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Definizione ergotecnica:
“Il complesso di informazioni dirette ad ottenere il miglioramento della produzione di
pari passo con l’alleggerimento dello sforzo mentale e fisico richiesto ai lavoratori”
ERGO-TECNICA
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3> VALIDAZIONE
E’ quell’insieme di procedure utilizzate miranti a validare e migliorare la qualità dei
progetti esecutivi. L’obiettivo è quello di definire il quadro normativo e le procedure
che regolano il processo di validazione dei progetti nei tre diversi livelli di
progettazione, ponendo l’accento in particolare sul progetto esecutivo. Sono inoltre
evidenziati alcuni casi studio che mettono bene in evidenza sia la metodologia
applicata sia le positive ricadute che la validazione ha sul progetto.
4> PROGETTAZIONE OPERATIVA
Integrazione e gestione della sicurezza
Ottimizzazione del progetto
Riduzione del rischio
L’obiettivo è quello di definire e presentare gli elementi fondanti della progettazione
operativa come capacità sistemica di approccio, prima all’ informazione del progetto
attraverso gli elementi di informazione tecnica e contrattuale.
5> SICUREZZA NEI CANTIERI
L’obiettivo del modulo è quello di presentare le caratteristiche ontologiche delle
norme e l’evoluzione normativa nel settore delle costruzioni a partire dal Codice del
1865 fino alle recenti normative di derivazione europea.
6> GESTIONE DEI CANTIERI
L’obiettivo del modulo è quello di presentare le figure che governano la fase
realizzativa del processo edilizio, evidenziando al contempo una nuova modalità di
approccio alla gestione e tenuta del cantiere sia dalle figure tradizionali di controllo
come la Direzione Lavori, sia da quelle oramai consolidate come la figura del
Coordinatore per la Sicurezza, mostrando il continuum che viene a crearsi tra la fase
di progettazione e quella realizzativa
7> LA PROGETTAZIONE DEL CANTIERE
L’obiettivo è quello di evidenziare i requisiti e le specificazioni necessarie alla
progettazione del cantiere, attraverso una lettura del contesto e delle fasi di vita del
cantiere stesso.
8> LE GRANDI STRUTTURE SPAZIALI
Con l’obiettivo di evidenziare attraverso la presentazione di alcuni casi di grandi
strutture pubbliche l’evoluzione delle tecniche di progettazione e programmazione
delle fasi realizzative e dei cantieri oggetto delle esemplificazioni.
9> CANTIERI DI RECUPERO
Obiettivo di evidenziare attraverso la presentazione di alcuni casi emblematici le
tecniche messe in campo quando si affrontano le tematiche di recupero e restauro, in
cui gli aspetti storici, artistici e archeologici hanno determinato le situazioni attuali.
10> ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE
L’obiettivo è quello di presentar una casistica di cantieri in cui si evidenziano le
metodologie di intervento nelle diverse fasi di vita del cantiere, mettendo in evidenza
le peculiarità proprie di ogni singolo intervento del settore delle costruzioni.
11> MACCHINARI DI CANTIERE
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Presentando i parametri e i fattori da cui dipendono la produzione e i costi di gestione
delle macchine di cantiere, le metodologie che stanno alla base della scelta degli
stessi oltre a stabilire i criteri di acquisto o di nolo .
IL CONTRATTO DI APPALTO
Le fonti delle obbligazioni nel nostro codice civile in base all’articolo n.1173 sono: il
contratto, il fatto illecito e in ogni atto o fatto idoneo a produrle.
Art.1321 codice civile: Il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire,
regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
ACCORDO
Costituire Regolare
Estinguere
(quando due parti trovano (su accordo delle parti possono (le parti si trovano
un accordo per dar vita ad essere previsti dei passaggi in a porre fine al
un contratto ) cui le parti si trovano per rapporto
giuridico
disciplinare il contenute delle in essere)
reciproche obbligazioni)
Committente Appaltatore
Soggetto privato Soggetto pubblico Imprenditore
per il quale viene. “Pubblica
realizzata l’opera amministrazione”
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Art.1655 codice civile: L’appalto è il contratto col quale una parte assume, con
organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio il
compimento d i un’opera o di un servizio verso un corrispettivo in denaro.
ELEMENTI COSTITUTIVI:
1) Organizzazione dei mezzi necessari (che la parte che deve rendere questa
obbligazione ha l’onere di organizzare i mezzi necessari per raggiungere il
contenuto della propria obbligazione)
2) Gestione del proprio rischio (io devo organizzare i mezzi e gestire a mio
rischio il contenuto della mia obbligazione che ho assunto con la stipula del
contratto privato)
3) Compimento di un’opera o di un servizio ( oggetto del contratto di appalto, il
debitore deve eseguire un’opera)
4) Corrispettivo in denaro (può essere non solo con il denaro ma anche con altri
mezzi purchè si sia raggiunto l’accordo)
APPALTO PUBBLICO
Il riferimento normativo attuale è il D. Lgs. 12 Aprile 2006, n.163 noto come
CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI IN MATERIA DI LAVORI,
FORNITURE E SERVIZI. Esso recepisce due normative comunitarie n. 17 e n.18
del 31 Marzo 2004 che disciplinavano le materie dei lavori, forniture e servizi e
dei lavori speciali sotto il profilo della contrattualistica.
CONTRATTO PUBBLICO
CONTRATTO DI APPALTO CONCESSIONE
Viene realizzata un’opera pubblica oltre alla realizzazione di un’opera
Pubblica viene anche la gestione
dell’opera stessa da parte del
soggetto
Che ha vinto l’opera pubblica.
Oggetto
Esecuzione di opere Esecuzione di lavori pubblici
Opera: risultato finale Lavoro: procedimento per la
Realizzazione dell’opera.
Gli “appalti pubblici” sono i contratti a titolo oneroso, stipulati per iscritto tra una
stazione appaltante o un ente aggiudicatore e uno o più operatori economici aventi
per oggetto l’esecuzione dei lavori come definiti dal presente codice (Art. 3.6) D.Lgs.
163 del 2006.
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APPALTO PUBBLICI deve essere stipulato per
iscritto
Contratto pubblico a titolo oneroso
Cioè il contenuto della prestazione non I SOGGETTI che stipulano:
è gratuita ma oneroso.
Stazione appaltante Operatori economici
(appaltatore di
opere,
prestatore di servizi,
fornitore)
IL CONTENUTO
Esecuzione dei lavori fornitura di prodotti. Prestazione di
servizi
Appalti pubblici di uno o più beni per il prestatore dovrà
la Pubblica Amministrazione adempiere alla
propria
obbligazione
realizzando il
contenuto
dell’oggetto.
Art. 3 del D.Lgs 163 2006: Gli appalti pubblici di lavori sono appalti pubblici
aventi per oggetto:
- L’esecuzione
- La progettazione esecutiva e l’esecuzione
- L’esecuzione con qualsiasi mezzo (ha dato vita alla LEGGE OBIETTIVO del
2001 n. 443), di un’opera rispondente alle esigenze specificate dalla
committente sulla base del progetto preliminare posto a base di gara.
La gestione di un appalto pubblico avviene attraverso le seguenti fasi:
- programmazione attraverso un programma triennale delle opere pubbliche;
il secondo strumento è un elenco annuale dei lavori.
- esecuzione passa attraverso la procedura di aggiudicazione, dove il
legislatore individua alcune procedure tipizzate per
raggiungere l’obiettivo di chi sarà il soggetto che
eseguirà
l’opera pubblica;
passeremo poi alla fase esecutiva
- controllo Interviene in fase di affidamento e in fase di esecuzione.
FASI
AGGIUDICAZIONE
ESECUZIONE
CONTRATTO che
Chiude la macro fase di aggiudicazione
E fonda la macro fase di esecuzione.
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L’APPALTO PUBBLICO AI LAVORI
LEGGE 20 Marzo 1865 n.2248, allegato F “Legge sui Lavori pubblici”.
L’impianto normativo è rimasto in vigore per circa 130 anni. Con l’entrata in
vigore della legge merloni, questo sistema è stato scardinato. Queste disposizioni
sono state abrogate il 1 Luglio 2006 con l’entrata in vigore dei contratti pubblici.
Il primo intervento organico del Legislatore risale al 1971 con la direttiva n.304
del 26 di Luglio che disciplina la soppressione delle restrizioni in materia di
appalti pubblici. Si apre quindi il mercato degli appalti pubblici al rispetto dei
principi comunitari del 1957 scritti nel trattato istitutivo.
Alla fine degli anni ‘80 era entrata in vigore una direttiva n.440 del 1989 che
aveva aggiornato a direttiva del 1971. La direttiva di riferimento è la n.37 del
1993 per gli appalti pubblici di lavori. Altre direttive sono entrate negli anni ‘90,
la n.38 del 93 che tratta per settori speciali (settori esclusi dalle applicazioni delle
direttive comunitarie, caratterizzati da una particolare delicatezza sotto il profilo
politico, si riferiscono ai settori dell’acqua, energia, trasporti e
telecomunicazioni.)e la n.50 per gli appalti di servizi(a noi interessano i servizi
attinenti alla progettazione)
L’obiettivo di queste direttive:
- Armonizzare le normative degli stati membri
- Esaltare i principi di trasparenza della concorrenza e della massima pubblicità
degli affidamenti
IN ITALIA : Legge 11 Febbraio 1994 n.109: “Legge quadro in materia di lavori
pubblici”(LEGGE MERLONI), sono stati emanati poi tre provvedimenti legislativi:
1. DECRETO del Presidente della Repubblica del 21 Dicembre 1999 n.554( il
Regolamento generale di attuazione della legge merloni)
2. DECRETO del 25 Febbraio 2000 N.34(il Regolamento Bargone)
3. DECRETO del 19 Aprile 2000 n.145(il C.G.A)
L’obiettivo principale è garantire un ampio margine di trasparenza negli appalti
pubblici con una netta separazione tra progettazione e costruzione, con l’introduzione
della figura del responsabile UNICO del procedimento(R.u.p.) e con l’istituzione
dell’autorità di vigilanza sui lavori pubblici.
NORMATIVA SPECIALE per le infrastrutture: “Legge obiettivo” del 21 Dicembre
2001 n.443 e il decreto del 20 agosto 2002 n.190 con lo scopo di colmare il gap di
infrastrutture esistente nel nostro paese.
Le ultime direttive : 31 Marzo 2004 n.18 che coordina le procedure di aggiudicazione
deli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, nota come DIRETTIVA
UNITARIA perché per la prima volta il legislatore comunitario all’interno di un
unico testo ha disciplinato lavori diversi. Seconda Direttiva del 31 Marzo 2004 n.17
per i settori speciali, le telecomunicazioni vengono sostituiti dai servizi postali.
Con il D.Lgs. del 12 Aprile del 2006 n.163, il Codice dei Contratti pubblici relativi a
lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive n.17 e n.18 2004 entrato in
vigore il 1 Luglio del 2006. Il decreto realizza il puntuale ed integrale recepimento
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delle direttive, raccogliendo e superando e disposizioni preesistenti in materia. Il
Codice ha apportato modifiche alla normativa precedente di ordine lessicale in quanto
il pubblico incanto è denominato” procedura aperta” , la licitazione privata è
denominata “procedura ristretta” e la trattativa privata “procedura negoziata”. Per
definire l’appalto privato e l’appalto integrato e l’appalto concorso si parla di
“appalto di progettazione ed esecuzione e di ordine sostanziale”. Si può fare ricorso
con più libertà all’appalto di progettazione ed esecuzione, ed è poi recepito l’istituto
dell’avvalimento.
LE PROCEDURE DI AGGIUDICAZIONE
Procedure aperte: sono le procedure nelle quali ogni operatore economico interessato
può presentare un’offerta (art.3.37), vale a dire che la stazione appaltante pubblica un
bando di gara nel quale ha inserito un contenuto specifico indicando i requisiti di
partecipazione, l’oggetto dell’appalto, il tempo di esecuzione ecc.. La prima
pubblicazione degli appalti può essere sul sito ufficiale, sulla gazzetta ufficiale e su
due principali quotidiani nazionali e locali. Dopodichè l’amministrazione procede
alla valutazione e aggiudicazione indicando l’offerta migliore.
Procedure ristrette: sono le procedure nelle quali ogni operatore economico può
chiedere di partecipare e in cui possono presentare un’offerta solo i soggetti
preselezionati (art.3.38), vale a dire rispetto alla procedura aperta, noi abbiamo
ulteriori passaggi. La stazione pubblica un appalto di gara ricevendo una domanda di
partecipazione quindi il contenuto avrà i requisiti minimi per partecipare, procede ad
una preselezione selezionando i soggetti che hanno presentato la domanda di
partecipazione ed escludendone altri, il passaggio successivo è la spedizione di una
lettera d’invito con la quale l’amministrazione chiede di far pervenire l’offerta.
Procedura negoziata: quelle nelle quali le stazioni appaltanti consultano gli operatori
economici da loro scelti e negoziano con uno o più di essi le condizioni dell’appalto
(art.3.40), usate solo nei casi previsti dal legislatore (ipotesi tassative). Questa
procedura può essere con o senza pubblicazione di un bando di gara, quando è
preceduta di una pubblicazione di un bando di gara ha la struttura di una procedura
ristretta, se non è preceduta dal bando ha una procedura più snella. Non prescinde
dalla pubblicazione di un avviso.
Dialogo competitivo: istituita dalla direttiva 18 e recepita nel codice dei contratti, si
usa nel caso di appalti particolarmente complessi. La Pubblica Amministrazione
avvia un dialogo con i candidati ammessi a questa procedura. La struttura è come
quella ristretta: pubblicazione del bando-> ricezione di una domanda di
partecipazione-> condividere con i soggetti partecipanti le soluzioni per definire una
piattaforma comune->invito a presentare le offerte
L’obiettivo è di elaborare una o più soluzioni per soddisfare le sue necessità, sulla
soluzione è indetta la gara per individuare l’offerta migliore.
I SOGGETTI NELL’APPALTO PUBBLICO
I professionisti sono: il progettista, il coordinatore per la sicurezza in fase di
progettazione(C.S.P.), il Direttore dei Lavori (D.L.), il coordinatore per la sicurezza
in fase di esecuzione(C.S.E.), il collaudatore.
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I professionisti
Esterni alla Interni alla
P.A. P.A.
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procedura ristretta e trasparenza.
SOGGETTI AFFIDATARI:
- Liberi professionisti
- Società di ingegneria
- Società di professionisti
- Raggruppamenti temporanei tra professionisti o società
- Consorzi stabili di società costituiti tra almeno 3 soggetti diversi
Appaltatore: i soggetti che operano sono:
- imprenditore: (art.2082) colui che esercita professionalmente un’attività economica
organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Qui rientra
anche l’appaltatore che assume come soggetto realizzatore di un’opera pubblica o
privata.
- direzione tecnica: aiutante dell’appaltatore e rappresenta l’appaltatore stesso in sede
di cantiere
- subappaltatore: impresa alla quale l’appaltatore affida l’esecuzione di una parte del
contratto, ossia il soggetto eventuale al quale l’imprenditore affida la realizzazione di
una parte del contratto. Deve essere in possesso dei requisiti tecnici e morali per
svolgere il lavoro/antimafia
- noleggiatore a caldo/freddo: contratto di noleggio di cosa mobile (art.1571) con o
senza operatore. Esempio a caldo: noleggio di una gru con l’operaio, esempio a
freddo: noleggio solo della gru.
- fornitori: soggetto che fornisce il materiale occorrente per il cantiere e per la
realizzazione dell’oggetto del contratto.
I soggetti che contribuiscono nella Pubblica Amministrazione sono
Soggetti politici: alta amministrazione, programmare (organi di governo):
Giunta Consiglio. Sindaco
(nella fase di adozione (soggetto che deve (autorizzazioni che
del programma triennale), approvare il programma). Rilascia nei soggetti
che devono entrare in una
proprietà)
Soggetti tecnici: gestione
Ufficio Tecnico (U.T.) Responsabile Unico Ragioneria
Con il dirigente del procedimento(R.U.P) procede alla
gestione
O responsabile economica
contabile
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Documenti che integrano il contratto:
- il capitolato generale: è previsto all’interno del decreto n.145 del 2000. Fanno
parte del contratto e devono essere in esso richiamati. Le prescrizioni
all’interno del capitolato prevalgono sulle clausole eventualmente difformi o
contrastanti che le parti hanno inserito nel contratto.
- Il capitolato speciale: che contiene la disciplina tecnica speciale per l’oggetto
dell’appalto specifico
- Gli elaborati grafici progettuali: costituiscono un’integrazione del contratto di
appalto
- L’elenco dei prezzi unitari: l’offerta che è stata avanzata dal concorrente che si
è aggiudicato la gara
- I piani di sicurezza: previsti dall’art. 31 della legge merloni (ora 131 codice
contratti)
- Il cronoprogramma: il programma temporale delle singole lavorazioni in
relazione al tempo complessivo che è stato stabilito in sede contrattuale per
realizzare l’opera.
L’elenco dei documenti amministrativi e contabili servono per l’accertamento:
- Dei lavori
- Delle somministrazioni
Documenti:
il giornale dei lavori che è redatto dall’assistente del direttore dei lavori o dallo
stesso direttore e deve dar conto di quello che succede nel cantiere riportando
tutti gli accadimenti che avvengono nel cantiere. Ogni 10 gg sottoscritto dal
direttore dei lavori il quale attesta la veridicità del suo contenuto.
i libretti di misura delle lavorazioni e delle provviste dove devono essere
annotate le provviste all’interno del cantiere e le misurazioni delle varie attività
eseguite.
Le liste settimanali cioè il documento nel quale sono annotate giornate, operai,
noli a caldo, mezzi d’opera che sono stati utilizzati nell’esecuzione opere
oggetto dell’appalto
Il registro di contabilità, documento fondamentale nell’esecuzione degli appalti
soprattutto pubblici perché è la sede di iscrizione di eventuali riserve da parte
dell’appaltatore. In esso sono registrate tutte le lavorazioni con la loro
valutazione economica.
Il sommario di registro di contabilità nel quale è riportata ogni partita
classificata secondo il rispettivo di elenco e di perizia
I SAL (stati di avanzamento dei lavori), nel caso in cui l’appalto sia di durata è
previsto a fronte di determinate lavorazioni la parte pubblica committente
corrisponda a degli acconti parametrati secondo i lavori che sono stati eseguiti.
I certificati per il pagamento delle rate di acconto, che si riferiscono ai
versamenti in base ad ogni singolo stato dei lavori
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Il conto finale e la relativa relazione, che attesta i lavori che sono stati eseguiti
e nella relazione viene descritto l’esatto andamento delle lavorazioni nel
cantiere.
Gli ordini di servizio: è l’atto mediante il quale sono impartite tutte le disposizioni e
istruzioni da parte del Rup (responsabile del procedimento) al DL (direttore dei
lavori) e da questi all’appaltatore. E’ il documento mediante il quale il Rup attesta e
verifica il polso della situazione dell’andamento dei lavori in cantiere e darà direzione
specifiche per poter procedere nei lavori stessi. Qualora i lavori vadano a rilento, il
Rup deve emanare un ordine di servizio al direttore per accelerare l’esecuzione dei
lavori secondo il cronoprogramma. Il direttore deve notificare l’ordine di servizio
all’impresa ordinando la ripresa sollecita.
L’ordine di servizio è redatto in due copie
sottoscritto dal direttore dei lavori
è comunicato all’appaltatore
È restituito firmato
Unico documento che non costituisce sede per la iscrizione di
eventuali riserve da parte dell’appaltatore
LE RISERVE
Sono come delle richieste che l’appaltatore avanza nei confronti del committente per
ottenere il riconoscimento di un qualcosa che ritiene dovuto. La legge prescrive dei
tempi precisi e modalità precise per formalizzare la riserva.
Quando deve essere prescritta la riserva e su quale documento? Sul primo documento
utile che l’appaltatore ha l’obbligo di sottoscrivere nel momento successivo al sorgere
del suo diritto. Il tempo è contestuale alla sua sottoscrizione e poi la riserva deve
essere confermata sul registro di contabilità al primo Sal successivo all’iscrizione. Se
non lo fa, l’appaltatore decade dal diritto nel far valere la propria riserva e vi è
l’effetto del consolidamento dei fatti accertati. L’appaltatore non potrà più mettere in
discussione il contenuto di quel documento. L’iscrizione sul registro di contabilità
non dà diritto all’appaltatore di fermare i lavori, ma continuare la realizzazione
dell’opera pubblica. Deve esplicare entro 15 gg (termine naturale e consecutivo)
dalla sottoscrizione il contenuto della riserva.
Contenuto della riserva formulato in modo specifico, indicando le ragioni sulle quali
si fonda e con una precisa e definitiva quantificazione. Inscritta la riserva entra in
gioco il direttore dei lavori, il quale ha l’onere di controdedurre entro 15gg sul
registro di contabilità, deve entrare nel merito ella richiesta e dire oppure no se la
riserva è fondata, qualora non lo faccia risponde di eventuali danni.
Le riserve non definite devono essere confermate integralmente sul conto finale.
L’appaltatore ha l’onere di riportare le riserve che eventualmente che non siano state
definite in precedenza, qualora non lo facesse scatta la decandenza.
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Norma UNI 10838: ottobre 1999, terminologia riferita all’utenza, alle prestazioni, al
processo edilizio.
Le opere edilizie si possono ritenere le più complesse perché sono opere che hanno
degli aspetti artistici. L’edificio può essere vissuto, descritto e quindi progettato sotto
vari aspetti. Ogni aspetto evidenzia dei particolari elementi omogenei dell’edificio,
correlati tra loro e con gli elementi di un altro aspetto.
L’edificio può essere riguardato sotto:
- Aspetto insediativo
- Aspetto funzionale spaziale( interno ed esterno all’edificio)
- Aspetto ambientale
- Aspetto tecnologico prestazionale
- Aspetto tecnico: funzionale(legato alle caratteristiche dei materiali), operativo
e gestionale
Per la progettazione degli edifici tali aspetti sono fondamentali. Essi consentono di
individuare nell’organismo edilizio dei veri e propri sistemi costituiti da elementi
omogenei in grado di essere utilizzati efficacemente nelle fasi della progettazione.
Il Sistema insediativo dell’organismo edilizio è costituito dagli elementi di relazione
dell’edificio con il contesto territoriale e urbano.
Il Sistema funzionale spaziale dell’organismo edilizio si divide in
Esterno: costituito dagli elementi spaziali di pertinenza esterna dell’edificio e dagli
elementi urbani e territoriali prossimi e collegati
interno: costituito dagli elementi spaziali dell’edificio e dalle loro relazioni
geometriche e funzionali (forma, dimensione, collocazione reciproca, destinazione
d’uso degli spazi).
Il Sistema Ambientale dell’organismo edilizio è costituito dalle unità ambientali che
caratterizzano la destinazione d’uso dell’edificio, dalle condizioni fisico ambientali e
dalle disponibilità impiantistiche presenti.
Il Sistema Tecnologico Prestazionale dell’organismo edilizio è costituito dalla
componente tecnologica dell’edificio caratterizzata dalle prestazioni dei componenti
(elementi costruttivi, prodotti prefabbricati, ecc)
Il Sistema Tecnologico Funzionale dell’organismo edilizio è costituito dalla
componente tecnica di dettaglio dell’edificio, consistente nei materiali, nei
semilavorati e nelle loro caratteristiche.
Il Sistema Tecnologico Operativo dell’organismo edilizio è costituito dalle
caratteristiche tecniche dei prodotti e dei materiali legate alla costruzione
dell’edificio: il loro approvvigionamento, la loro posa, la loro realizzazione in opera,
ecc.
Il Sistema Tecnologico Gestionale è costituito dalle caratteristiche tecniche dei
prodotti e dei materiali collegate alla gestione dell’edificio costruito.
L’edificio costruito e in uso è il risultato di un processo: il processo edilizio. Il
processo si sviluppa schematicamente in 4 fasi principali:
1. Programmazione dell’intervento edilizio
2. Progettazione dell’edificio
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3. Costruzione dell’edificio
4. Gestione dell’edificio costruito
Gli operatori del processo edilizio caratterizzano ulteriormente le fasi del processo,
( programmazione dell’intervento edilizio) committente- utente, organi tecnici
collegati e consulenti, gli enti delle autorizzazione. (progettazione dell’edificio)
progettista- design manager, progettisti specialisti, produttori e progettisti di
componenti. (costruzione dell’edificio) impresa, imprese collegate, produttori di
componenti- montatori. (gestione dell’edificio) amministratori, manutentori, gestori
degli impianti.
La progettazione è costituita da due momenti, scelte e comunicazione.
La Programmazione della progettazione:
Fabbisogno studio di fattibilità (a seguito di diverse ipotesi) documento
preliminare alla progettazione.
PROGETTO E PROGETTAZIONE
UNI EN ISO 9000: Norme di gestione per la qualità e di assicurazione della qualità.
Guida per la scelta e l’utilizzazione.
UNI 10722: 31/03/1998 Edilizia- Qualificazione e controllo del progetto edilizio di
nuove costruzioni- Criteri generali e terminologia mentre la seconda parte si occupa
della definizione del programma d’intervento, la terza parte si occupa della
pianificazione del progetto e pianificazione ed esecuzione dei controlli del progetto in
un intervento edilizio.
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Progetto preliminare. 3 (fascicolo del fabbricato) 7
Progetto definitivo. 4
Aspetti del progetto: A Insediativo. E. Tecnico
funzionale
B Ambientale. F. Tecnico
operativo
C. Funzionale Spaziale G. Tecnico
Gestionale
D. Tecnologico
Aspetti dell’edificio in progetto: livello della documentazione
A B C D E F G
1
2
3 *
4
5
6
7
L’ATTIVITA’ DI PROGETTAZIONE
La progettazione di qualità, possiamo individuare tre aspetti :
1 Metodi e criteri di sviluppo della progettazione Disposizioni preliminari,
sviluppo progressivo, verifiche necessari per lo sviluppo del progetto.
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2 Organizzazione professionale predisposizione generale di ruoli, di funzioni e di
risorse per svolgere le attività necessarie e rispondere alle commesse di
progettazione.
3 Gestione della commessa di progettazione Particolare organizzazione,
programmazione e sviluppo delle attività relative a una specifica commessa di
progettazione svolta da uno o più progettisti.
Le disposizioni preliminari: le richieste della committenza alla progettazione sono
espresse attraverso un documento di programmazione. Per i Lavori Pubblici è il
Documento preliminare alla progettazione (D.P.P).
Il D.P.P. deve indicare nel caso di edifici di nuova costruzione: la situazione attuale
dell’area, gli eventuali obiettivi generali da perseguire e le esigenze e i bisogni da
soddisfare con la realizzazione dell’edificio. Le regole e le norme tecniche da
rispettare nella progettazione e i vincoli di legge relativi al contesto in cui l’edificio è
previsto e le funzioni (tipi di attività) che l’edificio deve consentire di svolgere.
I requisiti tecnici che il progetto deve rispettare, gli impatti dell’edificio e delle
attività presenti sulle componenti ambientali. Le fasi di progettazione da sviluppare,
la loro sequenza logica e i relativi tempi di svolgimento. I livelli di progettazione da
sviluppare e gli elaborati grafici e descrittivi da redigere. I limiti finanziari da
rispettare, le fonti di finanziamento e la stima dei costi, il sistema di appalto da
impiegare.
ESEMPI DI DOCUMENTI GRAFICI DEL D.P.P.
- Piano del Paesaggio
- Piano Regolatore Generale
- Fotografia area zenitale
- Rielaborazione del fotogrammetrico dell’area di intervento
- Metaprogetto generale di impianto sportivo
Sviluppo progressivo
Il progetto come risultato della progettazione e come documentazione, può essere
articolato in tre livelli successivi convenzionali: Progetto preliminare, definitivo,
esecutivo.
Le verifiche:
il passaggio a ogni livello successivo del progetto e alla messa in appalto è
subordinato all’approvazione del risultato progettuale, inteso come scelte e come
documentazione. L’approvazione del risultato progettuale è subordinata alla sua
verifica per tutti gli aspetti del progetto. Prima e durante la fase costruttiva si svolge a
cura dell’appaltatore dei lavori la progettazione operativa (piani operativi, progetti
costruttivi, ecc)
IL PROGETTO PRELIMINARE
Legge 11/2/1994 n.109 attualmente trascritta nel DLGS 12/4/2006 n.163
DPR 21/12/1999 n.554 che formula al suo interno contenuti del progetto.
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La fase di progettazione segue quella di programmazione nella quale la committenza
ha elaborato questo documento per consentire l’avvio. I livelli della progettazione
sono dei momenti opportuni attraverso i quali è possibile procedere ad una verifica,
all’interno di un tempo definito e si fa procedere la progettazione su tutti gli aspetti in
modo da garantire il successo senza aspettare la fine.
L’avvio avviene attraverso l’assunzione nel progetto delle indicazioni del D.P.P in
particolare: la situazione iniziale, la valutazione delle diverse soluzioni possibili, le
caratteristiche qualitative e funzionali dell’opera, il quadro delle esigenze da
soddisfare. Definizione delle specifiche prestazioni da fornire.
L’obiettivo del Progetto Preliminare: individuare le caratteristiche dimensionali,
volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche della soluzione progettuale. Il
progettista per definire l’elaborato del progetto preliminare compie i suoi studi
preliminari per i vari aspetti dell’edificio.
I documenti e gli elaborati del progetto preliminare
- Relazione illustrativa
- Relazione tecnica
- Studio di prefattibilità ambientale
- Relazione sulle indagini geologiche (e archeologiche) preliminari
- Planimetria generale e gli schemi grafici
- Prime indicazioni per la stesura dei piani di sicurezza
- Calcolo sommario della spesa
Altri possibili documenti
Relazione approfondita sulle indagini geologiche, geotecniche, idrologiche,
idrauliche e sismiche con relativi grafici, effettuate sulle aree interessate
dall’intervento, capitolato speciale prestazionale (documento utilizzato per indirizzare
la progettazione)
Approfondimenti in funzione: Delle dimensioni economiche, delle destinazioni d’uso
e delle tipologie di intervento
RELAZIONE ILLUSTRATIVA: fornisce una presentazione generale del progetto,
insistendo sugli aspetti del tema influenti sulle scelte, sulla situazione della zona
rispetto all’intervento, illustra gli aspetti architettonici, fornisce un quadro riassuntivo
dei documenti, fattibilità dell’intervento e uno studio di prefattibilità ambientale
portando un esito delle indagini sul sito. Presenta anche dei calcoli sommari della
spesa e le esigenze di gestione e manutenzione, la gestione del cantiere.
RELAZIONE TECNICA: E’ connessa alla tipologia e destinazione d’uso, allo
sviluppo approssimativo degli studi tecnici e indicazione di massa dei requisiti e delle
prestazioni. Lo studio della prefattibillità ambientale, si riferisce a certi tipi di
intervento che migliorano la paesaggistica del contesto. Abbiamo quindi gli effetti
sull’ambiente e sulla salute, minimizzazione dell’impatto ambientale. Abbiamo la
possibilità su forme di compensazione nel caso presentino delle criticità.
RELAZIONE PRELIMINARE SU INDAGINI GEOLOGICHE,
IDROGEOLOGICHE E ARCHEOLOGICHE: deve avere degli approfondimenti
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nel caso di appalti concorso, concessioni. La planimetria generale e disegni in scala e
quotati.
E’ importante avere delle rappresentazioni in prospetto e sezione delle opere e dei
lavori da realizzare, necessarie (numero, articolazione e scale) per individuare le
caratteristiche spaziali, funzionali, tipologiche e tecnologiche. Si affiancano a questi
elaborati quei tabulari che riassumono gli standard da rispettare. Nel caso di una
concessione di appalti pubblici un documento importante è il capitolato speciale
prestazionale che contiene le necessità funzionali e i requisiti di prestazione
ambientale
IL PROGETTO DEFINITIVO
Legge 11/2/1994 n.109 recepita nel DLGS 12/4/2006 n.163 codice degli appalti
DPR 21/12/1999 n.554.
E’ il cuore della progettazione, momento cui si sviluppa la parte più complessa delle
scelte progettuali. Ogni livello di sviluppo deve avere una verifica e un’approvazione
del progetto. Il progetto definitivo assume indicazioni del progetto preliminare. I
livelli di definizione delle scelte deve essere tale che nella progettazione esecutiva
non si abbiano apprezzabili differenze. Consente il rilascio della concessione edilizia
e accertamento della conformità urbanistica.
Documentazione del progetto
Tipi di documenti:
- Relazione descrittiva che precisa meglio le cose e si occupa di configurare tutto
il quadro delle scelte
- Relazione geologica, geotecnica, idrologica, idraulica, sismica
- Relazioni tecniche specialistiche
- Rilievi planoaltimetrici e studio di inserimento urbanistico
- Elaborati grafici
- Studio di fattibilità ambientale/studio di impatto ambientale
- Calcoli preliminari delle strutture e degli impianti
- Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici
- Computo metrico estimativo
RELAZIONE DESCRITTIVA: dimostra la rispondenza del progetto (finalità,
qualità, costi, benefici), si tratta di essere in piena sintonia con la relazione
illustrativa. E ‘ opportuno specificare i criteri di scelta, l’inserimento nel territorio, le
prestazioni e caratteristiche dei materiali. Si assumono le conclusioni da far apparire i
criteri di progettazione delle strutture e degli impianti, la sicurezza, l’economia di
gestione e le motivazioni delle variazioni dal progetto preliminare. Infine deve
presentare gli aspetti di criticità presenti negli studi di fattibilità ambientale, altro
aspetto da presentare è il superamento delle barriere architettoniche. Reti esterne dei
servizi: idoneità e interferenze, tempo necessario per il progetto esecutivo. Studio di
fattibilità ambientale oppure studio di impatto ambientale se richiesto dalle norme,
per avere le autorizzazioni e approvazioni. Verifica e approfondisce le analisi di
prefattibilità ambientale nel frattempo si indicano le misure per ridurre o compensare
gli effetti dell’edificio sull’ambiente e sulla salute e per riqualificare o migliorare la
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qualità del contesto. Questi studi devono tenere conto delle fasi di cantiere e di
esercizio.
RELAZIONE GEOLOGICA, GEOTECNICA, IDROLOGICA, IDRAULICA E
SISMICA: Definisce il modello geologico-tecnico del sottosuolo. Mette in grado di
valutare il livello di pericolosità geologica e il comportamento in assenza ed in
presenza delle opere. Rapporto del manufatto del terreno: comportamento meccanico
del volume di terreno influenzato.
ELABORATI GRAFICI: Stralcio dello strumento urbanistico generale o attuativo
con indicazione dell’area, planimetria d’insieme con curve di livello. Ci sono anche
piante di livelli (a scala dei regolamenti edilizi o delle normative specifiche) con
destinazione d’uso degli spazi, prospetti (altezze e distacchi degli edifici circostanti).
Piante e sezioni verticali. Abbiamo gli schemi funzionali e dimensionamento di
massima degli impianti, i tracciati principali delle reti impiantistiche esterne e
localizzazione delle centrali. I calcoli preliminari delle strutture e degli impianti,
dimensionamento delle strutture e degli impianti, specificazione delle caratteristiche e
delle reti e degli impianti, definizione degli eventuali volumi tecnici. Il Disciplinare
descrittivo e prestazionale è un documento che mette in relazione le specifiche
prestazionali degli elementi tecnici previsti (anche sotto l’aspetto estetico) sulla base
di quelle tecniche.
Per ultimo abbiamo la stima sommaria dell’intervento, il computo metrico estimativo
(applicazione dei prezzi unitari dei prezziari alle quantità delle lavorazioni).
IL PROGETTO ESECUTIVO E IL PROGETTO OPERATIVO
Legge 11/2/1994 n.109 (DLGS 12/4/2006 N.163) e il DPR 21/12/1999 N.554.
Il livello esecutivo conclude un percorso, entra nella fase in cui il progetta passa dal
committente a chi si occuperà della costruzione.
Obiettivi della progettazione esecutiva
Il progetto esecutivo deve corrispondere con il progetto definitivo e con le
prescrizioni per la concessione edilizia o la conformità urbanistica. Esso traduce
costruttivamente e contrattualmente le soluzioni distributive, architettoniche e
tecnologiche previste dal progetto definitivo approvato.
Documentazione del progetto esecutivo
I tipi di documenti sono: - Relazione generale
- Relazioni specialistiche
- Calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti
- Elaborati grafici (strutture, impianti, ripristino e miglioramento ambientale)
- Piani di sicurezza e di coordinamento
- Piani di manutenzione
- Computo metrico estimativo definitivo e quadro economico
- Cronogramma
- Capitolato speciale di appalto
- Schema di contratto
RELAZIONE GENERALE
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Deve contenere una descrizione dettagliata dei criteri delle scelte esecutive, con
riferimenti ai disegni e al capitolato speciale d’appalto. I criteri e le scelte per
trasferire contrattualmente e costruttivamente il progetto definitivo approvato, un
diagramma grafico della pianificazione delle lavorazioni
RELAZIONI SPECIALISTICHE
Sviluppi e verifiche delle relazioni specialistiche del progetto definitivo per le scelte
esecutive. I criteri e le modalità di calcolo consentono una agevole lettura e
verificabilità delle scelte. Accompagnano gli allegati calcoli esecutivi delle strutture
(carichi, caratteristiche dei materiali, verifiche statiche). Per ogni impianto previsto:
descrizione dettagliata delle parti (specificazione delle caratteristiche funzionali,
qualitative, di montaggio e di manutenzione).
ELABORATI GRAFICI
Costituiscono una notevole massa di documentazione che deve essere predisposta in
modo adeguato con opportune leggende, in scala adeguata, dagli elaborati grafici del
progetto definitivo. Parti costruttive dettagliate nei materiali, nella posizione, nelle
modalità esecutive, gli elaborati grafici devono essere eseguiti con gli strumenti
idonei. Coordinamento tra disegni generali e specialistici (previsione di ingombri,
passaggi..) Specifici in rispondenza a prescrizioni di enti di controllo e approvazione
di aspetti del progetto. Sono necessari in previsione dell’esecuzione di tutte le opere
compreso il cantiere.
CALCOLI ESECUTIVI DELLE STRUTTURE E DEGLI IMPIANTI
Allegati alle rispettive relazioni specialistiche. Strutture: definizione e
dimensionamento generale e particolare, nessuna variazione in cantiere
Impianti: calcoli riferiti alle condizioni di esercizio per definire e dimensionare tutte
gli elementi per la formulazione dell’offerta. Organizzazione delle lavorazioni
(prevenire o ridurre i rischi), una relazione tecnica per identificare bene le attività, e
disciplinare. Integrazione e aggiornamento della stima sommaria dei lavori del
progetto definitivo. Quadro economico con il computo metrico estimativo e gli altri
costi.
CRONOGRAMMA
Delle lavorazioni (con incidenza dei giorni di tempo sfavorevole)
CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
Prescrizioni tecniche dell’oggetto del singolo contratto:
I parte: descrizione delle lavorazioni (definizione tecnica dell’oggetto dell’appalto)
II parte: specificazione delle prescrizioni tecniche (esecuzione, misurazione, criteri di
accettazione, modalità di approvazione del direttore dei lavori)
I piani di manutenzione della costruzione e delle sue parti: definizione delle attività di
manutenzione (mantenere funzionalità, caratteristiche di qualità, efficienza e valore
economico). Sono costituiti da documenti operativi , manuale d’uso, manuale di
manutenzione e programma di manutenzione. Lo schema di contratto è una
regolazione del rapporto committente- costruttore in relazione alle caratteristiche
dell’intervento (tempi, programma d’esecuzione; penali e oneri; contabilizzazione e
liquidazione corrispettivi; controlli collaudi ..)
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VALIDAZIONE DEI PROGETTI : CASI STUDIO I
La validazione è uno strumento importate sia per il progettista che per il validatore
perché si basa su un insieme di interrelazioni che devono avverarsi tra il gruppo di
progettazione e di controllo. Se si instaura in piena fiducia, l’operazione ha un
possibilità di successo finale, se avviene solo al termine della progettazione esecutiva,
si tratta di un controllo burocratico che può instaurare tensione.
D.Lgs 163/2006 Codice dei Contratti, strumento legislativo che sostituisce la Legge
Merloni sugli appalti pubblici
Secondo riferimento legislativo è il Regolamento di Attuzione n.554/99 della Legge.
Poiché nel processo di validazione i personaggi sono uno/due, il Responsabile del
procedimento (committenza) e il progettista, viene coinvolto un validatore, ossia un
ente ispettivo che si occupa del progetto. Occorre fare riferimento ad alcune norme
UNI, Norma UNI 10722: 1998-1-2-3 che si occupa del controllo del progetto di
nuove costruzioni, Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020: 2005 che ci dà i criteri per
l’accreditamento degli organismi di ispezione, cioè dei validatori.
DEFINIZIONE DI VALIDAZIONE. art.93 D.Lgs. 163/2006 (comma 1)
Con il quadro legislativo la validazione entra nei termini di controllo del progetto,
che può essere fatto secondo quanto ci prescrivono il regolamento di attuazione e il
codice dei contratti, bisogna verificare che il progetto risponda in termini di qualità,
finalità e di conformità alle normative ambientali, urbanistiche e sia tale da
permettere il soddisfacimento dei requisiti ambientali (direttiva 86/109).
Gli scopi della validazione sono :
- Ha lo scopo di ridurre il contenzioso del cantiere e i rischi,
- Aumentare le qualità delle opere pubbliche e la durabilità
Come attori ci sono il Responsabile Unico del Procedimento e ha il compito giuridico
di attestare che il progetto è pronto alla fase successiva. Questo processo di
valutazione è in contraddittorio con il tema del progetto
I criteri con cui la validazione funziona sono 4:
1. Il primo caso è per le opere pubbliche per un importo < 20 milioni di euro fatte
da un progettista esterno dell’amministrazione pubblica, che può validitare il
progetto,
2. Il secondo caso è quando l’amministrazione pubblica fa il progetto tramite le
proprie strutture e ha anche all’interno un sistema accreditato di controllo delle
qualità,
3. Il terzo caso è quando < 20 milioni il progetto bè fatto all’interno
dell’amministrazione pubblica ma non ha un sistema di controllo interno e non
può validitare quello che ha progettato e deve appoggiarsi ad un validatore
esterno
4. Il quarto caso è per le opere > 20 milioni di euro, la validazione deve essere
fatto da un organismo esterno.
La validazione si attua in alcuni passi, intesa come verifica delle qualità e conformità,
soddisfare il soddisfacimento dei requisiti essenziali e verificare la rispondenza alle
finalità dell’ente che lo commissiona alle esigenze funzionali ed economiche.
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La validazione è un controllo su un numero di elaborati presenti, si fa riferimento
all’allegato XXI del codice dei contratti, poi si entra nel merito dei codice analizzato
in tre criteri: esaustività(trattare completamente il quadro progettuale), adeguatezza e
chiarezza. Successivamente si deve verificare la congruenza tra le tavole di tipo
grafico e i documenti di tipo testuale, in modo che l’informazione abbia
un’attendibilità alta da permettere uno sviluppo nella fase successiva da parte di un
operatore diverso. Occorre poi fare un controllo incrociato tra gli elaborati.
Caso studio I : relativo ad un’opera privata. CENTRO DIREZIONALE IBM
Complesso di 33.000 m2 progettato per un paio d’anni. L’operazione progettuale si
svolge in momenti diversi in cui il team e la committenza rappresentata dal capo
commessa, in fasi successive. Nella progettazione preliminare il team è a contatto con
la committente, le idee devono essere confrontate, il rapporto risulta essenziale per la
definizione del quadro progettuale. Nella fase del progetto definitivo dovremo andare
ad operare di tutte quelle decisioni che devono portare alla verifica da parte degli enti
burocratici del progetto, che saranno enti esterni. La fase esecutiva dovrà portare alla
realizzazione un insieme di elaborati atti a far si che il progetto possa essere messo in
appalto. Gli elaborati sono sintetizzati in tavole che rappresentano le risposte ai
requisiti espressi dal bando di concorso.
Caso studio II
Il concorso di idee è la fase in cui il progetto viene scelto, poi si ha l’analisi del
progetto preliminare in cui vengono impostati i requisiti dell’edificio da costruire. Un
concorso di idee deve trasmettere l’idea progettuale che si è maturata da parte del
team progettuale alla committenza. Le tavole devono convincere e attrarre
l’attenzione. I disegni sono quasi tutti fatti a mano libera a cui era affidato il compito
di comunicare l’idea. Uno dei requisiti era la flessibilità , unico organismo che poteva
funzionare come organismo unico o come un insieme di entità diverse. Da qui è nato
il progetto edilizio che fosse divido in quattro blocchi indipendenti, ma collegati tra
di loro da delle passerelle e sono serviti da delle dorsali distributiva pianterreno che
fanno capo ad un’unica hall centrale di smistamento. Questi blocchi dovevano
risultare caratterizzati da una manica modulare precisa e tutta la superficie di affaccio
verso l’esterno doveva essere fruibile per la posizione degli open-space. La seconda
idea progettuale era quella di separare la impostazione formale dei fronti esterni con
il fronte interno. Il piano di accesso all’interno, risultava sul piano interno sovra
elevato e all’interno del cortile che si creava potevano essere creati una serie di
elementi come il verde, specchi d’acqua ecc.. a caratterizzare le strade d’accesso
erano le porte con tecnologie diverse che volevano avere lo scopo da fare da tramite
tra il paesaggio interno ed esterno. Queste idee sono riversate in un insieme di piante
e assonometrie e sezioni. L’insieme delle tavole vuole comunicare l’idea progettuale
accentuandone le componenti ritenute caratterizzanti e vincenti. Le soluzioni tecniche
sono ipotizzate al fine di introdurre alcune problematiche costruttive su cui sviluppare
il progetto. Il progetto preliminare va a definire le caratteristiche qualitative e
funzionali dei lavori. Consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della scelta
della soluzione, schemi grafici per l’individuazione delle caratteristiche dimensionali,
24
tecnologiche. I contenuti grafici sono le piante, che definiscono le caratteristiche
funzionali del progetto, le sezioni/prospetti che definiscono volumetricamente la
conformazione geometrica del progetto. Le rappresentazioni prospettiche forniscono
le prime indicazioni sugli aspetti compositivi dei fronti esterni. Gli schizzi relativi ai
fronti interni evidenziano la presenza di componenti naturali. I render contribuiscono
a rendere esplicite al committente alcune scelte formali legate anche all’uso dei
materiali. Anche il plastico rappresenta un elemento di controllo indispensabile per la
verifica delle scelte per il progettista che per la committenza.
Casi studio III
Procedure della validazione, ultima fase di progetto prevista dalla legge merloni.
I documenti legislativi che parlano di validazione ci inducono a pensare che la
validazione sia un ulteriore step di un percorso formale perchè nel discorso
legislativo, i termini lessicali sembrano alludere ad un controllo di tipo formale. La
validazione dell’esecutivo incomincia con la verifica di tutte le autorizzazioni degli
enti preposti e la rispondenza alle normative. Si controlla anche la completezza della
documentazione e anche la chiarezza della documentazione. Prevede anche la
coerenza con i dati preliminari e definitivi, che le scelte siano trasparenti e
ripercorribili. La validazione viene fatta attraverso un organismo d’iscrezione il quale
tra i primi compiti ha quello di verificare i documenti tra il computo metrico e il
capitolato. I documenti testuali vengono verificati con l’insieme dei documenti
grafici.
Dopo aver verificato i documenti testuali, si passa agli elaborati grafici, controllando
le tavole sotto il profilo della correttezza ed univocità della rappresentazione ( anche
in riferimento alla scala) sia sotto il profilo della completa biunivocità dei riferimenti.
Viene inoltre valutata la validità delle soluzioni progettate, anche in rapporto alle
informazioni del preliminare e degli altri documenti progettuali. Le tavole grafiche e i
disegni, vengono esaminate sotto il profilo della chiarezza e completezza, la prima
viene verificate con delle osservazioni su ogni documento comprendendo anche i
documenti testuali e sintetizzando l’insieme di osservazioni punto per punto su
eventuali lacune in tre classi: sufficiente, insufficiente e scarso.
- Quando un documento ottiene un giudizio sufficiente vuol dire che l’oggetto è
leggibile ed esaustivo e presenta una chiara congruenza delle informazioni sia
all’interno dello stesso elaborato che su diversi elaborati.
- Se il documento viene valutato come insufficiente, l’oggetto pur essendo leggibile è
per alcune informazioni non esaustivo. Alcuni elementi tecnici rappresentati
all’interno dello stesso elaborato o su diversi elaborati sono incongruenti o non
facilmente identificabili.
- Se l’elaborato è scarso, la tavola non è chiaramente leggibile e non è esaustiva.
L’incompletezza delle informazioni riportate pregiudica la chiarezza del documento e
quindi la possibilità di riscontrarne le congruenze con altri elaborati.
Il secondo punto che si valuta circa la validità della documentazione (organismo di
ispezione ODI ) è quello della completezza, si intende verificare se l’insieme della
documentazione copre l’intera serie di documenti che costituiscono l’esecutivo.
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Elenca pertanto i documenti non pervenuti e le informazioni mancanti. Tutte le
osservazioni raccolte durante le verifiche confluiscono in rapporti di ispezione
intermedi, i quali rapporti vengono redatti all’organismo di ispezione, dismessi con il
Rup e i Progettisti e diventano la base per una discussione progettuale tra l’organismo
di ispezione il Rup e i progettisti al fine di produrre delle successive versioni del
progetto che possono accogliere le osservazioni che l’organismo di ispezione ha fatto
o che possono rigettate. Quando il progetto arriva alla sua fase finale, l’organismo
monta un rapporto finale che serve al Rup per decidere se validare o non validare un
progetto. Proprio perché la validazione a monte ha un processo di verifica, la
validazione implica delle responsabilità. Il Rup può decidere di validare o no anche
se ‘organismo di ispezione ha dato un parere favorevole. L’organismo di ispezione
deve avere preparazione specifica e livello culturale adeguato al progetto.
Se la progettazione è esterna alla PA l’ispezione del progetto non dovrebbe essere
fatta dalla PA anche quando ne avesse facoltà.
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strutturali dell’edificio e la scelta della carpenteria metallica. Il prospetto su corso
Castelfidardo è l’ingresso principale degli studenti. Il prospetto sugli scavalchi
confermano questo tipo di impostazione e si vede come la parte centrale sia una
piazza a servizio dell’intera città.
Dettagli costruttivi
Il collegamento a terra delle maniche di scavalco nelle quali passano le scale di
sicurezza. Si tratta di scale di sicurezza che presentano un percorso di accesso con dei
locali filtro, c’è anche un ascensore in modo da permettere l’evacuazione anche ai
disabili. Le scale sono a doppia elica, con carpenteria metallica. Uno degli ascensori è
destinato solo al collegamento dei piani sopra al piano di scavalco, infatti il
collegamento verticale è interrotto. Il corrimano e il sistema di ringhiere è adottato
per il sistema principale, si è scelto di svilupparle in un andamento orizzontale con
tubi di acciaio, l’aggancio alla soletta di calcestruzzo è fatto per i montanti con un
sistema reversibile, mentre la l di supporto generale si attacca alla struttura portante
del solaio con saldature. Le finestre giganti hanno caratterizzato da subito l’idea dei
corpi che costituiranno il raddoppio. I lucernari zenitali sono stati previsti per dare
luce al corridoio. I lucernari sono sul telaio di alluminio e sono collocati su una
copertura piana, la quale costituisce la parte strutturale del calpestio, mentre al di
sotto di essa è posto un controsoffitto con l’intento di riproporzionare il corridoio.
CASO STUDIO DEL “RADDOPPIO” II
La validazione riguarda adesso la parte edilizia e faremo vedere come è stato
impostato il lavoro del team di validazione, vedendo come si è proceduto per
analizzare il sistema di relazione che regolano i singoli elementi dell’edilizia. Si tratta
di un metodo di “controllo incrociato” perché partendo dagli elaborati grafici di base
si è cercato di mettere insieme per ogni componente edilizio le diverse informazioni
che nascevano dalle schede tecniche, elaborati dal computo metrico ed estimativo,
dall’analisi prezzi, elenco prezzi e dalle norme di capitolato. Facendo una
decodificazione abbiamo ricostruito delle schede dove è stata operata la verifica della
congruenza tra le informazioni che derivavano dagli elaborati.
Analisi della planimetria generale
Partiamo da una pianta redatta da una scala 1:50, nella quale vediamo una serie di
codici di riferimento che rinviano alle singole tipologie di componenti che
costituiscono il sistema complesso della progettazione. Oltre ad avere le informazioni
dimensionali, sono individuati tutti gli elementi che costituiranno i vari elaborati
relativi alle schede tecniche, all’elenco prezzi, capitolato dall’appalto che
costituiscono parte integrante del progetto esecutivo. Ci sono poi alcune osservazioni
perché sono relative alla fase di verifica del progetto in cui il team di validazioni ha
annotato le osservazioni che venivano portate al progettista il quale doveva fare delle
opportune ricerche. Per esempio il sistema delle quotature adottato, che doveva essere
riportato e congruente con tutti gli elaborati tecnici relativi al tracciamento delle
strutture portanti in cemento armato. Alcuni elementi di finitura come le porte
taglialegna esterno, erano riferite a elementi previsti ma che erano al di fuori
dell’appalto presente e quindi dovevano essere segnalate. Tutte le sigle sono riferite a
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singoli componenti edilizi, a cui si fa rimando per la descrizione che consente la
corretta realizzazione, quindi la tavola è uno schema di sintesi. La validazione viene
fatta a campione e non sull’intero sistema adottato.
Le murature interne sono di diverse tipologie, sono indicate con la sigla “M”.
L’insieme di sigle viene verificato sotto il profilo della completezza(ogni parte sia
specificata), sotto il profilo della congrueità con le indicazioni del capitolato. Le voci
di schede di capitolato sono anch’esse di sintesi cioè comprendono in un’unica voce
più varianti della medesima muratura, perché le murature che costituiscono le
partizioni interne della zona lavoratori sono fatte tutte con i blocchetti di calcestruzzo.
La muratura M2.2 è quella relativa ai servizi che ha una scheda apposta perché
nella parte superiore c’è un cordolo di irrigidimento,
- MT1.1 è prima di rivestimento e di questo cordolo,
- M1.3 che è analogo al precedente ma ha il cordolo di irrigidimento,
- MT1.2 è una muratura faccia a vista ed è di spessore differente rispetto alle
precedenti.
Oltre al mondo delle murature c’è anche quello di finitura, intonacatura con intonaco
di calce ad esempio.
I giunti sono delicati in una struttura in cemento armato prefabbricata, tra le
diverse parti del corpo di fabbrica da permettere il sistema di dilatazioni e
accorgimenti per non far verificare le brutte situazioni di avere dei dissesti. Il
giunto GF2 collega le due parti di corpo di fabbrica quella da altezza 2 e 4
piani. Le strutture sono raddoppiate, ma per la sistemazione della facciata
esterna è previsto un giunto particolare che risolve il problema dal tipo di
finitura sulla manica di 24 metri e quella bassa. Un’ altra serie di giunti GT1
corrono trasversalmente l’intero corpo di fabbrica. Il mondo dei giunti è
delicato perché deve essere pensato in tre dimensioni, un giunto di dilatazione
diventa difficile per una facciata ventilata perché dove c’è la linea di sutura tra
le due strutture, deve essere garantito l’isolamento termico, acustico e la tenuta
all’aria. Per una facciata tradizionale è facile, per una facciata ventilata è facile
da fare per i requisiti di tenuta all’acqua e aria e isolamento termico e acustico
ma più difficile nei riguardi di penetrazione nell’intercapedine di animali,
perché il giunto tende ad essere sovradimensionato. Allo stesso modo il
problema si ripropone per la penetrazione di liquidi e polvere nei pavimenti
sopraelevati.
Terzo insieme di componenti riguarda le porte, sistema di partizione interne,
nel caso specifico abbiamo una porta di collegamento tra il corridoio interno e
il deposito per l’area dei lavoratori e una porta per l’accesso ai servizi. Una
delle porte esterne è vetrata con una bussola girevole per il collegamento
dell’ingresso principale dell’edificio. La porta girevole d’accesso viene
presentata correttamente con il prospetto e pianta di sezione verticale, c’è
l’analisi dei prezzi e la descrizione della voce del capitolato in cui si specifica
in cui c’è un controllo elettronico degli accessi.
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I massetti, cioè ai tipi di pavimentazioni, abbiamo scelto quello riferito alla
scala. La tavola del massetto ci riporta alla sezione sulla scala. Il massetto della
scala è in cemento armato , lo stesso tipo è sui pianerottoli. La parte di pedata
di una scala “MSG.G” di alzata è un rivestimento di gomma, e richiede una
perfetta lisciatura.
CASO STUDIO DEL “RADDOPPIO” III
I pavimenti galleggianti, sono presenti in tutte quelle strutture che devono
ospitare quelle funzioni che necessitano di avere dei punti di uscita per i quali
si rende indispensabile. La pavimentazione ha uno strato di finitura di calpestio
sia supportato da lastre rette da un’intelaiatura poggiante su piedini che
trasmettono le sollecitazioni tramite una piastra regolabile. La base di appoggio
viene fatto tramite no strato di malta auto rivellante per velocizzare i tempi di
cantiere che facilita il conseguimento di una planarità adatta per l’appoggio dei
piedini. Più in dettaglio, il problema della facciata ventilato è stato disarticolato
in molti punti di aggancio.
La copertura piana, fa uso di una lamiera grecata la quale porta l’acqua
meteorica su una gronda e poi viene smaltita da un pluviale da uno spessore
della muratura.
La stratigrafia del marciapiede che è previsto con un sottofondo in misto di
cava che fa da strato che determina le pendenze, poi c’è un massetto ripartitore
con rete di acciaio e poi il sottofondo con la posa di lastre in calcestruzzo.
I massetti esterni sono relativi al sistema di coperture piane. Dopo validazione
è stato introdotto uno strato armato sotto la pavimentazione, è stato anche
modificato lo spessore del massetto di protezione sopra l’isolamento termico,
ci fa capire come la validazione possa incidere in modo visibile sull’insieme
dei costi della realizzazione evitando varianti di cantiere che si sarebbero rese
necessarie.
VALIDAZIONE DEL CAPITOLATO
La prima cosa che il validatore controlla è la correttezza delle unità di misura. Il
codice “montaggio” nella validazione non dovrebbe comparire. A proposito delle
guaine, parliamo degli articoli di catalogo che in un capitolato per opere pubbliche
non possono essere citati perché individuano la fornitura di un prodotto.
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Si tratta di integrare la sicurezza nel processo edilizio, facilitare il trasferimento del
Progetto in cantiere, prefigurare scenari plausibili del cantiere, ottimizzare l’uso delle
risorse e informare la valutazione dei rischi. Un fattore importante è quello di creare
un continuo flusso di informazione sui rischi possibili sui luoghi delle varie
lavorazioni. La sicurezza è parte integrante del sistema edilizio, la corretta gestione
della sicurezza richiede un approccio appropriato. L’infortunio viene visto in due
approcci:
Approccio globale: vede l’infortunio come una fatalità avversa, che non può essere
controllato dall’operatore in cantiere
Approccio scientifico: vede l’infortunio come un evento negativo in cui bisogna
evidenziare tutte le cause che hanno generato l’infortunio.
Se l’infortunio è una fatalità avversa, possiamo non reagire, imprecare e fidarsi nella
sorte, in questo caso anche la qualità, la sicurezza, la salute e l’igiene sono aleatori.
Nel secondo caso, in cui cerchiamo di capire le cause che hanno generato situazioni
negative, dobbiamo dotarci di una serie di strumenti e metodi atti a rendere il tutto un
processo unitario globalmente gestito. Il primo quesito necessario è avere un
- buon progetto: elaborati grafici e non, finalizzate a spiegare in modo univoco a
spiegare tutte le idee del progettista
- programma lavori: impostare tutto il processo d’intervento in termini
sistematici dal punto di vista temporale al fine di garantire un corretto
svolgimento e dare la giusta attenzione alle attività che possono essere
incompatibili e una gestione che rispetti i tempi in funzione dell’impegno
economico.
- Analisi dei rischi: mettiamo a confronto tutte le attività, che possono
influenzarsi reciprocamente e generano rischi
- Piani di sicurezza: devono essere portatori di informazioni utili sia allo
svolgimento delle fasi operative in cantiere sia a salvaguardare la salute,
sicurezza e igiene sul lavoro
- Formazione: rendere dotti tutti gli operatori in cantiere in base al progetto
operativo e al programma
- Informazione: passando per tutti gli operatori creando una nuova mentalità
dove non possa essere accettabile l’unico parametro di misurare gli eventi in
cantiere. Creazione di una rete dinamica d’informazione che si avvicina
sempre più verso il luogo di realizzazione.
C’è un problema nel mettere in un principio dialettico la progettazione operativa con
la realizzazione. Una prima definizione del progetto operativo può essere una lettura
e interpretazione dell’intervento nei suoi diversi livelli di progettazione. Tutto ciò che
adesso è annesso al progetto , devono essere compresi, interpretati in modo univoco
per facilitare verso il luogo dell’esecuzione. Il primo passaggio riguarda la
disarticolazione dell’oggetto edilizio da realizzare non solo prestazionale ma anche
dal punto di vista operativo, ovvero scomporre l’oggetto da realizzare in parte
omogenee dal punto di vista operativo, quindi individuare e determinare le fasi di
lavoro tra loro omogenee.
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Tre livelli di complessità operativa:
o Voci d’opera: ogni voce d’opera genera diverse lavorazioni che a sua volta
generano diverse attività
o Lavorazioni
o Attività
La caratterizzazione delle fasi operative di lavoro per materiali, risorse (macchinari,
attrezzature) e strumenti gestionali, individuando la squadra operativa più idonea, le
modalità operative più appropriate che rendono più facile l’organizzazione
progressiva del lavoro in cantiere.
IL PROGETTO
Al variare dell’operatore del processo edilizio, la parola progetto può evocare diversi
significati a partire dal committente, cioè colui che ha fatto partire il processo, si
passa al progettista che deve essere capace di interpretare. Man mano che andiamo
avanti nel sistema, cambia la natura e le esigenze degli operatori. Il progetto
operativo deve essere tutto ciò che si sta progettando verso la realizzazione. Una
caratteristica interessante della qualità operativa è che ha due facce, una intrinseca,
ovvero con riferimento alle vicende costruttive, la seconda la qualità in genere cioè
una buona esecuzione garantisce che l’esito finale sia più vicino all’obiettivo. Quello
che conta è la qualità effettiva, il committente e gli operatori alla fine dovranno
misurarsi attraverso il riscontro tra quello che è stato analizzato e le attese dei vari
momenti progettuali. Il progetto operativo segue la logica del progetto in genere, è un
insieme di elaborati atti alla definizione delle prescrizioni e delle indicazioni delle
modalità realizzative delle varie parti del sistema tecnologico di una costruzione.
Il progetto operativo andrebbe inteso come un processo dinamico, partiamo dalla
scelta di metodi costruttive a fronte a una gamma di più alternative andrebbe scelta
quella più appropriata al caso specifico. Questo può avvenire in base ad
un’organizzazione produzione edilizia e il soddisfacimento attese di qualità. Vi è
l’ottimizzazione delle risorse materiali, umane ed economiche. I piani operativi
possono essere portatori di più informazioni, sono quelli specifici piani
corrispondenti alle singole lavorazioni.
I contenuti dei piani operativi dipendono dalla dimensione e complessità
dell’oggetto, dalla provenienza e qualifica della squadra operativa, modalità
esecutive, mezzi d’opera utilizzati e modalità manutentive. Le fonti principali a cui
bisogna attingere è l’esperienza d’impresa, le soluzioni tecniche consolidate,
informazioni tecniche dei produttori, normativa tecnica e i codici di pratica(forma di
normativa tecnica, possono essere rivolti ai progettisti, insieme di regole di come
possono essere messe in opera ). Utilizzare le informazioni in funzione dello
specifico intervento da realizzare, tenendo conto delle reali esigenze, dell’attendibilità
e dell’applicabilità delle informazioni tecniche. Nei piani operativi è bene inserire per
ogni lavorazione misure di prevenzione collettive e individuali. Per la tutela dei
lavoratori e di terzi per quanto riguarda la sicurezza, l’igiene e la salute.
GESTIONE DELLA SICUREZZA II
31
L’ UNI 8690, definisce il contenuto e le attività di impiego delle informazioni
tecniche, organizza e articola le varie categorie di prodotti in sei blocchi utili in fase
di progettazione e utilizzo della realizzazione. L’Informazione tecnica è utile per le
tecnologie più innovative.
Il primo blocco è relativo sull’origine del prodotto a partire dalla ditta che
commercializza il prodotto, l’organizzazione aziendale, laboratorio da prove interno e
consulenze esterne.
Il secondo blocco riguarda le informazioni tecniche descrittive del prodotto, a partire
da sigla del modello, denominazione commerciale,si inizia a descrivere i materiali,
gli accessori e i semilavorati. Le prime informazioni utili per le decisioni del prodotto
in cantiere: la confezione e imballaggio del prodotto ossia capire i vincoli
dimensionali e di peso a partire dal luogo di produzione verso il cantiere. Lo stesso
imballaggio in funzione del peso, possono essere idonei o meno ad essere stoccate da
parte di strumenti. La sequenza delle lavorazioni danno le prime indicazioni secondo
il produttore, con riferimento esclusivo al prodotto.
Il terzo blocco riguarda le prestazioni del prodotto. Il progettista che vuole utilizzare
uno o più prodotti esistenti sul mercato, deve misurarsi con le funzionalità dei
prodotti offerti, scegliendo il prodotto in base alle proprie esigenze qualitative che ci
soddisfi. Il corretto uso del prodotto, vuol dire accorgimenti specifici, protetti dagli
agenti atmosferici, raggi UV ecc. quindi il corretto uso del prodotto può essere utile
in fase della programmazione. Le informazioni descrittive su avvenimenti impieghi
del prodotto possono dare informazioni sulla ditta di produzione.
Quando si parla di informazioni sugli aspetti commerciali del prodotto, ci si riferisce
anche alle condizioni generali di fornitura, alle garanzie sulla qualità del prodotto,
alla rete di verifica e assistenza. Le informazioni tecniche organizzate seconda le
possibili integrazioni, sono riferite al riciclaggio e/o smaltimento. Esempio: milioni di
tetti di coperture con lastre in cemento amianto, e non lo si può più utilizzare.
Il problema della scheda tecnica è quella di trasferire notizie standard verso il mondo
reale della costruzione, si parte con modalità esecutive.
La struttura complessiva da inserire nel piano operativo di ciascuna operazione, si
parte con la descrizione delle condizioni contrattuali, bisogna stare attento a mettere
una serie di vincoli che in caso di deroga o trasgressione deve essere detto quali sono
le conseguenze, il secondo punto è della qualità di tipo operativo, per garantire una
qualità accettabile, ciascun piano sia affetto da un livello di qualità accettabile e in
caso di adempienza , bisognerebbe ripristinare quello che non va bene. Per le
modalità esecutive abbiamo già spiegato che bisogna indicare i materiali e i prodotti
impiegati e i mezzi d’opera. La squadra operativa (qualifica e qualità) utili per capire
se devo prevedere certi carenze atti a diminuire occupazioni per la capacità di gestire
le stesse squadre operative. Le procedure di esecuzione e il tempo di esecuzione
previsto possono essere previste possono essere utili per la gestione delle singole
lavorazioni. E’ importante allegare allo schema grafico del piano operativo. Quindi il
piano operativo reale di costruzioni è quel piano che contenga tutte i contenuti. Un
aspetto importante è il legame tra il progetto della sicurezza e la gestione della
32
manutenzione specialmente per interventi complessi, si tratta di proteggere gli
operatori attraverso l’inserimento di una serie di montanti in acciaio collegati da un
caso in acciaio (sul tetto), cosi potranno gli operatori agganciarsi.
33
- Scheda tecnica di prodotto, importante per il progettista che capisce quali sono
i limiti e le caratteristiche che il produttore assegna al nostro prodotto e se
rientra nei requisiti che lo stesso progettista aveva in mente di utilizzare
- Codice di pratica anche se in Italia non esiste una vera codificazione su di essi.
Devono essere condivisi dalle associazioni di categoria merceologica.
Nella parte IV del capitolato speciale d’appalto, per la parte della progettazione
operativa, riguarda la descrizione particolareggiata dei lavori e contiene le
prescrizioni da applicare all’intervento edilizio di ogni singolo contratto. Contiene la
descrizione dei lavori, le specifiche tecniche che i materiali devono assolvere, le
pattuizioni contrattuali e i criteri di misurazione.
Le schede di sicurezza hanno una provenienza di carattere europeo, la compilazione
delle schede è normata da due decreti legge, D. Lgs. N.52 del 3/02/1997 e il D. Lgs.
N.285 del 16/07/1998 in cui sono presenti le misure di protezione che consentono gli
utilizzatori di prendere le misure necessarie per la protezione dell’ambiente e per la
salute e per la sicurezza sul luogo di lavoro. Altre schede molto importanti sono
regolate dalla normativa UNI 8690, ed è riferita ai materiali, ai semilavorati, agli
elementi, ai componenti, ai sistemi edilizi fisicamente disponibili sul mercato.
In particolare le schede tecniche di prodotto prevede: l’intestazione, cioè sapere a chi
è rivolto, informazioni sull’origine del prodotto, informazioni tecniche descrittive del
prodotto, informazioni tecniche sulle prestazioni del prodotto, informazioni per il
corretto uso del prodotto, informazioni descrittive su avvenuti impieghi del prodotto e
le informazioni sugli aspetti economico- commerciali del prodotto.
I codici di pratica illustrano a partire dalle conoscenze della cosiddetta “regola
dell’arte” tutte le fasi necessarie per l’esecuzione o la mesa in opera di un elemento
tecnico. Attualmente non esiste ancora una codifica che definisca struttura e i
contenuti per la redazione di un codice di pratica, ma dovrebbero trattare i seguenti
argomenti: gli aspetti generali relativi allo scopo e al campo di applicazione della
soluzione tecnica, una classificazione morfologica, tecnologica e prestazionale dei
prodotti di ogni elemento o strato funzionale, le principali indicazioni per la
progettazione, le principali indicazioni per l’esecuzione della soluzione, le fasi di
cantiere necessarie per la messa in opera e la gestione e manutenzione della soluzione
tecnica.
LE FASI DI VITA DEI PRODOTTI IN CANTIERE
La prima è quella dell’approvvigionamento, complesso di operazioni necessarie a
rifornire il cantiere dei prodotti necessari alla realizzazione dell’opera edilizia civile e
infrastrutturale. Altro elemento è lo stoccaggio, fase costituita dalla sistemazione
ordinata in aree apposite, opportunamente predisposte, dei materiali, dei prodotti e
dei componenti necessari alla specifica lavorazione. Delle informazioni importanti le
abbiamo nelle schede di prodotto. La movimentazione, fase costituita dal complesso
delle operazioni di spostamento manuale o meccanizzato da effettuarsi tramite mezzi
di movimentazione. La lavorazione cioè la fase costituita sia dal processo di
trasformazione e adattamento dimensionale di un semilavorato attraverso tagli,
giunzioni, ecc.. che dal processo di produzione o trasformazione di un materiale. Il
34
collocamento in opera, fase costituita dall’insieme di operazioni elementari volte a
riunire nella loro posizione definitiva elementi e materiali costituenti la soluzione
tecnica.
REQUISITI DI QUALITA’ OPERATIVA
- Flessibilità dimensionale: attitudine del prodotto ad adattarsi alle dimensioni
progettuali senza aggiustaggi in cantiere, con una gamma tipologica del
medesimo prodotto tale da soddisfare svariate necessità dimensionali in modo
da ridurre gli adattamenti in opera
- Adattabilità dimensionale :attitudine del prodotto ad essere adattato alle
dimensioni progettuali mediante lavorazioni in cantiere con prodotti
caratterizzati da sistemi precostituiti dal produttore per facilitare operazioni di
taglio, sagomatura
- Facilità di movimentazione: attitudine del prodotto ad essere spostato in
cantiere con impegno minimale di attrezzature e secondo preordinate modalità
con prodotti caratterizzanti dalla presenza di elementi preordinati per
l’aggancio, per l’inserimento di forche protette, per dimensione e peso per la
movimentazione manuale.
- Limitazione nell’impiego di materiali, utensili ed energia : attitudine del
prodotto ad essere lavorato/trasformato in cantiere con impiego minimale di
materiali accessori e utensili e comporta una semplificazione dell’impianto
elettrico tramite riduzione delle necessità di quadri secondari, prolunghe e
prese elettriche.
- Semplicità d’uso del prodotto : Attitudine delle caratteristiche operative del
prodotto a consentire una buona precisione di posa o di montaggio con poche
trasformazioni con la riduzione dei tempi di esecuzione, semplicità di
istruzione delle maestranze alla posa o al montaggio in qualità e sicurezza.
- Limitazioni degli ingombri e facilità di stoccaggio : Attitudine del prodotto a
migliorare la fruibilità delle aree di cantiere disponibili come le dimensioni in
fornitura, sovrapponibilità, sistemi di trattenuta e stabilizzazione, sistemi di
sigillatura dei contenitori parzialmente utilizzati.
- Limitazione della produzione di residui tossici e/o rifiuti : attitudine del
prodotto alla riduzione dei rischi derivanti dalla produzione di residui tossici
e/o rifiuti di cantiere con fornitura interamente utilizzabili, smaltimento
contenitori non completamente vuoti, natura degli imballaggi
- Resistenza dell’imballaggio : attitudine dell’imballaggio a resistere agli agenti
atmosferici e a situazioni ambientali quindi la durabilità degli imballaggio da
movimentare sottoposti a insolazione, pioggia, necessità di depositi che
riducono la fruibilità degli spazi di cantiere disponibili
- Limitazione dei controlli : attitudine del prodotto ad essere trattato
correttamente con facili e rapidi controlli, nelle diverse fasi operative con la
riduzione dell’esposizione al rischio nelle fasi di controllo es. caduta dall’alto,
caduta in profondità
35
- Limitazione entità mano d’opera : attitudine del prodotto ad essere lavorato in
cantiere con l’impiego di un’entità limitata di operatori con la riduzione del
numero di persone esposte ai rischi insiti nella lavorazione
- Non affaticamento dell’operatore (prob. Del peso) : attitudine del prodotto a
non comportare l’affaticamento dell’operatore durante le fasi operative con la
riduzione del rischio generico pe4r aumento di lucidità e vigilanza
dell’operatore sui propri gesti costruttivi
- Sicurezza d’uso del prodotto : attitudine del prodotto ad essere spostato e
lavorato in cantiere con il maggior grado di riduzione del rischio di innesco di
eventi dannosi o patogeni come superfici e spigoli abrasive o taglienti,
conduttività elettrica, produzione di polveri e/o vapori tossici e /o infiammabili.
36
Organizzare il Processo di Realizzazione in modo che il programma di lavori
funga da strumento di vita e controllo delle varie fasi
Determinare la durata dell’intervento in funzione delle singole fasi operative
tenendo conti dei vincoli
Contrattualizzare i rapporti Committenza Vs Impresa fissare delle regole, fissare
certi obblighi da parte della committenza all’impresa in modo che venga diminuito i
casi di riserve e contestazione dei rapporti
Ottimizzare l’allocazione e la gestione delle risorse si parla di tre tipologie di
risorse, la prima riguarda la manodopera quindi risorse umane, la seconda riguarda
risorse materiali che saranno impiegati nella realizzazione del manufatto, il terzo tipo
sono risorse di mezzi e tutto ciò che riguarda le varie fasi organizzative.
LE RAGIONI DELLA PROGRAMMAZIONE
Le caratteristiche peculiari del sistema edilizio: al variare di certi parametri può
variare le modalità di produrre e organizzare la produzione. Gli operatori non sono
sempre ben affiatati tra di loro, molto spesso si trovano operatori di diverse
operazioni.
ANALISI DEI VINCOLI DELLA PROGRAMMAZIONE
Le fasi operative possono essere svolte con diverse modalità esecutive e con
l’impiego di diversi mezzi d’opera che richiedono un accurato studio. La prima
famiglia di vincoli che è chiamata “Logica costruttiva” riguarda la sequenza
obbligatoria nell’eseguire le varie fasi operative, per esempio si parte dagli scavi, si
prosegue con la realizzazione delle fondazioni e delle strutture di elevazione e via via
fino alle coperture. La seconda famiglia “organizzazione lavori” riguarda di decidere
quali politiche gestionali organizzative vanno applicate nella gestione delle fasi
operative, sono anche funzione diretta dei condizionamenti. La prima famiglia di
vincoli riguarda la pianificazione della sicurezza, richiama l’attenzione a due
tipologie di vincoli per la sicurezza, la prima è di ordine tecnico ovvero delle
operazioni specifiche atte a garantire l’incoluminità degli operatori in cantiere, la
seconda è di tipo gestionale, ad esempio in momenti di riunione di coordinamento tra
il coordinatore e i vari soggetti coinvolti nella realizzazione del subappaltatore.
Diagramma di flusso che indica un insieme di percorso che parte dall’impostazione
fino ai momenti discutibili, passando attraverso la progettazione, l’organizzazione
delle varie fasi operative e attraverso la programmazione dei lavori:
- PERT: sistema reticolare di programmazione
- GANT: sistema a bare dove le attività sono poste su un calendario temporale.
PBS WBS
37
organizzare meglio tutte le vicende
partono da promozione, successiva E’ la destrutturazione della
parte
fase di progettazione ecc.. operativa dell’intervento. Un
esempio è l’intervento di
ristrutturazione di un
edificio ad
strutttura di PBS riferita ad un’opera pubblica uso uffici ubicato nel centro di
partiamo dalla programmazione, Milano. Essa è organizzata in tre
la committenza passa ad un incarico livelli: il primo livello è la
vocedopera,
di uno studio di fattibilità, poi mano mano il secondo è la lavorazione, il terzo
la committenza deve specificare gli aspetti esprime in dettaglio le attività. Le
progettuali e programmatori. La parte voci d’opera erano principalmente
successiva richiede tre livelli di progetto. Quattro, l’organizzazione del
cantiere
preliminare, definitivo ed esecutivo. , le demolizioni di parti dell’edificio,
Si arriva poi all’esecuzione che porta alla. Le finiture e gli impianti.
Costruzione (WBS). ORGANIZZAZIONE DEL
CANTIERE
DEMOLIZIONI
FINITURE
38
Montaggio pareti divisorie Montaggio struttura di montaggio chiusura
Cieche, montaggio porte. Sostegno, montaggio di sostegno,
montaggio
interne elementi di chiusura. Elementi di
rivestimento
39
Con l’approccio probabilistico bisogna basarsi sui parametri della statistica, bisogna
tener conto che lo studio della probabilità dipendono dalla popolazione e dalla natura
di quel campione.
1. Il primo parametro è il numero delle volte ripetuto delle attività ( N)
2. Il secondo parametro è il numero di rilievi di durata che si vengono rilevati
(ND)
3. Il terzo mette a rapporto ND/N e si chiama frequenza relativa
4. (ND/N)/D densità di frequenza CURVA GAUSSIANA
5. D durata rilevata
6. D intervalli di durata
Distribuzione dei valori rilevati di durata.
Tanto più grande è N, tanto più piccolo
È D.
In ascissa troviamo le durate, sull’ordinata
La densità di frequenza.
La probabilità che D sia compresa tra D0 e D1 è uguale all’area sottesa della curva tra
le coordinate dei punti D0 e D1. Con l’approccio probabilistico possiamo fare
riferimento a tre durate:
- Durata media ( Dm) ascissa del baricentro dell’area sottesa dalla curva tra D0
e D1
- Durata moda (DMO) ascissa a cui corrisponde la massima ordinata della
curva
- Durata mediana (DME) ascissa corrispondente all’ordinata della curva che
divide in due parti uguali l’area sottesa dalla curva tra D0 e D1.
Ciascuna curva ha un certo andamento, quando le curve sono simmetriche, i tre valori
coincidono. Per poter determinare la durata mediana con l’approccio probabilistico
bisogna prefigurare tre scenari: la durata ottimistica “a” ( tempo necessario per
l’espletamento dell’attività in condizioni particolarmente favorevoli), la durata
pessimistica “b” ( è il tempo necessario per l’espletamento dell’attività in condizioni
sfavorevoli, come fattori meteorologici, rendimento operatori, guasti macchine con
intensità e frequenza inusuali ecc), la durata normale “n”( tempo necessario per
l’espletamento dell’attività in condizioni consuete). Il valore di n si può ritenere
coincidente con il valore modale (n=Dmo), cioè con il valore di massima densità di
frequenza.
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA II
La durata di riferimento è la Durata Mediana D, ossia l’entità che tiene conto delle
condizioni oggettive e del contesto a cui è soggetta la lavorazione di cantiere. Quasi
tutti i valori di durata devono cadere nell’approccio probabilistico nell’intervallo a-b,
vuol dire che l’entità minima di possibile durata è la durata ottimistica, quella
massima è la durata pessimistica, quindi gran parte della durata cadono in questo
intervallo. Una piccola porzione è inferiore alla durata a e una piccola parte è
superiore.
40
L’area Aa rappresenta la probabilità che
Nd D sia
N/D compresa tra D0 e a ( quindi inferiore alla
Durata ottimistica stessa).
L’area Ab rappresenta la probabilità che
D sia
compresa tra b e D1 (ovvero una durata
maggiore di quella pessimistica). Un
problema concreto è quello di
Aa determinare
la durata mediana, non conoscendo la
curva
di densità di frequenza, la durata mediana
Dme
D viene calcolata secondo la distribuzione
di Ab
K. Pearson:
Dme= a + 4n + b
6
Garanzia probabilistica = 50%
L’intervallo a-b rappresenta il campo di esistenza di durate, la differenza b-a varia al
variare del rapporto tra le condizioni favorevoli e sfavorevoli. In concreto, l’ampiezza
di intervallo a-b dipende dal rapporto tra la durata pessimistica e durata ottimistica,
ovvero per specifica lavorazione qual è l’escursione temporale a maggiorazione
dell’ambito delle durate rilevabili a partire da quella ottimistica. Sono importanti due
parametri, “sigma” che rappresenta la deviazione standard ovvero lo scarto
quadrato medio e 2 che rappresenta la varianza, che rende conto della dispersione
intorno alla media dei valori assunti da una variabile aleatoria. Nell’ambito
dell’approccio probabilistico, l’intervallo massimo riscontrabile è -3 +3 che è pari
a 0.9974, ovvero l’intervallo di ampiezza si-sigma. Coniugando l’approccio
probabilistico delle durate ipotizzate con la statistica, coincidendo i valori di estremi
a-b con i valori estremi -3 +3 in modo che a (valore minimo ) coincida con -3 e
b (massimo valore) coincida con +3. In questo caso possiamo dedurre che il valore
di sarà: = b-a Uno dei parametri più importanti è il parametro denominato
6 “Garanzia probabilistica P” che rappresenta la misura della
probabilità di rispettare la durata della programmazione. La misura con riferimento
alla durata complessiva e alle singole fasi. L’area compresa tra la curva e l’asse D
nell’intervallo D0 -D1 rappresenta la garanzia probabilistica (P), l’area è uguale a 1.
Questo ci fa capire che le uscite naturale di un approccio probabilistico per quanto
riguarda la garanzia di probabilità è la metà dell’area in quanto la durata mediana
suddivide in parti uguali l’area sottesa della curva di intervallo D0-D1. Il
risultato naturale dell’approccio probabilistico che determina una garanzia
probabilistica del 50% non è sufficiente, normalmente intendiamo una garanzia
41
probabilistica buona della misura del 90%. Per poter calcolare il livello di garanzia
probabilistica oltre al 50% bisogna far rifermento ad una variabile aleatoria Z,
direttamente proporzionale allo slittamento concatenato dell’evento finale del
programma.
(Tp ) f −( Tmin ) f
Z= (Tp)f Tempo prefissato finale
√ i❑2 critiche
(Tmin)f Tempo minimo finale
La somma delle varianze delle attività critiche riguardano l’andamento delle varie
attività nei confronti dei valori mediani. La garanzia probabilistica è funzione
dell’intervallo di riferimento, e quindi all’aumentare dell’intervallo aumenta a
garanzia probabilistica. Nell’intervallo - + la garanzia probabilistica è del 61%,
cioè in questo intervallo soltanto 2/3 sono garantiti, aumentando l’intervallo fino a -
2 +2, la garanzia aumenta fino al 95%. La massima garanzia probabilistica è
nell’intervallo -3 +3, ovvero la garanzia uguale al 99,74%.
44
Attività Descrizione attività Vincoli all’esecuzione
dell’attività
i.2 Trattamento di fondo con L’attività in oggetto può
impregnante del secondo iniziare solo dopo la fine
fronte di r.2
f.1 Finitura con pittura del L’attività in oggetto può
primo fronte iniziare solo dopo la fine
di i.1
f.2 Finitura con pittura del L’attività in oggetto può
secondo fronte iniziare solo dopo la fine
di i.2.
Questo metodo illustrato è da inserire in una struttura di una WBS costruttiva. Il
risultato di questa operazione è il reticolo PERT, è la forma grafica che esprime il
risultato dopo aver valutato e tenuto conto di tutti i tipi di vincoli, ipotizzando una
sequenza operativa. Il percorso tracciato con il rosso, rappresenta il cammino critico.
pl2 r2 i2
7 8 11 12
b
pp f2
T pg pm1 pm2 pl1 r1 i1 f1
1 2 3 4 5 6 9 10 13
t
tp
CAMMINO CRITICO
Per spiegar meglio l’approccio probabilistico, sarà spiegato il processo, il metodo e
l’evoluzione di un programma lavori strutturato su una struttura reticolare con
l’approccio probabilistico. Il reticolo è il risultato dopo aver analizzato uno ad uno le
varie lavorazioni previste e dopo aver determinato il reciproco tra tutte le attività
previste. Si tratta di una programmazione reticolare con 8 attività e 6 eventi. Sono
evidenziati i valori della durata ottimistica, normale, pessimistica, la freccia indica il
valore della durata ottimistica. In un’analisi più dettagliata si nota che al variare della
lavorazione, variano in modo diverso i rapporti tra le durate. L’attività 1.2 ha una
escursione a-b molto ampia, in condizione ottimale la durata è 1, in condizione
sfavorevoli la durata è otto volte tanto. In rosso si vede la durata mediana.
(3.5,4) (9.5,13.6)
(10.5,10.5)
Vediamo che alcune attività sono critiche perché contrassegnate dal cerchio
arancione, altre contrassegnate con il colore blu non sono critiche. Il primo evento ha
tempo minimo e tempo massimo coincidente ovvero 0. L’evento 2 ha un tempo
minimo uguale a 3.5 e un tempo massimo uguale a 4 quindi ha un valore di
slittamento concatenato uguale a 0.5 quindi non critico, la stessa cosa avviene per
l’evento 3. La vicenda degli eventi 4 e 5 è diversa, l’evento 4 a cui concorrono due
cammini, uno non critico cioè l’attività 1.2, 2.4 e uno critico cioè l’attività 1.4, ha dei
risvolti precisi per quanto riguarda l’andamento sulla criticità sull’evento stesso e sia
sulle attività che vengono congiunte. Sia l’evento 4 chè 5 hanno dei valori uguali per
i due tempi minimo e massimo quindi slittamento concatenato 0. Quindi la durata
complessiva dell’intervento è uguale alla somma delle attività poste sul cammino
critico. La garanzia probabilistica è pari al 50% perché stiamo parlando
dell’approccio probabilistico.
Determinazione della garanzia probabilistica P
47
La differenza di durata pessimistica e ottimistica è la base di riferimento di tutte le
argomentazioni trattate fin’ora. Non è sufficiente garantire l’intervento come data di
consegna al 50%; bisogna capire quindi quali sono i fattori che permettono di
aumentare una garanzia del 50% ad una maggiore. Per poter effettuare questa
operazione dobbiamo far ricorso alla variabile aleatoria Z:
T p−Ta
Z=
√ ❑i 2
Z = Variabile aleatoria
Tp= Tempo prefissato
Ta= Tempo previsto dal P.E.R.T
i2 = Somma delle varianze delle attività critiche
Il valore P viene ricavato dalla tabella dei valori delle probabilità cumulate dalla
variabile aleatoria Z. La tabella mette assieme i due parametri, il valore di Z e al
variare del parametro della variabile aleatoria Z varia la garanzia probabilistica. A
fronte di una garanzia del 90% corrisponde un valore di Z di 1.30. All’aumentare
della garanzia aumenta anche il valore di Z e quindi il grado di notorietà di tutto il
meccanismo complessivo del programma.
Z P Z P Mano mano che andiamo verso i valori
0,00 0,5000 -3,00 0,0013 superiori aumentano il valore della
0,10 0,5398 -2,90 0,0019 garanzia e della variabile aleatoria. La
0,20 0,5793 -2,80 0,0026 tabella può essere utilizzata in due
0,30 0,6179 -2,70 0,0035 scenari, il primo riguarda la
0,40 0,6554 -2,60 0,0047 committenza in funzione alla propria
0,50 0,6915 -2,50 0,0062 politica gestionale può stabilire la
durata contrattuale con impresa ed
esecutrice, il secondo riguarda l’impresa esecutrice che può formulare un proprio
programma di tipo costruttivo in base alle sue capacità operative e gestionale in
funzione del contratto patuito dal committente.
Con. Un tempo prefissato (dal contratto o all’impresa) uguale a 16. Con un tempo
previsto dal PERT uguale a 14.8 (quindi con 50% di garanzia probabilistica). Con
√ i2 (delle attività critiche) uguale a √ 0.11+1.36+1.00=1.57 Questo tempo è garantito al
50%, noi dobbiamo capire come si può aumentare la garanzia probabilistica. Il
calcolo della variabile aleatoria in questo caso sarà:
16.0−14.8
Z= =0.764
1.57
48
√ i2 delle attività critiche 1,57
Noto il valore di Z, l’incognita diventa il tempo contrattuale :
Tp−14.8
1.28=
1.57
Tp=14.8+ ( 1,28∗1.57 ) . Tp=17
Per garantire quel programma non più del 50% e del 77% bisognerebbe mettere nel
contratto una durata complessiva del 17.
DIAGRAMMA DI GANT
Si chiama Gant perché è il nome del proponente. Si tratta di un diagramma a bare,
ovvero a fronte delle varie attività previste dal programma , ogni attività ha un
segmento bara uguale di lunghezza in proporzione alla durata della stessa, quindi il
GANT può essere utilizzato con l’approccio probabilistico. Partiamo da un GANT
semplificato che riporta dati semplici, abbiamo da un lato un calendario e dall’altra
l’individuazione della durata di ogni attività sia di inizio e fine della stessa.
Attivit April Maggi Giugn Lugli Ago Set Ottob Nove Dice Gen
à e o o o s m m n
1
2
3
4
5
6
7
8a
12
9
Le attività sono separate, cioè non è stato introdotto il sistema di vincoli reciprocità
tra di loro, non si sa quali sono le attività che vincolano le altre, si sa soltanto la data
di inizio e fine di ciascuna e in che periodo avviene.
ALLOCAZIONE DELLE RISORSE
La durata delle varie attività dipende da due fattor: risorse messe a disposizione e
dalla capacità operativa e gestionale. Le risorse sono di tre tipi: risorse umane,
strumenti e materiali impiegati.
A fronte della tipologia delle attività vediamo 5 tipi di operatori, si tratta di un
intervento reale di struttura metallica posta su un basamento in calcestruzzo.
Legenda
C Carpentiere O Operaio F Ferraiolo E Elettricista
M manovratore macchinario
A ciascuna attività viene assegnato quali sono le categorie dei vari operatori coinvolti
nella specifica attività, e vicino viene indicata l’indicazione temporale di inizio e fine.
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA IV
Tra le finalità ci sono:
Programmare i tempi della costruzione;
Organizzare il processo di realizzazione;
Determinare la durata dell’intervento;
Contrattualizzare i rapporti committenza vs impresa;
Ottimizzare l’allocazione e la gestione delle risorse.
LA PROGRAMMAZIONE OPERATIVA
La programmazione operativa dei lavori richiede di determinare la durata di ciascun
voce d’opera/lavorazione. Determinare i vincoli reciproci tra le voci
d’opera/lavorazioni. Determinazione delle durate con l’approccio
deterministico(esempio il lavoro che fa l’impresa quando produce un programma
lavori esecutivo)
Uno dei metodi per determinare le durate del nostro intervento può essere quello
relativo all’incidenza % della mano d’opera. Il prezzo è fatto da una serie di costi.
Quanto noi paghiamo all’impresa per la realizzazione di un manufatto, si trasforma
all’impresa in pezzo, l’impresa in quel “prezzo” ha due dati importanti, le spese
generali e l’utile d’impresa. Il costo in edilizia è composta da: materiali, noli,
manodopera + spese generali = prezzo finale
L’incidenza in % della manodopera (decreto ministeriale 1978)
Descrizione % incidenza Operaio Operaio Operaio comune
opere manodopera specializzato qualificato
OPERE
STRADALI
Movimenti di 19 1 8
materie
Opere d’arte 30 3 2 7
La percentuale più alta sono nelle opere d’arte, quella più bassa nelle sovrastrutture.
Un cantiere con un elevato grado di meccanizzazione abbassa l’incidenza % della
manodopera.
Esempi: Scavo di sbancamento eseguito con escavatore
“Scavo a sezione aperta per sbancamento o splateamento, a qualsiasi profondità dal
piano di campagna, compreso e compensato nel prezzo l’onere per il rispetto di
opere ed impianti sotterranei preesistenti da mantenere quali conduttore, cavi
elettrici o telefonici ecc., nonché opere d’arte di interesse archeologico, compreso il
50
taglio e la rimozione di trovanti di roccia o muratura o calcestruzzo, di volume fino a
mezzo metro cubo, le sbadacchiature di qualsiasi entità; l’aggottamento dell’acqua
stagnante o sorgiva con qualsiasi mezzo, per il solo orario del cantiere e sino alla
ultimazione degli scavi; compreso l’onere per l’esecuzione con mezzi meccanici,
dello spostamento di materiali di risulta nell’ambito del cantiere fino al punto di
carico sul mezzo di trasporto, ovvero, se richiesto della D.L la sistemazione del
materiale stesso nell’ambito del cantiere per riempimenti di buche o formazione di
rilevati.”
categoria descrizione U.M Quantità C.U. C.T.
.
Mano d’opera Caposquadra: 4 livello h 0,0016 26,51 0,04
Escavatorista: 3 livello h 0,0160 22,09 0,35
Manovale: 1 livello h 0,0160 19,14 0,31
Noli Escavatore da hp 60-80 h 0,0160 150,00 2,40
COSTO 3,66
MARGINALE al m 3
Spese di 0,51
amministrazione 14%
Utile d’impresa 10% 0,37
Prezzo al m 3
4,54
Mano d’opera = 19%
[ P−(
P∗1
1,1 ]
) ∗1,14
52
b−a
- Deviazione standard , ¿ 6
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA V
Le finalità sono: determinare la durata dell’intervento, contrattualizzare i rapporti
committenza vs impresa. La prima è fondamentale per capire per quanto tempo
impegneremo le risorse finanziarie ed economiche per la costruzione di un’opera, con
la seconda invece determineremo quali sono le esigenze da proporre all’appaltatore
per capire quali sono i vincoli.
La costruzione del reticolo PERT
Abbiamo la possibilità di ricostruirla attraverso una costruzione reticolare con il
reticolo PERT e attraverso la costruzione di un reticolo a barre con il diagramma
GANT. Le due modalità sono complementari, dove interviene la committenza non è
necessario verificare la logica strettamente necessaria ad ogni singola lavorazione, ma
lavorare per voci d’opera cioè mantenere un livello di approfondimento di primo
livello. I vincoli che andremo ad inserire c’è la logica costruttiva, cioè non daremo
dei requisiti all’appaltatore in merito ad altre problematiche ma chiederemo quand’è
che in cantiere si può iniziare una voce d’opera. Ci saranno poi i vincoli di logica
costruttiva e i vincoli di pianificazione con l’organizzazione dei lavori ma lo
tratteremo con il diagramma di GANT.
Ciò che caratterizza un reticolo PERT sono le attività (A,B,C,D,E,F), le attività
fittizie (3-4 tratteggiata) ed eventi (1,2,3,4,5,6,7)
Program Evaluation and Review Technique
A C
1 4 6 E
B D 7
2 3 5
F
Le attività sono le operazioni di un programma dei lavori che richiedono consumo di
tempo e di mezzi, cioè dotarla di risorse, tempo e mezzi per far in modo che l’attività
venga svolta. La realizzazione di un’attività porta agli eventi che sono istanti del
programma caratterizzati da una data. Le attività fittizie esprimono un puro legame
logico tra due eventi: ha una durata nulla e quindi non richiede nessuna risorsa.
CO Lavorazioni Dme
D
1 Scavi e movimento terra 17
2 Calcestruzzi fondazioni 44
3 Solaio piano terra 25
4 Calcestruzzi struttura di elevazione 17
5 Solaio copertura 43
6 Murature e tavolati 17
7 Fognatura, tubi e canne 5
53
8 Isolamento 13
9 Impermeabilizzazione 19
10 Struttura legno 44
11 Cappa di pendenza 7
12 Copertura e lattoniere 8
13 Intonaci 36
14 Rivestimento facciavista 25
15 Controsoffitti 19
16 Sottofondi e rasatura impianti 16
17 Soglie e davanzali 2
18 Pavimenti e rivestimenti ceramici 27
19 Linoleum 17
20 Serramenti esterni 35
21 Serramenti interni 6
22 Tinteggiature 15
23 Opere esterne 15
24 Centrale termica 21
25 Impianto pannelli radianti 22
26 Impianto idrico antincendio 14
27 Sanitari e accessori 10
28 Impianti elettrici 24
29 Impianti fotovoltaico 8
30 Corpi illuminati 12
7 17 44
...
ALL 1 2
Legge 833/78 Viene istituito il Servizio sanitario nazionale, che assegna all’unità
sanitaria locale alcuni compiti di enti preposti alla tutela e alla prevenzione a:
Ispettorato del lavoro
ENPI. Unità sanitaria locale
Altri enti di prevenzione e controllo
I compiti sono: - Controllo fattori di rischio
- Eliminazione fattori di rischio
- Informazione
Circolari ministero del lavoro 15/80, 13/82, 80/86 Istruzione e prevenzione
infortuni; strutture in c.a., c.a.p e prefabbricati
Legge 55/90 Piani di sicurezza. Programmi fasi lavorative con
misure di sicurezza
In contemporanea nel 90’ è stata promulgata una legge che riguardava gli impianti.
Gli impianti erano di difficile gestione in quanto l’integrazione impiantistica
prevedeva una dialettica tra la parte edilizia e la parte impiantistica:
57
Legge 46/90
d.P.R. 447/91 Norme per la sicurezza degli impianti
Questa serie di norme hanno fatto un salto di qualità nel concetto di prevenzione
pianificando le fasi operative del cantiere.
dd.Lgss. 277/91; 135/92; 475/92 Recepimento direttive CEE: sicurezza salute ed
d.Lgs. 626/94 igiene sui luoghi di lavoro
d.Lgs. 493/96 direttiva “segnaletica” che può essere di tipo statico o dinamico
d.Lgs. 494/96
d.Lgs. 528/99
d.P.R. 222/03
Le direttive europee di loro natura sono di indirizzo, ogni paese deve renderle
attuabili in funzione del proprio contesto legislativo e attuativo. Per la prima volta si
passa da un insieme di norme di tipo prescrittivo ad un approccio di tipo valutativo.
Non è più sufficiente prescrivere divieti o comandi, ma bisogna analizzare i vari
rischi.
58
Capo II Disposizioni di carattere generale: i percorsi, la gestione degli spazi ecc.
Capo III Scavi e fondazioni
Capo IV Ponteggi ed impalcature in legname
Capo V Ponteggi metallici fissi
Capo VI Ponteggi mobili
Capo VII Trasporto dei materiali
Capo VIII Costruzioni edilizie
Capo IX Demolizioni
Capo X Norme penali
Capo XI Disposizioni finali
- D.P.R 19 Marzo 1956 n.303: “ Norme generali per l’igiene del lavoro”
Titolo I Disposizioni generali
Capo I Campo di applicazione: parametri per il benessere ambientale
Capo II Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori
Capo III Servizi sanitari: come pronto soccorso
Titolo II Disposizioni particolari
Capo IV Servizi igienico-assistenziali
Capo V Nuovi impianti
Titolo III Disposizioni relative alle aziende agricole
Titolo IV Norme penali
Titolo V Disposizioni transitorie e finali
Recepimento delle direttive comunitari
I decreti legislativi di maggiore ampiezza sono:
89/391/CEE 12.6.1989: Attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento
della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro
E’ la prima direttiva particolare relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di
salute per i luoghi di lavoro. La seconda direttiva:
89/655/CEE 30.11.1989: Seconda direttiva particolare relativa ai requisiti minimi di
sicurezza e di salute per l’uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori
durante il lavoro.
89/656/CEE 30.11.1989: Terza direttiva particolare relativa alle prescrizioni minime
di sicurezza e di salute per l’uso da parte dei lavoratori di attrezzature di protezione
individuale durante il lavoro
90/269/CEE 29.5.1990: Quarta direttiva particolare relative alle prescrizioni minime
di sicurezza e di salute concernenti la movimentazione manuale dei carichi che
comporta tra l’altro rischi dorso- lombari per i lavoratori.
90/270/CEE 29.5.1990: Quinta direttiva particolare relativa alle prescrizioni minime
di sicurezza e di salute per le attività lavorative svolte su attrezzature munite di
videoterminali.
90/394/CEE 28.6.1990: Sesta direttiva particolare sulla protezione dei lavoratori
contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni durante il lavoro
59
90/679/CEE 26.11.1990: Settima direttiva particolare relativa alla protezione dei
lavoratori contro i rischi derivanti da una esposizione ad agenti biologici durante il
lavoro
D.Lgs. 494 del 1996 92/57/CEE 24.5.1992: Ottava direttiva particolare riguardante le
prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o
mobili.
Con il D.Lgs. 493 del 1996 92/58/CEE 24.5.1992: Nona direttiva particolare recante
le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro
OPERE PROVVISIONALI
- Art.20 D.P.R. 164/56: Il ponteggio deve essere efficacemente ancorato alla
costruzione. Si tratta di individuare una serie di tipologie di ancoraggio. Il
primo tipo detto “a cravatta” usato quando dobbiamo ancorarci a strutture
discrete come pilastri, il secondo tipo è detto “ad anello” cioè massiccio e
robusto in situazione di rischio, instabilità o ribaltamento, il terzo tipo è detto “
a vitone” che serve per regolamentare la distanza tra il ponteggio e la struttura
e garantire la stessa stabilità dell’ancoraggio.
- Nell’ Art. 20 D.P.R 164/56 - Disposizioni dei montanti: Il piede dei montanti
deve essere saldamente assicurato alla base di appoggio.
- Art. 23 D.P.R. 164/56: Intavolati, prescrive l’obbligo di accostare gli intavolati
in modo robusto per garantire la stabilità degli oggetti e garantire la sicurezza
degli operatori. Per evitare la caduta bisogna munire la parte esterna, di una
tavola fermapiede. La distanza massima consentita senza dover intervenire del
ponteggio dalla parete è di 20 cm.
Un agente che può far cadere la struttura è l’azione del vento, la presenza di teli
aumenta la superficie esposta al vento. Circolare Ministeriale 149/85 Teli -
Protezione contro la caduta di materiali dall’alto, pertanto incombe l’obbligo di far
predisporre apposta verifica di calcolo a cura di un professionista abilitato.
60
Idrauliche
Marittime
Idroelettriche
Solo per la parte che comporta lavori edili o di ingegneria civile, le opere di:
Bonifica
Sistemazione forestale
LA CONTESTUALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
Elementi che possono dar forma al nostro cantiere sono:
- Ubicazione dei lavori: un cantiere presuppone l’utilizzo di macchine di una
certa dimensione, pertanto è importante informarsi del sistema viario (calibro
stradale, raggi di curvatura, portata ecc..). La presenza o meno dei parcheggi è
anche importante per il raggiungimento del cantiere. La presenza di edifici
sensibili (scuole, ospedali ...)
- Caratteristiche geomorfologiche: sono state alla base del progetto strutturale
ma hanno dei riscontri per quanto riguarda la gestione delle opere di scavo
all’interno del cantiere. Il territorio può essere di varia natura: limoso,
sabbioso, ghiaioso ecc.., altro dato importante è l’altezza di falda che nelle
zone rurali tende ad aumentare per il grande apporto. L’angolo di attrito
stabilisce quale deve essere la pendenza della scarpa del nostro fronte di scavo;
relativamente ai fronti di scavo si prescrive un angolo rispetto all’orizzontale di
circa 60/70 per tempi brevi di esposizione e di circa 40/45 per tempi lunghi.
Per ultimo, la densità, che ci da informazioni per poter organizzare i mezzi che
procedono allo scavo, anche le informazioni sismiche sono molto importanti.
- Vincoli di sottosuolo: per loro natura sono vincoli perché non sono evidenti e
dimostrabili sempre, danno quindi maggiore problematicità. Ce ne sono alcuni
evidenti come i manufatti, pozzi, fondazioni, bocche di lupo ecc. altri invece
sono presunti come i reperti archeologici, i residui bellici ecc..
- Sotto-servizi: le aeree urbane sono ricche di: fognature, acquedotti,
metanodotti ecc.. mentre le aree rurali sono ricche di: canali irrigui,
acquedotti, ecc.. Per sapere dove sono questi elementi è quella di richiedere il
tracciamento preciso di queste collocazioni. Uno dei sistemi utilizzati è il
georadar.
- Vincoli di superficie: sono manufatti, terminali impiantistici, pali, pensiline,
marciapiedi, aggetti di edifici ecc..
- Vincoli aerei: non sono immediatamente riscontrabili. Parliamo di linee aeree,
terminali impiantistici, pali di illuminazione, tiranti per illuminazione stradale,
teloni pubblicitari, sovrappassi ecc..
- Proiezione di masse: (verso il cantiere) esempio lo scontro di una macchina
contro il tronco di un albero
- Emissione inquinanti: il cantiere può essere posizionato in una zona ad alto
inquinamento quindi provocando un inquinamento atmosferico, rumore,
polveri, vibrazioni, fibre ecc..
61
CANTIERI: REQUISITI E SPECIFICAZIONI
Le fasi di cantiere sono un elemento molto importante. Il nostro cantiere non rientra
in tutti gli altri settori produttivi, ma è stata improntata una norma europea con una
normativa specifica, atta a costituire elemento importante per i cantieri temporanei e
mobili. Per fasi di cantiere si intende un ciclo di lavoro fondamentale per la
realizzazione di una parte dell’opera, ovvero un insieme di operazioni e lavorazioni
che di fatto non comportano un sostanziale mutamento nell’organizzazione del
cantiere. La fase di cantiere è caratterizzata dalla necessità di spostamento, modifica
o incremento degli elementi del sistema cantieristico dettate da esigenze costruttive,
vediamo quali sono questi elementi:
- Modifica degli spazi disponibili
- Modifica al profilo delle recinzioni
- Modifica dei servizi logistici
- Modifica di opere provvisionali
Si è passati dalla WBS tecnologica ad una ergotecnica, provando ad accorpare le parti
tecnologiche e a dividere l’organizzazione del lavoro per quanto riguarda gli
eventuali attori. Ci sono imprese diverse che usare attrezzature e logiche diverse.
REQUISITI E SPECIFICAZIONI
I requisiti sono una richiesta di prestazione, e sono delle specificazioni. La parte
normativa che fa da griglia di riferimento alla progettazione del cantiere sono i
decreti del Presidente della Repubblica quindi il n. 164, n. 303, n. 547 e le ultime
norme che lasciano la libertà al Coordinatore per la Sicurezza in fase di progettazione
di implementare per le richieste dei normativi, l possibilità di considerare degli
elementi che fino al 2007 erano tabù (esempio le scale).
A partire dall’analisi dei vincoli di contesto che potrebbero influire sulla normale
gestione dei luoghi di lavoro interni al cantiere e sui suoi confini, il metaprogetto di
cantiere deve individuare i requisiti di igiene, salubrità e sicurezza per ciascuna fase
di cantiere. Sulla base di una ipotesi plausibile di cantierizzazione dell’intervento e di
organizzazione dei luoghi di lavoro, per ogni requisito vengono indicate le
specificazioni minime. Facciamo ad esempio riferimento alle Delimitazioni, per cui
noi possiamo richiedere: il grado di permeabilità, il grado di introspezione, le
dimensioni principali, i materiali di partizione, i materiali di orditura, i basamenti, i
sistemi di connessione. Altro elemento importante è la viabilità di cantiere, quindi gli
accessi con il numero, la tipologia, le dimensioni, le modalità di apertura e le
eventuali necessità di assistenza alle manovre. Nella viabilità di cantiere ci sono
anche i percorsi con la relativa larghezza, la tipologia di superficie, le modalità di
manutenzione, le eventuali protezioni e l’apposizione di specifici cartelli segnaletici.
Abbiamo anche i servizi logistici di cantiere con la guardiola per la sorveglianza, un
ufficio di cantiere per ogni operatore, un locale per riunioni, un locale per i servizi
igienici, un locale spogliatoio, il locale mensa e il locale infermeria (che non sono
sempre presenti questi ultimi due), il locale dormitorio. Le opere provvisionali che
stabiliscono e definiscono le fasi di cantiere, abbiamo i ponteggi di due tipologie: tubi
e giunti (poterli adattare al nostro intervento) e prefabbricati (con una struttura più
62
fissa), i ponti a cavalletto, i ponti su ruote (travaletti), le scale, castelli di carico
(elementi ausiliari al ponteggio), i castelli di tiro (connotano la posizione
dell’elemento che viene utilizzato per portare il materiale). Le postazioni fisse di
lavoro sono quelle zone che mutano per uso, ma che difficilmente vengono spostate e
sono le aree di assemblaggio e di lavorazione di casserature, ferri di armatura,
confezionamento del cls (calcestruzzo), il confezionamento delle malte o le
carpenterie metalliche. Si trovano sempre nel raggio d’azione della gru e quindi
vanno protette. Altro elemento importante sono le aree di carico e scarico che
rientrano le agibilità dei percorsi, l’ampiezza della zona, l’agibilità della zona, il
confinamento delle aree e l’assistenza di personale. Ora parliamo delle aree di
stoccaggio, zone in cui accumuliamo dei pesi e quindi bisogna fare delle verifiche
delle condizioni per poter o meno supportare questi elementi, qui vediamo quindi le
condizioni statiche, le condizioni di esercizio, le condizioni di transitabilità, i metodi
di movimentazione, i metodi di stoccaggio, le schede tecniche dei materiali, le schede
di sicurezza e l’eventuale segnaletica. L’altra parte importante sono le reti
impiantistiche con l’impianto elettrico, la rete di distribuzione, il quadro generale, il
quadro secondario, l’impianto di illuminazione e l’impianto idrico. Altri elementi che
possono vincolare il nostro cantiere sono le movimentazioni aeree come le gru fisse,
le gru automontanti, gli argani a bandiera, gli argani a cavalletto, i montacarichi e gli
ascensori per lo spostamento di personale.
63
valutativo, cioè spetterà ad una figura stabilire qual è il rischio che i lavoratori
corrono e va fatta una valutazione dei rischi e offrire offerte per porre dei rimedi,
riducendo il rischio. Successivamente c’è stata una norma riguardo la Valutazione del
rischio con il D.Lgs. 14 Agosto 1996 n.493 circa l’attuazione della direttiva
92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di
salute sul luogo di lavoro. Altra norma importante è il D.Lgs. 14 Agosto 1996 n.494
con l’attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di
sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili. Fa seguito il D.Lgs
19 Novembre 1999 n. 528 con modifiche ed integrazioni e porta una serie di
innovazioni in fase di esecuzione. Esiste un ultimo decreto D.P.R. 3 Luglio 2003 n.
222 che riguarda il regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei
cantieri temporanei o mobili. Mette ordine quindi ai criteri di computazione.
I REQUISITI NORMATIVI
Il piano di sicurezza e coordinamento è un documento contrattuale ed è importante la
sua determinazione e il suo costo. La norma prescrive che il piano di sicurezza e
coordinamento sia formulato on una relazione e almeno una planimetria e nel caso
fosse necessario, deve essere allegata anche una sezione. Per parlare del Piano di
Sicurezza e Coordinamento, partiamo dai requisiti minimi. Con il D.P.R. 3 Luglio
2003 n.222 all’art. 2 comma 2, lettera C il Piano dice che deve essere composto da
una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi
concreti in riferimento all’area e all’organizzazione del cantiere, alle lavorazioni ed
alle loro interferenze. Il Decreto dice inoltre che devono essere contenute le scelte
progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e protettive, in
riferimento all’area di cantiere. Deve essere fatta questa stessa relazione relativa
all’organizzazione del cantiere e rispetto alle lavorazioni. All’ art 3 dice che i
contenuti minimi del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) deve essere fatto
in riferimento all’area di cantiere, all’organizzazione del cantiere, alle lavorazioni. Il
PSC contiene l’analisi degli elementi essenziali di cui all’allegato II, in relazione alle
caratteristiche dell’area di cantiere, all’eventuale presenza di fattori esterni che
comportano rischi per il cantiere. In riferimento all’organizzazione del cantiere il
PSC contiene le eventuali modalità di accesso dei mezzi di fornitura dei materiali, la
dislocazione degli impianti di cantiere, la dislocazione delle zone di carico e scarico,
le zone di deposito attrezzature e di stoccaggio materiali e dei rifiuti, le eventuali
zone di deposito dei materiali con pericolo d’incendio o di esplosione. In riferimento
alle lavorazioni, il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (C.S.P)
suddivide le singole lavorazioni in fasi di lavoro e quando la complessità dell’opera
lo richiede, in sottofasi di lavoro, ed effettua l’analisi dei rischi presenti, oltre a
quanto previsto nell’articolo 12, comma 1, del D.Lgs. n. 494/96. Chiede quindi di
richiedere le eventuali modalità di accesso dei mezzi di fornitura dei materiali, al
rischio di investimento da veicoli circolanti nell’area di cantiere, al rischio di
elettrocuzione, al rischio rumore, al rischio dall’uso di sostanze chimiche per ogni
elemento dell’analisi di cui commi 1, 2, 3 il PSC contiene le scelte progettuali ed
organizzative,(a) le procedure e le misure preventive e protettive richieste per
64
eliminare o ridurre al minimo i rischi di lavoro (b) ove necessario, vanno prodotte
tavole e disegni tecnici esplicativi, le misure di coordinamento atte a realizzare
quanto previsto alla lettera (a).
CANTIERE
Le cose su cui andiamo a lavorare, sono il progetto, il contesto, il tempo contrattuale
inteso come durata dei lavori e l’ambiente. L’approccio sistemico si propone come
una metodologia generale per la comprensione dei sistemi. Un sistema è una entità
organizzata composta di elementi interdipendenti, che devono essere compresi nelle
loro relazioni all’interno dell’entità complessiva. E’ importante mantenere la
varietà, il modo del cantiere è troppo complesso perché possa essere compreso
mediante un unico approccio, al contrario, ognuno di essi contribuisce a portare
informazione. Quindi guardare ai vincoli da molti punti di vista senza cercare di
semplificare cercando un approccio unificatore. Non aprire il ciclo di controllo, i
controlli a ciclo aperto (senza retroazione) sono poco adattabili, richiedendo modelli
complicati e non reagiscono a situazioni anomale. Questo vuol dire che la retroazione
è un potente strumento per verificare il procedere corretto dell’azione di controllo. Il
sistema deve essere in grado di rilevare i cambiamenti/mutamenti e farne uso. Il
cambiamento è un processo programmato, se invece il cantiere muta senza che noi ce
ne accorgiamo significa non poter tracciare quegli elementi di controllo e di
retroazione che ci permettono di evolvere. In altre parole il sistema deve apprendere
anche solo essendo adattivo, pur senza formulare esplicitamente un processo di
apprendimento.
65
Concentrarsi sugli scopi piuttosto che sulle tecniche.
Il sistema deve funzionare, cioè avere uno scopo, prima di concentrarsi sul come
perseguire lo scopo, è bene essere certi di avere ben definito e pienamente compreso i
vincoli che lo scopo impone sui metodi per perseguirlo. Questo vuol dire che lo scopo
finale deve essere capito. In questo modo si determinano quali componenti hanno la
maggiore influenza sul comportamento globale del sistema.
CASE STUDY
Alla Conferenza Internazionale tenuta a Pechino nel 2006 alla TSINGHUA
UNIVERSITY BEIJING.(vedi slide relative alla realizzazione di un asilo nido)
66
- Assicurare la coerenza del Piano Operativo di Sicurezza con il Piano di
Sicurezza e Coordinamento;
- Adeguare il Piano di Sicurezza e Coordinamento ed il fascicolo dell’opera alle
varianti in corso d’opera (raccolta delle informazioni che servirà in fase di vita
utile per l’edificio);
- Adeguare le misure e gli apprestamenti per la sicurezza alle intervenute
esigenze di cantiere, armonizzando i Piano Operativi di Sicurezza redatti dalle
imprese esecutrici;
- Verificare che le imprese esecutrici adeguino se necessario, i rispettivi piani
operativi di sicurezza;
- Organizzare la cooperazione e il coordinamento tra i datori di lavoro e i
lavoratori autonomi;
- Eliminare le interferenze e i relativi rischi indotti dalla presenza di attività
simultanee non previste in fase di stesura del PSC;
- Verificare l’attuazione degli accordi tra le parti sociali presenti in cantiere in
materia di sicurezza;
- Segnalare in caso di “gravi inosservanze” al Committente o al R.d.L le
inadempienze e proporre la sospensione dei lavori, l’allontanamento delle
imprese o la risoluzione del contratto;
- Comunicare nel in cui, il Committente o il R.d.L non adottino alcun
provvedimento, senza fornire spiegazioni adeguate, l’inadempienza alla ASL e
alla Direzione provinciale dei lavori;
- Sospendere le singole lavorazioni in caso d pericolo grave ed imminente, fino
alla verifica degli avvenuti adeguamenti da parte delle imprese interessate;
- Organizzare tra i datori di lavoro e i lavoratori autonomi, la cooperazione ed il
coordinamento delle attività nonché la loro reciproca informazione;
- Redigere i verbali di coordinamento a seguito di sopralluoghi periodici in
cantiere, attraverso i quali valuta il livello di sicurezza delle lavorazioni in atto;
- Programmare e gestisce riunioni periodiche di coordinamento in cantiere, per
la gestione dialettica della sicurezza, in accordo con direzione lavori, impresa
esecutrice, organismi paritetici (CPT) ecc;
- Proporre all’impresa corsi di formazione per le maestranze in relazione a
specifici difetti nella loro conoscenza di procedure realizzative che possono
provocare situazioni di pericolo;
- Consultare gli organismi paritetici di competenza locale per proporre soluzioni
a problematiche di sicurezza operativa;
- Verificare l’attuazione di quanto previsto negli accordi tra le parti sociali al
fine di assicurare il coordinamento tra i R.L.S finalizzato al miglioramento
della sicurezza in cantiere;
- Verificare la validità del programma di manutenzione dei manuali d’uso e dei
manuali di manutenzione, modificandone e aggiornandone i contenuti a lavori
ultimati.
67
I SOPRALLUOGHI
Attività Anomalie riscontrate Principali rischi Riferimenti normativi
Esecuzione getto Non utilizza idonei rischio di caduta D.P.R 164/56 Art. 10 nei
CLS (realizzazione DPI ”dispositivi dall’alto lavori presso gronde e
spalla del ponte lato protezione idonei” cornicioni, sui tetti, sui
Olginate) (elemento di ponti sviluppabili a forbice
sicurezza, tuta da e simili, su muri in
lavoro) mancanza di demolizione e nei lavori
idoneo parapetto analoghi che comunque
espongano a rischi di
caduta dall’alto o entro
cavità quando non sia
possibile disporre impalcati
di protezione o parapetti,
gli operai addetti devono
far uso di idonea cintura di
sicurezza con bretelle
collegate a fune di
trattenuta.
Realizzazione Errato utilizzo delle Rischio di caduta D.P.R 164/56 ART. 10 ...
impalcato (parte tra attrezzature da dall’alto e
antenna e spalla lato lavoro proiezione di
Calolziocorte) (smerigliatrice) in schegge
posizione
prospiciente il vuoto.
Non utilizza idonei
dpi (elmetto di
sicurezza, occhiali di
protezione, guanti,
tuta da lavoro)
mancanza di idoneo
parapetto.
Realizzazione Errato mancanza di Rischio di caduta D.P.R 164/56 Art. 10 nei
impalcato (parte tra idoneo parapetto dall’alto lavori presso gronde e
antenna e spalla lato mancato utilizzo di cornicioni, sui tetti, sui
Calolziocorte) idonei dpi (cintura di ponti ...
sicurezza
opportunatamente
agganciata a sostegni
saldi)
68
Esecuzione getto cls Errato utilizzo delle Rischio di caduta DPR 164/56 Art. 8 la
(realizzazione spalla attrezzature di dall’alto lunghezza delle scale a
del ponte lato lavoro, nel caso in mano deve essere tale che i
Orginate) figura della scala a montanti sporgano di
mano, che potrebbe almeno un metro oltre il
essere soggetta a piano di accesso, anche
scivolamento ricorrendo al
prolungamento di un solo
montante, purchè fissato
con legatura di reggetta o
sistemi equivalenti
Segnalazione scavi e Rischio di caduta DPR 547/1955 Art.10 le
zone prospicienti il dall’alto aperture esistenti nel suolo
vuoto o nel pavimento dei luoghi
o degli ambienti di lavoro o
di passaggio, comprese le
fosse ed i pozzi, devono
essere provviste di solide
coperture o di parapetti
normali, atti ad impedire la
caduta di persone. (se non è
possibile fare la
parapettatura, bisogna
lasciare le apposite
segnalazioni)
70
che caratterizzano la fase esecutiva della messa in opera dello specifico componente
edilizio.
Le altre figure importanti che intervengono in fase di progettazione, è il coordinatore
in fase di progettazione e di esecuzione (C.S.P./C.S.E.) in aiuto alla direzione
lavori. Il C.S.P. ha lo scopo di integrare il progetto dell’opera con gli aspetti
riguardanti la sicurezza, la salute e l’igiene dei lavoratori e di garantire la concreta
attuazione delle idonee misure di prevenzione, soprattutto nel caso di lavorazioni
contemporanee facente capo a più imprese. Il C.S.E. è designato conseguentemente
all’incarico dal Committente o dal R.d.L. per assicurare, tramite azioni di
coordinamento e controllo l’applicazione da parte delle imprese esecutrici e dei
lavoratori autonomi le disposizioni del piano di sicurezza e coordinamento e delle
relative procedure di lavoro che all’interno del Piano di Sicurezza vengono
esplicitate. Il Direttore del Lavori è il soggetto incaricato di controllare che
l’appaltatore metta in opera idonei materiali con maestranze capaci, che vengano
rispettati i termini contrattuali e il progetto. Svolge anche compiti di controllo per il
rispetto delle norme di sicurezza ed igiene dei cantieri. Questo può essere coadiuvato
dai direttori operativi e dagli ispettori di cantiere che sono figure intermedie rispetto
all’ufficio direzione lavori. Il Direttore tecnico di cantiere che è una figura
importante ed è il responsabile di un cantiere in qualità di mandatario
dell’appaltatore, per il rapporto con i lavoratori dipendenti, dirige l’attività di cantiere
prescrivendone l’organizzazione e le misure di sicurezza, in collaborazione con i
preposti, deve assicurarsi l’attuazione di tutte le misure tecniche e organizzative
necessarie a soddisfare le prescrizioni dei capitolati e degli ordini impartiti dalla D.L.
Normalmente sovraintende l’attività di uno o più lavoratori dipendenti esercitando il
controllo della prestazione dei lavoratori e quindi della conformità della loro attività
alle misure di sicurezza prescritte. Il capo cantiere preposto, nell’ambito delle sue
attribuzioni deve: far attuare ai lavoratori le procedure di sicurezza previste nel POS e
impartite dal direttore tecnico di cantiere. Deve inoltre impartire le istruzioni di
lavoro desunte dai documenti di valutazione dei rischi dell’impresa nello specifico
cantiere. Ha l’obbligo di verificare e controllare la manutenzione dei macchinari,
delle attrezzature e degli apparati di sicurezza delle attrezzature stesse. H l’obbligo di
sorvegliare le operazioni di disarmo di opere strutturale, dopo aver ricevuto le
opportune autorizzazioni dalla direzione lavori.
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- Definire i compiti del Direttore dei Lavori, Direttore operativo e Ispettore di
cantiere.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Nel Codice Civile l’Art. 1662 “Sancisce che il committente ha il diritto di controllare
lo svolgimento dei lavori e di verificarne a proprie spese lo stato.” L’appaltatore lo
definisce come colui che ha i mezzi e la capacità tecnica per la realizzazione
dell’opera. Esiste una sola condizione per cui noi possiamo ingerire nel lavoro
dell’appaltatore, lo può fare il committente attraverso il Direttore dei lavori e
attraverso gli Ordini di Servizio, in quel caso la norma dice che l’appaltatore realizza
ciò che gli stiamo chiedendo. Nell’ambito dei lavori pubblici nel 1895 viene emanato
un regolamento che resterà in vigore per 105 anni. All’ art 3 del R.D.n. 350/1895 gli
viene data la speciale responsabilità dell’accettazione dei materiali, della buona e
puntuale esecuzione dei lavori in conformità ai patti contrattuali ed agli ordini
dell’ingegnere capo. Con le modifiche intervenute sulla Legge Merloni , con il
D.Lgs. 163/2006 all’ Art. 130 sulla Direzione Lavori per l’esecuzione di lavori
pubblici oggetto del presente codice affidati in appalto, le amministrazioni
aggiudicatrici sono obbligate ad istituire un ufficio di direzione dei lavori costituito
da un direttore dei lavori ed eventualmente da assistenti. Facendo riferimento al
Decreto Applicativo della Legge Merloni nel D.P.R. 554/99 all’ Art. 123 Ufficio
della D.L. (1) Per il coordinamento la direzione ed il controllo tecnico - contabile
dell’esecuzione di ogni singolo intervento le stazioni appaltanti istituiscono un ufficio
di direzione lavori, costituito da un direttore dei lavori ed eventualmente, da uno o
più assistenti con funzioni di direttore operativo o di ispettore di cantiere. La parte su
cui lavora la direzione lavori è il progetto esecutivo, che è l’ultimo livello di
progettazione che la norma stabilisce ed è la linea guida che la D.L usa per
controllare l’opera. Sono importanti gli elaborati grafici perché identificano l’edificio
stesso, i capitolati e le norme che regolano la qualità dei materiali stessi. Altro
elemento importante sono le norme di riferimento e le prove per l’accettabilità di
questi materiali. (2) L’ufficio di direzione lavori è preposto alla direzione ed al
controllo tecnico, contabile e amministrativo dell’esecuzione dell’intervento secondo
le disposizioni che seguono e nel rispetto degli impegni contrattuali.
I COMPITI
Il Direttore dei lavori che è normato dal D.P.R. 554/99 dall’ art. 124 Direttore dei
lavori (1) dice che il direttore dei lavori cura i lavori cui è preposto siano eseguiti a
regola d’arte ed in conformità al progetto e al contratto. (2) Il direttore dei lavori ha la
responsabilità del coordinamento e della supervisione dell’attività di tutto l’ufficio di
direzione dei lavori, ed interloquisce in via esclusiva con l’appaltatore in merito agli
aspetti tecnici ed economici del contratto. (3) Il direttore dei lavori ha la specifica
responsabilità dell’accettazione dei materiali, sulla base anche del controllo
quantitativo e qualitativo degli accertamenti ufficiali. (4) Al direttore dei lavori fano
carico anche (a) Verificare periodicamente il possesso e la regolarità da parte
dell’appaltatore della documentazione prevista dalle leggi vigenti in materia di
obblighi nei confronti dei dipendenti (b) Curare la costante verifica di validità del
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programma di manutenzione, dei manuali d’uso e dei manuali di manutenzione
modificandone e aggiornandone i contenuti a lavori ultimati. Al D.P.R. 554/99 all’
Art. 125 Direttori operativi (1) Gli assistenti con funzioni di direttori operativi
collaborano con il direttore dei lavori nel verificare che lavorazioni di singole parti
dei lavori da realizzare siano eseguite regolarmente e nell’osservanza delle clausole
contrattuali. Essi rispondono dalla loro attività direttamente al direttore dei lavori. (2)
Ai direttori operativi possono essere affidati dal direttore dei lavori, fra gli altri, i
seguenti compiti (a) verificare che l’appaltatore svolga tutte le pratiche di legge
relative alla denuncia dei calcoli delle strutture (b) programmare e coordinare le
attività dell’ispettore dei lavori stabilendo le modalità, (c) curare l’aggiornamento del
cronogramma generale e particolareggiato dei lavori e segnalare tempestivamente al
D.L. le eventuali difformità rispetto alle previsioni contrattuali proponendo i
necessari interventi correttivi, (d) assistere il direttore dei lavori nell’identificare gli
interventi necessari ad eliminare difetti progettuali o esecutivi, (e) individuare ed
analizzare le accuse che influiscono negativamente sulla qualità dei lavori e
proponendo al direttore dei lavori le adeguate azioni correttive, (f) assistere i
collaudatori nell’espletamento delle operazioni di collaudo, (g) esaminare e
approvare il programma delle prove di collaudo e messa in servizio degli impianti,
(h) controllare quando svolge anche le funzioni di coordinatore per l’esecuzione dei
lavori, il rispetto dei piani di sicurezza da parte dei direttori di cantiere, (i) collaborare
alla tenuta dei libri contabili. All’ art. 126 Ispettori di cantiere (1) gli assistenti con
funzioni di ispettori di cantiere collaborano con il D.L. nella sorveglianza dei lavori
in conformità delle prescrizioni stabilite nel Capitolato speciale di appalto. Essi sono
previsti a tempo pieno durante il periodo di svolgimento di lavori che richiedono
controllo quotidiano, nonché durante le fasi di collaudo e delle eventuali
manutenzioni (2) agli ispettori di cantiere possono essere assegnati altri compiti tra
cui (a) la verifica dei documenti di accompagnamento delle forniture di materiali per
assicurare che siano conformi alle prescrizioni ed approvati dalle strutture di
controllo in qualità del fornitore (b)la verifica prima della messa in opera, che i
materiali, le apparecchiature e gli impianti abbiano superato le fasi di collaudo
prescritte dal controllo di qualità o dalle normative vigenti o dalle prescrizioni
contrattuali in base alle quali sono stati costruiti (c) il controllo sulla attività dei
subappaltatori (d) il controllo sulla regolare esecuzione dei lavori con riguardo ai
disegni ed alle specifiche tecniche contrattuali, (e) l’assistenza alle prove di
laboratorio, (f) l’assistenza ai collaudi dei lavori ed alle prove di messa in esercizio ed
accettazione degli impianti, (g) predisposizione degli atti contabili quando siano stati
incaricati dal direttore dei lavori.
I SOPRALLUOGHI
Nell’illustrazione del giornale dei lavori è obbligatorio riportare la data e l’ora in cui
viene fatta la visita della direzione lavori, il tempo meteorologico, la presenza della
D.L e dell’amministrazione comunale e dell’impresa subappaltatrice o appaltatrice, il
personale presente in cantiere, le risorse presenti in cantiere e poi si procede a
73
descrivere una riunione di cantiere. A questo verbale viene allegato un corredo
fotografico in modo che rimanga traccia di questo elemento.
75
GRANDI STRUTTURE SPAZIALI: EMPIRE STATE BUILDING
Nella città di New York, città all’interno della quale si era sviluppato un nuovo centro
con la nascita del nuovo grattacielo contemporaneo. Si lega ciò ad una evoluzione,
quella degli impianti elettrici d’evoluzione. A questa si lega la vicenda costruttiva
dell’ Empire State Building, che costituì per tanti anni l’edificio più alto della Terra.
La costruzione del grattacielo americano offre un approccio ergotecnico efficace.
Vengono messi a punto sistemi organizzativi rivolti a ridurre i tempi tecnici, quindi
riduzione del tempo tecnico come obiettivo. Il progetto tecnologico vede al suo
interno l’uso di due fattori:
- Elementi strutturali in acciaio;
- Solai in calcestruzzo armato realizzati in opera.
Si integrano quindi due tecnologie a cui si aggiunge:
- La realizzazione di impianti tecnici complessi realizzati in opera.
Il progetto operativo curò molto il sincronismo nell’esecuzione delle strutture e nella
realizzazione delle finiture per eliminare i tempi morti, quest’attenzione rimane un
elemento fisso. La sicurezza dei lavoratori in cantiere nell’intorno pubblico divenne
una componente di oggetto. Ma il tributo di vite umano nel corso dei lavori, fu di 5
morti.
IL PROGETTO DELL’EMPIRE STATE BUILDING
In questo caso abbiamo la demolizione degli edifici preesistenti, e la successiva
costruzione della nuova struttura. Gli obiettivi erano:
- realizzare l’edificio più alto del mondo
Prima di questo edifici, il più alto era il Grattacielo “Halaclainsten” a New York e la
“Torre Eiffel” a Parigi.
- Ridurre i tempi di esecuzione
Gli attori del processo ergo-tecnico, l’Architetto Richmond H. Shreve, William F.
Lamb, Arthur L. Harmon che avevano già maturato una grande esperienza nella
costruzione di grattacieli a Manhattan. A loro si associa lo studio Homer G. Balcom
per le strutture in acciaio, lo studio Meyer Strong & Jones per gli impianti.
Parteciparono alla selezione dell’impresa: Georges A. Fuller Company Thompson
Starrett, Marc Eidlitz & Son, Turner Constructio, Starret Brothers and Heken, Fred T.
Ley and Company, tra questi a vincere l’appalto fu l’impresa Starret Brothers and
Heken che si aggiudicò l’appalto dell’opera. Importo dell’offerta fu di 500.000 dollari
e il tempo di esecuzione di 18 mesi. I lavori di demolizione iniziarono due giorni
dopo della stipula del contratto, cioè il 22 Settembre del 1929, la prima fase
prevedeva la demolizione del Waldorf Astoria e dell’ Astor Court che erano stati
realizzati con strutture in acciaio ma le cui altezze erano poco remunerative, e questo
portò alla realizzazione di un’altra opera con la elaborazione di linee guida. Furono
elaborate 17 versioni progettuali e il 3 Ottobre 1929 venne approvato il “ Progetto
K”. Questo portò ad una grande collaborazione tra architetti, costruttori e
subappaltatori resero esecutivo il progetto per una cantierizzazione immediata. Il
Cantiere della demolizione si vede in un posto isolato, i lavori iniziarono il 24
76
Settembre del 1929 e terminati il 3 Febbraio del 1930, in tutto 86 giornate lavorative
e 664 operai impegnati in questa attività. Si procedette con:
- la demolizione di pareti esterne e solai con l’ausilio di martelli pneumatici,
- la demolizione di strutture in acciaio con l’ausilio di due gru a braccio,
- uno smaltimento dei detriti a mezzo camion e chiatte nell’ East River.
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA
Organizzazione del lavoro inteso come una catena di montaggio di elementi standard,
l’esigenza di eseguire l’approvvigionamento dei materiali continuo e puntuale e
squadre di lavoro in continua attività (3400 operai). L’esecuzione della struttura in
acciaio:
- elementi con innesti realizzati fuori opera
- sollevamento e posizionamento in cantiere
- chiodatura degli elementi in opera (organizzare delle squadre che potessero
organizzare questo sistema di giunzione)
500 autocarri per l’approvvigionamento dei materiali, gru esterne erano organizzate
per il sollevamento degli elementi strutturali. Per elementi più piccoli c’erano una
serie di batterie di montacarichi per il sollevamento delle pietre e poi ancora vennero
organizzate le ferrovie decauville orizzontale su ogni livello per trasporto pietre e
mattoni. I tempi stabiliti per l’esecuzione dei subsistemi erano estremamente rigorosi:
per settimana tre piani e mezzo in acciaio, uno- due piani di muratura in pietra e ogni
giorno un piano di muratura in mattoni. L’esecuzione dei lavori avviene in continuità,
si alzano le strutture in acciaio e poi si competono con le travi e le altre parti, la
predisposizione dei solai con reti metalliche e poi viene eseguito il getto dei solai. Il
tutto portò ad un’anticipazione dei tempi previsti, 4 giorni per la struttura in acciaio,
14 giorni nella posa delle pietre, 35 giorni per il rivestimento esterno. Le riviste di
settore evidenziano i risultati raggiunti. L’obiettivo che si era preposti era “ON TIME
AND ON BUDGET”, il costo finale dell’edificio era di 25 milioni di dollari, 2 in
meno di quanto preventivato.
77
venne impiegata una impalcatura mobile capace di trasportare carichi di ferro di
48.000 kg. La Galleria delle Macchine (48.324,9 mq con un’altezza di 46,67m)
simbolo del trionfo dell’uso del ferro. Si pensò di trasformarla in Palazzo dell’
Agricoltura e dell’ Alimentazione, poiché la sua demolizione sarebbe stata onerosa e
venne incaricato Edouard Loviot architetto del progetto. Nel 1909 la Galleria venne
definitivamente smontata. Sessanta anni dopo un’altra grande costruzione metallica
spaziale viene realizzata nel centro di Parigi: Il Centro George Pompidou .
Nell’anno 1969 il Ministero degli Affari Culturali francese indice un concorso per la
realizzazione di un centro culturale innovativo, al concorso partecipano 681 progetti
da tutte le parti del mondo. Renzo Piano e Richarf Rogers furono classificati al primo
posto. La sua struttura è un montaggio artigianale di migliaia di piccoli pezzi, in
questo senso si iscrive nella grande tradizione della costruzione metallica di Parigi. Si
affiancano per le strutture gli ingegneri Ove Arup & Partners con il design team:
P.Rice, L.Grut, R. Peirce (strutture), T.Barker (impianti), M.Espinosa (controllo
costi).
IL PROGETTO
Il progetto era innovativo, due anni dopo, reso esecutivo e cantierizzabile il progetto
si dava inizio alla costruzione.
IL PROGETTO OPERATIVO
La scomposizione dell’organismo in subsistemi omogenei (fondazioni- strutture in
elevazione- finiture- impianti) consente di gestire bene i processi attuativi.
L’individuazione della complessità dimensionale degli elementi tecnici sta alla base
dei sistemi progettuali. L’impresa costruttrice è la “Grands Travaux” di Marsiglia, i
cui produttori erano: Krupp, Mont-à-Mousson, Pohlig (strutture), CFEM (facciate),
Otis (ascensori e scale mobili), Voyer (strutture secondarie).
La Krupp realizzò le grandi travi in Germania trasportando a Parigi a mezzo di treni.
Ogni sera arrivavano alla stazione di Le Chapelle due travi reticolari lunghe 50 m. del
peso di 50 tonnellate, nella notte si trasportavano le travi attraversando la città.
Venivano subito posizionati in opera con l’uso di una gru gigantesca controllando
l’azione del vento. Nell’arco di 6 mesi la grande struttura in acciaio venne
completata, si procedeva poi al posizionamento degli elementi impiantistici. Il tempo
di esecuzione di tutta l’opera fu di 6 anni con una spesa di sei milioni di dollari. La
sicurezza operativa è una delle componenti del progetto operativo, il tributo di vite
umane durante l’esecuzione dell’opera è stato di tre vittime. Gli incidenti sono stati
provocati da:
- Caduta dall’alto di un montatore
- Rottura dei freni di un camion
- Caduta di un carico
Sulla programmazione operativa l’organizzazione del cantiere avviene in un ristretto
spazio urbano. Il montaggio delle travature metalliche assemblate e posizionate sulla
base del cantiere. L’esecuzione della struttura in acciaio vede il sollevamento e il
posizionamento in cantiere. Il 31 Gennaio 1977 il presidente Giscard d’Estaing
inaugurava l’opera, che ci pone di fronte a uno degli esempi del nuovo modo di
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intendere le nuove strutture. Il nuovo cantiere venne completato alle soglie dell’anno
1998, ventidue anni dopo l’inaugurazione, il centro viene chiuso per lavori di
manutenzione. Il nuovo cantiere venne completato alle soglie dell’anno 2000.
Il costo dell’opera viene sostenuto dal CITIC per il 42% e dal Comune di Pechino per
il 58%. Nel novembre 2003 la Beijing Mechanical Construction Company vinse
l’appalto degli sterri e delle opere fondali. Il 24 Novembre 2003 si ha la posa della
prima pietra. Marzo 2004: inizio dei lavori e la Eastasia Arup cura la parte
impiantistica e strutturale. L’organizzazione del cantiere in un grande spazio. Dopo 5
mesi i lavori di costruzione vennero fermati per gli alti costi di costruzione. I
progettisti furono invitati a modificare il disegno per abbattere i costi. La redazione
del progetto operativo manifesta l’inesattezza economica della progettazione
esecutiva. Gennaio 2005: ripresa dei lavori, eliminata la copertura si riducono i
consumi di acciaio di 22,3%. La programmazione operativa viene ridefinita, il tempo
previsto per l’esecuzione slittava al 2008. L’organizzazione per il lavoro per il
montaggio di elementi standard in acciaio, con squadre di lavoro in continua attività e
circa 10.000 operai. Il sollevamento dei componenti metallici con l’ausilio delle gru.
Squadre speciali assemblano i grandi componenti. Al sollevamento e al
posizionamento in cantiere degli elementi realizzati fuori opera segue la saldatura
degli elementi in opera. Ponti provvisori e gru a braccio per le finiture e si completa
questa complessa gestione della copertura. Strutture spaziali in acciaio e opere
provvisionali, sono elementi singoli da una parte e strutture complesse dall’altra il
tutto per completare.
81
cadenti. Più complicato è il caso delle strutture pericolanti, come il muro sul quale era
stata incisa tutta la storia del castello, quindi si è cercato di sviluppare un piano di
sicurezza ad hoc per il restauro dello stesso. Il ponteggio del cantiere di restauro deve
essere attrezzato ad ogni piano con bidoni per l’impianto idraulico cosi da poter
lavorare con acqua pulita e prese elettriche per l’energia.
CANTIERI DI DEMOLIZIONE
E’ un paradosso chiamare cantiere un sistema di demolizione, ma poi scopriremo che
soprattutto nel passato i cantieri di demolizione sono stati dei grandi cantieri di
riutilizzo dei materiali per altri lavori. In Italia iniziano ad essere più organizzati.
DEFINIZIONI
Esiste una norma D.P.R 164 che al capo 9 dice espressamente che non si può
demolire un qualcosa (ad esempio un muro) dall’alto.
- Demolire significa eliminare una parte o tutto di un manufatto dalla sede
originaria, riconfigurando ove possibile, la destinazione d’uso degli elementi
costruttivi o dei componenti, rimossi ovvero dei materiali di risulta riciclabili.
Non si parla più di inerti ma di aggregati, ossia una parte di aggregati del
calcestruzzo può essere derivante da una parte di demolizione che trova una
ricollocazione.
- La decostruzione implica la riconoscibilità a posteriori del tipo o della
funzionalità di un insieme o di un singolo elemento costruttivo rimosso dalla
sua sede originale.
- Distruggere implica la non riconoscibilità a posteriori del tipo o della
funzionalità di un insieme o di un singolo elemento costruttivo rimosso dalla
sia sede originale.
- La rimozione implica la possibilità di riutilizzare in tutto o in parte, anche in
altra sede, un insieme o un singolo elemento costruttivo asportato dalla sua
sede originale per i medesimi scopi costruttivi per i quali vi era stato collocato.
Una rimozione storica è nella Valle dei Templi lungo il Nilo dove è stata
rimossa la scultura del Faraone e ricollocata in altra sede.
- Il recupero identifica la fase di ricondizionamento di elementi costruttivi o
componenti, semplici o complessi, al fine del loro riutilizzo in un nuovo
intervento costruttivo mantenendo le precedenti funzionalità.
- Il riciclo identifica la fase di separazione in frazioni omogenee e successivo
adattamento dei materiali di risulta al loro riutilizzo in cicli produttivi
diversificati o loro definitiva dismissione.
- Tecniche di demolizioni che sono dei metodi applicati per il raggiungimento
degli scopi propri del demolire e sono: decostruzione e distruzione. Su questi
elementi con il passaggio delle nostre città a città produttive di grosse
industrie, si sono liberate all’interno delle città grandi aree. Le stesse
tecnologie di demolizione sono utili al raggiungimento degli scopi propri del
demolire, attuati secondo le metodiche di una o più tecniche di demolizione tra
loro progettualmente integrate e coerenti.
82
LA PROGETTAZIONE DELLE DEMOLIZIONI
La maggior parte delle demolizioni vengono effettuate all’interno del territorio
urbano quindi devono verificarsi dei particolari requisiti. Il progetto di demolizione è
costituito da una relazione generale, cioè un inquadramento generale del contesto.
Dalla descrizione dell’edificio da demolire le cose risalenti sono:
La tipologia strutturale
Materiali utilizzati
Esiste un piano di interventi per la demolizione, la rimozione/bonifica degli impianti
per evitare esplosioni, le fasi di demolizione dell’intervento, il carico e trasporto del
materiale di risulta. Quindi serve uno studio dell’impatto ambientale come un
impianto acustico, le definizioni, le descrizioni delle lavorazioni e i macchinari
utilizzati. Le normative di riferimento sono assolutamente importanti, le analisi
dell’impatto acustico, la campagna di monitoraggio del rumore, lo studio delle
emissioni delle polveri, l’analisi delle sporgenti e l’analisi delle polveri pericolose.
Per quanto riguarda le emissioni di polveri sono importanti i limiti imposti dalla
normativa, la simulazione e per quanto riguarda il piano del traffico esiste lo studio
della viabilità circostante il cantiere. Il Piano di gestione dei rifiuti è un altro
elemento molto importante come la caratterizzazione dei rifiuti cioè vuol dire a cosa e
a chi appartengono i rifiuti, l’organizzazione per il recupero e/o smaltimento e la
predisposizione documentazione necessaria con formulari e la gestione dei rifiuti
pericolosi. Altro elemento principe è il Piano di demolizione con le fasi e modalità
operative della demolizione e va legata la tavola con la planimetria delle varie fasi
della demolizione.
CASE STUDY
1. L’immobile era costituito da edifici industriali realizzati con strutture
prefabbricate montate in opera, la struttura portante (travi, pilastri e solai) è in
c.a , i tamponamenti e divisori interni sono in parte in blocchi di calcestruzzo e
parte in pannelli di legno. La durata del cantiere è stato di circa 2 mesi, gli
escavatori da 420 quintali attrezzati con pinze demolitrice e frantumatore,
escavatori da 350 quintali attrezzati con frantumatore, pinza demolitrice e
martello demolitore, escavatori da 200 quintali attrezzati con pinze
selezionatrice a benna.
2. Un intervento di bonifica, smontaggio e demolizione della fabbrica del più
grande gruppo cementifero italiano, classico esempio di archeologia industriale
ed elemento altamente inquinante per la presenza al suo interno di materiali
tossici e nocivi. In questo caso sono stati usati escavatori da 420 quintali
attrezzati con pinze demolitrice e frantumazione, escavatori da 350 quintali
attrezzati con frantumatore, pinza e martello demolitore ed escavatori da 200
quintali attrezzati con pinze selezionatrice e benna.
3. Demolizione di un edificio scolastico in comune di Caluso (TO) che versava in
condizioni precarie di stabilità a causa di smottamenti nel sottosuolo.
Particolarità dell’intervento riguardava il contesto urbano, l’edificio in
questione infatti era inserito nel centro storico adiacente ad abitazioni e
83
strutture commerciali. I lavori sono durati due mesi e si è proceduto anche con
martelli demolitori.
4. Demolizione di un edificio nell’isola della Giudecca (VE), sia dal punto di
vista ambientale che da quello della sicurezza delle popolazioni residenti. Gli
edifici oggetto di intervento, costruiti negli anni trenta, erano ubicati all’interno
di un’area densamente abitata, costituita da residenze, scuole e strutture
commerciali attive. I lavori sono durati due mesi.
5. Le fasi operative più importanti di un casello autostradale con il
posizionamento di n. 2 autogru, un’imbracatura della trave con idonei
irrigidimenti e messa in tiro delle funi. Sono stati tagliate dei pilastri con
escavatori muniti di pinza idraulica, messa a terra della trave, tagliate a disco in
mezzeria della trave e spostati in area di stoccaggio delle parti di travi. Si è
proceduto alla macinatura dei pezzi demoliti.
CANTIERE EDILE
Una delle prime parti sono gli scavi, dopo aver visto le divisioni per fasi ora vediamo
in quali fasi è stato disarticolato il nostro cantiere. Abbiamo definito le fasi ciò che
modificano il cantiere e ne attengono in una certa durata di tempo una connotazione
precisa. Sul terreno viene fatto il tracciamento con dei paletti azzurri, per segnare il
perimetro entro cui dobbiamo fare gli scavi con un sistema a escavatore. In
contemporanea allo scavo stesso viene fatto il parapetto tutt’intorno. Nella fase
successiva viene effettuato il livellamento del terreno con un laser ottico per non
avere compensazioni sullo scavo stesso. Poi viene effettuata la materializzazione
dell’intera struttura sul fondo dello scavo. Con il getto del magrone vengono
successivamente fisate le travi di fondazione e in questo caso abbiamo non più un
livello laser ma un livello ottico. Una volta completato tutte le griglie di fondazioni è
possibile individuare il tracciame4nto delle fondazioni dei pilastri con le travi. Sono
riportati sul magrone di fondazioni i numeri delle travi e le loro dimensioni.
Successivamente viene inserito l’armo e la casseratura. Una volta gettate le travi in
calcestruzzo viene eseguito il controllo del c.l.s da due tecnici e viene fatta la prova di
slamp (abbassamento che subisce il calcestruzzo) misurando il differenziale tra quello
che è la sommità massimo e l’adattamento per verificare che sia conforme. Nel solaio
a getto pieno a fine della posa di armatura di alleggerimento è stato inserito le
armature integrative delle travi e dei cordoli di collegamento, una rete elettrosaldata e
si intravedono gli elementi dove verrà messa la parte impiantistica. Viene fatto il
getto con autopompa previo bagnatura degli elementi di alleggerimento e gli altri
procedono alla vibratura del getto.
84
Solitamente le dimensioni di un ponte sono 220 m. di campata, quindi mezzeria pila,
è fatto su due pile per un’ altezza di 40 m. e hanno la campata centrale unica di 110
m. I materiali saranno acciaio di armatura lenta con un totale di 1.568.450 kg di ferro
circa, 7.300,00 kg di calcestruzzo, 11.400,00 mq di casseri e per le carpenterie
metalliche come le piastre avremo 170.050,00 kg, per gli stralli 59.000,00 kg e i
trefoli 111.350,00 kg. Nelle prime fasi di costruzioni si realizzano i pali di
fondazione, la fondazione delle pile e quelle delle spalle. Il posizionamento rispetto al
piano di campagna è più basso e poi si verranno a riempire gli interstizi, la seconda
fase tratta l’impalcato e il riempimento del materiale arido. Terza fase si procede con
la costruzione dei conci delle pile. Nel progetto era previsto un sistema in muratura
che arrivasse al livello dell’impalcato, mentre l’impresa ha deciso di riempire con
materiale arido questo perché si riusciva ad avere un’ottimizzazione ai materiali di
scavo. La quarta fase prevedeva la realizzazione della parte terminale delle antenne di
stallo che sono distanziate tra di loro e la costruzione del cassone (il ponte vero e
proprio), la quinta fase è l’allocazione degli stalli e infine la tesatura degli stalli e lo
smantellamento delle opere che avessero fatto da cassero. Per ottimizzare l’uso delle
due gru è stato scelto di ancorare il loro sistema di ancoraggio direttamente sul plinto
delle pile quindi non hanno un sistema di fondazione loro.
MACCHINARI ED ATTREZZATURE DI CANTIERE I
Il comparto delle costruzioni è caratterizzato da alcune parametri connotanti il settore
della costruzione. Ogni volta che si cambia cantiere cambia anche lo scenario
operativo. Si tratta di mettere a confronto la capacità di produrre e gestire in modo
appropriato la logistica e ricordando che ogni scelta ha riflessi di tipo economico. La
produttività è soggetta a varie funzioni. Le finalità sono quelle di mettere a confronto
i macchinari dal punto di vista produttivo ed economico.
PRODUTTIVITA’ DEI MACCHINARI
La produzione è soggetta a variazioni in funzione di alcuni fattori:
- Condizioni generali
- Capacità operativa degli operatori
- Contesto climatico
- Organizzazione complessiva
- Sistema di manutenzione
La produzione in generale può essere definita come la quantità di prodotto
producibile nell’unità di tempo. Vediamo le varie tipologie:
Produzione teorica (P) quantità di prodotto producibile nell’unità di tempo di
funzionamento
Produzione tecnica (Pt) quantità di prodotto producibile nell’unità di tempo di
funzionamento, ma dipende da fattori esterni come la natura del terreno
Produzione utile nominale (Pn) quantità di prodotto nell’unità di tempo di
funzionamento, tenendo conto delle condizioni ambientali
Produzione utile effettiva (Pe) quantità di prodotto producibile nell’unità di
tempo di funzionamento
PARAMETRI ERGOTECNICI
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Fattori riparanti che tengono conto di tutto ciò che può accadere in cantiere, a partire
dal progetto stesso.
Il grado di impiego di una macchina, è il rapporto tra il tempo di funzionamento del
Tf
macchinario e il tempo di calendario: f = Tc ( %)
con Tf = tempo di funzionamento e Tc = tempo di calendario
Rispecchia il tasso di utilizzo della macchina in un arco di tempo di permanenza in
cantiere.
Il secondo parametro è il rendimento tecnico di una macchina, dove si mette a
Pe
rapporto la produzione effettiva con la produzione tecnica: Rt = Pt (% )
Il terzo parametro è il grado di meccanizzazione del cantiere:
lavori eseguiti a macchina
Gm=
totale lavori eseguiti
Denota il grado di evoluzione ma più precisamente affronta le varie alternative
operative nei vari piani e quali erano i momenti più critici per rendere il rendimento
congruo con le attese. Indica quindi il grado di evoluzione dal punto di vista del
cantiere.
Vediamo ora una valutazione della produzione degli escavatori (m3/h):
TIPO DI MATERIALE
Capacit Terricci Sabbi Terra Argill Roccia ben Roccia Argill Roccia
à o ae comune a dura frantumata e terra a poco
cucchiai argillos ghiaia comune umida frantumata
o (m )3
o
0.57 126 118 103 84 72 61 53 38
0.76 156 153 133 110 95 80 72 57
0.95 191 175 160 137 118 99 91 72
1.15 217 206 183 160 137 118 110 88
I dati si riferiscono ad un arco di carico di 90, profondità di scavo ottima e materiale
caricato sul mezzo di trasporto senza interruzione
Un’ altra caratteristica che riguarda gli escavatori è un discorso di tipo ergo-tecnico
riguardante il fattore di rigonfiamento. Il suolo scavato non sarà mai uguale al suolo
in natura quindi in funzione della sua compattezza varia anche il volume del
materiale che sarà scavato.
CARATTERISTICHE
TIPO DI Densità banco % di Fattore di carico Densità
MATERIALE (kg/m ) 3
rigonfiamento materiale
sciolto (kg/m3)
Argilla 1719 40 0.72 1245
Terra e limo:
- Asciutta 1541 25 0.80 1245
- Bagnata 2061 25 0.80 1601
Ghiaia:
- Asciutta 1838 12 0.89 1660
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- Bagnata 2016 12 0.89 1779
Sabbia:
- Asciutta 1779 12 0.89 1601
- bagnata 2134 12 0.89 1897
Arenaria 2431 54 0.65 1601
Scorie di forno 1601 23 0.81 1304
COSTI MACCHINARI
Hanno diverse tipologie ma in generale abbiamo due riferimenti:
- I costi globali
- I costi unitari
L’ultimo parametro indica il costo unitario e quindi la quantità di risorse necessarie
per la produzione di una unità di prodotto.
COSTO TOTALE Ct
Ct =Cf +Cv
I costi fissi sono quelli che devo sostenere comunque per far funzionare il
macchinario, i costi variabili ci sono alcuni che variano in funzione del tempo di
giacenza del macchinario in cantiere e i costi variabili sono riferiti alla quantità di
bene del prodotto.
COSTI FISSI AZIENDALI: Cfa
Hanno diverse voci, hanno i costi fissi di ammortamento di un macchinario, i costi di
manutenzione straordinaria e poi costi fissi di materiale di consumo.
COSTI FISSI DI UTILIZZO: Cfu
Riguardano il macchinario che viene trasferito sul luogo di costruzione, hanno i costi
di trasporto macchina, i costi montaggio macchina, i costi smontaggio macchina e la
manutenzione ordinaria.
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COSTI VARIABILI PROPORZIONALI AL TEMPO DI FUNZIONAMENTO :
Cvpt
Abbiamo diverse tipologie come gli emolumenti personale addetto, materiali e
manutenzione ordinaria.
COSTI VARIABILI PROPORZIONALI ALLA QUANTITA’ DI BENE
PRODOTTO: Cvpp
Anche qui ci sono gli emolumenti personale ausiliario, materiali di consumo e
manutenzione ordinaria.
COSTO FISSO UNITARIO:
Cr
Io posso determinarlo all’inizio: Cf unitario= Tf∗Pt
Rapporto tra il costo fisso complessivo diviso la quantità di bene prodotto (tempo di
funzionamento per la produzione tecnica).
Il costo fisso unitario è il rapporto tra il costo fisso globale e la quantità di bene
prodotto (che è tempo di funzionamento per la produzione tecnica). Il costo fisso
unitario viene indicato con la lettera K.
Quantità di prodotto P=Tf ∗Pt
Cf
Cf unitario=
P
Costo fisso globale Cf =k (segnato)
k
Quindi Cf unitario= P
COSTO VARIABILE UNITARIO
E’ determinato dal costo variabile globale diviso per la quantità di bene prodotto e
indicato con la lettera “lambda”:
P=Tf ∗Pt
Cv
¿ =Cf unitario
Tf∗Pt
Quindi Ctot unitario=Cf unitario+Cv unitario
K
C tot unitario= =¿
P
COSTO TOTALE
C totale
Costo totale
C*
*P
K
P quantità di
prodotto
Ctot=K +¿ P '
P =Pe∗Tf
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COSTO TOTALE UNITARIO
Ctot unitario
Curva caratteristica
k/P
P quantità di prodotto
Quest’ultimo è costante aP* prescindere dalla quantità di bene prodotto, mentre il costo
fisso unitario scende all’aumentare della qualità del bene prodotto. L’insieme
costituisce la curva caratteristica del bene prodotto.
CRITERI DI SCELTA MACCHINARI
Aspetti economico produttivi
Non si confrontano mai macchinari con capacità produttiva e fabbisogno di diverse
fasce. Abbiamo in questo caso due macchinari, il punto P è il punto in cui il costo
unitario complessivo si equivale. Nel campo 1 se il valore del fabbisogno come
quantità del bene prodotto è superiore a P significa che è più conveniente il campo 2.
Sotto la soglia di P è più conveniente il primo campo.
C tot unitario
2 2
P quantità di prodotto
P
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Quando Om > 200h/mese, si moltiplica Aa per il coefficiente H
H=(60+0,20 m)/100
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Quindi in realtà facendo un uso del 50% in più delle sue potenzialità, abbiamo
invecchiato la macchina di 2 anni.
Cfa2 = 25.000 * 0,2324 *H H = [ 60 + (0,2 * 300)] /100 = 1,2
Cfa2 = 25.000 * 0,2324 *1,2 = 6.972 euro
6.375 / 25.000 = 0,255 = 25,5 %
Cfa1 + Cfa2 = 6.375 + 6.972 = 13.347 euro
13.347 / 25.000 = 0,53388 = 53,39 %
Questo vuol dire che solo dopo due anni, la macchina è come se avesse solo 3 anni di
vita utile. Quindi la vita residua della macchina è 5-2= 3
MACCHINE PER IL MOVIMENTO TERRA
Queste macchine vengono usate normalmente per le operazioni di:
- Scavo
- Carico
- Trasporto
- Livellamento
La Tractor - dozer è una macchina particolare perché ha un pattino trapezoidale, ha
una cabina antiribaltamento, è dotata di un aratro a tre punte perché tratta terreni
semisciolto. Questo tipo di macchina viene conosciuta come “apripista”, viene
utilizzata nei lavori di scavo e trasporto. E’ costituita da un corpo semovente, su
cingoli o su ruota, munita di lama posta trasversalmente alla direzione di marcia ed
azionata da un sistema oleodinamico. La lama può rimanere fissa o variare
l’angolazione si nel punto verticale sia in quello trasversale.
L’ Escavatore è un’altra tipologia di macchina. Anche in questo caso si tratta di
macchine utilizzate per lo scavo, carico, sollevamento e scarico dei materiali. La
traslazione può avvenire su ruote o su cingoli e l’utensile di scavo ( benna a cucchiaio
rovescio o dritto) può essere azionato con sistema oleodinamico.
I Caricatori sono costituiti da un corpo semovente, munita di una benna, nella quale,
mediante la spinta della macchina, avviene il caricamento del terreno. Lo scarico può
avvenire mediante il rovesciamento della benna, frontalmente, lateralmente o
posteriormente. I caricatori su ruote possono essere a telaio rigido o articolato intorno
ad un asse verticale.
Gli Scraper sono macchine utilizzate per eseguire lavori di scavo, caricamento,
trasporto su piccole o medie distanze ed eventualmente per il livellamento del
terreno. Il caricamento del cassone può avvenire o mediante un avanzamento della
macchina, o mediante dispositivi elevatori applicato anteriormente al cassone. Lo
scarico avviene anteriormente, mediante comandi oleodinamici o per gravità.
Il Grader ha un'unica funzione di livellamento del terreno, per sagomare il profilo di
tracciati stradali e per eseguire cunette, per distribuire e muovere materiale vario per
pavimentazioni stradali. La macchina è costituita da un corpo semovente su ruote ( le
anteriori inclinabili), munita di una lama orientabile posizionata tra l’asse anteriore e
l’asse posteriore.
La Terna è una macchina costituita da un corpo semovente, su ruote o su cingoli,
dotata anteriormente di una benna per lo scavo, trasporto e scarico del materiale o di
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una lama apripista e posteriormente, di un utensile per lo scavo ed il carico del
materiale.
Il Dumper è una macchina utilizzata esclusivamente per il trasporto e lo scarico del
materiale. Lo scarico del materiale può avvenire posteriormente o lateralmente. Il
telaio della macchina può essere rigido o articolato intorno ad un asse verticale.
Le Mini pale cingolate o gommate sono macchine di una dimensione più ridotta, gli
Autocarri sono macchine utilizzate esclusivamente per il trasporto e lo scarico del
materiale. Lo scarico del materiale può avvenire esclusivamente posteriormente e il
telaio della macchina è rigido.
MACCHINARI ED ATTREZZATURE DI CANTIERE III
Macchine per la movimentazione aerea
Si intende lo spostamento di un carico mediante la sospensione, di un sistema di
vincolo ad una macchina predisposta. Il carico pertanto non risulta solidale con il
mezzo di movimentazione. Per i macchinari di movimentazione aerea è possibile
considerare
- Le gru: a torre o a pilone con un sistema di movimentazione;
- Le autogru di diversa forma;
- Le gru autocarrate;
- I carriponte, ma che in edilizia trovano scarso uso;
- Gli argani a cavalletto;
- Gli argani a bandiera..
Si parla di macchine di notevole dimensione e comportare una serie di rischi.
Relativamente a ciascuna tipologia d macchinari per movimentazione aerea, sono
presenti sul mercato accessori complementari di sollevamento da scegliere in
funzione dei carichi da movimentazione, e dalla configurazione dei carichi.
Gru a torre
Esiste la gru con il pilone telescopico, ne esistono di alcuni movimentati
idraulicamente. Nei cantieri edili il mezzo di sollevamento maggiormente utilizzato e
comunemente diffuso tra i beni strumentali d’impresa è la gru a torre. E’ soggetto ad
una verifica trimestrale per il sollevamento e pertanto sempre più spesso si fa uso di
noleggiamenti. E’ un mezzo di movimentazione aerea che consente lo spostamento
verticale, radiale, circolare o laterale di un carico appeso a funi di trattenuta.
L’ubicazione all’interno del cantiere deve essere molto attenta, il raggio d’azione
della gru deve coprire l’intero territorio. La gru a torre è composta dal basamento che
se è a rotazione bassa rimane solidale all’elemento superiore, se è a rotazione in alto
rimane solidale al basamento, il pilone verticale che unisce all’estremità la freccia e il
contro freccia con i contrappesi che fanno equilibrio. Esiste un sistema a traliccio che
serve a trasferire i carichi dalla freccia a contro freccia. Generalmente il basamento è
costituito in materiale metallico, è la sede della zavorra necessaria a garantire la
stabilità del mezzo sottoposto a momento ribaltante dovuto al carico o alle azioni
esterne. La torre o pilone è formato da una parte fissa, collegata alla piattaforma di
base o imbullonata o tirantata al plinto o al basamento di fondazione e da un elemento
di testa che supporta la parte girevole. La freccia è la parte che porta il carico, è un
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traliccio metallico a sezione triangolare realizzato con profilati o tubi, unito al pilone
con un elemento basale con ghiera girevole e dotato in punta di un elemento di
chiusura per l’attacco dei tiranti. La contro freccia è un traliccio metallico che porta
sulla parte terminale il contrappeso. Nelle gru a rotazione si trova in alto o alla base
della torre per bilanciare il carico portato dal gancio.
Automontante
La cosa che le caratterizza è l’impacchettamento. La gru in cantiere va collocata
tenendo conto dei vari ostacoli presenti in cantiere. Si preferisce utilizzare una gru
che una volta che abbia il carico più ingombrante, possa avere almeno 1 o 1,5m di
spazio. La distanza verticale tra un carico appeso e il bozzello del vincolo posto sotto
il suo raggio d’azione deve essere almeno di 2,5m. La distanza minima laterale tra il
castello di base ed edificio deve essere almeno di 70 cm, mentre la distanza minima
tra traliccio e parte più sporgente dell’edificio deve essere almeno 50 cm. La distanza
di ogni elemento della gru (traliccio, funi, bozzello ecc) da linee elettriche deve
essere almeno di 5 m.
Macchine per la produzione e il getto del calcestruzzo
La centrale di betonaggio è l’elemento più tipico se di una certa dimensione. Tutto il
sistema di getto viene gestito con getto con benna e quindi con la gru. Un altro
elemento è il cumulo degli inerti con il braccio raschiante che permette di
autoalimentare la centrale di betonaggio. Di una certa dimensione perché la
dimensione media va dagli 8-10 m3/h fino ai 20-25 m3/h. Le centrali di betonaggio
vengono usate solitamente dove la produzione costante è continua. L’elemento che si
contrappone è il confezionamento e il trasporto con mezzi dalla capienza dagli 8m2.
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