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Sono uscito dall'appartamento della nonna come intronato.

Cercavo
d'immaginarmi
cosa sarebbe successo ora dei nostri e quale verso avrebbero preso le cose.
Vedevo
chiaramente che i nostri (e soprattutto il generale) non erano ancora riusciti a
riprendersi
neppure dalla prima impressione. Il fatto dell'improvvisa apparizione della
nonna, invece
del telegramma, atteso di ora in ora, che annunciasse la sua morte (e quindi
anche
l'eredità), aveva a tal punto scombussolato tutto il complesso dei loro piani e
delle loro
decisioni che essi poi avevano reagito alle prodezze compiute dalla nonna alla
roulette con
una completa apatia e un torpore che li aveva contagiati tutti quanti. Eppure
questo
secondo fatto era quasi più importante del primo, giacché anche se la nonna
aveva
ripetuto due volte al generale che non gli avrebbe dato del denaro, tuttavia non
si poteva
mai esserne sicuri e non si dovevano perdere tutte le speranze. Non le aveva
certo perdute
De Grieux, implicato com'era in tutte le faccende del generale. Ero convinto
che neppure
mademoiselle Blanche, anche lei così interessata alle faccende del generale (lo
credo bene: il
titolo di generalessa e una cospicua eredità!), aveva perduto tutte le speranze,
e avrebbe
certo tentato sulla nonna tutte le seduzioni della civetteria, a differenza di
Polina, così
caparbia e incapace di adulazione. Ma ora, ora che la nonna aveva compiuto
tali imprese
alla roulette e ora che la sua personalità si era disegnata in modo così chiaro e
rilevato
davanti ai loro occhi (una vecchia ostinata, autoritaria et tombée en enfance),
ora, forse, tutto
era davvero perduto; giacché la nonna era contenta come un bambino di
essersi

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