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"l amiciziaè7acondivisioneche
precedeogni divísione,perché
ciò cheha da spartireè il f?tto stcsso
cli esistere,
Ciorgio
Agamhen
la vita stessa".

Ilamico

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1. L'amiciziaè cosístrettamentelegataalla de,
finizione stessadella filosofia, che si può dire
che senzadi essala filosofa non sarebbeptro'
priamente possibile. Lintimità fra amicizia e fi,
losofia è cosí profonda che questainclude il pór'
/os,I'amico, nel suo stessoDomee, come spesso
awieneper ogni prossimitàeccessiva, rischiadi
non riuscirea venirne a capo.Nel mondo cias-
sico,qu€staprcmiscuitàe, quasi,consustanza-
lità dell'amicoe del íilosofo era scontataed è
certamenteper un intenzione in qualche modo
lcizzatfle che un f,losofo contemporaneo
-^îcal momento di porre la domanda estrema:
"Che cose la frlosoÉa?- ha poruroscrivere
Cio\anni 5elodre, /r.orlú ù \ar hetrc e <azPa"lc che questa è una questione da tratf^îe entue
!"lk del naúbir, 16242t (pafticolare). amis. Oggila rclazione fra amicizia e frlosofia è,
"ió
infatti, cadutain discreditoed è con una sorta leitmotiu del suo libro sull'amicizia un mouo
di imbarazzo e di cattiva coscienza che colo sibillino che la tradizione attribuisce ad Adsto,
ro che fanno professionedi filosofia provano a teÌe e che negal'amicizia nello stessogesto con
fare i conri con quesropattcr scomodoe. per cui sembm invocarla: o philoi, oudeisphilos, "o
cosí dite, clandestino del loro pensiero. amici, non vi sono amici". Uno dei temi del li,
Molti anni fa, io e un mio amico, Jean-Luc bro è, infatti, la critica di quella che l'autore
Nancy, avevamodeciso di scambiarci delle ler de6niscela concezionelallocentricadell amici.
tere sul tema dell amicizia.lravamo persuasi zia che domina la nostra tradizione filosoflca e
che quesLofosseil modo migliore di awicina- politica. Quando Derrida stavaancora lavoran-
re e quasi "mettere in scena" un problema che do al seminario da cui il libro è nato, avevamo
sembrava altrimentisfuggirea una tratrazione discussoinsieme di un curioso problema frlolo-
analitica.Io scrissila prima letterae aspettai gico che concerneva appunto il motto o grillo
non senzatrepidazionela risposta.Non è que- in questione. Esso si trova citato, fra g1í altri,
sto il luogo per tentare di comprenderc per in Montaigne e in Netzsche, che lo avrebbero
quali ragioni - o, forse, fraintendimenti - l'ar' traLLo da DiogeneLaerzio.Ma se noi apriamo
rivo della lettera di Jean-Luc significò ìa fne un'edizione moderna delle Vite dei flosof, nel
del progeLto. Ma è certocheia nostraamicizia capiroìodedicaLoalJabiograÉadi ArisroreJe tV,
'cheneinostriproposiú avrebbedowto aprir- 21), non roviamo la frase in questione, bensí
ci un accessoprivilegiato al problema ci fu in- una in apparenza quasi identica, il cui signifi-
vece di ostacolo e ne risultò, in qualche modo, cato è tuttavia diverso e assaimeno enigmatrco:
almeno prowisoriamente oscufata. oi (omega con iota sottosctitro) philoi, oudeis
È per on analogo e, probabilmente, cotrsap.- philoq "co\ti cheha (molti) amici, non ha nes,
vole disagio cheJacquesDerida ha scelto come sun amico".

6
Una visita in biblioteca fu suffciente a chiari- del testo delle Vite (e q:*rndr anche lèmenda-
re il mistero.Nel lolt, apparela nuovaedizione mento di Casaubon) doveva essergli perfetta-
delle Vripcuratadal grande6lologoginevrino menrefamiliare.Ma la necessità dellamicizia
lsaacCasaubon. Ciuntoal passoin quesrìone e. insieme,una certasfiduciaversogli amici
che ancora nell'edizione procurata dal suocero eraessenziale allasrrategiadellafìlosofia
nierz-
Henry EriennereciLava o philoi \o - egli schiana.Di qui il ricorsoalla lezionetradizio-
^micl\
corresse senza esitare l'enigmatica lezione dei nale, che già ai suoi tempi non era piú corren-
manoscritti, che diventava cosí perfettamente re (lèdizione Huebner del 1828ha Ia versione
intellegibile e, per questo, fu accolta dagli edi- moderna, con l'annot azrone:legebaturo phtldt,
tod modeÍni. en endauit Casaabonus).
Poiché avevosubito informato Derrida del ri-
sultato delle mie ricerche, rimasi stupito, quan- 2. E possibile che a questo disagio dei frlosofi
do il libro fu pubblicato col titolo Politiquesde moderni abbia contribuito il particolare statu-
I'amitié, di non trqtawi alcuna traccia del pro- to semantico del termine "amico". E noto che
blema. Se il motto - apocrifo secondoi Glologi nessunoè mai riuscito a definire in modo sod-
moderni - vi 6guravanellasuaformaorigina- disfacente il signifrcato del sintagma "ti amo",
Ía, non era cetto pet una dimenticanza: ela es- tanto che si potrebbe pensare che esso abbia
senziale. nelJastrategia del libro.cheIamicizia ca@tteîe perfoîmativo - che il suo significato
fosse,insieme, affermata e revocatain dubbio. coincida, cioè, con I'atto del suo proferimento.
In questo, ìl gesto di Derrida ripeteva quello Considerazioni analoghesi pouebbero fare per
di Nietzsche. Quando era ancota uno studmte Ièspressione "ti sono amico", anche se qui il ri-
di flologia, Nietzsche aveva incominciato un corso alla categoria del performativo non sem-
lavorosulie fonri di DiogeneLaerzioe la sroria bra possibile. Ritengo, piuttosto, che "amico"
appartengaa quella classedi termini che i lin- pendo che mi chiamo Giotgio). Ciò che offen-
guisti defrniscononon-predicativi,cioè termini de nell'insulto è, cioè, una pura esperienzadel
a paÍire dai quali non è possibilecostruireuna Jinguaggio,e non un riferimento al mondo.
cJasse di oggertiin cui jscriveregìi enri a cui Se questo è vero, "amico" condividerebbe
si attribuisce il predicato in questione. "Bian- quesracondizione. oltrechecon gli insu]ti,con
co_, duro, caldo_sono certamente termini i termini fllosoÉci che, com'è noto, non hanno
predicativi; ma è possibile dire che "amico" unadenotazione oggelliva, e, comequeitermi-
definiscein queslosensouna classeconsisten- ni che i logici medievali definivano "trascen-
te? Per strano che possa sembrare, "amico" denti . significano semplicemenLe Ièssere.
condivide questa qualità con un'altra specie di
termini noo-predicativi. gli insulti..[ linguisti J. Nella CalleriaNazionaledi Arre Anricaa
hanno dimostratochel'insulto non offendechi Roma si conservaun quadto di Giovanni Sero-
lo riceveperchélo iscrhein una categoria par- dine che rappresenta f inconro degli apostoli
ticolare (per esempio, quella degli escremenu, Pietroe Paolosullavia del marririo.I duesanti,
o degli organi sessualimaschili o femrninili, se immobili.occupanoiì centrodeÙarela.circon-
condo le lingue), iÌ che sarebbesemplicemente dati dalla gesticolazionedisordinata dei soldati
impossibì1eo, comunque, falso. I-insulto è ef- e dei carneflci che li conducono al supplizio.
ficace proprio perché non funziona come una I critici hanno spessofatto notate il contrasto
predicazione costativa, ma piuttosto come un fra il rigore eroico dei due apostoli e il trame-
nomeproprio.perchechiamaneìlinguaggioin stio della folla, accesaqua e 1àda scandelle di
un modo che il chiamatonon può accertare.e lucequasischizzare a casaccio
sullebraccia. sui
dal quale tuttavia non può difendersi (come se volti, sulle rombe. Per parte mia, dtengo che
qualcunosi ostinassea chiamarmiGastone,sa- ció che rendequesroquadropropriamenre in-

10 II
comparabile è che Serodine ha rappresentatoi I'Etica xicomachea.Poiché si tratta di uno dei
due apostolicosrvicini.con le lronti quasiin- testi piú celebri e discussidell'intera storia della
collatel'una sull'altra,che essinon possonoas- filosofra, darò per scontatala conoscenzadelìe
solutamente vedersi:suilavia del martirio,essi tesi piú consolidate: che non si può viveîe senza
si guardalo senzariconoscersi. Questa impres-
sionedi una prossirnirà per cosidire eccessiva
t amici, che occorre distinguere l'amicizia fonda-
ta sull utilità o sul piaceredall'amiciziavjrruo-
è ancoraaccresciutadal gestosilenziosodelle I sa,in cui lamico è amarocometaìe,che non è
mani che si stringono in basso,appena visibi- posúbile averemolti arnici, che l'amicizia a dí-
li. Mi è sempre parso che questo quadro con- stanzatende a produrre oblio, ecc. Tutto questo
tengauna perfetta allegoriadell'amicizia.Che è arcinoto. Vi è, invece,un passodel trattato che
cos'è,infatti, l'amicizia,se non ufla prossimità mipare non abbia ricevutosuf6cienteattenzio-
tale che non è possibile farsenené una rappre- ne, benché contenga,per cosí dire,la baseonto-
sentazionené un concetto? Riconoscere qual- logicadelìateoria.Si rr att^dr I l70a28-1171b t5.
cuno come amico significa non poterlo ricono- Leggiamo insieme iì passo:
scere come "qualcosa". Non si può dire "ami-
co", come si dice "bianco", "italiano", "caldo" Colui chevedesente(aritúazarar) di vedere,coluiche
- l'arnicizia non è una proprietà o una qualità ascoltasentedi ascoltare,
colui checarnminasote di
di un soggetto. camminare e cosípertuttele altreattivitàvì è qualcosa
chesentechestiamoesercitandole bn enetgotnex'),
in modo che se renriamo.ci senriamosenrire.e se
4. Ma è tempo di cominciare la lettura del passo
di Aristotele che mi proponevo di commentare.
I pensiamo, ci s€ntiamo pensaîe, e questo è la stessa
cosa che sentirsi esistere:esistere(ro eìnaù úsr\ifrca
II filosofo dedica all'amicizia un vero e proprio I i"f"*i ...ri..
"
hè"(a.è
trattato, che occupa i libri ottavo e nono del- cheviviamoè di per.é doJce.
Senrire poichéla vitae

12 t)
pernaturaun beneed è dolcesentirecheun talebene loso6a prima che non è dato riscontrare in que-
sta folma in nessun altro dei suoi scritti:
Vivere è desiderabile,soirattuto per i buoni, poiché
per essiesistereè un b€nee una cosadolce.
Con-sentendo Gynaistbanoî]esoi)provano dorcezza
1) Vi è una sensazionedell'esserepuro, una
per iÌ benein sé,e ciò cheÌ uomo buono prova rispetto aisthesisdell'e{rstenza.Aristotele 1o ripere piú
a sé. lo provaancherispenoall amjco:Imico è, volte, mobilitando il vocabolario recnico del-
infatti, un altro se stesso(hetetosaatos).E coute,per lbntologia: aisthanomethd otì esmen, aisthesis
ciascrno, il fatto stessodi esisteîe(to aaton einaò è oti estit: I'oti estin è I'esistenza- il qtod est- in
desiderabile,cosí- o quasi è per l'arnico. quanto opposta allèss enza(quid est,ti esnn1.
L esixenza è desiderabileperche sisorecheessa e una
cosabuonae questasensazione(ai*esó) è in sédolce. 2) Questa sensazionedi esistereè in se sressa
Anche per l'amico si dovrà aÌlora con*entire che egÌi dolce (edJs).
esisteequesro a!.!ienenel convivereenell averein co-
munetÈoiaon"inta"iooie pensieri.In quesrosensosi 1) Vi è equivaìenzara esseree vivere,fia sen-
dice chegli uornini convivoro {ryzez)e non cone per
tirsi esisteree smtirsi vivere. È una decisa arr-
il bestiane, che condividono il pascolo. t..l L'amici,
ticipazione della tesi nietzschiana secondocui:
zia è, infarù, una comunirae. comcawiene risperro
a se stessi,cosl ancheper l'amico: e come, rispetto a "Essere: noi non ne abbiamo altra espelenza
se stessi,la sensazionedi eúsÌeîe (aistbelh oti e$fl) è che vivere. {Unàffermazione analoga. ma piú
desiderabile,cosíanchesaràper I'arnico". generica si può leggeîe iD De At. 415b
13r "Essere,per i viventi,^r\che
è vivere".)
5. Si tratta di un passo st@ordinariamente den-
so,perchéAristotelevi enunciadelle tesi di fr- 4) ln questa sensazione di esistete inscle
un'altta sensazione,specificamenteumana, che

t4 b
ha la forma di un con -sentile (rynaitthaheîthai) è i'alterità come opposizione fra due, I'eteroge-
I'esistenza dell'amico. L'amicizia è I'istanza di neità. Inoltre il latino ego non traduce esatta-
qaesto cofirentimefito dell'esistexzadellamicc' metrfe dutos, che significa "se stesso",L'amtco
nel sentimexto dell'esìstefizapîopria. M^ qltesto nofl è un altro io, ma una alterità immanen-
significa che l'amicizia ha un rango ontologico te nella stessità,un divenir altro dello stesso.
e. insieme.polirico.La sensazione dell essereè, Nel punto in cui io percepiscola mia esistenza
infarri.giàsempredivisae con-divisa e i'amici comedolce,la mia sensazione è attrave$atada
zia nomina questa condivisione. Non vi è qui un con'sentire che la disloca e deporta velso
alcuna intersoggettività - questa chimera dei I'amico,versoI'alro stesso.L'amiciziaè questa
moderni -, alcuna relazione fm soggetti: pruF desoggettivazionenel cuore stessodella sensa-
tosroI esseresLesso è diviso.è non-idenricoa sé, h;í;-r;h" li .é
'i ^ " "
e I'io e l'amico sono le due facce - o i due poli
- di questa con-divisione. 6. A questo punto il rango ontologico dell'ami-
cizia in Aristotele si può dare per scontato.
5) L'amico è, per questo,un alffo sé,un rele L'amicizia appartiene pîote philosopbia,
/oJ 4rlor. NeÌla suatmàwzionelxina - altet ego perché ciò che in essaè^ll^
in questione conceme
- questaespressione ha avutounalungasloria. ìa stessaesperienza,la stessa"sensazione"del
che non è qui il luogo di ricostruire. Ma è im- l'essere.Si comprendeallora perché "amico"
portantenoLare chela formulazione grecaè piú non possaessereun predicaroreaìe,che si ag-
pregnante di quanto intende in essaun orec- giunge a un concetto pef iscdverlo in una certa
chio moderno. Inflanzitutto il greco - come il classe.In termini moderni, si potrebbe dire che
ìatino - ha due termini pet dírel'alter'rtà; allos "amico" è un esistenzialee non un categoriale.
(lat. alius) èI'altetítà generica,beteros(7at.aber) Ma questoesistmziale- cometale inconcettua-

l6 17
Una prina versione di questo testo è srara leÍa
dall'autore in occasionedel conferimento del "Prix
Européen de I'Essai CharÌes Veilon 2006", il 19
febbraio 2007 a Losanna.
lizzabile - è attraversato tuttavia da un intensi- plicemente"averparteallo stesso". Essenziale è,
tà che lo carica di qualcosa come una potenza in ogni ca.o.cheIa comuniLà umanavengaqui
politica. Questa intensità è il gz, il "con" che defnita, rispetto a quella arimale, attraverso
divide, dissemina e rende condivisibile - arrzr, un convivere (ryzez acquista qui un significato
già sempre condivisa - la stessasensazione,la tecnico)chenonè de6ritodallapartecipazione
stessadolcezzadi esistere. a una sostanzacomune,ma da una condivisio-
Che quesracondivisione abbia,per Aristore. ne puramenteesistenziale e, per cosídire, sen-
le, un significato politico, è implicito in un pas, z o ggettot l' amicizià, comecon-sentimentodel
so del testo che abbiamo appena analtzzato e puro fatto di essere.Gli amici non condivido-
sul quale è opportuno tornare: no qualcosa (una nascita, una legge, un luogo,
un gusLo): essisonocon'divisidall'esperienza
Ma alloraancheper l'arnicosi dovràcon-senrireche dell'amicizia.L'amicizia è la condivisioneche
egÌi esistee questoawiene nel convivere(r1,zaz)e precede ogni divisione, perché ciò che ha da
nett'avereìn comune(Èoinoneir) azíonie pensierí.7n spartireèil fatto stessodi esistere,lavita stessa.
questosensosi dice chegli uonini convivonoc !on,
Ed è questa spartizione senza oggetto, questo
comeper il bestiame,checondividonoil pascolo. con sentire originale che costituisce la politica.
Comequestasinestesia politicaoriginariasia
L'espressioneche abbiamo reso con "condi- divenuranel corsodel tempoil consenso a cui
videre il pascolo" è ez to auto nemesthai.Ma iI affidano oggi le loro sorti le democrazienell ul
vetbo ,?emo- che, come sapete,è ricco di im, tima, estrcma e stremata fase della loro evolu-
plicazioni politiche, basti pensare al deverbale zione,è, comesi dice,uniltra sloria,su cui vi
xotztos- signífrcaa7 medio anche "aver parte", lascio riflettere.
e lèspressionearistotelica potrebbe valere sem-

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