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Francesco Petrarca nasce in Toscana così come Dante Alighieri e Giovanni

Boccaccio in particolar modo ad Arezzo nel 1304


Il padre è un notaio fiorentino guelfo Bianco anche lui condannato come già
era avvenuto a Dante alla confisca dei beni e al bando dalla città.
Dopo aver girato varie città italiane, nel 1307 Petrarca decide di trasferirsi ad
Avignone dove si trovava già il padre che lavorava presso la curia papale (il
Papa si era trasferito in seguito alla spostamento della sede papale proprio in
questa città: CATTAVITA’ AVIGNONESE)
Si trasferisce poi a Bologna dove inizia a interessarsi alla letteratura
Tornato ad Avignone il 6 aprile 1327, un venerdì Santo, nella chiesa di
Santa Chiara incontra Laura la donna che canterà nelle poesie e se ne
innamorerà a prima vista.
non si sa con precisione se Laura sia davvero esistita: per alcuni l’amore fra
Petrarca e Laura è stato una realtà secondo altri si è trattato di una
FINZIONE letteraria.
per motivi economici scelse di diventare chierico: non prese i voti ma questo
Stato gli consentiva di avere una piccola rendita e quindi DI potersi dedicare
completamente ai suoi studi senza dover lavorare.
Dopo essere stato a Roma Petrarca si stabilisce a Val chiusa alla ricerca di
pace e tranquillità.
Nel 1340 sia l’università di Parigi che il Senato a Roma offrirono a Petrarca
l’incoronazione poetica egli scelse l’offerta del Senato di Roma e l’8 aprile
del 1341 riceve l’alloro poetico in Campidoglio.
Petrarca è sempre stato combattuto tra il desiderio di religiosità di elevarsi
a Dio e le passioni terrene questo suo doloroso dissidio interiore lo
accompagnerà per tutta la vita senza mai trovare una pacifica convivenza.

Nel 1348 giunge la notizia al poeta della morte di Laura a causa della peste e
quindi riprende i suoi viaggi spostandosi in varie città fino a quando si sposta
a Firenze dove conosce Giovanni Boccaccio con cui nasce una profonda
amicizia.
gli ultimi anni della sua vita Petrarca li trascorre ad Arquà dedicandosi allo
studio alla lettura e alla scrittura
qui muore nel 1374 all’età di settant’anni.

Molte sono le analogie tra i tre poeti fiorentini Boccaccio Dante e Petrarca.
in generale si può dire che
-mentre Dante è orientato esclusivamente verso la religione verso il divino
che rappresenta il suo unico pensiero (anche l’amore era visto come un
mezzo per elevarsi a Dio) L’opera che caratterizza il pensiero di Dante è la
Divina Commedia che appunto è un viaggio alla ricerca della salvezza eterna
-Boccaccio guarda verso il basso alle passioni terrene guarda all’uomo
pratico all’uomo borghese e ne racconta le avventure. L’opera più famosa di
Boccaccio è il Decameron una raccolta di 100 novelle dove i protagonisti
sono 10 giovani ragazzi che per sfuggire alla peste a Firenze decidono di
ritrovarsi in una casa di campagna trascorrendo il tempo a raccontarsi delle
storie. queste storie hanno per protagonisti gli uomini di quel tempo
soprattutto i borghesi e raccontano di temi propriamente terreni quali le
passioni e l’importanza del lavoro e l’importanza di qualità quali l’astuzia il
caso il destino e non c’è minimamente l’accenno alla religione e a Dio

-Petrarca è una via di mezzo: a volte guarda al divino a volte è attratto dalle
passioni terrene: è proprio questo incapacità di prendere una decisione che
porterà a a quel suo dolore interiore che caratterizza proprio le sue opere

La Divina Commedia è un racconto di un viaggio che Dante protagonista e


autore compie nei tre regni dell’oltretomba l’inferno il Purgatorio e il paradiso,
è un viaggio di purificazione che appunto si concluderà con la visione di Dio

La Divina Commedia è un poema composto da tre cantiche e in ogni cantica


ci sono 33 canti ad eccezione dell’inferno che ne ha 34 perché c’è il primo
canto introduttivo: il Proemio
tutti i canti sono composti da terzine di endecasillabi con rima incatenata
chiamata anche rima dantesca
la Divina Commedia è un poema allegorico cioè Dante ci racconta di questo
viaggio avvenuto nella settimana di Pasqua durante il quale incontra vari
personaggi e attraversa questi tre mondi dell’oltretomba ma il significato che
lui vuol dare a questo viaggio, ai personaggi è molto più profondo è un
significato simbolico:
ad esempio: Virgilio è simbolo della ragione umana
Beatrice della fede
Le tre fiere che incontra nella selva sono il simbolo di tre peccati (lussuria-
avarizia-prepotenza)

La guida che accompagnerà Dante nell’inferno sarà Virgilio il poeta latino.


Virgilio si trova nell’inferno in particolare nel I cerchio: il limbo perchè è morto
prima di essere battezzato
mentre colei che accompagnerà Dante nel Purgatorio e nel paradiso sarà
Beatrice.

L’inferno viene immaginato da Dante come una voragine che si apre sotto la
città di Gerusalemme ed è composto da nove cerchi all’interno dei quali si
incontrano i vari dannati
a mano a mano che si scende verso il centro della terra i peccati diventano
sempre più gravi.

L’inferno è diviso in due parti: vi è l’antinferno dove si trovano gli ignavi che è
diviso dall’inferno vere proprio dal fiume Acheronte.
il primo cerchio è il limbo dove si trovano coloro che sono morti senza
battesimo
a partire dal secondo cerchio iniziano invece ad essere collocati all’interno di
ognuno i vari peccatori che devono subire una duplice pena (una pena fisica
che gli procura dolore e una pena Spirituale che consiste nel sapere che
questa condizione sarà eterna e non potranno mai aspirare a vedere Dio)

Dante attribuisce le varie pene ai dannati seguendo la legge del


contrappasso
Il poeta cioè immagina che le punizioni siano concepite in rapporto alla colpa
commessa quindi ad esempio se i lussuriosi in vita si sono lasciati travolgere
dalle passioni la loro pena ora che sono nell’inferno consiste nell’essere
travolti da una tempesta che non cesserà mai

I lussuriosi si trovano nel secondo cerchio e Dante ne parla nel quinto canto
qui si trova un nuovo mostro dopo Caronte che svolgeva il ruolo di
condottiero delle anime nel fiume Acheronte
Si tratta di Minosse il mostro che hai il compito di distribuire i dannati nei vari
cerchi a seconda di quante volte si avvinghia la coda al corpo.
I protagonisti di questo canto sono Paolo e Francesca la cui storia è una
storia reale.
Si tratta infatti di Francesca da Rimini figlia di Guido da polenta e Paolo
Malatesta fratello di Gianciotto Malatesta signore di Rimini
Francesca era promessa sposa a Gianciotto ma si innamora di Paolo e tra i
due scoppia la passione così Gianciotto scoperto l’intrigo uccide sia lei che
Paolo
La punizione per il loro amore è quella di essere eternamente imprigionati nel
secondo cerchio dove una bufera infernale che non si arresta mai li continua
a spostare nell’aria
A parlare e a raccontare la storia è Francesca mentre Paolo che non si
distanzia mai da lei continua sempre a piangere
Francesca raccontando del suo amore afferma che loro non sono
responsabili di quello che è accaduto perché la colpa è dell’amore che
prende i cuori gentili non permette a questi di sfuggire alla passione: quello
che lei fa è una perorazione della propria causa cioè cerca di trovare una
spiegazione ragionevole al suo peccato ed è per questo che da la colpa
all’amore
inoltre egli afferma che Gianciotto il marito che li ha sorpresi e li ha uccisi Si è
meritata una punizione ancora più grande perché dice CAINA lo
attende.Caina è l’ultimo cerchio del dell’inferno dove si trovano i traditori dei
parenti
Dante è anche curioso di sapere come è nato l’amore tra i due e sempre
Francesca racconta che all’inizio vi erano tra i due soltanto sguardi e
ammiccamenti ma un giorno che si erano trovati insieme a leggere il libro di
Lancillotto e Ginevra nel momento in cui Lancillotto baciò il la bocca di
Ginevra anche Paolo la baciò
dante reagisce con compassione a questa storia e sviene. così si conclude il
canto

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