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In tutte le età storiche era solito l’utilizzo di sostanze stupefacenti , tra l’Ottocento e il Novecento la droga

veniva utilizzata come una vera e propria musa ispiratrice. Tra i numerosi autori ho selezionato :
Charles Baudeliere e Stephen King.
Charles Baudelaire e altri autori, soprattutto i poeti maledetti , facevano uso di sostanze stupefacenti a modo
di esperimenti scientifici e per evadere da una realtà da loro ritenuta mediocre .
Charles Baudeliere nasce a Parigi nel 1821 e muore il 31 agosto 1867. Rimase orfano di padre a 7 anni , e le
nuove nozze della madre costrinsero il suo temperamento nervoso e sensibile a chiudersi in una solitudine
quasi completa . A 18 anni viene espulso dal liceo Louis di Parigi , nonostante il buon profitto .Si accosta
solo per un breve periodo alla Facoltà di Diritto, ma decide di seguire la sua passione per la letteratura.
Esordì come critico dell’arte e iniziò a collaborare con riviste e giornali . La sua raccolta di poesie più
famosa venne pubblicata nel 1857 con il titolo di “Fleurs du Mal” (Fiori del Male ), già dal titolo si può
comprendere il contrasto tra il bene e il male che l’autore vuole trasmettere , Baudelier associa i fiori simbolo
di purezza al male che è tutto ciò che è brutto e orribile , questo contrasto comporta nell’uomo una fase che
lui stesso definisce “spleen” ovvero angoscia .
Nel 1861 Baudelair pubblica l’opera “I Paradisi Artificiali”. Hashish, oppio e vino sono i protagonisti di un
viaggio che dovrebbe portare l’uomo alla soddisfazione del suo antico desiderio di infinito.L’opera è divisa
in tre capitoli:
Il primo capitolo si intitola “Del vino e dell’hashish” , Baudelair confronta queste due sostanze e predilige il
consumo di vino per esaltare la volontà e le speranze dell’uomo, invece l’hashish è considerato dannoso ;
Il secondo capitolo si intitola “Il poema dell’hashish” , qui vi è l’esaltazione dell’hashish come strumento per
esaltare la vena creativa del poeta , l’uomo dipendente dall’hashish vede frantumarsi di fronte ai propri occhi
la propria volontà , infatti per Baudelair l’uomo non deve ingannarsi e allontanarsi dalla sana ricerca
dell’infinito;
Il terzo capitolo si intitola “Un mangiatore d’oppio” dove vi è introdotta la figura di Thomas De Quincey , il
mangiatore d’oppio per eccellenza , che diventa modello di redenzione dalla dipendenza .
La condanna della droga fa questa raccolta un argomento attualissimo : per Baudelair le sostanze
stupefacenti sono il perfetto strumento satanico che portano l’uomo a vedersi e sentirsi come un dio.
Nell’epilogo Baudelair lascia al lettore una serie di domande irrisolte e lascia ad ogni uomo il libero arbitrio
per le decisioni più importanti .

Stephen Edwin King nasce a Portland , il 21 settembre 1947 . Nel 1949 il padre esce per comprare le
sigarette , e non ritornerà più . Per alcuni anni la famiglia è costretta a spostarsi da uno stato all'altro, per poi
fare ritorno nel Maine.
Nel 1966 viene pubblicato sul Comics Review il primo racconto di Stephen King, intitolato I Was a Teenage
Grave Robber, nello stesso anno si diploma e intraprende gli studi di letteratura presso l'Università del
Maine, a Orono. Nel 1970, dopo essersi laureato, ottiene il certificato per l'insegnamento nelle scuole
superiori, ma per un anno è costretto a svolgere svariate occupazioni prima di trovare alla fine del 1971 un
posto di insegnante di lettere alla Hampden Academy di Hampden, nel Maine.King pubblica il primo
romanzo nel 1974, intitolato Carrie. I suoi più grandi successi sono “Le notti di Salem” , “Shining”, “It”,
“22/11/63” e “The Outsider”.
Stephen King , in una recente intervista al giornale “Rolling Stones” , ha dichiarato che dall’età di 18 anni fa
spesso utilizzo di alcol e di cocaina. Nel periodo dal 1978 al 1986 è diventato un consumatore accanito di
Cocaina, ed è proprio in questo periodo che scrive “Cujo”, il quale afferma di non ricordare nulla sulla
stesura di questo libro .
Il romanzo è ambientato nella città di Caste Rock , nel Maine . Cujo è un San Bernardo appartenente a Brett
Camber , figlio del meccanico Joe. Il cane viene descritto come docilissimo, di indole giocosa e amante dei
bambini. Tuttavia in una soleggiata giornata di giugno del 1980 (l'anno in cui si svolge il romanzo),
inseguendo un coniglio selvatico, Cujo si ritrova con la testa incastrata in una piccola caverna infestata dai
pipistrelli, e da uno di questi viene morso, contraendo così la rabbia. Da allora Cujo è vittima di una lenta e
dolorosa trasformazione che si manifesta in lancinanti dolori concentrati principalmente nella regione
cerebrale, e che gli causa terribili allucinazioni che lo portano a vedere tutti come nemici.Questo angosciante
processo lo trasforma in un mostro aggressivo. Arriva ad attaccare ed uccidere Joe Camber ed il suo vicino
Gary Pervier. Il romanzo termina con una violentissima lotta tra Cujo e Donna , una signora del posto , la
quale uccide Cujo. Il cadavere di Cujo viene cremato e le sue ceneri buttate nell’immondizia . Al termine
dell'epilogo, King giustifica Cujo, sostenendo che era malato e che non era consapevole di tutto il male
causato.
Il mondo dell’arte e della letteratura pullula da sempre di molti profeti, teorici e praticanti della “cultura della
droga”, Il binomio “arte-droga” è sempre stato molto stretto ed è spesso stato giustificato facendo presente
che l’artista per creare ha bisogno di trascendere e di allentare i freni inibitori, liberandosi dalla trappola del
razionalismo e permettendo cosi al “genio”; a quanto pare anche William Shakespeare faceva uso di
marijuana prima di comporre le sue opere, infine, secondo il mio parere, l’assunzione di droghe non solo
pregiudicano il benessere fisico e psichico, ma frustrano la persona proprio nella sua capacità di correlazione
con gli altri, anche se alcuni artisti usano per realizzare diverse opere!

"Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo
che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o
di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi”. Baudelier

Se guarderai a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te”. Nietzsche

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