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STORIA DELLA PSICOLOGIA

CAPITOLO 1

LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA

1.QUANDO E COME PUO’ NASCERE LA PSICOLOGIA

Seconda metà 800 Wundt fondò la psicologia, fondata su:

- filosofia;
- fisiologia;
- astronomia;
- biologia.

Psicologia = scienza dell’anima, è di invenzione recente; il termine forse deriva da


Filippo Melantone o da Rodolfo Goclenio.

Il termine ebbe vita stentata fino al 700 quando Wolff designò con esso una delle quattro
parti in cui andava condivisa la metafisica, dividendola tra :

- psicologia empirica: fatti psichici fondati sull’esperienza;


- psicologia razionale: essenza dell’anima e delle sue facoltà.

Solo nella seconda metà dell’800 il termina psicologia comincia ad essere utilizzato per
descrivere una disciplina scientifica autonoma dalla filosofia e dalla metafisica.

Veniva usato poco come termine, ma si utilizzava di più scienza del morale , scienza
dell’uomo o antropologia, come se fosse uno studio che comprendesse unitariamente gli
aspetti fisiologici, psicologi e spesso anche sociali.

Problema: quali furono i motivi che fecero si che la psicologia decollasse così tardi come
scienza.

La nostra lettura degli eventi passati è condizionata dalla nostra conoscenza degli eventi
più recenti.

Rischio da evitare: storiografia delle scienze che ci ha indotto a ritenere che il progresso
umano sia avvenuto per accumulo graduale e continuo di conoscenze. Siamo indotti a
credere che la scienza si sia evoluta aumentando continuamente e linearmente le proprie
conoscenze.

In verità: il progresso dell’umanità si è avuto attraverso una serie di discontinuità


nell’accumulo di conoscenze.

Vi sono dunque rotture epistemologiche e cambiamenti di paradigmi.

Vi sono però stati periodi in cui si è accumulata un’enorme quantità di dati su problemi
considerati inessenziali., ora inutilizzabili.

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La scienza moderna nasce nel momento in cui (Koyré 1957) si esce <<dal mondo del
pressappoco >> e si entra nell’ <<universo della precisione>>, per garantire la ripetibilità di
un’ esperienza.

Ai tempi di Wundt, si è ritenuto indispensabile che i soggetti degli esperimenti fossero


persone specificamente addestrate a svolgere quel tipo di compito oppure fare ricorso a
soggetti ingenui, all’oscuro dei problemi che venivano studiati.

Si deve sottolineare dunque lo spostamento dei criteri di rilevanza che si verificano nel
corso dello sviluppo di una scienza, al mutare dei suoi paradigmi.

La storia di una disciplina scientifica è una storia discontinua di cambiamenti.

2. LE CONDIZIONI

Per esserci una scienza dell’uomo, occorre che l’uomo possa essere oggetto dello studio
scientifico.

Per diversi secoli ciò è venuto a mancare ( causa della tarda decollazione della psicologia)

Per molti secoli infatti il pensiero umano occidentale ha escluso che l’uomo potesse
essere oggetto di indagine scientifica; ciò è tipico del pensiero cristiano medioevale, fino al
XVIII secolo.

2.1 LA PSICOLOGIA NEL PENSIERO GRECO

Non è chiaro il rapporto tra sistema nervoso e attività psichica.

Quasi sempre l’attività psichica è collocata nel cuore ( per es. nella scienza egiziana).

- Scienza cinese: pone nel cuore lo spirito vitale;


- Pensiero ebraico: fa derivare dal cuore pensiero e azione.

Pensiero greco: è soprattutto il cuore la fonte della vita psichica. E’ frequente che accanto
al cuore vi sia il cervello ; Pitagora distingueva tre facoltà psichiche : intelligenza( nel
cervello), passione ( nel cuore, comuni all’uomo e animali, ) e ragione( nel cervello,
specifica dell’uomo, unica immortale) .

Tra i presocratici, Alcmeone è l’unico che colloca le facoltà psichiche nel cervello.

Empedocle: possibilità che il principio guida delle attività psichiche sia nel sangue, che
irrora tutto il corpo.

Ippocrate di Kos ( medico ) fonda una vera e propria scienza dell’uomo in cui
confluiscono osservazione fisiologiche, psicologiche e sociologiche. E’ importante per la
sua dottrina caratterologica.

Ritiene che vi siano quattro umori corrispondenti ai quattro elementi indicati da


Empedocle:

- il sangue : corrispondente all’aria calda e umida;


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- la bile nera: corrispondente alla terra, fredda e secca;
- la bile gialla: corrispondente al fuoco, caldo e secco;
- il flegma: corrisponderne all’acqua, freddo e umido.

A seconda del loro prevalere la persona svilupperà un tipo di temperamento : sanguigno,


melanconico, collerico e flemmatico.

Questa concezione è stata ripresa da Pavlov.

Importanti anche i suoi studi neurologici; nel Delle ferite del capo: il cervello è l’organo più
potente del corpo. Descrive apoplessia, deliri e allucinazioni. Altrove dice che la sede
dell’intelligenza è il ventricolo destro del cuore.

Aristotele : l’uomo è parte della natura. L’uomo è un animale.

Il cervello pur avendo con il cuore il potere supremo di controllo della vita corporea, ha un
potere di raffreddamento del cuore stesso. Il cervello interviene solo indirettamente nelle
funzioni mentali.

Erasistrato: sorprendenti descrizioni anatomiche del sistema nervoso che ci hanno


fornito. Isolò i nervi, distinguendoli tra motori e sensoriali.

Distingueva un pneuma vitale, con sede nel cuore, da un pneuma psichico, con sede nel
cervello.

2.2 DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO

Il pensiero romano . Plinio il vecchio poneva la sede della mente nel cuore, ma la mente
attraverso il pneuma, veniva portata fino al cervello. Galeno aggiunge il pneuma fisico.

Il pensiero medioevale è del tutto alieno dallo studio dell’’uomo, nega la possibilità.

Il mondo è concepito secondo una precisa struttura gerarchica , con alla testa Dio e sotto
l’uomo che però non fa parte della natura.

Prende piede lo spirito magico, del soprannaturale, dunque una scienza dell’uomo viene
considerata empia sia sul piano fisiologico che psicologico e sociale. (alchimisti,
maghi,astrologi)

Per molti anni vennero vietati gli studi anatomici ( rogo, scomunica).

Solo alla fine del XIV secolo con il Rinascimento, sarà possibile iniziare un rivolgimento
del pensiero umano, anche se colmo di contraddizioni, lentezza e ambiguità.

Le caratteristiche del pensiero rinascimentale

Vi è un improvviso interesse per l’uomo in quanto tale e membro della natura. L’uomo non
è più visto in un’ottica trascendente.

Alla magia, bianca o nera, succede la magia naturale perché il soprannaturale non esiste:
è la natura che ha nel suo seno delle forze prodigiose e sono queste che vanno scoperte e
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dominate. Nel mondo, nella natura, agiscono delle forze prodigiose che determinano tutto
quanto avviene.

Enorme importanza dell’astrologia: i moti degli astri non possono non esercitare la loro
influenza sugli eventi del mondo se fanno parte di un universo animato da forze
prodigiose. L’astrologo può quindi prevedere gli eventi terreni, in modo naturale.

Francesco Bacone 1620: maghi, astrologi, alchimisti si comportano come formiche , che
accumulano tante cose senza alcun discernimento e senza alcuna elaborazione. Il vero
filosofo deve essere come un’ape, che prende dall’esterno il nettare ma rielaborandolo
personalmente lo trasforma in miele.

2.3 LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E IL DUALISMO CARTESIANO

Galileo, Keplero e Bacone sono gli autori della svolta che porta dalla magia naturale e
dall’aristotelismo astratto alla scienza moderna.

CARTESIO

-Distinzione che opera tra res cogitans( anima pensante) e res extensa ( corpo inteso
come macchina).

-Dottrina delle idee innate.

DUALISMO:

-Res cogitans: priva di estensione e interagisce con il corpo a livello della ghiandola
pineale o epifisi ( organo posto all’interno della scatola cranica, unico di cui non si consoce
funzione)

La cosa importante è che il corpo può essere considerato come un meccanismo perfetto.

Una specie di macchina idraulica, orologio.

Se si esclude il pensiero, la res exstensa è del tutto in grado di funzionare


autonomamente.

Studiare l’uomo come meccanismo: rottura epistemologica .

DOTTRINA DELLE IDEE INNATE: Le idee costituiscono il contenuto della mente, tre tipi:
idee derivanti dai sensi, dalla memoria o dall’immaginazione, costituenti un legame tra
mente e oggetti reali. Non si vede con gli occhi ma con la mente.

Originalità di Cartesio: postulare un terzo tipo di idee, quelle innate, che sorgonbo
direttamente dalla mente come principi assolutamente basilari. X es. quelle di Dio, di sé,
assiomi matematici.

L’uomo le deve scoprire in sé stesso.

L’esperienza sensoriale gioca un ruolo fondamentale.

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E’ sempre la res cogitans a formare idee , anche quando queste sono innescate
dall’esperienza sensoriale. Cartesio può postulare una totale indipendenza tra le due
sostanze, corpo e mente.

Ultimo aspetto: il mondo in cui viviamo potrebbe essere un mondo di apparenze, costruito
da un demone che ci voglia ingannare. Nel famoso cogito: se penso, non posso dubitare
di esistere.

3. LA FONDAZIONE DELLE SCIENZE DELL’UOMO

Passi successivi da compiere:

1. Il passaggio da un’indagine sull’essenza della mente a un’indagine sui suoi


processi;
2. Passaggio da una concezione del corpo come macchina a una sua concezione
quale organismo animale.

Primo passo: dagli empiristi inglesi: Locke, Hume, Hartley, Mill, Bain.

Poi in Francia: La Mettrie, Condillac, Buffon, gli idéologues e Canabis.

3.1 DAGLI EMPIRISTI AGLI ASSOCIAZIONISTI

Cartesio è detto razionalista.

Ad esso si contrappone il movimento empirista di Locke, Berkeley e Hume.

Distinzione fondamentale tra razionalisti e empiristi: avversione ad ogni forma di idee


innate e nell’affermazione della derivazione di ogni conoscenza dall’esperienza.

Se le idee comprendono anche le passioni, affermava Hume, amor proprio, risentimento e


passioni sessuali siano legati alla costituzione originale della mente umana e quindi siano
anche per gli empiristi, innati.

Ma se le idee si intendono i pensieri è diverso; sempre secondo Hume non esiste nessun
pensiero che non possa essere fatto risalire a qualcosa di precedentemente sentito.
L’intelletto umano è determinato unicamente da fattori ambientali: ciò che l’uomo può
conoscere del mondo deriva unicamente da ciò che l’ambiente scriverà nella sua mente, in
origine una tabula rasa.

Locke per primo utilizza il termine intelletto, come facoltà e non più una sostanza. Ogni
discussione metafisica veniva bandita.

Gli empiristi non negavano lì esistenza dell’anima, ma né negavano la liceità di’un


indagine metafisica sulla sua essenza, semplicemente si occupavano di altro.

Distinguevano tra:

 prodotti dell’anima : potevano essere studiati scientificamente


 sostanza che la compone: solo attraverso la metafisica.
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Si aprivano due vie di indagine:

1. Dei processi che si svolgono nell’intelletto in quanto tale;


2. Relativa allo studio dei rapporti tra mente e corpo.

David Hume : risolvette la prima via , che individuò nelle associazioni i processi
fondamentali che regolano l’intelletto ( risale ad Aristotele ). Secondo lui, tra le idee si
stabiliscono dei segreti legami che fanno sì che la mente le congiunga più
frequentemente. Hume distingueva associazioni per somiglianza, contiguità e causazione.

Gli associazionisti aggiunsero altre leggi; va ricordato Thomas Brown ( 1820) che
introdusse forse per primo in psicologia il metodo dell’introspezione, cioè dell’auto-
osservazione sistematica da parte di una persona di quanto avviene nella sua stessa
mente.

David Hartley: compito di affrontare i legami tra mente e copro, era un medico. Aveva più
volte affermato l’esistenza di un’interazione tra copro operazioni dell’intelletto. Enuncia un
programma scientifico fondati sui fatti. Teoria delle vibraziuncole: delle minime vibrazioni
che gli oggetti esterni provocano attraverso gli organi di senso nel sistema nervoso. Vuole
dimostrare che a tali vibrazioni corrispondono le associazioni che si sono dimostrate la
base delle operazioni dell’intelletto.

Le leggi delle associazioni lasciavano irrisolto il problema del pensiero complesso :


diventava difficile comprendere veneti di pensiero più complessi. Il primo tentativo per
risolvere il problema: James Mill 1829 formulò il principio dell’associazione sincrona. Un
oggetto è per noi costituito da una somma di sensazioni diverse ( forma, colore, durezza);
tali sensazioni diverse vengono da noi associate simultaneamente e costituiscono così un
percetto da cui deriva un’idea.

Debolezza di Mill: probabilmente ognuna delle idee semplici è in realtà un composto di


idee più semplici ancora.

Il figlio Stuart Mill: teoria della chimica mentale 1843; nel momento in cui si passa alle
idee complesse il discorso necessita di modifica. Sostenne che le idee semplici, nel
costituire le idee complesse, si comportano come gli elementi della chimica quando si
uniscono tra loro per formare un composto. ( acido solforico: composto da idrogeno,
ossigeno e zolfo; una molecola di acido solforico si comporta come unità, non si deve
dividere in altri componenti per comprenderla).

Alexander Brain: vero padre filosofico della psicologia scientifica ammetteva l’esistenza
anche di fattori innati di organizzazione del comportamento; prevede la necessità di dare
una base neurofisiologica ad ogni studio del comportamento. << la mente è
completamente alla mercé delle condizioni corporee>>.

E’ il più diretto precursore del comportamentismo. Secondo lui, il movimento precede la


sensazione, e a questo precede il pensiero. Nella soluzione di un problema , l’individuo
opera inizialmente con movimenti casuali : apprendimento per trials-and-errors ( tentativi
ed errori).
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3.2 GLI IDEOLOGI

Filosofi e scienziati in Francia.

Problema: superare l’essenzialismo nelle ricerche dell’anima, trovare una corrispondenza


tra fisico e morale, suscettibile di essere studiata scientificamente.

CONDILLAC (1746-1754) : inizia uno studio delle operazioni intellettuali dell’uomo,


lasciando così impregiudicato il problema metafisico dell’essenza dell’uomo, ma aprendo
una via a uno studio scientifico dei suoi processi psicologici. Convinzione: esistenza di
un’anima inconoscibile.

BUFFON (1749): l’uomo rientra finalmente nel regno animale ( posizione di vertice). Va
oltre la semplice visione classificatoria di Linneo , giungendo al concetto di storia naturale
dell’uomo. Vioene raggiunta la maturità di una concezione che consentiva di studiare
l’uomo in toto.

Vi era anche una polemica antimeccanicistica.

Cartesio, con il dualismo, le prospettive che si potevano aprire nell’immediato a chi


volesse fondare una scienza sull’uomo erano due:

scegliere la via di Locke e Condillac, mettere da parte i problemi dell’essenza della mente
e dedicarsi allo studio dei suoi processi ed effetti

sviluppare lo studio del corpo come macchina autosufficiente in grado di funzionare


indipendentemente dalla mente.

Il meccanicismo è una premessa indispensabile alla storia naturale dell’uomo di Buffon.


Egli, come Condillac, è una premessa indispensabile al lavoro di sintesi e di fondazione
scientifica degli ideologi. ( riduzionismo meccanicista)

LA METTRIE: famosa espressione << il cervello ha i suoi muscoli per pensare, come le
gambe hanno i loro per camminare>>.

La mente è una proprietà della materia; ciò che distingue la materia vivente da quella non
vivente è che la prima è organizzata, e tale organizzazione le fornisce un principio motore
interno. Cosa è l’anima per lui? Null’altro che la <<molla principale di tutta la macchina>>.
Essa non ha principi innati, non si governa per volontà del corpo.

Tra uomo e animale le uniche differenze sono quantitative, nel senso che la maggior
semplicità dell’animale farà di esso una macchina meno complessa.

I tempi erano ormai maturi perché la scienza dell’uomo nascesse effettivamente, anche
con l’antropologia, etnologia.

Furono gli ideologi a compiere quest’ultimo passo alla fine del XVIII secolo, tra cui
soprattutto Canabis, medico-filosofo a compiere il passo decisivo.
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CANABIS (1802) il pensiero sta al cervello come il succo gastrico allo stomaco.

Rifiuta qualsiasi riduzionismo meccanicista, non vi è neppure semplice riduzione


dell’anima ai meccanismi biologici. Egli sostiene l’impossibilità ad esempio di interpretare
gli esseri viventi in puri termini fisici.

Fisico e morale sono profondamente interconnessi, ma poli opposti di un’unica


dimensione.

Importante è il ruolo del sistema nervoso che raggiunge ogni parte del corpo governandola
e regolandola e che attraverso gli organi di senso raccoglie le impressioni dal mondo in cui
l’individuo si trova ad agire.

Questa supremazia del sistema nervoso, viene a sostituire nelle loro funzioni anima e
corpo nei precedenti filosofi, è soggetta anch’essa a tutte le leggi che regolano ogni altra
parte del corpo, essendone parte integrante.

Ci si affaccia alla concezione dell’uomo che si affermerà nel secolo successivo e


dominante nei giorni d’oggi: il morale è funzione del sistema nervoso, in primo luogo del
cervello, ed è il principio regolatore del fisico; ma cervello e sistema nervoso fanno a loro
volta parte del fisico. L’unità dell’uomo è definitivamente affermata.

Il programma di Canabis in realtà non andò mai oltre. Il pensiero degli ideologi nell’arco di
pochi decenni andò dimenticato ma con loro e solo con loro si poterono finalmente
stabilire tutte le condizioni perché la psicologia potesse nascere come scienza.

4.IL PENSIERO TEDESCO DOPO KANT: HERBART E FECHNER

La psicologia scientifica nacque in Germania.

Solo nel XVIII secolo la Germania cominciò a colmare il ritardo culturale che aveva nei
confronti degli altri paesi; con l’affermarsi di una classe borghese forte ci si avvia verso il
progresso scientifico. La Germania del settecento era ancora in larga misura un paese
feudale.

In parallelo si ha uno sviluppo scientifico e culturale che porterà in breve tempo a una
decisa supremazia del pensiero tedesco nella cultura occidentale, sia in campo filosofico (
Kant), che scientifico e artistico.

Due dati importanti:

1. Superamento kantiano della controversia tra razionalisti e empiristi, attraverso


l’introduzione dei giudizi sintetici a priori.
2. Superamento della distinzione wolffiana tra psicologia razionale e empirica.

I più diretti precursori della psicologia scientifica sono Jerbart e Fechner.

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4.1 JOHANN FRIEDRICH HERBART

Fu il successore di Kant alla cattedra di Konisberg; può considerarsi un filosofo della


restaurazione. La sua concezione della psicologia VS illuminismo.

Per lui la psicologia è scienza, però si tratta di una scienza metafisica e non sperimentale
( necessariamente analitica); mentre la mente per sua natura non può che essere unitaria.

Negava ogni interesse per i nessi tra psicologia e fisiologia ; tuttavia è il primo ad
affermare che la psicologia è scienza, e scienza autonoma, non subordinata né alla
filosofia né alla fisiologia.

E’ scienza metafisica che sulla metafisica, come sull’esperienza e sulla matematica, va


fondata.

L’aspetto matematico è preminente; Herbart è il primo ad affermare la necessità di una


misurazione dei fatti psichici. Sosteneva che le idee variano per il tempo e per l’intensità;
l’anima è però unitaria, e se due idee si presentano contemporaneamente, tenderanno
reciprocamente a inibirsi. L’inibizione di un’idea da parte di un’altra più intensa non potrà
mai essere completa. L’idea inibita si indebolirà.

L’intensità minima che un’idea deve possedere perché rimanga a livello di coscienza viene
detta soglia della coscienza. Al di sotto, le idee entrano nel livello dell’inconscio . Herbart
fu il primo ad usare questo termine, concetto freudiano maybe ispirato.

Affermando la necessità di una fondazione matematica della scienza psicologica, compì


due operazioni fondamentali per la nascita della nuova scienza:

tolse l’oggetto di studio della psicologia dal dominio del qualitativo, facendo entrare quello
quantitativo ( grande passo per l’equiparazione della psicologia alle altre scienze naturali)

pose in luce l’esigenza di fondare una teoria della misurazione dei fenomeni psichici.

4.2 GUSTAV TEODOR FECHNER

Era un fisico, aveva iniziato a occuparsi anche di problemi filosofici; aveva degli influssi
orientali ma orientato a dare una risposta materialistica ai problemi scientifici. ( in
Germania è aperta la cosiddetta questione materialistica).

Il suo materialismo è piuttosto radicale; l’anima, lo spirito però è diversa da ciò che
pensano i vitalisti.

Lo spirito non è altro che una proprietà della materia, inerente alla sua organizzazione in
atomi. Ogni materia, i quanto composta da atomi, è dotata di anima. Tale anima tanto è
più complessa quanto più complessa è la struttura della materia a cui inerisce.

Auto-osservandoci, possiamo essere consapevoli dei nostri pensieri , sensazioni,


emozioni; tale osservazione ci mette a diretto contatto con l’anima. Ma l’anima è effetto di

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processi che avvengono nella materia che compone il nostro corpo, il nostro sistema
nervoso.

Allo stesso modo, la scienza ci consente di determinare quali sono i processi che si
svolgono nella materia e che causano tali effetti dell’anima. Potremmo quindi vedere cosa
avviene nel cervello, abbiamo i modi di rilevare cosa avviene nell’anima, ma ciò non
consente di rilevare cosa avviene nella materia. Il ponte che getta per unire corpo e anima
è quello della psicofisica (1860; disciplina vitalissima in tutto il mondo); è possibile
determinare in modo unitario il rapporto che intercorre tra questi due aspetti di un’unica
realtà.

Tale relazione psicofisica si chiama legge di Weber ( anatomico e fisiologo di Lipsia,


1834);

Afferma che la sensazione è proporzionale al logaritmo dello stimolo: S = k log R + C

S sensazione; R= stimolo; K e C= costanti.

Se ad un soggetto venivano presentati due stimoli di intensità diversa, ma tale per cui la
differenza sia appena percettibile, con l’aumentare del valore dell’intensità degli stimoli
aumentava anche la differenza appena percepibile.

Con Fechner la possibilità di costruire una psicologia scientifica fa un passo decisivo.

5. GLI APPORTI DELLE ALTRE SCIENZE

Fisiologia, astronomia e biologia.

5.1 DALL’EQUAZIONE PERSONALE AI TEMPI DI REAZIONE

Il contributo che gli astronomi alla psicologia scientifica fu rilevante ma occasionale.

Problema di Bessel: la velocità di spostamento dei corpi celesti veniva misurata


applicando al telescopio un reticolo; l’astronomo udiva contemporaneamente il suono di un
orologio. Quando il corpo celeste entrava nel reticolo, l’astronomo cominciava a contare i
battiti dell’orologio, e rilevava dunque il numero di tali battiti nel passaggio del corpo
celeste da un posto all’altro prefissato del reticolo. Nel 1796 però venne dimostrato errato
da Maskelyne che licenziò il suo assistente Kinnebrook. Forse era dato da differenze
individuali esistenti tra le persone chiamate a svolgere questi tipi di compiti. Confrontò
quindi i propri tempi di osservazione con quelli ottenuti da illustri astronomi e rilevò
l’esistenza di differenze sistematiche; ricerche appropriate avrebbero consentito di
determinare l’equazione personale: si sarebbe potuto stabilire per ogni osservatore il tipo
di errore sistematico che compiva.

Nasceva la problematica dei tempi di reazione : lo studio del tempo necessario perché
una persona risponda alla presentazione di uno stimolo. Si pensò che l’osservazione
potesse essere resa più semplice con l’uso di apparecchiature ( tachigrafo, chimografo
…).

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5.2 Donders e lo studio dei tempi di reazione

Donders era un fisiologo olandese. Si era ispirato a un curioso utilizzo dei tempi di
reazione escogitato da Helmontz per rilevare la velocità di conduzione delle fibre nervose

Esperimento di Helmontz: somministrava al soggetto uno stimolo, es. lieve shock


elettrico, in un punto particolare dell’arto e il soggetto doveva premere un pulsante appena
riceveva tale stimolo. Si misurava il primo tempo di reazione. Poi somministrava un altro
stimolo in un altro punto dello stesso arto e registrava un secondo tempo di reazione. La
differenza tra i due tempi di reazione era quindi un indice del tempo occorrente allo stimolo
per giungere dall’estremità dell’arto alla sua radice. Era sufficiente dunque calcolare il
rapporto fra la differenza tra i due punti di applicazione in lunghezza e la differenza dei due
tempi di reazione per determinare la velocità dell’impulso nervoso.

Ciò che colpì Donders fu l’impiego del metodo sottrattivo; secondo Donders ciò che
impediva alla psicologia di diventare una scienza era l’impossibilità di dare misurazioni
oggettive. Tale difficoltà poteva essere superata se solo si fossero potuti rilevare i tempi di
durata dei processi mentali: dimostrare che nella mente avviene un processo che richiede
del tempo significa dimostrare l’esistenza di tale processo.

Esperimento: tre condizioni in cui rilevare i tempi di reazione

 Prima condizione a: comprendeva uno stimolo a cui doveva essere data una
risposta
 Seconda condizione b: comprendeva più stimolo, ognuno dei quali corrispondeva a
una risposta diversa
 Terza condizione c: comprendeva più stimoli, ma solo ad uno di essi si doveva dare
una risposta.

Risultato: i tempi a erano più brevi di tutti; poi c e b.

La differenza c-a indicava il tempo occorrente al soggetto per discriminare tra gli stimoli

La differenza b-c indicava invece il tempo necessario al soggetto per discriminare tra le
risposte.

Questo metodo venne impiegato da Wundt per dimostrare l’esistenza delle fasi in cui
riteneva si articolassero i processi mentali, no successo.

5.3. Il contributo dei fisiologi

Fisiologia: scienza che ha più contribuito alla nascita della P.S.

Numerose sono le scoperte fisiologiche, Harvey : scoperta della circolazione del sangue.

Principali contributi dati dai fisiologi per la nascita della psicologia scientifica:

 legge di Bell- Magendie: scoperta all’inizio del XIX. Dimostrarono l’indipendenza


delle vie sensoriali dalle vie motorie; ogni nervo che origina dal midollo spinale ha

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due radici. Recidendo la radice anteriore viene interrotta la possibilità di movimento
del segmento corporeo innervato, e vale cosi anche per l’altra radice posteriore.
Con essa si dimostrava per la prima volta che nel sistema nervoso ( pur essendo
unitario) vi erano funzioni distinte.
 Teoria/legge dell’energia nervosa specifica ( si amplia il discorso anche agli
organi di senso): viene attribuita a Muller, ampliata da Helmontz; le origini si hanno
nella filosofia greca. Secondo tale legge, la qualità delle sensazioni che riceviamo
non dipende dal tipo di stimolazione che viene esercitata sugli organi di senso, ma
dal tipo di organi di senso che vengono eccitati. Lo stesso stimolo quindi produce
sensazioni diverse a seconda dei diversi nervi che stimola. Questo principio è molto
importante perché permette di distinguere tra rappresentazione e cosa
rappresentata, tra caratteristica dello stimolo e percezione. Viene troncato il
carattere metafisico nello studio della percezione, che può essere studiata su basi
scientifiche. Non vi è più la possibilità di confusione tra soggetto che percepisce e
cosa percepita.

Inferenza inconscia: il sistema percettivo corregge, all’insaputa del soggetto, i valori della
percezione, sulla base dell’esperienza passata. E’ noto il fenomeno di costanza della
grandezza secondo cui un oggetto lontano rispetto a un oggetto vicino di uguali
dimensioni viene visto sempre nella stessa grandezza.

problema dell’arco riflesso : stimolando determinati recettori sensoriali, si provocano


automaticamente delle risposte; si parla di arco riflesso in quanto il substrato nervoso è
composto di una parte afferente e di un ramo efferente ; al centro questi due sono a
contatto più o meno diretto, di modo che l’impulso nervoso proveniente dalla stimolazione
sensoriale si scarica direttamente sul ramo efferente. (es. meccanismo riflesso
rotuleo,contrazione quadricipite femorale e distensione gamba).

I cenni risalgono a Cartesio ma dopo a Whytt ( nella rana asportazione cervello:


manteneva la possibilità di ottenere movimenti riflessi negli arti)

Si aveva la dimostrazione che l’incontro tra ramo afferente e efferente doveva avvenire nel
sistema nervoso centrale

J.Lagallois: la respirazione avviene su base riflessa, con un centro nel midollo spinale.

5.4. L’evoluzionismo

Importante sulla psicologia dei paesi di lingua inglese: introduzione del concetto di
adattamento, studio dei bambini e animali ecc.

Darwin ( occupato di problemi che oggi sono al centro degli interessi degli psicologi)1872,
pubblicò il libro L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali.

Alla base della sua teoria vi è il concetto di selezione naturale: le specie che non riescono
ad adattarsi all’ambiente finiscono con lo scomparire all’interno delle stesse specie
sopravvivono gli individui portatori di caratteristiche che meglio si adattano all’ambiente.
(+ caratteri adattativi, - caratteri disadattativi).
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Es. collo giraffa. Tale principio si applicava non solo ai caratteri somatici, ma anche
psichici: ciò è quello che dovrebbe influenzare la nascente psicologia sotto due aspetti:

1. In Inghilterra per opera soprattutto di suo cugino Francis Galton, come studio delle
caratteristiche psicologiche individuali e della loro trasmissione ereditaria;
2. In America con il funzionalismo come studio dei caratteri psichici in quanto mezzi a
disposizione dell’uomo per adattarsi all’ambiente.

La lezione dell’evoluzionismo significò far capire che l’uomo era fatto di una duplice
evoluzione:

1. Filogenetica, attraverso l’evoluzione si è arrivati al costituirsi della specie umana;


2. Ontogenetica, porta all’evoluzione dell’individuo singolo dalla nascita all’età adulta.

CAPITOLO 2

LO STRUTTURALISMO E IL FUNZIONALISMO

1.IL GRANDE PRECURSORE: WILHELM WUNDT

Ha costituito la psicologia come scienza indipendente. Seppe sintetizzare in un’opera tutte


le concezione e risultati empirici di carattere psicologico del passato e contemporanee.

Pone una base concettuale unitaria alla nuova scienza psicologica.

Wundt si stabilì a Lipsia.

Nel 1873-1874 uscì la prima edizione dei suoi Elementi di Psicologia fisiologica : prima
opera sistematica della psicologia scientifica moderna; in ciascuna edizione aggiungeva i
nuovi risultati.

Il suo eclettismo: colpisce nell’opera; vengono trattati temi filosofici ed epistemologici, così
come temi psicologici e psicofisica di Eber e Fechner.

Nel 1879 fondò il primo laboratorio di psicologia sperimentale dove con i suoi allievi
affronta sperimentalmente soprattutto quattro campi di indagine:

1. La psicofisiologia dei sensi, in particolare della vista e dell’udito, secondo la


tradizione di Helmontz;
2. L’attenzione misurata con la tecnica dei tempi di reazione, secondo la tradizione di
Helmontz e Donders;
3. La psicofisica;
4. Le associazioni mentali, sulla scia dell’associazionismo della filosofia empirica
anglosassone.

Le teorie psicologiche di Wundt oggi sono improponibili per la maggior parte, anche per la
loro spiccante componente spiritualistica : il volontarismo wundtiano , secondo cui tutti i
processi psichici umani passano attraverso 4 fasi:

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1. La stimolazione;
2. La percezione, che rende cosciente l’esperienza psichica;
3. L’appercezione, una fase in cui l’esperienza cosciente viene identificata, qualificata
e sintetizzata dalla mente;
4. L’atto di volontà, che suscita la reazione psichica, connotato dal libero arbitrio.

Nella sua opera c’è molto del patrimonio della psicologia scientifica contemporanea:

1. La definizione programmatica dell’oggetto dell’indagine psicologica: tale oggetto è


l’esperienza umana immediata, contrapposta all’esperienza mediata ( oggetto delle
scienze fisiche);
2. Poi codificò il metodo sperimentale nell’ambito dell’indagine psicologica, insistendo
sull’importanza dell’accurata identificazione, dello stretto controllo e della precisa
quantificazione delle variabili psichiche;
3. Enunciò un principio che continua tutt’oggi a caratterizzare le sistematizzazioni dei
processi psicologici: il principio del parallelismo psicofisico; secondo tale, i processi
mentali e i processi fisici dell’organismo umano sono paralleli: a ciascun
cambiamento dei primi corrisponde un cambiamento dei secondi.

Ci sono in Wundt istanze contraddittorie.

Per esempio:

Da un lato può essere considerato il padre delle psicologie elementistiche, d’altro lato
sviluppa concetti come sintesi creativa che sono più delle psicologie anti elementistiche o
globalistiche.

Successori immediati di Wundt: strutturalismo e funzionalismo sono debitori della sua


grande opera.

2.LO STRUTTURALISMO: UNO SCHIZZO STORICO

Al laboratorio di Lipsia. Molti ricercatori soprattutto americani; colui che meglio apprese la
lezione dello sperimentalismo wunditiano fu l’inglese Titchener.

Egli tradusse in inglese l’opera di Wundt; la riflessione su questi testi fu per lui il punto di
partenza verso l’elaborazione di un sistema personale : lo strutturalismo.

Manifesto strutturalismo: The postulates of a Structural Psychology 1898 e la propria


matura espressione in A Textbook of Psychology 1910.

Egli lavorò in campo teorico e sperimentale per più di 35 anni; lavorò nella sua Cornell
University e organizzò un gruppo selezionato di allievi chiamati sperimentalisti.

Con la sua morte lo strutturalismo si concluse; rimasero degli allievi, fra cui Boring, padre
della moderna storiografia psicologica.

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2.1La psicologia secondo gli strutturalisti

La psicologia ha per oggetto l’esperienza, come la fisica.

Differenza tra psicologia e fisica:

 fisica: studia l’esperienza in quanto indipendente dal soggetto esperiente


 psicologia: studia l’esperienza in quanto dipendente dal soggetto esperiente

Mente e coscienza sono le due categorie generali che si riferiscono all’esperienza umana
immediata:

- mente: somma di tutti i processi mentali che hanno luogo nella vita di un individuo;
- coscienza: somma di tutti i processi mentali che hanno luogo hic et nunc , in un
determinato momento della vita dell’individuo.

Titchener considera l’io, il Sé, una dimensione non sottoponibile all’’indagine sperimentale,
estranea alla psicologia scientifica.

Scopo indagine psicologica: descrivere i contenuti elementari della coscienza ed


evidenziare le leggi che presiedono al loro combinarsi e susseguirsi.

La psicologia titcheneriana è descrittiva.

Per lui, la struttura mentale : complesso risultato della somma di molteplici elementi
coscienti semplici, come un mosaico; scopo dell’indagine psicologica è la scomposizione e
ricomposizione analitica dei pezzi.

2.2I tre elementi della coscienza

L’esperienza cosciente si presenta sotto forma di percezioni, di idee, di emozioni o


sentimenti.
L’interesse analitico dello psicologo è rivolto agli elementi semplici o costitutivi delle
percezioni, ovvero sensazioni, e elementi semplici o costitutivi dell’idee ,ovvero immagini
mentali e elementi semplici e costitutivi delle emozioni o dei sentimenti, ovvero stati
affettivi. Dei tre elementi la sensazione è indubbiamente è quello più importante ad essa
corrisponde lo stato di coscienza concomitante alla stipulazione di un organo sensoriale
periferico.
Titchener sottolinea l’esistenza della sensazioni cinestetiche che provengono dai nostri
muscoli, tendini, giunture.
L’elemento immagine compare nei ricordi e nelle anticipazioni del futuro.
Nell’esperienza soggettiva l’immagine si presenta come più trasparente e vaporosa anche
se simile alla sensazione.
Il rapporto fra immagine sensazione è semplice e diretto: quando un organo sensoriale
periferico è stato stimolato più volte si instaura nel cervello uno stato di eccitazione
centrale che può sostituire la stimolazione periferica e produrre l’immagine al posto della
sensazione.

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L’elemento <<stati affettivi>> è costitutivo delle emozioni e dei sentimenti e, come
l’immagine, è molto simile alla sensazione, tanto gli stati affettivi quando le sensazioni si
stemperano qualora vengono ripetuti. Gli elementi della coscienza hanno degli attributi.
Quelli fondamentali della sensazione dell’immagine sono 4:
1. qualità
2. intensità
3. durata
4. chiarezza.
Quanto gli stati affettivi, egli possiedono solo gli attributi della parità dell’intensità e la
durata ma non della chiarezza.
Il metodo: l’introspezione.
La psicologia procede mediante osservazione empirica.
E’ una introspezione rivolta i contenuti della coscienza individuale.
L’introspezione è l’unico metodo che caratterizza la psicologia rispetto alle altre scienze: i
dati empirici oggettivi diventano psicologici soltanto se nella misura in cui possono essere
interpretati alla luce dell’introspezione.
L’introspezione della psicologia scientifica è iperanalitica e disciplinatissima.
Nelle intenzioni di Titchener questo introspezionismo sperimentalistico è il vero e unico
criterio che differenzia la psicologia scientifica dalla psicologia razionale pre-scientifica.
Lo psicologo introspezionista deve seguire due norme fondamentali:
1. deve adottare il criterio elementistico;
2. deve continuamente salvaguardarsi dall’incorrere nel cosiddetto errore dello
stimolo.
Per quanto riguarda il primo ogni dato cosciente deve essere scomposto nei suoi elementi
più semplici in modo da non poter essere ridotto a delle componenti ancora più elementari.
Per quanto concerne l’errore dello stimolo, esso consiste nell’attribuzione di significato di
valore ai dati dell’esperienza cosciente, che vanno invece riportati nella loro nuda
esistenzialità.
Kulpe utilizzò l’introspezione per indagare sperimentalmente sugli stati di coscienza che
appaiono in riducibili alle immagini mentali e alle sensazioni. La teoria del pensiero senza
immagine rappresenta una sfida al dogma del sensorialismo titcheneriano.

3.IL FUNZIONALISMO: UNO SCHIZZO STORICO

Apparve fin dall’inizio come una tipica espressione della nuova cultura nordamericana. Il
suo principale ispiratore fu William James con la sua opera i principi di psicologia 1890
rappresentò per anni il simbolo della nascente indipendenza americana nei confronti della
psicologia tedesca.
Un’altra istanza presiedette al nascere della psicologia funzionalista: la filosofia
pragmatistica di Mead, Moore, Dewey elaborata nell’ambito della nuova Università di
Chicago. Il funzionalismo risentì anche della tradizione europea di Wundt; si riallacciò a
un’altra tradizione psicologica europea ossia la psicologia dell’atto inaugurata da Franz
Brentano nel 1874.

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Negli psicologi funzionalisti rivive sostanzialmente inalterata la fondamentale categoria
interpretativa degli psicologi dell’atto tedeschi cioè l’intenzione, il tendere a, della mente
impegnata nell’interagire con l’ambiente.
Il funzionalismo si presentò come un sistema più composito ed eterogeneo, eclettico e
tollerante nei confronti delle altre prospettive psicologiche rispetto allo strutturalismo.
Tra i testi più significativi ci sono : The reflex arc concept in psychology and the province of
functional psychology.

3.1La psicologia secondo i funzionalisti

Facendo riferimento alla concezione di Darwin, gli psicologi funzionalista considerano


organismo umano come l’ultimo stadio del processo evolutivo. I processi mentali hanno
aiutato l’organismo a sopravvivere, gli sono stati utili. L’interrogativo principale per la
psicologia diventa a cosa servono e come funzionano i processi mentali.
L’accento viene posto sulle operazioni dell’intero organismo biologico umano e animale.
Scompare il dualismo mente corpo.
Per i funzionalista i processi mentali sono direttamente espressi dal medesimo organismo
che esprime i processi biologici. La psicologia acquisisce al contempo una valenza
esplicativa al contrario dei titcheneriani che si limitano a descrivere e demandano spiegare
le scienze biologiche, gli psicologi funzionalista descrivono e spiegano rimanendo
all’interno della psicologia.
Oggetto della ricerca psicologica = sono le attività mentali relative all’acquisizione,
all’immagazzinamento, all’organizzazione e alla valutazione delle esperienze, e alla loro
successiva utilizzazione nella guida del comportamento e centrare dunque il concetto di
comportamento guidato, orientato verso chiamato: comportamento adattativo.

Questo è caratterizzato dalla presenza di tre componenti:


1. Una stimolazione motivante, interna o esterna all’organismo;
2. Una situazione sensoriale;
3. Una risposta che altera la situazione in modo tale da soddisfare le condizioni
motivanti
4. Grande importanza rivestono i processi mentali coscienti. La coscienza non sfugge
la legge dell’adattamento biologico anzi ne costituisce il massimo esempio

Grande importanza rivestono i processi mentali coscienti.


La coscienza non sfugge la legge dell’adattamento biologico anzi ne costituisce il
massimo esempio: essa emerge quando il comportamento ostacolato da eventi
problematici in ordine alla sopravvivenza dell’organismo, e, dopo aver svolto il proprio
ruolo e l’attivo, tende a eclissarsi e a farsi sostituire dagli automatismi comportamentali.

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3.2Il funzionalismo come antielementismo

Il funzionalismo sferra un attacco alla tradizione psicologica elementi stica.


Secondo Dewey l’arco riflesso non è scomponibile in due entità reciprocamente
indipendenti tra parentesi stimolo e risposta, bensì costituisce un anello unitario in una
ininterrotta catena di altri archi riflessi.
Ogni attività dell’organismo vivente è dunque un processo globale e continua.
Tuttavia è lecito distinguere tra stimolo e risposta; la distinzione infatti è funzionale, si
fonda cioè su ciò che si fanno; non è però esistenziale, non si fonda cioè su ciò che essi
sono. In definitiva il concetto di funzione della scuola di Chicago è antielementistico in
due sensi distinti e complementari.
Da un lato le funzioni mentali sono attività globali; dall’altro le funzioni mentali sono
processi dinamici di carattere strumentale medianti quali l’intero organismo si adatta alle
situazioni dell’ambiente circostante.

3.3Le funzioni mentali

I processi mentali vengono ridefiniti in funzioni. I primi sono la sensazione e l’emozione; i


secondi sono la percezione, apprendimento e pensiero.

La sensazione diventa oggetto molto marginale ; tuttavia i funzionalisti riconoscono il


valore adattativo dei processi sensoriali: in particolare mediante l’abilità spaziale
l’organismo assolve l’importante funzione adattiva consistente nel localizzare gli oggetti
nel suo spazio circostante e nel discriminare le loro dimensioni.

EMOZIONE

I funzionalisti ne sottolineano il carattere adattivo, di riadattamento organico automatico


che aumenta l’efficacia della risposta in situazioni particolari.

Ammettono tuttavia lì esistenza di molte emozioni gratuite, non direttamente funzionali o


addirittura antifunzionali alla sopravvivenza dell’organismo.

PERCEZIONE

E’ un processo mentale a sé stante ; Carr: <<cognizione di un oggetto presente in


relazione a un qualche comportamento adattivo>>.

La psicologia funzionalista : grande importanza alla motivazione.

Oggetto principale p. funzionalista : APPRENDIMENTO.

E’ la funzione adattiva per eccellenza, consiste nell’acquisizione di appropriate modalità di


risposta a situazioni problematiche presenti nell’ambiente dell’organismo stesso, modalità
di risposta che hanno valore di sopravvivenza.

Carr eredita da Thorndike( associazionista) la legge dell’effetto, 1905. Pag.68

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I funzionalisti rispetto agli associazionisti, attribuiscono meno importanza
all’apprendimento per prove ed errori.

PENSIERO

I funzionalisti ne sottolineano gli aspetti adattivi o strumentali: un’idea, ragionamento


possono

avere una funzione adattiva tanto quanto le percezioni.

3.4 I metodi del funzionalismo

Il funzionalismo detronizza l’introspezione dal suo status di unico metodo psicologico.

Eclettismo metodologico

Da un lato: le funzioni mentali non compaiono nell’esperienza diretta;

dall’altro: secondo la definizione di William James ( grande ispiratore dei funzionalisti), la


coscienza è come un fiume che scorre e pertanto non può essere colta mediante un
metodo elementi stico, statico e parcellizzante qual è quello introspettivo titcheneriano.

Indubbiamente i funzionalisti valorizzano la sperimentazione di laboratorio, ma:

da un lato: essa è intesa e praticata in modo assai meno sistematico e rigoroso;

d’altro lato: è accompagnata dal metodo genetico e dal metodo osservazionale puro

Come Wundt, vs Titchener, i funzionalisti:

- Accettano i contributi alla conoscenza psicologica della filosofia, storia, letteratura,


arte, antropologia; anticipatori del contemporaneo interdisciplinarismo;
- Ricorrono all’osservazione oggettivistica o comportamentale, quale integrazione
all’osservazione soggettivistica ( fondamentale criterio metodologico).

I funzionalisti aprono la psicologia allo studio delle differenze individuali, dello sviluppo
infantile, comportamento animale ecc. ( nella scuola di Chicago insegnò Mead, uno dei
padri della moderna psicologia sociale).

4.LA POLEMICA FRA STRUTTURALISTI E FUNZIONALISTI

1910 : la psicologia americana conobbe ampio dibattito tra

- Titchener e i suoi allievi VS rappresentanti della scuola di Chicago

Viene chiamata rivoluzione funzionalistica, ma è esagerato.

L’unica vera rivoluzione psicologica americana è il comportamentismo watsoniano degli


anni ’20. Liquidando la soggettività sostituendola con il comportamento oggettivo.

19
Strutturalisti e funzionalisti appartengono, pur polemizzando, alla medesima grande
famiglia soggettivistica.

Critiche di Titchener al funzionalismo:

1. Contrappone il proprio sperimentalismo sistematico alle componenti filosofiche o


aprioristiche presenti negli scritti della scuola di Chicago; stigmatizza l’entusiasmo
di molti funzionalisti.
2. Sostiene che lo studio delle funzioni mentali deve essere preceduto dallo studio
esaustivo dei contenuti mentali. ( capire cosa sono prima di capire cosa fanno)

Critica dei funzionalisti allo strutturalismo:

- I momenti di coscienza rilevati tramite introspezione sono transitori ed evanescenti


e cessano di esistere appena trascorsi;
- le funzioni mentali invece sono persistenti e continuative, rimangono identiche a sé
stesse.

Dalla polemica tra strutturalisti e funzionalisti: aspetto problematico dell’ utilità o meno
della psicologia.

- Da un lato, Titchener si erige difensore di una scienza psicologica pura,


disinteressata; una scienza psicologica avente per oggetto i fatti , tesa a conoscere
la mente dell’Uomo Generalizzato, non ad agire nelle menti dei singoli individui;
- Dall’altro, i funzionalisti sono influenzati dalla filosofia pragmatistica, che identifica il
vero con l’utile; giustificano la scienza psicologica sulla base del valore scoiale dei
suoi risultati. Ritengono che la ricerca psicologica debba caratterizzarsi in senso
sociale.

5.UN BILANCIO STORICO DELLO STRUTTURALISMO E DEL FUNZIONALISMO

Ragioni della scomparsa dello strutturalismo titcheriano:

1. Si autolimitava allo studio dell’uomo bianco, adulto, psichicamente normale,


generalizzato;
2. L’elementismo venne messo in crisi dal globalismo fenomenologico della psicologia
della Gestalt;
3. Il descrittivismo statico dell’analisi strutturalistica è stato superato
dall’esplicazionismo delle nuove psicologie dinamiche;
4. L’introspezionismo è crollato sul piano metodologico ( gli esperimenti non sono mai
esattamente replicabili in soggetti diversi) e contenutistico (all’analisi della
coscienza sfuggono tutti quei contenuti mentali che coscienti non sono)

Comunque lo strutturalismo :

 ha dato un contributo prezioso per oltre 40 anni ed è stato il sistema psicologico più
organico e rigoroso. Gli psicologi non potevano non confrontare le proprie posizioni
con l’opera sistematica di Titchener.

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 Ha contribuito al riconoscimento della psicologia come scienza indipendente
utilizzando il drastico rifiuto all’apriorismo filosofico e al ricorso al solo metodo
sperimentale.

La psicologia moderna da ragione all’introspezionismo di Titchener e Kulpe in qualche


modo; riecheggia infatti negli odierni studi cognitivisti nelle strategie di soluzione dei
problemi.

Esistono dei luoghi comuni sullo strutturalismo: opposto del comportamento watsoniano;
quest’ultimo eredita immutate diverse componenti epistemologiche e metodologiche del
sistema titcheriano:

1. Avversione per la metafisica;


2. Criterio associazionistico;
3. Descrittivismo elementistico;

quando Skinner in Comulate Record del 1961 presenta 40.000 singoli item
comportamentali, non possono non ricordare le 44.000 singole qualità sensoriali che
Titchener aveva registrato.

Strutturalismo e comportamentismo: nutrono la stessa diffidenza per le interpretazioni del


così detto senso comune, considerato come nemico che deve essere abbattuto dalla
psicologia.

Strutturalismo : si identificava con la scuola di Cornell; quando si è estinta, si è estinto


anche lo strutturalismo.

Funzionalismo nordamericano: movimento più ampio, con esponenti nella Scuola di


Chicago ( cominciò a tramontare subito dopo il manifesto di Watson nel 1913); il
movimento funzionali stico è sopravvissuto.

Da un lato i comportamentisti si appropriarono delle tematiche più generali del


funzionalismo: apprendimento e istanza utilitaristica.

Dall’altro, in nome dello sperimentalismo, denunciano con successo le componenti


filosofiche: studio della volontà o la disquisizione puramente astratta sui processi cognitivi
superiori.

Angell: filosofia e psicologia sono consanguinee.

Il concetto di funzione risultò compatibile o necessario ad alcuni orientamenti nuovi non


comportamentistici:

- In quanto globali stico: si armonizzava con il crescente interesse per i processi


cognitivi superiori;
- In quanto relativo: giustificava il successivo sviluppo della psicofisiologia e in quanto
relativo alla totalità dei processi mentali, non si contrapponeva alla nozione di
attività mentale inconscia ( sistemi psicoanalitici)

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L’orientamento biologizzante del funzionalismo ha lasciato il segno nella psicologia
moderna che ha fatto proprio il concetto di adattamento dell’organismo all’ambiente che
definisce con il termine funzioni i propri oggetti di ricerca.

Alcune tendenze della psicologia contemporanea sono neofunzionalistiche :

1. Sul piano dei settori di ricerca; es apprendimento


2. Sul piano della metodologia della ricerca psicologica : indagine sul campo o nel
contesto naturale dell’organismo vivente
3. Sul piano delle applicazioni psicologiche ( soprattutto in campo psicopedagogico);

L’ispirazione funzionalistica rivive oggi nella psicologia evoluzionistica.

Il funzionalismo è stato il primo orientamento psicologico importato dall’america all’Europa,


apprezzato dagli psicologi italiani, insieme al pragmatismo.

CAPITOLO 3

LA RIFLESSOLOGIA E LA SCUOLA STORICO-CULTURALE

1.LA RIFLESSOLOGIA E PAVLOV

Scoperta del meccanismo del condizionamento classico

Per volere di Stalin, l’Unione Sovietica è stato l’unico paese ad avere una psicologia
ufficiale; i contributi di Pavlov permettevano di ridurre tutta la psicologia a una dinamica del
sistema nervoso, senza fattori connessi all’ambiente socioculturale ( con esse il rischio di
evidenziare forme di disadattamento sociale)

Bechterev: la riflessologia esamina anche tutte le funzioni superiori dell’essere umano


che si chiamano manifestazioni del sentimento, del pensiero e della volontà.

Egli partecipava al clima positivista dell’inizio del 900, aderente alla psicologia positiva ella
cultura borghese pre - rivoluzionaria. Il suo programma riduzionista, teso a ricondurre la
complessità dell’agire umano agli effetti dell’intreccio tra stimoli e risposte apprese.

2.IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO

Pavlov era interessato inizialmente a esaminare la composizione della saliva, osservò


1903 che mettendo in bocca del cibo a un cane, si producesse un immediato aumento
della salivazione. Questa relazione tra stimolo (cibo) e risposta (saliva) è la conseguenza
di un riflesso, una riposta automatica, innata, geneticamente registrata nel sistema
nervoso dell’animale fin dalla nascita.

Egli notò che il cane produceva più saliva quando udiva o vedeva qualcosa che per solito
precedeva il cibo : sono i riflessi condizionati, riflessi appresi, non innati, che egli studiò
sistematicamente.

22
Esperimento:

- un cane viene legato con delle cinghie in una stanza insonorizzata.


- Ponendo del cibo nella bocca del cane aumenta il flusso di saliva
- Tale aumento viene misurato
- Il cibo è lo stimolo incondizionato (SI), risposta della salivazione del cane è la
risposta incondizionata (RI)

Poi provò a far suonare una campanella nella stanza; non si registravano variazioni del
flusso di saliva.

- Cominciò a presentare cibo immediatamente dopo il suono della campanella


- Campanella : stimolo condizionato (SC) o appreso;
- aumento della salivazione al suono della campanella : risposta condizionata (RC)

Questo processo funziona grazie all’ associazione ripetuta fra SC e SI; ciò condiziona SC
a evocare una RC simile alla RI.

Egli riuscì a sfruttare il riflesso per insegnare al cane l’associazione tra uno stimolo nuovo
come il suono e una risposta come la salivazione. Permise di interpretare tutto il
comportamento umano come l’apprendimento di sequenze stimolo – risposta.

Si rese conto che i condizionamenti si indeboliscono nel tempo se non vengono rinforzati.
Lo dimostrò misurando una sequenza di diverse fasi a cui diede nomi diversi:

- Fase 1: il cane aumenta la risposta di salivazione RC grazie a prestazioni ripetute


del suono SC che precede immediatamente il cibo SI; con la contiguità temporale si
forma l’associazione SC +SI : acquisizione.
- Fase 2 ( estinzione): si continua a presentare SC senza SI( suono senza cibo); RI,
la salivazione, scompare gradualmente. Dopo questa fase il cane riposa per una
notte.
- Fase 3: il giorno dopo, ulteriore addestramento di estinzione: SC ( il suono) viene
presentato da solo. Le prime presentazioni di SC evocano RC piuttosto forte :
recupero spontaneo.

A questo punto, se viene presentato di nuovo un rinforzo, il riapprendimento è molto


rapido ed è chiamato riacquisizione.

Il recupero spontaneo e la riacquisizione dimostrano che è difficile eliminare


completamente gli effetti del condizionamento.

3.IL PARADIGMA DELLA GENERALIZZAZIONE E DISCRIMINAZIONE

Pavlov risolve anche il problema dei rapporti tra un animale e l’ambiente in cui vive.

Se un cane è stato condizionato ad aspettarsi un suono prima del cibo, egli emetterà
saliva anche quando il suono non è proprio identico a quello usato per condizionarlo;

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Un bambino impara la categoria sedie tramite l’associazione tra le prime sedie che vede e
il suono sedia dai genitori, ma non le distingue con una panca.

Fenomeno della generalizzazione dello stimolo

Quando a un dato SC è stata associata una risposta condizionata, gli stimoli simili allo SC
tendono anch’essi a suscitare la RC.

Tanto più lo stimolo è simile a quello originario, quanto più è forte la risposta.

Il bambino quindi deve imparare a rispondere sedia agli stimoli visivi sedie, ma non ai
sedili. Questo è l’effetto dell’addestramento alla discriminazione.

Pavlov condizionò un cane a salivare in risposta a un tono di 1.0000 Hertz; il cane


salivava, benché in misura minore, anche con toni della frequenza leggermente superiore
o inferiore.

Gradiente di generalizzazione : maggiore la somiglianza con SC, maggiore salivazione.

Addestramento alla discriminazione: Si ottiene presentando al cane una serie di


associazioni al tono di 1.000 Hz con il cibo, interrotte da presentazioni di toni fi 900 e
1.1000 Hz. Così il cane apprende a discriminare i suoni leggermente diversi e risponde
solo a quelli di 1.000 Hz.

L’organismo è completamente passivo e totalmente condizionato dall’ambiente di vita.

Thorndike: l’animale è attivo e procede per tentativi ed errori.

L’uomo è sia passivo che attivo ma è anche capace di trovare una soluzione grazie a un
processo di insight.

Nel caso della riflessologia di Pavlov e del comportamentismo, è stato reso disponibile e
pronto all’uso uno schema di riferimento per definire la persona umana.

In Unione Sovietica la diffusione della psicoanalisi venne proibita.

4.LA SCUOLA STORICO-CULTURALE

Lev Vygotskij testimonia la durezza del secolo breve; quasi tutti i gesta listi tedeschi
migrarono forzatamente negli usa .

Tutte le sue opere furono censurate e fu ignorato per anni in Occidente.

Quando nacquero le scienze cognitive e venne redatta da Wilson e Keil la nota


enciclopedia delle scienze cognitive, a lui venne dedicata una voce apposita.

Nel 1924: tenne una conferenza su La coscienza come problema della psicologia del
comportamento : manifesto del movimento storico-culturale in cui veniva sottolineata

24
l’importanza della coscienza e veniva criticata la tendenza della scuola di Pavlov a
utilizzare soltanto lo schema del condizionamento .

La sua preoccupazione principale fu lo studio dei meccanismi con cui la mente viene
plasmata da fattori culturali e sociali presenti nel contesto di vita dei bambini e degli adulti.

Metodo: ricerche longitudinali, seguendo la maturazione cognitiva ed emotiva dei bambini


nelle varie fasi dello sviluppo.

<< ogni funzione nel corso dello sviluppo del bambino fa la sua apparizione due volte su
due piani diversi, prima sociale, poi psicologico, prima tra le persone , come categoria
interpsichica, e poi all’interno del bambino, come categoria intrapsichica.>>

Si scontrò con Piaget, sostenendo che per egli il linguaggio egocentrico del bambino è la
manifestazione immediata dell’egocentrismo il quale è un compromesso tra l’autismo
iniziare e la progressiva socializzazione del pensiero infantile.

Anticipò l’impostazione della Scuola di Ginevra. Egli percorse la tradizione ecologica


attenta ai fattori ambientali, di cui oggi l’erede è il movimento della cognizione situata.

Fece anche uno studio sui gemelli omozigoti : mise in evidenza la relativa indipendenza
delle funzioni psichiche superiori, influenzate da variabili storico-culturali, rispetto alla
dotazione genetica iniziale.

Promosse le due spedizioni di Uzbekistan con lo scopo della comparazione tra le


prestazioni cognitive in culture diverse, tra quelle primitive e individui occidentali istruiti.

Gli studi di Koffka ne ebbero seguito.

25
CAPITOLO 4

LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT

1.LE ORIGINI E IL CONCETTO DI GESTALT

Gestalt: corpo di affermazioni teoriche e impostazioni metodologiche che si sono


sviluppate da Weertheimer, Jholer e Koffka.

E’ una corrente di pensiero psicologico nata e sviluppatasi in Europa.

Può essere considerata come la risposta tedesca alla psicologia di Wundt ( elementismo).

gestalisti = antielementismo.

Padri: filosofi e scienziati della cultura tedesca, in particolare Kant:

propone una soluzione alla frattura tra empirismo e razionalismo con il concetto di sintesi a
priori: un processo in cui la mente non è passiva, né deriva la prioria attività da idee innate
o da altri principi che esulano dall’esperienza.

L’atto di conoscere è un’attività unitaria e unificante in cui la materia fornita dai sensi viene
organizzata secondo forme proprie della mente.

Brentano ( filosofo che scrive di psicologia) sottolinea ciò: l’aspetto specifico dei fenomeni
psichici è la loro intenzionalità; ne deriva che l’oggetto della psicologia non è il materiale
fornito dai nostri sensi, ma l’atto di vedere, udire , ricordare. Attenzioni all’aspetto attivo del
percepiente: psicologia dell’atto.

Una più diretta ascendenza della Gestalt: teoria della produzione.

Si basa sulla distinzione tra : (per ognuno si ha una rappresentazione)

- oggetti di ordine superiore: rappresentazioni prodotte , quelle che producono gli


oggetti di ordine superiore.
- oggetti di ordine inferiore: rappresentazioni non prodotte , per esserci non hanno
bisogno dell’esistenza di alcun altro oggetto;

Scuola di Graz: atteggiamento antielementista.

Influenza di von Ehrenfels : 189 pubblica uno scritto in cui vi sono le qualità gestal. Es.
una melodia è innegabile che è costituita da singole parti; il risultato finale però non è la
somma delle parti: la melodia ha caratteristiche diverse da quelle delle note. La qualità
propria della melodia è una qualità gestalt. E’ la qualità propria del tutto, data dalle
relazioni che intercorrono tra gli elementi, dalla loro struttura. Il tutto è più della somma
delle singole parti.

Stadio successivo: determinare leggi non arbitrarie secondo le quali gli elementi vanno a
formare un tutto.

26
Passo più determinante: osservare che una stessa parte ha caratteristiche diverse se
presa singolarmente o inserita nel tutto e che quindi una stessa parte inserirà in due
diverse totalità può assumere caratteristiche diverse.

Il modo di rapportasi all’esperienza si propone di considerare entità globali aventi una loro
intrinseca organizzazione.

Kohler: la categoria di gestalt si può estendere molto al di là dei limiti dell’esperienza


sensoriale. ( apprendimento, ricordo, sforzo di volontà, atteggiamento emotivo, pensare,
agire e via dicendo ).

La psicologia della Gestalt è in grado di elaborare un impianto teorico che su estende


all’intera gamma degli aspetti cognitivi.

2.I PRIMI LAVORI DEI GESTALISTI

1912 nascita Gestalt quando Wertheimer pubblica il movimento stroboscopico.

Fenomeno fi

In un ambiente buio si illumini mediante il raggio emesso da un proiettore un oggetto posto


sulla sinistra rispetto all’osservatore; dopo alcuni secondi si spegna il fascio di luce di
sinistra e si illumini il secondo oggetto simile a quello precedente a posto sulla destra
dell’osservatore. Il risultato percettivo : vedere un unico oggetto che dalla posizione di
sinistra si sposta velocemente verso destra.

Quello che avviene nell’’esperienza non può essere spiegato da ciò che succede agli
oggetti fisici.

I risultati sperimentali mettono in crisi la presupposta perfetta corrispondenza tra realtà


fisica e fenomenica. ( no fiducia stimolo-sensazione).

Le situazioni in cui compare hanno una struttura talmente dipendente da caratteristiche


sperimentalmente accertate che non è possibile ricondurle tout court.

Gli scritti dei gestalisti vogliono sottolineare , mediante l’individuazioni di fatti sperimentali,
l’inadeguatezza di tutte quelle spiegazioni che potrebbero essere definite teorie del
mosaico, in cui il risultato percettivo è dato dalla giustapposizione di parti generate da
sensazioni tra loro svincolate.

Molti esempi, uno è l’anello di Wertheimer-Benussi: l’anello appare di un grigio


omogeneo.

Si disponga ora qualsiasi oggetto stretto e lungo secondo la verticale indicata dalle frecce
che separano i due campi. Dal punto di vista percettivo do avrà un risultato differente.
L’anello non è più omogeneamente grigio , ma per contrasto appare più scuro sullo sfondo
chiaro e più chiaro sullo sfondo scuro.

27
Togliendo la divisione aggiunta, l’anello ritorna ad apparire omogeneo: l’organizzazione
del risultato percettivo segue leggi peculiari ed è indipendente da quanto si sa a proposito
della stimolazione.

3.LA CRITICA ALL’EMPIRISMO

Si riferisce più direttamente a correnti di pensiero psicologico: associazionismo e


comportamentismo.

Problema: nel peso da attribuire all’esperienza passata nella formazione di risultati


percettivi e di fenomeni psicologici in generale.

Per un empirista: gli oggetti che si presentano alla nostra esperienza si sono formati così
come appaiono per il fatto che siamo abituati a vederli in tal modo, sono creati e resi noti
dall’uso ( apprendimento ed esperienza).

Gestalisti: ritengono che gli oggetti siano originasti in base ad auto distribuzioni dinamiche
dell’esperienza sensoriale. Dimostrazione: lavoro di Gottschaldt 1926:

Se fosse vero che gli oggetti si formano nella nostra esperienza in base all’apprendimento
dovuto alla ripetuta presentazione, dovrebbe succedere che gli oggetti presentati più volte
vengano riconosciuti con maggiore facilità di oggettivisti meno frequentemente.

Es. esagono(A) ; se successivamente venivano mostrate figure del tipo B, i soggetti non
erano in grado di rintracciarvi spontaneamente le figure del tipo A, nonostante la
consistente esperienza prendente.

E’ totalmente irrilevante il peso dell’esperienza passata.

L’antiempirismo della Gestalt coinvolge ogni aspetto della psiche umana .

4.L’ATTEGGIAMENTO FENOMENOLOGICO E LA TEORIA DI CAMPO

Parole di Wertheimer 1923: la divisione concreta che io vedo non è determinata da un


qualche modo arbitrario di organizzazione basato unicamente sul mio capriccio; vedo
invece che la disposizione e divisione che appare qui di fronte a me.

Ciò che deve essere preso in considerazione diretta,ente e con privilegio sono i fatti così
come ci vengono forniti dai nostri organi di senso.

Vs introspezionismo.

Un gestalista osserva il reale e accetta l’esperienza in maniera diretta, attribuendole quel


valore che manifestamente presenta.

Teoria di campo

Il risultato fenomenico non dipende da un modello di tipo meccanico; è molto più


complesso determinare formalmente le condizioni precise con cui tutte le forze concorrono
alla formazione del risultato finale.

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Kholer fa un esempio per spiegare: Aristotele nello studio dei movimenti degli astri ha
ipotizzato che stelle e pianeti fossero fissati su sfere di cristallo rotanti; credeva che la
regolarità dei movimenti potesse essere spiegata solo individuando una costruzione
materiale. In realtà la scienza ha potuto dimostrare che i movimenti degli astri dipendono
da un complicato equilibrio generato dall’interazione di molte forse e che la regolarità dei
movimenti non è prefissata.

Secondo la gestalt, in psicologia le uniche possibilità di spiegazione vanno attribuite a una


teoria che usi strumenti concettuali quali forze, campo, equilibri: l’ordine stesso presente
nelle cose è di tipo dinamico.

Le forme, le gestalten percettive, possano essere perfetta,ente descritte con gli strumenti
propri della fisica dei campi.

Ogni fenomeno può e dovrebbe essere descritto con imprescindibile attenzione agli aspetti
dinamici.

Costruite una teoria di campo: individuare le precise regole dell’ interazione tra le parti: i
principi di unificazione formale.

Wertheimer fissa i principi più generali come vicinanza, somiglianza, pregnanza ecc

Sono metodi di descrizione che nascono nel dato fenomenico e ad esso si rivolgono;
hanno il compito di darci delle indicazioni su come si comporta il campo fenomenico.

5.IL POSTULATO DELL’ISOMORFISMO

Si prefigge di dimostrare che processi astratti come il pensiero, memoria, apprendimento,


hanno un preciso supporto materiale e sono originati da fatti che prevedono movimenti di
atomi e molecole.

Isomorfismo ( dal greco iso = uguale morfè = forma): identità strutturale tra il piano
dell’esperienza diretta e quello dei processi fisiologici ad esso sottostanti.

Postulato dell’amorfismo

Qualsiasi manifestazione del livello fenomenico trova un corrispettivo in processi che a


livello cerebrale presentano caratteristiche funzionalmente identiche.

Se conosciamo le leggi che organizzano la nostra esperienza fenomenica


necessariamente conosciamo anche le leggi che operano tra fatti che avvengono nel
cervello

Ha avuto due ordini di conseguenze:

1. di tipo euristico, discriminante per l ricerca in neurofisiologia: tutte le scoperete sui


fatti fisiologici che non siano in grado di restituirci il dato fenomenico sono progressi
di un sapere che non è ancora di tipo psicologico;

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2. di tipo filosofico: indica nell’isomorfismo una via per far sì che il mondo sia
riconducibile i suoi aspetti a un unico ordine coerente di principi .

molte polemiche.

6.LA PSICOLOGIA DEL PENSIERO E LA PSICOLOGIA SOCIALE

La Gestalt si mosse in molti campi.

Gli aspetti dinamici, le gestalten , si possono riscontrare non solo nei porcessi percettivi.

La psicologia del pensiero

Nello studio dei processi del pensiero, le interpretazioni dinamiche tra le componenti non
sono predeterminate dalle condizioni dell’oggetto come accade in percezione; le
caratteristiche di campo possono apparire in maniera molto più manifesta ed esemplare.

Kohler : concetto di insight ( vedere dentro) vs raggiungimento di uno scopo per prove ed
errore di Thorndike.

Kohler tende ad attribuire intelligenza al soggetto che apprende, sottolinea gli aspetti
creativi in grado di cogliere i nessi chiave della situazione. La sua sperimentazione
consiste nell’osservazione del comportamento di scimpanzé di fronte a un problema,
raggiungere cibo senza strumenti. Le azioni dell’anima e tendono a una soluzione attenta
in seguito a una strategia non casuale ma riesce ad ottenere il cibo quando impiega uno
strumento per avvicinarlo a sé; questo impiego costituisce un atto di intelligenza poiché
instaura una ristrutturazione del campo cognitivo attraverso un atto di insight.

Modalità di analisi dei gesta listi: soluzione dei problemi ( problem solving).

La soluzione per insight non nega l’importanza dell’esperienza passata.

Studi di Kholer seguiti da Wherteimer: si proponeva di analizzare quali fossero le


condizioni in cui si può giungere a un atto di intelligenza creativa , il pensiero produttivo,
che ci permette di risolvere i problemi.

Vuole mostrare come si possa giungere a soluzioni e ad apprendimenti più generali e


radicati quando si adotta un’impostazione che osservi la situazione come una totalità
significante e non come un insieme di parti.

Anche gli errori dovrebbero acquisire carattere positivo; se la ricerca è guidata da una
comprensione della struttura del problema, nella mente di chi cerca deve essere presente
il criterio per poter decidere se il passo compiuto è proficuo o inutile.

Duncker: convinto che ad allontanare la soluzione sia la tendenza, insita nei soggetti, a
vedere le cose troppo da vicino, con una mentalità analitica, sotto lì influsso limitante
dell’abitudine. Ha visto che solo raramente si ha un’immediata e completa ristrutturazione
del campo cognitivo (insight totale) ma è più frequente che il processo di soluzione
richieda una serie di successive ristrutturazioni ( insight parziali).

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KURT LEWIN: ha studiato aspetti importanti del comportamento umano trattabili secondo
criteri scientifici e di aver approntato degli strumenti concettuali in grado di offrire mezzi di
analisi per un tipo di realtà complessa.

Poco studiati sono i processi come emozione, affetto conflitto ecc …….

Mostra come si possa costruire un sapere scientifico basato su analisi sperimentali anche
nel caso di eventi non ripetibili. Distinzione di due impostazioni sul modo di giungere alla
conoscenza scientifica:

1. impostazione di tipo aristotelico: sono oggetto di conoscenza solo eventi ripetibili


proprio perché in essi si possono individuare elementi comuni. E’ una scienza di
tipo descrittivo- classificatorio con il compito di stabilire in base a quali aspetti
l’evento oggetto di conoscenza vada inserito in questa o quella classe.
2. Modo di produrre conoscenza di tipo galileiano: l’attenzione è focalizzata sulle
caratteristiche funzionali e le condizioni ch costituiscono l’evento esaminato.
Per ottenere una conoscenza si devono determinare le condizioni che generano il
fenomeno.

Utilizzo della topologia ( branca della matematica che si interessa in modo non metrico a
relazioni di tipo spaziale) , costituisce uno degli elementi caratterizzanti del pensiero di
Lewin. Con questo ha approntato un linguaggio immediato e universale in grado di
descrivere situazioni dinamiche concrete.

Con il costrutto regione indicato come una barriera, si possono indicare situazioni di tipo
psicologico. ( leggere un libro diverso si situa in una regione di versa da quella descritta
dall’essere al cinema); per passare dalla regione di lettura a quella cinema dovete
effettuare uno spostamento psicologico ( locomozione) da un luogo ad un altro
superando varie regioni e relative barriere.

Una locomozione non richiede necessariamente uno spostamento fisico.

Le situazioni, gli oggetti, le regioni possono godere di una valenza positiva o negativa. ( è
facile scivolare dalla lettura alla fantasticheria perché ha una valenza positiva; è meno
facile abbandonare la lettura per recarsi all’ufficio delle tasse ( valenza negativa )).

Lewin descrive le caratteristiche non solo dell’ambiente psicologico ma anche delle


strutture della persona stessa.

LA PERSONA

La persona , intesa come regione o insieme di sub regioni interdipendenti con l’ambiente e
non come entità separata, è il luogo in cui nascono tensioni più o meno consistenti.

È una sorta di gerarchia di regioni alcune tra loro fortemente connesse e funzionalmente
dipendenti, altre meno. Questa struttura muta nel tempo a seconda dello sviluppo della
persona, delle sue condizioni di salute mentale e dello stato generale psicofisico.

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Il grado di interdipendenza tra regioni è provato originando una valenza in una regione (
es. affidando un compito ad un seggetto), mantenendola non satura ( interrompendo il
compito) e poi vedendo quale altra regione sia più o meno adatta a scaricare la tensione
rimasta ( compito sostitutivo). Regioni simili per complessità, difficoltà e tipo di attività
richiesta sono più interdipendenti.

Il modello della personalità permette a Lewin di produrre punti di vista originali anche a
proposito della psicologia genetica e di quella differenziale.

<<una delle differenze dinamiche tra il bambino piccolo e l’adulto è il grado di


differenziazione, ovvero di articolazione in regioni e sistemi psichici diversi>>.

7.LA PSICOLOGIA NELLA GESTALT NEGLI STATI UNITI

Dopo l’avvento del nazismo in Germania, gli esponenti della Gestalt si spostano negli Stati
Uniti (1912-1935).

Questo periodo è caratterizzato da una sorta di lotta per la sopravvivenza.

Kholer ,scrive il libro Gestal Psychology del 1947, un’appassionata e acuta polemica in
difesa dei principali punti della teoria della gestalt.

Nel periodo in cui la Gestalt si trapianta in America, la psicologia ufficiale nordamericana


vive una fase di pieno sviluppo del comportamentismo.

Si può procedere per stereotipi:

a. Da una parte una teoria, la Gestalt, che privilegia l’organizzazione e la globalità dei
fenomeni, utilizza un metodo di tipo fenomenologico, si interessa di problemi come
il pensiero e la percezione, sottolinea gli aspetti di teoria della conoscenza che la
imparentano alla filosofia;
b. Dall’altra parte c’è il comportamentismo, una corrente che bandisce ogni mezzo di
indagine che non sia oggettivo ( misurabile), rifiuta la coscienza, analizza le variabili
semplici (molecolari) e non complesse (molari), che professa un esplicito
antiteoricismo.

Il tempo e lo sviluppo della psicologia, soprattutto quella americana, hanno ammorbidito le


posizioni iniziali sopra elencate e hanno fatto si che divenissero di vasto dominio gli aspetti
più validi della psicologia della Gestalt :

- i risultati ottenuti in percezione;


- il concetto di organizzazione dei fenomeni psichici;
- la possibilità di prendere in considerazione variabili di ordine superiore e quindi il
riscatto del dato ingenuo fornito dalla realtà direttamente attraverso il metodo
fenomenico;
- le ipotesi sui rapporti tra mondo fenomenico e caratteristiche fisiologiche sottostanti.

32
La psicologia sociale

Ha accettato temi e metodi della teoria della Gestalt.

Motivi del suo sviluppo sono due:

1. dovuto al fatto che il paradigma comportamentista risultava meno efficace nei


confronti della sociologia sociale in cui la complicazione dei fenomeni e la
complessità delle variabili in gioco rendono quasi proibitiva un’analisi del tipo
strettamente quantitativo;
2. dovuto al fatto che i temi di cui si occupa la psicologia sociale sono molto più
concreti, pratici e quindi di gran lunga più vicini allo spirito americano di quanto non
fossero le teoriche affermazioni generali dei gestalisti.

A presentare un’impostazione gestalistica è Lewin ( considerato esponente della Gestalt


meno diretto e ufficiale).

Egli tocca temi come la personalità, le influenze ambientali, motivazione e la struttura della
mente.

A partire dagli anni ’60 la riscoperta di temi della Gestalt si è fatta più consistente
soprattutto con l’affacciarsi del cognitivismo, che nasce con lo scopo di spiegare proprio
quegli aspetti organizzati, costruttivi, globali dei fenomeni psichici che sfuggivano al
metodo rigidamente analitico- riduttivo del comportamentismo.

CAPITOLO 5

1.LE ORIGINI DEL COMPORTAMENTISMO

Per più di 2000 anni la psicologia è stata la disciplina che ha per oggetto l’anima ;
successivamente la sostanza anima veniva sostituita con l’analisi delle sue funzioni.

Il comportamentismo

È il capovolgimento più radicale nell’assunzione dell’oggetto di studio della psicologia,


credendo che faccia parte di questa sia il comportamento osservabile e il rifiuto che debba
occuparsi di coscienza.

Il comportamentista propone una nuova disciplina con un differente oggetto di studio, con
l’ambizione di spiegare tutti i temi affrontati dalla vecchia psicologia in maniera più
soddisfacente e scientifica; ciò fa si che il comportamentismo sia presentato subito come
l’unica maniera di fare scienza psicologica.

L’oggetto psiche viene esplicitato nei contenuti psicologici.

Uno dei motivi fondamentali di questa opzione radicale è l’aspirazione a dare una
fondazione scientifica alla psicologia in maniera da collocarla tra le scienze biologiche,
nella grande famiglia delle scienze naturali.

Lo scienziato comportamentista è prima scienziato e poi comportamentista.


33
Opera del caposcuola del comportamentismo , J.B. Watson.

Altri esponenti: Meyer, Hunter, Kuo, Lashley, Tolman, Mead, Skinner ecc.

Molti di questi hanno fatto tout court la storia della psicologia sperimentale.

Molti sono psicologi nordamericani; il comportamentismo fu un movimento tipicamente


nordamericano che solo negli anni ’50 cominciò ad essere conosciuto in Europa.

Il comportamentismo nasce ufficialmente nel 1913, anno in cui Watson pubblica un


articolo programmatico dal titolo La psicologia così come la vede il comportamentista.

Watson fu piuttosto l’organizzatore e divulgatore idi una serie di temi che da tempo stava
maturando.

Era il primo dottore in psicologia dell’Università di Chicago.

L’influenza dell’ orientamento funzionalistico

Esso influì sul comportamentismo ampiamente:

- sia accogliendo la biologia di Darwin;


- sia spostando l’attenzione dalla natura della coscienza ai processi adattativi ch
essa esibisce;
- sia per l’idea che l’uomo è l’animale che reagisce all’ambiente;
- sia per la fiducia nelle grandi capacità conoscitive e applicative della psicologia.

Influenza della sperimentazione sugli animali

L’evoluzionismo di Darwin ha chiarito che fra l’uomo e le altre specie non vi era una
differenza radicale, tale per cui l’uomo ha un’anima e l’animale no. Era plausibile fare
ricerca psicologica anche con gli animali : incomparabili vantaggi dovuti alla possibilità di
studiare eventi in organismi meno complessi.

Studiare la psicologica degli animali vuole dire diverse cose:

in primis, se l’oggetto della psicologia era la coscienza, si sarebbero dovuti pervenire a


conoscere la natura della coscienza animale.

Ma in base all’esame del comportamento osservabile ciò poteva ovviamente avvenire solo
in maniera precaria e indiretta.

Un gruppo di studiosi tedeschi: esigenza di introdurre nella psicologia animale un


linguaggio più oggettivo.

Watson afferma che la vera psicologia degli animali doveva considerare il loro
comportamento. Per il fatto che tout court l’oggetto di tutta la psicologia si identifica con il
comportamento stesso.

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L’animale inizia ad essere considerato come cavia da laboratorio.

Thorndike: le sue ricerche con gli animali furono eseguite su un labirinto T (l’animale si
trova davanti a luoghi di scelta e deve capire quella giusta ) e la gabbia( per uscirne
doveva imparare ad abbassare una maniglia e per trovare del cibo). Osservando i gatti
egli concluse che il loro apprendimento era graduale ( con il passare delle prove, il tempo
necessario a un gatto epr uscire da una gabbia decresceva regolarmente e gradualmente
sena brusche cadute, piccoli passi successivi) e si verificava per tentativi ed errori che
portavano al consolidamento delle reazioni dell’organismo che erano state ricompensate
( legge dell’effetto).

Questa legge si caratterizza per un approccio comportamentista.

Con essa riteneva di specificare una caratteristica fondamentale dell’intelligenza animale,


l’intelligenza consiste nel comprendere la reazione che esiste fra l’atto di premere la leva
e la possibilità di uscire, ma ciò che effettivamente osserviamo è che quell’atto si verifica
tanto più spesso quanto più ad esso è fatta seguire una ricompensa.

La legge empirica dell’effetto ci dice che << un’azione accompagnata o seguita da uno
stato di soddisfazione tenderà a ripresentarsi più spesso, mentre un’azione seguita da uno
stato di insoddisfazione tenderà a ripresentarsi meno spesso>>.

Questo modo di pensare si riconduce al comportamentismo metodologico.

La legge dell’effetto sottolinea in primo luogo il carattere adattivo utilitaristico dell’azione


umana, il cui manifestarsi appariva semplicemente legato alla possibilità di venire
ricompensati.

Tutta l’opera di Watson era una polemica.

Il primo bersaglio fu il metodo introspettivo; egli riteneva l’introspezione non scientifica per
due motivi:

1. per il fatto che l’osservatore si identificava con l’osservato;


2. per il fatto che l’osservazione introspettiva era compiuta da una persona che
parlava di cose che gli altri non potevano vedere direttamente.

La privatezza dei dati introspettivi veniva criticata anche per una questione di fatto cioè
che attraverso quel metodo si giungeva a descrizioni osservative completamente
discordanti o insoddisfacenti.

Watson pensava a due abusi del metodo introspettivo:

1. quello tradizionale, che aveva portato alla proliferazione di concetti non


chiaramente specificate s. anima, libertà;
2. quello strutturalista, personificato in parte in Titchener.

In questo caso l’introspezione aveva un significato definito e limitato, maniera sofisticata di


descrivere la propria esperienza cosciente, scomponendola in elementi semplici.
35
Il metodo aveva portato a conclusioni differenziate o opposte.

Lo studio del comportamento permetteva di utilizzare invece metodi soddisfacenti e


oggettivi.

Molti psicologi erano originari di piccoli centri agricoli semi-industriali; Watson proveniva da
una cittadina agricola del Sud Carolina e si faceva interprete dell’esigenza di una
psicologia da un lato capace di risolvere i grandi problemi dell’uomo di fronte alla
macchina e all’urbanesimo, dall’altra rispettosa dei valori tipici dell’ American way of life.

Max Meyer : associazione che esprimesse la propria lealtà verso lo Stato di adozione.

Watson: per lui il comportamentismo era l’unica vera psicologia americana.

La prima guerra mondiale

Ebbe un ruolo centrale nello sviluppo della psicologia negli stati uniti.

Durante si assistette a una specie di boom della psicologia poiché vi era il compito di
sottoporre l’esercito a test per selezionare i migliori ed evitare grossi costi con un intento
classificatorio dunque. Esaminarono ben 1.727.000 uomini.

Gli psicologia delle università iniziarono a collaborare con le pubblicità.

Watson iniziò a collaborare con l’industria e problemi pubblicitari e manageriali. Il suo libro
comportamentismo rappresenta il nuovo stato professionale.

2.IL COMPORTAMENTISMO WATSONIANO

Fra il 1913 e 1930.

Oggetto della psicologia: comportamento.

L’unità di osservazione psicologica è per Watson il comportamento nel senso di azione


complessa manifestata dall’organismo nella sua interezza; questi comportamenti non si
identificano nelle singole reazioni psicologiche che l’organismo manifesta(fisiologia).

Nella sperimentazione psicologica , Watson si interessa di variabili dipendenti complesse.


Il suo molecolarismo e riduzionismo teorico specificano l’idea che quei comportamenti
non sono altro che la combinazione di reazioni più semplici, di molecole costituite da
singoli movimenti fisici. Infatti i principi di composizione dell’unità semplici in unità
complesse non modificano la natura delle prime ma semplicemente le compongono.
I principi cui Watson fa principale riferimento sono frequenza, recenza, condizionamento.
I principi della frequenza della licenza ci dicono tanto più spesso o tanto più recentemente
un’associazione si è verificata.
Il condizionamento comincia ad occupare un posto centrale verso il 1916.
Il principio del condizionamento parte dalla rilevazione del fatto che nell’organismo
esistono risposta incondizionata determinate situazioni.

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Per esempio un organismo affamato che ricevere il cibo sicuramente reagirà salivando,
così come un improvviso fascio di luce sugli occhi provocherà una contrazione della
pupilla. Il cibo e fascio sono chiamati stimoli incondizionati, eventi che si producono
nell’ambiente e che provocano in condizionatamente una determinata risposta
dell’organismo.
E la ricerca sul condizionamento era molto importante perché individuava precise unità
stimolo e precise unità risposte inoltre offriva un principio chiave per spiegare la genesi
delle risposte complesse che potevano essere ipotizzate come il risultato di una lunga
serie di condizionamenti.
Lo studio dell’apprendimento fu molto importante per Watson a cominciare dalle prime
acquisizione infantili. Per esempio nelle emozioni, Watson esprimeva l’idea che la paura
la rabbia e l’amore fossero le emozioni elementari.
Un famoso fa caso è quello del piccolo Albert che giocava con un topolino e alle spalle
gli fu fatto sentire un violento rumore da quel momento il bambino manifesta una grande
paura sia per i topi sia per altri animali che oggetti ;il rumore ovviamente era lo stimolo
incondizionato la sua associazione con un altro stimolo faceva sì che il bambino fosse
condizionata aver paura anche a causa del topolino. Per Watson le stesse leggi che
regolano l’apprendimento emotivo erano alla base delle abitudini. Per Watson e linguaggio
viene acquisito per condizionamento.

3.IL RUOLO DELL’ESPERIENZA E LE GRANDI TEORIE DELL’APPRENDIMENTO

Teorie psicologiche più famose negli Stati Uniti: McDougall e Freud; entrambe importanti
per l’importanza attribuita agli istinti ereditari dell’uomo.

Watson inizialmente accolse questa idea, ma poi, influenzato da Kuo, optò per una
posizione che:

- da un lato, non riconosceva l’utilità e la validità psicologica del concetto di istinto;


- dall’altro negava che l’uomo fosse al momento della nascita dotato di un bagaglio
psicologico personale.

1925: Watson afferma che il neonato ha un repertorio di reazioni estremamente limitato


che interessano il corpo non sono tratti mentali; il bambino nasce senza istinto, intelligenza
e sarà soltanto l’esperienza successiva a caratterizzare la sua formazione psicologica.
(posizione egualitaristica = gli uomini nascono tutti uguali).

Se gli avessero dato una dozzina di bambini sani, avrebbe potuto fare a piacimento buoni
dottori, magistrati ecc. indipendentemente dalle loro ipotizzate tendenze, inclinazioni,
vocazioni, razza degli antenati.

L’uomo = è totalmente il prodotto delle sue esperienze.

Importante : studio dell’apprendimento = maniera in cui l’uomo acquisisce un repertorio di


comportamenti motori, verbali, scoiali ecc, costitutivi della sua personalità complessa
futura.

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Gran parte delle teorie dell’apprendimento elaborate fra 1920 e 1960 sono riconducibili al
comportamentismo; esponenti: Thorndicke, Tolman, Hull, Skinner, Miller, Underwood e
Postman per la memoria.

Opera di Tolman

Costituisce uno dei casi anomali: accoglie idee cognitiviste o anche psicoanalitiche.

Permette di individuare la continuità esistente fra taluni movimenti filosofici americani ( es.
pragmatismo) e il comportamentismo.

Si ricollegò a Holt e Perry.

Riteneva esistesse uno specifico psicologico ( di natura comportamentale e non psichica)


caratterizzato per la sua molarità, ossia la sua irriducibilità.

Comportamentismo intenzionale

No descrizione fisiologica ma descrizione psicologica , rilevando cognizioni e intenzionalità


( es. topo orientato verso degli scopi).

Esegue sperimentazioni con animali e soprattutto con il mus norvegicus esplicitando in


termini empirici la problematica inerente all’intenzionalità del comportamento.

Lo scopo è descrittivamente presente quando c’è almeno una delle seguenti condizioni in
rapporto all’oggetto-meta, cioè allo scopo dell’azione:

1. la costanza dell’oggetto-meta a dispetto delle variazioni nell’adattamento agli


ostacoli intervenienti;
2. la variazione nella direzione finale corrispondente alle posizioni differenti
dell’oggetto-meta;
3. la cessazione dell’attività quando un determinato oggetto-meta è tolto.

Tolman si discosta dalla maggior parte dei comportamentisti; di essi tuttavia ha adottato la
metodologia e il punto di partenza: il comportamento.

Tolman parla di variabile interveniente, riconoscendo che un metodo oggettivo conosce


soltanto la variabile dipendente rappresentata dal comportamento e da esso può inferire la
presenza e le caratteristiche delle variabili intervenienti mentali.

Conoscendo i valori delle variabili indipendenti ( es. stimoli ambientali) e i valori del
comportamento effettivo, è possibile fare inferenze sulle variabili intervenienti ( proprietà
che il soggetto attribuisce all’oggetto, connessioni di scopo, capacità ecc.) che sono entità
obiettive, definite nei termini delle funzioni f che le connettono alle variabili indipendenti e
al comportamento finale.

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Fraisse osservò che non vu è più la semplice connessione S-R ma la realtà ciò dice che S
può provocare risposte Rn:

S R

Dunque R = f(S)

Ma devono essere riferite pure a una variabile che interviene fra S e R:

S I R

Dunque R=f(I x S)

Due movimenti epistemologici connessi fra loro nel 1930:

- neopositivismo: molti psicologi ne trassero i criteri per costruire teorie e modelli


fondati e validati su dati empirici ma anche su costrutti teorici; inoltre anche la
distinzione fra dati empirici accettabili e non;
- operazionismo: lo scienziato può eseguire solo determinate operazioni , quelle
buone che sono ripetibili ed eseguibili;

In realtà l’analisi delle operazioni scientifiche era già stata introdotta da Bridgman:

lui andava alle origini del concetto scientifico e individuava le operazioni effettive che si
compiono quando lo si usa; ciò venne applicato dai comportamentisti anche per lo
psicologo.

Molti comportamentisti non compresero però che i criteri della scientificità da un lato erano
relativi dall’altro potevano anche essere soddisfatti da altri apporcci osservativi .

Clark Hull

Costruì una teoria ipotetico-deduttiva che tentava per la psicologia la stessa


sistematizzazione logica e matematica presente nelle scienze fisiche.

Il suo sistema consisteva infatti in postulati, definizioni, corollari e teoremi; consente di fare
previsioni sia sulla direzione ma anche sugli aspetti quantitativi del comportamento. Si
limitò però a poche situazioni sperimentali ( topi).

Teoria generale di Hull 1934: apparve da un Principi del comportamento e poi con
diverse modifiche nel A behavior System.

Hull credeva nell’utilità della teoria.

Skinner e il condizionamento operante

Opposto di Hull; si oppone a quelle teorie che introducono concetti mentalistici che
rischiano di ipostatizzare processi ed eventi puramente ipotetici.

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È interessato all’osservazione del comportamento e della sua relazione con le contingenze
di rinforzo, ossia delle occasioni in cui a una determinata risposta ha fatto seguito una
ricompensa.

Crede che questo tipo di analisi possa essere sufficiente a spiegare ogni forma di
apprendimento , anche linguistico. Conseguenza : riferimento ai processi che si verificano
nella mente sarebbe stato inutile e fuorviante.

Egli estrapola le sue analisi di carattere generale dallo studio del comportamento di ratti e
piccioni messi in una gabbietta. Fra le varie risposte che l’animale può dare ne viene
scelta una ( es. la pressione di una leva) in modo che ad essa faccia seguito uno stimolo
rinforzante.

Si osserverà che la risposta seguita da un rinforzo tenderà a presentarsi con sempre


maggiore frequenza: questo paradigma è chiamato condizionamento operante.

Vs Pavlov perché la risposta precede piuttosto che seguire lo stimolo critico.

Si interessò a diversi programmi di rinforzo ; è diventato una chiave di volta per spiegare
apprendimenti complessi che apparivano inesplicabili sulla base del condizionamento
classico di Pavlov ( fondato sull’esistenza di reazioni incondizionate).

Il condizionamento operante si applica a qualsiasi tipo di risposta, perché ciascuno di essi


può essere seguito da un rinforzo.

Ha messo in luce la manipolabilità del comportamento umano.

4.L’APPRENDIMENTO SOCIALE E LA FORMAZIONE DELLA PERSONALITÀ

Elementi caratteristici del comportamentismo: insistenza sui processi di apprendimento e


leggi basilari con cui l’individuo acquisisce nuove abilità e comportamenti.

Avrebbe dovuto offrire un contributo fondamentale alla comprensione dei fenomeni


psicologici sociali , non avvenuto pe molto tempo però ( Deutsch e Krauss).

Con Miller e Dollard : utilizzano le idee della learning theory valendosi di spunti
provenienti da altre matrici teoriche, fra cui la psicoanalisi.

Nelle loro elaborazioni teoriche: fenomeni come frustrazione, aggressività, conflitto,


impulsi e ricompense sociali.

Un principio d’apprendimento è costituito dall’ imitazione sociale , centrale nelle


acquisizioni sociali e contribuisce a mantenere la conformità scoiale e la disciplina.

Il bambino acquisisce una tendenza a imitare pocihè è estato rinforzato nell prime risposte
di carattere imitativo. Tale tendenza assume un opeso sempre maggiore: il
comportamento dei modelli potenziali costituisce il suggerimento per l’emissione dei
comportamenti simili; ma ciò trascura le fasi in cui una risposta viene acquisita.
40
Bandura

Per lui anche nuove risposte possono essere acquisite mediante l’osservazione di modelli.
Interessandosi dei comportamenti aggressivi mostrò come, pur con livelli bassi di
frustrazione, un bambino possa essere molto aggressivo qualora gli si facciano osservare
modelli aggressivi fortunati.

I rinforzi intermittenti sono quelli maggiormente in grado di mantenere comportamenti


aggressivi.

Il rinforzo agisce nella fase del mantenimento delle risposte e nell’incrementare gli indici
che ne descrivono la forza.

Teoria comportamentista dell’apprendimento sociale: sottolinea come modelli e


rinforzi possano agire non solo a incentivare certe risposte, ma anche inibirle.

Teoria del comportamento sociale ( Staats): importanza agli stimoli emozionali che
sono collegati a risposte di carattere emozionale. Egli si ricollega alla classia teoria
dell’apprendimento allargando la sua analisi a fenomeni come le differenze individuali,
apprendimenti cognitivi, pregiudizio, attrazione ecc. che sono tipico oggetto di interesse
della psicologia sociale.

Es. animale che si avvicini a una femmina in calore e che riesce a montarla

Questo fatto rinforzerà una serie di comportamenti elicitati da uno stimolo che ha valenza
emozionale positiva con il risultato che l’animale avrà appreso un certo numero di
comportamenti che sono evocati da stimoli aventi la medesima caratteristica. Tali risposte
di avvicinamento potranno essere in seguito evocate da qualsiasi evento che aumenti la
tendenza di uno stimolo a elicitare risposte emozionali positive.

La personalità

Le analisi delle personalità proposte da Bandura, Staats e Mischel riprendono


l’affermazioni di Watson : la personalità è una costellazione di comportamenti.

La condotta individuale costituisce un punto focale della personalità del soggetto .

L’apparente stabilità di alcuni tratti di personalità viene spiegata :

- da un lato: in base alla generalizzzabilità e difficoltà di estinzione di risposte cje


sono state superapprese;
- in base alla stabilità che può avere l’ambiente complessivo che interagisce con
l’individuo.

Anche quando l’ambiente sembra essere diverso, il soggetto continua a riscontrare


rispetto a sé e agli altri aspettative simili che garantiscono una certa stabilità all’ambiente.

Se questo cambia radicalmente però, è facile trovare imprevisti mutamenti della condotta
del soggetto.

41
Comportamentismo e psicoanalisi

L’atteggiamento comportamentista nei confronti della psicoanalisi è duplice:

- ne critica duramente la debolezza metodologica inerente alle affermazioni sia di


carattere teorico sia di interesse pratico;
- è propenso a dare il giusto risalto e analizzare fenomeni messi in luce soprattutto in
ambito psicoanalitico: transfert, ambivalenza, fattori inconsci, paure e nevrosi.

Sears ne è la prova; mette in luce come per la psicoanalisi la personalità sia il prodotto di
particolari esperienze passate traendone un particolare tipo di apprendimento
condizionante le esperienze successive.

Le conseguenze ambientali dell’azione dell’individuo possono includere risposte da parte


di un’altra o più persone. Compaiono inoltre pulsioni e spunti iniziali che costituiscono
stimoli per l’emissione di risposte.

CAPITOLO 6

FREUD E LA PSICOANALISI

1.DEFINIZIONE E CAMPO DELLA PSICOANALISI

l termine psicoanalisi compare per la prima volta nel 1896 nello scritto di Sigmund Freud
l’ereditarietà e l’eziologia della nevrosi sostituendo il termine analisi che Freud utilizzava
per designare un insieme di accorgimenti osservative terapeutici rivolti alla conoscenza e
al trattamento di determinati disturbi psichici.
La psicoanalisi andò saldando i fenomeni relativi ai quadri psicopatologici con quelli
riconducibili ai processi psichici normali, estendendo il proprio interesse a diversi campi
del sapere umano come per esempio la creazione artistica, linguistica.
Alla luce di queste considerazioni la psicoanalisi può essere intesa come:
1. rivolto all’indagine delle modalità di processi psichici e basato sul fatto che la nostra
vita psichica sia prevede prevalentemente interessata e caratterizzata da processi
inconsci, non altrimenti affrontabili;
2. una tecnica terapeutica che intende analizzare il tipo di difese e le resistenze che il
soggetto instaura nei confronti dei propri desideri, pensieri e tendenze inconsci;
3. Un’impostazione teorica in cui confluiscono i risultati delle osservazioni sistematiche
compiute in sede psicoterapeutica e quelli derivati dall’impiego del metodo
psicoanalitico in altri campi.
Vi è anche l’osservazione empirica .
Secondo la psicoanalisi l’accadere psichico è soggetto alle leggi dell’inconscio e
quest’ultimo va considerato come un mondo dotato di senso che si manifesta secondo una
determinata logica e che traspare mediante un’insieme di fenomeni che richiedono una
chiave interpretativa.
L’aspetto inconscio viene inferito a ciò che è direttamente osservabile : intendibile nella
verbalizzazione del soggetto.

42
Freud ha individuato l’importanza del mondo fantasmatico, rappresentativo e simbolico
che si anima fin dall’infanzia: la teoria della sessualità infantile e il modo in cui le prime
relazioni oggettuali s’innestano sui bisogni, richieste e desideri dell’individuo, vengono
collegati a un processo di rimozione : meccanismo difensivo inconscio che allontana dalla
coscienza o rende inaccessibili alla stessa pensieri, fantasie, desideri ritenuti spiacevoli e
pericolosi .
<< L’analista deve scoprire o per essere più esatti costruire il materiale dimenticato dalle
tracce che quest’ultimo ha lasciato dentro di sé>>.
Interesse tecnico: il terapeuta nulla può dare di suo; è il soggetto in analisi che si
riappropria delle parti e degli elementi dimenticati che tuttavia sono attivi e agiscono in lui.
Questa riappropriazione graduale di senso è accompagnata dall’acquisizione di un dato
paradossale: egli è l’unico depositario di una conoscenza che non sapeva di possedere.
Nella situazione analitica , il paziente tende a trasferire sull’analista tutti quegli stati emotivi
che ha vissuto nella propria infanzia e che ancora sono attivi nella vita adulta.
Si chiama fenomeno di transfert: consiste nel ripetersi e nel riattivarsi di antiche
situazioni affettive ed emotive infantili, cariche di significati e di valori per il soggetto, che
trovano nella relazione analitica il terreno ideale per esprimersi.
Si procede anche alla liquidazione di quei sintomi che avevano la funzione di
rappresentare e sostituire altri elementi non accettabili dalla coscienza e quindi rimossi.
Le resistenze che il soggetto inconsciamente attiva sono indici di meccanismi di difesa di
natura diversa.
( sogni, ricordi frammentati, azioni non intenzionali).
C’è un’analogia tra psicanalisi e archeologia : consente la visualizzazione di un apparato
psichico caratterizzato da una dinamica che pone in contraddizione affetti, pensieri e
tendenze e che indica come la nostra psiche vada intesa come un insieme di processi
diversi e molto complessi.
Esiste una indistruttibilità di ciò che appartiene alla sfera inconscia. Ciò che appartiene al
passato è presente in modo nascosto, ciò che appartiene a uno strato inferiore può
servirsi di elementi più recenti, collegati alla nostra esperienza psichica successiva, per
riformulare le proprie richieste.
Si ha la possibilità di concettualizzare la realtà psichica e di operare con una duplice
prospettiva:
1. In modo diacronico: tenendo presente l’evolversi della realtà psichica del soggetto
nel tempo, con richiami al mondo dell’infanzia ;
2. In senso sincronico: la realtà psichica si manifesta in modo tale da tenere
compresenti i vari strati su cui è costruita.
La psicoanalisi è sia una tecnica esplorativa, con scopi terapeutici, sia un modello
interpretativo e teorico della vita psichica umana .
È una psicologia del profondo .
Pone l’accento sulla dialettica, sullo scontro-incontro, interpretando la cosceinza nel
rapporto ch essa intrattiene con la sfera inconscia.
L’inconscio influenza la condotta.

43
2.LE ORIGINI E IL SENSO DELLA PSICOANALISI

1873: Freud si iscrive alla facoltà di medicina di Vienna.

Contesto scientifico: vigeva il pensiero evoluzionistico di Darwin che fornuva una


spiegazione dell’origine e dell’evoluzione degli esseri viventi.

Seguì due corsi:

- Di Claus, zoologo e studioso di anatomia comparata; egli richiamava alla teoria di


Darwin e il suo intento era quello di confermare, con l’osservazione sistematica,
l’ipotesi della continuità esistente tra le varie specie animali;
- Di Brucke, fisiologo; rappresentava la Scuola fisica di Berlino( figure principali
Brucke, Helmontz, Reymond e Ludwig).

Il gruppo di Berlino si contrapponeva alla concezione secondo cui alla base dei fenomeni
vitali agisse una forza vitale ipotizzata che presiedeva sia sulla costituzione sia allo
sviluppo degli organismi.

Si proponeva di abolire ogni residuo di pensiero non scientifico e do richiamarsi alla


disciplina di base: la fisica, che era il linguaggio base per la spiegazione di tutti i
fenomeni.

La fisiologia-fisica: l’uomo è come una macchina, funziona secondo processi governati da


forze fisiche che si contrappongono, uniscono e bilanciano; unica differenza: nell’uomo c’è
l’assimilazione.

Il termine energia si sostituisce al termine forza (Kraft) : si adattava alle esigenze della
mentalità sperimentale ( controllo per es. ).

Si ha dunque un’impostazione razionalistica con questa scuola , basata sulla ricerca


empirica e sull’osservazione sistematica e sfociante in posizioni radicali di tipo naturalistico
e meccanicistico.

Freud percorse il suo itinerario di studente prospettando un futuro di fisiologo e neurologo,


ma non fu così per diversi fattori, in primis credeva che la fisiologia non fosse sufficiente a
spiegare una serie di fenomeni psicologici. Conobbe anche lo psichiatra Meyert, che
studiava il sistema nervoso centrale inserendo le idee del filoso Herbart.

Herbart sosteneva la preminenza della psicologia sulla fisiologia , proponendo un


complesso modello di studio psicologico con l’uso della quantificazione e misurazione
degli eventi psichici.

Importante il concetto di idee inconsce. La nostra vita psichica è costituita in minima parte
da idee coscienti.

Meynert riprende ciò.

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Due elementi traibili dalla elione di Herbart e della Scuola di Berlino:

1. Preminenza psicologia sulla fisiologia;


2. Importanza meccanismi inconsci nella determinazione dei processi psichici.

A Vienna negli anni ’80 la posizione dei fisiologi veniva contrastata dal fenomenologo
Brentano che sosteneva il primato della psicologia , studiando i diversi modi di
manifestarsi dei fenomeni psichici, da cognitivi ad affettivi.

Crisi delle scienze naturali: modelli naturalistici ( ed anche fisiologia e neurofisiologia) con
regole immutabili alla base dello stabilirsi dei fenomeni erano insufficienti.

Lo studio dei processi psicopatologici , isteria soprattutto, indirizzò Freud verso la


possibilità di formate un modello di spiegazione diverso.

Si imponeva una nuova strategia sia di ordine epistemologico ( basata sugli assunti di
base diversi) sia metodologico , articolata con strumenti nuovi. Non si abbandona perciò
un’impostazione di tipo razionale.

Area in cui si mosse: accettazione delle indicazioni ricavabili dalle scoperte scientifiche
precedenti e del relativo richiamo al rigore nell’osservazione e nei modelli di spiegazione.

Ogni comportamento della vita psichica è determinato da più processi ed elementi


appartenenti ad una dimensione inconscia.

3.L’OPERA DI FREUD E IL SUO SVILUPPO

Costante osservazione di alcuni disturbi convinse Freud che alla base di determinate
alterazioni funzionali non era riscontrabile un’alterazione organica e quindi si affacciò
all’ipotesi di origine ideogena dell’isteria: un processo causale di origine psichica, mentale
e non somatica.

La vita psichica non è riducibile a una serie di energie biofisiologiche che la regolano, ma
lo psichismo nasconde una maggiore complessità sulla dimensione affettivo-ideativa che
si manifesta in modo simbolico.

Freud frequentò nel 1885 le lezioni di Charcot; egli fece delle ricerche nel campo
dell’ipnosi; riteneva che l’isteria avesse una base psichica e che si originasse in rapporto a
determinati traumi psichici che si tradurrebbero poi in manifestazioni sintomatiche a livello
organico.

L’ipnosi: particolare tecnica suggestiva che permetteva di far sparire i sintomi isterici.

Freud ne intraprese l’uso ma si rese conto che questo metodo incideva solo sul sintomo,
senza interessare minimamente le possibili cause del sintomo stesso.

Il metodo catarchico

Freud insieme a Breuer ( medico più anziano) adattarono una variante del metodo
ipnotico: il paziente veniva messo in stato ipnotico ma invitandolo allo stesso tempo a
45
ricordare quelle particolari esperienze dolore che venivano ipotizzate come la causa dei
sintomi nevrotici.

Questo metodo chiamato catarchico ( catarsi = liberazione, scarica emotiva ) : primo


passo verso la futura tecnica psicoanalitica.

Il soggetto riusciva a far riemergere particolari ricordi penosi e verbalizzandoli riusciva a


rivivere determinate esperienze passate con una forte partecipazione emotiva.

Ciò consentì ad entrambi di giungere a due risultati importanti.

1. Rilevazione che i sintomi isterici sono i sostituti di processi psichici normali;


il sintomo isterico è costituito di una reazione psichica normale non verificatasi e
una reminescenza del motivo che l’ha originata.
2. Emergere di un senso sconosciuto, un collegamento simbolico e dinamico fra
sintomi e ricordi traumatici rimossi, i quali consentivano la scomparsa o
l’attenuazione dei sintomi stessi.

Vi erano dei punti deboli del metodo catarchico.

- I sintomi scomparivano per un certo periodo;


- Forte dipendenza per il terapeuta.

Breuer riteneva che gli elementi psichici alla base dei sintomi fossero patogeni poiché
originati in una situazione definita come stato ipnoide, in cui cadrebbe spontaneamente il
soggetto.

Freud era convinto invece che gli elementi psichici fossero patogeni in quanto il loo
significato e i loro contenuti si contrapponevano alle tendenze dominanti della vita
psichica,sì da indurre una difesa da parte del soggetto.

Freud accertò che l’incompatibilità di determinati pensieri, tendenze con la vita cosciente
dipendeva dal fatto che essi erano fortemente associati a significati della vita sessuale e in
particolare con vissuti dell’infanzia ancora presenti nella vita adulta.

Breuer reagì negativamente , anche alla teoria della libido : energia psichica che
presiede sia alle vicende autoerotiche sia a ogni tipo di relazione oggettuale che il
soggetto imposta e intrattiene.

Distacco di Breuer : Difficoltà di Freud.

Lo studio dei fenomeni nevrotici aveva condotto Freud sulla soglia di una nuova soluzione:
esiste un mondo psichico conosciuto alla dimensione cosciente; è individuabile nella
condotta psichica normale attraverso l’analisi dei sogni, dei lapsus e del motto di
spirito:sono normali e universali e sono l’effetto di un compromesso tra tendenze
perturbanti e le forze rimoventi dell’Io.

Freud formulò la sua celebre concezione dell’attività onirica: il sogno è l’appagamento di


un desiderio infantile.
46
L’analisi dei sogni: metodo delle associazioni libere.

Nel 1899 uscì L’interpretazione dei sogni (opera più famosa di Freud).

L’analisi dei sogni uniti ai pensieri , ricordi della vita passata, costituiscono anelli di una
lunga catena che consente al soggetto stesso di riappropriarsi dei significati, dei valori e
delle tendenze desideranti che gli appartengono.

La rinuncia a ogni atteggiamento critico da parte del soggetto costituisce la base del
metodo delle associazioni libere e consente l’individuazione delle lunghe e complesse
serie di nessi la cui graduale scoperta è indispensabile alla comprensione della vita
psichica.

Tutto ciò che era considerato casuale e significante negli atti psichici degli uomini diviene
oggetto di studio per la psicoanalisi.

Sogno: prezioso strumento per la conoscenza della vita psichica inconscia.

Forza motrice della scena onirica : costituita da un’aspirazione inconscia, veicolante


desideri rimossi durante la veglia che entrando con i resti diurni pongono le condizioni per
l’appagamento dei desideri inconsci. Si soddisfa anche il bisogno di dormire.

I pensieri onirici latenti che agiscono al di sotto della soglia manifesta vengono
trasformati in una diversa modalità espressiva dal lavoro onirico, che presiede la
manipolazione dei pensieri rimossi e dei significati connessi.

Vi è anche una censura : la scena onirica nasconde una serie di significati non
direttamente accettati dal dormiente. Il materiale onirico subisce una elaborazione
secondaria: rende il sogno più coerente e comprensibile, anche raccontandolo.

Atti mancati e azioni casuali: lapsus, smarrimento oggetti, sono l’espressione di


intenzioni rimosse dalla persona e come conseguenza dell’interferire di due intenzioni, una
delle quali precedentemente e permanentemente inconscia.

Ogni atto o manifestazione , normale o patologico, è il risultato del confluire di più fattori
che danno luogo al fenomeno insorgente.

I processi sottintesi alla psicoanalisi sono dotati di senso.

Freud studia altre cose: complesso edipico, teoria pulsioni libidiche e distruttive,
narcisismo ecc.

All’inizio del 1910 : primo gruppo di psicoanalisti fondarono la Società Psicoanalitica di


Vienna.

1908: a Slisburgo, primo Congresso Internazionale di Psicoanalisi.

1910: fondata l’Associazione Psicoanalitica Internazionale.

Opposti a Freud: Jung e Adler.

47
Seguaci che revisionarono : Klein e Lacan .

4.IL MESSAGGIO PSICOANALITICO

La costruzione di un metodo esplorativo e di una teoria che mettessero in rilievo


l’incidenza di una dimensione inconscia ebbe luogo quando si proposero due tipi di
soluzione opposti:

1. La scienza ufficiale, concezione naturalistica dell’uomo;


2. Emergere di soluzioni e di teorie di tipo metafisico o spiritualistico, puntuale
reazione a un opprimente insistenza di concezioni naturalistiche.

Freud individuò la possibilità di rifiutare la posizione spiritualistica e di superare la crisi


della ragione, mettendo in luce la connessione dialettica tra ciò che non è logico e il
mondo della coscienza e della ragione.

Viene ribaltato il cogito cartesiano : la ragione per essere tale doveva cessare di negare
l’esistenza al proprio interno di un insieme di fenomeni.

L’inconscio freudiano: dimensione dotata di una sottile logica e senso.

Coincidenza del livello teorico e operativo:

- Nello stato ipnotico: il soggetto è passivo ricettacolo di processi ;


- In una psicoterapia in veglia tende a prevalere l’aspetto critico e difensivo;
- Nella situazione analitica: il soggetto, da sveglio si pone nella condizione di far
emergere una serie di elementi, dove mette in atto una serie di meccanismi
difensivi e resistenze.
- Nella situazione di transfert affettivo: riattivarsi del rimosso l’analizzando partecipa
attivamente ai conflitti; è in una zona intermedia, dove conscio e inconscio si
affrontano.

La parte critica del conscio deve dar luogo all’assunzione dell’esistenza di parti in cui essa
non si riconosce.

La psicoanalisi è tale nel momento in cui rende partecipe del suo discorso anche l’aspetto
cosciente.

Ricostruzione: utilizzando il materiale fornito dal soggetto , l’analista procede ad una


ricostruzione di quanto è venuto emergendo e ripropone al soggetto stesso il messaggio
che gli è stato indirizzato e che l’analizzando ha proposto a sé stesso.

È un lavoro di ricomposizione in cui il linguaggio dell’inconscio si sostituisce a quello


dell’interpretazione.

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Con il meccanismo inconscio della proiezione si tende a espellere fuori da noi e ad
attribuire agli altri una serie di tendenze e fantasie che ci appartengono: in questo senso
l’interpretazione può diventare la sede di proiezioni nei confronti del soggetti.

L’ipotesi della razionalità del pensiero latente doveva essere abbandonata per
riconoscere ai processi inconsci una modalità espressiva diversa

Ciò porto Freud a pensare che il passato storico del soggetto non sempre mantiene
un’importanza decisiva per comprendere ciò che si sta verificando nel soggetto stesso.

Alla base della nevrosi ipotizzò: teoria del trauma specifico : presenza trauma infantile
specifico.

Ma era erroneo. La maggior parte dei pazienti portavano delle fantasie di un ricordo che
non erano collegate a nessuna realtà.

Freud aveva il bisogno di individuare un elemento nascosto: scoperta avrebbe portato


all’eliminazione del quadro somatico.

La psicoanalisi deve stabilire dei collegamenti tra logica dell’inconscio e logica del
pensiero cosciente e l’analista deve mantenere un’impostazione che gli consenta di
partecipare al mondo delirante dell’inconscio e allo stesso tempo decodificarlo.

Essa richiede un continuo esercizio nel disciplinare l’attività dell’interprete sul piano del
pieno delirio alla razionalizzazione difensiva e occultante.

Il passaggio dall’interpretazione alla ricostruzione non elimina l’aspetto interpretativo.

Il concetto di ricostruzione nasconde l’ambizione di un’obiettività che va intesa come meta


da proseguire e quindi come una sorta di ideale della ragione.

<<Interpretare che brutta parola>>.

5.FREUD E LA PSICOANALISI PIÙ DI UN SECOLO DOPO

Spiegazioni della marginalizzazione della psicoanalisi sono 4 sintetizzate nella risposta di


Massimo Recalcati ( sintesi delle sue spiegazioni e conclusioni):

- Il tempo lungo del pensiero è sostituito dalla tendenza all’agire;


- Il potere dello psicofarmaco;
- Il potere delle terapie cognitive comportamentali: offrono soluzioni rapide alla
sofferenza del soggetto;
- L’insegnamento universitario ha burocratizzato il concetto di formazione;
- Il tema della valutazione e misurazione: egemonizzato dal discorso scientista.

Conclusione : si tratta di un tema di attualità.

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L’esame delle 62 risposte studiosi alla domanda sulla crescente marginalizzazione della
psicoanalisi mostra 5 tipi di spiegazione:

- esigenza di rapidità ed economicità;


- cura con psicofarmaci;
- distanza dell’insegnamento uni considerato scientista;
- distacco tra inconscio della psicoanalisi e inconscio cognitivo;
- necessità di evidenze empiriche come controllo falsificabile di teorie.

Punto di domanda se la psicoanalisi in futuro sarà produttiva e valida oppure considerarla


come una fase ormai conclusa della storia.

CAPITOLO 7

PIAGET E LA SCUOLA DI GINEVRA

1.UNA PERSONALITÀ ECLETTICA

Jean Piaget (1896-1980) inizia un tradizione di ricerca e di approccio teorico allo studio
dell’uomo.

Nella sua formazione lesse Kant, Comte, Spencer e recandosi alla Sorbona a Parigi
incontrò Théodore Simon, che cercava di costruire test per misura l’intelligenza dei
bambini.

Piaget non si accontentò di questo, ma cominciò a domandare ai bambini i motivi delle


risposte corrette o scorrette. Partendo da ciò, introdusse nuovi paradigmi teorici e di
ricerca. I risultati dei suoi lavori venivano pubblicati in francese ; la separatezza con il
mondo anglosassone fese sì che i suoi lavori venissero diffusi e valorizzati soo con la
traduzione delle sue opere.

Molte delle sue tesi specifiche sul funzionamento dei processi di pensiero si rilevarono
falsificabili o approssimative, ma con tanti spunti empirici e intuizioni teoriche
importantissime.

2.IL METODO

Dopo il biennio trascorso a Parigi, tornò a Ginevra, dove divenne direttore dell’Istituto
Rosseau e si dedicò allo studio dei bambini.

I metodi precedenti risultavano insufficienti, introspezione troppo difficile per un bambino,


una metodologia comportamentista era troppo semplice, il colloquio psicoanalitico non
andava bene perché è un reso conto libero dei contenuti mentali; egli inventò un nuovo

50
metodo : il colloquio clinico; voleva vedere l’intelligenza alle prese con uno specifico
problema.

È un sistema misto, tra colloquio e osservazione, che consisteva nel ricostruire le


credenze del bambino facendogli domande mirate mentre risolveva un compito.

Altre volte il colloquio era accompagnato alla manipolazione di oggetti da parte dello
sperimentatore e del bambino. Es. Piaget travasava acqua da un recipiente stretto e alto
ad un altro di forma diversa distanziava tra loro dei bastoncini in fila e domandava al
bambino se la quantità del liquido o l numero degli oggetti fosse stato modificato.

Il colloquio intrecciato al tentativo di risolvere problemi non poteva venire utilizzato in


bambini troppo piccoli ( si limitava a osservare e descrivere i comportamenti).

Osservò con attenzione e descrisse lo sviluppo intellettuale dei suoi figli.

Fascino e limite del metodo: intreccio tra osservazioni e interpretazioni.

I protocolli verbali ottenuti e osservazioni dei comportamenti: filtrati dagli occhi del teorico,
che finiva per vedere dietro i comportamenti le strutture sottostanti del pensiero.

Piaget era molto attento a non influenzare il bambino, tendeva a interpretare risposte e
azioni alla luce dei suoi presupposti teorici.

Aveva sottovalutato due ordini di fattori:

1. il senso dei compiti che presentava: dalle scoperte successive, i bambini avevano
una capacità di pensiero superiore a quella supposta da Piaget;
2. comunicazione linguistica con il bambino: piccoli cambiamenti nel formulare la
domanda producevano grandi differenze nella soluzione dei compiti.

Es. di revisione delle condizioni sperimentali in cui concludeva che il bambino era
egocentrico: costituito dalle modificazioni al problema delle montagne:

un bambino sedie a un lato del tavolo, di fronte ha un plastico con delle montagne diverse
per colore e forme; lo sperimentatore prende una bambola e la pone in una posizione
diversa dal bambino ma comunque intorno al tavolo, e chiede al bambino secondo lui cosa
vede la bambola. I bambini presentano una forte tendenza a scegliere la raffigurazione
corrispondente al loro punto di vista: effetto dell’ illusione egocentrica che si manifesta
come <<incapacità di considerare il proprio punto di vista momentaneo come facente
parte di una serie di possibili punti di vista, coordinando queste possibilità in un singolo
sistema coerente>>. ( Legrenzi)

Es. di difficoltà di comprensione sul piano linguistico di quanto veniva richiesto da Piaget:
compito di inclusione in classi: lo sperimentatore mostra al bambino 20 perle di legno, 17
marroni e 3 bianche; chiede al bambino se avrà una collana più lunga infilando le perle
marroni o le perle di legno; il bambino allo stato preoperatorio, può manipolare
mentalmente le parti ( bianche o marroni) o l’intero ( perle di legno) ma non riesce a
mettere in relazione allo stesso tempo l’insieme ( perle di legno) e un suo sottoinsieme(
51
perle marroni). Le risposte sbagliate dei bambini sono una delle basi empiriche per
introdurre la nozione di sviluppo dell’intelligenza per stadi.

Ricerche accurate mostrano che i compiti di inclusione danno risultati molto diversi a
seconda della formulazione linguistica.

Passaggio da uno stato di sviluppo dell’intelligenza all’altro: viene definito sulla base della
capacità di compiere operazioni mentali descrivibili in termini di strutture logiche.

Stadio finale ( adulto): padroneggiare le operazioni che ci permettono di controllare ipotesi


del tipo << se p, allora q>>, cercando i casi << non q>> che potrebbero falsificare le
ipotesi stesse. Gli adulti dovrebbero farlo facilmente, i bambini no. Ma questo è falso.

Peter Wason: dimostra che un adulto non dispone di una logica mentale con la prova
delle quattro carte: a una persona viene mostrato un mazzo di carte che presentano
lettere su un lato e numeri sull’altra faccia. Dal mazzo vengono tolte 4 carte e appoggiate
su un tavolo; solo una faccia è visibile. Le 4 carte hanno sul alto visibile una vocale, una
consonante, un n. pari e un n. dispari. Risolvere il compito: indicare la carta o le carte che
è utile girare per decidere se è vera o falsa la regola: se una carta ha una vocale su un
lato allora ha un numero pari sull’altro.

Poche persone adulte si accorgono che la carta con il n. dispari va voltata per controllare
se sull’altro lato c’è una vocale. In questo caso, la regola è di sicuro falsa.

Se non c’è una vocale , la regola non è falsa.

Difficoltà del compito è inspiegabile per Piaget: gli adulti dovrebbero aver raggiunto lo
stadio delle operazioni formali; ma bambini di 10 anni riescono a risolvere lo stesso
compito presentato sotto forma di promessa fatta da un insegnate : se il tuo punteggio è
almeno di 10 punti, riceverai una caramella.

Le nostre capacità di ragionamento non sono descrivibili in termini logici ma in funzione di


come ci rappresentiamo i compiti che ci vengono sottoposti.

3.LA TEORIA: L’EPISTEMOLOGIA GENETICA

Per Piaget, epistemologia: riguarda il problema della relazione tra soggetto agente e
pensante e gli oggetti della sua esperienza. Cercò di rispondere alle domande dell’
epistemologia filosofica : ci sono idee innate? Come facciamo a conoscere qualcosa ?
ecc.

Chiamò il suo approccio epistemologia genetica = genesi nel senso di sviluppo :


acquisizione delle categorie conoscitive che venivano studiate dagli epistemologi
tradizionali ( studiavano i processi di conoscenza dissezionando il lavoro di filosofi
scienziati); Piaget invece inaugurava ( anticipando P. cognitivista) l’epistemologia
naturale, basata su risposte empiriche alle questioni epistemologiche.

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Tesi: la conoscenza è un processo, relazione tra conoscente e conosciuto: un bambino
conosce sempre meglio una bicicletta attraverso le azioni che compie ( manipolazioni
fisiche o mentali). Anche per la conoscenza collettiva; fonti per lo studio di quest’ultima:
storia della scienza e analisi dello sviluppo delle nozioni scientifiche.

Greci: numeri come proprietà del mondo reale ( come un bambino); poi introduzione di
nozioni come numero negativo o irrazionale, concependo i numeri come classi di classi;
questo percorso è analogo a quello nel singolo individuo che da bambino diventa esperto
matematico.

Dalle operazioni matematiche come azioni sul mondo si passa a un’analisi delle
operazioni per sé stesse, come manipolazioni mentali di simboli.

Ruolo cruciale nello studio della conoscenza per Piaget: biologia; nozione fondamentale
darwiniana è quella di adattamento.

Piaget: L’intelligenza umana è una forma di adattamento all’ambiente.

4.L’INFLUENZA DELLE TEORIE DI PIAGET

Piaget 1964 sintetizza il suo lavoro in due nozioni: genesi e struttura.

Struttura mentale: sistema di operazioni mentali descrivibile in termini di strutture logiche.

Il suo approccio per questo viene classificato: logica mentale.

Genesi : trasformazione che parte da uno stato A e si conclude in uno stato B più stabile.

Genesi e struttura sono inscindibili:

- ogni genesi parte da una struttura e si conclude in un’altra struttura;


- ogni struttura ha una genesi.

Eredità di Piaget nella pedagogia

Smith dichiara che l’opera di Piaget resta un punto di riferimento fondamentale e che la
storia della psicologia dopo di lui è un continuo tentativo di spiegare meglio i fenomeni da
lui scoperti.

Piaget: ruolo fondamentale storia interna e storia esterna.

Concetto di stadio: ha caratterizzato l’uso sociale del modello piagetiano in ambito


pedagogico e ad esso ci si è rifatti per rendere conto dell’insuccesso scolastico in alcune
discipline, es. matematica, con la motivazione che il bambino non ha il livello di pensiero
adeguato al problema proposto(Pontecorvo). Nella visione europea invece, Francia e
Svizzera, la pedagogia ispirata a Piaget è spontaneista ed evita l’intervento diretto
contando sullo sviluppo naturale e sull’auto scoperta.

Due principi divenuti pratica diffusa nell’educazione si rifanno all’influenza di Piaget:

53
1. fare in modo che un bambino apprenda partecipando attivamente all’esperienza di
apprendimento;
2. affrontare i problemi in modo concreto e non astratto, aspettando che il bambino sia
<<cognitivamente pronto>> ad apprendere quelle specifiche nozioni o competenze.

Gli anni ’60 e ’70 : stadio piagetiano della psicologia dello sviluppo.

5.GLI SVILUPPI: LE TEORIE POSTPIAGETIANE e LA SCUOLA DI GINEVRA

Anni ’80 e ’90 : Piaget considerato un punto di riferimento per chi studiava lo sviluppo
cognitivo.

Si sono confrontate con esso nuove teorie , come quella di Pinker e Macnamara con
ipotesi della continuità : i bambini e i giovani non si differenziano per alcun aspetto
fondamentale dagli adulti. I bambini sanno meno e sono meno abili ma questo squilibrio
non è diverso da quello che differenzi individui adulti tra di loro.

Dasen : rilevato nei bambini inuit ( nomadi regioni artiche) come i concetti spaziali si
sviluppassero a un’età molto più precoce rispetto agli ebriè ( sedentari in Africa).

Nell’ultimo trentennio: sviluppo originale di Piaget a Ginevra ( Doise e Mugny).

La psicologia evolutiva anglosassone ha cercato di coniugare l’approccio cognitivista con


le intuizioni piagetiane : Case e Pascual-Leone. Essi ricordano l’impostazione piagetiana
ai modelli cognitivisti che concepiscono l’uomo come un sistema di elaborazione delle
informazioni con vincoli e limati strutturali. Tesi generale: la capacità strutturale
dell’organismo non cambia con l’età a partire dai due anni; cambia invece la capacità
funzionale. Compiti identici sul piano formale risultano di difficoltà diversa perché le
versioni concrete e familiari, e quindi sensate, occupano meno spazio di memoria quando
devono essere rappresentate.

L’eredità più collegata a Piaget si ha con l’opera di Doise e dei suoi allievi: propone una
definizione sociale di intelligenza e di sviluppo . Vengono ripresi molti compiti di Piaget e si
mostra che quando questi compiti vengono affrontati da più bambini, che si coordinano tra
loro, tali coordinamenti svolgono un ruolo causale nello sviluppo cognitivo; tale ruolo può
venire dimostrato con diversi paradigmi sperimentali.

Se si cambia nell’esperimento con la montagna di chiedere il punto di vista non della


bambola ma di un altro bambino il compito può essere reso più complesso ma diventa
facile raggiungere insieme la soluzione.

Una delle caratteristiche del pensiero preoperatorio, secondo Piaget, era quella di
ignorare i punti di vista altrui, dando luogo al pensiero egocentrico . Se però si fa emergere
l’incoerenza derivante dal prendere in considerazione la prospettiva dell’altro, si crea il
<<conflitto socio cognitivo>> che rende esplicite le differenze dei punti di vista e crea le
condizioni per una soluzione corretta del compito.

54
In contesti interindividuali ci si deve impegnare in una relazione con un altro. Questo
paradigma permette di studiare gli effetti di relazioni asimmetriche come in un adulto e
bambino.

Le situazioni studiate mostrano la necessità di una reciprocità ; la cooperazione non


produce un benefico conflitto sociocongitivo se il bambino è costretto ad accettare
passivamente la superiorità del partner.

A Ginevra si continua il suo lavoro nello spirito di uno dei grandi fondatori della psicologia
dell’età evolutiva di inizio secolo: Baldwin, nel 1913 scriveva:

<<la società nella quale i bambini nascono e si sviluppano non può venire concepita come
un aggregato di individui biologici. Si tratta di un insieme di prodotti mentali. […] La società
è un insieme di valori e di stati mentali e morali che si perpetua negli individui>>.

CAPITOLO 8

IL MOVIMENTO COGNITIVISTA

1.LO SCENARIO

Quadro di strapotere del comportamentismo.

Anni ’50: la scuola psicologica che esercitava un dominio sulla psicologia è il


comportamentismo.

- Strutturalismo: esaurito;
- Energie migliori del funzionalismo: confluite nel comportamentismo;
- Psicologia della Gestalt: colpo durissimo con avvento del nazismo in Germania;
- Psicologia clinica è in mano agli psicoanalisti , anche se hanno preso piede le
teorie comportamentali ( prime avvisaglie del massiccio uso di quelle che i
comportamentisti chiameranno tecnologie): le psicoterapie derivate dai principi del
comportamentismo che tendono a mettere in forse la supremazia degli psicoanalisti
in questo settore;
- Psicologia sovietica è ferma solo a Pavlov e al condizionamento classico.

La traduzione del Pensiero e linguaggio di Vygotskij : autentico shock per la psicologia


occidentale.

Sotto l’estrema prosperità del comportamentismo si celava una realtà profonda che
avrebbe condotto in pochi anni a un radicale mutamento del panorama della psicologia

55
sperimentale. Era imminente la rivoluzione cognitivista : capovolto i rapporti di forza
nella psicologia e una sconfitta totale delle posizioni comportamentiste.

2.IL COGNITIVISMO COME FILIAZIONE DEL COMPORTAMENTISMO

Cognitivismo: diretta filiazione del comportamentismo, considerato anche polemicamente;


anche il nome del movimento risetne di questa origine.

Solo dopo il 1967 (uscita Psicologia cognitivista di Neisser) si inizierà a parlare di


psicologia cognitivista e cognitivismo.

Prima, gli stessi cognitivisti seguitavano a ritenersi dei comportamentisti ma in una nuova
fase, quella che Berlyne chiama cenocomportamentismo; secondo egli, il
comportamentismo era entrato nel dopo guerra in una nuova terza fase iniziata con Hebb
(psicologo canadese); egli aveva iniziato una profonda rivoluzione nel modo di concepire il
ruolo del sistema nervoso centrale in rapporto al comportamento.

Hebb

Hebb si era posto il problema delle variabili intervenienti : processi interposti tra stimolo
e risposta che si svolgono all’interno dell’individuo, introdotti dai neocomportamentisti
come costrutti ipotetici.

Hebb era interessato ai processi di mediazione: consentono all’individuo di non


rispondere immediatamente allo stimolo ma creando delle strutture interne ( indispensabili
ai processi di mediazione) al suo sistema nevoso che fanno sì che egli possa comportarsi
avendo a disposizione stimoli e risposte interne.

Per Hebb, si poteva immaginare che i neuroni si organizzassero in assembramenti


cellulari: strutture di neuroni formanti dei circuiti prefissati in cui circolassero per un certo
tempo le informazioni all’interno del sistema nervoso; alcuni già presenti dalla nascita, altri
formati con l’apprendimento.

La circolazione di informazioni negli assembramenti consentiva di ritardare la risposta


rispetto allo stimolo; la formazione di determinati assembramenti costituiva il processo di
memorizzazione; il poter impiegare più assembramenti in sequenze di fase differenti
consentiva di spiegare i comportamenti più complessi sulla base dell’apprendimento di
comportamenti semplici e l’esplicarsi di comportamenti apparentemente nuovi.

Opera di Hobb: decisa rottura con il neocomportamentismo; base per uscire dai modelli
stimolo-risposta della psicologia nordamericana, tuttavia ancora ben lontano dalle
problematiche cognitiviste .

Con Hebb per la prima volta: interesse rivolto ai processi che si svolgono all’interno
dell’individuo sul piano del modello logico dello svolgimento dei processi mentali.

Veniva introdotta dunque una modalità di concettualizzare i fenomeni che consiste nella
creazione di modelli che possono fare riferimento a un’idealizzazione del sistema
nervoso o ai circuiti di un elaboratore. Il modello viene accettato o respinto se il
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comportamento può essere simulato dal modello stesso, o sulla base del funzionamento
del sistema nervoso, o sulla base del funzionamento di un elaboratore programmato per
produrre le funzioni previste dal modello; il fatto che la simulazione dia risultati positivi non
porta ad accettare l’identificazione realistica degli elementi del modello con quelli noti del
funzionamento del sistema nervoso o di un elaboratore.

Interesse del cognitivista: rivolto ai processi mentali visti con occhio realistico, mentre il
substrato fisico del modello può essere accantonato.

3.IL MENTALISMO DEI COGNITIVISTI

La psicologia cognitivista può essere considerata mentalistica.

Termine mentalismo : con l’affermarsi del behaviorismo.

Per i behavioristi : le categorie mentali non potevano essere oggetto di ricerca scientifica
perché non direttamente osservabili.

Vi è una componente epistemologica : la riflessione epistemologica dei


comportamentisti è molto più approfondita di quella dei cognitivisti e notevole è la cura di
valersi dell’opinione dei filosofi della scienza disponibili in due correnti filosofiche :

- operazionismo: per i teorici operazionalisti i concetti corrispondono alle operazioni


attraverso cui vengono effettuate determinate misurazioni; dunque anche lo
psicologo comportamentista ha a disposizione delle precise operazioni di misura
attraverso le quali può definire la situazione ambientale e le risposte del soggetti; i
concetti psicologici sono l’operazione attraverso cui queste misurazioni sono messe
in corrispondenza.
- neopositivismo, prima con l’empirismo ristretto e poi con la prima liberalizzazione
dell’empirismo.

Le variabili intervenienti : costrutti ipotetici che trovano una legittimazione solo quando le
variabili ambientali e comportamentali non riescono a fornire un risultato univoco che
possa essere interpretato senza ambiguità.

Sono un qualcosa che si può ipotizzare per risolvere un’ambiguità.

Es. forza dell’abitudine (sHr) una tipica variabile interveniente introdotta da Hull.

Le risposte si associano agli eventi di stimolazione con differente forza che dipende da un
certo numero di variabili tra cui rilevanti lo stato pulsionale dell’organismo che apprende le
risposte ( es. quanto è affamato) e il numero di ripetizioni del compito.

Quanto è realistica la sHr? Hull la definisce come un qualcosa di realmente esistente ma


celato all’interno del sistema nervoso; ma nessuna operazione è in grado di definirne
realmente il concetto.

Quello detto per la sHr vale per tutte le variabili intervenienti e vale anche per i concetti
sviluppati da Tolman ( il più cognitivista dei comportamentisti).
57
Tolman : concetto di mappa cognitiva = una sorta di rappresentazione mentale che
l’organismo si costruisce dell’ambiente che lo circonda.

Se la psicologia ha come oggetto la capacità ed eventi mentali, ogni concetto mentalistico


viene da Tolman risolto in un sistema di correlazioni tra eventi di stimolazione e risposte
dell’organismo; egli giungerà ad ammettere l’uso dell’introspezione ma non può essere
utilizzata per studiare i contenuti mentali, ma in un tipo di ricerca << in cui si indaga
innanzitutto su qualsiasi variabile interveniente soggiacente alla capacità o all’incapacità di
parlare di ciò>>. È ben lontano dai cognitivisti.

Critica fondamentale dei cognitivisti a Tolman: non ha costruito il ponte tra struttura
mentale e azione.

Altro filone epistemologico di interesse dei comportamentisti: empirismo logico con


Carnap; l’interesse qui è rivolto alla scienza considerata come linguaggio e ai rapporti tra
linguaggio teorico e osservativo e inoltre alla possibilità di definire gli enunciati teorici.

Prima fase : versione ristretta dell’empirismo : si riteneva possibile dare di ogni


concetto teorico una definizione contestuale o esplicita in termini osservabili;

Seconda fase : prima liberalizzazione dell’empirismo : rese necessaria l’introduzione di


altri procedimenti definitori per i termini disposizionali che designano caratteristiche degli
eventi fisici osservabili solo in determinate circostanze. Negli anni ’50 questa
liberalizzazione mostra delle angustie : non è possibile di sperare di definire tutti i termini
teorici in funzione di osservabili e che esistono dei termini primitivi del sistema teorico che
vanno introdotti indipendentemente dall’osservazione. Si ha : seconda liberalizzazione
dell’empirismo.

In questo momento di crisi emerge il cognitivismo .

Cognitivisti: hanno sempre dimostrato una certa noia e disinteresse per le basi
epistemologiche della psicologia.

Il mentalismo dei cognitivisti invece : trova la sua forza nella crisi epistemologica che
attraversa il comportamentismo, che non è più in grado di opporsi e di bollare come
ascientifico tutto ciò che non è direttamente osservabile.

Altra caratteristica che facilitava l’affermarsi di queste concezioni: alludiamo al ricorso dei
modelli ; l’interesse dei cognitivisti è sempre stato rivolto più all’individuazione di modelli
anche limitatissimi, che fossero però in grado di spiegare perfettamente un singolo
comportamento in ogni minimo dettaglio.

Per il cognitivista: il modello = è una rappresentazione semplificata della realtà che non
pretende di costituire una riproduzione fedele di ciò che vi può essere nel sistema nervoso
di un individuo, ma è assolutamente realistico per ciò che riguarda le funzioni svolte dalla
mente.

58
Mentalismo dei cognitivisti: caratteristiche molto peculiari che lo portano a distinguersi dal
mentalismo metafisico.

I modelli che i cognitivisti costruiscono: sono in origine derivati dai modelli cibernetici, in
termini di flusso di informazioni che vengono elaborate a vari stadi nel corso del loro
passaggio all’interno dell’organismo; ciò consente anche l’utilizzo della simulazione
mediante calcolatore elettronico.

Altra caratteristica dell’uso dei modelli ( Longo) : lo psicologo si trova di fronte ad eventi
non univocamente definiti, con contorni ambigui e sfumati; l’uso dei modelli consente di
superare l’ambiguità perché nella rappresentazione ridotta e semplificata della realtà che il
modello costituisce, ogni elemento è definito con precisione. Tutto ciò si paga x es. in
generalizzabilità dei risultati ottenuti.

Cognitivismo: ha finito spesso per allontanarsi dalla vita reale con modelli sempre più
sofisticati, ma lontani dalla vera vita quotidiana dell’uomo.

4.LO SVILUPPO STORICO DEL COGNITIVISMO

Il cognitivismo non è una scuola , non vi è mai stato un manifesto.

Mancando a una data ufficiale di inizio, la storia può essere fatta risalire agli anni della
seconda guerra mondiale quando Craick (giovane psicologo di Cambridge) iniziò delle
ricerche sul comportamento di tracking concependo l’uomo come servomeccanismo.

Tracking : compito in cui vi è un bersaglio mobile che si sposta su uno schermo e al


soggetto viene chiesto di tenere allineato un segnale con il bersaglio ( nel caso più
semplice costituito da una pista che scorre ) e il segnale da una penna scrivente.

Osservazione fondamentale : il soggetto umano non appare in grado di operare più di una
correzione ogni mezzo secondo .

Craick ipotizzò la presenza, all’interno dell’organismo, di un meccanismo decisore che


doveva impiegare almeno mezzo secondo per elaborare le informazioni in arrivo e che
non era in grado di elaborare un nuovo lotto di informazioni se non erano state elaborate
tutte le precedenti.

- L’uomo poteva essere concepito come un laboratorio di informazioni, un servo


meccanismo di tipo cibernetico.

- L’uomo aveva un tipo di funzionamento discreto

- Il meccanismo decisori era unico, e non potevano essere seguite più cose alla
volta.

59
Inoltre egli riscopriva l’enorme importanza del tempo impiegato a compiere le azioni.
Tali conclusioni vennero confermate da altri ricercatori di Cambridge: questa città inglese
avrà un’importanza fondamentale per la nascita del cognitivismo.
La preoccupazione degli psicologi inglesi non era quella di condurre studi asettici di
laboratorio, ma studi applicati sul comportamento dell’uomo nelle più diverse condizioni di
vita, realmente riscontrabili nell’ambiente.
Vi era anche l’interesse per la vigilanza.
Alla convinzione che l’uomo fosse in grado di eseguire un unico compito per ogni altra
decisione, si aggiunse nel 1956 la dimostrazione di Miller che vi era un altro limite molto
severo il funzionamento dei processi cognitivi dell’uomo, costituito dalla quantità di
informazioni che si possono elaborare alla volta; Miller fissava tale limite in sette, più o
meno due, pezzi di informazione secondo i compiti eseguito.
Ciò valeva per la memoria breve termine come per i giudizi assoluti, come per la quantità
di apprensione. I pezzi non sono singoli elementi ma il problema che poneva Miller era
quello delle strategie necessarie per poter introdurre pezzi sempre più grandi e ricchi di
informazioni, in modo da poter superare limiti di elaborazione del sistema.
Si era accennata la memoria a breve termine: è uno dei temi principali della ricerca della
psicologia cognitivista.

Nel 1956 Brown trae questo tema dell’oblio.


La memoria era stato un importante tema di studio dei comportamentismo; secondo i
comportamentisti non avrebbe avuto alcun senso distinguere tre diversi tipi di memoria a
seconda dei tempi di memorizzazione; il processo di ritenzione avrebbe dovuto essere
unico.
Dopo gli studi pionieristici di Brown, dovevano rapidamente emergere delle differenze
fondamentali tra memoria lungo e a breve termine (o meglio tra memoria secondaria e
primaria) .
Si potè dimostrare che se la memoria secondaria è suscettibile ai processi di interferenza
sul piano semantico, per ciò che riguarda la memoria breve termine non si rilevano
interferenze di questo tipo mentre se ne riscontrano di tipo fonologico.
Uno dei più interessanti risultati relativi alla memorizzazione è emerso dalla ricerca di
Sperling del 1960: egli poteva rilevare con una tecnica particolarmente ingegnosa che a
fianco della memoria primaria e di quella secondaria era dimostrabile l’esistenza di una
memoria a tempi di immagazzinamento molto più brevi (entro i 500 ms) e con modalità di
funzionamento ha fatto diverse.
L’importanza che hanno avuto discipline come la cibernetica e la teoria dell’informazione
per lo sviluppo del cognitivismo sono raccolte nell’opera Piani e strutture del
comportamento: in questa gli autori tentarono di dare alla psicologia un’unità di analisi che
potesse sostituire il riflesso.
Questa opera nasce dalla collaborazione originata a Stanford nel 1960 con Miller,
Galanter, Pribram.
Essi ritennero di poter individuare tali unità nel piano di comportamento, cosiddetta unità
TOTE (dalle iniziali test-operate-test-exit).ogni volta che un individuo deve compiere

60
un’azione, si verifica nell’ambiente se la situazione è congruente con gli obiettivi
dell’azione che deve svolgere.
Es. Se la persona deve appendere un quadro al muro: per prima cosa ( test) verificherà se
il chiodo è già presente nella posizione voluta. Se la risposta affermativa, passerà
all’azione seguente altrimenti dovrà operare (operate) per piantare i chiodi nella posizione
voluta. Successivamente verificherà se il chiodo è piantato risponde requisiti che si era
posto (TEST). Se è così si avrà l’uscita (ex) dall’unità TOTE per passare all’unità
successiva. Se la verifica è insoddisfacente si dovrà operare di nuovo per correggere,
finché il test non accerterà la congruenza tra obiettivi e stato dei fatti.
Si tratta di strutture gerarchiche e ogni unità può essere suddiviso nel numero definito di
sotto unità o confluire in unità più ampie. Interessante era inoltre il fatto che vi era una
larga parte dell’opera dedicata ai piani per parlare, con riferimento esplicito alla
psicolinguistica generativo-trasformazionale di Chomsky.
La considerazione del linguaggio fino agli anni ‘50 era in mano gli strutturalisti. Lo
strutturalismo aveva relativamente trascurato l’utente linguistico.
Chomsky significò una rottura nei confronti del comportamentismo e nei confronti dello
strutturalismo con due opere: le strutture della sintassi (1957) e la recensione di Verbal
Behavior di Skinner (1959). Secondo Chomsky era indispensabile ammettere che
nell’uomo il linguaggio aveva una base innata. Scriverà che l’uomo apprende a parlare con
me uccello a cantare nidificare. Egli distingueva accuratamente tra competenza cioè
conoscenza della lingua da parte del parlante ed esecuzione ossia la produzione reale.
All’inizio Chomsky fissò la sua attenzione sugli aspetti sintattici.
La sua linguistica è detta generativo-trasformazionale perché mira ad individuare le
regole attraverso cui le frasi vengono generate, e attraverso cui sullo stesso nucleo di
significato vengono operate delle trasformazioni.
Ben presto si rese conto della necessità di attribuire maggiore importanza ai problemi
semantici.
Gli anni ‘50 furono gli anni di rottura tra cognitivismo e comportamentismo; furono aperte
nuove strade per la ricerca e anche nuove metodologie.
Gli anni ‘60 e la prima metà del ‘70 furono gli anni del riconoscersi e della
sistematizzazione delle nuove concezioni.
Furono anche gli anni però della frantumazione della teoria, di rifugiarsi da parte degli
psicologi cognitivisti i modelli sempre più astratti e lontani dalla realtà.

5.LA PROSPETTIVA ECOLOGICA : MODULARISMO E CONNESSIONISMO

Si avverte sempre più l’esigenza di un ritorno alle grandi teorie. All’interno dello stesso
cognitivismo si è aperta una riflessione critica.
L’inizio di questa riflessione può essere fatto risalire al convegno dell’ottobre del 1972 alla
Pennsylvania State university sui processi cognitivi e processi simbolici; in
quest’occasione si assiste al rifiuto dei micro modelli e all’affacciarsi di sostanziali
perplessità per quanto riguarda l’analogia tra uomo e calcolatore o meglio dell’uomo
concepito in puri termini di elaborazione delle informazioni.

61
Il punto forse più significativo di questa riflessione è rappresentato dalla pubblicazione nel
1976 del libro di Neisser conoscenza in realtà: molte polemiche .
Egli muove tre fondamentali critiche alla psicologia cognitivista e con il suo psicologia
cognitiva del 1967 sia l’inizio ufficiale del cognitivismo.
Innanzitutto egli ritiene che vi sia stato un progressivo restringimento di campo, con
un’attenzione focalizzata sull’esperimento di laboratorio e sempre meno rivolta al mondo
esterno. Secondo egli se le ricerche attuali sono sempre più sofisticate ingegnose, allo
stesso tempo ci si domanda quanto siano produttive.
Si assiste a un progressivo ripiegarsi della ricerca su se stessa e gli esperimenti che
vengono effettuati sembrano rivolti alla situazione sperimentale stessa e sempre meno a
comprendere il funzionamento dell’uomo.
La critica che egli muove al concetto di elaborazione delle informazioni che soffre di
un’ambiguità di fondo; di fatto esso muta del tutto significato nel momento in cui le
informazioni vengono definiti in modo diverso da differenti autori.
Secondo Neisser le informazioni che l’individuo elabora vanno viste nell’ambiente perché
è lì che sono e dell’ambiente che le offre.
Nella sua nuova concezione, l’individuo possiede nella sua struttura cognitiva degli schemi
che gli consentono di coglierle. Così si afferma una nuova linea all’interno del cognitivismo
che si chiama ecologica.
Sarà proprio Gibson il nume ispiratore.
Gibson rifiuta quello che è il postulato primo dello stesso cognitivismo: la mente come
capace di rappresentazione ed elaborazione delle informazioni.
Per lui tutto ciò è il rilevante: le informazioni sono già presenti nello stimolo array , Nella
stimolazione come si presenta direttamente al soggetto; era questo possono essere
direttamente colte flussi informazionali. E hanno senso per l’organismo che le cose
direttamente dalla stimolazione in quanto affordances ( fornire, presentare) presentate all’
ambiente .
La prospettiva ecologica ha notevole successo.
Tra l’altro e soffre strumenti di analisi dei problemi percettivo-motori. In direzione opposta
abbiamo la scienza cognitiva.
Questo movimento che nasce nel 1977, quando Collins, Charniak e Schank fondare una
nuova rivista. Il programma della rivista è un enunciato: esiste un insieme di problemi
comuni, che riguardano l’intelligenza naturale artificiale per studiosi provenienti la
psicologia cognitiva e sociale, linguistica eccetera.
Le questioni possono incontrarsi sono costituite dalla rappresentazione delle conoscenze,
la comprensione del linguaggio eccetera.
Il punto di partenza è rappresentato dalle ricerche sulle reti semantiche.
L’anno successivo gli studiosi della scienza cognitiva fondare una società, il cui primo
congresso sia a La Jolla nell’agosto del 1979.
È un congresso di definizione di questa scienza cognitiva che è una vera e propria
disciplina autonoma con provenienza apporti multidisciplinari.

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Qui Norman stabilisce in 12 punti le aree di indagine della disciplina: sistemi di credenze,
coscienza, evoluzioni, emozioni, interazioni, linguaggio, apprendimento, memoria,
percezioni, prestazione, abilità, pensiero.
Sia quindi scienza cognitiva da un lato impostazione ecologica dall’altro e in comune è il
rifiuto dei micro modelli ma mentre per i sostenitori dell’indirizzo ecologico abbastanza
esplicito rifiuto in generale dell’analogia dell’uomo con il calcolatore, per i sostenitori della
scienza cognitiva vi è una forte accentuazione dell’intelligenza artificiale e dell’utilizzo della
simulazione. I due paradigmi che hanno dominato negli anni ‘80 il campo nella scienza
cognitiva sono il modularismo e connessionismo .
Le opere che gli hanno imposto all’attenzione degli studiosi sono comparse negli anni 80:
si tratta di un importante libro di Fodor: la mente modulare, e un articolo di Hopfield.
Il modularismo nella versione di folder prevede un’architettura cognitiva distinta in moduli
che trasformano computazione al mente gli input stessi in rappresentazioni che offrono
alla parte centrale del sistema cognitivo. Tali sistemi di analisi dell’input hanno queste
sostanziali caratteristiche:
- sono specifici per dominio ossia possono analizzare dei tipi di input molto
particolare differenziati da modula modulo.
- Il loro funzionamento è obbligato.
- C’è solo un accesso centrale limitato per le rappresentazioni che comportano ossia
i livelli intermedi di analisi dell’input sono relativamente in accessibile agli Stati
centrali di coscienza.
- Sono dotati di notevole velocità di funzionamento. Sono i capsulati informazione al
mente ossia non possono avere accesso né in generale alla rappresentazione delle
conoscenze dell’individuo né ad informazioni comunque provenienti da altre parti
del sistema cognitivo.

Questo modello ha riscosso un notevole successo soprattutto in neuropsicologia. Negli


anni ‘80 e ’90 la forte presenza dei sostenitori del connessionismo si fa avanti. Essi si sono
affermati in modo clamoroso tanto da far parlare di nuovo paradigma della scienza
cognitiva, sotto due ordini di considerazioni: tecnologiche e psicologiche.
Dal punto di vista tecnologico, la struttura dei calcolatori si è rilevata sempre più
inadeguata rispetto ai compiti in continuo incremento di complessità loro affidati: essi sono
concepiti in base a un’architettura sequenziale e passiva.
Sul versante neuropsicologico esiste una notevole incongruenza tra l’hardware del
sistema nervoso centrale e quello dei calcolatori. L’hardware infatti opera con elementi
relativamente lenti ma il numero delle interconnessioni tra elementi è paurosamente
elevato.
I calcolatori avevano operato con elementi rapidissimi operanti se realmente.
Al contrario, il sistema nervoso opera con elementi relativamente lenti.
Ora la stessa modellistica non aveva sino agli anni 80 tenuto conto di questa differenza.
Tipicamente i modelli che si sono affermati nel paradigma dello Human information
processing sono stati modelli seriali.

63
La modellistica si è indirizzata verso i connessionismo con l’elaborazione di modelli di
funzionamento parallelismo passivo. Si tratta di modelli tra l’altro compatibili con la
concezione interattiva di campo della psicologia della Gestalt.
Come notano Hatfield ed Epstein, i principi di minimo o di economia che regolano il
funzionamento del campo possono essere concepiti anche attraverso l’interazione diretta
di numerosi eventi mutuamente indipendenti.
I modelli connessionisti a parallelismo massivo consentono di far uscire queste nozioni
dal vago, ma tendono a risolvere anche la controversia tra modelli processuali e modelli
computazionale.
Il modello di tipo connessioni sta che appare meglio in grado di dar ragione dei fenomeni
di campo è quello sviluppato da Grossberg e dal suo gruppo.
Il movimento cognitivista in conclusione appare diversificati in psicologia ecologiche
scienza cognitiva.
Un dato in comune di entrambe le posizioni è costituito da un ampliamento del respiro
teorico.

CAPITOLO 9

LA PSICOLOGIA FRA SCIENZA COGNITIVA E BIOLOGIA

1.SCIENZA COGNITIVA

Alcune problematiche classiche ( studio processi cognitivi, neuropsicologia e psicologia


del linguaggio) : entrano a far parte dell’intreccio interdisciplinare che prende il nome di
scienza cognitiva.

I capitolo principali

Consideriamo un’introduzione alla scienza cognitiva come quella di Stellings e colleghi,


vengono illustrati i seguenti principi:

- Un processo di raccolta ed elaborazione delle informazioni permette a un


organismo o a un sistema di produrre risposte appropriate in funzione delle
condizioni ambientali;
- Tali informazioni devono venire rappresentate così da essere computabili;
- Una volta distinto il dominio della realtà su cui operiamo con un algoritmo dalle
proprietà dell’algoritmo, possiamo descrivere formalmente le operazioni di cui si
avvale quel dato algoritmo indipendentemente dai contenuti;
- La scienza cognitiva è una scienza universale nel senso che gli scienziati cognitivi
si muovono la ricerca di meccanismi generali di elaborazione delle informazioni;
- I processi di elaborazione delle informazioni possono venire analizzati a diversi
livelli;

64
I capisaldi teorici della scienza cognitiva sono proprio il ricorso a più livelli di analisi e
l’attenzione ai modi in cui i vari livelli sono incorporati in organismi naturali o artificiali.

Cruciale è il rapporto con la biologia: come i biologi ( scoperta: la vita emerge da


organizzazioni di materia ed energia, e non da una forza vitale) , la scienza cognitiva
procede assumendo che la cognizione emerge da strutture e processi mentali.

Ciò spiega come mai gli scienziati cognitivisti considerino le neuroescienze uno dei
capisaldi centrali della disciplina.

La scienza cognitiva è divisa in :

1. psicologia;
2. linguistica;
3. informatica ( computer science) ;
4. filosofia;
5. neuroscienza.

Ciascuna di queste discipline mantiene la sua identità e autonoma.

Per quanto concerne le conoscenze di ciascuna disciplina , è in corso un intreccio sempre


più stretto che sta dando luogo a un settore di ricerca nuovo.

Supposizione : la nascita della scienza cognitiva influenzerà la storia della psicologia del
XXI secolo; perché?

Perché per la prima volta la psicologia non viene condizionata dall’esterno ma concorre
alla creazione di nuovi saperi.

La scienza cognitiva è diversa da tutte le grandi scuole; non è un punto di vista sull’uomo,
ma è l’interazione di alcune tematiche che tradizionalmente appartenevano a discipline
diverse ma che, con il loro sviluppo, hanno trovato un terreno comune.

La nascita ( testimoniata da Unified Theories of Cognition di Newell 1990) ha trasformato


il panorama della storia della psicologia.

Si tratta di costruire un modello stilizzato di una serie di dati o meccanismi psicologici e di


controllare quanto questo modello sia in grado di rendere conto dei dati noti e di
descrivere e prevedere fenomeni analoghi( una metodologia utilizzata dagli economisti).

2.IL PRIMO DECENNIO DEL XXI SECOLO

Movimento cognitivista: due anime =

- scienza cognitiva
- psicologia ecologica: rapido sviluppo ; la prospettiva di Darwin ha sempre più
influenzato la psicologia evoluzionista

65
Psicologia evoluzionista

( rif. Anello di Wertheimer – Benussi)

Oggi gli psicologi evoluzionisti suppongono che il sistema visivo funzioni essendo il
risultato di adattamenti ottimali per l’esplorazione di ambienti sconosciuti. L’evoluzione ha
creato un sistema visivo funzionale al riconoscimento di oggetti.

È stata la profonda e prolungata influenza della fisica ( scienza che descrive gli oggetti e
gli eventi naturali) a favorire le proprietà misurabili degli stimoli come punto di partenza per
una scienza della percezione.

Gli scienziati cognitivisti considerano finalmente il sistema visivo come un meccanismo


autonomo volto all’azione.

Si basa su ipotesi e parte da un fatto certo: il funzionamento dei processi cognitivi è


indipendente da quel che sappiamo delle proprietà fisiche della stimolazione; possiamo
costruire un modello della percezione come sistema che prende decisioni, rapide e
inconsapevoli, sulle possibili proprietà degli oggetti e degli eventi presenti nell’ambiente.

Disporre diverse fonti per controllare un’ipotesi è un grande vantaggio.

Se tutti i dati raccolti convergono nel verificare un modello, e nel respingere modelli
alternativi, allora il modello è accettabile fino a quando non viene rimpiazzato da uno più
perfezionato.

Purtroppo la psicologia evoluzionista è spesso oggetto di divulgazioni frettolose, volte a


spiegare troppo rapidamente il funzionamento dell’uomo e della società; questo è grave
perché si contribuisce a diffondere l’idea che un certo comportamento è fisso e
prestabilito.

La realtà invece è che il filone della psicologia evoluzionista mostra non solo la grande
capacità di adattamento dell’uomo, ma anche che le piccole differenze nei modi di
rappresentarci le informazioni innescano spesso notevoli modificazioni del
comportamento.

Cervello e scienze cognitive

Il tentativo di operare il collegamento tra capacità mentali e localizzazioni cerebrali è


antico.

Già nel 1861 Paul Broca descrisse un paziente che , dopo una lesione cerebrale, riusciva
a dire solo tan. Dopo la morte, l’autopsia dimostrò una lesione in una porzione limitata del
lobo frontale di sinistra; da allora sappiamo dove, nel cervello, è localizzata la
produzione delle parole.

Si tratta del principio della scomposizione: presuppone che il funzionamento del


cervello sia basato sull’interazione di aree isolabili deputate a funzioni diverse e
relativamente indipendenti.
66
Alla fine delgli anni del 1880, Angelo Mosso ( fisiologo italiano) studiava le variazioni della
pressione el sangue nelle arterie cerebrali che accompagnano le pulsazioni del cuore (
battito cardiaco). Diede inizio al processo che avrebbe portato alla tecnica delle neuro
immagini basata sul funzionamento di una macchina. Ancora oggi il punto di partenza è il
principio di scomposizione : quando una determinata funzione mentale è in atto, le aree
cerebrali in essa coinvolte sono più attive delle altre.

Il ricercatore vuole individuare le aree cerebrali coinvolte nelle funzioni mentali; per fare ciò
è necessario una pulizia delle attivazioni : la più usata è quella concepita da Donders
(1868) e perfezionata da Sternberg.

Si tratta di sottrarre le attivazioni collegate all’attività mentale che vogliamo studiar da


quelle non specificamente collegate a quel compito.

Es. accertare quali aree sono coinvolte in una moltiplicazione a mente :

- lo sperimentatore presenta due numeri;


- il compito consiste nel moltiplicare un numero per l’altro;
- chi partecipa pronuncia ad alta voce il risultato dell’operazione ;
- il compito di controllo potrebbe consistere nella semplice ripetizione dei due numeri
presentati;
- se noi sottraiamo alle attivazioni prodotte dal compito sperimentale quelle prodotte
dal compito di controllo, possiamo ritenere di avere isolato le aree particolarmente
interessate a quel compito.

La macchina che ci permette di misurare i diversi livelli di attivazione innescati rileva


l’acqua presente nel sangue che circola nel cervello: se è un’area più attiva di un’altra,
circolerà più sangue, e quindi anche più acqua.

La neuropsicologia classica riusciva a corroborare i diversi modelli di funzionamento della


mente confrontando le capacità cognitive di soggetti normali e di persone con lesioni
cerebrali.

Scoperta più importante : neuroni specchio, grazie ai lavori di Giacomo Rizzolati


(neurofisiologo).

Neuroni : cellule specializzate per trasmettere impulsi nervosi, ossia per scambiarsi info.

La frequenza di scarica di un neurone : rilevabile con microelettrodi; così è possibile


indagare le risposte dei neuroni in situazioni sperimentali.

1992 Rizzolati scoprì che in alcune aree dei lobi parietale e frontale del macaco, vi sono
neuroni che rispondono in modo selettivo a gesti effettuati con un certo scopo.

Es. un neurone può rispondere quando la scimmia allunga il braccio per afferrare con la
mano del cibo portandolo alla bocca. Non risponde invece quando la scimmia compie un
gesto diverso oppure compie il gesto di afferrare qualcosa di non commestibile.

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Si parla di neuroni specchio perché quello stesso neurone risponde quando osserva
un’altra scimmia o un essere umano che afferra del cibo e se lo porta alla bocca.

Il neurone risponde parimenti se il cibo è afferrato e portato alla bocca con un utensile.

Il neurone non risponde a uno specifico movimento, ma allo scopo di un gesto, sia che il
gesto sia eseguito che osservato.

Non è necessario che che l’intera traiettoria del movimento sia visibile.

Nell’uomo non è possibile registrare attività di singoli neuroni, per ragioni etiche.

Studi con tecniche di neuroimmagini : hanno dimostrato che aree cerebrali che
contengono neuroni specchio sono presenti anche nel cervello umano; nel caso del loro
malfunzionamento , la persona ha difficoltà a comprendere lo scopo del comportamento
altrui.

Così si è scoperta l’origine delle patologie caratterizzate da limiti nella gestione dei rapporti
sociali.

Es. nell’autismo , le difficoltà di intrattenere relazioni, comprendere emozioni degli altri ecc.
sono attribuibili al malfunzionamento dei neuroni specchio.

3.L’IMPATTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE

3.1. La mente estesa

Smartphone = estensioni della mente umana.

Se noi consideriamo qualsiasi strumento intelligente esterno come una forma di mente
estesa, il processo è cominciato quando l’homo sapiens ha iniziato a disegnare le proprie
imprese nelle pareti delle caverne .

L’esternalizzazione della mente : creazione di tecnologi che riescono a integrare anche


le capacità mentali.

Memoria: prima funzione della mente a ricevere un grande aiuto grazie all’invenzione
della scrittura.

Altri studiosi accettano solo una definizione più stretta di attività mentale come soltanto
l’insieme dei processi di cui i cervelli sono capaci. Non sono importanti le definizioni
dell’area di estensione della mente umana; l’importante è come quest’ultima si integri
sempre più spesso come una componente facente parte dei sistemi più complessi.

Dei primi due decenni del nuovo secolo, la scienza cognitiva è caratterizzata da due spinte
non convergenti :

1. spinta verticale verso il basso, dalla mente verso il cervello: ha prodotto varie
forme di divulgazione scientifica volte a far credere che le nuove tecniche
permettano di fotografare il cervello mentre produce i processi mentali.

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2. spinta orizzontale verso l’esterno.

Ci porteranno a esiti oggi ignoti e spesso colpiscono la fantasia dei media che
contribuiscono a confondere le idee.

Si costituisce il circuito che ha dato luogo alle nuove neuro – discipline.

L’uso continuo di menti esterne introduce nuove strategie nell’uso delle capacità del
cervello.

Ricerca di Sparrow, Liu e Wegner : effetti dell’uso di Google sulle strategie di


memorizzazione. Alcune affermazioni , cui si doveva rispondere con vero o falso,
richiedevano, da parte degli utilizzatori sistematici di google, tempi più lunghi per la
risposta. La disponibilità continua a Google cambia lo stile di stoccaggio e recupero delle
informazioni di coloro che lo usano più spesso perché si tende a non mettere dentro la
testa quel che si sa reperibile in questa mente esterna; se si dice a un gruppo di persone
utilizzatrici che le informazioni non saranno recuperabili su Google, e a un altro gruppo
che ci resteranno indefinitamente, il secondo gruppo le ricorda peggio; questo cambia
strategia di memorizzazione e tende a non immagazzinare in memoria artificiale esterna.
Insomma il ricorso sistematico a Google conduce a un cambiamento nelle strategie di
recupero dei ricordi e delle conoscenze, integrando la memoria naturale con quella
artificiale. Noi diamo alla memoria una definizione funzionale e non ristretta soltanto alle
basi cerebrali, quelle che localizziamo con le neuro immagini.

3.2.Psicoterapie e nuove tecnologie

Nell’ultimo decennio: progressi nel controllo scientifico dell’efficacia delle diverse terapie
psicologiche; hanno lasciato sullo sfondo il peso complessivo delle disfunzioni sociali
dovute a malattie mentali.

Negli Stati Uniti : alcolismo e uso di droghe colpiscono circa 30.000.000 di persone.

Dal 2015 al 2018: lunghezza della vita media si è accorciata a causa dei morti per
overdose. Il costo è superiore ai 700 miliardi di dollari annui.

Nel caso delle malattie mentali,sommando l’assistenza, la gestione dei servizi e la


mancata produttività , si giunge quasi a 200 miliardi di dollari l’anno di costi.

Più di un milione di veterani statunitensi, reduci delle varie guerre, ricevono assistenza
psicologica.

I progressi della psicologia e della medicina non sono riusciti ad alleviare le sofferenze
delle popolazioni, né i costi per le società di tali disfunzioni; ne consegue che la
maggioranza delle persone che soffrono di disturbi mentali non viene curata
adeguatamente ( motivo x es. è la distribuzione geografica). Si è aperto così un nuovo
fronte grazie alle nuove tecnologie che cercano di sopperire alle difficoltà di distribuzione
delle cure.

Diffusione di internet: grandi potenzialità.


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Sono state provate terapie a distanza per ridurre il fumo e l’uso di droghe ottenendo
risultati promettenti, e sono state condotte intere sessioni di psicoterapia tramite sedute
telefoniche. La terapia consiste nel fornire cure sartoriali, tramite audiovisivi e altro
materiale precodificato.

Queste forme di autoeducazione diventeranno sempre più rilevanti; l’utilizzo delle nuove
tecnologie inizia a rivolgersi ai problemi dei disordini alimentari e della conseguente
obesità.

4.LA CONOSCENZA SITUATA

Sviluppo psicologia del XXI secolo : due assi.

La spinta verso l’esterno : nuova forma che prende una tendenza mai sopita della
psicologia.

Fin dai tempi di Vygotskij si è sostenuto che le attività mentali vanno analizzate nei loro
scenari ambientali e sociali. Oggi la spinta verso l’esterno ha dato luogo al movimento
denominato conoscenza situata, per indicare la rilevanza degli scenari esterni in cui si
svolgono le attività umane.

In questo movimento è presente oggi una reazione alle forme più radicali della scienza
cognitiva tradizionale. Tre tesi cruciali:

1. la cognizione non dipende soltanto dai processi cerebrali, ma anche dal corpo
( embodied cognition);
2. l’attività cognitiva si esercita non solo in laboratorio, ma anche in ambienti sociali e
naturali ( embedded cognition);
3. i confini della mente vanno al di là dei confini del corpo, in cui è localizzato il
cervello di chi pensa e agisce ( extended mind).

Alcune ricerche che mostrano l’interazione tra attività motorie del corpo e processi
cognitivi

Si è dimostrato che i tempi di reazione nel cogliere i significati di parole con valenze
positive e negative, es. amore e odio, sono collegati a compiti come spingere con forza
una leva lontano da sé oppure attirarla verso di noi.

C’è una congruenza dunque tra significati positivi o negativi e azioni come attirare o
respingere ( Chen e Bargh 1999). I tempi di reazione sono più bassi quando c’è una
congruenza tra parola e azione ( amore: attirare; odio = respingere).

Nei compiti di ragionamento e di soluzione di problemi molto astratti, il manipolare


materialmente i simboli può facilitare il raggiungimento della soluzione.

La gesticolazione influenza i modi di pensare .

Un classico compito : Torre di Hanoi = spostare dei dischi da una pila all’altra, in modo
che siano ordinati, dal più grande al più piccolo; la spiegazione di questo problema viene
70
facilitata se ci si può aiutare con l’uso delle mani; ciò dimostra che il gesticolare aggiunge
informazione alla rappresentazione mentale di un compito quando le persone lo spiegano
ad altre.

Altro compito : muovere un solo fiammifero così che delle equazioni algebriche diventino
correte: equazione scorretta: VI= VII+I ; va modificata trasferendo un solo fiammifero in
VII : VII= VI+I o anche più difficili per esempio modificare un n. romano spostando un
fiammifero all’interno di un numero.

La soluzione di questo compito è facilitata se è lecito maneggiare i fiammiferi di persona.

La mente umana lavora meglio quando può appoggiarsi su artefatti esterni.

Il sistema computer-rete costituisce la più potente estensione della mente umana.

CAPITOLO 10

LA SECONDA DECADE DEL SECOLO E IL SISTEMA COMPUTER-RETE

1.UN BILANCIO E UN NUOVO PARADIGMA

Computer ( sistemi di calcolo numerico) : punto terminale di un percorso iniziato con


l’invenzione degli abachi usati 4.000 anni fa.

L’invenzione del sistema computer-rete costituisce un salto qualitativo, un nuovo


paradigma. I motivi sono molti, i più rilevanti:

1. Potenza: la rapidità di calcolo su grandi masse di dati.


2. Controllo: l’assenza di conoscenza e controllo degli algoritmi che fanno funzionare
i computer da parte di chi li usa.
3. Esternalizzazione: nuova forma di inconscio, una sorta di inconscio artificiale il cui
funzionamento sfugge ai non esperti ( quasi tutta l’umanità).
4. Calcolo: interazione tra questo sistema esterno con il funzionamento del nostro
cervello ha influenzato anche i settori tradizionali della psicologia, percezione e
pensiero = vengono sempre più considerati come calcoli rispetto a una descrizione
probabilistica del nostro rapporto con il mondo; ci muoviamo nell’ambiente grazie a
calcoli probabilistici e a processi che funzionano bene prorpio perché sono
automatici.
5. Automatismi: questi calcoli automatici e rapidi = frutto della selzeione della specie
che ha premiato risposte veloci e immediate dell’organismo;
6. Simulazioni: con computer si possono simulare modelli del funzionamento della
mente umana e prevedere nuovi fenomeni.
7. Artificiale : si possono creare ambienti artificiali, con agenti artificiali e si possono
studiare forme di apprendimento di tali agenti.

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I grandi progressi : innescati dal perfezionamento delle tecnologie che ci permettono di
collegare le funzioni mentali alle basi cerebrali.

Le funzioni prodotte dal cervello, interagiscono con il nuovo sistema computer-rete.

L’epoca delle scuole è finita per sempre.

Ora, l’unica caratteristica che distingue gli umani dalle macchine è la capacità di avere
coscienza delle azioni e delle scelte.

Il sistema computer-rete è stato costruito dall’uomo; il nostro cervello è il prodotto di un


lunghissimo processo di cambiamenti evolutivi.

È la coscienza che ci permette quel libero arbitrio che rende donne e uomini irriducibili a
una macchina; tuttavia le macchine sono in grado di percepire il mondo e in molti compiti
sono diventate più efficienti degli uomini.

2.LA RETE, UNA RIVOLUZIONE

Rete: sistema globale che riceve in entrata (input) le informazioni e le comunicazioni


funzionali alle attività di chi lavora e i contatti utili per il tempo libero; restituisce in uscita
(output) risposte: immagini, musiche, storie.

La quantità delle documentazioni registrate aumenta ogni anno : in rete nulla va perso.

La possibilità di formazione delle coppie è stata rivoluzionata dalla rete ( Stati Uniti
soprattutto).

1971 il futuro premio Nobel Herbert Simon : <<quello che viene consumato
dall’informazione è alquanto ovvio: l’informazione consuma l’attenzione delle persone a cui
è rivolta>>.

Per molto tempo la psicologia ha studiato l’uomo servendosi dei risultati degli esperimenti
condotti nei laboratori; ora gli psicologi possono aprire il vaso di Pandora della rete e
attingere ai suoi contenuti per capire comportamenti, stati d’animo ed emozioni. Hanno la
possibilità di fare rivelazioni continue, analizzare e depositare quanto depositato in rete.

La rete di oggi si comporta meglio del vaso di Pandora , perché contiene sia mali sia la
possibilità di fare cose buone e utili.

La rete non si svuota mai ma continua ad alimentarsi delle frequentazioni delle persone
che vi accedono . Ogni giorno :le persone stano in rete circa 3 ore, i giovani più.

Albori della psicologia : segnati dal celebre episodio del licenziamento di Kinnebrook;
l’attenzione degli astronomi era sollecitata al punto di far sorgere differenze sistematiche
tra i tempi di reazione dei diversi osservatori; Kinnebrook viene licenziato perché Lord
Maskelyne (capo), ignora che i meccanismi dell’attenzione funzionano in modi di cui lui, e
tutti noi, siamo inconsapevoli ( non affiorano alla nostra esperienza diretta). Maskelyne
72
aveva frainteso la natura delle differenze sistematiche tra gli individui nei processi
d’interazione con le macchine; aveva creduto che si trattasse di scarsa coscienziosità da
parte del povero Kinnebrook. Così per la prima volta: l’ignoranza del funzionamento dei
processi mentali non accessibili alla coscienza condusse al licenziamento ingiusto.

Oggi : Maskelyne ignorava gli effetti di quello che John Kihlstrom chiama = inconscio
cognitivo: etichetta tutti i processi mentali di cui non siamo consapevoli, dalla percezione
al pensiero; la loro azione è dimostrata dai risultati degli esperimenti che rivelano
l’architettura cognitiva descritta in primis da Fodor.

Impostazione teorica di Kihlstrom :

- Vantaggi: sul piano storico, segnalare la differenza con l’inconscio di Freud;


- Svantaggi : il termine cognitivo lascia fuori molti contenuti mentali ( affettivi ed
emotivi); ciò è riduttivo nei casi in cui il nostro inconscio cognitivo si trova a
interagire con la rete, concepita come una sorta di inconscio artificiale ( perché la
rete funziona grazie ad algoritmi programmati); inconscio perché le persone
possono sapere quel che loro hanno messo nel computer-rete , ma non hanno idea
di quello che succede in mezzo, come nei costrutti teorici di Skinner ( sclese
programmaticamente di ignorare i contenuti mentali ) ; oggi invece siamo costretti a
ignorare quello che succede tra quello che immettiamo nel computer-rete e quello
che i computer-rete ci restituiscono.
Inoltre, il termine introdotto da Kihlstrom: tiene separati quelli che sono pur sempre
contenuti della nostra mente di cui non siamo consapevoli.

Non ci sono ragioni diverse da consuetudine per mantenere una distinzione radicale fra
inconscio cognitivo e inconscio freudiano.

3.LA RETE E LE SUE APPLICAZIONI

Rete = come la biblioteca di Alessandria che noi alimentiamo con i documenti e tracce che
vi depositiamo.

È dotata essenzialmente di tre capacità in modo tale da considerarla come un cervello


artificiale globale; tali capacità sono fornite da algoritmi:

1. Raccolta organizzata dei documenti lasciati da chi frequenta la rete e


nell’apprendimento delle regole che governano insiemi di dati; il processo di
estrazione delle regole permette di utilizzarle per classificare nuovi dati in entrata.
2. Possibilità di specifiche analisi di documenti, scritti, immagini elaborandoli in modi
utili agli utenti.
3. Aggregare in strutture organizzate una folla disordinata di documenti;

La rete diventa uno specchio delle conoscenze e del senso comune; i contenuti possono
essere utilizzati per produrre del bene ma anche il male (chiusure, divisioni).

Bene che gli algoritmi ci permettono di fare: traduzione automatica in tutte le lingue,
diagnosi mediche ecc.
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L’intelligenza artificiale ha una grande potenza di calcolo e analizza i big data : enormi
masse di dati concernenti le abitudini degli utenti, attività economiche, media ecc.

I problemi d’uso sorgono dall’impatto con l’intelligenza naturale degli uomini.

La mente umana ha una serie di scorciatoie e tattiche governate dall’inconscio cognitivo;


queste risposte intuitive entrando in contatto con l’inconscio artificiale, possono produrre
esiti non positivi.

La rete impara i nostri gusti e le nostre preferenze; tende a presentarci solo quelle. Se
siamo alimentati con informazioni che ci danno ragione, questo flusso di dati può
trasformarsi in paraocchi e rinforzare le nostre credenze. La frequentazione assidua della
rete invece dovrebbe correggere le tendenze alla semplificazione aprendoci a spazi di
spirito critico; al contrario finisce per produrre l’effetto opposto.

Altro male : con la rete si ha la convinzione di sapere le cose che non conosciamo ma che
crediamo di padroneggiare grazie a informazioni frammentarie; la rete ci permette di
condividerle creando un contagio che si traduce in impressioni di certezze collettive.
L’autoinganno può dipende dal fatto che la rete raccoglie tutto e non filtra le info con criteri
seri e rigorosi.

Compito degli scienziati del futuro: prevenire o ridurre tali aspetti malefici.

4.LA PSICOLOGIA E I POSSIBILI FUTURI

Italia; più di 100.000 psicologi; la maggioranza si dedica ad attività cliniche cercando di


curare forme di disadattamento individuale o collettivo. In molti di questi corsi la
preparazione è legata anche ai progressi delle scienze cognitive, neuroscienze e scienze
dell’artificiale.

In molti paesi si stanno studiando i modi per sfruttare in positivo i limiti dell’inconscio
cognitivo per evitare gli errori sistematici; le persone così sono indotte a modificare
l’architettura spontanea delle scelte.

Basta fare in modo che le persone , in assenza di una preferenza meditata ed esplicita,
siano indotte a percorrere una strada che produce il loro bene o il bene altrui. Si chiama
programma Nudge = spintarella gentile.

Negli ultimi decenni la psicologia ha studiato i modi in cui funzione l’inconscio cognitivo,
che ha compiti molto più estesi di quanto si pensasse; questa sottovalutazione dipende dal
fatto che la psicologia ingenua tende a farci credere che tutte le attività mentali siano in
gran parte coscienti. L’illusione dipende dalla difficoltà ad accorgersi delle attività del
cervello che non affiorano alla coscienza. Come in un iceberg, solo indirettamente
possiamo studiarle andando a vedere gli effetti che la parte della mente sommersa
produce sulla parte emersa.

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Iceberg : l’inconscio cognitivo prodotto dal cervello e quello incorporato nella rete sono
analoghi nel senso che la parte sommersa e nascosta prevale su quella i cui siamo
consapevoli.

Lo studio dell’inconscio cognitivo viene fatto dagli psicologi nei laboratori grazie ad
esperimenti.

FINE

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