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IV L'autonomia privata e il contratto p.

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1. I fatti e gli atti giuridici

Il fatto giuridico è un evento naturale che produce conseguenze nel campo del diritto, indipendentemente dalla
volontà umana, come per esempio la nascita o la morte di una persona, il crollo di un edificio per un terremoto.
L'atto giuridico è qualunque atto umano che produce conseguenze nel campo del diritto, come per esempiko
ridigere un testamente, danneggiare una cosa altrui.

Vi sono varie categorie di atti giuridici:


La prima distinzione riguarda la liceità: un atto è lecito quando è conforme al diritto, mentre è illecito quando
viola una regola dell'ordinamento.

Gli atti leciti possono essere:


- dichiarazioni di scienza: producono gli effetti stabiliti dal diritto, ikndipendentemente dall'intenzione di chi la
compie
- atti negoziali o negozi giuridici: sono le manifestazioni o le dichiarazioni di volontà dalle quali derivano gli effetti
voluti da chi le compie; per mezzo di queste le persone costituiscono rapporti giuridici con altre persone, dando
così ai propri interessi l'assetto voluto.

Fra gli atti negoziali si distingue ancora fra: gli atti unilaterali, che sono compiuti da un solo soggetto, come il
testamento; gli atti bilaterali, che è un accordo fra le due parti che li stipulano, come il matrimonio.

2. Come funziona il sistema del diritto privato

Lo schema astratto di funzionamento è:


a) Le persone, in quanto tali hanno capacità giuridica, di solito sono titolari, di diritti: oltre a quelli che spettano loro
fin dalla nascita, in quanto esseri umani (diritti fondamentali della persona), sono titolari di diritti sulle cose e sulle
opere di ingegno umano (diritti reali e diritti sui beni immateriali) e di diritti a ottenere da altre persone determin
ate prestazioni (diritti di obbligazione)

b) Le persone agiscono e più precisamente:


- tengono comportamenti materiali per utilizzare i propri diritti;
- compiono atti giuridici con i quali dispongono volontariamente dei propri diritti; oppure assumono
intenzionalmente obblighi; per fvare ciò si servono soprattutto di uno strumento giuridico, il contratto.
- compiono atti giuridici che fanno sorgere obblighi a loro incarico.

c) Dagli atti giuridici che le persone compiono nascono conseguenze giuridiche, le più importanti fra le quali sono
quelle che esse hanno voluto, dunque, assumono obblighi e acquistano diritti, li estinguono.

d) I diritti appartenenti a ciascuna persona devono essere soddisfatti: il titolare ha la facoltà di ottenere da chiunque
il rispetto del suo diritto reale, che un ipotetico danno sia risarcito e così via. Qualora ciò n on si verifichi,
l'ordinamento giuridico deve reagire con rimeti opportuni: a questo punto entra in azione il sistema della tutela dei
diritti, con lo strumento del processo, che si concude con la decisione del giudice.

3. Il contratto e lo scmabio

Il principale strumento dell'autonomia privata è il contratto. L'art. 1321 lo definisce come un ''l'accordo di due o
più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale''.
La nozione giuridica di contratto corrisponde in larga parte a quella economica di scambio: ogni scambio avviene
infatti mediante un contratto. Tuttavia non è vero l'inverso, poichè non tutti i contratti danno vita a uno scambio; un
caso evidente è quello della donazione.

La società in cui viviamo è fondata sugli scambi di beni e di servizi, scambi che ovviamente devono essere
regolati dal diritto. Il principio fondamentale che governa questa materia è quello dell'autonomia privata
contrattuale: principio per il quale i privati sono liberi di concludere i contratti che vogliono, con le persone che
vogliono, determinandone liberamente il contenuto, pur nel rispetto di alcuni limiti stabiliti dalla legge art.1322.

Il principio dell'autonomia contrattuale si affermò tra i principi organizzativi basilari della società civile, e quindi
del diritto privato, alla fine del Settecnto: a partire da allora è riconosciuto come uno dei fondamenti del diritto
privato di tutti i paesi europei.
Il princio di autonomia contrattuale fa sì che le parti possano stipulare non solo i contratti detti contratti tipici,
regolati dalla legge, ma anche contratti aventi un contenuto diverso, detti atipici.

Nella maggior parte dei casi i contratti che realizzano uno scambio hanno la struttura di contratti a prestazioni
corrispettive: ciò significa che dalla loro stipulazione sorgono effetti sia favorevoli che sfavorevoli a ciascun
contraente.

4. I requisiti indispensabili del contratto

Sono requisiti indispensabili di un contratto (art.1325) l'accordo delle parti, la causa e la forma.
Affinchè sorga un contratto è indispensabile che le parti abbiano raggiunto un accordo, cioè che abbiano
manifestato reciprocamente le proprie volontà, e queste siano dirette allo stesso scopo (art.1326 sogg.). Una volta
raggiunto l'accordo, si dice che il contratto è concluso, o stipulato: a partire da tale momento si producono i suoi
effetti.

L'accordo si può formare in molti modi:


Vi è una proposta ,proveniente da parte e dirfetta a un'altra, seguita dall'accettazione del destinatario della
proposta, rivolta al proponente.

Il contratto è concluso nel momento in cui il proponente riceve l'accettazione dall'altra parte presso il proprio
indirizzo (art.1326 c.1 e 1335).

Nella fase preparatoria del contratto, durante le trattative, le parti devono comportarsi secondo buna fede,
cioè in modo corretto e leale: non devono ingannarsi a vicenda e sono tenute a fornirsi reciprocamente tutte le
informazioni che possono avere importanza per l'operazione contrattuale. Chi viola questa regola è obbligato a
risarcire all'altra il danno che giene deriva (responsabilità precontrattuale, art. 1337).

Ogni contratto deve avere un oggetto: questo è l'insieme di ciò che le parti intendono realizzare. L'oggetto deve
avere un contenuto patrimoniale (art. 1174) e deve essere possibile, lecito e determinato o determinabile
(art.1346)

Ogni contratto deve avere una causa, requisiti indispensabile del contratto, deve essere distinto dal semplice
motivo soggettivo individuale, che invece è irrivelante per il diritto.
I motivi sono le ragioni soggettive per le quali una persona decide di effettuare una determinata operazione,
che spesso neppur sono identificabili con certezza dall'esterno.

Le parti di regola possono liberamente scegliere la forma da impiegare nella stipulazione dei loro contratti. Ma
non sempre: a volte la legge impone una determinata forma a pena di nullità (art.1325 n.4): ciò significa che non è
valido il contratto che non sia stipulato in tale forma.

Le forme scritte previste dalla legge sono:


- la scrittura privata (qualsiasi atto scritto, redatto e firmato dalle parti)
- la scrittura privata autentica (una scrittura privata in cui le firme delle parti sono state dichiarate autentiche
da un notaio)
- l'atto pubblico (un atto scritto redatto da un notaio e firmato dalle parti e dal notaio)

In molti casi la legge impone una determinata forma contrattuale a fini diversi dalla validità. Per esempio, i
contratti di valore superiore a 2,58 euro devono, di regola, essere provati in forma scritta (art.2721).

5. La tutela del consumatore e del contraente debole

La legge itaiana, su impulso dell'Unione europea, prevede varie modalità di tutela del consumatore, la cui
disciplina è raccolta nel Codice del consumo. Queste regole si applicano ai contratti stipulati tra un consumatore (chi
contratta al di fuori della sua attività imprenditoriale o professionale) e un professionista (che contratta
nell'esercizio della sua attività imprenditoriale o professionale).

5.1 I doveri d'informazione del professionista e il momento di conclusione del contratto

Secondo gli artt. 48 e 49 d.lgs. 206 il professionista deve informare il consumatore su una serie di circostanze
rilevanti allo scopo di permettergli una chiara e completa conoscenza del contenuto e delle condizioni del
contratto. Fra tali circostanze hanno particolare importanza l'informazione esauriente sul prezzo totale effettivo dei
beni o dei servizi forniti.

5.2 Le condizioni generali di contratto e le clausole vessatorie

La posizione di forza in cui si trova il professionista lo induce con frequenza a imporre delle condizioni generali
di contratto.
Nelle condizioni generali di contratto predisposte, il professionista inserisce quasi sempre delle clausole
contrattuali che producono uno sbilanciamento a suo favore dei diritti e degli obblighi che il contratto attribuisce
alle parti: le clausole vessatorie. Non rientrano tra le clausole vessatorie quelle che stabiliscono i termini
fondamentali dello scambio, cioè i beni o i servizi da fornire.

6. Gli effetti del contratto

Una volta concluso, stipulato, il contratto produce i suoi effetti: sono di due categorie, gli effetti traslativi o reali.

a) Tutti i contratti producono effetti obbligatori, cioè fanno sorgere obbligazioni a carico delle parti: di alcune
obbligazioni una parte è debitrice e l'altra creditrice, di altre viceversa. Le parti sono obbligate a rispettare le regole
che esse stesse si sono date stipulando il contratto.
b) Alcuni contratti, hanno effetti traslativi o effetti reali. Di regola gli effetti traslativi si producono
automaticamente al momento della conclusione del contratto. Vi sono tuttavia molte eccezioni a questa regola
come, ad esempio, chi compra un bene a rate con riserva della proprietà, ne diviene proprietario al momento del
pagamento dell'ultima rata.

6.1 Il recesso dal contratto

Il contratto ha forza di legge tra le parti e ciò consegue che una volta che queste lo hanno concluso, restano
vincolate e di regola non possono sottrarsi ai suoi effetti.
Vi sono però eccezioni, previste dalla legge o stabilite di comune accordo dalle parti (art. 1373): in tali casi le
parti, o una sola di esse, hanno diritto di recedere dal contratto, facendone venir meno gli effetti. A volte può
essere esercitato liberamente, senza dover addurre motivi che lo giustifichino; altre volte può essere esercitato solo
al verificarsi di determinate circostanze stabilite dalla legge o dalle parti (recesso per giusta causa).
6.2 Il contratto e i terzi

L'art. 1372 c. 2 stabilisce che il ''il contratto non produce effetto rispetto ai terzi''. Questa formula indica soltanto
che le regole, che le parti si sono date con il contratto e che devono rispettare, non possono far sorgere obblighi a
carico di terze persone.
Il contratto può invece far sorgere diritti a favore di terze persone: è il contratto a favore di terzo.

6.3 La condizione e il termine

I contraenti possono stabilire che gli effetti del contratto si produrranno, o cesseranno di prodursi, solo qualora
accada un determinato evento: in tal caso il contratto è sottoposto a condizione sospensiva (prima ipotesi) o
risolutiva (seconda ipotesi). L'evento deve essere futuro, cioè non ancora verificatosi, e incerto, cioè tale che siano
ragionevolmente possibili tanto il suo verificarsi quanto il suo non verificarsi (art. 1353).

7. La rappresentanza

Va sotto il nome di rappresentanza un insieme di regole, dettate dal codice per i casi nei quali una persona
stipula il contratto in nome altrui. Mediante la rappresentanza una persona, il rappresentante, dichiara di agire in
nome e in sostituzione di un'altra persona, il rappresentato.

Vi sono diversi tipi di rappresentanza:


- volontaria: una persona conferisce ad un'altra, con un suo atto di volontà, il potere di agire in nome e per
conto suo
- legale: la legge attribuisce a una persona il potere di agire in nome e per conto di un'altra, che si trova in stato
di incapacità di agire.

7.1 La procura

La rappresentanza volontaria è conferita con un atto unilaterale detto procura: contiene l'indicazione dei poteri
conferiti al rappresentante, cioè degli atti che questi può compiere in nome del rappresentato, e dei limiti cui è
soggetto. Può essere conferita in qualsiasi forma; se però attribuisce il potere di compiere atti che devono essere
stipulati in forma scritta, anche la procura deve essere rdatta nella stessa forma (art. 1392). La procura può essere
generale o speciale.
Siccome la procura conferisce al rappresentante il potere di agire in nome del rappresentato nei confronti di
terze persone, queste hanno l'onere di accertarsene, anche chiedendo che venga loro mostrato il documento che la
contiene (art. 1393).
La procura conferisce i poteri, ma non obbliga il rappresentante a esercitarli. A volte una persona agisce in nome
e per conto di un'altra alla quale è legata da un rapporto familiare o amicale di particolare intensità e fiducia.

7.2 Il rappresentante senza poteri e il conflitto di interessi

Gli atti compiuti da chi si comporti come rappresentante senza averne i poteri, o al di là dei poteri che gli sono
stati conferiti, sono inefficaci, cioè non producono alcun effetto, nè nei confronti del rappresentato, nè nei confronti
del rappresentante (art. 1398).

E' regolato diversamente il caso in cui la procura in precedenza esisteva, ma è stata revocata o si è estinta per
altre cause. Le modifiche e la revoca ''devono essere portate a conoscenza dei terzi con mezzi idonei''.
8. L'invalidità del contratto

Il contratto è invalido quando fin dall'origine, cioè fin dal momento della sua conclusione, presenta anomalie,
alterazioni, vizi di rivelante gravità, al punto da non riuscire ad avere ''forza di legge'' fra loro. Ve ne sono di due tipi:
- la nullità: il contratto non produce alcun effetto fin dal momento della stipulazione;
- l'annullabilità: il contratto produce effetti temporaneamente, ma questi possono essere poi eliminati, su
richiesta di un contraente, mediante una sentenza.

8.1 Le cause d'invalidità

a) Sono nulli i contratti privi di uno dei requisiti indispensabili indicati dall'art. 1325 e i contratti illeciti, quelli che
sono volti a realizzare risultati contrari a norme imperative, oppure ai principi di ordine pubblico e di buon costume
(art.1418).
Sono imperative le norme che non possono essere derogate dai privati, neanche di comune accordo. Sono
principi di ordine pubblico i principi fondamentali della struttura economica e politica della società, le colonne
portanti che reggono tutto l'ordinamento giuridico.
I principi di buon costume indicano le regole minime comunemente accettate della morale.

Non sempre la nullità colpisce l'intero contratto: a volte è parziale, cioè colpisce solo una o più delle sue
clausole. Quando è nulla la singola clausola, il contratto resta valido per tutto il resto, se invece privato della
clausola nulla, perde il suo significato economico-sociale a quel punto la nullità della clausola si estenede all'intero
contratto (art. 1419).
E' frequente che la nullità di singole clausole sia rivolta a proteggere in contraente che si trova in condizioni di
debolezza di fronte all'altro. Queste nullità, dette di protezione, sono parziali.

b) Sono annullabili i contratti stipulati da un incapace di agire o di intendere e di volere e i contratti nei quali la
volontà di uno dei contraenti si è formata in modo viziato, per effetto di un errore in cui è caduto, di una minaccia
(violenza morale) o di un inganno (dolo) che ha subito. Affinchè il contratto sia annullabile è anche necessario che il
vizio della volontà sia noto all'altro contraente.

- Errore: è una falsa rappresentazione della realtà che induce un soggetto a stipulare
Si considarono due tipi di errori che possono essere accomunati
Errore ostativo- errore nella dichiarazione

- Violenza: minaccia che induce un soggetto a stipulare. (La violenza come minaccia deve essere tale da
indurre il soggetto a stipulare). Si tratta di violenza morale ma ci sono casi anche di violenza fisica; in questo caso
non si tratta solo di annullabilità ma anche di inesistenza.

- Vi è il dolo quando un contraente è indotto a stipulare un contratto, ch altrimenti non avrebbe stipulato, a
causa di altrui raggiri e inganni (art.1439 c. 1). Il contratto che sarebbe stato stipulato egualmente anche senza i
raggiri, ma a condizioni diverse, non è annullabile; il contraente in malafede risponde però dei danni (art.1440).
Dolo: inganno doloso , vizio del consenso che spinge in errore un individuo indotto da un altro individuo
Dolo incidentale: contratto stipulato non a causa di inganno indotto da un altro soggetto ma a condizioni
diverse e in questo caso non è annullabile.

8.2 Le conseguenze dell'invalidità

a) Il contratto nullo non produce nessun effetto, fin dal momento della sua stipulazione:pertanto non fa sorgere
alcuna obbligaione, nè produce alcun trasferimento di diritti.
La facoltà di agire in giudizio per far accertare la nullità spetta a chiunque vi abbia interesse e non è soggetta a
prescrizione. Le parti non possono, neppure di comune accordo, convalidare il contratto nullo: altrimenti finirebbe
con l'essere loro consentito di compiere azioni illecite, magari in danno di terzi. Questo spiega anche perchè
chiunque, non solo le parti, può far valere in giudizio la nullità.

In caso di nullità parziale, com'è il caso delle nullità di proteezione, il contratto resta valido, ma la clausola nulla
case, o se possibile, è sostituita dalla regola prevista dalla legge.

b) Il contratto annullabile produce i suoi effetti, ma si tratta di una situazione transitoria: questi sono infatto
eliminati al momento in cui è pronunciata la sentenza che annulla in contratto e le eventuali prestazioni già
eseguite devono essere restituite.
La facoltà di agire in giudizio per ottenere l'annullamento spetta solo al contraente incapace (o a chi
rappresenta) e al contraente la cui volontà è viziata, cioè è in errore, è oggetto di minaccia o di inganni; si prescrive
in 5 anni.

9. L'esecuzione del contratto: adempimento e inadempimento

Quando il contratto è valido, le parti devono dargli esecuzione, vale a dire adempiere le obbligazioni che ne
sorgono.

L'inadempiemnto consiste sia nella mancanza totale della prestazione, sia nella sua esecuzione inesatta per qualità
(grado di diligenza insufficiente), per quantità (incompletezza), per tempo (ritardo) o per luogo di effettuazione.

Il risarcimento del danno subito dal creditore- che consegue all'inadempimento- avviene di solito per equivalente in
denaro. E' composto da due voci: il danno emergente, cioè la perdita effettivamente subita e il lucro cessante, cioè
il mancato guadagno.
Il debitore non risponde per l'inadempiemento, se dimostra che è dovuto a un'impossibilitàsopravvenutra a lui non
imputabile. L'impossibilità deve essere oggettiva e assoluta, tale cioè per cui nessun debitore sarebbe in alcun
modo in grado di adempiere esattamente a quello specifico tipo di prestazione pattuito.

10. La risoluzione del contratto

Può darsi che durante le fasi di esecuzione del contratto il buon andamento del rapporto sia turbato da eventi che
non permettono di raggiungere in modo pieno e completo quanto le parti volevano. Questo andamento si veriva
inanzittutto in caso di inadempimento e di impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore.

Un altro evento che può accadere è l'alterazione del vincolo di correspettività, cioè il legame tra gli effetti reciproci,
che caratterizza ogni contratto a prestazioni corrispettive: questa alterazione prende il nome di eccessiva onerosità
sopravvenuta.

In tutti questi casi- quello dell'inadempiemnto, quello dell'impossibilitàsì sopravvenuta- il contratto può essere
sciolto. In questo modo perde la sua efficacia, cioè tutti i suo effetti vengono meno: pertanto le parti non sono più
tenute a eseguirlo; non solo, ma se hanno già eseguito qualcuna delle prestazioni previste nel contratto, sorge
l'obbligo di restituirle.

Questo tipo di scioglimento del contratto prende il nome di risoluzione e si applica ai contratti a prestazioni
corrispettive.

a) la risoluzione inadempimento:
Il contraente che subisce l'inadempimento della controparte può scegliere frs diverse strade.
Se preferisce ottenere che l'altro contraente adempia, agisce in giudizio contro l'altro contraente per ottenere la
sua condanna ad adempiere esattamente e a risarcire il danno derivante dal ritardo.

Se preferisce sciogliere il contratto per liberarsi dei suoi effetti, agisce in giudizio per ottenere la risoluzione del
contratto e il risarcimento del danno.

Il contraente che subisce l'inadempimento della controparte può anche evitare di rivolgersi al giudice, inviando alla
controparte inadempiente una diffida ad adempiere, che consiste nell'intimazione scritta alla controparte di
adempiere entro un determinato termine, in questo modo il debitore ha ancora la possibilità di adempiere e
rimediare.

b) la risoluzione per impossibilità sopravvenuta


Se l'esecuzione della prestazione diventa impossibile per una causa non imputabile al debitore, l'obbligazione si
estingue; il debitore è liberato e il contratto si risolve di diritto per impossibilità sopravvenuta. Non è dovuta la
controprestazione, ne è dovuto alcun risarcimento del danno.

c) la risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta


Se dopo la stipulazione del contratto si verifica un evento straordinario e imprevedibile, dal quale deriva uno
squilibrio di valore fra le controprestazioni, la parte danneggiata può chiedere al giudice la risoluzione del contratto
per eccessiva onerosità sopravvenuta. Ciò è ammesso soltanto nei contratti la cui esecuzione si protare nel tempo: i
contratti a esecuzione differita e non ancora iniziata e i contratti a esecuzione continuativa o periodica.

11. La responsabilità patrimoniale del debitore

Quando il debitore non adempie, neppure dopo la condanna ad adempiere, nè paga il risarcimento del danno cui è
stato condannato, il creditore può ottenere quanto gli spetta anche contro la volontà del debitore, iniziando un
procedimento esecutivo davanti all'autorità giudiziaria.
Il creditore deve inanzitutto ottenere una sentenza, che accerti il suo diritto e condanni il debiotre ad adempiere.
Se il debitore persevra nel non adempiere nonostante la condanna, deve iniziare un altro procedimento giudiziario,
quello di esecuzione forzata. Questa consiste nel pignoramento, seguito nella maggior parte dei casi
dall'espropriazione dei beni del debitore che sono stgati pignorati, realizzata mediante la vendita giudiziaria, allo
scopo di ricavarne il denaro; con tale denaro il creditore potrà finalmente ottenere ciò cui ha diritto.
Per il creditore, quindi, il patrimonio del debitore costituisce una garanzia generale di poter ottenere
soddisfazione dei propri diritti.

11.1 Le cause legittime di prelazione

Le cause legittime di prelazione sono i privilegi e i diritti reali di garanzia, cioè il il pegno e la ipoteca.
Il pegno, che ha per oggetto i beni mobili, si costituisce con un contratto fra il debitore e il creditore seguito dalla
consegna della cosa data in pegno; senza consegna il diritto non sorge.
L'ipoteca, che ha per oggetto beni immobili si costituisce con l'iscrizione nei registri immobiliari, nella maggior
parte dei casi è un contratto fra il debitore e il creditore. Senza l'iscrizione l'ipoteca non sorge.
12. La vendita

La leggere è un contratto tipico, che produce effetti sia traslativi sia obbligatori, con il quale una parte trasferisce
all'altra - la proprietà di un bene, ma anche altri tipi di diritti - in cambio di corrispettivo in denaro.
Il compratore ha l'obbligo di pagare il prezzo e le eventuali spese della vendita. Il venditore ha le seguenti
obbligazioni:
1. connsegnare la cosa venduta
2. garantire che la cosa non sia oggetto dei diritti altrui, che possano limitare il diritto del compratore (garanzia per
l'evizione)
3. garantire che la cosa non presenti difetti o mancanze di qualità che la rendano non idonea all'uso
cui è destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore (garanzia per i vizi)

13. La locazione

La locazione è un tipi di contratto tipico, che produce effetti solo obbligatori, con il quale una parte si obbliga a far
godere all'altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo.
Chi da in locazione è detto locatore, chi prende in locuzione è detto conduttore o locatario. Può essere a tempo
determinato o indeterminato.
Il locatore ha l'obbligazione di consegnare la cosa in buono stato di manutenzione, di mantenerla in tale stato e
di garantirne il pacifico godimento, senza interferenze da parte sua o di altri.
Il conduttore ha l'obbligazione di pagare il corrispettivo pattuito, detto canone, di custodire la cosa , di
servirsene per l'uso determinato nel contratto e di restituirla al termine della locazione nel medesimo stato in cui
l'ha ricevuta.

a) Locazione di immobili urbani abitati a uso di abitazioni


Vi sono due tipi principali di contratto: quello in cui il canone è determinato in modo libero delle parti e quello in
cui è determinato in modo conforme ai contratti-tipo.
Nel contratto a determinazione liberadel canone, la durata minima è di 4 anni; alla prima scadenza dev'essere
rinnovato per altri 4 anni alle stesse condizioni; alla seconda scadenza può essere liberamente disdetto o rinnovato
a nuove condizioni.
In quello conforme a un contratto-tipo, la durata minima è di 3 anni; alla prima scadenza dev'essere rinnovato
per altri 3 anni alle stesse condizioni; in mancanza di rinnovo, è prorogato di diritto per 2 anni; alla seconda
scadenza può essere liberamente disdetto o rinnovato a niuove condizioni.

In caso di morte del conduttore , gli succedono nel contratto i familiari o gli eredi conviventi.

b) Locazione di immobili urbani abitati a uso diverso da quello di abitazione


Il canone iniziale è determinato liberamente dalle parti, ma non può essere aumentato per i primi 3 anni. La durata
minima del contratto è di 6 anni e si rinnova tacitamente per il medesimo periodo di tempo; alla prima scadenza si
rinnova di diritto.
In caso di morte del conduttore, gli succedono nel contratto le persone che ne continuano l'attività.

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