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Simon Boccanegra

Melodramma in un prologo e tre atti

Libretto di
Francesco Maria Piave e Arrigo Boito

Musica di
Giuseppe Verdi

PERSONAGGI

PROLOGO
Simon Boccanegra, corsaro al servizio della Repubblica genovese Baritono
Jacopo Fiesco, nobile genovese Basso
Paolo Albiani, filatore d’oro genovese Basso
Pietro, popolano di Genova Baritono
Marinai, Popolo, Domestici di Fiesco, ecc.

DRAMMA
Simon Boccanegra, primo Doge di Genova Baritono
Maria Boccanegra, sua figlia, sotto il nome di Amelia Grimaldi Soprano
Jacopo Fiesco, sotto il nome di Andrea Basso
Gabriele Adorno, gentiluomo genovese Tenore
Paolo Albiani, cortigiano favorito del Doge Basso
Pietro, altro cortigiano Baritono
Un Capitano dei balestrieri Tenore
Un’Ancella di Amelia Mezzosoprano
Soldati, Marinai, Popolo, Senatori, Corte del Doge, ecc.

L'azione è in Genova e sue vicinanze, intorno alla metà del secolo XIV.
N.B.: Tra il Prologo ed il Dramma passano 25 anni.

Prima rappresentazione assoluta:


Venezia, Teatro La Fenice, 12 marzo 1857

Nuova versione con la revisione di Arrigo Boito:


Milano, Teatro alla Scala, 24 marzo 1881

(Editore Casa Ricordi, Milano)


PROLOGO Simone
Io?... no.
Una piazza di Genova.
Nel fondo la chiesa di San Lorenzo. A destra il Paolo
palazzo dei Fieschi, con gran balcone: nel muro, Ti tenta
di fianco al balcone, è un’immagine davanti a ducal corona?
cui arde un lanternino; a sinistra altre case.
Varie strade conducono alla piazza. È notte. Simone
Vaneggi?
[1. Scena]
Paolo (con intenzione)
Paolo e Pietro in scena, continuando un E Maria?
discorso.
Simone
Paolo O vittima innocente
Che dicesti?... all’onor di primo abate del funesto amor mio!... Dimmi, di lei
Lorenzin, l’usuriere?... che sai?… le favellasti?

Pietro Paolo (additando il palazzo Fieschi)


Altro proponi Prigioniera
di lui più degno! geme in quella magion...

Paolo Simone
Il prode, che da’ nostri Maria!
mari cacciava l’african pirata,
e al ligure vessillo Paolo
rese l’antica nominanza altera. Negarla
al Doge chi potria?
Pietro
Intesi... e il premio?... Simone
Misera!
Paolo
Oro, possanza, onore. Paolo
Assenti?
Pietro
Vendo a tal prezzo il popolar favore. Simone
Paolo...
(Si danno la mano; Pietro parte)
Paolo
(Paolo, solo) Tutto disposi... e sol ti chieggo
parte ai perigli e alla possanza...
Paolo
Abborriti patrizi, Simone
alle cime ove alberga il vostro orgoglio, Sia...
disprezzato plebeo, salire io voglio.
Paolo
(Detto, e Simone che entra frettoloso) In vita ed in morte?...

[Coro e Scena] Simone


Sia!
Simone
Un amplesso... Che avvenne? Da Savona Paolo
perché qui m’appellasti? S’appressa alcun... T’ascondi...
Per poco ancor, mistero ne circondi.
Paolo (misteriosamente)
All’alba eletto (Simone s’allontana, Paolo si trae in
esser vuoi nuovo abate? disparte presso il palazzo dei Fieschi.)

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[Coro e Scena] Paolo
Taceranno.
Paolo, Pietro, Marinari e Artigiani. (Chiama tutti intorno a sé; quindi, indicando il
palazzo dei Fieschi, dice loro con mistero:)
Pietro L’atra magion vedete?...
All’alba tutti qui verrete? De’ Fieschi è l’empio ostello,
una beltà infelice geme sepolta in quello;
Coro sono i lamenti suoi la sola voce umana
(a mezzavoce) che risuonar s’ascolta
Tutti. nell’ampia tomba arcana.
Pietro Pietro e Coro
Niun pei patrizi?... Già volgono tre lune, che la gentil sembianza
non rallegrò i veroni della romita stanza;
Coro passando ogni pietoso invan mirar desia
Niuno. A Lorenzino la bella prigioniera, la misera Maria.
Tutti il voto darem.
Paolo
Pietro Si schiudon quelle porte solo al patrizio altero,
Venduto è ai Fieschi. che ad arte si ravvolge nell’ombre del mistero...
Ma vedi in notte cupa per le deserte sale
Coro errar sinistra vampa, qual d’anima infernale.
Dunque chi fia l’eletto?
Pietro e Coro
Pietro È vero. Oh cielo! Gran Dio!
Un prode. Par l’antro dei fantasimi!... Oh qual orror!...
Coro (Dal palazzo Fieschi si vede il riverbero d’un
Sì.
lume)
Pietro
Paolo
Un popolan...
Guardate!
Coro La feral vampa appare...
Ben dici... ma fra i nostri
sai l’uom? Pietro e Coro
Oh ciel!...
Pietro
Sì. Paolo
V’allontanate.
Coro Si caccino i demonii col segno della croce...
E chi? risuoni il nome suo.
Pietro e Coro
Paolo (avanzandosi) Si caccino i demonii col segno della croce...
Simone Boccanegra.
Paolo
Coro All’alba.
Simone! il Corsaro!
Pietro e Coro
Paolo Qui.
Sì... il Corsaro all’alto scranno...
Paolo
Coro Simone.
È qui?
Pietro e Coro
Paolo Simone ad una voce.
Verrà.
(Tutti partono di qua e di là a gruppi)
Coro
E i Fieschi?

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(Fiesco esce dal palazzo) Sul tuo capo io qui chiedea
l’ira vindice del ciel.
[Recitativo ed Aria]
Simone
Fiesco Padre mio, pietà t’imploro
(rivolto al palazzo) supplichevole a’ tuoi piedi…
A te l’estremo addio, palagio altero, Il perdono a me concedi...
freddo sepolcro dell’angiolo mio!...
Né a proteggerti valsi!... Oh maledetto!... Fiesco
Oh vile seduttore!… Tardi è omai.
(Si volge all’Immagine)
E tu, Vergin, soffristi Simone
rapita a lei la verginal corona?... Non sii crudel.
Ah! che dissi?... deliro!... ah, mi perdona! Sublimarmi a lei sperai
sovra l’ali della gloria,
Il lacerato spirito strappai serti alla vittoria
del mesto genitore per l’altare dell’amor.
era serbato a strazio
d’infamia e di dolore. Fiesco (freddamente)
Il serto a lei de’ martiri Io fea plauso al tuo valore,
pietoso il cielo diè... ma le offese non perdono...
Resa al fulgor degli angeli, Te vedessi asceso in trono...
prega, Maria, per me.
Simone
(S’odono lamenti dall’interno del palazzo) Taci...
Donne Fiesco
(interno e molto lontano) Segno all’odio mio
È morta!... è morta!... a lei s’apron le sfere!... e all’anàtema di Dio
Mai più non la vedremo in terra!... è di Fiesco l’offensor.
Non la vedrem mai più.
Simone
Uomini (c.s.) Pace...
Miserere!... miserere!...
Fiesco
(Varie persone escono dal palazzo, e No! Pace non fora
traversando mestamente la piazza, se pria l’un di noi non mora.
s’allontanano)
Simone:
(Detto, e Simone che ritorna in scena esultante) Vuoi col sangue mio placarti?
(Gli presenta il petto)
[Duetto] Qui ferisci...

Simone Fiesco (ritraendosi con orgoglio)


Suona ogni labbro il mio nome. O Maria! Assassinarti?
Forse in breve potrai
dirmi tuo sposo!... Simone
(Scorge Fiesco) Sì, m’uccidi, e almen sepolta
Alcun veggo!... Chi fia? fia con me tant’ira...

Fiesco Fiesco
Simon? Ascolta.

Simone Se concedermi vorrai


Tu? l’innocente sventurata
che nascea d’impuro amor,
Fiesco io, che ancor non la mirai,
Qual cieco fato giuro renderla beata,
a oltraggiarmi ti traea?... e tu avrai perdono allor.

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Simone Simone
Nol poss’io. Oh, de’ Fieschi implacata, orrida razza!…
E tra cotesti rettili nascea
Fiesco quella pura beltà? Vederla voglio…
Perché? Coraggio!
(S’avvia al palazzo; dà tre colpi alla porta)
Simone Muta è la magion de’ Fieschi?
Rubella sorte lei rapì... Dischiuse son le porte!...
Quale mistero!... Entriam.
Fiesco (Risoluto, entra nel palazzo)
Favella.
Fiesco
Simone T’inoltra e stringi
Del mar sul lido tra gente ostile gelida salma.
crescea nell’ombra quella gentile;
crescea lontana dagli occhi miei, Simone (comparisce sul balcone)
vegliava annosa donna su lei. Nessuno!… Qui sempre
Di là una notte varcando, solo silenzio e tenebra!…
dalla mia nave scesi a quel suolo. (Stacca il lanternino della Immagine, ed entra.
Corsi alla casa... n’era la porta S’ode un grido di dentro)
serrata, muta! Maria!... Maria!!

Fiesco Fiesco
La donna? L’ora suonò del tuo castigo…

Simone Simone (esce dal palazzo, atterrito)


Morta! È sogno!
Sì; spaventoso, atroce sogno è il mio!
Fiesco
E la tua figlia?... Voci (interno, in lontananza)
Boccanegra!...
Simone
Misera, trista, Simone
tre giorni pianse, tre giorni errò. Quai voci!
Scomparve poscia, né fu più vista,
d’allora indarno cercata io l’ho. Voci
Boccanegra!…
Fiesco
Se il mio desire compier non puoi, Simone
pace non puote esser fra noi! Eco d’inferno è questo!...
(Gli volge le spalle)
Addio, Simone!
(Detti; entrano frettolosi Paolo, Pietro ed alcuni
Simone Artigiani e Marinai)
Coll’amor mio
saprò placarti; [Scena e Coro]
m’odi, ah m’odi.
Paolo e Pietro
Fiesco (freddo, senza guardarlo) Doge il popol t’acclama!
No.
Simone
Simone Via fantasmi! Via!
M’odi.
Paolo e Pietro
Fiesco Che di’ tu?
Addio.
(S’allontana, poi s’arresta in disparte ad Simone
osservare) Paolo!… Una tomba…

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Paolo ATTO I
Un trono!…
Giardino de’ Grimaldi fuori di Genova.
Fiesco Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare.
(Doge Simon?… m’arde l’inferno in petto!…) Spunta l’aurora.
(Entra il Popolo tumultuosamente con faci
accese) [2. Preludio ed Aria]
Coro (Amelia in scena guardando verso il mare)
Viva Simon, del popolo l’eletto!…
Viva, viva Simon! Viva! Amelia
Come in quest’ora bruna
(Le campane suonano a stormo.) sorridon gli astri e il mare!
Come s’unisce, o luna,
all’onda il tuo chiaror!…
Amante amplesso pare
di due virginei cor!

Ma gli astri e la marina


che dicono alla mente
dell’orfana meschina?…
La notte atra, crudel,
quando la pia morente
sclamò: Ti guardi il ciel!

O altero ostel, soggiorno


di stirpe ancor più altera,
il tetto disadorno
non obliai per te!…
Solo in tua pompa austera
amor sorride a me…

(Si volge verso il mare)


S’inalba il ciel!… ma l’amoroso canto
non s’ode ancora!...
Ei mi terge ogni dì, come l’aurora
la rugiada dei fior, del ciglio il pianto.

[3. Scena e Duetto]


Una voce (ben lontano)
Cielo di stelle orbato,
di fior vedovo prato,
è l’alma senza amor.
Amelia
Ciel!... la sua voce!... È desso!...
Ei s’avvicina!... oh gioia!...
La voce (più vicino)
Se manca un cor che t’ama,
non empiono tua brama
gemme, possanza, onor.

Amelia
Ei vien! l’amor
m’avvampa in sen
e spezza il fren

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l’ansante cor!… Là Genova torreggia
(Detta e Gabriele in scena) sul talamo spumante;
là i tuoi nemici imperano,
Gabriele vincerli indarno speri...
Anima mia! Ripara i tuoi pensieri
al porto dell’amor...
Amelia
Perché sì tardi giungi? Gabriele
Angiol che dall’empireo
Gabriele piegasti a terra l’ale,
Perdona, o cara... I lunghi indugi miei e come faro sfolgori
t’apprestano grandezza... sul tramite mortale,
non ricercar dell’odio
Amelia i funebri misteri;
Pavento... ripara i tuoi pensieri
al porto dell’amor…
Gabriele
Che? Amelia
Ah!…
Amelia
L’arcano tuo conobbi... Gabriele
A me il sepolcro appresti, Che fia?
il patibolo a te!...
Amelia
Gabriele (fissando a destra)
Che pensi? Vedi là quell’uom?... qual ombra
ogni dì appar.
Amelia
Io amo
(Detti; un’Ancella, quindi Pietro)
Andrea qual padre, il sai;
pur m’atterrisce!... In cupa
Gabriele
notte non vi mirai
sotto le tetre volte errar sovente Forse un rival?...
torbidi, irrequieti?
Ancella
Gabriele (entra)
Chi? Del Doge
un messagger di te chiede.
Amelia
Tu, e Andrea, Amelia
e Lorenzino ed altri... S’appressi.

Gabriele (L’Ancella esce)


Ah taci... il vento
ai tiranni potria recar tai voci! Gabriele
Parlan le mura... un delator s’asconde (va per uscire)
ad ogni passo... Chi sia veder vogl’io...

Amelia Amelia (fermandolo)


Tu tremi?... T’arresta.

Gabriele Pietro (entra ed inchinandosi ad Amelia dice:)


I funesti Il Doge
fantasmi scaccia! dalle caccie tornando di Savona
questa magion visitar brama.
Amelia
Fantasmi dicesti? Amelia
Il puote.
Vieni a mirar la cerula (Pietro fa un inchino e parte)
marina tremolante;

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(Gabriele ed Amelia) Gabriele
Non teme
Gabriele ombra d’arcani l’amor mio.
Il Doge qui? T’ascolto!

Amelia Andrea
Mia destra a chieder viene. Amelia tua d’umile stirpe nacque.

Gabriele Gabriele
Per chi? La figlia dei Grimaldi?...

Amelia Andrea
Pel favorito suo. D’Andrea No... la figlia
vola in cerca... Affrèttati... va’... prepara dei Grimaldi morì tra consacrate
il rito nuzial... mi guida all’ara. vergini in Pisa. Un’orfana raccolta
nel chiostro il dì che fu d’Amelia estremo
Amelia e Gabriele ereditò sua cella...
Sì, sì, dell’ara il giubilo
contrasti il fato avverso, Gabriele
e tutto l’universo Ma come dei Grimaldi
io sfiderò con te. anco il nome prendea?...
Innamorato anelito
è del destin più forte; Andrea
amanti oltre la morte, De’ fuorusciti
sempre vivrai con me. perseguia le ricchezze il nuovo Doge;
e la mentita Amelia alla rapace
(Amelia entra in palazzo) man sottrarle potea.

Gabriele
[4. Scena e Duettino] L’orfana adoro.

(Gabriele va per uscire dalla destra Andrea


e incontra Fiesco) Di lei sei degno!

Gabriele Gabriele
(Propizio ei giunge!) A me fia dunque unita?

Andrea Andrea
Tu sì mattutino In terra ed in ciel!
qui?...
Gabriele
Gabriele Mi dai la vita.
A dirti...
Andrea
Andrea Vieni a me, ti benedico
Ch’ami Amelia. nella pace di quest’ora.
Lieto vivi e fido adora
Gabriele l’angiol tuo, la patria, il ciel!
Tu che lei vegli con paterna cura
a nostre nozze assenti? Gabriele
Eco pia del tempo antico,
Andrea la tua voce è un casto incanto.
Alto mistero Serberà ricordo santo
sulla vergine incombe. di quest’ora il cor fedel!
(Squilli interni)
Gabriele Il Doge vien. Partiam. Ch’ei non ti scorga.
E qual?
Andrea
Andrea Ah! presto il dì della vendetta sorga!
Se parlo,
forse tu più non l’amerai. (Partono.)

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[5. Scena e Duetto] Il tuo rossor mel dice...

(Il Doge da destra, con Paolo e seguito Amelia


di cacciatori; Amelia con alcune damigelle T’inganni! io son felice...
dal palazzo)
Doge
Doge Agli anni tuoi l’amore...
Paolo!
Amelia
Paolo Ah! mi leggesti in core!
Signor! Amo uno spirto angelico
che ardente mi riama...
Doge Ma di me acceso un perfido
Ci spronano gli eventi, l’or de’ Grimaldi brama...
di qua partir convien.
Doge
Paolo Paolo!
Quando?
Amelia
Doge Quel vil nomasti!...
Allo squillo dell’ora. E poiché tanta
(Ad un cenno del Doge il corteggio s’avvia pietà ti muove dei destini miei,
dalla destra) vo’ svelarti il segreto che m’ammanta.
Non sono una Grimaldi.
Paolo (guardando Amelia)
(Oh, qual beltà!) Doge
Oh Ciel! chi sei?
(Parte con seguito. Le damigelle si ritirano;
restano soli Amelia e il Doge) Amelia
Orfanella il tetto umìle
Doge m’accogliea d’una meschina,
Favella il Doge dove presso alla marina
ad Amelia Grimaldi? sorge Pisa...

Amelia Doge
Così nomata io sono. In Pisa tu?

Doge Amelia
E gli esuli fratelli tuoi non punge Grave d’anni quella pia
desio di patria? era solo a me sostegno;
io provai del ciel lo sdegno,
Amelia involata ella mi fu.
Possente... ma... Colla tremola sua mano
pinta effigie mi porgea,
Doge le sembianze esser dicea
Intendo... della madre ignota a me.
A me inchinarsi sdegnano i Grimaldi... Mi baciò, mi benedisse,
Così risponde a tanto orgoglio il Doge... levò al ciel, pregando, i rai...
(Le porge un foglio) Quante volte la chiamai,
l’eco sol risposta diè.
Amelia (leggendo)
Che veggio!... il lor perdono? Doge
(Se la speme, o ciel clemente,
Doge ch’or sorride all’alma mia,
E denno a te della clemenza il dono. fosse sogno!... estinto io sia
della larva al disparir!)
Dinne, perché in quest’eremo
tanta beltà chiudesti? Amelia
Del mondo mai le fulgide Come tetro a me dolente
lusinghe non piangesti? s’appressava l’avvenir!

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Doge soltanto note al ciel;
Dinne... alcun là non vedesti? io la colomba mite
sarò del regio ostel.
Amelia
Uom di mar noi visitava... (Si abbracciano, ed Amelia parte,
accompagnata dal padre fino alla soglia)
Doge
E Giovanna si nomava Doge
lei che i fati a te rapîr? O figlia!

Amelia Amelia (lontana)


Sì. Padre!

Doge (Il Doge resta estatico, contemplando Amelia


(trae dal seno un ritratto, lo porge ad Amelia, che rientra nel palazzo... e dice un’ultima volta:)
che fa altrettanto)
E l’effigie non somiglia Doge
questa? Figlia!

Amelia
Uguali son!... (Doge, e Paolo che entra rapidamente da destra
e s’avvicina al Doge)
Doge
Maria!... Paolo
Che rispose?
Amelia
Il nome mio!... Doge
Rinuncia a ogni speranza.
Doge
Sei mia figlia. Paolo
Doge, nol posso!
Amelia
Io?... Doge
Il voglio!
Doge (Il Doge parte dalla destra)
M’abbraccia, o figlia mia.
Paolo
Amelia Il vuoi!... scordasti che mi devi il soglio?
Padre!
Ah! stringi al sen Maria che t’ama... (Paolo, e Pietro dalla destra)
Doge Pietro
Ah! figlia, il cor ti chiama... Che disse?
Figlia! a tal nome io palpito Paolo
qual se m’aprisse i cieli... A me negolla.
Un mondo d’ineffabili
letizie a me riveli; Pietro
un paradiso il tenero Che pensi tu?
padre ti schiuderà...
Di mia corona il raggio Paolo
la gloria tua sarà... Rapirla.

Amelia Pietro
Padre! vedrai la vigile Come?
figlia a te sempre accanto;
nell’ora melanconica Paolo
asciugherò il tuo pianto... Sul lido a sera
Avrem gioie romite, la troverai solinga...

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Si tragga al mio naviglio; Doge
di Lorenzin si rechi E con quest’urlo atroce
alla magion. fra due liti d’Italia erge Caino
la sua clava cruenta! Adria e Liguria
Pietro hanno patria comune.
S’ei nega?
Tutti
Paolo È nostra patria
Digli che so sue trame, Genova.
e presterammi aita... (Tumulto molto lontano)
Tu gran mercede avrai...
Pietro
Pietro Qual clamor!
Ella sarà rapita.
Alcuni
D’onde tai grida?
(Escono.)
Paolo (balzando e dopo essere accorso
al verone)
[6. Finale I] Dalla piazza dei Fieschi.
Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati. Tutti (alzandosi)
Il Doge seduto sul seggio ducale; da un lato, Una sommossa!
dodici Consiglieri nobili; dall’altro lato, dodici
Consiglieri popolani. Seduti a parte, quattro Paolo (sempre alla finestra: Pietro lo ha
Consoli del mare e i Connestabili. Paolo e Pietro raggiunto)
stanno sugli ultimi seggi dei popolani. Ecco... una turba di fuggenti.

Doge Doge
Messeri, il re di Tartaria vi porge Ascolta.
pegni di pace e ricchi doni e annuncia (Il tumulto si fa più forte)
schiuso l’Eusin alle liguri prore.
Acconsentite? Paolo (origliando)
Si sperdon le parole...
Tutti
Sì. Voci interne
Morte! Morte!
Doge
Ma d’altro voto Paolo (a Pietro)
più generoso io vi richiedo. È lui?

Alcuni Doge (che ha udito)


Parla. Chi?

Pietro
Doge
Guarda!
La stessa voce che tuonò su Rienzi,
vaticinio di gloria e poi di morte, Doge (guardando)
or su Genova tuona. Ciel! Gabriele Adorno
(mostrando uno scritto) dalla plebe inseguito!... Accanto ad esso
Ecco un messaggio combatte un Guelfo. A me un Araldo.
del romito di Sorga; ei per Venezia
supplica pace... Pietro (sommesso)
(Paolo,
Paolo (interrompendolo) fuggi, o sei colto.)
Attenda alle sue rime
il cantor della bionda Avignonese. Doge (guardando Paolo che s’avvia)
Consoli del mare,
Tutti (ferocemente) custodite le soglie! Olà, chi fugge
Guerra a Venezia! è un traditor.
(Paolo, confuso, s’arresta)

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Voci (in piazza) Gabriele
Morte ai patrizi! Ho trucidato
Lorenzino.
Consiglieri nobili (sguainando le spade)
All’armi! Popolo
Assassin!
Voci (in piazza)
Viva il popolo! Gabriele
Ei la Grimaldi
Consiglieri popolani (sguainando le spade) avea rapita.
Evviva!
Doge
Doge (Orror!)
E che? Voi pure?
Voi, qui, vi provocate? Popolo
Menti!
Voci (in piazza)
Morte al Doge! Gabriele
Quel vile
Doge pria di morir disse che un uom possente
(con fierezza; sarà giunto l’Araldo) al crimine l’ha spinto.
Morte al Doge? Sta ben! Tu, araldo, schiudi
le porte del palagio e annuncia al volgo Pietro (a Paolo)
gentilesco e plebeo ch’io non lo temo, (Ah! sei scoperto!)
che le minaccie udii, che qui li attendo...
(ai Consiglieri che ubbidiscono)
Doge (con agitazione)
Nelle guaine i brandi!
E il nome suo?
Voci (in piazza)
Armi! saccheggio! Gabriele (fissando il Doge con tremenda ironia)
Fuoco alle case! T’acqueta! il reo si spense
Ai trabocchi! pria di svelarlo.
Alla gogna!
Doge
(Una tromba interna. Tutti stanno attenti Che vuoi dir?
origliando)
Gabriele (terribilmente)
Doge Pel cielo!
Squilla la tromba dell’araldo... ei parla... Uom possente sei tu!
Tutto è silenzio....
Doge (a Gabriele)
Voci Ribaldo!
Evviva! Evviva il Doge!
Gabriele (al Doge slanciandosi)
Doge Audace
Ecco le plebi! rapitor di fanciulle!

(Irrompe la folla dei Popolani, uomini, donne, Alcuni


fanciulli ecc. Detti; Adorno e Fiesco afferrati dal Si disarmi!
popolo)
Gabriele
Popolo (divincolandosi corre per ferire il Doge)
Vendetta! vendetta!... Empio corsaro incoronato! muori!
Spargasi il sangue del fiero uccisor!...
(Detti; Amelia, che frattanto è entrata,
Doge (ironicamente) interponendosi fra Gabriele e il Doge)
Questa è dunque del popolo la voce?
Da lungi tuono d’uragan, da presso Amelia
grido di donne e di fanciulli. Adorno, Ferisci?
perché impugni l’acciar?

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Gabriele, Doge, Fiesco Nobili
Amelia! (c.s.)
Un plebeo.
Tutti
Amelia! Popolani
(ai nobili)
Amelia Abbasso le spade!
O Doge! Ah! salva,
salva l’Adorno tu. Amelia
Terribili gridi!
Doge
(alle guardie che si sono impossessate di Nobili
Gabriele per disarmarlo) (ai popolani)
Nessun l’offenda. Abbasso le scuri!
Cade l’orgoglio e al suon del suo dolore
tutta l’anima mia parla d’amore... Amelia
Pietà!
Amelia, di’ come tu fosti rapita
e come al periglio potesti scampar. Doge (possentemente)
Fratricidi!!!
Amelia
Nell’ora soave che all’estasi invita Plebe! Patrizi!... Popolo
soletta men givo sul lido del mar. dalla feroce storia!
Mi cingon tre sgherri... m’accoglie un naviglio. Erede sol dell’odio
Soffocati non valsero i gridi... dei Spinola e dei Doria,
Io svenni... al novello dischiuder del ciglio mentre v’invita estatico
Lorenzo in sue stanze presente mi vidi.... il regno ampio dei mari,
voi nei fraterni lari
Tutti vi lacerate il cuor.
Lorenzo!
Piango su voi, sul placido
Amelia raggio del vostro clivo,
Mi vidi prigion dell’infame! là dove invan germoglia
Io ben di quell’alma sapea la viltà. il ramo dell’ulivo.
Al Doge, gli dissi, fien note tue trame, Piango sulla mendace
se a me sull’istante non dai libertà. festa dei vostri fior,
Confuso di tema, mi schiuse le porte… e vo gridando: pace!
Salvarmi l’audace minaccia potea… e vo gridando: amor!

Tutti Coro (fissando il Doge)


Ei ben meritava, quell’empio, la morte. Il suo commosso accento
sa l’ira in noi calmar,
Amelia vol di soave vento
V’è un più nefando, che illeso ancor sta. che rasserena il mar!

Tutti Amelia (a Fiesco)


Chi dunque? (Pace!… lo sdegno immenso
nascondi per pietà!
Amelia Pace! t’ispiri un senso
(fissando Paolo che sta dietro un gruppo di di patria carità!)
persone)
Ei m’ascolta… discerno le smorte Fiesco
sue labbra… (O patria! a qual mi serba
vergogna il mio sperar!…
Doge e Gabriele Sta la città superba
Chi dunque? nel pugno d’un corsar!)

Popolani Gabriele
(minacciosi) (Amelia è salva, e m’ama!
Un patrizio. Sia ringraziato il ciel!…

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Disdegna ogn’altra brama ATTO II
l’animo mio fedel!)
[7. Scena e Duetto]
Pietro (a Paolo)
(Tutto fallì, la fuga Stanza del Doge nel Palazzo Ducale in Genova.
sia tua salvezza almen!) Porte laterali. Da un poggiolo si vede la città.
Un tavolo, un’anfora e una tazza. Annotta.
Paolo (a Pietro)
(No, l’angue che mi fruga Paolo e Pietro.
è gonfio di velen!)
Paolo (a Pietro, traendolo verso il poggiolo)
Gabriele (offrendo la spada al Doge) Quei due vedesti?
Ecco la spada.
Pietro
Sì.
Doge
Questa notte sola Paolo
qui prigione sarai, finché la trama Li traggi tosto
tutta si scopra. No, l’altera lama dal carcer loro per l’andito ascoso,
serba, non voglio che la tua parola. che questa chiave schiuderà.

Gabriele Pietro
E sia! T’intesi.
(Parte)
Doge (con forza terribile)
Paolo!
(Paolo solo)
Paolo (sbucando dalla folla allibito)
Mio duce! Paolo
Me stesso ho maledetto! E l’anatema
m’insegue ancor... e l’aura ancor ne trema!
Doge (con tremenda maestà e con violenza
Vilipeso... reietto
sempre più formidabile) dal Senato, da Genova, qui vibro
In te risiede l’ultimo stral pria di fuggir; qui libro
l’austero dritto popolar. È accolto la sorte tua, Doge, in quest’ansia estrema.
l’onore cittadin nella tua fede: Tu, che m’offendi e che mi devi il trono,
bramo l’ausilio tuo... V’è in queste mura qui t’abbandono
un vil che m’ode, e impallidisce in volto; al tuo destino
già la mia man l’afferra per le chiome. in quest’ora fatale.
Io so il suo nome... (Estrae un’ampolla, ne vuota il contenuto nella
È nella sua paura. tazza)
Tu al cospetto del ciel e al mio cospetto Qui ti stillo una lenta, atra agonia...
sei testimon. Sul manigoldo impuro Là t’armo un assassino.
piombi il tuon del mio detto: Scelga morte sua via
(cupo e terribile; a Paolo) fra il tosco ed il pugnale.
Sia maledetto! e tu ripeti il giuro.
(Detto; Fiesco e Gabriele dalla destra, condotti
Paolo (atterrito e tremante)
da Pietro, che si ritira)
Sia maledetto!… (Orrore!…)
Fiesco
Tutti Prigioniero in qual loco m’adduci?
Sia maledetto!!
(allontanandosi) Paolo
Sia maledetto!! Nelle stanze del Doge, e favella
a te Paolo.
Paolo
(Orror!)
(Fugge.)

18
Fiesco Gabriele
I tuoi sguardi son truci... Vil disegno!

Paolo Paolo
Io so l’odio che celasi in te. Amelia dunque mai tu non amasti?
Tu m’ascolta.
Gabriele
Fiesco Che dici?
Che brami?
Paolo
Paolo È qui.
Al cimento
preparasti de’ Guelfi la schiera? Gabriele
Qui Amelia!
Fiesco
Sì… Paolo
E del vegliardo
Paolo segno è alle infami dilettanze.
Ma vano fia tanto ardimento!
Questo Doge, abborrito da me Gabriele
quanto voi l’abborrite, v’appresta Astuto
nuovo scempio... dimon, cessa...
(Paolo corre a chiudere la porta di destra)
Fiesco Che fai?
Mi tendi un agguato.
Paolo
Paolo Di qui ogni varco t’è conteso. Ardisci
Un agguato?... Di Fiesco la testa il colpo... o sepoltura
il tiranno segnata non ha?... avrai fra queste mura.
Io t’insegno vittoria.
(Parte frettoloso dalla porta di sinistra, che si
Fiesco chiude dietro)
A qual patto?

Paolo Gabriele solo.


Trucidarlo qui, mentre egli dorme…
Gabriele
Fiesco O inferno!... Amelia qui!... L’ama il vegliardo!...
Osi a Fiesco proporre un misfatto?… E il furor che m’accende
m’è conteso sfogar!... Tu m’uccidesti
Paolo il padre... tu m’involi il mio tesoro...
Tu rifiuti?… Trema, iniquo... già troppa era un’offesa,
doppia vendetta hai sul tuo capo accesa!
Fiesco
Sì. Sento avvampar nell’anima
furente gelosia;
Paolo tutto il suo sangue spegnere
Al carcer ten va’. l’incendio non potria;
s’ei mille vite avesse
(Fiesco parte; Gabriele fa per seguirlo, ma è e mieterle potesse
arrestato da Paolo.) d’un colpo il mio furor,
non sarei sazio ancor.

[8. Scena ed Aria] Che parlo!... ahimè!... deliro!...


Ah! io piango!... pietà, gran Dio, del mio
Paolo e Gabriele. [martiro!...

Paolo Cielo pietoso, rendila,


Udisti? rendila a questo core,

19
pura siccome l’angelo Gabriele
che veglia al suo pudore; Favella...
ma se una nube impura
tanto candor m’oscura, Amelia
priva di sue virtù, Concedi
ch’io non la vegga più. che il segreto non aprasi ancor!

Gabriele
[9. Scena e Duetto] Parla, in tuo cor virgineo
fede al diletto rendi.
Detto, ed Amelia dalla sinistra. Il tuo silenzio è funebre
vel che su me distendi.
Amelia Dammi la vita o il feretro,
Tu qui?... sdegno la tua pietà.

Gabriele Amelia
Amelia! Sgombra dall’alma il dubbio...
Santa nel petto mio
Amelia l’immagin tua s’accoglie
Chi il varco t’apria? come nel tempio Iddio.
No, procellosa tenebra
Gabriele un ciel d’amor non ha.
E tu... come qui?
(S’ode uno squillo)
Amelia Il Doge vien. Scampo non hai.
Io... T’ascondi!...

Gabriele Gabriele
Sleale! No.

Amelia Amelia
Oh crudele! Il patibol t’aspetta!

Gabriele Gabriele
Il tiranno ferale... Io non lo temo.

Amelia Amelia
Il rispetta... Nell’ora istessa teco avrò morte...
se non ti move di me pietà.
Gabriele
Egli t’ama... Gabriele
Di te pietade?...
Amelia (da sé)
D’amor (Lo vuol la sorte...
santo... Si compia il fato!… Egli morrà!)

Gabriele Amelia
E tu?... Ei viene... t’ascondi.

Amelia (Amelia nasconde Gabriele sul balcone)


L’amo del pari...

Gabriele [10. Scena, Terzetto – Finale II]


E t’ascolto,
e non t’uccido?... (Detta, e il Doge, ch’entra leggendo un foglio)

Amelia Doge
Infelice! mel credi, Figlia?...
pura io son...

20
Amelia Doge (con disperazione)
Sì afflitto, padre mio? O crudele
destino! O dileguate mie speranze!
Doge Una figlia ritrovo, ed un nemico
T’inganni... a me la invola! – Ascolta:
Ma tu piangevi. s’ei ravveduto...

Amelia Amelia
Io?... Il fia...

Doge Doge
La cagion m’è nota Forse il perdono allor...
delle lagrime tue... Già mel dicesti...
Ami; or bene, s’è degno Amelia
di te l’eletto del tuo core... Padre adorato!...

Amelia Doge
O padre! Ti ritraggi...
Fra i Liguri il più prode, il più gentile... Attender qui degg’io l’aurora...
Doge Amelia
Il noma. Lascia
ch’io vegli al tuo fianco...
Amelia
Adorno... Doge
No, ti ritraggi...
Doge
Il mio nemico! Amelia
Padre!...
Amelia
Padre!... Doge
Il voglio...
Doge
Vedi qui scritto il nome suo?... Congiura Amelia (entrando a sinistra)
co’ Guelfi... (Gran Dio! come salvarlo?)
Amelia
Ciel!... perdonagli!... Il Doge, poi Gabriele.

Doge Doge (solo)


Nol posso. Doge! Ancor proveran la tua clemenza
i traditori?… Di paura segno
Amelia fora il castigo… M’ardono le fauci…
Perdona! (Versa dall’anfora nella tazza e beve)
Perfin l’acqua del fonte è amara al labbro
Doge dell’uom che regna! O duol! la mente è
Nol posso. [oppressa...
stanche le membra... ohimè! mi vince il sonno
Amelia (s’addormenta; dormendo)
Con lui morrò... Oh Amelia... ami... un nemico!...

Doge Gabriele (entra con precauzione, s’avvicina


L’ami cotanto? al Doge e lo contempla)
Ei dorme!... Quale
Amelia sento ritegno?... È reverenza o tema?...
L’amo Vacilla il mio voler?... Tu dormi, o veglio!
d’ardente, d’infinito amor. O al tempio Del padre mio carnefice! tu mio
con lui mi guida, o sovra entrambi cada rival... Figlio d’Adorno!... la paterna
la scure del carnefice... ombra ti chiama vindice...

21
(Brandisce un pugnale e va per trafiggere il che da me contristato già fu...
Doge... ma Amelia si pone rapidamente fra un celeste tesor m’involasti...
Gabriele e il padre) la mia figlia...

Gabriele:
(Detti, ed Amelia) Suo padre sei tu!…

Amelia Perdon, Amelia. Indomito,


Insensato! Vecchio inerme il tuo braccio colpisce? geloso amor fu il mio...
Doge, il velame squarciasi...
Gabriele un assassin son io…
Tua difesa mio sdegno raccende. Dammi la morte; il ciglio
a te non oso alzar.
Amelia
Santo, il giuro, è l’amor che ci unisce, Doge
né alle nostre speranze contende. (Degg’io salvarlo, e stendere
la mano all’inimico?
Gabriele Sì, pace splenda ai Liguri,
Che favelli?... si plachi l’odio antico;
sia d’amistanze italiche
Doge (destandosi) il mio sepolcro altar.)
Ah!...
Amelia
Amelia (Madre, che dall’empireo
Nascondi il pugnale, proteggi la tua figlia,
vien... ch’ei t’oda... del genitor all’anima
meco pietà consiglia...
Gabriele Ei si rendea colpevole
Prostrarmi al suo piede?
solo per troppo amor.)
Amelia
Coro (interno)
Vien!
All’armi, all’armi, o Liguri,
Doge (dirigendosi a Gabriele) patrio dover v’appella;
Ecco il petto... colpisci, sleale! scoppiò dell’ira il folgore,
è notte di procella.
Gabriele (Il Coro si avvicina)
Sangue il sangue d’Adorno ti chiede. Le guelfe spade cingano
di tirannia lo spalto;
Doge del coronato demone,
E fia ver?... chi t’aprì queste porte? su, alla magion, l’assalto.

Amelia Amelia (corre alla finestra)


Non io. Quai gridi!…

Gabriele Gabriele
Niun quest’arcano saprà. I tuoi nemici…

Doge Doge
Il dirai fra tormenti... Il so.

Gabriele Coro
La morte, Guerra!
tuoi supplizi non temo. Sterminio!
All’armi!
Amelia
Ah pietà! Amelia
(sempre alla finestra)
Doge S’addensa
Ah! quel padre tu ben vendicasti, il popolo.

22
Doge (a Gabriele) ATTO III
Va’… T’unisci a’ tuoi...

Gabriele Interno del Palazzo Ducale.


Ch’io pugni Di prospetto grandi aperture, dalle quali si
scorgerà Genova illuminata a festa: in fondo
contro di te?... mai più.
il mare.
Doge
Dunque messaggio Un Capitano dei balestrieri, con Fiesco, dalla
ti reca a lor di pace… destra; poi, dalla sinistra, Paolo in mezzo
e il sole di domani alle guardie.
non sorga a rischiarar fraterne stragi.
[11.]
Gabriele
Teco a pugnar ritorno, Grida (interne)
se la clemenza tua non li disarmi. Evviva il Doge!
Vittoria! Vittoria!
Doge (accennando Amelia)
Sarà costei tuo premio. Capitano dei balestrieri (rimettendo a Fiesco
la sua spada)
Amelia e Gabriele Libero sei. Ecco la spada.
Oh! inaspettata gioia!
Fiesco
Amelia E i Guelfi?
Padre!
Capitano
Doge e Gabriele (snudando le spade) Sconfitti.
All’armi!
Fiesco
O triste libertà!
(a Paolo)
Che?... Paolo?!
Dove sei tratto?

Paolo (arrestandosi)
All’estremo supplizio.
Il mio demonio mi cacciò fra l’armi
dei rivoltosi e là fui colto: ed ora
mi condanna Simon; ma da me prima
fu il Boccanegra condannato a morte.

Fiesco
Che vuoi dir?

Paolo
Un velen... (più nulla io temo)
gli divora la vita.

Fiesco (a Paolo)
Infame!

Paolo
Ei forse
già mi precede nell’avel!

Coro interno
Dal sommo delle sfere
proteggili, Signor;
di pace sien foriere
le nozze dell’amor!

23
Paolo Doge
Ah! orrore! Chi osò inoltrarsi?...
Quel canto nuzïal, che mi persegue,
l’odi?... in quel tempio Gabriele Adorno Fiesco
sposa colei ch’io trafugava... Chi te non teme...

Fiesco Doge (verso la destra, chiamando)


Amelia?! Guardie?
Tu fosti il rapitor?!
(sguainando la spada) Fiesco
Mostro!! Invan le appelli...
non son qui i sgherri tuoi.
Paolo M’ucciderai, ma pria m’odi...
Ferisci!
Doge
Fiesco (trattenendo il moto) Che vuoi?
Non lo sperar; sei sacro alla bipenne.
Fiesco
Paolo (ascoltando il coro interno) Delle faci festanti al barlume
Orrore! orror! cifre arcane, funèbri vedrai…
Tua sentenza la mano del nume
(Le guardie trascinano Paolo fuori di scena) sovra queste pareti vergò.
Di tua stella s’eclissano i rai,
la tua porpora in brani già cade;
Fiesco solo. vincitor tra le larve morrai
cui la tomba tua scure negò.
Fiesco
Inorridisco! No, (I lumi cominciano a spegnersi nella piazza,
Simon, non questa per modo che allo spirare del Doge non
vendetta chiesi; d’altra meta degno ne arderà più alcuno)
era il tuo fato. Eccolo... il Doge. Alfine
è giunta l’ora di trovarci a fronte! Doge
Quale accento?
(Si ritira in un angolo d’ombra)
Fiesco
Lo udisti un’altra volta.
Il Doge; lo precede il Capitano con
trombettiere, Fiesco in disparte. Doge
Fia ver?… Risorgon dalle tombe i morti?
Capitano (al balcone, parlando al popolo)
Cittadini! per ordine del Doge Fiesco
s’estinguano le faci e non s’offenda Non mi ravvisi tu?
col clamor del trionfo i prodi estinti.
(S’allontana, seguito dal trombettiere) Doge
Fiesco!...
Doge
(entra) Fiesco
M’ardon le tempia... un’atra vampa sento Simone,
serpeggiar per le vene! Ah! ch’io respiri i morti ti salutano!
l’aura beata del libero cielo.
Oh refrigerio!... la marina brezza!... Doge
Il mare!... il mare!... quale in rimirarlo Gran Dio!...
di glorie e di sublimi rapimenti Compito è alfin di quest’alma il desio!
mi si affaccian ricordi!... Il mar!... il mar!...
Perché in suo grembo non trovai la tomba? Fiesco
Come fantasima
Fiesco (avvicinandoglisi) Fiesco t’appar,
Era meglio per te! antico oltraggio
a vendicar.

24
Doge Fiesco
Di pace nunzio Crudele fato!
Fiesco sarà…
Suggella un angelo (S’abbandona sopra una sedia)
nostra amistà.

Fiesco Detti; Amelia e Gabriele: li seguono Dame,


Che dici? Gentiluomini, Senatori ecc. ecc., Paggi con
torce.
Doge
Un tempo il tuo perdon m’offristi... Amelia (vedendo Fiesco)
Chi veggo!...
Fiesco
Io? Doge
Vien...
Doge
Se a te l’orfanella concedea Gabriele
che perduta per sempre allor piangea… (Fiesco!)
In Amelia Grimaldi a me fu resa,
e il nome porta della madre estinta. Amelia (a Fiesco)
Tu qui?
Fiesco
Ciel!... perché mi splende il ver sì tardi?… Doge
Deponi
Doge la meraviglia. In Fiesco il padre vedi
Tu piangi?... Ah! perché volgi altrove il ciglio?… dell’ignota Maria, che ti die’ vita.

Fiesco Amelia
Piango, perché mi parla Egli?... fia ver?...
in te del ciel la voce;
sento rampogna atroce Fiesco
fin nella tua pietà. Maria!...

Doge Amelia
Vien, ch’io ti stringa al petto, Oh gioia! Allora
o padre di Maria; gli odi funesti han fine...
balsamo all’alma mia
il tuo perdon sarà. Doge
(grave)
Fiesco Tutto finisce, o figlia!
Ohimè! morte sovrasta... un traditore
il velen t’apprestò. Amelia
Qual ferale
Doge pensier t’attrista sì sereni istanti?
Tutto favella,
il sento, in me d’eternità... Doge
Maria, coraggio... A gran dolor
Fiesco t’appresta...
Crudele fato!
Amelia e Gabriele
Doge Quali accenti!… oh terror!
Ella vien...
Doge
Fiesco Per me l’estrema
Maria... ora suonò!
(Sorpresa generale)
Doge
Taci, non dirle... Amelia e Gabriele
Anco una volta vo’ benedirla. Che parli?...

25
Doge Coro
Ma l’Eterno Sì, piange, è ver,
in tue braccia, o Maria, ognor la creatura;
mi concedea spirar... s’avvolge la natura
in manto di dolor!
Amelia e Gabriele (cadendo a pie’ del Doge)
Possibil fia?... Doge
Senatori! sancite il voto estremo.
Doge (sorge, ed imponendo sul loro capo (I Senatori s’appressano)
le mani, solleva gli occhi al cielo e dice:) Questo serto ducal la fronte cinga
Gran Dio, li benedici di Gabriele Adorno.
pietoso dall’empiro; Tu, Fiesco, compi il mio voler...
a lor del mio martiro Maria!!!
cangia le spine in fior. (Con voce quasi spenta egli vorrebbe parlare e
non può; stende le mani di nuovo sul capo dei
Amelia figli e muore)
No, non morrai, l’amore
vinca di morte il gelo; Amelia e Gabriele (s’inginocchiano davanti al
risponderà dal cielo cadavere)
pietade al mio dolor. Padre!... padre!

Gabriele Fiesco (si dirige al balcone, seguito da Senatori


O padre, o padre, il seno e paggi che alzan faci accese)
furia mi squarcia atroce... Genovesi!... In Gabriele
Come passò veloce Adorno il vostro Doge or acclamate.
l’ora del lieto amor!
Voci (dalla piazza)
Fiesco No… Boccanegra!!!
Ogni letizia in terra
è menzognero incanto; Fiesco
d’interminato pianto È morto...
fonte è l’umano cor. Pace per lui pregate!...

(Lenti e gravi tocchi di campana.


Amelia e Gabriele Tutti s’inginocchiano.)
Non morrai.
Coro
Doge Pace per lui!
T’appressa, o figlia... io spiro...
Stringi... il morente... al cor!

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