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MILEVA MARIĆ

Dati autobiografici
-La matematica e fisica MILEVA nacque il 19 dicembre 1875 in Serbia
-Fin da bambina dimostrò un grande interesse per la fisica e la
matematica, campi inconsueti per le donne di quell’epoca
-La sua carriera accademica, nonostante il sostegno del padre, non fu
affatto facile, infatti durante il suo semestre in Germania poté assistere
alle lezioni solo come auditrice senza poter sostenere esami, solo perché
donna e non riuscí a superare l’esame finale per la laurea, dato in stato di
gravidanza, a causa dei pregiudizi della commissione per la sua
gravidanza prima del matrimonio
-Nel 1903 si sposò con Einstein, iniziando a contribuire ai suoi studi sui
quali non aggiunse mai il suo cognome perché sosteneva che fossero “una
sola pietra”, ma quando nel 1919 il divorzio divenne ufficiale MIileva fu
esclusa dalle ricerche.

Teoria della relatività: quanto contribuì mileva?


Diversi studi testimoniano il ruolo fondamentale che questa donna ebbe durante le ricerche che avrebbero
condotto alla Teoria della relatività, grazie alla quale Einstein ottenne il premio Nobel per la fisica.
Innanzitutto vi è una biografia pubblicata nel 1969 da Desandra Trbuhovic-Gjuric, basata sul primo
volume delle opere complete di Einstein pubblicato in quel periodo ed é qui che per la prima volta appare il
nome di Mileva, che grazie alle sue strabilianti doti matematiche sarebbe stata una risorsa importante per il
marito. Inoltre, a confermare la tesi, furono messe all’asta dalla famiglia di Einstein alcune lettere
scambiate tra lui e la moglie, in cui egli usava il “noi” parlando dei suoi studi, affermando più volte quanto
lei fosse una sua indispensabile collaboratrice capace di risolvere ogni suo problema matematico. Nonostante
però la sua dedizione agli studi ed il suo impegno, a causa del clima misogino di quell’epoca che non
accettava la presenza delle donne in ambito scientifico, essa non riuscì mai a perseguire una carriera
brillante ed il suo prezioso contributo alla Teoria della relatività non fu mai del tutto confermato,
costringendola così a rimanere nell’ombra del marito e ad accettare da lui il denaro ricevuto grazie al premio
Nobel, come riconoscimento privato.

“Al politecnico mi guardavano come fossi un


esemplare raro di tapiro della Malesia, una
balena di Omura o di una qualche specie
protetta. Molti di quelli che incontravo giravano
lo sguardo con disgusto, altri facevano inchini
ironici, altri dicevano: che vergogna dove
andremo a finire di questo passo se al
politecnico ci sono donne!”

Parole di Mileva Marić riportate dalla


scrittrice Greta Greison
Donne e scienza: un rapporto complicato
La storia di Mileva Marić, una donna dalla mente brillante e dalla forte passione per la
matematica e la fisica, costretta a vivere nell’ombra del marito, rinunciando ad una prolifera
carriera, é purtroppo comune a molte altre donne dell’epoca.
Nonostante i numerosi istituti universitari in Svizzera e negli altri paesi europei, nei quali,
almeno forlamente, anche le donne potevano studiare, quest’ultime non vennero mai viste di
buon occhio in campo scientifico, costantemente ostacolate e costrette a subire forti
discriminazioni.
Leggendo la storia di questa donna, impossibilitata a prendere la laurea a causa di una
gravidanza pre-matrimoniale non vista di buon occhio a quel tempo, costretta a camminare tra
i corridoi del politecnico di Zurigo circondata dagli sguardi sdegnati degli uomini e dai loro
commenti di disprezzo, mi sono resa conto di quanto oggi io sia fortunata.
Lo studio, una possibilità di carriera in qualsiasi ambito io desideri, cosa che a me ormai
sembra scontata, é in realtà una delle conquiste più grandi e recenti fatte dal mondo femminile
e, purtroppo, non tutte noi riusciamo sempre a rendercene conto.
Ad appassionarmi, più che la sua storia segnata da eventi complicati, é stata la tenacia con cui
ha sempre portato avanti la sua passione, la dedizione che ha sempre messo nei suoi studi, la
sua voglia di tentare all’infinito quell’ultimo esame per la laurea, reagendo contro i pregiudizi,
superando i limiti imposti dalla società. L’amore e la lealtà per il marito, e sopratutto il suo
costante aiuto nelle ricerche di Einstein, nonostante non le fosse mai stato riconosciuto e
confermato il prezioso ruolo svolto.
Mi auguro di riuscire ad avere un po’ del suo coraggio di fronte ad ogni ostacolo che la vita mi
presenterà, mi auguro di riuscire a resistere con tenacia di fronte a tutte le discriminazioni che
esistono anche oggi, seppur notevolmente ridotte e sopratutto mi auguro di riuscire, assieme a
tutte le altre donne, a far sentire le nostre voci in qualsiasi ambito, sopratutto in quello
scientifico.

Bibliografia:
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/mileva-maric/
https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/ieri-oggi-scienza/mileva-maric-allombra-di-albert-einstein/
https://www.google.it/amp/s/vitaminevaganti.com/2019/12/14/mileva-maric-e-linvisibilita-delle-donne-
di-scienza/amp/

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