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HEGEL

Esaltazione di Napoleone
“Fenomenologia dello spirito.”
“scienza della logica”
“enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio” (Filosofia del sistema, deve comprendere ogni aspetto della conoscenza.)
“lineamenti della filosofia del diritto.”
Qui Hegel manifesta i suoi interessi.

I FONDAMENTI DEL SISTEMA


Per idealismo Hegel intende la teoria dell’idealità del finito, la dottrina della risoluzione dialettica del finito nell’infinito. Il finito è ideale, lo si può comprendere
solo come parte dell’infinito.

1- La risoluzione del finito nell’infinito La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte, tale organismo è l’assoluto o infinito. Il finito
rappresenta un singolo aspetto della realtà, quindi dell’infinito, ma il finito in quanto reale non è tale, quindi il finito non è reale, ma è lo stesso infinito.
L’infinito è chiamato anche assoluto e anche Dio, infatti il mondo cioè il finito è la manifestazione di Dio (monismo panteistico). (somiglianza con
Spinoza). L’assoluto è soggetto spirituale in divenire. La realtà è soggetto perché non è qualcosa di già dato, ma deriva da un processo di
autoproduzione. L’assoluto solo nell’autocoscienza acquista piena coscienza di sé.
(monismo panteistico)
2- Identità tra ragione e realtà scrive un aforisma “tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è razionale” Con la prima parte si afferma che la
ragione sta alla base del mondo, con la seconda parte si rettifica che la realtà è la manifestazione di una struttura razionale. Ragione intesa come
facoltà del soggetto e del pensieroCoincidenza tra pensiero ed essere. Panlogismo, tutto è ragione. Identità tra essere e dover essere: tutto ciò che è,
è necessariamente ciò che deve essere.

3- Si vuole esporre il ruolo della filosofia. Usa una metafora paragona la filosofia alla nottola (civetta) di Minerva, che spicca il suo volo alla sera quando
il giorno è finito (rappresenta la realtà). La filosofia vuole conoscere la realtà, ma la filosofia arriva dopo che la realtà è già costituita, dunque deve
permettere all’intelletto di elaborare la realtà già esistente, dunque vuole giustificare la realtà.  Funzione giustificazionista
L’assoluto è in divenire seguendo tre momenti:
1.Primo momento: Idea pura, in sé per sé, considerata in se stessa.
2.Secondo momento: Idea fuori di sé alienata nelle forme dello spazio e del tempo, è La natura.
3.Terzo momento: Idea che ritorna in sé, è l’unificazione di questi due momenti. È lo spirito
Dio è immanente e non trascendente.
IL SAPERE FILOSOFICO RIGUARDA LA LOGICA, LA FILOSOFIA DELLA NATURA, LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO.
Questa triade non va intesa in senso cronologico, poiché ciò che esiste è lo spirito che ha come condizione di esistenza la natura e l’idea pura.

DIALETTICA:
La dialettica è la legge dell’essere e allo stesso tempo del pensiero “Lex mentis” e “Lex entis” coincidonoè la legge sia dello sviluppo sia della comprensione
della realtà.
Hegel distingue tra:
intelletto=strumento del finito, ci fa individuare le singole determinazioni della realtà
ragione=strumento dell’infinito, ci fa conoscere l’assoluto.
La dialettica si articola in 3 momenti che si susseguono positivo negativo positivo:

1. Affermazione di una tesi;  momento intellettuale, Permette la conoscenza delle singole determinazioni.
2. Negazione del concetto della tesi passando così all’antitesi;  momento negativo-razionale, l’intelletto pone in relazione alle singole determinazioni le
rispettive determinazioni opposte.
3. Unificazione di tesi e antitesi in una sintesi che comprenda entrambe;  momento positivo-razionale. Si può definire col termine superamento.
Aufhebung (vuol dire togliere qualcosa e allo stesso tempo conservare). si toglie ciò che divide tesi e antitesi e si mantiene il contenuto veritiero che
c’è in tutte e due.

Il travaglio del negativo. Senza faticare per comprendere il negativo e accettare il fatto che esista il negativo non si può comprendere la realtà.

La visione di Hegel è ottimistica perché la dialettica concilia positivo e negativo, portando ad una affermazione positiva, eliminando ciò che la antitesi oppone
alla tesi.
CONFRONTO HEGEL CON FILOSOFI.
HEGEL-KANT
Nella filosofia del limite di Kant la realtà è conoscibile solo in parte (il fenomeno e non il noumeno); tale concezione (la filosofia del limite) viene criticata da
Hegel poiché nel suo sistema la realtà è infinito e dunque si può conoscere la sfera noumenica.

Inoltre Kant analizza le facoltà dando un metodo alla conoscenza, all’etica, all’estetica (infatti Kant chiama “trascendentale” quelle discipline che studiano il
modo di conoscere, giudicare ecc…). Secondo Hegel è sbagliato distinguere filosofia e metodo. per Hegel il metodo della filosofia è la filosofia stessa.

HEGEL-SPINOZA
Assoluto per Spinoza è natura per Hegel invece l’assoluto è il soggetto.  Per tutti e due esiste un’unica realtà/sostanza che tutto comprende, sono filosofi
dell’assoluto.
Si differenziano per il fatto che l’assoluto hegeliano è il soggetto e perché Spinoza nel “Deus sive natura” non articola l’assoluto in divenire ma è statico.

HEGEL-FITCHE
L’io di Fichte è infinito, pone se stesso come infinito e autocreatore (agente e prodotto della sua azione) questo è possibile perché l’uomo è dotato di intuizione
razionale.
L’idealismo di Fitche è soggettivo: tutto esiste in virtù di un io che crea se stesso, (l’io finito è parte di quello infinito e il soggetto si realizza come libertà in un
continuo sforzo per superare gli ostacoli: la meta dell’io finito è l’io infinito, ma non potrà mai risolversi in esso perché la libertà è sforzo, tensione verso un limite
irraggiungibile). Hegel critica il fatto che infinito e finito non coincidono mai perci ò lo chiama “infinito cattivo” perché in Fichte il finito non si risolve mai
totalmente in infinito e questo è uno dei fondamenti della filosofia di Hegel.
Il suo idealismo soggettivo ed etico non risponde alle esigenze della filosofia dell’infinito e della realtà di Hegel.

HEGEL-SCHELLING
Il suo assoluto è identità indifferenziata (hegel in un primo momento preferisce il suo idealismo perché integra la natura non come un’ostacolo da superare ma
come parte dello spirito).
All’inizio della fenomenologia scrive “l’assoluto di schelling è una notte nera in cui tutte le vacche sono nere” il difetto del suo assoluto è che è adialettico cioè
non è in grado di spiegare l’assoluto nel suo divenire, nella sua trasformazione.
LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
Fenomenologia dello spirito: fenomenologia è la scienza di ciò che appare, lo spirito è l’idea che dopo l’alienazione della natura torna in sé come coscienza e
dunque i due termini insieme indicano il manifestarsi progressivo dello spirito. Ciò viene illustrato sotto due prospettive:
- Sincronica (lo spirito coesiste in tutti i suoi momenti);
- Diacronica (si narra il viaggio che percorre lo spirito, si narra la storia romanzata della coscienza)
Essendo lo spirito in divenire il compito del filosofo è descrivere la storia dello spirito.
Importante perché qui si presentano due fondamenti della sua filosofia: risoluzione del finito nell’infinito e corrispondenza tra ragione e realtà.
Le figure: attraverso le figure Hegel cerca di rappresentare i momenti di svolta nella storia dello spirito.
Tre sezioni della prima parte della fenomenologia.
- Coscienza: studia la gnoseologia, il rapporto di conoscenza tra oggetto e soggetto. (quindi studia l’oggetto)
- Autocoscienza:
Lo spirito nasce dal rapporto tra le autocoscienze che non è amorevole ma è conflittuale, una lotta perenne dove le due autocoscienze scelgono una la
vita, l’altra la schiavitù.
L’autocoscienza del signore è disposta a morire più che diventare serva, l’autocoscienza del servo è disposta a cedere la sua indipendenza che pur di
salvarsi. È con la coscienza del servo che lo spirito inizia il suo sviluppo, c’è un rovesciamento dialettico tra le figure, il signore diventa servo del servo (il
signore dipende da ciò che fa il servo), il servo diventa padrone del padrone. Ciò avviene in tre momenti:
1. Primo momento: La paura della morte è l’angoscia, non è una paura come le altre perché mette ogni coscienza di fronte al nulla assoluto. Il servo
impara a essere diverso rispetto alla natura, scopre di avere in sé qualcosa che la natura non ha e che vale la pena di salvare. Qui nasce
l’autocoscienza.
2. Secondo momento è il momento del servizio del servo al padrone, la coscienza si autodisciplina, impara a conoscere meglio se stessa, impara le sue
emozioni lavorando per il signore. Questo quindi è un momento formativo.
3. Terzo momentoAttraverso il lavoro il servo dà forma alle cose e produce degli oggetti, dentro gli stessi c’è l’autonomia che egli ha raggiunto; 
Marx riprende l’importanza del lavoro e anche la legge dialettica della storiagrazie alla sottomissione si generano le condizioni ideali per la
liberazione del proletariato. Senza lavoro non c’è civiltà, (troviamo il valore formativo della coscienza). Hegel parla di un’indipendenza della
coscienza che non è materiale ma intellettuale.
La coscienza infelice è dovuta alla separazione radicale tra uomo e Dio. Essa non sa di essere tutto e quindi è lacerata dalla divisione tra finito e
infinito.
Nell’ebraismo Dio rimane lontano, trascendente, irraggiungibile. Dio è inaccessibile e sovrasta gli uomini, i quali si sottomettono a Dio
identicamente al rapporto servo-signore.
Con il cristianesimo Dio si manifesta agli uomini. Assomiglia al sistema di Hegel, poiché Dio è allo stesso tempo padre e figlio. Dio continua
comunque ad essere lontano e irraggiungibile poiché non è possibile cogliere l’assoluto in un soggetto, in una singola determinazione  la
coscienza rimane infelice e Dio rimane irraggiungibile.
Il primo momento infelice è la devozione, cioè avvicinarsi a Dio tramite la preghiera. Il secondo momento è il fare, tramite questo l’uomo si unisce
al suo Dio. L’ultimo momento è la mortificazione, quando l’Io pure di unirsi a Dio nega se stesso.  la coscienza scopre di essere essa stessa Dio.
(passaggio alla ragione).
- La ragione: è la sintesi tra le prime due. La ragione è la certezza della coscienza di essere ogni cosa, cioè di contenere in sé soggetto e oggetto. Il
passaggio alla ragione avviene nella realtà moderna

SPIRITO SOGGETTIVO
La filosofia dello spirito è lo studio dell’idea che dopo la sua alienazione sparisce come natura per farsi auto-creazione.
Culmina con la consapevolezza dell’uomo di essere conoscenza, libertà e volontà. Si divide in antropologia, fenomenologia e psicologia

SPIRITO OGGETTIVO
Nello spirito oggettivo lo spirito si manifesta nel diritto. Hegel integra nella parola diritto l’eticità e la moralità, e dunque dà un significato più ampio alla parola.
Queste affermazioni indicano che la libertà non è mai individuale perché si deve sempre realizzare e insieme ad altri soggetti, in un determinato contesto socio-
politico.
Libertà non è astratta e individuale “il sistema del diritto è il regno della libertà realizzata.” I momenti sono tre:
- DIRITTO ASTRATTO
Rappresenta la volontà dell’individuo ed è la manifestazione della libertà delle persone che si realizza tramite:
1. Proprietà (il possedere qualcosa)
2. Il contratto (che non va inteso come il contratto tipo dei contrattualisti) che stabilisce le proprietà
3. La pena che è la sintesi positiva, il superamento del delitto. Hegel sostiene che attraverso la pena il criminale viene reintegrato nella società, ma
tale trasformazione può avvenire solo se la pena è educativa e non esclusivamente punitiva; inoltre la colpa deve essere riconosciuta dal colpevole.
- MORALITA’
Moralità: rappresenta la volontà soggettiva e in quanto soggettiva non si realizzerà mai del tutto. La volontà individuale è necessaria ma non sufficiente
per la realizzazione dell’individuo.
Diventerà completo solo nella moralità sociale: L’ETICITA’. Hegel afferma che solamente una morale dove l’intenzione è volta all’universale può
compiere il bene in sé e per sé. Anche se questa intenzione l’idea è astratta.
Hegel contrasta fortemente la concezione morale di Kant di cui critica il formalismo (la morale kantiana proprio perché formale non può costituire una
base per le nostre azioni) e l’individualismo (per Kant le scelte morali fanno sempre riferimento a un soggetto libero).
Critica l’impossibilità di realizzare la santità, la perfezione morale che in quanto perfetta è irrealizzabile.
Tuttavia per Hegel è legittima la ricerca del bene individuale: la nostra intenzione può avere come ricerca la nostra felicità e il nostro benessere, ma è
proprio di un soggetto morale: innalzarsi a un bene superiore, non solo individuale, ma un “bene in sé per sé”.
In Kant si verifica quindi una scissione tra l’essere e il dover essere, che sappiamo non esistere per Hegel. Kant giustifica il male, per Hegel è un altro
difetto della sua morale. Dunque per raggiungere la libertà bisogna passare da una morale individuale a una sociale.

- L’ETICITA’
Nell’eticità troviamo la risoluzione della divisione tra la soggettività e il bene. L’eticità è la moralità sociale, che si realizza nelle istituzioni concrete:
Il bene a cui ogni individuo tende è determinato dalle idee della società in cui cresce.
- FAMIGLIA:
si fonda sull’amore e sul reciproco rispetto dei coniugi, ha l’importante ruolo di nutrire ed educare i figli, ha un importante valore sociale. (momento
intellettuale positivo)
- SOCIETA’ CIVILE:
Hegel è contrario al contrattualismo: tutti i contrattualisti utilizzavano l’espressione “società civile” facendola coincidere con lo stato, per Hegel invece
la società civile media tra individuo e stato. (non coincide con lo stato)
La società civile è caratterizzata dal conflitto tra individui e tra classi sociali, dall’individualismo, dall’interesse personale e di classe: è un sistema
atomistico, (la visione di Hegel è precapitalistico).
Divisione di tre classi:
1. Classe sostanziale(agricoltori),
2. Formale (artigiani, fabbricanti, commercianti),
3. Universale (perché devono attuare gli interessi universali della società) (funzionari pubblici) —> il potere giudiziario è parte della società civile, non
è parte dello stato: i magistrati amministrano i conflitti della società civile.
Hegel inserisce anche la polizia che insieme ai magistrati garantisce la sicurezza sociale. Quindi il potere giudiziario appartiene alla società civile,
non allo stato. Le corporazioni obbligano l’individuo ad uscire dal proprio interesse individuale.
- STATO ETICO:
Lo stato è l’incarnazione della moralità sociale, solo nello stato quindi si realizza la vera libertà.
Concezione dello stato è organicistica: È lo stato che fonda i cittadini, al di fuori dello stato questi non hanno potere. E’ un tutto superiore e anteriore
alle sue parti e non una somma di parti indipendenti. Lo stato quindi è superiore agli individui e alle classi sociali.
Questa concezione è inconciliabile con:
-La concezione liberale dello stato, infatti il liberalismo prevede che lo stato deve garantire la sicurezza dei cittadini, ma nel sistema hegeliano ciò
verrebbe a compromettere il divario tra società civile e stato.
-La concezione democratica, Così come la democrazia prevede la sovranità del popolo, nel sistema di Hegel il popolo è una massa informe.
-Il Giusnaturalismo, rifiuta infatti l’esistenza di un diritto naturale preesistente allo stato.
-Il contrattualismo, rifiuta infatti l’esistenza di un contratto frutto del lavoro degli individui, eliminando il potere assoluto dello stato.
Giunge alla conclusione che lo stato ha il suo fondamento nella legge stessa, la quale deve essere rispettata dagli uomini. Lo stato con la legge legittima
se stesso nell’uso della forza. (Rechtstaat=stato di diritto fondato sul rispetto della legge)
Lo stato deve essere:
-costituzionale.  forma migliore è la monarchia costituzionale moderna.
Una costituzione è il prodotto della storia di un popolo un popolo non può imporre la sua costituzione ad un altro popolo.
Nello stato di Hegel i poteri sono distinti ma non divisi secondo la concezione della divisione di Montesquieu secondo:
-Potere legislativoassemblea rappresentativa costituita da una camera alta e una bassa. Il potere legislativo non è affidato all’assemblea legislativa
perché qui sono ancora forti gli interessi privati e di classe.
-Potere esecutivo Il compito di realizzare il bene universale spetta al potere esecutivo (i ministri dello stato): PRIMATO DEL POTERE ESECUTIVO SU
QUELLO LEGISLATIVO. È il potere dei giudici della polizia, devono tradurre nel caso specifico l’universalità delle leggi.
Il principe incarnazione stessa dell’unità dello stato. Il cuore del potere è nel potere governativo, non spetta al principe decidere quali devono essere
le leggi dello stato.
L’ingresso di Dio nel mondo è rappresentato dallo stato.
Non può esistere il diritto internazionale poiché non esiste un organismo superiore in grado di regolare i rapporti tra gli stati. Allora si nega il diritto
internazionale e afferma che tutti gli stati non sono forti uguali. Il criterio di distinzione è la guerra che secondo Hegel è necessaria e razionale. Grazie
alla guerra i popoli procedono nella storia e con la pace si esalta la guerra.

FILOSOFIA DELLA STORIA


Il fine della storia è che lo spirito comprenda se stesso per ciò che realmente è. La storia è razionale perché ha un fine (quello dello spirito e della sua
realizzazione)
I mezzi della storia sono gli eroi cosmici, delle personalità forti che grazie al loro carisma e con l’astuzia della ragione trascinano il popolo in imprese eroiche.
Gli eroi cosmici sono importanti per i cambiamenti che apportano alla legge immanente della storia.
(((((Eterogenesi dei fini. I fini hanno origini diverse rispetto ai fini stessi.)))))
Il fine ultimo della storia è la realizzazione dello spirito. I popoli vivono e agiscono come parte di un organismo vivente, questo organismo è detto stato. Lo
spirito si è incarnato in diversi modelli di stato. Hegel ritiene che il modello più antico di stato sia rappresentato dagli Egizi, Assiri ecc, poi greci e romani, poi il
mondo germanico.

LO SPIRITO ASSOLUTO
È il momento in cui lo spirito giunge alla piena conoscenza di essere unica infinita realtà.
L’oggetto è lo spirito che conosce se stesso per ciò che veramente è.
L’artelo spirito conosce se stesso tramite intuizione sensibile
Religione// // // // // rappresentazione
Filosofia // // // // // puro concetto.

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