Sei sulla pagina 1di 47

LE

LE PRINCIPALI
PRINCIPALI REGIONI
REGIONI DELLA
DELLA SARDEGNA
SARDEGNA
GLI
GLI ELEMENTI
ELEMENTI GEOLOGICI
GEOLOGICI
FONDAMENTALI
FONDAMENTALI DELL ’ISOLA
DELL’ISOLA

Depositi recenti

Coperture paleozoico-cenozoiche

Batolite sardo-corso

Basamento varisico

I lineamenti strutturali fondamentali del


basamento sono determinati dagli eventi
deformativi e metamorfici ercinici connessi
con:

la collisione continentale tra Gondwana e


Armorica;

l’estensione e il collasso gravitativo


dell’orogene collisionale;

accompagnato dall’intrusione del


“Complesso plutonico” e dal “Complesso
filoniano” e dal vulcanismo permo-
carbonifero
QUADRO
QUADRO SINOTTICO
SINOTTICO DEI
DEI PRINCIPALI
PRINCIPALI
EVENTI
EVENTI GEOLOGICI
GEOLOGICI CHE
CHE
FASE INTERESSARONO
ASTURICA
INTERESSARONO LALA SARDEGNA
SARDEGNA DAL
DAL
PALEOZOICO
PALEOZOICO AL
AL QUATERNARIO
QUATERNARIO

La successione cambro-ordoviciana è
caratterizzata da una discordanza
angolare intra-ordoviciana (Fase sarda)
che separa una “Successione pre-
Ordoviciano medio” da una “Successione
dell’Ordoviciano superiore- Carbonifero
inferiore” corrispondente al ciclo
sedimentario ercinico, che inizia con i
depositi trasgressivi del Caradoc-Ashgill
(“Trasgressione caradociana” Auct) e
termina con i potenti depositi di
FASE avanfossa del “Flysch ercinico” tipo Culm.
PIRENAICA

Segue la deposizione permo-carbonifera


di successioni vulcano-sedimentarie
continentali entro bacini di pull-apart.

Le successioni mesozoiche e terziarie


(“Coperture post-erciniche”) sono riferite
FASE a vari eventi geodinamici “alpidici” che si
LARAMICA
sono succeduti nel Mediterraneo
occidentale durante il Mesozoico e il
Cenozoico.
Linea
Posada-Asinara IL
IL BASAMENTO
BASAMENTO VARISICO
VARISICO (ERCINICO)
(ERCINICO)

E’ rappresentato da una serie di unità tettoniche


con struttura sud-ovest vergente, che può
essere suddiviso in:

ZONA ASSIALE – Complessi metamorfici di


alto grado;

ZONA A FALDE (Interne ed Esterne)–


Complessi metamorfici di medio-basso grado
(zona a clorite) suddivisi in falde tettoniche
sovrapposte;

ZONA ESTERNA – a thrust e pieghe, a


bassissimo grado metamorfico (anchizona).
ZONA ASSIALE

Complesso Metamorfico di alto grado


Le porzioni più interne della catena sono composte da migmatiti di pressione intermedia e
in facies anfibolitica e gneiss migmatitici (zona a Sillimanite e K-feldspato, Franceschelli et
al., 1982). Queste rocce appaiono generalmente in piccoli affioramenti al di sopra del
batolite tardo-orogenico. L’età Ercinica della facies anfibolitica del metamorfismo si basa su
età radiometriche (Beccaluva et al., 1985).
I protoliti del complesso migmatitico sono probabilmente precambriani poiché essi sono
intrusi dagli orthogneiss ordoviciani (Orthogneiss di Tanaunella, 458+/-31 Ma; Di Simplicio
et al., 1974) e presso Argentella (NW Corsica) essi are sono ricoperti in modo discordante
da una sequenza metamorfica di grado molto basso contenente sedimenti del Paleozoico
inferiore (Baudelot et al., 1977; Menot & Orsini, 1990).
Il Complesso metamorfico di alto grado viene interpretato come una falda tettonica che è
stata ricoperta dalle rocce metamorfiche di medio grado della linea Posada-Asinara durante
il raccorciamento intracontinentale. Tutte le zone più interne della Catena ercinica sud-
europea sono caratterizzate da un basamento polimetamorfico precambriano di alto grado
(“Falde cristalline interne": Matte, 1983, 1986) che è stato ricoperto tettonicamente da unità
di basso grado metamorfico (Burg & Matte, 1978).
Alla base della placca sovrascorrente, affiorano spesso relitti di ofioliti strizzate (e.g. Nord
Portogallo – falde della Galizia: Ribeiro et al., 1964; Bayer & Matte, 1979; Iglesias et al.,
1983).

La Linea Posada-Asinara
In Sardegna il Complesso di alto grado e le Falde Interne sono separati dalla Linea Posada-Asinara, una cintura di micascisti in
facies anfibolitica, paragneiss e quarziti che affiora sull’isola dell’Asinara, nella Gallura meridionale e nella valle di Posada, e
che ha uno spessore di svariati chilometri.
Questa cintura è caratterizzata dalla diffusa presenza di corpi anfibolitici con un importante metamorfismo retrogrado in
facies scisti verdi, dovuto alla trascorrenza destra tardo- postercinica.
I corpi anfibolitici contengono relitti di facies granulitica (Ghezzo et al., 1982) e relitti in facies eclogitica (Cappelli et al.,
1992) come anche di tessiture milonitiche sviluppatesi in condizioni di alto grado metamorfico (Carosi & Elter, 1989).
La geochimica indica che le anfiboliti avevano un’origine di tholeiti oceaniche (MORB). La Linea Posada-Asinara può quindi
essere considerata un segmento della "Sutura Ercinica Sud-europea".
ZONA A FALDE

Complesso Metamorfico di Medio e Basso grado

Le coperture del Cambriano-Carbonifero inferiore del margine sottoscorrente sono scollate dal
loro basamento e accumulate in una pila di falde comprese tra la Linea Posada-Asinara e la
Zona Esterna affiorante nella Sardegna SW. Sulla base di caratteri stratigrafici e strutturali
l’intero complesso alloctono si può suddividere in due sistemi di falde:

- Falde Interne: affioranti tra la Linea Posada-Asinara e la Barbagia: sono più difficilmente
interpretabili in termini stratigrafici a causa del più intenso grado metamorfico, anche se si può
dedurre da alcune evidenze di terreno (relativa scarsità di vulcaniti ordoviciane e di calcari
siluro-devoniani) una differente posizione paleogeografia sul margine continentale di
Gondwana, rispetto alle falde affioranti nella Sardegna meridionale. Litotipi riferibili alle
successioni cambro-devoniane della Zona a Falde sono visibili nella Nurra meridionale e nelle
Baronie meridionali: nella prima sono state segnalate successioni comprendenti metarenarie e
siltiti, porfiroidi, metavulcaniti basiche e metagrovacche carbonatiche con lenti di metacalcari,
filladi nere carboniose con liditi e un orizzonte di “ferro oolitico”; alle precedenti litologie,
correlabili con quelle della Zona a Falde si aggiungono metaconglomerati, filladi e quarziti
rosa, probabilmente attribuibili al Carbonifero inferiore. Nelle Baronie meridionali sono state
osservate filladi, filladi carboniose, paragneiss fini con quarziti, metavulcaniti intermedio-acide
e marmi. Tali correlazioni non sono invece possibili nelle Baronie settentrionali, in Anglona e
nella Nurra settentrionale, dove il grado metamorfico è più elevato, impedendo un
riconoscimento preciso dei protoliti e della loro età.

- Falde esterne: affioranti tra la Barbagia e l’Iglesiente, sono costituite da coperture metasedimentarie, di età variabili dal
Cambriano al Carbonifero inferiore, scollatesi lungo orizzonti stratigrafici meno competenti, che nel caso della successione
paleozoica sono principalmente tre:
-base e tetto della serie metavulcanica dell’Ordoviciano medio;
-base delle metarenarie del Cambriano medio superiore-Ordoviciano inferiore (formazioni delle “Arenarie di S. Vito” e delle
“Arenarie di Solanas”). Il grado metamorfico di queste falde, impilate a formare una struttura SW-vergente, varia dall’anchizona
alla zona a clorite (facies scisti verdi), mentre rocce di grado più alto, fino alla facies anfibolitica (Unit
Unità
à di M.Grighini),
M.Grighini affiorano
in una finestra tettonica interpretata da alcuni autori (Carmignani et al., 1992) come “metamorphic core complexes” sul Monte
Grighini e in corrispondenza della culminazione della struttura dell’antiforme del Flumendosa.
Queste unità più profonde sono sovrascorse da complessi alloctoni:

-Unit
Unitàà del Gerrei:
Gerrei scollate alla base dei “porfiroidi” ordoviciani e impilate in strutture complesse tipo duplex. Sono
caratterizzate dallo sviluppo di una foliazione sviluppata, in zona a clorite.
-Unit
Unitàà di Meana Sardo,
Sardo Unità
Unità del Sarrabus e Unità
Unità dell’
dell’Arburese :scollate alla base delle metarenarie cambro-
ordoviciane, durante il sovrascorrimento hanno oltrepassato le falde del Gerrei fino ad accavallarsi direttamente sulla zona
esterna. La fine della traslazione è segnata dal flysh tipo Culm del Carbonifero inf. (Viseano-Namuriano), che affiora al fronte
delle Falde Esterne.
ZONA ESTERNA
Nella Zona Esterna della catena (SW Sardegna), affiorano rocce autoctone, anchimetamorfiche e poco deformate. I depositi
più antichi (probabilmente pre-Cambriani) consistono di metasedimenti principalmente terrigeni rappresentati da metarenarie
feldspatiche, quarziti, metaconglomerati e sottili intercalazioni dolomitiche che passano a shales, metasiltiti e metarenarie
(Formazione di Bithia) (Junker & Schneider, 1980; Cocozza, 1980; Minzoni, 1981; Gandin, 1987).

La soprastante Formazione di Nebida è rappresentata da prevalenti metasedimenti terrigeni con minori intercalazioni di
calcari oolitici contenenti archeociati del Cambriano inferiore, trilobiti e stromatoliti algali. Questa successione rappresenta un
antico ambiente di piattaforma continentale con un sistema deltaico progradante verso est (Membro di Matoppa), che evolve in
un ambiente lagunare oolitico.

La Formazione di Nebida passa superiormente ad una potente successione carbonatica (Formazione di Gonnesa) costituita
da calcari e dolomie e che rappresenta un sistema tidale arido (Boni & Gandin, 1980; Fanni et al., 1982; Vai, 1982).
L’annegamento di questa piattaforma carbonatica è marcato da calcari nodulari (“Calcescisti" Auct.) ricchi di trilobiti del
Cambriano inferiore, echinoderi e brachiopodi. Questi depositi carbonatico-terrigeni lagunari ed epicontinentali danno luogo
ad una potente successione silicoclastica nella Zona a Falde (Formazioni di S.Vito e Solanas).

La Formazione di Cabitza ("Argilloscisti di Cabitza“ Auct) con ha un’età Cambriano medio-superiore e Ordoviciano inf.
(Tremadoc) ed è costituita inizialmente da metacalcari (Membro del Calcare nodulare-Campo Pisano) e successivamente da
un’alternanza di metaarenarie, metasiltiti e metaargilliti (Membro degli Scisti di Cabitza). Rappresentano ambienti più profondi
e consistono di una successione carbonaticio-terrigena neritica di 400 m nella quale I livelli più giovani contengono achritarchi
e graptoliti (Dictyonema flabelliforme) (Barca et al., 1987).

E’ ricoperta tramite una discordanza angolare (Fase


Fase Sarda)
Sarda da spessi depositi continentali che vanno da ventagli alluvionali a
depositi costieri sabbiosi che passano a unità arenacee di piattaforma di età Caradociana-Arenigiana. Le siltiti dell’ Asgill sono
seguite da black shales che contengono olistoliti calcarei di età Siluro-Devonica. Nel Sulcis affiorano dei depositi di tipo-Culm,
confrontabili con quelli che si hanno anche nella Zona a Falde Esterne.

La deformazione ercinica nella Zona Esterna è meno forte che quella della Zona a Falde e produce una classica struttura a
sovarscorrimenti e pieghe con clivaggio assiale molto inclinato, thrusts e metamorfismo di grado molto basso. La Fase
deformativa “Sarda” è anche meno importante, ad essa non è associato clivaggio e solo un basso metamorfismo.
Probabilmente essa si generò lungo una cintura transpressiva che separava un arco vulcanico da un bacino di retro arco
intracratonico durante la convergenza dell’Ordovician inferiore.
PALEOGEOGRAFIA ALL’INIZIO DEL PALAEOZOICO
(CAMBRIANO)

SARDEGNA
PALEOGEOGRAFIA ALL’INIZIO
DEL PALAEOZOICO
(ORDOVICIANO)

SARDEGNA

(da Stampfli, 2000)


PALEOGEOGRAFIA ALL’INIZIO
DEL PALAEOZOICO (SILURIANO)

SARDEGNA
SCHEMA
SCHEMA DELL’EVOLUZIONE GEODINAMICA
DELL’EVOLUZIONE GEODINAMICA
DEL
DEL BASAMENTO
BASAMENTO ERCINICO
ERCINICO SARDO
SARDO

a) Cambriano-
Ordoviciano inf.;
b) Ordoviciano medio;
c) Ordoviciano sup.-
Siluriano inf.;
d) Siluriano-
Devoniano;
e) Devoniano sup.-
Carbonifero inf.;
f) Carbonifero sup.-
Margine Permiano
sovrascorrente

Margine sovrascorso
STRATIGRAFIA DEL
CAMBRIANO E
ORDOVICIANO
DELL’IGLESIENTE E
SULCIS

Affioramento-tipo della “Fase


Sarda” o “Discordanza Sarda”
(Nebida)
Calcare ceroide e Dolomia grigia (F.ne Gonnesa)

Scogliere del Cambriano


medio (“Metallifero” Auct)
dell’Iglesiente (Nebida) “Puddinga” ordoviciana
(F.ne M.te Argentu)
SCHEMA
SCHEMA DEGLI
DEGLI AMBIENTI
AMBIENTI DI
DI SEDIMENTAZIONE
SEDIMENTAZIONE
DELLE
DELLE SUCCESSIONI
SUCCESSIONI PALEOZOICHE
PALEOZOICHE DELLA
DELLA
SARDEGNA
SARDEGNA SO SO
Successioni stratigrafiche dell’Ordoviciano medio nel basamento della Sardegna centro
meridionale (da Carmignani et al., 2001)
AFFIORAMENTI
AFFIORAMENTI DI
DI BASAMENTO
BASAMENTO DEL
DEL PALEOZOICO
PALEOZOICO INFERIORE-MEDIO
INFERIORE-MEDIO
Affioramenti
Affioramenti della
della successione
successione vulcano-
vulcano-
sedimentaria
sedimentaria ordoviciana
ordoviciana delle
delle Falde
Falde esterne
esterne
Affioramenti
Affioramenti del
del
Carbonifero inferiore
Carbonifero inferiore

Affioramenti
Affioramenti del
del
“Postgotlandiano”
“Postgotlandiano”
Auct
Auct (epoca
(epoca incerta)
incerta)
Il Devoniano carbonatico di
Monte Lora (Gerrei)

Successione
Successione stratigrafica
stratigrafica
dell’Ordoviciano
dell’Ordoviciano superiore-
superiore-
Devoniano
Devoniano della
della zona
zona
esterna (Iglesiente-Sulcis)
esterna (Iglesiente-Sulcis)
(da
(da Leone
Leone et
et alii,
alii, 1991)
1991)
INTRUSIONE
INTRUSIONE DEL
DEL BATOLITE
BATOLITE SARDO -CORSO
SARDO-CORSO
(da
(da 320
320 aa 280
280 Ma)
Ma)

Affiora per oltre 400 Km di lunghezza e oltre 50 km di


larghezza.Vengono distinte due associazioni principali:
-una magnesio-potassica (viseano-namuriana), solo in
Corsica settentrionale;
-una calcalcalina (Carbonifero sup.- Permiano inf.) nella
restante parte di Sardegna e Corsica.

Sono state distinte plutoniti sin-, tardo- e post-tettoniche,


in riferimento all’ultima fase deformativa ercinica.
La messa in posto del batolite è comunque da riferirsi alla
tettonica estensionale legata al collasso gravitativo
della Catena ercinica. Le proporzioni dei vari termini
sono:
a) Granitoidi di composizione intermedia (tonaliti e
granodioriti) 6-7% del totale;
b) Granitoidi a composizione acida (granodioriti e
monzograniti), 60% del totale;
c) Granitoidi super acidi, circa il 30%;
d) Rocce intrusive basiche (gabbri e gabbro-tonaliti) 1%
Valle della luna - Gallura
LE SUCCESSIONI POST-ERCINICHE

Successione
Successione del
del Carbonifero
Carbonifero superiore
superiore
Bacino
Bacino di
di San
San Giorgio
Giorgio (Iglesiente)
(Iglesiente)
Affioramenti
Affioramenti dei
dei vulcano
vulcano sedimentarie
sedimentarie continentali
continentali
del
del Carbonifero
Carbonifero sup. -Permiano ee Triassico
sup.-Permiano Triassico inferiore
inferiore--
medio
medio della
della Sardegna
Sardegna

Lo sciame di dicchi di età


carbonifero-permiana e
triassica
CORRELAZIONE TRA LE SEQUENZE PERMIANE E TRIASSICO MEDIE DELLA
SARDEGNA

SEQUENCE III

SEQUENCE II

SEQUENCE I
La successione continentale permiana
e triassico media della Nurra
SEZIONE
COMPOSITA SEZIONE
PROVENZA COMPOSITA
(Toulon-
Toulon-Cuers NURRA
Basin)
Basin) (Lu Caparoni Basin)
Basin)
PALEOGEOGRAFIA ALLA FINE DEL PALAEOZOICO

SARDEGNA

LAURASIA
n
a r isca
V o g en
Or Palaeo-Thetys

GONDWANA
TRIASSICO
Il Triassico in Sardegna è in facies germanica perchè ha strette
somiglianze con il dominio europeo. E’ diviso pertanto in
Buntsandstein (Trias inf.), Mushelkalk (Trias medio) e Keuper
(Trias sup.).

IlIl Triassico
Triassico medio-
medio-
superiore Non-conformity dei depositi triassici continentali ad Escalaplano
superiore in in Sardegna
Sardegna
(Sardegna SE) sul basamento varisico
Gessi del
Keuper (Nurra)

La successione mediotriassica-Muschelkalk-
di Punta del Lavatoio (Nurra)
GIURASSICO

Rapporti
Rapporti stratigrafici
stratigrafici tra
tra
le
le formazioni
formazioni
giurassiche
giurassiche della
della
Sardegna
Sardegna orientale
orientale (da
(da
Dieni
Dieni ee Massari
Massari,, 1986)
1986)

Scogliere giurassiche del


Golfo di Orosei (Arbatax)
Discordanza della
successione giurassica
sul basamento Varisico
(Ogliastra)

Formazione di
Genna Selole
(Montarbu,
Barbagia)
Carbonati giurassici Vulcaniti permiane

Panoramica del paesaggio dell’Ogliastra con le successioni


vulcaniche permiane e carbonatiche giurassiche (Tacchi) che
poggiano sul basamento varisico.
CRETACEO

Scogliere cretacee a Capo Caccia (Nurra)


Affioramenti del Paleocene
superiore- Eocene medio e
dell’Eocene inferiore-medio

Affioramenti dei depositi continentali e marini


Eocene medio-Burdigaliano connessi con
l’evoluzione collisionale appenninica e
pirenaica

Affioramenti
della
successione
marina e dei
depositi
continentali
del Miocene
inferiore-medio
connessi con
l’apertura del
Bacino
Balearico
Sezione semplificata che mostra l’evoluzione di un rollback di subduzione
(modificato da Lonergan & White 1997). (a) P e R sono le due componenti
del galleggiamento (buoyancy) negativo verticale (F) dello slab di
subduzione.
Se lo slab di subduzione è freddo e denso, la componente R non viene
assorbita dal mantello astenosferico e la zona di subduzione viene spinta
indietro; (b) una estensione di back-arc si produce quando il valore del
rollback di subduzione (Vr) supera il tasso di convergenza (Vc).
Da Rosembaum,
et al., 2002

Nell’Oligocene inizia la Alla fine dell’Oligocene si


distensione nella zona di ha l’apertura del bacino
retroarco, per effetto dello oceanico ligure-algero-
“slab pull” e della provenzale con il
migrazione verso SE della distacco dal margine sud-
fossa. europeo della Catena
Betica/Rif marocchino,
delle Kabilie algerine,
delle Isole Baleari e del
blocco Sardo-corso (e
Calabria).
MIOCENE INFERIORE

Nel Miocene inferiore prosegue l’apertura del bacino


oceanico ligure-algero-provenzale, che si allarga e
prosegue la sua oceanizzazione. Drift e rotazione
antioraria del blocco Sardo-corso. Nel Burdigaliano
la rotazione è pressochè terminata.
Continua anche la messa in posto di grandi volumi
di rocce magmatiche in Sardegna (ciclo oligo-
miocenico). Rotazione oraria del blocco Betico (che
andrà a costituire la Catena betica in Spagna SE) e
del Rif marocchino. 1
MIOCENE MEDIO-SUP
Nel Miocene medio inizia la propagazione delle falde
appenniniche verso E.
La Sardegna e la Corsica si trovano ormai nella
posizione attuale. Nel corso del Messiniano si apre il
Tirreno settentrionale. Il moto dell’Africa verso
l’Europa e la conseguente chiusura degli stretti
Riffano e Betico (vicini a Gibilterra) provoca il
disseccamento del Mediterraneo.
Dopo la deposizione delle evaporiti messiniane,
intensi movimenti di subsidenza regionale
(dell’ordine dei 3-4 km), accompagnati da
trasgressioni marine, interessano varie regioni che
1 erano in precedenza emerse o in acque basse.

2 3
All’inizio del Pliocene (5,3 Ma) si sarebbe aperta la cosiddetta diga di Gibilterra, una cascata gigantesca che
avrebbe riversato nel bacino mediterraneo disseccato, acque fredde atlantiche. Il livello medio del Mediterraneo
sarebbe così ricresciuto di 2 metri all’anno. L’epoca è anche caratterizzata da importanti compressioni
orogeniche che si hanno nel Pliocene inferiore, medio e al limite col Pleistocene.
Sempre all’inizio del Pliocene si formano molti mari moderni e gli attuali bacini mediterranei ad esempio il Mar
Tirreno. Il collasso di questi bacini, accompagnato da un intenso vulcanismo e da terremoti profondi, è di norma
seguito da un sollevamento delle catene periferiche circostanti.
Alle fasi di subsidenza della regione tirrenica, fanno riscontro infatti fasi di elevazione delle catene che
costituiscono l’arco calabro.
Affioramenti del
ciclo calcalcalino
oligo-miocenico
QUATERNARIO
IL
IL VULCANISMO
VULCANISMO PLIO-PLEISTOCENICO
PLIO-PLEISTOCENICO

La dinamica estensionale che ha interessato


la Sardegna e il Tirreno nel Pliocene e nel
Pleistocene trova riscontro in un nuovo ciclo
vulcanico. Si tratta di prodotti ascrivibili ad un
vulcanismo intraplacca, costituiti
essenzialmente da lave basaltiche, da
alcaline ad alcaline-transizionali e sub-
alcaline.

Basalti colonnari presso Cala Gonone

Cono di ceneri
presso Ittireddu
(Logudoro)
LA “PANCHINA” TIRRENIANA

Il Quaternario in Sardegna è rappresentato in gran parte da depositi in facies continentale, mentre i


subordinati depositi marini danno luogo ad affioramenti discontinui e di debole spessore e vengono attribuiti
al Tirreniano (Pleistocene, 200.000-40.000).
In prossimità della costa, i depositi alluvionali antichi sono in genere ricoperti dai depositi di spiaggia.
Talvolta però, lungo la costa occidentale e in particolare in Nurra, si interrompono in falesie sul mare, con
terrazzi alti fino a 40 m.
I depositi costieri del Tirreniano presso Alghero indicano un’età pre-interglaciale Mindel-Riss. Sempre a N di
Alghero affiorano depositi eolici a circa 40 m sul livello del mare, con intercalati calcari palustri di probabile
ambiente interdunare.

I depositi quaternari presso Punta


del lavatoio, appoggiati sui carbonati
medio-triassici.
RECENTI RICOSTRUZIONI PALEOGEOGRAFICHE

EARLY PERMIAN

Ziegler & Stamfli, 2001


ARTINSKIAN

Dercourt et al., 2001

Potrebbero piacerti anche