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Antonio Vivaldi

Nuova antologia di arie d’opera per soprano


A New Anthology of Operatic Arias for Soprano

A cura di Alessandro Borin /


Edited by Alessandro Borin
Riduzione per canto e pianoforte di Paolo Facincani /
Reduction for voice and piano by Paolo Facincani

Introduzione / Introduction
La moderna riscoperta del teatro musicale vivaldiano è iniziata poco prima della metà del secolo
scorso con la ‘storica’ esecuzione dell’Olimpiade, realizzata nel corso delle “Settimane Musicali
Senesi” del 1939. Le note sul programma di sala firmate da Virgilio Mortari, che adattò e trascrisse
la partitura utilizzata per l’occasione, si concludevano con un appassionato appello «ai musicisti e ai
buoni italiani, perché la nostra opera venga continuata e completata». Gli eventi bellici
contribuirono a far sì che questo auspicio fosse destinato a restare a lungo lettera morta. Anche
quando ebbe finalmente inizio la Renaissance vivaldiana, nell’immediato Dopoguerra, l’interesse
degli interpreti e degli studiosi si rivolse anzitutto alla produzione strumentale del Prete rosso,
culminando con la monumentale edizione delle “Opere strumentali” diretta da Gian Francesco
Malipiero. L’esplorazione sistematica del catalogo operistico vivaldiano è invece una acquisizione
relativamente recente, favorita dalla moderna fioritura degli studi critici sull’opera italiana del
Settecento e dalle fondamentali conquiste maturate sul piano della prassi esecutiva. Questo processo
ha subito una repentina accelerazione nel corso degli ultimi vent’anni, grazie anche all’avvio della
«Nuova edizione critica della musica teatrale di Antonio Vivaldi» edita da Casa Ricordi in
collaborazione con l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Il
quadro che emerge è quello di un compositore a tutto tondo, che occupa un ruolo di prima
grandezza nel panorama operistico italiano della prima metà di un secolo, il Settecento,
caratterizzato da grandi sfide e profondi cambiamenti.
Questa antologia di arie vivaldiane per soprano comprende dodici brani tratti da altrettante
produzioni operistiche, che coprono un arco cronologico di circa un quarto di secolo: dall’esordio
vicentino (1713) alle opere più mature, rappresentate alla fine degli anni Trenta del Settecento.
Oltre che per la varietà e l’intrinseco valore musicale, i titoli raccolti all’interno del volume sono
stati scelti perché rappresentano uno spaccato ideale della produzione vivaldiana per il teatro
d’opera: tre brani risalgono infatti alla prima fase della sua carriera (Misero spirto mio, Ah, fuggi
rapido, Se correndo in seno al mare), legata soprattutto al rapporto col teatro veneziano di S.
Angelo, quattro al periodo di mezzo (Fra catene ogn’or penando, Amato ben, tu sei la mia
speranza, Quel augellin che canta, Senti l’aura che leggiera), coinciso con una serie di scritture
ottenute presso le più importanti corti italiane dell’epoca (Mantova, Firenze, Milano, Roma), e
cinque alla fase conclusiva della sua attività (Un guardo, oh Dio, Sperai vicino il lido, Siam navi
all’onde algenti, Ombre vane, ingiusti orrori, Se mai senti spirarti sul volto), allorché la diaspora
dei musicisti napoletani verso il nord della penisola, e Venezia in particolare, lo aveva costretto a
decentrare il suo raggio d’azione verso la Terraferma veneta. Solo alcune delle partiture da cui sono
tratte le arie stampate in questa antologia ci sono pervenute in forma completa o prossima alla
completezza (Ottone in villa, La verità in cimento, Il Giustino, L’Olimpiade); la maggior parte di
esse, infatti, è caratterizzata da un grado di incompiutezza più o meno accentuato (Armida al
Campo d’Egitto, Motezuma, Catone in Utica), oppure è sopravvissuta esclusivamente allo stato di
abbozzo (Orlando furioso RV 819), come semplici residui di opere in gran parte perdute
(Scanderbeg, La Silvia) o persino progettate e mai realizzate (Lucio Vero).
Misero spirto mio, tratta dall’Ottone in villa, è un’aria scritta per la soprano vicentina Margherita
Faccioli. Il suo personaggio, Tullia, è al centro di una complicata trama di intrighi amorosi.
Nell’economia generale del dramma, ella è dunque un personaggio eminentemente sentimentale. Il
brano, intonato alla fine del secondo atto, è un classico monologo incentrato sul contrasto fra
‘amore’ e ‘vendetta’: Tullia vorrebbe vendicarsi di Caio, che l’ha ripudiata per corteggiare
Cleonilla, la favorita dell’imperatore Ottone, ma ne è impedita dall’amore che ancora prova per lui.
Questo contrasto è sottolineato musicalmente attraverso le continue variazioni agogiche dal “Largo”
al “Presto” e da una scrittura vocale che oscilla fra la staticità degli incipit, in cui prevale
l’autocommiserazione (“Misero spirto mio”), e le vivaci colorature che accompagnano il suo
desiderio di rivalsa (“spirami sol vendetta”).

Vivaldi intonò l’aria Ah, fuggi rapido per la ripresa dell’Orlando furioso di Giovanni Alberto
Ristori messo in scena per ‘salvare’ la stagione operistica di carnevale del teatro veneziano di S.
Angelo del 1714, dopo la cattiva accoglienza riservata alla seconda opera in cartellone, il suo
Orlando finto pazzo. Siamo all’inizio del secondo atto. Astolfo, valoroso paladino di Carlo Magno,
è appena stato trasformato in un mirto dalla crudele maga Alcina. Bradamante, che ha assistito al
prodigio grazie a un anello in grado di renderla invisibile, spezza l’incantesimo e lo libera. Non
appena riprende le sue sembianze umane, Astolfo mette in guardia Ruggero, a sua volta irretito da
Alcina, affinché abbandoni in fretta l’isola della maga e si metta in salvo. Ah, fuggi rapido è un
brano concitato che sfrutta l’agilità vocale del suo primo interprete, il soprano evirato Francesco
Natali, cui fa da contraltare la densità contrappuntistica dell’accompagnamento orchestrale, tipica
delle arie d’azione vivaldiane composte nella prima metà degli anni Dieci del Settecento.

I testi poetici / Lyrics

Misero spirto mio


Misero spirto mio, My suffering spirit,
spirami sol vendetta, incite me to revenge alone,
più non parlar d’amor. speak no more of love.
Ma come posso, oh Dio, But how I can – oh God –
spuntar la mia saetta break the arrow in my heart
se adoro il feritor? since I adore the one responsible?

Ah, fuggi rapido

Ah, fuggi rapido


dall’empio regno:
nobile sdegno ti accenda il cor.
La face torbida
ch’hai nell’interno,
face è d’Averno
e non d’Amor.

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