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Il tronco encefalico è la regione più primitiva dell'encefalo; rappresenta un centro di
smistamento dei segnali nervosi, in quanto le fibre che lo attraversano viaggiano verso
il midollo spinale e il resto dell'encefalo.
Inoltre, nel tronco encefalico nascono quasi tutti i nervi cranici, i quali stabiliscono contatti
con i muscoli e gli organi della testa, del collo, del torace e dell'addome.
Figura: l’encefalo e le sue aree anatomiche principali.
Insieme al midollo spinale, l'encefalo compone il sistema nervoso centrale (SNC). Si tratta
di una struttura molto complessa, in quanto è formata da diverse regioni, ognuna con una
funzione specifica.
Nell'uomo adulto, l'encefalo arriva a pesare fino a 1,4 kg (circa il 2% del peso corporeo
totale) e può contenere 100 bilioni di neuroni (un bilione corrisponde a 1012). Pertanto, le
connessioni che esso può stabilire sono tantissime e inimmaginabili.
Le regioni principali dell'encefalo sono quattro: telencefalo, diencefalo, cervelletto e tronco
encefalico. Ognuna di esse presenta un'anatomia specifica, con compartimenti
specializzati in diverse funzioni.
Il tronco encefalico, o tronco cerebrale, è la regione più antica e primitiva dell'encefalo. Situato
sotto il diencefalo, rappresenta la struttura nervosa che mette in collegamento il telencefalo con il
midollo spinale. Inoltre, nonostante a separarli ci sia il cosiddetto IV ventricolo cerebrale (una
cavità), stabilisce dei rapporti anche con il cervelletto, il quale si trova in posizione dorsale.
Sede d'origine di quasi tutti i nervi cranici, nel tronco encefalico possono riconoscersi tre regioni:
-il mesencefalo,
-il ponte (o ponte di Varolio)
-il midollo allungato (o bulbo).
L'intera struttura del tronco cerebrale è percorsa da neuroni e da fasci di neuroni con diversa
funzione. Sono presenti, infatti, fasci di neuroni motori (o fasci discendenti), fasci di neuroni
sensitivi (o fasci ascendenti) e neuroni aventi un ruolo di modulazione. Questi ultimi compongono
la cosiddetta sostanza reticolare o formazione reticolare, la quale, situata nella regione centrale
lungo tutta l'intera struttura, si occupa di regolare alcune attività controllate dal midollo spinale,
dalla corteccia cerebrale e dal tronco encefalico stesso. Dall'azione della formazione reticolare
dipendono i seguenti processi:
-Cicli sonno-veglia
-Stato di coscienza
-Controllo del tono muscolare
-Riflessi di stiramento
-Coordinazione della respirazione
-Modulazione del dolore
-Regolazione della pressione arteriosa
Mesencefalo
A stretto contatto con il diencefalo (sul lato rostrale) e appoggiato sul ponte di Varolio,
il mesencefalo è la regione più piccola del tronco encefalico. In esso sono contenute le
radici del III e del IV paio di nervi cranici, ovvero, rispettivamente, l'oculomotore e il
trocleare. Contiene i centri responsabili dei riflessi visivi (riflesso pupillare,
dell'ammicamento) e uditivi (aggiustamento dell'udito all'intensità dei suoni).
Gli elementi anatomici più importanti del mesencefalo sono:
In posizione ventrale
I peduncoli cerebrali: in numero di due, uno a destra e uno a sinistra (quindi laterali), sono
dei fasci di fibre nervose provenienti dalla corteccia cerebrale e diretti verso il midollo
spinale. In mezzo ai peduncoli, emerge il III paio di nervi cranici, i quali nascono, però, in
un'area ventrale molto vicina.
Il tegmento: è la sede della formazione reticolare e di altre fibre nervose, note con il termine
di nuclei rossi. Inoltre, è il punto di partenza del III paio di nervi cranici.
In posizione dorsale
In posizione rostrale
In posizione dorsale
Il tegmento: continuazione del tegmento del mesencefalo, oltre a contenere la formazione
reticolare, è la sede di ben quattro paia di nervi cranici (V, VI, VII, VIII).
I peduncoli cerebellari: corrispondono ai punti in cui le fibre nervose del ponte, ma non
solo, si immettono nel cervelletto.
In posizione ventrale
I nuclei pontini (o nuclei della base del ponte o nuclei del grigio pontino): sono, di fatto,
dei gruppi di fibre nervose il cui punto di partenza è la corteccia cerebrale e il punto d'arrivo
può essere: il midollo spinale, il midollo allungato, il ponte stesso e il cervelletto.
In posizione ventrale
In posizione ventrale
Le due piramidi bulbari (di destra e di sinistra): sono due grossi ammassi di fibre nervose,
le quali provengono dalla corteccia cerebrale e si incrociano a metà del loro tragitto, ovvero
quelle di sinistra vanno a destra e viceversa. Questo incrocio, detto decussazione, spiega per
quale motivo gli stimoli provenienti dalla parte destra del corpo vengano trasmessi alla parte
sinistra del cervello, la quale a sua volta manda stimoli alla parte destra dell'organismo (e
viceversa per il lato opposto). Ai fianchi delle piramidi, emergono i prolungamenti dei nervi
cranici del XII paio. Nel passaggio da midollo allungato a midollo spinale, le piramidi
scompaiono.
Il complesso olivare di destra e di sinistra: sono due sostanziose masse di fibre nervose che
provengono dalla corteccia, dal midollo spinale e dal mesencefalo e si dirigono verso il
cervelletto. Dietro ai complessi olivari, fuoriescono i rami dei nervi cranici dell'XI, del X e
del IX paio.
DIENCEFALO
Ipotalamo
L’ipotalamo si trova nella regione antero-inferiore dell’encefalo (in avanti e in basso), compreso tra
il chiasma ottico (il punto in cui si incrociano le fibre del nervo ottico) anteriormente ed i peduncoli
cerebrali posteriormente. Una struttura, una sorta di stelo,infundibulum emerge dalla porzione
inferiore dell’ipotalamo andandolo a collegare all’ipofisi. L’ipotalamo viene chiamato cervello
viscerale, perchè controlla innumerevoli attività della vita vegetativa. L’ipotalamo comprende
infatti numerosi nuclei. La porzione anteriore dell’ipotalamo controlla attività del parasimpatico
mentre quella posteriore dell’ortosimpatico.
Funzioni dell’ipotalamo:
L’ipotalamo svolge innumerevoli funzioni, regolate dai diversi nuclei che lo compongono.
Funge infatti da:
centro della fame: qua risiedono i neuroni che monitorano la concentrazione ematica di
sostanze nutritive e producono la sensazione di fame.
centro della sazietà
centro della sete: alte concentrazioni di soluti stimolano la sensazione di sete, necessità di
ingerire liquidi
centro emozionale: l’ipotalamo è localizzato infatti al centro del sistema limbico.
controllo ipofisario: l’ipotalamo controlla l’ipofisi tramite fattori di rilascio ed inibitori che
vanno ad agire sull’ipofisi anteriore. L’ipotalamo controlla quindi indirettamente il sistema
endocrino. Inoltre usa la porzione posteriore dell’ipofisi come magazzino, in particolare per
due ormoni: l’ormone antidiuretico ADH, che, come dice il nome, aiuta il riassorbimento di
acqua a livello renale (tubulo contorto distale e collettori) e ossitocina, un ormone che serve
a favorire il parto stimolando le contrazioni dell’utero e anche la produzione di latte e la
conseguente eiezione a livello dei capezzoli.
Talamo
Due grosse masse, nuclei di sostanza grigia poste ai lati del terzo ventricolo. Questi due nuclei sono
connessi da una porzione di sostanza grigia chiamata adesione inter-talamica. Il talamo
rappresenta una grande stazione di arrivo di fibre sensitive (tutte tranne quelle che raccolgono la
sensibilità olfattiva) e di smistamento delle stesse verso la corteccia cerebrale. Il talamo non solo
raccoglie quasi tutta la sensibilità, funge anche da filtro. Infatti un nucleo del talamo, il nucleo
reticolare riceve stimoli inibitori dalla corteccia cerebrale così da impedire che alla corteccia
arrivino determinate informazioni sensitive. Se vogliamo concentrarci e studiare in una stanza
rumorosa possiamo riuscirci grazie al talamo, che seleziona quali informazioni sensitive devono
raggiungere la corteccia. Il talamo funge quindi da vero proprio centro di controllo e smistamento
dell’informazione sensitiva (olfatto escluso).
Epitalamo
Rappresenta la porzione posteriore dell’encefalo del tetto del diencefalo. Comprende la ghiandola
pineale (IPOFISI)e i nuclei del complesso abenulare. La ghiandola pineale secerne melatonina e
quindi regola il ritmo sonno-veglia. I nuclei del complesso abenulare invece sono coinvolti nelle
risposte a stimoli olfattori e sono anche stazioni del sistema limbico.
TELENCEFALO
Solchi primari
Solco centrale: percorre la superficie laterale verso l’alto, portandosi poi sulla superficie
mediale (interna che non si vede), delimitando così il lobo frontale (anteriormente) dal lobo
parietale (posteriormente).
Solco laterale: decorre perpendicolarmente al solco centrale. Inferiormente ad esso abbiamo il lobo
temporale. Sulla superficie laterale esso termina biforcandosi. Anteriormente piegherà invece
medialmente per andare a suddividere il lobo frontale dal lobo parietale anche nella faccia inferiore.
Divaricando i lobi del solco si può notare che esso profondamente accoglierà una piccola estensione
di corteccia, il lobo dell’insula.
Solco parietoccipitale: solco incostante presente sulla faccia laterale che separa il lobo occipitale
dal lobo parietale e dal lobo temporale.
Solco calcarino: solco presente sulla superficie mediale che percorre in senso antero-posteriore
il lobo occipitale.
Solco del giro del cingolo: è un solco che origina anteriormente alla commessura anteriore e dopo
aver circondato esternamente il corpo calloso termina a livello della fessura trasversa. E’ un solco
della superficie mediale che decorre parallelamente al corpo calloso; la porzione di corteccia
compresa tra le due porzioni è detta giro del cingolo. Tale superficie non è tuttavia continua, in
quanto il solco del giro del cingolo è discontinuo in alcuni suoi tratti, permettendo di suddividere
tale solco in tre porzioni: tratto sottocalloso, tratto sottoparietale, tratto collaterale. Il tratto
collaterale è il tratto posto posteriormente e si porta fino ai lobi occipitale e temporale. A livello del
lobo occipitale il giro del cingolo si restringe nell’istmo e continua poi inferiormente. La porzione
inferiore risulta compresa tra la fessura trasversa (anteriormente) e l’istmo (posteriormente), è detta
giro del paraippocampo. Giro dell’ippocampo (parte sotto) e giro del cingolo (parte sopra) formano
insieme il lobo limbico, circondando a C il corpo calloso. Profondamente al giro dell’ippocampo
troviamo un porzione di corteccia non visibile esternamente che prende il nome di formazione
dell’ippocampo.
Lobi e giri
I lobi delimitati dai solchi sono sei:
1) Lobo frontale: è presente sulle facce laterale, mediale ed inferiore. Sulla faccia laterale si
trovano due solchi orizzontali e paralleli, il solco frontale inferiore e solco frontale superiore che
convergeranno poi a formare un solco verticale, parallelo al solco centrale, detto solco pre-
centrale. Tra il solco pre-centrale e quello centrale si delimita il giro pre-centrale.I giri anteriori al
solco pre-centrale e delimitati dai due solchi frontali vengono detti giri frontali superiore, medi ed
inferiore. Il giro pre-centrale comunica con il giro parietale ascendente grazie a una piega,
detta piega fronto-parietale. Sulla faccia mediale troviamo in basso il solco del giro del cingolo
mentre posteriormente troviamo la parte mediale del solco centrale. Posteriormente a questo
troviamo il giro para-centrale. Sulla faccia inferiore troviamo un solco stellato, il solco orbitario,
che è posto lateralmente al bulbo olfattivo, esso delimita i tre giri orbitari.
2) Lobo parietale: è esteso in avanti fino al solco centrale, posteriormente fino al solco parieto-
occipitale, lateralmente fino al solco laterale. Sulla faccia laterale è presente un solco inizialmente
orizzontale che si fa poi verticale, parallelo al solco centrale, detto solco postcentrale. Si vengono
così a delimitare due giri orizzontali, giri orizzontali superiore ed inferiore rispetto al solco
orizzontale, e uno verticale, tra il solco centrale e il solco postcentrale, detto giro parietale
ascendente. Il giro orizzontale inferiore viene suddiviso a sua volta in due giri, il giro
sovramarginale, anteriore, e il giro angolare, posteriore. Essi continuano senza limiti precisi nel
lobo temporale. Sulla faccia mediale è detto lobulo quadrilatero.
3) Lobo temporale: è presente sulla faccia laterale e sulla faccia inferiore. Sulla faccia laterale è
presente anteriormente una grossa sporgenza, il polo temporale. Essa è percorsa da due solchi,
paralleli al solco laterale. Essi sono il solco superiore e il solco medio. Esso delimita tre giri, il giro
temporale superiore, il medio e l’inferiore.
Sulla faccia inferiore è presente solco inferiore, delimitazione inferiore del giro temporale inferiore
da un lato, delimitazione laterale del giro fusiforme della faccia inferiore, dall’altra. La
delimitazione mediale di tale giro è data invece dal solco del giro del cingolo.
4) Lobo occipitale: possiede una faccia laterale, una faccia mediale e una faccia inferiore, oltre che
formare, posteriormente, il polo occipitale. Sulla faccia laterale troviamo due solchi orizzontali che
delimitano giri occipitali superiore, medio e inferiore. Essa si continua senza delimitazioni precise
nei lobi situati anteriormente. Sulla faccia mediale troviamo anteriormente la faccia mediale del
solco parieto-occipitale, la quale la separa dal lobo parietale. Posteriormente è presente un solco a
direzione orizzontale e inferiore, il solco calcarino che suddivide la faccia mediale in due porzioni.
La porzione superiore è detta cuneo. La porzione inferiore invece presenta notevoli variabilità
individuali anche se una formazione è particolarmente evidente inferiormente il solco calcarino ed è
detta giro linguale. Sulla faccia inferiore si continuano senza interruzioni le formazioni della faccia
inferiore del lobo temporale. Inoltre il giro linguale qui presente, si continua con il giro para-
ippocampale senza delle evidenti interruzioni.
5) Lobo dell’insula: rappresenta una espansione presente nelle profondità del solco laterale. Il lobo
dell’insula è suddiviso da un solco posto in profondità in una parte anteriore e parte posteriore.
Piccoli solchi incostanti lo dividono in circonvoluzioni.
6) Lobo limbico: esteso prevalentemente sulla faccia mediale. Sulla faccia mediale è delimitato
superiormente dal solco del giro del cingolo che lo separa dai lobi frontale e parietale e
inferiormente dal solco del corpo calloso che lo separa dallo stesso. Nella porzione posteriore il
solco si fa incostante e prende il nome di istmo, il quale continuerà poi inferiormente con il solco
collaterale, che lo separa dal lobo temporale. In avanti e inferiormente termina con la fessura
trasversa. Il giro dell’ippocampo si invagina dal margine anteriore del lobo limbico formando prima
una piega, l’uncus.
Suddivisione funzionale del Telencefalo
Aree associative: Aree cerebrali che svolgono funzioni di associazione complessa permettendo lo
strutturarsi della vita di relazione. Esse sono presenti in ambedue gli emisferi ma solitamente la loro
funzione è preponderante in uno dei due (si parlerà quindi di emisfero dominante). Le aree
associative del lobo frontale sono le aree 9-10-11 e svolgono un ruolo nella strutturazione della
personalità del soggetto. Le aree associative del lobo parietale sono le aree 5-7 e permettono di
organizzare gli stimoli sensitivi complessi.
Aree sensitive: Proiettano vie sia della sensibilità generale che specifica. Le vie della sensibilità
generale raggiungono l’area sensitiva primaria, secondaria e terziaria (rappresentate dalle aree 1-
2-3). L’area sensitiva primaria è situata nel lobulo paracentrale. Esse ricevono le vie sensitive
provenienti dai nuclei ventrali posteriori del talamo e a questo livello è rappresentato l’Homunculus
sensoriale, ovvero la rappresentazione dell’organizzazione somatotopica dell’individuo. L’area
sensitiva secondaria è posta posteriormente alla prima e presenta una struttura somatotopica
speculare a quella dell’area primaria. L’area sensitiva terziaria è localizzata tra le due e presenta
una struttura sensitiva relativa solo a tronco e capo. Le Aree secondaria e terziaria non hanno
funzioni definite.
L’area olfattiva occupa il lobo limbico corrispondente al lobo piriforme, formato dalle aree
piriforme, pre-piriforme ed entorinale. (Ricorda che è l’unica via che non passa prima dal talamo
perchè il nervo olfattivo è un nervo del telencefalo). L’area vestibolare non è stata caratterizzata
nell’uomo.
Aree motorie: L’area motoria primaria è situata a livello dell’area 4, nel giro precentrale. L’area
premotoria (o motoria secondaria) è situata a livello dell’area 6, posta anteriormente all’area 4,
anteriormente alla quale troviamo ancora l’area motoria supplementare. Essa regola i movimenti
posturali probabilmente. L’area motrice soppressoria è localizzata nelle aree 4s e 6s, poste nel lobo
frontale. Le aree deputate al movimento coniugato degli occhi sono controllate da aree poste nel
giro frontale inferiore. L’area motoria che regola funzioni viscerali, del sistema cardiocircolatorio e
respiratorio si trovano a livello del giro del cingolo, del sistema limbico.
Aree del linguaggio: Le aree del linguaggio parlato primaria si trovano nelle aree 44 e 45, poste
anteriormente all’area 4, e sono aree motorie primarie. In caso di lesione il soggetto presenta
muscoli fonatori tonici ma incapacità di articolare il linguaggio. L’area del linguaggio parlato
secondaria è posta nel lobo parietale, posteriormente la primaria ed ha significato associativo. È
fondamentale per il parlato anche la corretta funzione dell’area motrice supplementare. Le aree
della comprensione del linguaggio è invece localizzata nella corteccia del giro temporale superiore
e, se lesionate portano ad incapacità di comprendere le parole, nonostante non vi sia sordità. Per
quanto riguarda il linguaggio parlato l’emisfero dominante è sempre il sinistro, pure in presenza si
soggetti mancini.
VENTRICOLI CEREBRALI
I ventricoli cerebrali sono le 4 cavità comunicanti del cervello, che provvedono alla produzione
del liquor e al suo smistamento nel sistema nervoso centrale.
Elementi fondamentali del sistema ventricolare, i ventricoli cerebrali sono chiamati singolarmente:
ventricolo laterale destro, ventricolo laterale sinistro (questi primi ventricoli cerebrali sono
simmetrici), terzo ventricolo e quarto ventricolo.
I ventricoli cerebrali sono le 4 particolari cavità comunicanti del cervello adibite alla produzione
del liquido cefalorachidiano e al suo trasporto all'interno dell'encefalo e del midollo spinale
(quindi nel sistema nervoso centrale).
Ventricoli Cerebrali e Sistema Ventricolare
I ventricoli cerebrali sono gli attori principali del cosiddetto sistema ventricolare, ossia l'insieme di
strutture cerebrali deputate alla produzione, alla circolazione e alla rimozione del liquido
cefalorachidiano.
Oltre ai ventricoli cerebrali, tra le strutture che compongono il sistema ventricolare, figurano:
Le vie di interconnessione tra i vari ventricoli, le quali sono fondamentali al trasporto del
liquido cefalorachidiano;
Il canale centrale spinale (o canale centrale), che serve a collegare i ventricoli cerebrali al
midollo spinale;
Le cisterne subaracnoidee, che sono i centri di smistamento del liquido cefalorachidiano
verso le varie parti dell'encefalo;
I plessi coroidei (o plessi corioidei), che sono i raggruppamenti di cellule ependimali
deputati alla produzione del liquido cefalorachidiano.
Anatomia
I 4 ventricoli cerebrali sono:
I ventricoli laterali destro e sinistro,
Il cosiddetto terzo ventricolo e
Il cosiddetto quarto ventricolo.
Ventricoli Laterali Destro e Sinistro
I ventricoli laterali sono uno per emisfero cerebrale; chiaramente, il ventricolo laterale destro risiede
nell'emisfero cerebrale destro, mentre il ventricolo laterale sinistro prende posto nell'emisfero
cerebrale sinistro.
(fonte: Shutterstock)
I ventricoli laterali presentano un'anatomia davvero singolare: visti lateralmente, assomigliano a una
Y con il "ramo" destro leggermente più sviluppato del "ramo" sinistro e distesa in modo che il
classico "gambo" sia orientato verso la nuca, mentre i due rami sopraccitati verso la fronte.
I ventricoli laterali stringono rapporti con tutti i lobi del cervello; infatti, continuando a immaginarli
simili a Y distesa con il "gambo" verso la nuca:
La loro parte centrale confina con il lobo parietale;
Il loro ramo in posizione superiore si porta verso il lobo frontale;
Il loro ramo in posizione inferiore raggiunge il lobo temporale;
La loro gambo si spinge fino al lobo occipitale.
La parte dei ventricoli cerebrali che confina con il lobo parietale è detta semplicemente parte
centrale.
La parte dei ventricoli cerebrali che raggiunge il lobo frontale è detta corno frontale.
La parte dei ventricoli cerebrali che si proietta verso il lobo temporale è chiamata corno temporale.
Infine, la parte dei ventricoli cerebrali che si spinge fino al lobo occipitale prende il nome di corno
occipitale.
Il ventricoli laterali comunicano con il terzo ventricolo, ciascuno attraverso un canale conosciuto
come forame intraventricolare di Monro.
Terzo Ventricolo
Appartenente all'area diencefalica dell'encefalo, il terzo ventricolo è compreso tra i due ventricoli
laterali, in una posizione inferiore alla cosiddetta parte centrale, ma superiore al corno temporale.
Avente per pavimento l'ipotalamo, il terzo ventricolo prende posto, come un tovagliolino in un
porta-tovaglioli, nella fessura che divide la porzione di talamo dell'emisfero cerebrale destro dalla
porzione di talamo dell'emisfero cerebrale sinistro.
Se osservato lateralmente (punto di vista migliore per apprezzarne le caratteristiche), il terzo
ventricolo mostra 4 protrusioni, due anteriori (cioè dalla parte della fronte) e due posteriori (cioè
dalla parte della nuca); partendo a elencarle dall'alto, le protrusioni anteriori sono il
cosiddetto recesso sopraottico (sopra il chiasma ottico) e il cosiddetto recesso
infundibolare (sopra il gambo dell'ipofisi), mentre le protrusioni posteriori sono il
cosiddetto recesso soprapineale (sopra l'epifisi) e il cosiddetto processo pineale (in direzione del
gambo dell'epifisi).
Inferiormente ai recessi posteriori, il terzo ventricolo ospita il tratto iniziale del condotto che serve a
trasporta il liquido cefalorachidiano al quarto ventricolo; tale condotto è noto come acquedotto di
Silvio o acquedotto cerebrale.
Quarto Ventricolo
Più basso e posteriore rispetto al terzo ventricolo, il quarto ventricolo si estende tra
il tronco encefalico, che gli risiede davanti, e il cervelletto, che gli risiede dietro; per la precisione,
rispetto al tronco encefalico, si trova all'altezza della congiunzione tra il ponte di Varolio e
il midollo allungato (N.B: sono, rispettivamente, la porzione intermedia e la porzione inferiore del
tronco encefalico).
Nel rapportarsi con il tronco encefalico, il quarto ventricolo prende posto in una depressione di
questa importante struttura encefalica, il cui è nome fossa romboidale; sede di collicolo facciale,
solco limitante (o sulcus limitans) e obex, la fossa romboidale rappresenta il cosiddetto pavimento
del quarto ventricolo.
Nel rapportarsi con il cervelletto, invece, il quarto ventricolo si ritrova a ridosso
del velum midollare superiore e del velum midollare inferiore; se la fosse romboidale rappresenta il
pavimento del quarto ventricolo, il velum midollare superiore e il velum midollare inferiore del
cervelletto ne costituiscono il soffitto.
Come anticipato, i ventricoli cerebrali hanno la funzione di produrre e dirigere la circolazione del
liquido cefalorachidiano all'interno di encefalo e midollo spinale.
Quali sono le funzioni del liquido cefalorachidiano?
Conosciuto anche come liquor o liquido cerebrospinale, il liquido cefalorachidiano diversi
importanti funzioni, che sono:
Proteggere l'encefalo e il midollo spinale dalle pericolose conseguenze di urti a traumi a
loro carico.
Il liquido cefalorachidiano agisce come un cuscinetto che attutisce gli urti a carico del
sistema nervoso centrale;
Creare un ambiente chimico ideale al corretto funzionamento delle cellule del sistema
nervoso centrale.
Per esempio, il liquor mantiene la concentrazione del potassio extracellulare entro quei
limiti che sono indispensabili alla trasmissione sinaptica;
Nutrire il sistema nervoso centrale.
Il liquido cefalorachidiano partecipa allo scambio di metaboliti e sostanze nutritive tra
cervello e sangue;
Regolare la pressione intracranica (o pressione endocranica).
Il liquido cerebrospinale regola il proprio volume in base alle variazioni di flusso ematico e
massa cerebrale, in modo tale da mantenere costante sia la pressione endocranica;
Accogliere i prodotti di scarto delle cellule del sistema nervoso centrale e favorirne la
rimozione.
Il liquor provvede alla rimozione dei prodotti di scarto riversando tutto nel circolo
sanguigno.
Cos'è il liquido cefalorachidiano?
Il liquido cefalorachidiano deriva da un particolare processo di ultrafiltrazione del plasma
sanguigno, processo che lo impoverisce di proteine e ne varia la composizione elettrolitica (es:
differisce per la concentrazione dello ione cloruro).
In condizioni di normalità (cioè in un soggetto sano), il liquido cefalorachidiano è una fluido
trasparente, privo di globuli rossi, con pochi globuli bianchi, con una scarsa concentrazione
di proteine plasmatiche e con un pH compreso tra 7,28 e 7,32.
Dopo la sua produzione da parte dei plessi coroidei, il liquor circola, grazie ai forami
interventricolari di Monro e dell'acquedotto di Silvio, nei vari ventricoli cerebrali, fino a imboccare
il canale centrale spinale e i fori di Luschka e di Magendie, i quali servono a condurlo,
rispettivamente, nello spazio subaracnoideo dell'encefalo e nello spazio subaracnoideo del midollo
spinale.
Nello spazio subaracnoideo, quindi, ogni volta che c'è necessità di un suo rinnovamento, si riversa
nel circolo sanguigno venoso, per la sua eliminazione definitiva.
MENINGI
Le meningi sono le 3 membrane laminari sovrapposte, che prendono posto tra le componenti del
sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) e le strutture ossee circostanti (cranio, per
l'encefalo, e colonna vertebrale, per il midollo spinale).
Conosciute come dura madre (meninge più esterna), aracnoide (meninge intermedia) e pia madre
(meninge più esterna), le 3 meningi hanno l'importante compito di contribuire alla protezione
dell'encefalo e del midollo spinale.
Le meningi hanno rapporti molto stretti con i nervi cranici, fatta eccezione del
nervo ottico e olfattivo, tutti gli altri nervi stringono rapporti intimi con esse.
La dura madre è la meninge più esterna; pertanto, è la meninge più vicina alle ossa del
cranio (nell'encefalo) e alle vertebre (nel midollo spinale), sulla faccia esterna, e la meninge
confinante con l'aracnoide, sulla faccia interna. Costituita da un denso tessuto fibroso
particolarmente a cellule piatte, la dura madre è una meninge molto spessa e resistente.
Sulla dura madre, prendono posto importanti vasi arteriosi, da cui derivano i capillari della
pia madre; inoltre, c'è un’intricata rete di vasi venosi – denominati seni durali – il cui
compito è drenare il sangue povero di ossigeno in uscita dal sistema nervoso centrale e
indirizzarlo al cuore.
La dura madre dell'encefalo presenta alcune sostanziali differenze dalla dura madre del
midollo spinale; la dura madre dell'encefalo è una meninge a doppio strato (bi-lamellare), in
cui lo strato esterno funge da rivestimento della superficie interna del cranio, mentre lo
strato interno ricopre il ruolo di rivestimento della superficie esterna. Conosciuta anche
come sacco durale, la dura madre del midollo spinale è, a tutti gli effetti, un cilindro cavo, il
cui decorso verso il basso inizia dalla fossa cranica posteriore, prevede l'attraversamento del
forame magno e ha conclusione a livello della vertebra S2 (seconda vertebra sacrale).
L'aracnoide, o madre aracnoide, è la meninge intermedia; quindi, è la meninge interposta tra
la dura madre, superiormente, e la pia madre, inferiormente.
Sottile e trasparente, l'aracnoide è una meninge composta da tessuto fibroso a cellule piatte
(simili a quelle della dura madre), le quali le garantiscono proprietà impermeabili.
Mentre superiormente l'aracnoide è a stretto contatto con la dura madre, inferiormente
presenta uno spazio di separazione dalla pia madre, che prende il nome di spazio
subaracnoideo (letteralmente è "spazio sotto l'aracnoide").
Lo spazio subaracnoideo è ripieno di liquor cefalorachidiano, un fluido molto particolare
che serve a migliorare le funzioni protettive delle meningi. È infine importante segnalare che
l'aracnoide è fornita di una serie di perforazioni, attraverso cui transitano i nervi cranici
(nell'encefalo), i nervi spinali (nel midollo spinale), e i vasi sanguigni sia arteriosi che
venosi.
La pia madre è la meninge più interna; pertanto, è costituita da tessuto fibroso a cellule
piatte, la pia madre è una meninge sottile e molto delicata, che, a livello encefalico, si adatta
perfettamente ai solchi e circonvoluzioni di cervello e cervelletto. A livello della pia madre,
le arterie destinate a nutrire l'encefalo e il midollo spinale diventano arteriole e capillari.
I nervi sono importanti strutture del sistema nervoso periferico, che risultano dal raggruppamento di
più assoni e che hanno l'importante compito di trasportare gli impulsi nervosi dal sistema nervoso
centrale alla periferia, e viceversa.
Nel corpo umano, esistono due tipologie di nervi: i nervi cranici e i nervi spinali.
I nervi cranici hanno origine nell'encefalo e innervano la testa e il collo; i nervi spinali, invece,
originano nel midollo spinale e innervano tutte le parti del corpo non innervate dai nervi cranici.
A seconda del tipo di assoni che li costituiscono, i nervi possono ricoprire tre funzioni: una funzione
motoria, una funzione sensitiva e una funzione mista. I nervi con funzione motoria trasmettono gli
impulsi nervosi dal sistema nervoso centrale ai muscoli scheletrici e alle ghiandole; i nervi con
funzione sensitiva conducono gli impulsi nervosi dai distretti anatomici periferici (es: recettori
cutanei) al sistema nervoso centrale; infine, i nervi con funzione mista hanno la doppia capacità di
agire sia come nervi con funzione motoria sia come nervi con funzione sensitiva.
I nervi sono paragonabili a corde medio-lunghe.
Le loro componenti principali sono: i già citati assoni, le cellule di Schwann che formano la guaina
mielinica (laddove presente) e le strutture di rivestimento con funzione protettiva e nutritizia.
Nel corpo umano, esistono due tipologie di nervi: i cosiddetti nervi cranici e i cosiddetti nervi
spinali.
I nervi cranici sono strutture nervose con origine nell'encefalo (soprattutto nel tronco encefalico) e
deputate all'innervazione di testa e collo. Sono in tutto 12 paia e sono identificati con i primi dodici
numeri romani (I, II, III e così via).
I nervi spinali, invece, sono strutture nervose con origine nel midollo spinale e adibite
all'innervazione delle parti del corpo non controllate dai nervi cranici. Sono complessivamente 31
paia e sono identificati con l'iniziale e il numero dell'elemento vertebrale (C, T, L, S, C) dal quale
emergono (es: la coppia di nervi spinali T1 emerge a livello della prima vertebra toracica).
Le 12 paia di nervi cranici, identificati con i numeri romani da I a XII. Eccetto il I e il II paio (che
nascono, rispettivamente, da telencefalo e diencefalo), le dieci paia rimanenti originano nel tronco
encefalico. A seconda dei neuroni che li costituiscono, i nervi cranici possono essere motori,
sensitivi (o sensoriali) e misti. Essi stabiliscono contatti con la muscolatura, le ghiandole e gli
organi di senso della testa e del collo; fa eccezione il X paio, il nervo vago, che a differenza degli
altri prende contatto con diversi organi toracici e addominali.
È conosciuto anche come sistema nervoso vegetativo o viscerale, è quell'insieme di cellule e fibre
che innervano gli organi interni e le ghiandole, controllando le cosiddette funzioni vegetative, ossia
quelle funzioni che generalmente sono al di fuori del controllo volontario, per questo viene anche
definito "sistema autonomo involontario".
Il sistema nervoso autonomo è quella parte del sistema nervoso periferico che controlla le funzioni
degli organi interni (come cuore, stomaco e intestino) e di alcuni muscoli. Può essere diviso in tre
parti: il sistema nervoso simpatico, il sistema nervoso parasimpatico e il sistema nervoso enterico (o
metasimpatico).
Il sistema nervoso simpatico origina dal midollo spinale, in particolare a livello delle zone toraciche
e lombari; svolge una funzione attacco/fuga (fight or flight). Fa capo a reazioni opposte rispetto
all'innervazione parasimpatica: broncodilatazione, vasocostrizione, tachicardia, costrizione degli
sfinteri, contrazione della muscolatura delle vie spermatiche. Attraverso un ramo comunicante
bianco le fibre mieliniche si portano ai gangli del sistema toracolombare; da qui le fibre
postgangliari si portano ai territori di innervazione tramite nervi splancnici, rami comunicanti grigi
che si riportano ai nervi spinali nonché rami perivascolari. L'innervazione degli organi è composita;
i gangli cervicali innervano la faccia e in parte il cuore, i gangli toracici poi vanno a innervare la
componente polmonare e ghiandolare. Le regioni inferiori saranno innervate da fibre che
fuoriescono da tre gangli prevertebrali: il celiaco, il mesenterico superiore e il mesenterico inferiore.
Il sistema nervoso parasimpatico è dato da quella parte del sistema nervoso autonomo che
provvede a funzioni viscero-sensitive e somato-sensitive, oltre a broncocostrizione, peristalsi della
muscolatura gastroenterica, eccitosecrezione di ghiandole salivari, lacrimali e ghiandole annesse al
tubo digerente (pancreas e fegato); interviene nell'innervazione del muscolo detrusore della vescica,
la cui contrazione, accompagnata dal rilassamento del muscolo sfintere liscio della vescica, porta
alla minzione. Genera reazioni opposte rispetto al sistema simpatico: vasodilatazione, rallentamento
del battito cardiaco, broncocostrizione, contrazione delle pupille, stimolo della mobilità intestinale.
Le fibre parasimpatiche decorrono in molti nervi cranici quali: nervo oculomotore, nervo faciale,
nervo glossofaringeo, nervo vago. Le fibre parasimpatiche per l'innervazione della porzione
terminale del tubo digerente e delle porzioni caudali dell'apparato urinario originano dai nervi S2,
S3, S4 ed S5 (più precisamente dal nucleo autonomo del parasimpatico sacrale).
In linea generale, il sistema simpatico e quello parasimpatico esercitano sui loro bersagli un effetto
opposto. In questo modo controllano funzioni come la dilatazione delle pupille, la produzione della
saliva e del muco, la frequenza cardiaca, la contrazione dei muscoli dei bronchi, i movimenti di
stomaco e intestino, l'accumulo di glicogeno nel fegato, la produzione dell'urina, il rilassamento
della parete della vescica e l'apertura del suo sfintere.