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PAESE :Italia DIFFUSIONE :(101364)

PAGINE :20 AUTORE :Carlo Ossola


SUPERFICIE :30 %
PERIODICITÀ :Quotidiano

14 gennaio 2022

Bo rapito dal poeta


che «insegnala parola»
Quello del grande critico assetatointerprete: «Il metafisico
fa premio sul fisico puro e il me-
per Ungaretti fu una sorta
si proponeva di registrare
di innamoramentoletterario tafisico
il senso dell'impurità del sole: "il
Lo riteneva colui che meglio sole quandosorgeè stupendabel-
interpretava l'istinto lezza, ma non sorgepuro, n on ri-
un mondo puro, ma un mon-
metafisico della poesia. Due velache
do documentain sérovina, il
volumi raccolgono gli scritti lungo castigoche è la storia; e tut-
e la corrispondenzasul tema te le difficoltà che nel nostro es-
sere va intrecciando il muoversi
CARLOOSSOLA della storia nella serie dei secoli"»
{ Un poeta da vivere, da " Omaggio
uesti saggi, così acuti e

Q
tessuto
intensi, di Carlo Bo e l'e-
semplare apparatoese-
getico e storico cheh a in-
Eleonora Conti intorno a
a Giuseppe Ungaretti" a cura e
con Introduzione di Mario Luzi,
" L'ApprodoLetterario", n. s., a. X-
VIII, n. 57, marzo 1972, poiinLef-
come vita).
teratura
essi ( per i " Quaderni della Fon-
Come risponde Ungaretti a que-
dazione Carlo e Marise Bo"), ci re-
sto esigentepostulato?La lettera
stituiscono alla « sostanza» del no-
di riscontro al saggio di Carlo Bo
stro rapporto con Ungaretti: la
è tra le suepiìi intense confessio-
« somma esatta del nostro debi-
ni di poetica, ed è uno degli ap-
to », che continua. Rileggere ora i
porti pili preziosi che questi vo-
saggi del primo degli interpreti
lumi ci offrono per la compren-
( congiunti alle lettere di Ungaret-
ti), riuniti in una lucidafedeltà al- sione profonda della creazione
ungarettiana: «Se riguardo oggi,
l'essenza della poesia, obbliga a
con una coscienzapiù chiara, al-
ripensareall'eredità del poeta se-
le cosepassate,quello sforzo che
condo una linea ermeneutica che ho fatto per rendere la mia e-
rimane al centro di ogni inter- esteticamente piìi
spressione
pretazione critica: «E infine nes- convincente,non m'appare più se
suno come Ungaretti ci è sem-
non come un chiarimento di co-
brato sempre così vicino a con-
scienza, e che aveva di mira non
quistare il metro della poesia, a
il bello, poiché la bellezzaè u n at-
salvarsi - se fosse possibile - in
un dominio eterno, incorruttibi- tributo implicito, ma la necessità
di saperecon qualche certezza, e
le: chi è stato altrettanto condan-
di esserevero nelle mie povere pa-
nato, perduto in un'ambizione
così pura, immediata e violenta?» role. So bene che un uomo non
può testimoniarecheper sé, e per
{Davantia Ungaretti). i suoi tempi; mala suasofferenza
Carlo Bo ha, senzaesitazione,nel-
può suggerirglile ragioni causali
la sua attitudine critica, sempre
dell'universaleinfermità della na-
privilegiato la linea "metafisica"
che,nella poesiadel Novecentoi- tura, e il fine dell'espiazione, e la
speranzad'unapura bellezza ri-
taliano, trova in Ungaretti il più

Tutti i diritti riservati


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PERIODICITÀ :Quotidiano

14 gennaio 2022

suscita per dolorante volontà » niscono per essere degli attidi su-
( Ungaretti, Lettera a Carlo Bo, da perbia, una sopraffazione.L'Un-
Roma, del 21/ 1/ 1946; in risposta garetti di oggiresta per me com'e-
al saggio di Carlo Bo, Ancora Un- ra per me nel Trenta, il poeta che
ci insegna la parola e ci rapisce »
garetti, in " Lettere ed Arti. Rasse- (C. Bo, Il nostro debito verso Un-
gna Mensile", a. II, n. 1, gennaio garetti. Lettera a Sandro Bonsan-
1946). ti, "Letteratura", [n. s.], a. V, nn. 35-
I presenti volumi sono il più im- 36, novembre-dicembre 1958).
portante contributo di questi an- © RIPRODUZIONE
RISERVATA

ni per ricondurre lo studio della


poesia del Novecento al suo asse Carlo Bo_
principale, in quella centralità Ungaretti, un poeta da vivere
della " vertigine pascaliana" che VoL I: Scritti su Giuseppe
Ungaretti (1939- 2001)
da Racine a Baudelaire ha nutri-
Raffaeiii. Pagine 300. Euro 25,00
to i classici, sino al XLX secolo, e
che Ungaretti rinnova con parole
Voi. Il: Lettere, immagini,
analoghe a quelle che già scandi-
documenti ( 1940- 1965)
vano, ansiose, VHymne à la Pitié:
Raffaeiii. Pagine 96. Euro 12,00
«Qu'importe le péché, s'il n e mé-
ne / àlapureté » (Ungaretti, Hym-
ne à la Pitié, autotraduzioneedi-
ta su " La Nouvelle Revue Frangai-

se", 1928).
Carlo Bo è stato n o nsolo u n o dei
primi e più importanti critici di
Ungaretti { Dimora della poesia,
1939), ma anche il suo più fedele
" custode", propiziando il Conve-
gno ( Urbino, 3- 6 ottobre 1979)
che celebrò la memoria dei 10 an-
ni dalla scomparsa del poeta (gli

Atti furono infatti pubblicati, in


due nutriti tomi, a Urbino, 4Ven-
ti, 1981), con u n memorabile di-
scorso di Carlo Bo stesso, Rettore
dell'Università, che sottolineava
l'incessante «lavoro dell'anima »
che Ungaretti aveva offerto alla
poesia del Novecento. In fondo,
per tutte le generazioni dei letto-
ri del XX secolo, Ungaretti è stato
quello che Carlo Bo ha definito,
per i settant'anni del poeta, in un
ritratto che ancora di accompa-
gna: « Ci sono dei continenti, dei
mondi in letteratura che non so-
no legati a una stagione ma esi-
gono una vita, un'attenzione in-
finita; ora Ungaretti ha avuto pro-
prio questa importanza: è chiaro
che in questa situazione rendere
omaggio, dare testimonianza fi-

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Carlo Bo
e, sopra,
Giuseppe
Ungaretti

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