Nel 1348 giunge la notizia al poeta della morte di Laura a causa della peste e
quindi riprende i suoi viaggi spostandosi in varie città fino a quando si sposta
a Firenze dove conosce Giovanni Boccaccio con cui nasce una profonda
amicizia.
gli ultimi anni della sua vita Petrarca li trascorre ad Arquà dedicandosi allo
studio alla lettura e alla scrittura
qui muore nel 1374 all’età di settant’anni.
Molte sono le analogie tra i tre poeti fiorentini Boccaccio Dante e Petrarca.
in generale si può dire che
-mentre Dante è orientato esclusivamente verso la religione verso il divino
che rappresenta il suo unico pensiero (anche l’amore era visto come un
mezzo per elevarsi a Dio) L’opera che caratterizza il pensiero di Dante è la
Divina Commedia che appunto è un viaggio alla ricerca della salvezza eterna
-Boccaccio guarda verso il basso alle passioni terrene guarda all’uomo
pratico all’uomo borghese e ne racconta le avventure. L’opera più famosa di
Boccaccio è il Decameron una raccolta di 100 novelle dove i protagonisti
sono 10 giovani ragazzi che per sfuggire alla peste a Firenze decidono di
ritrovarsi in una casa di campagna trascorrendo il tempo a raccontarsi delle
storie. queste storie hanno per protagonisti gli uomini di quel tempo
soprattutto i borghesi e raccontano di temi propriamente terreni quali le
passioni e l’importanza del lavoro e l’importanza di qualità quali l’astuzia il
caso il destino e non c’è minimamente l’accenno alla religione e a Dio
-Petrarca è una via di mezzo: a volte guarda al divino a volte è attratto dalle
passioni terrene: è proprio questo incapacità di prendere una decisione che
porterà a a quel suo dolore interiore che caratterizza proprio le sue opere
L’inferno viene immaginato da Dante come una voragine che si apre sotto la
città di Gerusalemme ed è composto da nove cerchi all’interno dei quali si
incontrano i vari dannati
a mano a mano che si scende verso il centro della terra i peccati diventano
sempre più gravi.
L’inferno è diviso in due parti: vi è l’antinferno dove si trovano gli ignavi che è
diviso dall’inferno vere proprio dal fiume Acheronte.
il primo cerchio è il limbo dove si trovano coloro che sono morti senza
battesimo
a partire dal secondo cerchio iniziano invece ad essere collocati all’interno di
ognuno i vari peccatori che devono subire una duplice pena (una pena fisica
che gli procura dolore e una pena Spirituale che consiste nel sapere che
questa condizione sarà eterna e non potranno mai aspirare a vedere Dio)
I lussuriosi si trovano nel secondo cerchio e Dante ne parla nel quinto canto
qui si trova un nuovo mostro dopo Caronte che svolgeva il ruolo di
condottiero delle anime nel fiume Acheronte
Si tratta di Minosse il mostro che hai il compito di distribuire i dannati nei vari
cerchi a seconda di quante volte si avvinghia la coda al corpo.
I protagonisti di questo canto sono Paolo e Francesca la cui storia è una
storia reale.
Si tratta infatti di Francesca da Rimini figlia di Guido da polenta e Paolo
Malatesta fratello di Gianciotto Malatesta signore di Rimini
Francesca era promessa sposa a Gianciotto ma si innamora di Paolo e tra i
due scoppia la passione così Gianciotto scoperto l’intrigo uccide sia lei che
Paolo
La punizione per il loro amore è quella di essere eternamente imprigionati nel
secondo cerchio dove una bufera infernale che non si arresta mai li continua
a spostare nell’aria
A parlare e a raccontare la storia è Francesca mentre Paolo che non si
distanzia mai da lei continua sempre a piangere
Francesca raccontando del suo amore afferma che loro non sono
responsabili di quello che è accaduto perché la colpa è dell’amore che
prende i cuori gentili non permette a questi di sfuggire alla passione: quello
che lei fa è una perorazione della propria causa cioè cerca di trovare una
spiegazione ragionevole al suo peccato ed è per questo che da la colpa
all’amore
inoltre egli afferma che Gianciotto il marito che li ha sorpresi e li ha uccisi Si è
meritata una punizione ancora più grande perché dice CAINA lo
attende.Caina è l’ultimo cerchio del dell’inferno dove si trovano i traditori dei
parenti
Dante è anche curioso di sapere come è nato l’amore tra i due e sempre
Francesca racconta che all’inizio vi erano tra i due soltanto sguardi e
ammiccamenti ma un giorno che si erano trovati insieme a leggere il libro di
Lancillotto e Ginevra nel momento in cui Lancillotto baciò il la bocca di
Ginevra anche Paolo la baciò
dante reagisce con compassione a questa storia e sviene. così si conclude il
canto