terzi su quello che vogliamo nell’adesso, né di
pianificare a lungo termine il futuro e né di confrontare il tutto con quello che dicevamo nel passato.
Ossia portare tutto quello che ci è vicino nella dimensione nell’adesso-e-ora puro, allontanando il
resto.
prima < ------- adesso-e-ora ------- > poi
Ma questo comporterebbe uno sforzo energetico enorme, con risultati incerti e forse traumatici. Se ci
si sente di farlo, ben venga, ma possiamo anche optare per una soluzione alternativa.
Potremmo seguire un’altra strada, meno radicale ma utile a salvaguardare il nostro equilibrio
energetico: sarà sufficiente evitare in tutto ciò che è nuovo, di attivare a priori lo schema di m-s che
porta ad avere e concedere aspettative. Questo creerà un surplus di energia che da solo andrà poi a
modificare ciò che c'era nel prima della nostra vita.
In apparenza quanto sopra è un po' astratto, ma solo perché è estremamente semplice. Detto in altre
parole, il non avere aspettative porta in un lasso di tempo molto limitato a cominciare a percepire
con forza la propria parte libera. Questo porta al cambiamento e moltiplica le nostre energie, perché
recuperiamo quelle che venivano precedentemente utilizzate per mediare e farci spostare nei luoghi
immaginari in cui le aspettative prosperano: ossia il futuro, visto in relazione del passato. Ad es, la
frase: “Ma tu avevi detto che…”, mette in correlazione futuro e passato; ossia ciò che ci si aspetta
da noi (futuro), in relazione a quello che immaginavamo voler fare in precedenza (passato). Basterà
rispondere: “Vero, ma ora sono cambiata/o”, per posizionarci nell’adesso, evitando di dover creare
un nuovo quadro di riferimento.
Usando questo metodo meno doloro, anche quando interagiremo con le persone che vengono dal
passato, senza alcuno sforzo, il nostro rinato essere interiore farà tutto da sé, plasmando il presente.
In tal modo non dovremo far altro che immaginare e vivere i nuovi rapporti senza avere aspettative su
altri, né consentirle su di noi. Parliamo del meccanismo che in questo libro viene denominato
“discontinuità conscia pilotata”.
Non create scudi, fate piuttosto spaventare la m-s degli assimilati risvegliando il loro amore per
voi
Non create scudi, snaturerebbero la vostra natura libera, ma chiudete piuttosto in una gabbia la
m-v, attraverso la recinzioni energetica degli assimilati che vi circondano.
Tratto dagli appunti di Marlon.
Mi era capitato in quei giorni di trovarmi nuovamente ad approfondire le tematiche relative alla
protezione dagli assimilati e dai richiami di matrice, ma era intervenuto un nuovo elemento che aveva
catturato la mia attenzione. Sentivo infatti intorno all’uovo energetico di Roberta una spessa pellicola
protettiva che le creava perturbazioni energetiche nei flussi in ingresso e in uscita.
La cosa non quadrava, perché Roberta aveva un forte potenziale energetico che si percepiva
nettamente da molte angolazioni, non ultime, quelle del suo rapporto con i cristalli, le pietre e i
bambini. Anche il suo atteggiamento maschile, nell’impatto visivo, per quanto affascinante, cozzava
con la dolcezza di fondo della sub vibrazione che emanava. Mi consultai con Angelo e Antonella su
vari segnali che mi arrivavano tra la sua nuca e la sua pelle, e focalizzai un nuovo aspetto degli
scudi, che fino ad allora mi era sfuggito, quello della perturbazione. Mi resi conto che gli scudi
finivano inevitabilmente per alterare le vibrazioni percettive positive, per quanto invece fossero stati
creati al solo scopo di rendere chi li indossava parzialmente invisibile agli assimilati e a filtrare le
vibrazioni negative in ingresso.
Perché accadeva ciò? La risposta ce la dà la fisica: se frapponete un filtro tra voi e una fonte sonora
o di luce, le onde in ingresso verranno attutite e modificate; ma se il filtro è sempre attivo, verrà
anche perturbata o bloccata la vostra potenziale capacità di percepire il circostante, persone
comprese. E con Roberta si parlava di un suo potenziale operare in quanto Maieutoterapeuta-Reiki, e
questo ostacolo andava superato.
Un altro input trasmessomi da Antonella su delle vibrazioni negative provenienti da assimilati che
giudicavano i suoi comportamenti e che usavano altri per veicolare l’onda negativa (pettegolezzi) su
lei, portava alla medesima problematica.
Ciò mi fece intuire che era necessario, per alzare la propria vibrazione, o per metterla in sicurezza
(come si dice in gergo edilizio), non solo attuare le tecniche di cui abbiamo già parlato, ma di
astrarle sul piano visivo per liberarsi dagli scudi, come nel caso di Roberta; o di proteggersi, come
in quello di Antonella.
Ossia che le tecniche dovevano essere integrate dalla visualizzazione di uno scudo, non più
indossato, ma fatto indossare agli assimilati. In tal modo non vi sarebbe stata più una protezione
inquinante ma piuttosto un uovo energetico intorno alle cellule-uomo che gli avrebbe impedito di
emettere. Insomma: meglio che una farfalla voli leggera, perdendo cinque minuti a definire quali
vibrazioni il circostante potrebbe farle arrivare, piuttosto che crearsi un pesante scudo da quelle non
gradite che inevitabilmente finirebbe per pesare sul suo volo.
Roberta: <<…e quindi si ripete sempre la stessa storia con Big Gim; mi porta sempre a dover
spiegare qualcosa. Lui mi dice che sta cercando di scegliere con chi creare una relazione di
coppia e io continuo a rispondergli che sono il cavallo sbagliato per ipotizzarlo, dicendogli che
non è proprio il caso che punti su me. Ma il discorso si ripete sempre, come se lui non capisse.>>
Io: <<Roby: sarà perché la m-s che ha scritta nel suo programma contempla solo le due variabili
standard: coppia, o storie frugali, finché non arriva la tipa “giusta”. Quindi la terza ipotesi,
quella della libertà nelle relazioni, non essendo prevista dal programma, non può essere
inquadrata. Somma ciò al suo grado di autostima e ne esce fuori che un po’ non ti capisce e un po’
non ti crede. La m-s prevede, tra l’altro, che quanto più l’assimilato sente che l’altro attore gode
facendo sesso con lui, tanto più ciò starebbe a significare che esso sia propenso a fare coppia.
Insomma: il muto che parla col sordo. Che tu sappia ha per caso ha una porta usb sul lobo, così
gli aggiorniamo il programma?>>
Roberta rise intensamente e disse: <<Che palle sto programma m-s, che si può fare, chiudere e
basta? Anche perché poi finisco per ascoltarlo su cose per me oramai superate che mi creano un
forte disturbo emotivo; come se riportassero indietro le lancette dell’orologio della mia vita. Un
peso esagerato!>>
Io: <<C’è un’altra soluzione: visto che tu ti scudi, in parte per non sentire le follie del programma
degli assimilati, e in parte per non far uscire la tua dolcezza che verrebbe mal interpretata, togliti
lo scudo e mettilo a lui.>> Roberta: <<E come faccio?>>
Io: <<Fai la padrona di te stessa e di chi vuole assimilarti. Fatti una domanda: “perché invece di
dirgli cosa penso IO, reagisco dicendo cosa dovrebbe pensare lui?” Basterà che invece di
rispondergli che tu sei il cavallo sbagliato su cui puntare, gli dici che disprezzi profondamente chi
vuole fare coppia con te, così il programma va in tilt. Non trovando energia per alimentarsi, si
blocca. Se poi ti dicesse che vuole parlarne perché non è d’accordo, continui dicendo che
disprezzi chi vuole mettere in discussione cose che per te rappresentano l’evoluzione dell’uomo e
così via. Questo ti permetterà non solo di evitare pesantume, ma anche di toglierti quello scudo
che indossi e che altera il tuo rapporto vibrazionale col mondo esterno. Non avrai più motivo di
doverti difendere.>>
Giorni dopo, in viaggio su un treno, mi trovai a pensare a questi pesanti scudi e a quanto siano
fastidiosi e preclusivi; meglio bloccare le emissioni negative alla fonte, che proteggersi.
Io: <<Anto, furono gli studi di giurisprudenza, in “teoria generale del diritto”, o “filosofia del
diritto”, non ricordo bene, a farmi acquisire un altro degli elementi che mi avrebbero poi
permesso di vedere la matrice-vivente. Al liceo avevo intuito che il cosiddetto pettegolezzo, doveva
essere un sistema attraverso cui “giustamente” il sociale proteggeva se stesso. E ribadisco
giustamente, perché è giusto che le cellule-uomo difendano se stesse e l’organismo di cui sono
parte. Possiamo forse condannarci perché uccidiamo eventuali virus che ci attaccano? L’uomo
libero è amore puro verso i suoi simili; la cellula no e deve quindi difendere il macro organismo di
cui è parte… a modo suo è anch’essa “amore”. Figurati poi, quando trovai scritta la stessa cosa
nei testi universitari. Da un lato pensai a quanto si fa prima se ci si accultura e dall’altro che
avevo “visto”: ma c’era molto di più. Capii che era stato proprio quel meccanismo a dare vita a
tutte le m-v della Terra; o meglio: a farle diventare vive. La riprovazione sociale denigrando chi
ha un comportamento difforme alla consuetudine, punisce l’attore tendendo a emarginarlo dal
gruppo. A questo segue, quasi sempre, l’adeguamento al sistema, necessario a reintegrarsi;
adeguamento che riassorbe o elimina il trasgressivo. In questo modo la m-v ha creato il ferreo
meccanismo di gestione del parco cellule “norma -> sanzione”, che poi col tempo è divenuto ciò
che chiamiamo sistema giuridico. Tutta l’attività legislativa ha il solo compito di sviluppare e
aggiornare l’infinita griglia di regole chiamate leggi, e stabilire le sanzioni per chi le
trasgredisce. Personalmente ho risolto il problema anni addietro con una semplice frase detta,
quando era utile farlo, a chi mi era più vicino: “disprezzo chi parla a tappeto degli altri e
giudica; e lo stesso vale per chi mi dice cosa gli altri pensano di me”. Capisco ora quanto ciò mi
abbia favorito nell’evitare di “scudarmi”. Se non ci arrivano vibrazioni negative
(pettegolezzi in questo caso) è come se esse non fossero mai esistite, e inoltre il mondo circostante
non ricevendo le inevitabili vibrazioni negative di risposta, finisce per amarci sempre di più. Gli
assimilati, tra loro, incrementeranno le dicerie negative su di te, nel tempo; ma sapendo che non ti
arrivano, la loro parte liberà ti manifesterà maggiormente il suo amore. Meglio con gli assimilati,
usando il loro gergo, essere un “personaggio” che non presta orecchie a ciò che non gli aggrada,
piuttosto che un incompreso. Il primo ha bloccato le onde degli assimilati, il secondo si è scudato;
eppure il loro punto di partenza era lo stesso.>>
Sono i cosiddetti principi a cui diamo valore positivo o meno a generare ciò che chiamiamo giudizi;
e da lì ha poi genesi il cancerogeno impianto morale del sistema matrice.
Giudicare è un elemento fondamentale della vita, ma a seconda del livello di libertà interiore e
consapevolezza i giudizi possono portare alla rappresentazione di un mondo grigio e meschino o
viceversa saturo di colori gioiosi e di amore.
Questo è un tassello di consapevolezza primario.
Visualizzare il mondo come grigio e triste porterà a sviluppare un noi stessi con schemi e pensieri
speculari che entreranno poi in tutta la nostra esperienza di vita, comprese le circostanze che esse
evocano, come l’Attrazione determina.
In molti scritti sull’Attrazione e in quelli di una lunga lista di autori che trattano di spiritualità
moderna, il giudizio viene considerato un anatema, l’azione opposta a quella che porta verso la
libertà.
Questo concetto non è solo errato, ma totalmente deviante.
Non focalizzare questo aspetto porta a imboccare una strada tortuosa e tortuoso e infruttuoso sarà poi
tutto il percorso che ne deriva.
La causa di questa posizione, sostenuta da parte di una larga fetta dell’intellettualismo spirituale
dominante, sta ancora una volta nel non aver focalizzato che la realtà è oggettiva per l’uomo libero,
ma non essendola per le cellule-uomo, l’unica via di uscita per chi vuole fare l’intellettuale di
mestiere è quella di inserire l’evidente contraddizione della soggettività. Di soggettivo c’è solo ciò
che è legato alla percezione sensoriale e il fantasticare, non altro.
Ho incontrato molte persone che nella loro ricerca interiore sono approdati a libri di autori che
dicevano cose bellissime e altre meravigliose in apparenza, ed essendosi poi legati a questi autori
hanno fatto proprie delle idee stagnanti.
Facciamo un esempio duro: siamo in strada, a pochi metri da noi un genitore sta picchiando il figlio
piccolo: sorvoliamo su come ci comporteremo e focalizziamoci sul giudizio. È possibile secondo voi
astenersi da giudicare sul piano emozionale il genitore? Ammesso che qualcuno riuscisse ad
astenersi dal giudicare la persona, sarebbe anche in grado di farlo verso la circostanza in sé? E
poi: perché non dovremmo giudicare?
Attenti! Andiamo subito oltre, non vorrei che l’immagine della scena vi emozionasse tanto da entrare
nella vostra esperienza di vita, come i principi dell’Attrazione stabiliscono.
A seconda del livello di consapevolezza raggiunto, il giudizio che viene emesso partendo da un
identico principio (come quello illuminista citato in precedenza), può essere diverso da quello di un
altro; ma solo tra le cellule-uomo può verificarsi ciò.
La nostra essenza di Uomini Originali Liberi, ossia di ciò che eravamo prima di essere addivenuti
ciò che non siamo, in quanto assimilati dal sistema matrice, è gioia e amore, e non può non prevedere
i colori dell’armonia.
La realtà che ormai comincia a svelarsi con forza, a questo punto del percorso, ci porta a chiederci:
“Ha senso valutare gli impianti morali e dare un senso alla morale stessa?”
La morale non è un’invenzione umana, è bensì parte del sistema matrice. Essa si struttura sulla base
dei principi selezionati dalla matrice stessa per migliorare la funzionalità delle cellule-uomo che
non hanno il compito di fare cose belle, amorevoli e giuste, ma semplicemente di svolgere il loro
ruolo e anche di educare, sulla base dei vari modelli di matrice utilizzabili, i loro figli. E quel
genitore violento sta facendo questo, così come altri che hanno un altro tipo m-s lo fanno attraverso
l’instillazione delle paure, spingendo i figli verso la sicurezza economica a svantaggio della
creatività, o verso il “valore” della coppia, piuttosto che quello dell’amore universale.
Tornando all’esempio del padre violento: quale è la differenza tra quell’individuo e un altro che ha
scelto per paura di fare il medico, piuttosto che seguire la sua grande passione per la pittura?
Nessuna!
Viste dall’universo di cui gli Uomini Originali Liberi sono parte in costante connessione, appaiono
solo come piccole sfumature di diversità che variano a seconda delle diverse funzioni sistemiche
delle cellule-uomo.
Non ha principi e impianti morali perché ama se stesso e quindi conosce solo l’amore; egli può
vivere e nutrire il suo stato di grazia esclusivamente interagendo con gli altri nella sfera dell’amore.
Un Uomo Originale Libero non giudica: avrebbe forse senso giudicare ciò che non esiste? No!
Perché le cellule-uomo non agiscono in quanto individui; né ha senso giudicare chi le induce, ossia il
programma m-s che funge da sistema operativo dell’uomo assimilato. La cellula-uomo è solo uno dei
tanti viventi di un universo più grande, di cui tutti siamo parte.
Giudicare ha un grande valore fintanto che non si focalizza l’esistenza della matrice e quella delle
cellule-uomo, perché ci supporta nello scegliere la direzione. Ma alla fine del percorso perde di
significato, in quanto non ha senso giudicare un organismo vivente non biologico, di cui le cellule-
uomo sono esclusivamente parte non protagonista e altrettanto dicasi per la m-s che le induce.
La percezione dell’oggettività del reale, a seguito della liberazione interiore, è un dato di fatto. Essa,
vissuta in parallelo alla scoperta dell’Attrazione Gaia che ci scherma, tra l’altro, dalla discontinuità
opportunistica inconscia, la quale a sua volta attiverebbe il processo regressivo causato dalle paure
che ci infonde il nostro nuovo futuro da Uomini Originali Liberi, ci consente di leggere ciò che ci
circonda, le sue reali cause e gli sviluppi di scenario in un istante, senza nessuna attività mentale.
Giada al telefono: <<…e così, alla festa, tutti i compagni di classe lo prendevano in giro solo
perché è un ragazzo dolce e sensibile che però non sa difendersi; è diverso dagli altri. Un
ragazzo dai lineamenti armoniosi come sembra esserlo il suo carattere che fa trasparire
un’interiorità scevra da aggressività e giudizio. Ho sentito sdegno per l’atteggiamento di ragazzi
e ragazze diciottenni suoi coetanei che si prendevano gioco di lui con l’aggressività e l’ironia
tipiche di quell’età e così li ho redarguiti dal continuare. L’ho fatto in modo molto energico! Non
so, ho come l’impressione che abbia delle grosse mancanze. È come se avesse 5 anni. Lo vedo
debole e incapace di reagire.>>
Io: <<Per me hai fatto la cosa giusta Giada. Tu sai come va il profitto di questo ragazzo a scuola?
>>
Giada: <<Da quello che so va bene a scuola.>>
Io: <<Beh, questo significa che i suoi processi cognitivi funzionano, quindi così come capisce le
lezioni e ciò che legge nei libri di testo, di certo sa come dovrebbe comportarsi per allinearsi al
gruppo. Forse le cose stanno in modo diverso. Ricordi, ti ho detto spesso che per me, un po’ come
la pensava Rousseau e tanti altri, a 18 anni si raggiunge il massimo della vecchiaia. Allora: su
questa base lo scenario potrebbe essere molto diverso da come me l’hai descritto, ti dico la mia. I
suoi coetanei sono al top dell’iniezione di matrice: comportamenti, scale di valori, atteggiamenti,
tutti tesi a identificarsi, imitarsi e appartenere al gruppo di riferimento. Magari questo ragazzo
ha già tanta forza da preferire vivere il suo “se stesso” di cui è in parte già consapevole, piuttosto
che farsi assimilare dal sistema per integrarsi. Certo, non ho tutti gli elementi necessari per farmi
un quadro preciso, ma da quello che mi hai detto, se non si suicida prima di riuscire a schermarsi
dalle cellule-uomo assimilate, secondo me, avrà una vita speciale. Tu hai fatto di certo una gran
cosa per lui, più di quanto immagini. In questo momento la sua forza nell’essere libero di esistere,
in quanto se stesso, trae linfa anche da chi lo percepisce come “diverso” in senso positivo; non
solo perché lo difende in quanto persona apparentemente debole, ma soprattutto perché gli
fornisce la chiara rappresentazione che, in un mondo libero come quello che tu gli hai
manifestato, possono esserci un’infinità di persone a lui affini.>>
Da questo esempio appare ancora una volta evidente quanto sia fondamentale giudicare se con un
piede si è già nell’amore e nella libertà, fintanto che non si sia completato il percorso. Nella sfera
pratica non cambia nulla, ma in quella interiore tutto.
Una volta focalizzato che il comportamento dei coetanei del ragazzo non era il loro, in quanto
individui, ma piuttosto dettato dalla m-s che li aveva precedentemente assimilati, ciò che viene
focalizzata è esclusivamente l’azione risolutiva; quella compiuta da Giada, mentre sdegno e
riprovazione non possono più essere percepiti. Che senso avrebbe difatti provare sdegno verso le
cellule-uomo di un organismo non biologico, la m-v, che ha vita propria e che agisce e si struttura
esclusivamente in base alla legge della selezione naturale?
Lo zero
Cos’è un “concetto primitivo” come il punto, o un postulato matematico e/o geometrico? Cos’è lo
zero?
In natura non esiste. Eppure lo zero è alla base del linguaggio binario che utilizzano i computer, ed è
un elemento fondamentale della matematica e della geometria, senza le quali non esisterebbero i
grattacieli, i grandi ponti, le scuole.
Ma lo zero non c’era alla nascita dell’uomo, è pura astrazione. Esso rappresenta l’assoluta non
esistenza sul piano teorico e fisico. Vi è mai capitato, per esempio, di pensare: <<Toh, guarda
quella cosa che non esiste!>>
Ma di certo vi è accaduto di affermare: <<In quella persona, o in quella stanza, quella determinata
cosa, non c’è!>>
Lo zero è quindi un’astrazione, un’idea, un pensiero. Ne consegue che esso è stato creato o trovato
intenzionalmente dall’uomo attingendo dalla fonte di tutte le cose (realtà oggettiva). Tutto ciò che
funziona è oggettivo ed è stato tratto dalla fonte (concetto similare a quello platonico del “mondo
delle idee”).
Questa informazione, su un piano scolastico, verrebbe considerata estremamente banale, perché tutti
l’abbiamo acquisita nel nostro passato di studenti ma poi dimenticata, a causa dell’apparente
concretezza a cui ci costringe il quotidiano.
È d’uso dire: <<Stai facendo filosofia; pensa alle cose concrete come la matematica: fai due conti
sul budget!>> Eppure la matematica è filosofia pura.
Il progetto di un ponte? Un grande trattato di filosofia basato su numeri e disegni geometrici, ossia
pensieri astratti ma allineati alla fonte, come il punto (concetto primitivo) e la retta (postulato
geometrico), così definiti proprio per la loro non esistenza tangibile. Insomma, delle idee
apparentemente fini a se stesse. Tuttavia a quel trattato seguirà la creazione intenzionale del ponte. Il
ponte è un pensiero astratto che diverrà ciò che noi chiamiamo: realtà materiale.
Questo modo di inquadrare il termine filosofia non è soggettivo. Molti di noi, al primo anno di liceo,
studiando storia della filosofia, hanno incontrato all’inizio quella greca, dove si parlava di Pitagora,
delle prime ipotesi sull’esistenza dell’atomo, dello sviluppo della matematica, del giuramento di
Ippocrate, del rapporto interiore dualistico con se stessi, ecc.
È stata la cosiddetta concretezza necessaria nella vita a cui costringe la double-matrix che ha sviato
nel tempo quegli stessi studenti da una corretta visione delle cose umane, allontanandoli dai principi
dell’Attrazione e da come siano i pensieri astratti (l’immaginario) ma allineati, a creare quella che
definiamo realtà; e lo stesso vale per la creazione della propria individuale realtà di vita. Eppure la
magia dell’Attrazione Gaia, prima di essere stata emarginata dalla m-s, era in noi sin dall’origine
della nostra esistenza.
L’Attrazione Gaia e la gioia interiore collimano attraverso un percorso che, per quanto lungo,
dispensa benefici sin da subito. È forse questo l’elemento più straordinario che fa dell’Attrazione
Gaia non una scoperta, ma una grande avventura.
Focalizzare e far propri i meccanismi dell’Attrazione Gaia porta a ipotesi rivoluzionarie. Attraverso
le sue Chiavi di lettura relative all’io, al “resto” e al “metafisico”, la visione culturale del presente e
del passato viene riformulata, aprendosi a fantastici scenari che funzionano, e che cambiano persino
il modo di formulare i pensieri stessi.
Ma: fa così paura cambiare forma in un universo che non conosce la morte?
Mi rendo conto che felicità è una parola grossa e l’Attrazione, di per sé, non ne è la fonte. Possiamo
viceversa affermare che divenire felici è una tappa obbligata nello studio e nell’attuazione
dell’Attrazione Gaia; questo perché l’alleggerimento interiore dalla m-s porta a un’immediata
sensazione di benessere, come potrebbe essere l’estirpazione di un cancro.
Una volta visualizzata la m-s il processo di liberazione procede a velocità esponenziale e le
emozioni diventano la guida che vi indica non solo la direzione, ma anche il modo in cui nutrire la
vostra interiorità, attraverso pensieri positivi e luminosi; dove per luminosi, intendiamo anche
prospettici.
Se difatti all’inizio del percorso, le emozioni positive o negative (in senso lato) sono generate dalla
m-s, in un secondo momento saranno vostre, in quanto Uomini Originali Liberi. A quel punto potrete
farvi trascinare dai pensieri lasciandovi andare, e limitare prima, e bloccare poi, quelli che non
generano gioia e armonia interiore. A seguire tutto diventerà naturale e istintivo e la gioia interiore si
impossesserà di voi.
Pensiero principale: “Voglio armonia con quella donna, amo quella donna, le voglio bene, ossia
desidero il suo bene e la felicità in ogni cosa.”
- Sotto pensiero a campione: “Se mi dicesse che ha fatto sesso con un altro uomo non ne sarei per
nulla contento; anzi farei una scenata, forse mi allontanerei.”
In questo caso entriamo in contrasto con il desiderio di volere il bene di quella persona; se avrà fatto
sesso con un altro, vuol dire che ne aveva voglia.
- Sotto pensiero a campione: “Se facesse sesso con un altro uomo ne soffrirei tantissimo, ma
terrei tutto per me, e vorrei comunque dirle questa cosa.”
Anche in questo caso si crea un contrasto; perché dirglielo? Per attivare un potenziale senso di colpa
preventivo, utile a bloccare o limitare quel tipo di circostanza? E poi: perché dovreste soffrirne?
Pensiero principale: “Sto pensando di vendermi la casa per partire, o di lasciare il lavoro per
andare nei luoghi che desidero per un po’; poi si vedrà.”
- Sotto pensiero a campione: “Sono pronta a lasciare con gioia il mio ambiente di vita attuale e
la quotidianità che per quanto insoddisfacente riempie il mio tempo?”
Questo perché il cambiamento deve essere percepito come gioia assoluta, viceversa paure e
mancanze non ci consentirebbero di creare il nostro nuovo e vero “noi stessi” e ci proietterebbero in
un futuro non gioioso.
- Sotto pensiero a campione: “Che rapporto ho ora con il materialismo del superfluo? Sono
consapevole che non è affatto scontato, se non serve realmente alla mia vita, avere un’auto,
cambiare continuamente vestiti, ecc?”
Anche in questo caso, se la m-s è ancora troppo forte, finiremmo per immaginare scenari condizionati
da esigenze di matrice, non propri dell’Uomo Originale Libero che si sta risvegliando in noi.
Fuori dagli schemi non può esistere nulla, se non la gioia.
Forse per alcuni è già arrivato il primo Risveglio, mentre magari per altri è ancora presto; c’è ancora
troppa m-s. Ma siate più che fiduciosi in voi se siete motivati a rinascere; ci arriveremo insieme a
concludere il percorso, qui, o durante i “Laboratori di Liberazione del Sé” che abbiamo messo a
punto.
Tornando alle due macro categorie, nel secondo gruppo, quello degli scenari futuri, coesistono
spesso desideri in netto contrasto tra loro che porterebbero in direzioni non solo diverse, ma anche
incompatibili con la gioia.
Finiremmo quindi per creare un noi stessi totalmente disallineato, come accade a tutti coloro che
seguono attualmente testi e corsi sulla Legge dell’Attrazione, fuorviati da altre cellule-uomo, pronte
ad approfittare economicamente delle aspirazioni della nostra parte libera, con il placet della
matrice.
Ricordate sempre: prima di esserci Risvegliati, l’Attrazione continuerebbe solo a farci vivere in
modo più snaturato e perverso la vita da cellule-uomo, come si vede in molte immagini pubblicitarie
di libri e corsi, fatti per i bravi soldatini del sistema. Solo se siamo in allineamento con noi stessi e
abbiamo superato il dualismo causato dalla frammentazione iniziale, possiamo entrare in
collimazione con la vibrazione dell’universo, la cui essenza è la libertà.
Per esempio: aver raggiunto un determinato obiettivo professionale, nato dal desiderio di
innalzamento di status sociale, potrebbe farci scivolare in uno spazio di tristezza e surrogati della
gioia. Che importa agli uomini liberi dello status sociale? Essi ne ridono al limite, o provano
compassione per chi l’ambisce. Perché sanno che a desiderarlo è una cellula-uomo non risvegliata e
ancora non nata.
Il rapporto tra vivere e sopravvivere e più o meno lo stesso che c'è tra l’Attrazione Gaia e la Legge
di Attrazione.
La ricerca di uno status sociale superiore all’attuale è di per sé un classico elemento di matrice, ben
diverso da quello di migliorare la propria situazione economica.
Oppure: a cosa vi serve realmente un’auto molto lussuosa e vistosa? Ve lo spiegherà Almalibre
Rebelde in seguito; lui aveva uno splendido elettrociclo e spesso, dove si fermava, l’ammiravano e
facevano commenti lusinghieri.
Ma era poi così bello? Cos’aveva di tanto speciale? Non saprei, ma i suoi pensieri volevano che
fosse vista così; stupenda. Sulla bici c’era il suo se stesso che a volte aveva difficoltà a non divenire
attrattivo per ciò che gli girava intorno. Per Almalibre Rebelde, l’elettrociclo era l’unico e giusto
modo per muoversi. Lui si era voluto inventare così e i mezzi di cui non disponeva non gli erano
necessari né utili. E per uscire, se serviva un’auto? C’era sempre qualcuno felice di fargli da autista
e lui felice di essere trasportato. Il suo desiderio principale di fare solo ciò che voleva e avere ciò
che gli serviva era pienamente operativo.
Secondo la m-v attuale, che prospetta la vita come una lotta tra uomini e tra uomini e sistema,
raffigurando uno scenario bellico, tutte le scelte andrebbero fatte in funzione del miglior
posizionamento sul campo di battaglia e/o della sopravvivenza, con spazi limitati, dedicati a ciò che
viene comunemente chiamato divertimento e svago. Il termine “svago” non è utilizzato a caso dalla
m-v, perché nell’ambito di una vita fatta di competizione e forzature, quel pizzico di tempo che si
riempie con altro, deve rappresentare l’eccezione e non la regola. Questo concetto di matrice
dovrebbe essere considerato il padre pianificatore di tutte le matrici dei paesi cosiddetti evoluti, in
quanto con varie sfumature è stato sempre fortemente presente in tutte le m-v dominanti che si sono
susseguite, al fine di robotizzare gli individui e renderli più produttivi per la m-v stessa. Anche
attualmente il concetto in oggetto impera, per quanto ovattato dall’immagine del mondo fornita dai
media e dagli spettacoli televisivi. È tutto più celato, ma ancora più stringente: orari di lavoro
estremi, meeting ed incontri in cui si continua a frequentare lo stesso ambiente e così via. Tutto è
sbarramento e competizione, come se la realizzazione dell’individuo non potesse passare per la
ricerca di se stesso, ma solo per il confronto/scontro.
Un giorno ci chiederemo: “Ma volevano tutti veramente vivere in un’eterna competizione?”
Appare quindi chiaro come sia necessario essere prudenti nel veicolare le proprie energie verso quei
pensieri che abbiamo chiamato “del secondo gruppo”, cioè quelli relativi ai nostri scenari di vita
futuri; perché se generati dalla m-s, andando in parziale allineamento, potrebbero realizzarsi,
proiettandoci verso circostanze improprie e solo inizialmente gioiose e da cui sarebbe poi difficile
sganciarsi. Viceversa potremmo allenarci sperimentando e interpretando le emozioni del primo
gruppo, con quelle che proviamo nell’ambito dell’adesso-e-ora secco, se ci danno emotivamente
gioia e benessere, magari nelle scelte del momento o in quelle di breve periodo. Parliamo in sostanza
di ciò che ci andrebbe di fare nell’adesso! Porteremo avanti questo gioco fino a quando le risposte
diverranno automatiche e sentiremo le emozioni, di volta in volta, esprimersi con leggerezza e
fluidità, come se fuoriuscissero da noi, in quanto pura energia. L’importante è dedicare quanto più
tempo possibile alla focalizzazione dei nostri desideri nei vari campi della vita, affinché il nostro
vero noi stessi libero si risvegli.
La sfera professionale e finanziaria nell’ambito dell’Attrazione
Gaia
Interlocutore: <<Perché dovrei acquistare una casa se non posseggo la liquidità per farlo e di
conseguenza indebitarmi per anni?>>
Almalibre: <<Lo farai solo se non sei un uomo libero.>>
Interlocutore: <<Ma se pago le rate piuttosto che l’affitto, un domani mi ritroverò qualcosa di
mio!>>
Almalibre: <<Forse. Ma di tuo non troverai più te stesso. Un Uomo Originale Libero vive
nell’adesso-e-ora, o quanto meno deve poterlo fare se lo decide; viceversa, un freno così
rilevante, lo proietterebbe in una vita impropria e nella dimensione effimera del futuro.>>
Interlocutore: <<Ho giusto la liquidità per acquistare la mia prima casa; cosa faccio?>>
Almalibre: <<Non l’acquistare, fai due conti! Costo abitazione 300.000 euro; costo mensile di un
affitto 500 euro. Dieci anni di affitto, 60.000 euro, aumenti a parte. Ti rendi conto, di cosa potresti
farci con quella somma nell’adesso-e-ora? Quanti scenari di vita potresti realizzare nella libertà?
E poi che ne sai cosa accadrà? Hai un’idea di quante cose e strade meravigliose incontrerai se
resterai libero?>>
Interlocutore: <<Ha senso acquistare o costruire un’abitazione se non nel luogo preciso che è nei
miei sogni?>>
Almalibre: <<No. Perché rappresenterebbe un blocco al divenire della tua vita e oltre a ciò ti
sveglieresti ogni mattina in un luogo che interiormente non ti appartiene. Inoltre i cosiddetti sogni
mutano, mentre la casa resterebbe li.>>
Cerchiamo le risposte in noi e verifichiamo se esse sono libere da elementi di matrice e rispettano
quindi il divenire fluido di un Uomo Originale Libero che vive immerso nell’Attrazione Gaia.
Tornando ora all’espressione contenuta nel titolo del paragrafo, si evince che essa è forzata,
estremizzata, dall’obiettivo di aprire una nuova ipotesi nella vostra mente; cosa che i formatori fanno
spesso, visto il tempo ristretto che hanno a disposizione per trasferire scenari e renderli attuabili.
Molti di voi conosceranno già il di minima energia, o minima azione: una mela cade verso terra
compiendo il tragitto più breve (tenendo conto ovviamente delle altre forze in gioco). Per spostarci
in auto da Salerno a Napoli, non passeremo di certo per Bari, tranne che non intervengano elementi
tali da renderlo l’unico tragitto praticabile. L’applicazione di questo principio nel marketing, nella
cosiddetta pianificazione strategica, o nei rapporti consumer con l’altro sesso è semplice e dà luogo
a una delle mie conosciute leggi di settore:
“Tutti farebbero la stessa cosa; per cui creare uno degli scenari possibili e alternativi, legati a
quel medesimo obiettivo, minimizzando le risorse da spendere, renderà molto più semplice la sua
attuazione e scontato il successo che ne deriverà”.
Va precisato che Il principio di minima energia che pervade tutto l'universo, le scienze e tutte le
forme di vita biologiche, non è applicabile alle singole cellule delle specie assimilate (uomo, ape o
formica) che anzi vivono nella confusione più assoluta. E' applicabile invece e ovviamente al macro
organismo di cui sono parte, ossia la loro rispettiva m-v, che vive nel pieno del principio di minima
energia e di selezione naturale.
Un Uomo Originale Libero lascia fluire nella libertà la Legge di Attrazione, facendola divenire
Gaia.
Egli è tutto ciò che vuole essere, non ciò che dovrebbe essere in base agli schemi del programma-
schiavizzante.
Espresso in altro modo: non può esservi uno scollamento tra ciò che desideriamo e ciò che siamo,
tranne che quello che siamo non ci appartiene realmente in quanto uomini liberi, ma è piuttosto
un’accozzaglia di valori, principi, schemi, paure, incamerati e/o scrittici dalla m-v, nell’altra matrice
che staziona nel nostro cervello, la m-s, attraverso input di vario genere, compresi quelli provenienti
dalle cellule-uomo non libere.
La cosiddett