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degli scavi sul sito dell’antica Karkemiš, a cui era stato invitato a
partecipare, un Lawrence ventiduenne vagabonda lungo il corso
dell’Eufrate fino a raggiungere Aleppo. Da lì si recherà in treno a
Damasco e poi a Beirut dove lo attende una nave che lo riporterà
in Europa. Lungo il percorso, visita e studia alcune di quelle
architetture militari già oggetto della sua tesi di laurea, cerca e
acquista antichi sigilli. Ogni sera, o il mattino seguente, registra
spostamenti, cose viste, incontri e il suo mutevole stato di salute.
Agli appunti affianca un’ampia documentazione fotografica (solo
in parte conservata) e diversi schizzi e disegni.
I motivi di interesse per queste pagine sono tanti. Le loro stringate
annotazioni evocano in poche righe l’atmosfera e quasi il profumo
di un mondo affascinante e perduto, e soprattutto ci aprono a una
più completa e profonda comprensione del futuro Lawrence
d’Arabia. È forse proprio in questi anni che si forma la sua
personalità, di cui già riconosciamo il tratto nervoso e febbrile,
l’amore appassionato per i mondi e le culture che attraversa e
anche quello squisito gusto letterario che contribuirà a fare di lui
uno dei maggiori scrittori del ’900.
Questo piccolo, prezioso libro, finora inedito in Italia, merita
l’attenzione di chiunque voglia conoscere a fondo una delle figure
più imponenti e meno comprese del XX secolo.
1
Figlio illegittimo di un baronetto irlandese, archeologo di
formazione, traduttore e fine letterato, THOMAS E. LAWRENCE è
oggi universalmente noto come Lawrence d’Arabia. I suoi libri
(cominciando dal più famoso, I sette pilastri della saggezza) sono
costantemente ripubblicati, mentre la sua personalità ambigua e
misteriosa non cessa di affascinare.
2
I Leoni
3
Thomas E. Lawrence
4
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catalogo.
5
Il percorso del viaggio di T. E. Lawrence
6
Nota dell’Editore
7
I motivi di interesse per queste scarne pagine sono tanti.
Innanzitutto in esse troviamo evocati paesaggi, genti, storie,
costumi di un Oriente prossimo nello spazio, ma attardato in modi
di vita che risalgono molto indietro nel tempo. Soltanto le città,
nelle zone attraversate da Lawrence, sembrano ospitare una vita
più intensa. Nei villaggi i ritmi sono quelli lenti e sempre uguali che
hanno caratterizzato per millenni molte aree del pianeta.
Queste pagine ci aprono però anche a una più completa e
profonda comprensione del futuro Lawrence d’Arabia. È forse
proprio in questi anni che si forma il carattere di questo singolare
incrocio di sangui e storie diverse. Suo padre, Sir Thomas Robert
Tighe Chapman, era infatti un proprietario terriero angloirlandese,
sua madre, Sarah, la sua governante scozzese.
Balza innanzitutto agli occhi l’attività febbrile, mai interrotta
nonostante il caldo e le spesso precarie condizioni di salute. La
stoica sopportazione di fatiche, disagi e ripetuti malesseri fisici
sembra anticipare le prove che dovrà affrontare durante la rivolta
araba.
Colpisce poi l’approfondita conoscenza dei luoghi e della
lingua. Si muove sul terreno senza apparente difficoltà, quasi
sempre a piedi. Comunica agevolmente con tutti, nonostante la
grande varietà di dialetti e inflessioni che caratterizza l’arabo. Del
resto sembra aver completamente assimilato i costumi locali. Se
ciò che mangia e beve viene quasi quotidianamente ricordato,
non c’è traccia del minimo disagio o di un qualche rimpianto per le
abitudini gastronomiche della patria lontana.
Perdura l’interesse per l’architettura militare, che lo
accompagna da quando era ragazzo. Il suo è un approccio da
studioso che anche nelle situazioni più disagevoli osserva,
misura, disegna, fotografa.
Ma qui e là emerge anche il futuro letterato, che potremmo
riconoscere come uno dei maggiori scrittori del ’900, se la fama
conquistata sul campo di battaglia e la leggenda che ne è seguita
non facessero velo.
Il 23 luglio cita Blake, il visionario poeta e artista inglese.
Giovedì 3 agosto parla di Rabelais, il Santo Graal (chissà se
leggeva Chrétien de Troyes, Robert de Boron, Wolfram von
Eschenbach o la Queste del Saint Graal), Rossetti (le poesie di
Dante Gabriel, che oggi ricordiamo soprattutto come grande
pittore preraffaellita?), Roland (verosimilmente la Chanson de
8
Roland, il grande poema epico del Medioevo francese). È, visto
oggi, un singolare assortimento di autori, ma in realtà molto
rivelatore delle passioni, e forse delle ossessioni, del Nostro:
soprattutto il Medioevo, un Medioevo storico e anche molto
fantasticato, di sicuro un’epoca in cui erano ancora possibili quelle
grandi imprese che la società borghese sembrava escludere e
che potevano rappresentare ai suoi occhi un modo (il solo?) per
riscattare la sua condizione di figlio illegittimo, in un’epoca in cui
questo era considerato poco meno di un marchio di infamia.
In tutti questi diversi elementi – anche la fugace apparizione di
Dahoum, il misterioso compagno morto giovanissimo, forse
dedicatario dei Sette pilastri della saggezza, per il quale, giunto a
Beirut, cercò di procurarsi libri di storia e di geografia (come risulta
da una lettera) – possiamo leggere in filigrana, sia pure a
posteriori, l’annuncio di tutto ciò che verrà: l’epopea del deserto, la
delusione, la rinuncia, l’esilio, l’annichilimento. E l’importante –
anche se sempre sottovalutata – opera letteraria.
9
DIARIO DI UN VIAGGIO LUNGO L’EUFRATE
10
Intorno a mercoledì 12 luglio
1
Tell Ahmar, sito archeologico nella Siria settentrionale, riconosciuto come l’antica Til
Barsip. Lawrence aveva da poco preso parte a una ricognizione del British Museum per
valutare la possibilità di avviare uno scavo in quel luogo. Tutte le note sono a cura del
traduttore.
2
Alimento di latte fermentato simile allo yogurt, consumato nel mondo arabo.
3
Il caravanserraglio, un edificio con un ampio cortile e un porticato utilizzato per la sosta
delle carovane che attraversavano il deserto.
11
Il giorno dopo, giovedì
1
Autorizzazione.
2
Una macchina fotografica gli era stata rubata a Seruj nel 1909 (vedi Letters of T. E.
Lawrence).
12
Venerdì
1
Med.: medjidie, una moneta dell’Impero ottomano.
2
L’oste del caravanserraglio.
3
Fortezza.
13
Sabato
1
Il dottor Gracey era un missionario a Urfa.
2
Scorta.
14
Domenica
15
Lunedì 17 luglio
16
seduto. Era giovane, forse sui diciott’anni, con un volto affilato e
decisamente nervoso, rapace, e capelli scuri riccioluti; alto e dalle
spalle ampie; ovviamente magro. Era sceicco solo da un anno,
dalla morte del padre. Abbiamo parlato di molte cose (erano
meravigliati che ci avessi messo così poco da Urfa) e ha messo a
dura prova il mio arabo chiedendomi di descrivergli il governo
locale inglese e le nostre consuetudini matrimoniali. Era anche
curioso di sapere chi ha la dignità di sceicco in Inghilterra. Le sue
maniere erano eccellenti, molto diverse da quelle della gente
comune, perché non prendeva le mie cose, ma aspettava (con
impazienza) che gliele mostrassi. Qualcuno degli uomini aveva
sentito parlare di Jerabis3 (o Gerabis, come dicevano). Erano
interessati all’arrivo della ferrovia. Al tramonto è venuto di persona
a portarmi del cibo: cetrioli, uova sode e un eccellente pane di
frumento, mentre i suoi uomini mangiavano vicino a noi more di
gelso bollite e pane. Ne abbiamo preso un po’ anche noi. Dopo
cena abbiamo parlato un po’, e poi sono andato a dormire. Mi ha
portato le sue migliori trapunte e ho dormito perfettamente, con i
suoi servitori radunati attorno a me. Quando mi sono svegliato
c’era un vecchio tacchino appollaiato su un muretto vicino alla mia
testa, e molti cavalli nel cortile. Ero coricato su una bassa
piattaforma.
1
Moneta di rame.
2
Il tell, parola araba che significa «collina», è un tipo di sito archeologico, il risultato
dell’accumulo e della seguente erosione di materiali depositati dall’occupazione umana
in lunghi periodi di tempo.
3
Jerabis: l’antica Karkemiš, situata tra le attuali Karkamış e Jarabulus (tra Turchia e
Siria), sulla sponda occidentale dell’Eufrate, dove Lawrence aveva lavorato allo scavo
archeologico organizzato dal British Museum. Si trovava sul percorso della linea
ferroviaria della Baghdad Railway.
17
Martedì 18 luglio
18
facciata sud del castello, e poi con un suo amico di fronte alla
camera della torre. Poi fotografato suo fratello ecc. Promesso di
mandargliene le copie tramite Mr Gracey a Urfa: Gracey lo
conosce e gli uomini dello sceicco vanno a Urfa tutte le settimane.
Poi abbiamo mangiato, verso le nove, ancora more stufate,
pane, cetrioli e verdura. Il tutto molto buono, avvolto in foglie di
vite. Lavorato al castello dopo pranzo: misurando ecc. Poi andato
fino al pozzo di Rebecca2. Ci ero stato ieri, fermandomi lì a
riposare per mezz’ora, e le donne che uscivano per andare a
prendere l’acqua mi guardavano, cantando. Alcune mi hanno
offerto acqua dai loro secchi di legno. Il pozzo è sotto di qualche
gradino, e l’acqua profonda, fredda e pulita. Vicino ci sono degli
abbeveratoi per cammelli, forse quelli che usava Eleazaro, perché
sono cose che non si seccano presto. Acqua buona. Bevuta di
nuovo oggi. Lo chiamano Bir Yakub3 e ne sono molto orgogliosi. È
l’unico pozzo fuori le mura. Ho visto anche la porta di Aleppo, una
robetta araba, più ornamentale che difensiva: in effetti, le mura di
Harran sono una scarsa protezione: non sono certamente
fortificate per resistere a un assedio, con cortine lunghe e sottili, e
le torri basse, tutte quadrangolari. Il castello è l’unica fortezza.
C’era un fossato, probabilmente pieno d’acqua, tutto attorno alla
città, e tra questa e il castello. Nessun segno visibile di
un’occupazione pre-bizantina. Lo sceicco inizia a prender
confidenza: oggi mi ha chiamato «fratello», che è una
condiscendenza tra i musulmani: ma ho contribuito ad accrescere
il suo prestigio prendendo parte questa mattina a una sorta di
ricevimento nel suo līwān4 e rispondendo alle domande di tutta la
nobiltà locale. La grande ammirazione per il mio piccolo
teleobiettivo ha portato alla sua sparizione. Sono tornato al
castello e ho concluso che era decisamente tardo: almeno
successivo a Saladino; probabilmente successivo alle crociate.
Non sono state necessarie altre foto. La grande torre danneggiata
è alta all’incirca sessanta piedi. Da quanto ho appreso durante la
nostra chiacchierata serale, lo sceicco qui è solo sostituto di suo
fratello maggiore, che il governo preferisce a Urfa. Sono uomini
dell’antico regime e legati a Ibrāhīm Pascià, con 2500 case sotto
di loro. Questo significa una forza di dieci-dodicimila uomini. La
sera abbiamo chiacchierato a lungo su tutti gli argomenti,
specialmente di politica: lo sceicco ha finito per addormentarsi con
19
la testa su un mio ginocchio! Mangiato pane, uva e uova. Dormito
male per il dolore al dente e per le mosche della sabbia.
1
Gertrude Margaret Lowthian Bell (1868-1926) è stata archeologa, politica, scrittrice e
agente segreto britannica. Nel suo libro Syria. The Desert and the Sown descrive i
capitelli a cui si riferisce Lawrence.
2
Vedi Genesi, capitolo 29.
3
Bir Yakub: il pozzo di Giacobbe.
4
Stanza per il ricevimento degli ospiti nelle case arabe dei paesi del Mediterraneo. Con
solo tre pareti e aperto verso nord, è un ambiente fresco usato soprattutto nei mesi
estivi.
20
Mercoledì 19 luglio
21
Giovedì 20 luglio
1
Dovrebbe trattarsi dell’abaya, una sopravveste.
22
Venerdì 21 luglio
1
Il khoja era il caposquadra degli scavi.
23
Sabato 22 luglio
1
Tcherkess: adighè. Gli adighè sono una delle più antiche popolazioni autoctone del
Caucaso.
2
Governatore.
3
La madre dell’autore.
24
Domenica 23 luglio
1
Selim Ahmed (più noto come Dahoum, «piccolo scuro», 1897-1916), che diventerà un
grande amico di Lawrence, lavorò durante gli scavi archeologici di Karkemiš come
25
conduttore di muli. Si crede che la figura di S. A. a cui Lawrence dedica I sette pilastri
della saggezza, «Una persona immaginaria di sesso neutro», sia ispirata a Dahoum.
2
Kala’at: qui intende i manovali negli scavi a Jerablus Kala’at.
3
Il sindaco.
4
Una carta ufficiale attestante che si è autorizzati.
5
Esattore delle tasse.
26
Lunedì 24 luglio
27
teleobiettivo la struttura delle caditoie dell’angolo nord-ovest con
un ingrandimento di 13, e uno stop di 22°: esposizione 12
secondi, sul normale di 1/50 nom f. 16. Questa era una foto di
grande formato di tre caditoie. 2) Ho anche fotografato con il
teleobiettivo a 3 ½ mags L.P. tutta la serie di caditoie a f. 11 ed
esposizione di mezzo secondo. Scattate entrambe dall’ombra e la
1) con il paraluce. Queste caditoie sono veramente notevoli. Di
più su di loro dopo. Poi sceso fino al castello (giù e su!).
Attraversate cinque porte, tutte doppie e protette da torri, un
monolito, dentro il cortile esterno. Questo, un piano stretto, corre
in direzione nord-sud e la porta è a Sud. I costruttori di questo
posto, non soddisfatti del muro di 90 piedi e della scarpata,
assolutamente perpendicolare, hanno aggiunto anche un fossato
di pietra sull’esterno. Una volta largo e profondo; adesso tutto il
materiale delle mura e un cimitero lo hanno riempito. Il castello
occupa nel suo complesso la stretta punta di una penisola, un
costone roccioso, in direzione nord-sud. Questo è circondato a est
dall’Eufrate, a ovest dal fiumiciattolo Mezman Su, così come a
nord; la parte sud è l’unica non a precipizio. La cresta del costone
dev’essere alta tra 300 e 400 piedi. Questa è all’estremità sud, la
più alta, ma non alta quanto la roccia dietro il castello a nord e
sud, che lo sovrasta da entrambe le direzioni, anche se a una
certa distanza. Le mura a est e a ovest si estendono per circa
metà della loro lunghezza sopra il costone, e al loro interno le
rocce e le macerie si accumulano ripidamente fino ai pinnacoli
centrali. Il punto più alto è scolpito in modo elaborato e può
essere stato un palazzo, o una chiesa. Secondo la gente del
luogo è un minareto; probabile che lo sia divenuto in seguito, ma
nessuna decorazione è araba. La costruzione sull’angolo nord
della cresta del costone è una moschea, con attorno una corte
lastricata. Tra questa e il «palazzo» è tutto distrutto, fatta
eccezione per fondamenta e cantine scavate profondamente nella
roccia. La vista è limitata ma straordinaria. Il villaggio attuale si
trova attraversato il torrente, sulla sponda nord, dove il corso
d’acqua fa una curva a est e ovest e confluisce poi nell’Eufrate. Ci
sono pioppi e c’è rumore d’acqua. Il costone all’estremità sud è
largo trenta piedi nella parte più alta. Poi per novanta piedi è
ridotto a un sentiero largo otto piedi, come il rasoio in
Westmoreland. Il fossato è largo circa sessanta piedi. Gli ho
scattato una foto dal lato dell’Eufrate, da un punto del castello
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circa trenta piedi sopra la cresta del rasoio. Non una gran foto, ma
almeno mostra bene il fiume che scorre in basso. Subito dopo ho
lasciato il castello (verso le sei) molto stanco, ma è un posto
meraviglioso, e ho attraversato il Mezman Su di nuovo su quelle
assurde pietre di passaggio: non ho mai camminato su qualcosa
di meno agevole. Mi sono diretto al piccolo villaggio (Kassaba), a
casa del mukdar. Lui non c’era, ma un parente e suo figlio han
fatto gli onori di «casa». Vivono sotto a un chiosco costruito con
pali di legno di fico e rami di quercia, e dormono sul tetto.
Abbiamo mangiato (verso le sette) pane e porridge di leben di
grano, e burghul bollito con pepe e pinoli. Poi a dormire, verso le
otto, abbastanza bene, ma non quanto la notte prima, che era
stata di completo oblio. Forse si dorme meglio sotto una trapunta
di seta viola e bianca!
29
Rum Kalaat, pianta del sito
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Disegno di Lawrence con una sua annotazione: «Questa è una sezione del fossato.
Come si vedrà, scende per un lungo tratto sul lato dell’Eufrate: è una scarpata
perpendicolare, la linea che la divide è una proiezione, come se la completa larghezza
di taglio non fosse mai stata finita. A 60 piedi un buco può essere stato una postierla, o
un corso d’acqua. Probabilmente con una corrispondenza su un lato del castello, ma
non è possibile raggiungerlo per verificarlo».
1
Qal’at ar-Rum, in turco Rumkale.
2
Una tomba o mausoleo di un uomo santo, spesso meta di pellegrinaggio.
31
Martedì 25 luglio
32
33
Sopra: schizzo di Lawrence relativo alla chiave di volta della quinta porta (la più interna)
di Rum Kalaat
Sotto: disegno della porta tratto da Reisen in Kleinasien und Nordsyrien
34
di fronte a Khalfati. Quindi risalito con qualche sforzo per questo
sentiero da capre per poi ridiscendere la lunga rampa di gradini di
pietra rotti, per circa cinquecento piedi, fino alla pianura
dell’Eufrate. Una fatica di tre ore molto stancante. Sono andato
avanti veloce attraverso Enesh, Kachtin e Shardak fino a Balkis,
un lungo cammino di circa ventisette miglia, ancora sul sentiero
da capre: piedi un po’ doloranti, ma nessun altro danno.
Lunghezza media del passo durante la prima ora: due piedi e
sette pollici. Poi si è allungata: due piedi e nove pollici e mezzo. A
Balkis mi sono diretto alla casa dello sceicco, che è stato ospitale.
Mangiato verso le otto burghul, shineneh3 e pane. Dormito
straordinariamente bene.
1
Il 1236 del calendario islamico corrisponde più o meno al 1858.
2
Pelli gonfiate venivano usate come galleggianti per aiutarsi a nuotare nell’Eufrate e in
altri fiumi della Mesopotamia.
3
Shineneh: latte fermentato.
35
Mercoledì 26 luglio
1
Si era rotto una gamba nel 1904.
36
2
Un liquore distillato dall’uva.
37
Giovedì 27 luglio
In piedi verso le cinque, e sulla strada già alle sei dopo il caffè
e un pezzo di pane. Camminato per un’ora e mezza fino a Yarım
Tepe, dove c’è una grande sorgente arginata in modo da formare
un bacino. Prima di lasciare Kefr-Sheikh ho comprato un piccolo
cavallo di bronzo ritrovato nei campi nelle vicinanze (¼ med.).
Proseguito fino a Tell Bashar, dove mi sono fermato per dargli
un’occhiata: appariva davvero grande; poi uscito per dirigermi a
Tchiflik, quattro ore di cammino sulla strada di Jerablus.
Campagna del tutto monotona. Cercati sigilli in ogni villaggio, ma
trovato nulla che valesse la pena procurarsi. Tanti del tipo più
comune. Prezzi molto alti nel distretto di Bashar. Piede sinistro
complessivamente a posto oggi. Il destro per niente: l’ascesso ha
suppurato tutto il giorno. Il morso sulla mano destra inizia a
infettarsi. Mano sinistra guarita; una questione di tre settimane. Mi
sto inoltrando adesso in distretti più «arabi». Quasi tutti parlano
qualche parola di arabo qui. Ma da Biredjik parlo più arabo io di
tutte le persone che ho incontrato. Eccetto un ragazzo a Khalfati.
Dopo le tre ho raggiunto Tell Isan sulla strada Aleppo-Biredjik.
Molto stanco. Ho proseguito per un’ora e mezza e ho deviato
volendo andare direttamente a Yasuf Bey. Alla fine ho dormito a
Nughri, un piccolo posto con un «tell» poco prima di Tell Ker.
Sono andato dallo sceicco, povero ma ospitale, e con qualche
idea in testa. È assolutamente convinto (per esempio) che tutti
debbano imparare a leggere. Suo figlio sta imparando. Mangiato
verso le sette burghul e pane, con iran1. Contrattato per alcuni
antikâs2 e poi andato a dormire.
1
Bevanda di yogurt e acqua.
2
Parola araba che indica oggetti d’antiquariato.
38
Venerdì 28 luglio
39
me) è uscito chiudendosi la porta alle spalle: questa è la cortesia
più grande che abbia mai ricevuto da un arabo. Mi sono sentito
perfettamente a mio agio nella sua casa, con la mia grande
lampada accesa e tutte le mie cose attorno a me, anche se non
ho certo disfatto le mie scatole di scorte. Verso le dieci sono salito
sul tetto e ho dormito molto profondamente. Ho avuto mal di testa
per tutta la serata, ma è stato piacevole essere di nuovo tra questi
uomini. Sono più cortesi degli altri arabi. Il khoja vorrebbe proprio
che mi fermassi a passare con lui l’inverno. Ma il pover’uomo è
terribilmente noioso come conversazione, e ti rimane sempre
appiccicato.
1
Sha’ban: ottavo mese del calendario islamico.
2
Karkemiš: antica città nei pressi di Jarabalus, sulla sponda occidentale dell’Eufrate,
divenne un importante regno neo-ittita.
3
Il British Museum non aveva ancora deciso se continuare gli scavi per la seconda
stagione. La Baghdad Railway avrebbe costruito un ponte sull’Eufrate proprio in quel
punto, impiegando parecchia manodopera.
4
Reginald Campbell Thompson (1876-1941), archeologo, assiriologo, lavorò a Ninive,
Ur, Karkemiš, e Tell Ahmar, che riconobbe come l’antica Til Barsip nel 1911, studiando
un’iscrizione assira trovata sul tell e contenente il nome della città. Con Lawrence quale
suo assistente, aveva partecipato a una sessione di scavi del British Museum a Jerablus
e fatto una ricognizione di Tell Ahmar.
5
David George Hogarth (1862-1927), archeologo britannico che lavorò con T. E.
Lawrence, Leonard Woolley e Reginald Campbell Thompson a Karkemiš.
40
Sabato 29 luglio
1
In una lettera scritta a Tell Ahmar poco prima di iniziare il suo viaggio, Lawrence scrive
di voler «incollare al loro posto col cemento i pezzi di un grande rilievo in basalto che ho
messo assieme».
2
Kala’at: il tumulo che copre i resti dell’antica Karkemiš, dove erano stati condotti gli
scavi.
3
Amido ottenuto dalle radici di varie piante tropicali.
41
Domenica 30 luglio
42
Lunedì 31 luglio
43
Martedì 1° agosto
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Mercoledì 2 agosto
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Giovedì 3 agosto
1
Sadjur: affluente dell’Eufrate.
46
Venerdì 4 agosto
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Sabato 5 agosto
48
Domenica 6 agosto
In piedi alle cinque e letto fino alle sette. Poi una tazza di caffè.
Non molto in forma questa mattina. Ho scritto lettere fino al
pranzo, e dopo letto anche un po’. Verso le quattro sono andato al
bazar e ho incontrato un piccolo commerciante ebreo per dei sigilli
ittiti. Di sera mangiato e andato a dormire. Mi sono sentito meglio
dopo mezzogiorno, ma molto debole per tutto il tempo. Dormito
male a causa del caldo eccessivo e del rumore: un teatro giusto
sotto casa e due risse in strada con rivoltelle. Aleppo,
evidentemente, non è decadente da questo punto di vista. Ogni
volta la polizia è arrivata con quindici minuti di ritardo!
49
Lunedì 7 agosto
In piedi alle quattro e mezza, letto e scritto lettere fino alle otto.
Poi sono uscito per occuparmi del denaro: prelevate 10 sterline:
visto il console: saldati i conti con lui. Andato in cerca di stoffe
ricamate. Nel pomeriggio visti due che trattano antikâs (un piccolo
sigillo rosso da uno, due neri e verdi dall’altro). Ho anche visto Haj
Wahid1. Poi incontrato Tagir e studiata la cartina di Tell Ahmar di
Thompson. Ho visto Selim. Ho provato a cercare la macchina
fotografica perduta da chi tratta questi articoli. La sera letto fino
alle otto e poi uscito per andare a cena dal console: conversato
molto fin dopo la mezzanotte. Di ritorno in albergo, cambiati i
rullini. Dormito bene.
1
Haj Wahid era stato il cuoco della spedizione del British Museum a Jerablus.
50
Martedì 7 agosto1
1
L’errore nelle date da qui in poi è di Lawrence.
51
Mercoledì 8 agosto
52
Riproduzione della pagina del diario con l’ultima parte delle annotazioni del 7 agosto,
quelle dell’8 e l’inizio del 9 agosto
53
1
La parola araba Kanun, che significa «legge» era incisa su una placca di ottone che i
membri della polizia militare dell’Impero ottomano portavano appesa al collo. L’altro
passeggero era probabilmente uno di loro.
54
Giovedì 9 agosto
55
Venerdì 10 agosto
1
Il fratello di Lawrence.
2
L. C. Jane: uno storico.
3
Miss Holmes era a capo dell’American Mission School a Jebail, dove Lawrence era
stato spesso.
4
Wawi: sciacallo. Il fratello aveva chiesto a Lawrence di procurargli una pelle di
sciacallo.
56
Sabato 11 agosto
57
Domenica 12 agosto
In piedi verso le sei dopo una notte orribile: febbre alta ecc.
per tutto il tempo. Cook è arrivato per prendere le mie cose prima
delle sette ed è riuscito a far passare la mia scatola di oggetti
d’antiquariato alla dogana senza che la aprissero! Questo è stato
un miracolo dopo la storia di Gerusalemme. Ricompensato bene.
La barca gremita di persone: tutti siriani, a quanto pare.
Lasciata Beirut alle 11.00. Tutto finito.
Parte del foglio 29 della serie Eastern Turkey in Asia. Si può seguire l’itinerario di
Lawrence tra il 27 luglio e il 3 agosto: (da est verso ovest) Tell Bashar, Yarim Tepe (a
nord), Tell Isan (a sud), Tell Kar, Hulmen, Karkemiš, Tell Ahmar (più a sud sull’Eufrate),
Membidj. La linea tratteggiata segna il tracciato della Baghdad Railway.
Parte del foglio 23 della serie di carte geografiche Eastern Turkey in Asia (Intelligence
Division War Office, 1915). Si può seguire l’itinerario di Lawrence tra il 20 e il 25 luglio:
Urfa (all’estremo est), Rum Kalaat a ovest, verso sud Khalfati, Enesh, Kachtin, Balkis,
Biridjik. Le linee nere sottili indicano le mulattiere.
58
Parte del foglio 29 della serie Eastern Turkey in Asia. Si può seguire l’itinerario di
Lawrence tra il 27 luglio e il 3 agosto: (da est verso ovest) Tell Bashar, Yarim Tepe (a
nord), Tell Isan (a sud), Tell Kar, Hulmen, Karkemiš, Tell Ahmar (più a sud sull’Eufrate),
Membidj. La linea tratteggiata segna il tracciato della Baghdad Railway.
59
Tell Ahmar (1910) da Accidents of an Antiquary’s Life di David George Hogarth
60
Urfa, la Piscina di Abramo (T. E. Lawrence)
61
Urfa, lato sud del castello visto da est (T. E. Lawrence)
62
Urfa, parte est del castello (T. E. Lawrence)
63
Urfa, torre angolare vista da oltre il fossato (T. E. Lawrence)
64
Urfa, parte nord-orientale del castello con le torri di entrata (T. E. Lawrence)
65
Urfa, parte nord-orientale del castello all’interno (T. E. Lawrence)
66
Harran, bassorilievo di un leone (T. E. Lawrence)
67
Harran, lo sceicco e suo fratello a cavallo davanti al lato sud del castello (T. E.
Lawrence)
68
Harran, lo sceicco con un amico (T. E. Lawrence)
69
Harran, il fratello dello sciecco e altri (T. E. Lawrence)
70
Harran, il Pozzo di Rebecca (T. E. Lawrence)
71
Harran, villaggio di capanne di fango nella piana (T. E. Lawrence)
72
Biridjik, parte sud del castello visto da nord-est (T. E. Lawrence)
73
Dahoum
74
Lawrence vestito come Dahoum
75
Rum Kalaat, il fossato e il «rasoio» (T. E. Lawrence)
76
Rum Kalaat, la doppia porta della torre (T. E. Lawrence)
77
Dahoum (il primo da sinistra) e altri a Karkemiš
78
Sugli scavi di Karkemiš (1912)
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Sugli scavi di Karkemiš (1913): al centro in prima fila da sinistra a destra: T. E.
Lawrence, L. Woolley, Fuad Bey e Dahoum
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Interno dell’alloggio di Lawrence a Karkemiš
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Aleppo, Baron’s Hotel
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T. E. Lawrence, D. G. Hogarth e il colonnello Dawnay, Arab Bureau, Il Cairo, maggio
1918
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T. E. Lawrence in una foto del 1918
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Indice
Copertina 1
Trama 1
Biografia 2
Frontespizio 4
Copyright 5
Nota dell’Editore 7
DIARIO DI UN VIAGGIO LUNGO L’EUFRATE 10
Intorno a mercoledì 12 luglio 11
Il giorno dopo, giovedì 12
Venerdì 13
Sabato 14
Domenica 15
Lunedì 17 luglio 16
Martedì 18 luglio 18
Mercoledì 19 luglio 21
Giovedì 20 luglio 22
Venerdì 21 luglio 23
Sabato 22 luglio 24
Domenica 23 luglio 25
Lunedì 24 luglio 27
Martedì 25 luglio 32
Mercoledì 26 luglio 36
Giovedì 27 luglio 38
Venerdì 28 luglio 39
Sabato 29 luglio 41
Domenica 30 luglio 42
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Lunedì 31 luglio 43
Martedì 1° agosto 44
Mercoledì 2 agosto 45
Giovedì 3 agosto 46
Venerdì 4 agosto 47
Sabato 5 agosto 48
Domenica 6 agosto 49
Lunedì 7 agosto 50
Martedì 7 agosto 51
Mercoledì 8 agosto 52
Giovedì 9 agosto 55
Venerdì 10 agosto 56
Sabato 11 agosto 57
Domenica 12 agosto 58
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