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12 - ANNO 2018 1
Finanza
e Controllo
P E R I O D I C O D I R E T T O D A A N T O N I O S O F I A E E N Z O T U C C I
La qualità dell’attivo
nei risanamenti
Fabio Ceroni aziendali
1. Il ruolo dell’attivo nelle crisi cui vengono esaminati.
d’impresa Le più diffuse configurazioni di valore
Nelle situazioni aziendali in cui le di- sono quelle del capitale di funzio-
sfunzioni, di origine interna o esterna, namento (o di gestione), adottate nelle
si sono propagate manifestando uno sintesi contabili infra-annuali e in sede
stato di crisi, la scelta della strategia di redazione del bilancio d’esercizio,
Alessandro Tentoni imprenditoriale dovrebbe dipendere del capitale economico, che orienta la
anche dai caratteri economici delle at- valutazione di trasferimento del com-
tività disponibili. plesso aziendale, del capitale di liqui-
Mentre infatti l’articolazione del ceto dazione, a seguito della dissoluzione
creditorio rivela sia l’ammontare nomi- dell’unitario sistema d’impresa.
nale della massa passiva da estin- Nella prima l’obiettivo primario perse-
guere, con le probabili garanzie corre- guito dall’insieme dei valori assegnati
late, sia i soggetti che in qualche mi- alle attività e passività presentate nei
sura dovranno condividere le decisioni rendiconti è la determinazione del red-
da intraprendere, l’analisi delle risorse dito del periodo, disponibile per la di-
residue illumina sulla perdurante uni- stribuzione o il reinvestimento a se-
tarietà dell’azienda e sui flussi reali- conda degli intendimenti del soggetto
stici associabili alle dismissioni da economico, da cui discende conte-
svolgere. Questa indagine richiede la stualmente il patrimonio gestionale.
verifica del possibile ripristino delle Considerato il carattere consuntivo dei
condizioni di equilibrio economico, fi- documenti contabili richiamati le valu-
nanziario e patrimoniale compromes- tazioni sono riferite a una data di riferi-
se dallo stato di crisi, nelle interazioni mento già trascorsa, ma risultano in-
tra condizioni interne di gestione e fat- fluenzate dai nessi indissolubili delle
tori ambientali esterni e, in caso affer- operazioni di gestione che intercorro-
mativo, della congruità del reddito con- no al momento della chiusura dei bi-
seguibile in vista del ripianamento lanci.
dell’esposizione debitoria. Viene applicata quindi anche una logi-
Nei casi in cui si constati l’avvenuto ca prospettica mirante a anticipare gli
dissolvimento dei legami che avvinco- esiti reddituali, positivi o negativi, che
no i beni e le risorse complementari si reputano maturati nell’esercizio con-
coordinate nella combinazione produt- siderato indipendentemente dal mo-
tiva, assume allora rilevanza l’attitudine mento di manifestazione monetaria, e
delle singole attività a tradursi in atten- a rinviare al futuro quelli non di compe-
dibili ritorni monetari. tenza economica dei cicli produttivi
Si passa ora a illustrare le principali svolti benché anticipati dalla relativa
rappresentazioni di valore che posso- movimentazione finanziaria.
no assumere le diverse classi di valori Sulla composizione del patrimonio di
dell’azienda, così da individuare quelle funzionamento interviene altresì il
che meglio soddisfano le finalità del principio redazionale della prudenza di
presente approfondimento. cui all’art. 2423 bis del codice civile,
mirante a includere nel correlato set-
2. Le diverse configurazioni dei tore reddituale componenti negativi
valori attivi solo probabili e a escludere ricavi non
Gli elementi attivi di un’impresa sono certi ancorché prevedibili.
valorizzati con approcci diversi a se- Il capitale economico poggia invece
conda del contesto di riferimento in sul rendimento che può derivare dal
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02. Ad esempio, anche per tener conto di tali caratteristiche del mercato in un recente caso di risanamento gli advisor finanziari hanno stimato un prezzo pieno di vendita
di un complesso immobiliare entro il 30/09/2017, all’80% dal 01/10/2017 al 30/06/2018, al 60% entro il 31/03/2019, al 40% sino al 31/12/2019, al 25% in seguito, con un
decalage quindi del 20% ogni 9 mesi salvo l’ipotesi finale in cui peraltro si prevede uno scenario di dissesto.
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03. cfr. le profonde riflessioni in proposito di A. Riparbelli, “Il contributo della ragioneria nell’analisi dei dissesti aziendali”, F. Angeli, 2005, pag. 112.
04. Tra gli Autori che si sono occupati delle dinamiche in esame, completate dai moduli P.I.P.O. (point input point output), C.I.P.O. (continuous input point output) e P.I.C.O.
(point input continuous output) si può consultare V. Maggioni, “Aspetti innovativi nella valutazione degli investimenti industriali”, CEDAM, 1992, pagg. 7-8.
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05. Si veda al proposito J. F. Weston - E. F. Brigham, “Finanza aziendale”, Il Mulino, 1974, pagg. 53-54
06. Sul tema di rinvia a V. Maggioni, op. cit., pagg. 165 e seguenti.
07. Alcuni Autori suggeriscono di sottoporre ad uno stress test lo stesso valore periziato da un esperto, attraverso la comparazione con recenti compravendite di im-
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mobili per caratteristiche omogenei o la ricezione di offerte irrevocabili d’acquisto. Cfr., in materia di attestazione di piano di concordato preventivo, G. Covino – L.
Jeantet, , “La relazione del professionista attestatore tra fattibilità del piano ed “assicurazione” del pagamento proposto nel ricorso”, dirittobancario.it, 2016, pag. 14
con riferimenti in nota.
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08. cfr. per ulteriori considerazioni S. Garzella, “I confini dell’azienda, un approccio strategico”, Giuffrè editore, 2000, pagg. 107 e seguenti.
09. cfr. J. F. Weston - E. F. Brigham, op. cit, pagg. 389-390.
12 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO
Si tenga anche presente il trade off tra za, che tutelano l’impresa nel caso le agli equilibri patrimoniale, finanziario o
importo da incassare e dilazione con- richieste del mercato si dovessero av- monetario, si profila un valore di rea-
cessa, per cui al ridotto respiro accor- vicinare più al trend massimo previsto lizzo superiore rispetto al trasferimen-
dato per la regolazione del credito cor- che a quello medio. to delle singole attività realizzabili o
risponde spesso un costo implicito (a Infine si possono presentare rimanen- l’alternativa del proseguimento della
volte non trascurabile) a titolo di scon- ze finali speculative, detenute per lu- attività in capo al medesimo soggetto
to, ma probabilità più elevata di paga- crare su particolari attese al rialzo dei economico ove l’autofinanziamento
mento. Nella scelta le imprese avreb- prezzi di acquisto. generato risulti sufficiente per fronteg-
bero peraltro a disposizione, sulla Si noti che quest’ultima tipologia non giare, gradualmente, la massa passi-
falsariga della prima alternativa, la rappresenta un investimento operativo va.
cessione pro-soluto, anche nell’ambito bensì un surplus asset, trasferibile sen- Non si può nemmeno escludere la
di accordi con società di factoring. za compromettere esigenze quand’an- cessione solo di un ramo d’azienda
Infine, si suggerisce di regola la proce- che momentanee di prosecuzione che conservi la propria vitalità, o il ri-
dura della circolarizzazione dei crediti, dell’attività produttiva. corso ad istituti transitori quale l’affitto
stabilendo una soglia minima di signi- dell’unità produttiva.
ficatività, con la duplice funzione di at- L’ottimale gestione del magazzino In ogni caso l’analisi dell’attivo trae gio-
testare l’attendibilità del saldo di fun- dovrebbe contemperare anche la mini- vamento dalle relazioni che si instau-
zionamento e confortare le previsioni mizzazione dei costi di ricovero delle rano tra valori di funzionamento, eco-
di effettivo incasso. merci (personale addetto, assicurazio- nomici e di liquidazione, affiancati dai
Al termine delle riflessioni maturate e ni, possibile obsolescenza, oneri finan- caratteri qualitativi di ciascun asset.
delle verifiche eseguite si può scom- ziari sull’impiego richiesto di risorse fi-
porre l’attività in esame in classi di af- nanziarie) e del rischio procurato
fidabilità, utili anche in caso di prose- dall’insufficienza dei rifornimenti, indi-
cuzione temporanea dell’attività d’im- viduando allo scopo un lotto ideale di
presa e la concertazione delle con- giacenza.
dizioni del rapporto, assumendo le de- Anche gli anticipi a fornitori apparten-
cisioni più consone per ottimizzare il gono in prospettiva a questa classe di
cash-flow 10. attivo, e non ai crediti, in quanto fisio-
Sovente emergono porzioni dei crediti logicamente destinati a introdurre ma-
mercantili di ardua recuperabilità in teriali già pagati nelle scorte.
quanto i relativi debitori risultano Il controvalore monetario attribuibile
anch’essi coinvolti in crisi di tipo set- alle rimanenze finali dipende da circo-
toriale. stanze quali andamento dello specifi-
Le scorte di magazzino delle materie co mercato, deperibilità fisica delle
prime, semilavorati, prodotti finiti, ope- consistenze, obsolescenza tecnologi-
re in corso su ordinazione e merci rap- ca, abilità del cedente, struttura di ven-
presentano un asset precipuo delle dita, tempo disponibile, ecc..
imprese industriali o commerciali, In un caso recente, ad esempio, un
mentre nel caso delle prestazioni di magazzino di un’impresa farmaceu-
servizi la mancanza di materialità qua- tica è stato svalutato del 66% dagli
lificherebbe come crediti i lavori in cor- advisor finanziari rispetto al valore di
so di svolgimento al termine del perio- funzionamento, in quanto molte con-
do amministrativo. fezioni risultavano con data di scaden-
za già trascorsa o compresa in un las-
Una prima indispensabile stratificazio- so di tempo così ristretto da non ren-
ne concerne le giacenze funzionali, dere appetibile l’acquisto.
che assicurano la continuità del pro- Sulle disponibilità liquide un’attenzione
cesso produttivo di trasformazione in- specifica andrebbe riposta in caso una
dustriale o mercantile sulla base delle parte della posta risulti indispensabile
esigenze del ciclo tecnico e del tempo per il completamento dell’attività di
degli spostamenti logistici in entrata e produzione dell’impresa in crisi, e per
in uscita, e possono essere integrate garantire il necessario livello di sicu-
da lotti ulteriori dettati da ottimizzazio- rezza monetaria.
ne del prezzo di acquisto o di trasferi-
mento, per assecondare picchi di sta- 5. Considerazioni conclusive
gionalità, timore di interruzione negli Quando l’impresa in crisi rappresenta
approvvigionamenti, sospensione del- ancora un complesso redditizio nella
l’attività. Una seconda consistenza prospettiva successiva al risanamen-
sarebbe quella delle scorte di sicurez- to, nella maggior parte dei casi rivolto
10. Alcuni Studiosi hanno illustrato, anche sulla base di esperienze concrete, l’attività manageriale nella gestione del credito, le principali anomalie riscontrabili e le soluzi-
oni praticabili. Si veda M. Masciocchi, “Il turnaround management. Come recuperare e rilanciare le aziende. Tecniche, comportamenti, casi”, Il Sole 24 Ore Spa, 2007,
pagg. 101 e seguenti, e K. Bhattacharya, “La nuova frontiera della business analysis”, Franco Angeli, 1988, pagg. 100 e seguenti.
n.12 - ANNO 2018 13
Peculiarità delle
aziende in Early
Alberto Menconi stage e difficoltà nel
funding
Intraprendere una iniziativa imprendito- vento finanziario e/o strategico sup-
riale (di successo) ad alto potenziale di portano le diverse fasi della stessa.
sviluppo risulta un’azione ardua in Risulta fondamentale andare a trattare
quanto le sue diverse fasi di vita pre- gli aspetti definitori delle diverse fasi
sentano peculiarità tali da rendere dif- che caratterizzano i diversi stadi dell’im-
ferenti sia i bisogni operativi e finanziari presa:
ai quali le imprese stesse vanno incon- 1. SEED
tro, sia i diversi soggetti coinvolti nell’at- In questa stadio il prodotto/servizio of-
tività. Al riguardo, recenti studi confer- ferto dall’impresa è essenzialmente in
mano che il 40% delle imprese finan- fase di sperimentazione (o addirittura
ziate falliscono, il 40% producono ritor- ancora in fase concettuale). L’impresa
ni modesti e che il 20% abbiano ritorni è alle prese con la ricerca di una strut-
soddisfacenti 1. tura organizzativa idonea allo svolgi-
Le percentuali (demotivanti) di riuscita mento della sua attività (prototipizza-
dell’iniziativa risultano quindi influen- zione, indagini di mercato, ricerca del
zate in particolar modo dalla stretta re- personale, brevetti, redazione business
lazione di trade-off che intercorre tra plan) e al contempo genera un esiguo
due tipologie preponderanti di classi di fabbisogno di capitale, originato dalla
rischio: il rischio operativo e il rischio fi- “messa in atto” del progetto.
nanziario. L’intensità dell’esposizione a
queste due categorie di rischio varia a 2. START-UP
seconda del ciclo vitale dell’impresa e Il prodotto/servizio è stato ben conva-
possono causare il fallimento dell’ini- lidato, la struttura organizzativa/ope-
ziativa. rativa è definita, comincia quindi la ve-
ra e propria attività d’impresa.
Generalmente, se l’impresa svolge la Gli investitori, tendono a valutare i di-
sua attività indirizzandola verso un versi stadi di sviluppo, classificandoli
mercato in forte evoluzione, tenderà a generalmente in quattro stage.
adottare strategie di crescita ambiziose Questi ultimi vengono individuati al fi-
(alto rischio operativo) e, conseguen- ne di determinare dei “round financing”
zialmente, tenderà a finanziarsi tramite ovvero determinati fasi in cui gli inve-
equity (rischio finanziario basso). Vice- stitori intervengono apportando pro-
versa, se l’impresa opera in settori ma- gressivamente più capitali (data la ri-
turi (basso rischio operativo), può adot- duzione progressiva del rischio opera-
tare una struttura più indirizzata verso il tivo dell’impresa): lo stadio, in cui l’im-
debito (alto rischio finanziario) poiché presa comincia a tastare la validità
la redditività generata (presumendola commerciale del prodotto/servizio.
quindi come stabile, dato il settore di 1. First stage
riferimento), consente in maniera più Lo stadio in cui l’impresa comincia a
agevole di rimborsare il debito contrat- tastare la validitá commerciale del
to. prodotto/servizio.
Tali tipologie di rischio possono essere 2. Second Stage
gestite e minimizzate attraverso la pre- L’impresa ha tastato la valenza del pro-
senza di determinati soggetti esterni dotto/servizio offerto, e comincia a
all’impresa che, mediante il loro inter- ampliare la sua quota di mercato.
3. Third Stage mercati di riferimento (che ormai ha sivo al fine di strappar loro, quote di
L’impresa è riuscita ormai a penetrare conquistato). mercato). Le vendite continuano a cre-
nel mercato riuscendo a accaparrarsi Il management risulta molto eteroge- scere nella prima parte della fase di
una determinata quota di mercato. neo e ciò permette uno stile variegato. maturità e inoltre è presente una sta-
Tenderà a portare avanti operazioni di L’azione di governare l’impresa diventa bile politica di dividendi.
diversificazione del prodotto/mercato progressivamente complicata in quan- L’interesse della società in questa fa-
al fine di espandere ulteriormente il to vi è un crescente aumento della sua se è quello di mantenere pressoché
suo business. dimensione. Ciò determina un bisogno costanti le vendite adottando investi-
4. Fourthstage (o mezzanine) fisiologico di porre in essere strutture menti mirati al mantenimento di una
La fase in cui l’impresa è ormai parte- interne che possano garantire una offerta di prodotti/servizi in grado di
cipata da una moltitudine di (diversi) conduzione unitaria della stessa (cioè adattarsi alla cangiante domanda de-
soggetti ed è prossima a portare avan- ben compresa da tutta la gerarchia gli stessi. Quest’ultima diminuisce a
ti una exit strategy (IPO/partecipazio- dell’impresa) nonché strutture che as- causa della competizione e della satu-
ne di un investitore finanziario/parteci- sicurino la giusta esecuzione delle razione del mercato, così come l’av-
pazione di investitore industriale) non- prassi aziendali portate avanti nei giu- vento di nuove tecnologie e i cambia-
ché una strategia che possa risolvere sti tempi in accordo con lo strategical menti nel gusto dei consumatori.
congiuntamente due problematiche: la e operational plan (formalizzati, quindi,
prima è determinata dal fabbisogno ex ante cioè fase di programmazione Stabiliti i vari stadi di vita dell’impresa
elevato di risorse per via dei forti inve- dell’attività coerentemente con i target (Fig.1), si è soliti inquadrare un’impresa
stimenti che devono esser posti in es- aziendali più ambiziosi da raggiunge- in Early stage quale fase che va dal
sere al fine di espandere ulteriormente re). Si capisce quindi bene che l’im- concepimento dell’idea (Seed) al pri-
la sua quota di mercato (il suo settore presa non è più impresa Startup. mo round di finanziamento della fase
di riferimento appare ormai saturo). La Startup (First stage).
4. MATURITÁ
seconda (di pari importanza rispetto Il secondo raggruppamento posto in
Durante questa fase, la crescita delle
alla prima) risiede nell’esigenza di re- essere è caratterizzato dal raggruppa-
vendite ha iniziato a rallentare, e il pro-
munerare gli investitori che ormai mento di tutte le imprese che vanno
dotto/servizio ha già raggiunto un’ac-
compartecipano sin dall’inizio al capi- dal Second stage fino alla fase di mez-
cettazione diffusa sul mercato. In de-
tale di rischio dell’impresa. zanine (ovvero quella fase dove si sce-
finitiva, in questa fase le vendite rag-
La exit strategy (fornita ex ante dalla glie il veicolo di dismissione, al fine di
giungeranno il picco. La società vorrà
start up agli investitori prima del loro remunerare i soggetti che hanno com-
prolungare questa fase in modo da
investimento) assume un’importanza partecipato all’impresa). Tale blocco
evitare il declino, e questo desiderio
strategica. viene identificato dalla letteratura co-
porterà la stessa a nuove innovazioni
me Early growth.
3. ESPANSIONE volte a continuare a affiliare la clientela
In questa fase l’impresa adotta più e al contempo, continuare a concorre-
modelli gestionali in quanto offre più re con i competitors (che intanto adot-
prodotti/servizi da collocare in diversi tano uno stile di gestione più aggres-
Ora che sono ben inquadrati i diversi La curva segnata in rosso indica l’evo-
stadi di vita di un’azienda, analizziamo luzione delle società che hanno avuto
l’andamento del cash flow nelle primis- a che fare con la prima fase di internet
sime fasi. Il grafico elaborato dal fondo (prima del 2.0) e in giallo, la dinamica
Venture P101 (Fig.2) riassume tale te- di una Startup partecipata da una de-
matica. La curva segnata in grigio, evi- terminata classe di investitori (In que-
denza la dinamica di una startup che sto esempio, dalla SGR P101).
non ha potuto accedere ai capitali per Nel gergo comune, l’area sottesa dalla
l’accelerazione. curva prima del raggiungimento del
break-even point (il punto dopo il quale
Il web ha radicalmente cambiato le si comincia a generare cash flow)
modalità di fare business o addirittura prende il nome di “death valley” poiché
ha causato una fisiologica fuoriuscita è proprio in questa fase che aumenta-
dal mercato di determinate forme di no le probabilità di fallimento dell’inizia-
business, come quelle del noleggio dei tiva. In questa fase, l’abilità da parte
film (vedi Blockbuster, fallita nel 2013) dell’imprenditore di reperire risorse fi-
o delle agenzie di viaggio. nanziarie (funding) per saziare il fabbi-
La ragione risiede nel fatto che il web sogno generato dal deficit di cash flow
risulta un’arma a doppio taglio: da una presenta delle difficoltà. Analizziamo
parte permette di intercettare un più quindi tali problematiche 2.
ampio bacino di utenza. Dall’altro, per- Si definisce funding gap (o financing)
mette maggiore opportunità di scelta una situazione in cui imprese merite-
del prodotto/servizio con conseguen- voli non ottengono, a causa di imper-
ziale innalzamento del livello di con- fezioni di mercato, il volume di finan-
correnza. ziamenti che otterrebbero in un mer-
L’avvento del web ha quindi causato cato efficiente, tenendo ben presente
una nuova modalità di fare business che anche in un mercato efficiente al-
(digital economy) con conseguenziale cune imprese non sarebbero comun-
esigenza di porre in essere più elevati que bancabili (poiché superano il profi-
investimenti in CAPEX (investimenti lo di rischio sopportabili da una banca).
fissi) e al contempo ritagliarsi quote di In particolar modo, le problematiche
mercato (sempre più competitivo) che annesse a questo fenomeno riguarda-
ovviamente mettono a dura prova la no l’incontro della domanda e dell’offer-
giovane impresa: la gestione del cash- ta di capitali di rischio (equity gap) col-
flow ottiene, nelle primissime fasi, una legabili dal diverso grado di sviluppo
importanza strategica. dei vari sistemi paese.
02. Per una trattazione più dettagliata si veda E. Gualandri, P. Schwizer (2016) “Bridging the Equity gap: il caso delle PMI innovative”: Research gate.
16 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO
La creazione del
valore in azienda, il
Guglielmo Martinellli ruolo del consulente
d’impresa e la
balanced scorecard
La creazione, la misurazione no, in tutto o in parte, inconsapevoli in
e il monitoraggio del valore quanto determinate più dalle attitudini
in azienda personali dello stesso che dall’effettiva
L’obiettivo principale di un’azienda nel incidenza delle stesse sulla creazione o
breve, medio e lungo periodo dovrebbe sulla distruzione del valore.
essere la creazione di valore. Ad esempio, il prelievo degli utili azien-
La strategia e la gestione aziendale do- dali e/o il rapporto tra mezzi propri e
vrebbero essere dunque indirizzate alla mezzi di terzi dipendono più frequente-
costante creazione di valore. mente dalla propensione al risparmio
Purtroppo però la misurazione e il mo- dell’imprenditore che non da un’attenta
nitoraggio nel tempo del valore della valutazione delle future esigenze finan-
azienda risultano molto complessi non ziarie aziendali. Allo stesso modo gli
solo da rilevare ma altresì da definire. investimenti, il più delle volte, sono ef-
Ciò in quanto il valore dell’azienda non fettuati senza minimamente quantifi-
dipende solo dal valore di mercato delle care i futuri flussi economici e finanziari
poste patrimoniali e dai flussi economi- necessari a rendere conveniente l’inve-
ci e finanziari presenti e passati, cosa stimento e basandosi unicamente sulle
relativamente facile da misurare e mo- sensazioni e sulla propensione al ri-
nitorare, ma anche e a volte in parte schio dell’imprenditore. Ancora, l’atten-
preponderante, dai flussi economici e zione al clima aziendale e alla formazio-
finanziari ragionevolmente attesi per il ne dei dipendenti così come l’alloca-
futuro. zione delle risorse umane e finanziarie
alle diverse aree aziendali (commercia-
Tralasciando i casi, a mio avviso resi- le, produzione, amministrazione e con-
duali, in cui i flussi economici e finanzia- trollo, qualità, innovazione prodotto/
ri futuri di un’azienda possono essere processo-progettazione, logistica/ac-
imputabili a fattori casuali totalmente quisti, risorse umane ecc.) non di rado
imprevedibili a priori, generalmente ac- dipendono più dall’indole dell’impren-
cade che i presupposti per la determi- ditore che da una precisa scelta strate-
nazione di tali flussi siano le scelte stra- gica basata sulle effettive esigenze
tegiche più o meno lungimiranti dell’azienda.
dell’imprenditore. Così molti imprenditori con un’elevata
Sarebbe pertanto opportuno che que- propensione al rischio, che erano stati
ste scelte fossero sempre consapevoli molto apprezzati e avevano prosperato
considerato che vanno a incidere sul nel periodo pre-crisi, si sono trovati in
bene più importante per l’imprenditore grosse difficoltà nel momento in cui le
e cioè sulla performance futura della proprie abilità personali non erano più
propria azienda e quindi, per quanto so- adeguate al mutato contesto economi-
pra ricordato, sul valore attuale della co. Infatti, dipendendo le scelte strate-
stessa. giche quasi esclusivamente dalle attitu-
In realtà il più delle volte accade che le dini personali, le stesse, come era
scelte strategiche dell’imprenditore sia- prevedibile, non sono mutate al variare
n.12 - ANNO 2018 19
Rubrica: pratica
professionale
24 SFC STRATEGIA, FINANZA E CONTROLLO
LEAD GENERATION:
IL NUOVO MODO DI
Cristina Migliore FARE MARKETING
Fino a qualche anno fa bastava avere più consapevole dei suoi bisogni e li-
un sito internet ben posizionato sui bero di informarsi e scegliere il prodot-
motori di ricerca principali per aumen- to che meglio li soddisfi.
tare le proprie vendite e farsi conosce- Le aziende quindi come scopo, non de-
re dal web. Le cose, pero, sono cambia- vono più avere quello di vendere e ba-
te, se prima per cercare di concludere sta, ma devono porsi l’interrogativo
nel breve tempo la vendita, bastava chiave: come possiamo aiutare a sod-
che gli operatori marketing orientasse- disfare al meglio i bisogni dei nostri
ro le loro azioni ad aumentare l’esposi- clienti?
zione del brand inviando annunci pro- Ecco le principali attività da svolgere:
mozionali ai consumatori tramite ripe- • Aiutare i consumatori a rendersi sem-
tute mail o telefonate, senza che questi pre più consapevoli dei loro bisogni.
fossero neppure consapevoli della sot- • Fornire soluzioni valide, che soddisfi-
toscrizione alle newsletter, adesso que- no le loro richieste.
ste azioni non sarebbero più percepite • Indirizzarli nella classifica delle loro
come “marketing buono” ma verrebbe- priorità.
ro sentite come politiche di vendita in- • Costruire rapporti di fiducia con i pro-
vadenti e intrusive, la cui conseguenza pri contatti.
non sarebbe di sicuro l’acquisto del • Nutrire e rafforzare i rapporti con i
prodotto/servizio ma l’attribuzione di propri contatti interessati.
una connotazione negativa a quel de- • Proporre una vendita.
terminato brand.
Quindi cosa è cambiato? Il punto di vi- Ed è con il nome di LEAD GENERATION
sta della vendita. che si identifica l’insieme della azioni di
Non si parte più dal processo di Vendi- marketing volte all’acquisizione e alla
ta, ma si sposta l’attenzione sul pro- generazione di una lista di contatti, che
cesso di acquisto, quindi l’attore princi- possano diventare dei clienti realmente
pale diventa il consumatore sempre interessati alle attività svolte dall’azien-
da e, successivamente l’insieme delle
strategie finalizzate alla conversione
dell’interesse del LEAD (contatto inter-
essato) in vendita.
Il punto focale è creare un sistema che
richiama, come si evince dall’immagine,
un imbuto, a cui possano accedere una
molteplicità di persone che vengono
guidate fino a diventare Lead e poi veri
e propri clienti. Questo processo viene
definito a sua volta come “Lead Nurtur-
ing”: crea un rapporto e fatti amare.
IL CONTROLLO DI
GESTIONE NELLA
Gabrio Nocentini PICCOLA E MEDIA
IMPRESA
PREMESSA Even Point messo in relazione al MDC
Non esiste un costo certo del prodotto. per Prodotti, MDC per Famiglie di pro-
Possiamo determinare, con sufficiente dotti, MDC per Mercati è il metodo più
approssimazione, solo il costo variabi- efficace per gestire l’impresa in termini
le. Occorre un sistema informativo che, di redditività.
con un monitoraggio dinamico, con-
senta di tenere sotto controllo i costi, i MDC = Ricavi e - Costi Variabili =
centri di costo, le attività (ABC). Costi Fissi + Utile
Nelle PMI il costo del prodotto viene
spesso individuato come un costo cer- Il Controllo di Gestione che non tenga
to sul quale applicare una maggiora- conto della produzione, dei centri di
zione percentuale per tener conto del costo, dei centri di lavoro, dei MDC, del
l’utile di impresa. recupero dei costi fissi di struttura è un
Questa metodologia comporta limiti controllo parziale.
significativi sulla possibilità di monito-
rare l’utile e poter operare scelte ogget- PRODUZIONE E COSTI
tive che consentano di superare crisi di Per riuscire a conoscere la propria
mercato, programmare la crescita, im- azienda, così da verificare, passo per
postare obiettivi. passo, il buon andamento e pianificare
L’utile di impresa non deve essere la- le scelte e gli investimenti, consapevoli
sciato al caso. La riduzione del perso- delle conseguenze delle decisioni pre-
nale, quando il lavoro non è sufficiente, se, occorre implementare un sistema
viene spesso indicata come unica so- di Contabilità Industriale e Controllo di
luzione. Opportune politiche commer- Gestione.
ciali che tengano conto della distinzio- Esiste un rapporto stretto tra organiz-
ne fra costi fissi e costi variabili, fra zazione della produzione, contabilità
costi diretti e costi indiretti e che hanno industriale e controllo di gestione.
come riferimento il margine di contri- La contabilità industriale applicata alla
buzione medio dell’azienda e il Break produzione, permette una verifica co-
stante delle attività e una analisi dei
costi. Attraverso il Controllo di Gestio-
FIG. 1 ne si può rispondere con azioni di mi-
glioramento alle distorsioni che provo-
cano uno scostamento negativo dal
budget. Anche quando gli scostamenti
sono positivi, il Controllo di Gestione ha
una funzione importante perché, ad e-
sempio, permette di comprendere se la
crescita in atto ha una sostenibilità fi-
nanziaria.
Una corretta gestione della produzione
attraverso l’impostazione dei centri di
costo e dei centri di lavoro, delle di-
stinte base, dei cicli di lavorazione; in-
sieme a una corretta analisi dei costi,
che distingue tra costi diretti e costi In- IL PROCESSO INFORMATIVO quelli strettamente tecnologici a quelli
diretti e fra costi variabili e costi fissi, (O DI AZIONE) impiantistici e gestionali. La circostan-
permette di rendere effettivo l’Activity Il processo operativo è quello che se- za è dovuta all’aumento dei gradi di li-
Based Costing (criterio di determina- gue l’iter del flusso produttivo e trova bertà dei modi di svolgimento dei cicli
zione dei costi dei prodotti), necessario la sua centralità nella fase della pro- di produzione e, quindi, all’aumento
per: duzione. Possiamo definire la produ- delle opzioni progettuali e dei problemi
garantire l’efficienza, zione come l’insieme delle attività che di coordinamento.
analizzare i fatti, partendo da progetti e/o prototipi, ma- Ritorna centrale l’importanza della co-
fare delle previsioni per il futuro terie prime e macchine/uomini, per- municazione del flusso informativo
e quindi prendere decisioni più efficaci. mettono di ottenere flussi di prodotti che è lo strumento che permette l’inte-
“vendibili” cioè disponibili in quantità grazione di tutte le funzioni aziendali
IL PROCESSO INFORMATIVO prefissate a scadenze prefissate e con consentendo di elaborare, gestire, e
Per rendere possibile il legame tra or- determinati livelli qualitativi e di costo. comunicare informazioni, così da per-
ganizzazione della produzione e conta- In un passato anche recente i problemi mettere una analisi dei costi attraver-
bilità industriale/controllo di gestione è legati alla produzione venivano ridotti so la contabilità Industriale.
necessario investire e credere in una alla sola produttività che veniva ricer- La contabilità industriale è lo strumen-
comunicazione interna aperta e coop- cata esclusivamente nell’ammoder- to per il controllo del sistema produtti-
erativa. namento delle tecniche di produzione vo mediante il quale vengono eviden-
Nelle aziende tradizionali al personale con soluzioni tendenti a minimizzare i ziati, in termini monetari, gli scosta-
venivano fornite soltanto le informazio- costi. menti rispetto a standard prefissati
ni strettamente necessarie allo svolgi- Inoltre la produttività veniva considera- nell’impiego di diversi fattori produttivi
mento di un compito definito. ta su singoli settori aziendali e man- (materiali, manodopera, macchinari),
Oggi le aziende avanzate vivono di in- cava una visione globale. Successiva- distinguendo fra scostamenti di prez-
formazione. Il miglior modo per farle mente le aziende hanno capito che zo (variazione del costo unitario del
funzionare è dare al personale la visio- risultati ottimi dal punto di vista di sin- fattore produttivo) e scostamento di
ne d’insieme dell’organizzazione e dei gole operazioni produttive spesso non resa (variazione nel consumo del fat-
suoi obiettivi in modo da rendere cias- permettono di realizzare significativi tore per unità prodotta).
cuno più motivato e più consapevole incrementi della produttività globale La variazione dei quantitativi prodotti
del contributo che può dare alle altre dell’azienda. Le parti vanno considera- determina la differenziazione dell’as-
persone e agli altri settori dell’azienda te contestualmente con il tutto. sorbimento dei costi di struttura. Attra-
tramite le sue conoscenze e informa- verso il metodo del Break Even Point
zioni. Sono necessari flussi informativi I problemi della produzione sono sem- possiamo visualizzare:
liberi e la comunicazione interna deve pre più legati alla complessiva gestio- - come l’utile d’impresa cambi in con-
diventare il legame forte dell’azienda. ne della produzione che comprende le seguenza della variazione delle quan-
Occorre trasferire i dati interni all’azien- attività e le risorse dedicate alla pianifi- tità prodotte
da, in particolare legati al flusso produt- cazione e al controllo della produzione. - come l’utile derivante da ogni singolo
tivo, e trasformarli in informazioni, fa- Per gestire bene la produzione è ne- prodotto (famiglia di prodotti 0 merca-
cilitando così il coinvolgimento del cessaria una corretta organizzazione ti) cambi in funzione delle quantità re-
personale (che può conoscere quello e un corretta Impostazione del ciclo di alizzate
che sta facendo) e rendendo possibili lavorazione secondo precise attività: - quanto ogni prodotto, ogni famiglia
scelte più consapevoli da parte dell’a- - suddivisione dell’intero processo di di proditti, ogni tipologia di mercato
zienda. produzione in successive operazioni o contribuisca, con il proprio margine di
Occorre una corretta analisi dei cicli di fasi di lavorazione; contribuzione, al recupero dei costi fis-
lavoro e delle attività svolte nei centri di - indicazione della macchina da utiliz- si di struttura
lavoro (in modo da capire i costi e i zare per ognuna delle fasi; - quali sono i valori dei parametri che
guadagni nelle varie attività che costi- - analisi del tempo utile per l’attrezzag- producono scostamenti positivi o ne-
tuiscono il flusso produttivo e rendere gio (start up) del macchinario e per la gativi dell’utile programmato (Budget),
effettivo l’Activity Based Costing). preparazione della lavorazione; in relazione alle vendite realizzate nel
É necessario un supporto informatico - stima del tempo necessario per ese- periodo: quanto incide sull’utile un di-
che consenta una visione completa guire la lavorazione (tempo uomo e verso volume di vendita, quanto incide
dell’a-zienda e un rapporto interattivo tempo macchina, quantità); il diverso assorbimento dei costi fissi
tra il personale di diversi settori che si - indicazione dei collaudi e dei controlli di struttura, quanto incide la variazione
devono scambiare informazioni e con- da eseguire sia nel corso della lavora- del mix di vendita programmato, quan-
siderazioni per rendere più definito zione, sia al termine di ogni fase e to incide la variazione dei prezzi di ven-
possibile il quadro aziendale. dell’intero ciclo. dita previsti.
Un processo informativo dinamico e Al crescere del grado di complessità e
preciso è il presupposto per preparare diversificazione del prodotto corri-
una base logica per le decisioni azien- sponde una richiesta di piccoli lotti di
dali, per programmare lo sviluppo e la unità uguali da produrre. Questo com-
continuità dell’azienda. porta il trasferimento dei problemi, da
(del budget) e adeguando i costi vari- TABELLA 2: Costi totali dei Centri di Costo
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