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n.

12 - ANNO 2018 1

SFC Strategia n.12 - 2018

Finanza
e Controllo
P E R I O D I C O D I R E T T O D A A N T O N I O S O F I A E E N Z O T U C C I

Sommario Rubrica: pratica


La qualita´dell’attivo nei
risanamenti aziendali
professionale
di Alessandro Tentoni Lead Generation: il nuovo modo
e Fabio Ceroni di fare marketing
di Cristina Migliore
Peculiarita delle aziende in
Early stage e difficolta nel Il controllo di gestione nella
funding piccola e media impresa
di Alberto Menconi di Gabrio Nocentini

La creazione del valore in


azienda, il ruolo del consulente
d’impresa e la Balanced
scorecard
di Guglielmo Martinelli
2 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

SFC Strategia Finanza e Controllo


P E R I O D I C O D I R E T T O D A A N T O N I O S O F I A E E N Z O T U C C I

Sommario Rubrica: pratica


4 La qualita´dell’attivo nei professionale
12 risanamenti aziendali
di Alessandro Tentoni e Fabio Ceroni 24 Lead Generation: il nuovo modo
25 di fare marketing
di Cristina Migliore
13 Peculiarita delle aziende in Early
17 stage e difficolta nel funding
di Alberto Menconi 26 Il controllo di gestione nella
31 piccola e media impresa
di Gabrio Nocentini
18 La creazione del valore in
21 azienda, il ruolo del consulente
d’impresa e la Balanced scorecard
di Guglielmo Martinelli

Direzione Editoriale Autori


Dott. Antonio Sofia, Dott. Enzo Tucci Dott. Fabio Ceroni, Dott. Alberto
Menconi, Dott.ssa Crisrtina Migliore,
Cordinamento Redazionale Dott. Guglielmo Martinelli, Ing. Gabrio
Segreteria ASFIM Nocentini, Dott. Alessandro Tentoni.
segreteria@asfim.org
Progetto Grafico N. 12 - ANNO 2018
Dott.ssa Antonietta Trotta
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innovative d'impresa accelerandone la realizzazione. Con le proprie esperienze e con il proprio


network contribuisce alla crescita professionale del team, alla costruzione del modello di
4 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

La qualità dell’attivo
nei risanamenti
Fabio Ceroni aziendali
1. Il ruolo dell’attivo nelle crisi cui vengono esaminati.
d’impresa Le più diffuse configurazioni di valore
Nelle situazioni aziendali in cui le di- sono quelle del capitale di funzio-
sfunzioni, di origine interna o esterna, namento (o di gestione), adottate nelle
si sono propagate manifestando uno sintesi contabili infra-annuali e in sede
stato di crisi, la scelta della strategia di redazione del bilancio d’esercizio,
Alessandro Tentoni imprenditoriale dovrebbe dipendere del capitale economico, che orienta la
anche dai caratteri economici delle at- valutazione di trasferimento del com-
tività disponibili. plesso aziendale, del capitale di liqui-
Mentre infatti l’articolazione del ceto dazione, a seguito della dissoluzione
creditorio rivela sia l’ammontare nomi- dell’unitario sistema d’impresa.
nale della massa passiva da estin- Nella prima l’obiettivo primario perse-
guere, con le probabili garanzie corre- guito dall’insieme dei valori assegnati
late, sia i soggetti che in qualche mi- alle attività e passività presentate nei
sura dovranno condividere le decisioni rendiconti è la determinazione del red-
da intraprendere, l’analisi delle risorse dito del periodo, disponibile per la di-
residue illumina sulla perdurante uni- stribuzione o il reinvestimento a se-
tarietà dell’azienda e sui flussi reali- conda degli intendimenti del soggetto
stici associabili alle dismissioni da economico, da cui discende conte-
svolgere. Questa indagine richiede la stualmente il patrimonio gestionale.
verifica del possibile ripristino delle Considerato il carattere consuntivo dei
condizioni di equilibrio economico, fi- documenti contabili richiamati le valu-
nanziario e patrimoniale compromes- tazioni sono riferite a una data di riferi-
se dallo stato di crisi, nelle interazioni mento già trascorsa, ma risultano in-
tra condizioni interne di gestione e fat- fluenzate dai nessi indissolubili delle
tori ambientali esterni e, in caso affer- operazioni di gestione che intercorro-
mativo, della congruità del reddito con- no al momento della chiusura dei bi-
seguibile in vista del ripianamento lanci.
dell’esposizione debitoria. Viene applicata quindi anche una logi-
Nei casi in cui si constati l’avvenuto ca prospettica mirante a anticipare gli
dissolvimento dei legami che avvinco- esiti reddituali, positivi o negativi, che
no i beni e le risorse complementari si reputano maturati nell’esercizio con-
coordinate nella combinazione produt- siderato indipendentemente dal mo-
tiva, assume allora rilevanza l’attitudine mento di manifestazione monetaria, e
delle singole attività a tradursi in atten- a rinviare al futuro quelli non di compe-
dibili ritorni monetari. tenza economica dei cicli produttivi
Si passa ora a illustrare le principali svolti benché anticipati dalla relativa
rappresentazioni di valore che posso- movimentazione finanziaria.
no assumere le diverse classi di valori Sulla composizione del patrimonio di
dell’azienda, così da individuare quelle funzionamento interviene altresì il
che meglio soddisfano le finalità del principio redazionale della prudenza di
presente approfondimento. cui all’art. 2423 bis del codice civile,
mirante a includere nel correlato set-
2. Le diverse configurazioni dei tore reddituale componenti negativi
valori attivi solo probabili e a escludere ricavi non
Gli elementi attivi di un’impresa sono certi ancorché prevedibili.
valorizzati con approcci diversi a se- Il capitale economico poggia invece
conda del contesto di riferimento in sul rendimento che può derivare dal
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complesso aziendale nell’orizzonte ro applicata una metodologia di calco-


temporale di vita riferito a una data lo analitica, è improntata al futuro svol-
prescelta, definito con diverse meto- gimento gestionale, con l’unico limite
dologie di tipo sintetico, attualizzando temporale dettato dall’orizzonte termi-
i flussi economici o finanziari prodotti nale adottato.
con un tasso rappresentativo del ri- Così per i lavori pluriennali in corso su
schio d’impresa che aleggia su tali ri- ordinazione viene di regola attribuita la
sultati, analitico, esprimendo attività e percentuale di corrispettivo maturata
passività in misura corrente, interme- alla data della valutazione.
dio tra le due e empirico-comparativo, Anche nella presente configurazione
sulla base di corrispettivi praticati per del capitale si raccomanda peraltro un
unità similari. atteggiamento professionale cauto in
occasione delle scelte richieste da
Le misure del patrimonio di funzion- ciascun criterio seguito, per evitare
amento e economico (in particolare all’atto pratico l’enunciazione di valori
determinato con criteri reddituali), pur con scarsa attendibilità. Ciò spiega an-
basate entrambe su risultati di periodo che la mancata unanimità di vedute in
stimati in chiave prospettica e quindi dottrina sulle indicazioni preferibili di
sulla remunerazione dei fattori produt- stima per alcune poste patrimoniali,
tivi impiegati, si differenziano per di- circostanza da non enfatizzare in
versi aspetti. quanto il capitale economico rappre-
Innanzitutto la prima ha matrice stori- senta una grandezza unitaria riferibile
ca in quanto correlata al reddito all’intera azienda (o a un suo ramo),
dell’esercizio in chiusura, sebbene in- divisibile al proprio interno solo con
fluenzato dai risvolti futuri della ge- astrazioni metodologicamente discu-
stione come poc’anzi precisato. Inoltre tibili.
gli andamenti dei periodi successivi Si segnala che per alcuni autorevoli
che rilevano sono limitati a quelli che studiosi 1 l’entità del capitale economi-
abbracciano le operazioni in corso alla co inferiore al patrimonio di funziona-
chiusura del bilancio. mento dovrebbe indurre il redattore
Ad esempio, quale criterio di valutazio- del bilancio a svalutazioni di attivo o
ne delle rimanenze finali di magazzino rivalutazioni di passivo, per allineare le
l’art. 2426 comma 1 n.9) del codice ci- due misure e evitare il calcolo e l’even-
vile propone il minore tra il costo tuale distribuzione di redditi non con-
d’acquisto o di produzione e il prezzo fortati dalle previste dinamiche future
di mercato, denotando preferenza del aziendali.
dato storico delle spese sostenute ris- La terza configurazione di capitale in
petto al ricavo programmato dalla ven- commento è quella di liquidazione, in
dita successiva, salvo l’ipotesi di ces- cui i singoli elementi attivi e passivi
sioni in perdita. vengono assunti in modo atomistico,
Anche il principio della prudenza intro- privati come già accennato delle inter-
duce particolari accorgimenti nelle relazioni sistemiche conseguenti al
valutazioni di funzionamento finaliz- comune impiego produttivo.
zati a circoscrivere un risultato eco-
nomico derivante dai proventi certi In questo contesto assumono rilevan-
depurati da tutti i costi che concorrono za, dal lato dell’attivo, solo quei beni
alla produzione, sebbene solo prevedi- suscettibili di autonomo realizzo, e nel
bili, come dimostrato proprio dalla passivo i debiti certi.
scelta del livello del fatturato delle ven- Di conseguenza le attività trasferibili
dite solo se inferiore nel caso della sti- sono stimate al presunto valore di ven-
ma delle rimanenze finali o dalla ri- dita mentre le passività vengono
levazione delle perdite presunte su espresse nell’ammontare necessario
crediti. per la relativa estinzione.
L’opinione corrente della riduzione di
Nella determinazione del capitale eco- valore generalmente sopportata dal
nomico la logica valutativa del comp- capitale aziendale nella fase di liquida-
lesso, o dei singoli componenti qualo- zione, stragiudiziale o giudiziale, è suf-
ra venga ripartita per finalità contabili- fragata da due distinte motivazioni.
fiscali la stima unitaria eseguita ovve- Innanzitutto la procedura richiede di

01. cfr. P. Onida, “Economia d’azienda”, UTET, 1977, pagg. 667-668.


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norma il sostenimento di costi specifi- l’impresa possa risultare profittevole e


ci quali compensi agli organi preposti, assumere una valutazione di com-
particolarmente significativi soprattut- plesso, segnata dal capitale economi-
to in caso di intervento del Tribunale, co, superiore a quella corrente algebri-
consulenze propedeutiche di natura ca delle singole parti attive e passive,
giuridica o aziendalistica, perizie del- palesando la formazione di avviamen-
l’impresa o di singoli elementi. to positivo o goodwill.
Inoltre la gestione liquidatoria è carat- L’asserzione è traducibile in veste ma-
terizzata sovente da difficoltà conse- tematica con una formula del tipo:
guenti all’atteggiamento che potreb-
bero assumere determinati stake- 4+2–3=5
holders in vista della cessazione as- Nella multiforme realtà aziendale può
soluta dell’azienda, come nel caso di accadere in alcuni casi che il risana-
tattiche ribassiste in occasione della mento si concentri sul deterioramento
cessione di immobili 2, delle difficoltà degli equilibri patrimoniali per carenza
d’incasso dei crediti verso la clientela ad esempio di mezzi propri o mancata
disincentivata dall’interruzione delle correlazione nelle scadenze di fonti e
relazioni commerciali, degli oneri impieghi, finanziari per eccessiva ri-
straordinari per l’esodo del personale duzione dell’attivo circolante o mone-
dipendente, dell’aumento di controver- tari dovuto all’assorbimento prolunga-
sie legali dovuto dalla situazione di de- to di cash-flow, mentre l’andamento
bolezza dell’impresa in scioglimento economico assicurerebbe la remune-
che si prefigge di contenere i tempi di razione di tutti i fattori produttivi impie-
chiusura della procedura. gati e figurativi.
In rapporto al capitale economico il Finanche un’impresa in perdita è com-
valore netto di liquidazione dovrebbe patibile con un goodwill, se il disequi-
attestarsi su misure inferiori nei casi di librio economico risulti reversibile gra-
imprese profittevoli che riescono a zie all’azione manageriale o per cause
remunerare oneri figurativi quali gli in- esterne come nelle ipotesi di possibile
teressi di computo sui mezzi propri e il acquisizione di un brevetto risolutivo,
salario direzionale, quantomeno per di cambiamento della infelice localiz-
l’inserimento nell’attivo dell’avviamen- zazione di un’unità commerciale, di
to. soppressione delle barriere doganali
D’altro canto un risvolto interessante per poter sviluppare le vendite in nuovi
della relazione è che il patrimonio liqui- Paesi, ecc..
datorio dovrebbe venir assunto in ter- Di frequente il turnaround richiede ne-
mini di limite minimo nella stima di cessariamente un intervento finanzia-
un’azienda, quale corrispettivo in ogni rio esterno di un possibile acquirente o
caso conseguibile dal soggetto giuridi- nuovo socio, viste anche le probabili
co, salvo che l’ipotesi della cessazione restrizioni del debito che caratterizza
assoluta risulti inverosimile o improba- gli stati di crisi, per apportare le risorse
bile, per eccessiva onerosità sociale o occorrenti a supporto della strategia di
altre motivazioni. rilancio. In tali contesti dal prezzo ori-
Rispetto invece al capitale di funzio- entato sul capitale economico deter-
namento, per gli elementi dell’attivo è minato con gli scenari dell’azienda ri-
difficile stabilire regole univoche, vista sanata si deve scomputare l’ammon-
l’origine diversa delle due configura- tare dei conferimenti da eseguire.
zioni (gestionale e di mercato). D’altro canto, sotto un profilo concet-
Non si possono invero escludere plus- tuale, volendo ignorare le strategie per
valori anche consistenti rispetto al il possibile ripristino degli equilibri
saldo contabile in alcuni trasferimenti aziendali il valore di complesso risul-
liquidatori, ad esempio in campo im- terebbe inferiore a quello di funziona-
mobiliare. mento, ma l’aspirante compratore
dovrebbe poi potenziare la combina-
3. L’attivo nelle aziende zione produttiva per condurla all’auspi-
sistemiche cata redditività.
É questo lo scenario in cui l’attivo Simili valutazioni hanno caratterizzato
aziendale presenta maggior valore. un caso di un’impresa operante su
Infatti lo stato di crisi non esclude che commessa con un significativo mar-

02. Ad esempio, anche per tener conto di tali caratteristiche del mercato in un recente caso di risanamento gli advisor finanziari hanno stimato un prezzo pieno di vendita
di un complesso immobiliare entro il 30/09/2017, all’80% dal 01/10/2017 al 30/06/2018, al 60% entro il 31/03/2019, al 40% sino al 31/12/2019, al 25% in seguito, con un
decalage quindi del 20% ogni 9 mesi salvo l’ipotesi finale in cui peraltro si prevede uno scenario di dissesto.
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gine industriale, ma gravata da una del valore associabili al soggetto eco-


massa passiva accumulata verso gli nomico più che all’impresa nell’acce-
istituti bancari con linee di credito ora- zione standing alone, come ad esem-
mai revocate e conseguenti difficoltà pio le conoscenze tecnico-organizza-
al finanziamento delle opere già in por- tive dei soci di una società produttore
tafoglio. di software, in grado di guidare l’organo
La soluzione professionale veniva amministrativo nell’impostazione ope-
identificata proprio nella ricerca di un rativa di successo della gestione.
partner finanziario e industriale in gra- In casi del genere la stima unitaria
do di sostenere la produzione già pro- dell’impresa nell’attuale condizione co-
grammata, oltre a quella che si poteva stituirebbe una misura in tutto o in
acquisire, dedicandosi nel contempo parte astratta poiché fondata su profili
alla ristrutturazione transattiva del de- competitivi non acquisibili da terzi,
bito. così che i soggetti chiamati a occupar-
In un’altra vicenda il promissario ac- si di una situazione di patologia azien-
quirente di una quota societaria del dale dovrebbero convergere su tale
20% di un’azienda avviata si accollava evidenza.
per pari percentuale il versamento ne-
cessario a ripianare il deficit patrimo- 4. L’attivo nelle aziende
niale almeno sino all’importo minimo disgregate
di capitale sociale per le S.r.l.; tuttavia, Con maggior frequenza le crisi d’im-
il contestuale concorso al ripristino presa comportano la dispersione di
per l’80% della somma occorrente del gran parte del capitale economico, per
socio di maggioranza non attribuiva al le ragioni già tratteggiate, tanto che
primo alcun ridimensionamento del spesso i beni a disposizione assumo-
prezzo concordato per l’acquisizione no rilevanza autonoma e non più quale
del pacchetto minoritario. coordinazione produttiva.
In linea generale si può peraltro asseri- Non per questo bisogna tuttavia sot-
re che i fattori di avviamento, spesso tovalutare le potenzialità realizzative
riconducibili a risorse intangibili o cir- disponibili.
costanze ambientali, quali l’immagine Infatti i soggetti decisori o gli advisor
aziendale, le capacità manageriali, il dovrebbero già inizialmente indagare
possesso di brevetti peculiari, il regime l’effettiva qualità delle attività presenti,
di monopolio o oligopolio nello specifi- approfondendo il rapporto tra valori di
co mercato, la fase prolungata del ci- funzionamento, da assoggettare a op-
clo di sviluppo dei prodotti o servizi portuna revisione per depurarli da er-
venduti, tendono a dissolversi con il rori e scorrettezze contabili, e stime
procrastinarsi dello stato di crisi. liquidatorie fondate sulle considera-
Infatti le disfunzioni economiche, fi- zioni svolte più avanti.
nanziarie, monetarie o patrimoniali
che minano il sistema aziendale ten- L’analisi degli impieghi prende le mos-
dono tipicamente a propagarsi e raf- se dall’osservazione delle diverse clas-
forzarsi vicendevolmente, comprom- si assunte in base alla funzione eco-
ettendo magari il proficuo utilizzo di un nomica rivestita dall’asset nella speci-
brevetto di processo per sopraggiunte fica impresa, articolate nei due neces-
diseconomie di approvvigionamento sari macro-gruppi delle immobilizza-
delle materie prime, la vantaggiosa po- zioni e dell’attivo circolante, che pre-
sizione di mercato o le potenzialità scinde dalle caratteristiche fisiche o
commerciali di un prodotto per l’inde- tecniche. Così nelle unità del settore
bolimento delle strutture di vendita e, edile i fabbricati possono rappresen-
al termine, la stessa immagine azien- tare immobilizzazioni a utilizzo pluri-
dale. ennale nei cicli produttivi aziendali o
rimanenze finali in quanto esito delle
Infine si può osservare che non sem- costruzioni realizzate per la vendita.
pre i caratteri aziendali che sostengo- Nel tempo, inoltre, uno stesso bene
no un elevato livello del capitale eco- può mutare destinazione e categoria,
nomico risultano trasmissibili. come nel caso di cambiamento di
Proprio nel campo degli elementi im- oggetto di attività svolta, ad esempio
materiali si potrebbero rinvenire radici da produzione manifatturiera di mobili
8 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

a servizi di intrattenimento e spetta- Dal punto di vista invece del contributo


coli, in cui un articolo ottenuto da ce- economico delle diverse tipologie di
dere sul mercato qualificabile giacen- impieghi è interessante la lettura pro-
za di magazzino diviene parte dell’ar- posta dal sistema del Du Pont5, che
redo predisposto per la nuova iniziati- scompone la redditività di qualsiasi in-
va intrapresa con funzione quindi di vestimento tradotta dal rapporto tra
bene strumentale. reddito conseguito e attività, nel
Un’utile distinzione da accogliere per le prodotto tra i ricavi di vendita rapporta-
tipologie di attivo rappresentate nello ti alle attività, e reddito conseguito
stato patrimoniale ha riguardo al pun- parametrato ai ricavi di vendita.
to del ciclo produttivo in cui si inserisce In formula:
ciascun fattore ancora da utilizzare 3. R/I = V/I x R/V
In questo senso possono presentarsi
beni appartenenti alla struttura fissa dove:
dell’impresa, quali le immobilizzazioni, R = reddito
impiegati direttamente o indirettamen- I = investimento
te (è il caso delle partecipazioni strate- V = vendite
giche) nei vari stadi della produzione,
come le rimanenze finali, o che consi- Il primo fattore moltiplicativo rappre-
stono in ricavi già conseguiti benché senta evidentemente un indice di ro-
non incassati, ovvero crediti di funzio- tazione dell’impiego considerato, mi-
namento. surando quante volte concorre alla
Queste considerazioni aiutano a com- produzione dei proventi correlati
prendere i caratteri economici di cia- nell’esercizio, mentre il secondo con-
scuna categoria di attivo, la necessità traddistingue la convenienza econo-
di possibili svalutazioni o rivalutazioni mica associabile alle vendite.
rispetto ai valori contabili e le chances All’aumentare di entrambi, intensità ro-
di collocazione presso aziende dello tativa e redditività dei ricavi, si incre-
stesso settore o di altri comparti. menta l’economicità dell’investimento
D’altra parte ciascun elemento attivo monitorato.
riveste un proprio ruolo nella dinamica In questo caso non si possono stabili-
finanziaria tipica della gestione opera- re tendenze per ciascuna delle classi
tiva aziendale, caratterizzata nella di attivo presenti generalmente nella
maggior parte dei casi da continuous struttura attiva aziendale, bensì carat-
input continuous output, come sintetiz- teri peculiari per ciascun impiego di-
za l’acronimo C.I.C.O.4. pendenti dal contesto di utilizzo.
Ad esempio un’attrezzatura edilizia
Si veda a tal proposito il grafico se- può presentare un lento rigiro se inse-
guente. rita in piccole aziende di lavori di ris-
trutturazione o in imprese con ridotti
volumi di attività a seguito della crisi,
ovvero elevato rapporto di rotazione
se utilizzata in opere dal rilevante va-
lore aggiunto.
Passiamo ora in rassegna le caratte-
ristiche qualitative delle principali tipo-
logie di attivo.
Le immobilizzazioni materiali posso
Ogni classe di attivo partecipa con le partecipare alla combinazione produt-
proprie caratteristiche alla gestione fi- tiva anche mediante contratto di leas-
nanziaria rappresentata. ing, a differenza delle altre categorie
Le immobilizzazioni richiedono una da esaminare.
uscita monetaria che concorre nel In tal caso lo stato patrimoniale dell’im-
tempo a diversi movimenti in entrata, presa si presenterebbe più snello, visto
le rimanenze finali consentono l’afflus- il trattamento contabile tradizionale
so correlato dalla successiva e, di dell’operazione adottato in Italia rileva-
regola, ravvicinata vendita dei prodotti, ndo gli effetti a conto economico con
i crediti costituiscono una linea in en- l’ausilio della nota integrativa.
trata di prossima formazione. Peraltro per l’utilizzatore si tratta co-

03. cfr. le profonde riflessioni in proposito di A. Riparbelli, “Il contributo della ragioneria nell’analisi dei dissesti aziendali”, F. Angeli, 2005, pag. 112.
04. Tra gli Autori che si sono occupati delle dinamiche in esame, completate dai moduli P.I.P.O. (point input point output), C.I.P.O. (continuous input point output) e P.I.C.O.
(point input continuous output) si può consultare V. Maggioni, “Aspetti innovativi nella valutazione degli investimenti industriali”, CEDAM, 1992, pagg. 7-8.
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munque di una forma di acquisizione una dismissione anticipata rispetto


del bene strumentale, quantomeno alla vita utile prevista, di flessibilità, se
con contratti di leasing finanziario che l’elemento possiede duttilità d’impiego
prevedono l’opzione finale di riscatto. e di combinazione con gli altri fattori
In questa prospettiva va letta la tutela utilizzati.
prevista dagli artt. 72-quater comma 2 La verifica di tali peculiarità conduce
e 169-bis ultimo comma della Legge quindi ad una maggiore valorizzazione
Fallimentare nelle ipotesi di sciogli- dell’immobilizzazione.
mento del negozio rispettivamente D’altro canto caratteri opposti mani-
nelle procedure di fallimento e concor- festerebbero minusvalori latenti, come
dato preventivo, che attribuiscono il ad esempio per un bene strumentale
diritto all’impresa operativa di ricevere con accentuata specializzazione che
l’eventuale differenza tra valore nor- restringe il campo applicativo e, a pa-
male del bene nel nuovo utilizzo e de- rità di altre condizioni, la stima di mer-
bito residuo in linea capitale. La circo- cato. Soprattutto in presenza di cespiti
stanza si rivela invero plausibile rilevanti, come gli immobili, per con-
soprattutto per i cespiti di maggior rile- suetudine la stima del valore di trasfer-
vanza, per i quali il processo di deprez- imento viene affidata a una perizia tec-
zamento dovrebbe risultare più lento nica esterna 7.
rispetto al piano di rimborso delle
somme dovute. Per le immobilizzazioni immateriali,
L’apprezzamento dei profili economi- che insieme a quelle materiali costi-
co-qualitativi delle immobilizzazioni tuiscono il novero degli immobilizzi
materiali di un’azienda dovrebbe ba- tecnici, una distinzione significativa è
sarsi su una preliminare riflessione tra intangibili di conoscenza e di im-
d’insieme dell’apparato produttivo pre- magine.
sente. Nella prima area comprendiamo gli
Indubbiamente, come già emerso nel asset di natura tecnologica, quali bre-
paragrafo 2, dopo la dissoluzione dei vetti, know-how, studi e ricerche, in ge-
legami di complementarietà produtti- nere tutte le informazioni che consen-
va che contraddistinguono le imprese tono l’attivazione delle altre risorse e lo
anche il parco cespiti assume valore svolgimento del processo produttivo.
con riguardo alle potenzialità dei sin- A seconda della possibilità di formaliz-
goli elementi, da trasferire a altre unità, zazione e trasferimento della cono-
senza alcun possibile surplus per il co- scenza si può circoscrivere quella co-
ordinato e conveniente impiego nell’at- dificabile, fonte di apprendimento in-
tività caratteristica. terno e nel caso di terzi, e quella tacita,
Tuttavia possono presentarsi casi di rappresentata dai valori etici e relazio-
proficuo raggruppamento di alcuni be- nali posseduti da alcune figure dell’or-
ni strumentali tra loro interconnessi, ganizzazione aziendale.
da offrire sul mercato a prezzi con- L’immagine si pone invece su un diver-
giunti che consentano di remunerare so piano qualitativo, esprimendo la fi-
la predisposizione organizzativa e tec- ducia e l’attrazione che l’impresa eser-
nica del lotto, a fronte di economie di cita nei confronti degli stakeholders.
tempo e progettuali conseguite dall’ac- Grazie e questo raggruppamento di
quirente. immobilizzazioni immateriali l’azienda
Al livello di ciascun cespite occorre ve- si differenzia con le sue prerogative
rificare anche l’eventuale profilarsi di sui mercati in cui opera e ne ottiene
opzioni d’investimento6. l’accreditamento, ovvero l’instaurarsi
Si tratta delle opportunità di differi- di un rapporto fiduciario con i terzi.
mento, per la possibilità di conservare Si possono ricordare l’immagine di
intatta la capacità produttiva del bene prodotto (product image), di marchio
protraendo l’inizio dell’impiego, di am- (brand image) e aziendale (corporate
pliamento, per le prospettive di incre- image), rispettivamente riferite ai sin-
mento delle potenzialità o di affianca- goli prodotti o servizi venduti, all’affi-
mento a ulteriori asset per conseguire dabilità dell’organizzazione produttiva,
intensi sviluppi del fatturato, di abban- al blasone e cultura imprenditoriale.
dono, se risulta tecnicamente possi- Si tratta di classificazioni elastiche e
bile e economicamente vantaggiosa con gruppi spesso collegati: si pensi a

05. Si veda al proposito J. F. Weston - E. F. Brigham, “Finanza aziendale”, Il Mulino, 1974, pagg. 53-54
06. Sul tema di rinvia a V. Maggioni, op. cit., pagg. 165 e seguenti.
07. Alcuni Autori suggeriscono di sottoporre ad uno stress test lo stesso valore periziato da un esperto, attraverso la comparazione con recenti compravendite di im-
10 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

una concessione esclusiva di vendita blicitarie strutturali, ricerca e sviluppo,


di prodotti pregiati, che rafforza tutti e formazione straordinaria del perso-
tre gli ambiti in esame del concessio- nale, ecc.), inattuabile con la disgre-
nario e del concedente. gazione aziendale.
Nel caso degli intangibili della cono- Ipotesi di cedibilità a terzi di intangibili
scenza il rapporto con le performance della prima classe possono essere
economico-finanziarie è piuttosto di- rappresentati da un subentro nella lo-
retto, mentre per i profili dell’immagine cazione immobiliare felicemente ubi-
le influenze risultano meno immediate cata, nel contratto di concessione di
coinvolgendo dapprima i comporta- vendita di prodotti ad elevato margine
menti interni e la sfera decisionale de- di contribuzione, nel trasferimento di
gli interlocutori esterni 8. pacchetti della clientela.
Le risorse immateriali rappresentano Tipicamente risultano realizzabili quel-
sotto diversi aspetti degli elementi sin- le immobilizzazioni immateriali rap-
golari nel panorama delle attività presentate da beni, come marchi, bre-
aziendali. vetti, segreti di fabbricazione con
Infatti, mentre gli altri fattori produttivi protezione assicurata, ad esempio, da
tendono generalmente a consumarsi un deposito vincolato presso un pro-
con l’utilizzo, questa classe manifesta fessionista (escrow agreement).
l’andamento opposto di rivalutarsi me- In ogni caso la categoria degli intangi-
diante la partecipazione ai circuiti bili è quella tendenzialmente di più dif-
aziendali e il conseguente affinamento ficile liquidabilità, a volte per i caratteri
dei propri caratteri di successo. ricordati della unicità al servizio dell’a-
Si può altresì osservare l’elevata infun- zienda che li utilizza, per la difficoltà e
gibilità di molti intangibili, che possono l’elevata soggettività della stima, per
arrecare utilità solo alla combinazione l’indisponibilità dei possibili acquirenti
produttiva in cui sono inseriti, soprat- a riconoscere le risorse finanziarie, di
tutto tra quelli della conoscenza tacita tempo e manageriali assorbite nella
e della corporate image. valorizzazione dell’asset.
Per converso un elemento immateria- Per le immobilizzazioni finanziarie la
le necessario per un’azienda potrebbe tipologia di maggior interesse, e com-
non risultare disponibile sul mercato plessità, è costituita dalle partecipazio-
ma accessibile solo con l’autoprodu- ni. Al proposito è opportuno innanzi-
zione implicita nello svolgimento della tutto approfondire la funzione econo-
gestione, rappresentando una risorsa mica rivestita per l’impresa parte-
di tipo diverso rispetto al fattore pro- cipante, distinguendo pacchetti colle-
duttivo, acquisibile dall’esterno. gati alla gestione operativa e quote o
azioni detenute per finalità finanziarie.
Da quanto sinora osservato dovrebbe Le prime assecondano lo scopo di in-
risultare evidente anche la difficile go- tervento nella gestione di una società
vernabilità manageriale di molti intan- che svolge la stessa attività o di natura
gibili, soprattutto proprio di quei punti complementare, come per le parteci-
di forza che si consolidano nel corso pazioni di controllo e collegamento, o
della vita aziendale e che rappresenta- di intessere legami produttivi e siner-
no sovente notevole parte del valore di gie a seguito di accordi di partnership,
avviamento. joint-venture, consorzi, scambio di tec-
Tuttavia la direzione strategica dovreb- nologia, ecc..
be approntare un’efficace e autorevole Spesso anche le stesse partecipate di
comunicazione dei propri immateriali questo tipo sono coinvolte nello stato
meno visibili ma più determinanti per di crisi che caratterizza la controllante
le performance numeriche, così da au- o consociata, di cui rappresentano in
mentarne l’incisività. fondo un’appendice aziendale, con evi-
Dal punto di vista del valore autonomo denti ripercussioni sul relativo valore
di trasferimento occorre innanzitutto realizzativo mediante cessione o liqui-
escludere in molti casi la recuperabi- dazione.
lità sia dei profili qualitativi sedimentati L’altra categoria si riferisce a pacchetti
in azienda sia dei costi pluriennali so- detenuti per remunerazione da divi-
stenuti in vista di ritorni nel medio-lun- dendi o da plusvalenze a seguito di
go periodo (come per campagne pub- alienazione.

mobili per caratteristiche omogenei o la ricezione di offerte irrevocabili d’acquisto. Cfr., in materia di attestazione di piano di concordato preventivo, G. Covino – L.
Jeantet, , “La relazione del professionista attestatore tra fattibilità del piano ed “assicurazione” del pagamento proposto nel ricorso”, dirittobancario.it, 2016, pag. 14
con riferimenti in nota.
n.12 - ANNO 2018 11

La scelta dell’investimento in questi ti- Opposte considerazioni valgono nel


toli, generalmente per quote di mino- caso di recessione delle vendite.
ranza, è stata al tempo guidata da in- D’altro canto, poiché gli elementi ricor-
tenti speculativi, cercando di indivi- dati ritornano fisiologicamente in mo-
duare società con significative pro- neta in poco tempo, l’elevata disponi-
spettive di redditività e di crescita. bilità di questi valori assume un signi-
Pertanto tali assunti dovranno essere ficato positivo per l’equilibrio finanzia-
attentamente aggiornati per informar- rio prospettico. Si noti tuttavia che esi-
si sui presumibili flussi in entrata deri- ste un livello minimo costante di credi-
vanti dalla dismissione dell’attività, a ti commerciali, rimanenze finali di ma-
disposizione della strategia di risana- gazzino e liquidità richiesto dalle esi-
mento o liquidazione che si intende genze gestionali, che assume così na-
adottare. tura di investimento fisso in una pro-
Esaurita la trattazione degli aspetti spettiva dinamica.
qualitativi delle immobilizzazioni in un Una delle principali componenti dell’at-
contesto di azienda disgregata si pas- tivo circolante sono i crediti commer-
sa all’esame dell’altro macro-gruppo di ciali, che sorgono con le vendite avvici-
attivo, rappresentato dal circolante. nandosi al termine del ciclo monetario
In generale questo settore di impieghi, ma affrontando il rischio finanziario
costituito da scorte, crediti di funzio- dell’inesigibilità.
namento a breve o medio termine e Per formarsi un’opinione sui flussi mo-
disponibilità liquide, denota un anda- netari che questa posta potrebbe assi-
mento analogo ai ricavi di vendita. curare all’impresa che versi in situazio-
Infatti all’aumentare del fatturato ne patologica si deve approfondire la
dovrebbe crescere in proporzione ad genesi, la composizione e i profili della
esempio l’entità del magazzino mate- clientela.
rie prime e prodotti finiti, o merci, e A tal fine si verificano aspetti quali la
viceversa in caso opposto. Peraltro tipologia dei debitori, innanzitutto se
nelle fasi di sviluppo si devono altresì imprese o privati, la numerosità, la lo-
considerare i possibili effetti di con- calizzazione geografica, la soddisfa-
tenimento indotti da economie nell’uti- zione al termine del rapporto con ri-
lizzo dei materiali, anche a seguito di guardo alla prestazione eseguita e alla
accordi con partner esterni, e del dete- relazione emotiva intercorsa, i carat-
rioramento qualitativo del credito mer- teri economici dei principali clienti.
cantile. Una particolare alea grava su quegli
E proprio questa correlazione con i ri- asset di questo tipo costituiti da poche
cavi tipici dell’impresa attribuisce e- posizioni, che richiederebbero di con-
strema rilevanza tattica all’attivo cir- seguenza un’attenta ponderazione dei
colante, diretto dall’imprenditore con singoli fatturati e margini di contribu-
politiche e scelte che impegnano un zione, anche per le decisioni concer-
ridotto arco temporale. nenti la prosecuzione delle forniture.
Da questo punto di vista il gruppo in Lo stesso Paese dove ha sede il clien-
oggetto è interpretabile quale forma di te introduce fattori di rischio supple-
investimento, di tipo operativo, che ri- mentari, quali lontananza, evoluzione
chiede idonea copertura patrimoniale. del cambio, provvedimenti di restrizio-
Quindi un incremento del fatturato fa- ne commerciale, assoggettamento a
vorisce due movimenti finanziari con- normative e giurisdizioni sfavorevoli,
trapposti: di fabbisogno per le ulteriori prassi mercantili inconsuete, ecc..
consistenze di attivo circolante e di li- Di particolare interesse risulta l’analisi
quidità per l’autofinanziamento, pari del rischio condotta con la tecnica del-
alla sommatoria di reddito netto, am- le “cinque C”, ovvero carattere (morali-
mortamenti e accantonamenti. tà e intenzione del debitore all’adempi-
Non è da escludere quindi che l’effetto mento), capacità (risorse prodotte
complessivo di un’espansione produt- dall’impresa o dalla famiglia del cliente
tiva provochi tensione monetaria, sen- privato), capitale (dotazione di beni
za considerare poi eventuali acquisi- materiali), collaterali (garanzie conce-
zioni di immobilizzazioni tecniche dibili) e condizioni (influenze dell’an-
richieste dallo sviluppo. damento macro-economico e settoria-
le). 9

08. cfr. per ulteriori considerazioni S. Garzella, “I confini dell’azienda, un approccio strategico”, Giuffrè editore, 2000, pagg. 107 e seguenti.
09. cfr. J. F. Weston - E. F. Brigham, op. cit, pagg. 389-390.
12 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

Si tenga anche presente il trade off tra za, che tutelano l’impresa nel caso le agli equilibri patrimoniale, finanziario o
importo da incassare e dilazione con- richieste del mercato si dovessero av- monetario, si profila un valore di rea-
cessa, per cui al ridotto respiro accor- vicinare più al trend massimo previsto lizzo superiore rispetto al trasferimen-
dato per la regolazione del credito cor- che a quello medio. to delle singole attività realizzabili o
risponde spesso un costo implicito (a Infine si possono presentare rimanen- l’alternativa del proseguimento della
volte non trascurabile) a titolo di scon- ze finali speculative, detenute per lu- attività in capo al medesimo soggetto
to, ma probabilità più elevata di paga- crare su particolari attese al rialzo dei economico ove l’autofinanziamento
mento. Nella scelta le imprese avreb- prezzi di acquisto. generato risulti sufficiente per fronteg-
bero peraltro a disposizione, sulla Si noti che quest’ultima tipologia non giare, gradualmente, la massa passi-
falsariga della prima alternativa, la rappresenta un investimento operativo va.
cessione pro-soluto, anche nell’ambito bensì un surplus asset, trasferibile sen- Non si può nemmeno escludere la
di accordi con società di factoring. za compromettere esigenze quand’an- cessione solo di un ramo d’azienda
Infine, si suggerisce di regola la proce- che momentanee di prosecuzione che conservi la propria vitalità, o il ri-
dura della circolarizzazione dei crediti, dell’attività produttiva. corso ad istituti transitori quale l’affitto
stabilendo una soglia minima di signi- dell’unità produttiva.
ficatività, con la duplice funzione di at- L’ottimale gestione del magazzino In ogni caso l’analisi dell’attivo trae gio-
testare l’attendibilità del saldo di fun- dovrebbe contemperare anche la mini- vamento dalle relazioni che si instau-
zionamento e confortare le previsioni mizzazione dei costi di ricovero delle rano tra valori di funzionamento, eco-
di effettivo incasso. merci (personale addetto, assicurazio- nomici e di liquidazione, affiancati dai
Al termine delle riflessioni maturate e ni, possibile obsolescenza, oneri finan- caratteri qualitativi di ciascun asset.
delle verifiche eseguite si può scom- ziari sull’impiego richiesto di risorse fi-
porre l’attività in esame in classi di af- nanziarie) e del rischio procurato
fidabilità, utili anche in caso di prose- dall’insufficienza dei rifornimenti, indi-
cuzione temporanea dell’attività d’im- viduando allo scopo un lotto ideale di
presa e la concertazione delle con- giacenza.
dizioni del rapporto, assumendo le de- Anche gli anticipi a fornitori apparten-
cisioni più consone per ottimizzare il gono in prospettiva a questa classe di
cash-flow 10. attivo, e non ai crediti, in quanto fisio-
Sovente emergono porzioni dei crediti logicamente destinati a introdurre ma-
mercantili di ardua recuperabilità in teriali già pagati nelle scorte.
quanto i relativi debitori risultano Il controvalore monetario attribuibile
anch’essi coinvolti in crisi di tipo set- alle rimanenze finali dipende da circo-
toriale. stanze quali andamento dello specifi-
Le scorte di magazzino delle materie co mercato, deperibilità fisica delle
prime, semilavorati, prodotti finiti, ope- consistenze, obsolescenza tecnologi-
re in corso su ordinazione e merci rap- ca, abilità del cedente, struttura di ven-
presentano un asset precipuo delle dita, tempo disponibile, ecc..
imprese industriali o commerciali, In un caso recente, ad esempio, un
mentre nel caso delle prestazioni di magazzino di un’impresa farmaceu-
servizi la mancanza di materialità qua- tica è stato svalutato del 66% dagli
lificherebbe come crediti i lavori in cor- advisor finanziari rispetto al valore di
so di svolgimento al termine del perio- funzionamento, in quanto molte con-
do amministrativo. fezioni risultavano con data di scaden-
za già trascorsa o compresa in un las-
Una prima indispensabile stratificazio- so di tempo così ristretto da non ren-
ne concerne le giacenze funzionali, dere appetibile l’acquisto.
che assicurano la continuità del pro- Sulle disponibilità liquide un’attenzione
cesso produttivo di trasformazione in- specifica andrebbe riposta in caso una
dustriale o mercantile sulla base delle parte della posta risulti indispensabile
esigenze del ciclo tecnico e del tempo per il completamento dell’attività di
degli spostamenti logistici in entrata e produzione dell’impresa in crisi, e per
in uscita, e possono essere integrate garantire il necessario livello di sicu-
da lotti ulteriori dettati da ottimizzazio- rezza monetaria.
ne del prezzo di acquisto o di trasferi-
mento, per assecondare picchi di sta- 5. Considerazioni conclusive
gionalità, timore di interruzione negli Quando l’impresa in crisi rappresenta
approvvigionamenti, sospensione del- ancora un complesso redditizio nella
l’attività. Una seconda consistenza prospettiva successiva al risanamen-
sarebbe quella delle scorte di sicurez- to, nella maggior parte dei casi rivolto

10. Alcuni Studiosi hanno illustrato, anche sulla base di esperienze concrete, l’attività manageriale nella gestione del credito, le principali anomalie riscontrabili e le soluzi-
oni praticabili. Si veda M. Masciocchi, “Il turnaround management. Come recuperare e rilanciare le aziende. Tecniche, comportamenti, casi”, Il Sole 24 Ore Spa, 2007,
pagg. 101 e seguenti, e K. Bhattacharya, “La nuova frontiera della business analysis”, Franco Angeli, 1988, pagg. 100 e seguenti.
n.12 - ANNO 2018 13

Peculiarità delle
aziende in Early
Alberto Menconi stage e difficoltà nel
funding
Intraprendere una iniziativa imprendito- vento finanziario e/o strategico sup-
riale (di successo) ad alto potenziale di portano le diverse fasi della stessa.
sviluppo risulta un’azione ardua in Risulta fondamentale andare a trattare
quanto le sue diverse fasi di vita pre- gli aspetti definitori delle diverse fasi
sentano peculiarità tali da rendere dif- che caratterizzano i diversi stadi dell’im-
ferenti sia i bisogni operativi e finanziari presa:
ai quali le imprese stesse vanno incon- 1. SEED
tro, sia i diversi soggetti coinvolti nell’at- In questa stadio il prodotto/servizio of-
tività. Al riguardo, recenti studi confer- ferto dall’impresa è essenzialmente in
mano che il 40% delle imprese finan- fase di sperimentazione (o addirittura
ziate falliscono, il 40% producono ritor- ancora in fase concettuale). L’impresa
ni modesti e che il 20% abbiano ritorni è alle prese con la ricerca di una strut-
soddisfacenti 1. tura organizzativa idonea allo svolgi-
Le percentuali (demotivanti) di riuscita mento della sua attività (prototipizza-
dell’iniziativa risultano quindi influen- zione, indagini di mercato, ricerca del
zate in particolar modo dalla stretta re- personale, brevetti, redazione business
lazione di trade-off che intercorre tra plan) e al contempo genera un esiguo
due tipologie preponderanti di classi di fabbisogno di capitale, originato dalla
rischio: il rischio operativo e il rischio fi- “messa in atto” del progetto.
nanziario. L’intensità dell’esposizione a
queste due categorie di rischio varia a 2. START-UP
seconda del ciclo vitale dell’impresa e Il prodotto/servizio è stato ben conva-
possono causare il fallimento dell’ini- lidato, la struttura organizzativa/ope-
ziativa. rativa è definita, comincia quindi la ve-
ra e propria attività d’impresa.
Generalmente, se l’impresa svolge la Gli investitori, tendono a valutare i di-
sua attività indirizzandola verso un versi stadi di sviluppo, classificandoli
mercato in forte evoluzione, tenderà a generalmente in quattro stage.
adottare strategie di crescita ambiziose Questi ultimi vengono individuati al fi-
(alto rischio operativo) e, conseguen- ne di determinare dei “round financing”
zialmente, tenderà a finanziarsi tramite ovvero determinati fasi in cui gli inve-
equity (rischio finanziario basso). Vice- stitori intervengono apportando pro-
versa, se l’impresa opera in settori ma- gressivamente più capitali (data la ri-
turi (basso rischio operativo), può adot- duzione progressiva del rischio opera-
tare una struttura più indirizzata verso il tivo dell’impresa): lo stadio, in cui l’im-
debito (alto rischio finanziario) poiché presa comincia a tastare la validità
la redditività generata (presumendola commerciale del prodotto/servizio.
quindi come stabile, dato il settore di 1. First stage
riferimento), consente in maniera più Lo stadio in cui l’impresa comincia a
agevole di rimborsare il debito contrat- tastare la validitá commerciale del
to. prodotto/servizio.
Tali tipologie di rischio possono essere 2. Second Stage
gestite e minimizzate attraverso la pre- L’impresa ha tastato la valenza del pro-
senza di determinati soggetti esterni dotto/servizio offerto, e comincia a
all’impresa che, mediante il loro inter- ampliare la sua quota di mercato.

01. Rapporto National Venture Capital association (www.nvca.org)


14 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

3. Third Stage mercati di riferimento (che ormai ha sivo al fine di strappar loro, quote di
L’impresa è riuscita ormai a penetrare conquistato). mercato). Le vendite continuano a cre-
nel mercato riuscendo a accaparrarsi Il management risulta molto eteroge- scere nella prima parte della fase di
una determinata quota di mercato. neo e ciò permette uno stile variegato. maturità e inoltre è presente una sta-
Tenderà a portare avanti operazioni di L’azione di governare l’impresa diventa bile politica di dividendi.
diversificazione del prodotto/mercato progressivamente complicata in quan- L’interesse della società in questa fa-
al fine di espandere ulteriormente il to vi è un crescente aumento della sua se è quello di mantenere pressoché
suo business. dimensione. Ciò determina un bisogno costanti le vendite adottando investi-
4. Fourthstage (o mezzanine) fisiologico di porre in essere strutture menti mirati al mantenimento di una
La fase in cui l’impresa è ormai parte- interne che possano garantire una offerta di prodotti/servizi in grado di
cipata da una moltitudine di (diversi) conduzione unitaria della stessa (cioè adattarsi alla cangiante domanda de-
soggetti ed è prossima a portare avan- ben compresa da tutta la gerarchia gli stessi. Quest’ultima diminuisce a
ti una exit strategy (IPO/partecipazio- dell’impresa) nonché strutture che as- causa della competizione e della satu-
ne di un investitore finanziario/parteci- sicurino la giusta esecuzione delle razione del mercato, così come l’av-
pazione di investitore industriale) non- prassi aziendali portate avanti nei giu- vento di nuove tecnologie e i cambia-
ché una strategia che possa risolvere sti tempi in accordo con lo strategical menti nel gusto dei consumatori.
congiuntamente due problematiche: la e operational plan (formalizzati, quindi,
prima è determinata dal fabbisogno ex ante cioè fase di programmazione Stabiliti i vari stadi di vita dell’impresa
elevato di risorse per via dei forti inve- dell’attività coerentemente con i target (Fig.1), si è soliti inquadrare un’impresa
stimenti che devono esser posti in es- aziendali più ambiziosi da raggiunge- in Early stage quale fase che va dal
sere al fine di espandere ulteriormente re). Si capisce quindi bene che l’im- concepimento dell’idea (Seed) al pri-
la sua quota di mercato (il suo settore presa non è più impresa Startup. mo round di finanziamento della fase
di riferimento appare ormai saturo). La Startup (First stage).
4. MATURITÁ
seconda (di pari importanza rispetto Il secondo raggruppamento posto in
Durante questa fase, la crescita delle
alla prima) risiede nell’esigenza di re- essere è caratterizzato dal raggruppa-
vendite ha iniziato a rallentare, e il pro-
munerare gli investitori che ormai mento di tutte le imprese che vanno
dotto/servizio ha già raggiunto un’ac-
compartecipano sin dall’inizio al capi- dal Second stage fino alla fase di mez-
cettazione diffusa sul mercato. In de-
tale di rischio dell’impresa. zanine (ovvero quella fase dove si sce-
finitiva, in questa fase le vendite rag-
La exit strategy (fornita ex ante dalla glie il veicolo di dismissione, al fine di
giungeranno il picco. La società vorrà
start up agli investitori prima del loro remunerare i soggetti che hanno com-
prolungare questa fase in modo da
investimento) assume un’importanza partecipato all’impresa). Tale blocco
evitare il declino, e questo desiderio
strategica. viene identificato dalla letteratura co-
porterà la stessa a nuove innovazioni
me Early growth.
3. ESPANSIONE volte a continuare a affiliare la clientela
In questa fase l’impresa adotta più e al contempo, continuare a concorre-
modelli gestionali in quanto offre più re con i competitors (che intanto adot-
prodotti/servizi da collocare in diversi tano uno stile di gestione più aggres-

Figura 1: Stadi di vita di un’impresa


n.12 - ANNO 2018 15

Ora che sono ben inquadrati i diversi La curva segnata in rosso indica l’evo-
stadi di vita di un’azienda, analizziamo luzione delle società che hanno avuto
l’andamento del cash flow nelle primis- a che fare con la prima fase di internet
sime fasi. Il grafico elaborato dal fondo (prima del 2.0) e in giallo, la dinamica
Venture P101 (Fig.2) riassume tale te- di una Startup partecipata da una de-
matica. La curva segnata in grigio, evi- terminata classe di investitori (In que-
denza la dinamica di una startup che sto esempio, dalla SGR P101).
non ha potuto accedere ai capitali per Nel gergo comune, l’area sottesa dalla
l’accelerazione. curva prima del raggiungimento del
break-even point (il punto dopo il quale
Il web ha radicalmente cambiato le si comincia a generare cash flow)
modalità di fare business o addirittura prende il nome di “death valley” poiché
ha causato una fisiologica fuoriuscita è proprio in questa fase che aumenta-
dal mercato di determinate forme di no le probabilità di fallimento dell’inizia-
business, come quelle del noleggio dei tiva. In questa fase, l’abilità da parte
film (vedi Blockbuster, fallita nel 2013) dell’imprenditore di reperire risorse fi-
o delle agenzie di viaggio. nanziarie (funding) per saziare il fabbi-
La ragione risiede nel fatto che il web sogno generato dal deficit di cash flow
risulta un’arma a doppio taglio: da una presenta delle difficoltà. Analizziamo
parte permette di intercettare un più quindi tali problematiche 2.
ampio bacino di utenza. Dall’altro, per- Si definisce funding gap (o financing)
mette maggiore opportunità di scelta una situazione in cui imprese merite-
del prodotto/servizio con conseguen- voli non ottengono, a causa di imper-
ziale innalzamento del livello di con- fezioni di mercato, il volume di finan-
correnza. ziamenti che otterrebbero in un mer-
L’avvento del web ha quindi causato cato efficiente, tenendo ben presente
una nuova modalità di fare business che anche in un mercato efficiente al-
(digital economy) con conseguenziale cune imprese non sarebbero comun-
esigenza di porre in essere più elevati que bancabili (poiché superano il profi-
investimenti in CAPEX (investimenti lo di rischio sopportabili da una banca).
fissi) e al contempo ritagliarsi quote di In particolar modo, le problematiche
mercato (sempre più competitivo) che annesse a questo fenomeno riguarda-
ovviamente mettono a dura prova la no l’incontro della domanda e dell’offer-
giovane impresa: la gestione del cash- ta di capitali di rischio (equity gap) col-
flow ottiene, nelle primissime fasi, una legabili dal diverso grado di sviluppo
importanza strategica. dei vari sistemi paese.

Figura 2: Cash flow di un’impresa in Early stage

02. Per una trattazione più dettagliata si veda E. Gualandri, P. Schwizer (2016) “Bridging the Equity gap: il caso delle PMI innovative”: Research gate.
16 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

Gli aspetti rilevanti riguardano la pre- di sfruttare l’innovazione per crescere


senza di un mercato attivo e ben strut- e per ottenere vantaggi competitivi”.
turato di venture capitalist quali investi-
tori informali (specializzati nella tratta- La principale differenza dalle normali
zione di imprese innovative) e private PMI risiede quindi nella propensione
equity (specializzate, invece, nella trat- delle Early stage innovative di portar
tazione delle PMI). avanti forti investimenti in nuove tec-
La questione ha assunto gradualmen- nologie e/o metodi. Tale condizione
te un’importanza rilevante in quanto la determina un normale rallentamento
presenza di un equity gap rispecchia dell’espansione del cash flow (queste
una difficoltà fisiologica di una nazio- condizioni caratterizzano maggior-
ne nel dar propulsione alla nascita e mente l’intero settore High-tech).
alla crescita di nuove attività imprendi- Un modello di business basato sull’in-
toriali con importanti ripercussioni ne- novazione implica una struttura finan-
gative sul suo sviluppo economico. ziaria particolarmente dinamica, non-
L’intervento di investitori istituzionali ché un’sistema di fonti di finanzia-
(quali i venture capitalist) tendono mento idoneo a saziare un fabbisogno
quindi a limare le barriere allo sviluppo altamente cangiante.
nonché favorire l’accesso al credito Si capisce bene quindi l’importanza
per le imprese in Early stage. Queste più vitale che strategica, del processo
ultime quindi, ribaltano la tradizionale di funding per queste imprese: un’offer-
gerarchia delle fonti di finanziamento ta di strumenti e servizi finanziari in-
(pecking order theory). completa, inefficiente, risulta (anch’es-
sa) una delle cause del fallimento del
Le Early stage vedono i finanziamenti a mercato come, del resto, un ridotto
titolo di equity come primario veicolo mercato di venture capitalist e busi-
di finanziamento in quanto, influenzate ness angels ovvero, persone fisiche o
da situazioni che normalmente deter- giuridiche altamente specializzate
minano il fallimento del mercato con nell’intervento finanziario (e non solo)
conseguenziale inefficienza del siste- in imprese in Early stage.
ma bancario: Per quanto concerne i fallimenti del
1. Assenza track record. mercato causati dalle asimmetrie in-
2. Fisiologica impossibilità da parte formative, è possibile evidenziare al-
delle Early stage innovative di produrre cuni generali caratteristiche che atta-
flussi di cassa positivi da destinare nagliano il rapporto tra finanziatori e
all’estinzione delle linee di debito ban- Early stage/PMI.
cario.
3. Diffusa opacità informativa.
4. Mancanza di garanzie materiali.
Figura 3: Gerarchia delle fonti di un’impresa in Early stage
5. Non specializzazione del comparto
bancario (difficoltà nella valutazione
dello standing creditizio di imprese a
alto valore derivato da asset intangibi-
li).
6. Elevato rischio di business innovati-
vi, in settori “inesplorati”.

I sistemi paese più virtuosi in tale am-


bito, posseggono ridotti financing gap
per quanto concerne il comparto delle
PMI a scapito dei financing gap riguar-
danti le Early stage innovative. Per tal
motivo, si è data enfasi a livello euro-
peo al concetto di impresa innovativa,
cerando di definirla in maniera comun-
emente accetta. L’OCSE (2004) con-
sidera una “Innovative Small Medium
Enterprises (ISMEs) quel sotto-insieme
di piccole e medie imprese che cerca
n.12 - ANNO 2018 17

La prima risiede nella difficoltà nelle bancario (non specializzato, ripetiamo,


stesura di una reportistica rilevante nel portar avanti rapporti con le im-
per i finanziatori: aspetto causato da prese in Early stage) come principale
un ridotto Know-how dell’imprenditore veicolo di finanziamento, con un con-
che, inoltre, tende a non focalizzare la seguenziale scarso sviluppo dei mer-
sua attenzione sul potenziamento (se cati finanziari e degli operatori specia-
non alla creazione) delle classiche lizzati in investimenti in imprese
aree operative di gestione (Commerci- innovative. Tale impostazione del si-
ale, Marketing, Amministrativa, finan- stema, tenderà quindi a finanziare ini-
za, customer service) e al contempo, ziative consolidate aventi core busi-
tende a non formulare strategie di me- ness “canonici”.
dio/lungo periodo. La seconda, invece Come è possibile quindi intervenire al
riguarda l’atteggiamento dell’impren- fine di minimizzare l’equity gap per le
ditore nell’essere restio nel fornire Early stage?
un’indicazione trasparente sul conte- Attraverso indubbiamente un mirato e
nuto innovativo dell’idea per timore di efficace intervento pubblico destinato
perdere il vantaggio competitivo de- a rendere più competitivo il sistema
rivato dall’esclusività della stessa. paese in ottica di creazione di nuove
imprese, andando quindi a:
Il ridotto taglio medio degli investi- 1. Agire sul lato dell’offerta individuan-
menti (small ticket) che generalmente do e sviluppando i più idonei strumenti
la domanda di finanziamenti richiede di intervento (a esempio strumenti
nonché gli elevati costi informativi che semi - equity e mezzanino) e conce-
gli investitori devo sostenere in fase di dendo garanzie pubbliche ai privati al
valutazione della profittabilità dell’inve- fine di far diminuire la percezione degli
stimento, configurano un finance gap: investitori sul grado di rischiosità della
una situazione in cui i potenziali inve- Early stage.
stitori percepiscono i costi relativi 2. Agire sul lato fiscale al fine di stimo-
all’investimenti come esageratamente lare gli investimenti aziendali
alti in relazione ai ritorni attesi (e per 3. Intervenire mediante una regola-
giunta molto aleatori), se paragonati a mentazione che garantisca lo sviluppo
impieghi dimensionali maggiori e con del mercato dei capitali (ad esempio,
minori profili di rischio. recenti studi hanno evidenziato il fatto
Per giunta, l’imprenditore (oltre a es- che i venture capitalist americani, gio-
sere riluttante a fornire elementi chia- vino della presenza di fondi pensione
ve per la valutazione della sua impre- in quanto quest’ultimi conferiscono ri-
sa) tende a non accettare l’idea di una sorse a tali soggetti), che riesca a
possibile diluizione della sua parteci- creare un substrato fertile per lo svi-
pazione nell’impresa nonché la perdita luppo di operatori specializzati e che
del controllo su essa (il tipo di inter- riesca potenziare segmenti dedicati
vento di soggetti esterni comportereb- alle imprese in Early stage innovative
be fisiologicamente tale azione) con- 4. Iniziative mirate a ridurre il Know-
formando un knowledge gap nonché ledge gap al fine di potenziare la cul-
un vero e proprio gap culturale che tura imprenditoriale
comporta una certa difficoltà degli im- 5. Agevolazione di spin-off universitari
prenditori a instaurare rapporti con i con promozione di nuove iniziative im-
potenziali investitori (scartando così a prenditoriali, quali ad esempio, gli incu-
priori le uniche strade percorribili per lo batori.
sviluppo della sua iniziativa). Il finance Nel prossimo articolo, verranno disa-
e knowledge gap, (rispettivamente, im- minate le caratteristiche degli investi-
perfezioni dell’offerta e della domanda tori nonché i punti salienti che permet-
di capitale di rischio) determineranno tono la buona riuscita dell’operazione
l’equity gap. di equity funding.

Confrontando il sistema finanziario


europeo con quello Americano (ovvero
il suo antipode) è possibile da subito
evidenziare la preferenza delle impre-
se europee nell’utilizzare il sistema
18 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

La creazione del
valore in azienda, il
Guglielmo Martinellli ruolo del consulente
d’impresa e la
balanced scorecard
La creazione, la misurazione no, in tutto o in parte, inconsapevoli in
e il monitoraggio del valore quanto determinate più dalle attitudini
in azienda personali dello stesso che dall’effettiva
L’obiettivo principale di un’azienda nel incidenza delle stesse sulla creazione o
breve, medio e lungo periodo dovrebbe sulla distruzione del valore.
essere la creazione di valore. Ad esempio, il prelievo degli utili azien-
La strategia e la gestione aziendale do- dali e/o il rapporto tra mezzi propri e
vrebbero essere dunque indirizzate alla mezzi di terzi dipendono più frequente-
costante creazione di valore. mente dalla propensione al risparmio
Purtroppo però la misurazione e il mo- dell’imprenditore che non da un’attenta
nitoraggio nel tempo del valore della valutazione delle future esigenze finan-
azienda risultano molto complessi non ziarie aziendali. Allo stesso modo gli
solo da rilevare ma altresì da definire. investimenti, il più delle volte, sono ef-
Ciò in quanto il valore dell’azienda non fettuati senza minimamente quantifi-
dipende solo dal valore di mercato delle care i futuri flussi economici e finanziari
poste patrimoniali e dai flussi economi- necessari a rendere conveniente l’inve-
ci e finanziari presenti e passati, cosa stimento e basandosi unicamente sulle
relativamente facile da misurare e mo- sensazioni e sulla propensione al ri-
nitorare, ma anche e a volte in parte schio dell’imprenditore. Ancora, l’atten-
preponderante, dai flussi economici e zione al clima aziendale e alla formazio-
finanziari ragionevolmente attesi per il ne dei dipendenti così come l’alloca-
futuro. zione delle risorse umane e finanziarie
alle diverse aree aziendali (commercia-
Tralasciando i casi, a mio avviso resi- le, produzione, amministrazione e con-
duali, in cui i flussi economici e finanzia- trollo, qualità, innovazione prodotto/
ri futuri di un’azienda possono essere processo-progettazione, logistica/ac-
imputabili a fattori casuali totalmente quisti, risorse umane ecc.) non di rado
imprevedibili a priori, generalmente ac- dipendono più dall’indole dell’impren-
cade che i presupposti per la determi- ditore che da una precisa scelta strate-
nazione di tali flussi siano le scelte stra- gica basata sulle effettive esigenze
tegiche più o meno lungimiranti dell’azienda.
dell’imprenditore. Così molti imprenditori con un’elevata
Sarebbe pertanto opportuno che que- propensione al rischio, che erano stati
ste scelte fossero sempre consapevoli molto apprezzati e avevano prosperato
considerato che vanno a incidere sul nel periodo pre-crisi, si sono trovati in
bene più importante per l’imprenditore grosse difficoltà nel momento in cui le
e cioè sulla performance futura della proprie abilità personali non erano più
propria azienda e quindi, per quanto so- adeguate al mutato contesto economi-
pra ricordato, sul valore attuale della co. Infatti, dipendendo le scelte strate-
stessa. giche quasi esclusivamente dalle attitu-
In realtà il più delle volte accade che le dini personali, le stesse, come era
scelte strategiche dell’imprenditore sia- prevedibile, non sono mutate al variare
n.12 - ANNO 2018 19

del contesto economico. Viceversa altri sione imprenditoriale sono e devono


imprenditori, con un’elevata propensio- restare prerogativa assoluta dell’im-
ne al reinvestimento degli utili in azien- prenditore.
da e al miglioramento, anche mania- In sostanza non è compito del con-
cale, dei processi e del prodotto, hanno sulente suggerire all’imprenditore qua-
visto incrementare moltissimo il valore li azioni dovrebbe porre in essere, ben-
potenziale della propria azienda. sì mettere in evidenza gli effetti, in
Mi riferisco al valore potenziale in quan- termini di creazione o distruzione di
to in gran parte di questi ultimi casi le valore, delle diverse azioni opzionabili
carenze organizzative e di marketing relativamente a tutte le prospettive
dell’imprenditore, unite alla scarsa pro- aziendali.
pensione alla delega, hanno limitato la Per cercare di rendere maggiormente
crescita reale rispetto a quella poten- comprensibile quello che a mio avviso
ziale soprattutto con riferimento allo dovrebbe essere il nostro ambito di in-
sviluppo dei mercati internazionali. tervento riporto due esempi di scelte
In sostanza quelle stesse attitudini al strategiche sulle quali un ipotetico im-
risparmio e al miglioramento dei pro- prenditore dovesse chiedere il nostro
cessi produttivi che hanno consentito parere. Si tratta volutamente di esempi
di superare brillantemente il periodo di iperbolici e irrealistici ma che delimita-
crisi se non accompagnate da una for- no i confini del nostro ambito di inter-
te propensione a investire nell’organizza- vento.
zione interna e nello sviluppo dei mer-
cati esteri non riusciranno mai a far Primo esempio: l’imprenditore pone
emergere il valore potenziale dell’azien- come obiettivo principale dell’azienda
da. quello di massimizzare a tutti i costi
Il cambiamento epocale dello scenario nel breve termine alcuni indicatori eco-
economico avvenuto nell’ultimo decen- nomici o finanziari (quali ad esempio
nio ha reso evidente il rischio di subor- l’utile di esercizio, l’Ebitda o la posizio-
dinare le scelte strategiche aziendali ne finanziaria netta) attraverso azioni
alle proprie attitudini personali. Molti volte a ridurre:
imprenditori di vecchia generazione a) la qualità del prodotto e/o l’assisten-
che gestiscono piccole e medie im- za al cliente;
prese si sono accorti a loro spese che è b) le attività commerciali;
giunto il momento di cambiare. Tutta- c) gli investimenti in beni materiali e
via non si tratta di cambiare le proprie immateriali volti al potenziamento e/o
attitudini personali, cosa assai difficile al mantenimento in efficienza del par-
da ottenere soprattutto in età adulta, co macchine esistente;
quanto piuttosto di non subordinare le d) le attività, ricerca e sviluppo;
scelte strategiche aziendali alle proprie e) le attività di scouting, di incentivazio-
attitudini personali. ne e di formazione dei dipendenti;
f)l’attività di aggiornamento e perfezio-
Il ruolo del consulente namento delle procedure e dei proces-
d’impresa si aziendali;
L’aiuto che il consulente d’impresa può In tal caso non è nostro compito aval-
fornire all’imprenditore in questo con- lare o meno la scelta ma sarà nostro
testo è quello di rendere espliciti, attra- dovere evidenziare all’imprenditore co-
verso simulazioni e scenari, gli effetti me azioni di questo tipo con tutta pro-
che le diverse scelte strategiche po- babilità comprometteranno la capaci-
tranno comportare in termini di crea- tà dell’azienda di massimizzare nel
zione di valore tenendo conto di tutte medio lungo periodo gli stessi indica-
le prospettive aziendali. In tal modo gli tori e molto probabilmente l’effetto im-
imprenditori saranno messi nella con- mediato di queste azioni sul valore
dizione di subordinare le proprie scelte dell’azienda sarà negativo nonostante
alla creazione del valore, svincolando- la massimizzazione nel breve periodo
le dalle proprie attitudini personali. degli indicatori economici o finanziari
Per contro, il consulente d’impresa presi a riferimento.
non deve suggerire all’imprenditore le Secondo esempio: l’imprenditore pone
scelte strategiche in quanto la quantifi- come obiettivo principale dell’azienda
cazione del rischio di impresa e la vi- quello di moltiplicare per 100 il fattura-
20 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

to nell’arco di 10 anni utilizzando Ovviamente i pareri che ci verranno ri-


l’autofinanziamento gestionale e il ri- chiesti nell’ambito della nostra attività
corso all’indebitamento bancario a non saranno così estremi, tuttavia il
breve attraverso azioni volte a incre- nostro compito sarà proprio quello di
mentare da subito: aiutare l’imprenditore, attraverso simu-
g) la qualità del prodotto e/o l’assi- lazioni di scenari, a comprendere l’ef-
stenza al cliente; fetto di una determinata azione sul
h) le attività commerciali; valore dell’azienda sganciando la scel-
i) gli investimenti in beni materiali e im- ta strategica dalla attitudine personale
materiali volti al potenziamento e/o al dell’imprenditore per agganciarla all’ef-
mantenimento in efficienza del parco fettiva utilità per l’azienda.
macchine esistente;
j) le attività, ricerca e sviluppo; La Balanced Scorecard:
k) le attività di scouting, incentivazio- uno strumento semplice
ne e formazione dei dipendenti; per approcciare una realtà
l) l’attività di aggiornamento e perfezio- molto complessa
namento delle procedure e dei proces- Uno strumento di sicuro giovamento
si aziendali; per l’attività del consulente d’impresa,
Anche in tal caso non è nostro compi- benché assai complesso da maneggia-
to avallare o meno la scelta ma sarà re nonostante la sua apparente sem-
nostro dovere evidenziare all’impren- plicità, è senz’altro la Balanced Score-
ditore quali dovrebbero essere i risul- card.
tati attesi nel breve termine per poter Si tratta di uno degli schemi più utiliz-
far fronte alle esigenze finanziarie deri- zati per la definizione e descrizione del-
vanti dagli investimenti posti in essere la strategia aziendale mirata alla crea-
facendo presente, con le dovute ma- zione di valore, un modello che sugge-
niere, che un eventuale mancato, o an- risce di guardare l’organizzazione da
che solo ritardato, raggiungimento di quattro differenti prospettive collegate
tali risultati attesi metterebbero la so- tra loro da relazioni di causa-effetto.
cietà in condizioni di insolvenza con
tutte le relative conseguenze in termini La prima prospettiva di creazione del
di continuità aziendale. valore è quella economico-finanziaria.

Figura 1: Balanced Scorecard


n.12 - ANNO 2018 21

Molti imprenditori ritengono questa differenziazione della strategia dipende


prospettiva la più importante se non proprio da tali processi. In linea generale
addirittura l’unica. Spesso gli obiettivi i processi interni possono essere sud-
strategici riguardano quasi esclusiva- divisi in quattro gruppi: processi ges-
mente questa prospettiva, come ad es- tionali operativi, processi di gestione
empio l’incremento delle vendite, l’au- della clientela, processi di innovazione
mento della produttività, la riduzione e processi di regolazione e sociali.
dei costi, il miglioramento della po-
sizione finanziaria netta, lo spostamen- Ultima ma non meno importante pro-
to dell’indebitamento dal breve al me- spettiva di creazione del valore in
dio lungo periodo. azienda è quella dell’apprendimento e
Il motivo principale per il quale gran della crescita.
parte degli obiettivi strategici riguarda- Se si vogliono raggiungere obiettivi am-
no questa prospettiva consiste nella biziosi di crescita a lungo termine è in-
relativa facilità della loro misurazione. dispensabile effettuare investimenti
Non sempre però la massimizzazione non solo in beni materiali ma anche
di tali obiettivi comporta effetti positivi nelle persone, nei sistemi informativi e
nelle altre prospettive, soprattutto nel nei processi organizzativi.
medio-lungo periodo. Il successo dell’organizzazione dipende
dal miglioramento continuo e le idee
La seconda prospettiva riguarda la per attuarlo devono provenire diretta-
proposta di valore per il cliente. mente dai dipendenti che lavorano a
In questa prospettiva l’imprenditore do- stretto contatto con i processi interni e
vrà guardare la propria azienda con gli con i clienti. Per questo le persone de-
occhi del cliente per renderla più appeti- vono affiancare capacità creative a ca-
bile, cercando di comprendere quanto il pacità operative.
cliente è disposto a pagare i prodotti/ Altro fattore da considerare è il clima
servizi o meglio ancora stimolandone organizzativo che può favorire la moti-
la propensione all’acquisto. vazione e lo spirito di iniziativa dei di-
Gli indicatori più comuni della prospet- pendenti.
tiva del cliente, non sempre facili da mi-
surare e monitorare, sono: soddisfazio- Il processo di creazione di valore in
ne del cliente, fidelizzazione del cliente, azienda può essere quindi analizzato
acquisizione del cliente, redditività del sotto quattro principali prospettive,
cliente e quota di mercato. tutte collegate e correlate tra loro.
L’allineamento degli obiettivi delineati
La terza prospettiva riguarda i processi nelle quattro prospettive aziendali rap-
interni. presenta la chiave per la creazione del
I processi aziendali interni realizzano valore e dunque per una strategia vin-
due componenti vitali della strategia di cente non legata alle attitudini perso-
un’impresa: nali dell’imprenditore ma alle effettive
- producono e forniscono la proposta di esigenze dell’azienda.
valore per i clienti,
- portano a un miglioramento dei pro-
dotti e/o a una riduzione dei costi di
produzione.
L’imprenditore dovrà individuare quei
processi fondamentali per la strategia e
eccellere in tali processi.
Ad esempio, un’impresa focalizzata
sulla leadership di prodotto andrà a
concentrarsi maggiormente sui pro-
cessi di innovazione, mentre un’impresa
incentrata sui bassi costi si concen-
trerà soprattutto sui processi operativi.
Tutti i processi aziendali vanno gestiti
con accuratezza, ma i processi cruciali
devono acquisire un’attenzione e una
centralità speciali, dal momento che la
22 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO
n.12 - ANNO 2018 23

Rubrica: pratica
professionale
24 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

LEAD GENERATION:
IL NUOVO MODO DI
Cristina Migliore FARE MARKETING
Fino a qualche anno fa bastava avere più consapevole dei suoi bisogni e li-
un sito internet ben posizionato sui bero di informarsi e scegliere il prodot-
motori di ricerca principali per aumen- to che meglio li soddisfi.
tare le proprie vendite e farsi conosce- Le aziende quindi come scopo, non de-
re dal web. Le cose, pero, sono cambia- vono più avere quello di vendere e ba-
te, se prima per cercare di concludere sta, ma devono porsi l’interrogativo
nel breve tempo la vendita, bastava chiave: come possiamo aiutare a sod-
che gli operatori marketing orientasse- disfare al meglio i bisogni dei nostri
ro le loro azioni ad aumentare l’esposi- clienti?
zione del brand inviando annunci pro- Ecco le principali attività da svolgere:
mozionali ai consumatori tramite ripe- • Aiutare i consumatori a rendersi sem-
tute mail o telefonate, senza che questi pre più consapevoli dei loro bisogni.
fossero neppure consapevoli della sot- • Fornire soluzioni valide, che soddisfi-
toscrizione alle newsletter, adesso que- no le loro richieste.
ste azioni non sarebbero più percepite • Indirizzarli nella classifica delle loro
come “marketing buono” ma verrebbe- priorità.
ro sentite come politiche di vendita in- • Costruire rapporti di fiducia con i pro-
vadenti e intrusive, la cui conseguenza pri contatti.
non sarebbe di sicuro l’acquisto del • Nutrire e rafforzare i rapporti con i
prodotto/servizio ma l’attribuzione di propri contatti interessati.
una connotazione negativa a quel de- • Proporre una vendita.
terminato brand.
Quindi cosa è cambiato? Il punto di vi- Ed è con il nome di LEAD GENERATION
sta della vendita. che si identifica l’insieme della azioni di
Non si parte più dal processo di Vendi- marketing volte all’acquisizione e alla
ta, ma si sposta l’attenzione sul pro- generazione di una lista di contatti, che
cesso di acquisto, quindi l’attore princi- possano diventare dei clienti realmente
pale diventa il consumatore sempre interessati alle attività svolte dall’azien-
da e, successivamente l’insieme delle
strategie finalizzate alla conversione
dell’interesse del LEAD (contatto inter-
essato) in vendita.
Il punto focale è creare un sistema che
richiama, come si evince dall’immagine,
un imbuto, a cui possano accedere una
molteplicità di persone che vengono
guidate fino a diventare Lead e poi veri
e propri clienti. Questo processo viene
definito a sua volta come “Lead Nurtur-
ing”: crea un rapporto e fatti amare.

Risulta quindi essenziale definire il


TARGET da cui deriverà il Cliente Ideale,
quindi bisogna:
- conoscere le caratteristiche e le sue
esigenze
- individuare i canali migliori per raggi-
ungerlo

Rubrica: pratica professionale


n.12 - ANNO 2018 25

- capire e applicare le dinamiche mi- perché con investimenti minimi le


gliori per coinvolgerlo aziende hanno la possibilità di arrivare
- instaurare una comunicazione mirata a un pubblico vastissimo, creare rela-
e personalizzata zioni con le persone e attivare eventua-
- produrre dei contenuti/messaggi e li campagne di Retargeting per coloro
campagne pubblicitarie finalizzate alla che hanno visitato il sito senza proce-
conversione. dere con l’acquisto.
I social Network e i blog sono degli otti-
Il web rappresenta il canale privilegiato mi canali per applicare questi tipi di
per conoscere e farsi conoscere, ma i strategie di Marketing, in quanto ti dan-
siti internet devo essere intuitivi, facil- no la possibilità di arrivare a un elevato
mente navigabili, per questo i prodotti/ numero di utenti, di poter sfruttare le
servizi devono essere suddivisi per dinamiche dei Network per generare il
macro aree, devono essere fruibili da famosissimo e mai superato “passa-
tutti i dispositivi mobile: tablet e smart- parola” ancora oggi la miglior pubblici-
pnone, con un’interfaccia il più possi- tà e quindi l’opportunità di coinvolgere
bile stabile così da facilitare la memo- e consolidare il proprio target attraver-
ria dell’utente. so post sempre aggiornati, contenuti
Bisogna comunicare con il proprio sempre attuali questo comporta un av-
TARGET di potenziali clienti in modo vicinamento del cliente e una maggior
mirato, per cui la storia dell’azienda, i possibilità di interazione con l’azienda,
valori a cui si ispira, devono essere fondamentale per riuscire ad avere
chiari e espliciti già in home page, le im- quel rapporto di fiducia che consolida e
magini e i video relativi al prodotto/ser- fidelizza il cliente per la vendita di quel
vizio non devono mirare solo alla sua momento e per quelle future.
sponsorizzazione ma a far nascere nel
Lead il bisogno di quello specifico pro-
dotto e devono sottolineare i benefici
che da esso si possono trarre.
Il web, da molteplici possibilità di con-
tattare i Lead.
L’email marketing per conoscere e seg-
mentare la lista dei contatti inviando
mail personalizzate, differenziate che
consentono di entrare nel “privato” del
potenziale cliente e anche di monito-
rarne il tasso di apertura e la percen-
tuale dei clic ottenuta sui link inseriti.
Altro potentissimo mezzo è l’Advertis-
ing on line tramite Facebook e Google

Rubrica: pratica professionale


26 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

IL CONTROLLO DI
GESTIONE NELLA
Gabrio Nocentini PICCOLA E MEDIA
IMPRESA
PREMESSA Even Point messo in relazione al MDC
Non esiste un costo certo del prodotto. per Prodotti, MDC per Famiglie di pro-
Possiamo determinare, con sufficiente dotti, MDC per Mercati è il metodo più
approssimazione, solo il costo variabi- efficace per gestire l’impresa in termini
le. Occorre un sistema informativo che, di redditività.
con un monitoraggio dinamico, con-
senta di tenere sotto controllo i costi, i MDC = Ricavi e - Costi Variabili =
centri di costo, le attività (ABC). Costi Fissi + Utile
Nelle PMI il costo del prodotto viene
spesso individuato come un costo cer- Il Controllo di Gestione che non tenga
to sul quale applicare una maggiora- conto della produzione, dei centri di
zione percentuale per tener conto del costo, dei centri di lavoro, dei MDC, del
l’utile di impresa. recupero dei costi fissi di struttura è un
Questa metodologia comporta limiti controllo parziale.
significativi sulla possibilità di monito-
rare l’utile e poter operare scelte ogget- PRODUZIONE E COSTI
tive che consentano di superare crisi di Per riuscire a conoscere la propria
mercato, programmare la crescita, im- azienda, così da verificare, passo per
postare obiettivi. passo, il buon andamento e pianificare
L’utile di impresa non deve essere la- le scelte e gli investimenti, consapevoli
sciato al caso. La riduzione del perso- delle conseguenze delle decisioni pre-
nale, quando il lavoro non è sufficiente, se, occorre implementare un sistema
viene spesso indicata come unica so- di Contabilità Industriale e Controllo di
luzione. Opportune politiche commer- Gestione.
ciali che tengano conto della distinzio- Esiste un rapporto stretto tra organiz-
ne fra costi fissi e costi variabili, fra zazione della produzione, contabilità
costi diretti e costi indiretti e che hanno industriale e controllo di gestione.
come riferimento il margine di contri- La contabilità industriale applicata alla
buzione medio dell’azienda e il Break produzione, permette una verifica co-
stante delle attività e una analisi dei
costi. Attraverso il Controllo di Gestio-
FIG. 1 ne si può rispondere con azioni di mi-
glioramento alle distorsioni che provo-
cano uno scostamento negativo dal
budget. Anche quando gli scostamenti
sono positivi, il Controllo di Gestione ha
una funzione importante perché, ad e-
sempio, permette di comprendere se la
crescita in atto ha una sostenibilità fi-
nanziaria.
Una corretta gestione della produzione
attraverso l’impostazione dei centri di
costo e dei centri di lavoro, delle di-
stinte base, dei cicli di lavorazione; in-
sieme a una corretta analisi dei costi,

Rubrica: pratica professionale


n.12 - ANNO 2018 27

che distingue tra costi diretti e costi In- IL PROCESSO INFORMATIVO quelli strettamente tecnologici a quelli
diretti e fra costi variabili e costi fissi, (O DI AZIONE) impiantistici e gestionali. La circostan-
permette di rendere effettivo l’Activity Il processo operativo è quello che se- za è dovuta all’aumento dei gradi di li-
Based Costing (criterio di determina- gue l’iter del flusso produttivo e trova bertà dei modi di svolgimento dei cicli
zione dei costi dei prodotti), necessario la sua centralità nella fase della pro- di produzione e, quindi, all’aumento
per: duzione. Possiamo definire la produ- delle opzioni progettuali e dei problemi
garantire l’efficienza, zione come l’insieme delle attività che di coordinamento.
analizzare i fatti, partendo da progetti e/o prototipi, ma- Ritorna centrale l’importanza della co-
fare delle previsioni per il futuro terie prime e macchine/uomini, per- municazione del flusso informativo
e quindi prendere decisioni più efficaci. mettono di ottenere flussi di prodotti che è lo strumento che permette l’inte-
“vendibili” cioè disponibili in quantità grazione di tutte le funzioni aziendali
IL PROCESSO INFORMATIVO prefissate a scadenze prefissate e con consentendo di elaborare, gestire, e
Per rendere possibile il legame tra or- determinati livelli qualitativi e di costo. comunicare informazioni, così da per-
ganizzazione della produzione e conta- In un passato anche recente i problemi mettere una analisi dei costi attraver-
bilità industriale/controllo di gestione è legati alla produzione venivano ridotti so la contabilità Industriale.
necessario investire e credere in una alla sola produttività che veniva ricer- La contabilità industriale è lo strumen-
comunicazione interna aperta e coop- cata esclusivamente nell’ammoder- to per il controllo del sistema produtti-
erativa. namento delle tecniche di produzione vo mediante il quale vengono eviden-
Nelle aziende tradizionali al personale con soluzioni tendenti a minimizzare i ziati, in termini monetari, gli scosta-
venivano fornite soltanto le informazio- costi. menti rispetto a standard prefissati
ni strettamente necessarie allo svolgi- Inoltre la produttività veniva considera- nell’impiego di diversi fattori produttivi
mento di un compito definito. ta su singoli settori aziendali e man- (materiali, manodopera, macchinari),
Oggi le aziende avanzate vivono di in- cava una visione globale. Successiva- distinguendo fra scostamenti di prez-
formazione. Il miglior modo per farle mente le aziende hanno capito che zo (variazione del costo unitario del
funzionare è dare al personale la visio- risultati ottimi dal punto di vista di sin- fattore produttivo) e scostamento di
ne d’insieme dell’organizzazione e dei gole operazioni produttive spesso non resa (variazione nel consumo del fat-
suoi obiettivi in modo da rendere cias- permettono di realizzare significativi tore per unità prodotta).
cuno più motivato e più consapevole incrementi della produttività globale La variazione dei quantitativi prodotti
del contributo che può dare alle altre dell’azienda. Le parti vanno considera- determina la differenziazione dell’as-
persone e agli altri settori dell’azienda te contestualmente con il tutto. sorbimento dei costi di struttura. Attra-
tramite le sue conoscenze e informa- verso il metodo del Break Even Point
zioni. Sono necessari flussi informativi I problemi della produzione sono sem- possiamo visualizzare:
liberi e la comunicazione interna deve pre più legati alla complessiva gestio- - come l’utile d’impresa cambi in con-
diventare il legame forte dell’azienda. ne della produzione che comprende le seguenza della variazione delle quan-
Occorre trasferire i dati interni all’azien- attività e le risorse dedicate alla pianifi- tità prodotte
da, in particolare legati al flusso produt- cazione e al controllo della produzione. - come l’utile derivante da ogni singolo
tivo, e trasformarli in informazioni, fa- Per gestire bene la produzione è ne- prodotto (famiglia di prodotti 0 merca-
cilitando così il coinvolgimento del cessaria una corretta organizzazione ti) cambi in funzione delle quantità re-
personale (che può conoscere quello e un corretta Impostazione del ciclo di alizzate
che sta facendo) e rendendo possibili lavorazione secondo precise attività: - quanto ogni prodotto, ogni famiglia
scelte più consapevoli da parte dell’a- - suddivisione dell’intero processo di di proditti, ogni tipologia di mercato
zienda. produzione in successive operazioni o contribuisca, con il proprio margine di
Occorre una corretta analisi dei cicli di fasi di lavorazione; contribuzione, al recupero dei costi fis-
lavoro e delle attività svolte nei centri di - indicazione della macchina da utiliz- si di struttura
lavoro (in modo da capire i costi e i zare per ognuna delle fasi; - quali sono i valori dei parametri che
guadagni nelle varie attività che costi- - analisi del tempo utile per l’attrezzag- producono scostamenti positivi o ne-
tuiscono il flusso produttivo e rendere gio (start up) del macchinario e per la gativi dell’utile programmato (Budget),
effettivo l’Activity Based Costing). preparazione della lavorazione; in relazione alle vendite realizzate nel
É necessario un supporto informatico - stima del tempo necessario per ese- periodo: quanto incide sull’utile un di-
che consenta una visione completa guire la lavorazione (tempo uomo e verso volume di vendita, quanto incide
dell’a-zienda e un rapporto interattivo tempo macchina, quantità); il diverso assorbimento dei costi fissi
tra il personale di diversi settori che si - indicazione dei collaudi e dei controlli di struttura, quanto incide la variazione
devono scambiare informazioni e con- da eseguire sia nel corso della lavora- del mix di vendita programmato, quan-
siderazioni per rendere più definito zione, sia al termine di ogni fase e to incide la variazione dei prezzi di ven-
possibile il quadro aziendale. dell’intero ciclo. dita previsti.
Un processo informativo dinamico e Al crescere del grado di complessità e
preciso è il presupposto per preparare diversificazione del prodotto corri-
una base logica per le decisioni azien- sponde una richiesta di piccoli lotti di
dali, per programmare lo sviluppo e la unità uguali da produrre. Questo com-
continuità dell’azienda. porta il trasferimento dei problemi, da

Rubrica: pratica professionale


28 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

IL PROCESSO DI CONTABILITÁ porre questi programmi adattati a ogni


DIREZIONALE singola specificità e necessità.
La Contabilità Direzionale può essere La Contabilità Direzionale considera
considerata un processo perché ha tre tipi di analisi, distinti, ma tra loro
carattere trasversale alle funzioni complementari per una corretta ges-
aziendali ed è una parte essenziale del tione aziendale: la Contabilità Indus-
processo informativo, necessaria per triale, la Pianificazione dell’Attività
capire quello che sta succedendo Produttiva e il Controllo di Gestione.
nell’azienda e, di conseguenza, per de- La Contabilità Industriale è una tecni-
cidere le strategie aziendali. ca che riguarda la predeterminazione,
La Contabilità Direzionale può essere la rilevazione, la localizzazione, l’impu-
definita come il sistema di raccolta, di tazione, il controllo e l’analisi dei costi
elaborazione e di presentazione delle variabili di produzione, cioè di quei co-
Informazioni utili per la gestione del- sti che variano secondo l’andamento
l’impresa. É costituita dall’ insieme del- della produzione e che possono esse-
le Informazioni (quantitative e qualita- re imputati direttamente a uno specifi-
tive) necessarie per programmare e co prodotto e dei costi fissi di produ-
controllare la gestione nel breve e nel zione.
lungo periodo. La Pianificazione dell’Attività Produtti-
Programmare significa decidere cosa va fa riferimento ai cicli di lavoro, alla
fare e come farlo: gli strumenti della gestione delle risorse umane e dei
programmazione sono i Piani plurien- macchinari, e consente la loro visualiz-
nali e il Budget annuale. zazione tramite diagrammi di Gantt e
Controllare significa invece assicurare la consuntivazione tramite codici a
che i risultati desiderati siano conse- barre (Barcode).
guiti: gli strumenti contabili di controllo La Contabilità Industriale e la Pianifica-
sono rappresentati dalla Contabilità zione dell’Attività Produttiva sono il
Industriale e dai Rapporti Operativi presupposto per la corretta applicazio-
(Reporting), volti a informare degli sco- ne del Controllo di Gestione.
stamenti tra gli obiettivi programmati Il Controllo di Gestione utilizza i dati
e i risultati conseguiti. provenienti sia dalla contabilità indus-
I Piani Pluriennali, il Budget e il Con- triale che dai cicli di lavoro e li confron-
trollo possono essere impostati tra- ta con i dati di budget, per calcolare gli
mite programmi software modulati eventuali scostamenti, valutarli, risalire
sull’attività produttiva. Occorre predis- alle cause e decidere i correttivi.
L’impostazione della Tab.1, permet-te
di confrontare l’andamento dell’anno
precedente (passato), del budget (fu-
TABELLA 1 turo) e del mese attuale (presente).
Questa tabella, qui riferita a un mix di
prodotti, può essere impostata anche
su un singolo prodotto o su una fami-
glia di prodotti.
In funzione del fatturato viene fornito il
margine di contribuzione in valore as-
soluto, il margine di contribuzione per-
centuale (da mettere in relazione con
quello dei singoli prodotti), l’utile in va-
lore assoluto e in percentuale e l’oscil-
lazione dell’utile al variare del fatturato
del 10-20%.

Viene inoltre calcolato il punto di pa-


reggio (Break Even Point) che è il va-
lore di fatturato con il quale l’azienda
(o una linea di prodotto, o un centro di
lavoro), non hanno né utile né perdite.
L’utile simulato sul volume di produzio-
ne calcola l’utile che l’impresa può ot-
tenere lasciando inalterati i costi fissi

Rubrica: pratica professionale


n.12 - ANNO 2018 29

(del budget) e adeguando i costi vari- TABELLA 2: Costi totali dei Centri di Costo

abili secondo i valori del budget del


conto economico.
STD rappresenta i Costi Standard se-
condo le previsioni fatte nel budget.
Il margine di contribuzione è la differ-
enza tra il prezzo di vendita e i costi
variabili; i costi variabili non sono solo
quelli dei materiali derivanti dalla di-
stinta base o dai costi della manodope-
ra diretta, ma anche quelli derivanti dal
conto economico suddiviso nei centri
di lavoro (es. provvigioni, forza motri-
ce, materiali di consumo, ecc.) e riuniti
attraverso i cicli di lavoro.
Aumento dei costi variabili: se ci sono
(o se si prevedono, dipende se ci tro-
viamo sul budget o sul consuntivo) au-
menti dei costi variabili, la tabella cal-
cola il fatturato necessario per con- TABELLA 3: Preventivo e costi di ogni singolo Centro di Costo
servare l’utile.
Variazione del prezzo di vendita: la
variazione del prezzo di vendita (es.
del 2%) comporta un incremento di
utile a parità di quantità vendute (nella
Tab. 1 possiamo anche vedere cosa
succede se aumentano le vendite del
+10 e del +20%), ma può comportare
una diminuzione di utile rispetto allo
standard nel caso in cui le quantità
vendute diminuiscano (nell’es. possia-
mo vedere cosa succede a una di-
minuzione di vendite del -10% e del
-20%).
Non basta calcolare i costi occorre lo-
calizzarli cioè attribuirli alle unità azien-
dali elementari (centri) responsabili del
loro sostenimento.
I Centri di Costo si identificano con
una unità della struttura organizzativa
aziendale. Per ognuno è evidenziato il Preventivo e tempi di lavoro per ogni singolo Centro di Costo
costo finale di produzione e il costo to-
tale del centro.
All’interno di ogni centro (anche se non
visibile nella Tab. 2) è impostata la divi-
sione tra costi fissi e costi variabili per
la determinazione del preventivo (cos-
to e vendita) di ogni singolo prodotto
(vedi nella Tab. 3). Nella Tab.2 il Centro
di Costo produzione viene suddiviso in
tanti centri di lavoro.
È necessario determinare il carico di
lavoro complessivo in ore uomo e
macchina suddiviso per Centri di Cos-
to, da correlare con le risorse dispo-
nibili nei singoli centri di lavoro, al fine
di determinare l’efficienza dei singoli
reparti produttivi mediata sul lungo
periodo (l’efficienza sul breve periodo
è compito della schedulazione della

Rubrica: pratica professionale


30 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

attività produttiva e controllabile con i codice del prodotto e quantità in modo


diagrammi di Gantt). da permettere il calcolo (in funzione
dei cicli di lavoro, delle distinte base,
Possiamo definire il Controllo di Ges- delle lavorazioni esterne, delle provvi-
tione come quell’insieme di metodolo- gioni e degli investimenti finalizzati,
gie che, utilizzando la strumentazione precedentemente determinati) dei val-
informatica, sono finalizzate al con- ori di tutti gli elementi della tabella.
trollo della produttività gestionale. Nella parte in alto compaiono vari ele-
Oltre al miglioramento dell’efficienza e menti che vanno a costituire il costo
della produttività, il Controllo di Ges- unitario del prodotto. La provvigione
tione può essere un importante stru- attribuibile al costo totale è il risultato
mento per prendere le decisioni in della provvigione percentuale per il
azienda. Il Controllo di Gestione per- prezzo di vendita a listino, moltiplicato
mette di scegliere tra possibilità alter- per le quantità vendute.
native attraverso le diverse previsioni Il costo dei materiali attribuibile al co-
di costo e di risultato. sto totale deriva dalla valorizzazione
Il Controllo di Gestione è un modo per della distinta base moltiplicato per la
rendere più razionali, più consapevoli e quantità venduta e prevedendo un ri-
congruenti le scelte dell’azienda rispet- carico percentuale dei costi per il recu-
to ai suoi obiettivi economici. pero dei costi fissi di struttura.
I dati necessari al controllo di gestione La lavorazione esterna attribuibile al
vengono dal processo produttivo at- costo totale rappresenta il costo delle
traverso l’impiego della Catena del va- lavorazioni che devono essere effet-
lore, strumento attraverso il quale è tuate al di fuori della fabbrica moltipli-
possibile verificare il contributo che le cate per le quantità venduta e preve-
diverse operazioni effettuate dalle dif- dendo un ricarico percentuale dei co-
ferenti funzioni aziendali, apportano al sti per il recupero dei costi fissi di strut-
processo di arricchimento del prodot- tura.
to. Una medesima attività può essere La lavorazione interna attribuibile al
al servizio di più linee di prodotto. costo totale rappresenta il costo delle
Una volta individuate le attività vengo- lavorazioni che devono essere effet-
no a queste imputati i costi sostenuti tuate internamente alla fabbrica, que-
per il loro svolgimento.  sto si ottiene moltiplicando i tempi uo-
Es: il costo del personale amministra- mo e macchina dei cicli di lavoro per il
tivo viene trattato normalmente come costo unitario del centro di lavoro (vedi
indiretto in quanto non impegnato nel- Tab. 2), il tutto moltiplicato per le quan-
le linee di produzione. Tale costo può tità vendute, prevedendo un eventuale
essere ridistribuito fra le attività di fat- ricarico percentuale.
turazione, di gestione ordini, gestione I costi del prodotto sono i costi appli-
del personale, adottando come para- cati direttamente al prodotto, o alla fa-
metro di ripartizione la quantità di ore miglia di prodotti, e si ottengono attra-
richieste da ogni attività, o il costo gen- verso la valorizzazione di attrezzature
erato da ogni singolo centro di la voro o investimenti (come evidenziato nella
o da altro (vedi Tab. 2). parte inferiore destra della tabella).
Da questo procedimento che parte
dalla Catena del valore, possiamo co- Nella parte inferiore troviamo i parame-
struire il preventivo di costo di ogni sin- tri per individuare le caratteristiche
golo prodotto con il relativo Margine di economiche principali del prodotto: il
contribuzione (vedi Tab. 3) da mettere Prezzo di vendita a listino, il Margine di
in relazione con il margine di con- contribuzione del prodotto e il Margine
tribuzione medio aziendale (vedi Tab. di contribuzione percentuale (da con-
n.1) per capire quanto il prodotto con- frontare con il Margine di contribuzio-
tribuisce al recupero dei costi fissi di ne medio aziendale della Tab. 2). Per
struttura.  poter verificare il recupero dei costi, da
La Tab. 3, nella parte alta (fino al prez- parte dei centri di lavoro è riportato il
zo di vendita unitario e al totale tempi) margine di contribuzione percentuale
è divisa in due parti, la parte a sinistra senza i materiali e senza la lavorazione
riguarda i Costi, quella a destra riguar- esterna; questo consente di valutare
da i tempi (Cicli di lavoro). separatamente la struttura produttiva
Nella parte dei costi dobbiamo inserire interna (uomini-macchine nei singoli

Rubrica: pratica professionale


n.12 - ANNO 2018 31

centri di lavoro) da quello che succede TABELLA 4

al di fuori di questa. Quindi fornisce un


parametro che indica il recupero dei
costi interni della struttura produttiva.
Ancora nella parte inferiore troviamo il
Costo Industriale e il recupero dei Cos-
ti fissi di struttura.
Il Costo Industriale rappresenta il cos-
to di produzione del prodotto (cioè
senza magazzino, senza oneri finan-
ziari, commerciali, amministrativi) ot-
tenuto dall’integrazione del ciclo di
lavoro con il costo della produzione
determinato attraverso l’analisi dei
centri di lavoro (vedi la Tab. 2). Il Costo
Industriale consente di valutare la con-
venienza economica delle lavorazioni
fatte all’esterno rispetto al costo del
prodotto lavorato internamente.
Il recupero dei Costi fissi di struttura
rappresenta il recupero dei costi fissi
secondo la quantità di prodotto che si
prevede di vendere.
TABELLA 5
Nella parte inferiore a destra troviamo
i Costi vari diretti, sono i costi in attrez-
zature o investimenti in genere da at-
tribuire direttamente al prodotto.

La metodologia di costruzione del pre-


ventivo del singolo prodotto viene e-
stesa al budget di vendita, con la pos-
sibilità di raggruppare per mercati e/o
per famiglie di prodotti il Margine di
contribuzione e contemporaneamen-
te calcolare i relativi costi (Tab. 4).
Esempio di distribuzione dei costi e del
margine di contribuzione per famiglie
e mercati (Tab. 5).
Con i dati estrapolati possiamo eviden-
ziare graficamente la distribuzione per
famiglie e per mercati dei ricavi di ven- TABELLA 6
dita, del costo dei materiali, del costo
delle lavorazioni esterne, del costo in-
dustriale, del margine di contribuzione
(Tab. 6).

Rubrica: pratica professionale


32 Edizione a cura di:
SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO

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Finanza
e Controllo
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