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Teoria dei linguaggi

Parole, parole, parole.


Un'introduzione multidiscipinare allo studio
del significato linguistico.

1. Nozioni fondamentali
Ricevimento e
contatti
• Su appuntamento su Teams
(inviare una mail almeno un
giorno prima)
• E-mail: scaputo@uniss.it
Struttura del corso
• A. Alcune nozioni fondamentali per lo studio
del linguaggio; le cara5eris6che dis6n6ve del
linguaggio e le discipline che lo studiano.
• B. La seman6ca: la filosofia del linguaggio e il
paradigma dominante in seman6ca.
• C. Le alterna6ve al paradigma dominante: fra
filosofia del linguaggio e scienze cogni6ve.
Materiali
• 1) Le dispense con i contenuti delle lezioni
disponibili sulla piattaforma e-learning.
• 2) S. Caputo, C. Barbero, Significato: Dalla
filosofia analitica alle scienze cognitive,
Carocci: Introduzione (pp. 11-31), capp. 1.1
(pp. 35-46), 1.3 (pp. 61-66), 1.5 (pp. 82-97), 2
(pp. 141-232), 3 e 4 (pp. 235-306).
Il potere del linguaggio
La biblioteca di Babele (J.L. Borges)
• L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si
compone d'un numero indefinito, e forse infinito,
di gallerie esagonali, con vasti pozzi di
ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere.
Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e
inferiori, interminabilmente. La distribuzione
degli oggetti nelle gallerie è invariabile.
Venticinque vasti scaffali, in ragione di cinque per
lato, coprono tutti i lati meno uno; la loro altezza,
che è quella stessa di ciascun piano, non supera di
molto quella d'una biblioteca normale. Il lato
libero dà su un angusto corridoio che porta a
un'altra galleria, identica alla prima e a tutte…..
A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono
cinque scaffali; ciascuno scaffale contiene trentadue
libri di formato uniforme; ciascun libro è di
quattrocentodieci pagine; ciascuna pagina, di
quaranta righe; ciascuna riga, di quaranta lettere di
colore nero. Vi sono anche delle lettere sulla costola
di ciascun libro; non, però, che indichino o
prefigurino ciò che diranno le pagine. So che questa
incoerenza, un tempo, parve misteriosa. Prima
d'accennare alla soluzione (la cui scoperta, a
prescindere dalle sue tragiche proiezioni, è forse il
fatto capitale della storia) voglio rammentare alcuni
assiomi.
• Il numero dei simboli ortografici è di venticinque .
Questa constatazione permise, or sono tre secoli,
di formulare una teoria generale della Biblioteca e
di risolvere soddisfacentemente il problema che
nessuna congettura aveva permesso di decifrare:
la natura informe e caotica di quasi tutti i libri.
Uno di questi, che mio padre vide nell’esagono del
circuito quindici novantaquattro, constava delle
lettere M C V, perversamente ripetute dalla prima
all'ultima riga. Un altro (molto consultato in
questa zona) è un mero labirinto di lettere, ma
l'ultima pagina dice “Oh tempo le tue piramidi”.
È ormai risaputo: per una riga ragionevole, per
una notizia corretta, vi sono leghe di insensate
cacofonie, di farragini verbali e di incoerenze [….]
Questi esempi permisero a un bibliotecario di
genio di scoprire la legge fondamentale della
Biblioteca. Questo pensatore osserva che tutti i
libri, per diversi che fossero, constavano di
elementi eguali: lo spazio, il punto, la virgola, le
ventidue lettere dell'alfabeto.
Stabilì, inoltre, un fatto che tutti i viaggiatori
hanno confermato: non vi sono, nella vasta
Biblioteca, due soli libri identici.
Da queste premesse incontrovertibili dedusse che
la Biblioteca è totale, e che i suoi scaffali
registrano tutte le possibili combinazioni dei
venticinque simboli ortografici (numero, anche
se vastissimo, non infinito) cioè tutto ciò ch'è
dato di esprimere, in tutte le lingue.
Tutto: la storia minuziosa dell’avvenire, le
autobiografie degli arcangeli, il catalogo fedele
della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi
falsi, la dimostrazione della falsità di questi
cataloghi, la dimostrazione della falsità del
catalogo falso, l’evangelo gnostico di Basilide, il
commento di questo evangelo, il commento del
commento di questo evangelo, il resoconto
veridico della tua morte, la traduzione di ogni
libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni
libro in tutti i libri.
Quando si proclamò che la Biblioteca comprendeva
tutti i libri, la prima impressione fu di
straordinaria felicità. Tutti gli uomini si sentirono
padroni di un tesoro intatto e segreto. Non v’era
problema personale o mondiale la cui eloquente
soluzione non esistesse: in un qualche esagono.
L'universo era giustificato, l’universo attingeva
bruscamente le dimensioni illimitate della
speranza.
(J.L. Borges, La biblioteca di Babele, in Id.
Finzioni, Einaudi, Torino)
con il linguaggio possono esprimere un
si numero
infinito di espressioni e di
conseguenza
La potenza del Linguaggio: la produttività
,

un numero infinito di Si
pensieri da parte un numero

di regole per Produttività del linguaggio:


.

finito di parole
e
poi dar vita a concetti più complessi.

• Il linguaggio permette di formulare un numero


potenzialmente infinito di enunciati, dunque di
trasmettere un numero potenzialmente infinito
di pensieri, a partire da un numero finito di
espressioni semplici (parole) e di regole per
comporle in espressioni più complesse F
ONNIPOTENZA SEMANTICA
H
W.V. Humboldt (1767-1835): “La lingua fa un uso
infinito di mezzi finiti”
Cosa possiamo fare grazie al
linguaggio e alla sua
onnipotenza semantica?
1) Informare
A: C’è un uomo armato a due isola9 di distanza
che ha già sparato a due persone!
B = fugge
GUIDA = La zona nord di Harlem dopo la
chiusura dei negozi comincia ad essere un posto
poco raccomandabile. Vi consigliamo in
par9colare di evitare il quadrato compreso fra la
34esima a Nord la 36esima a Sud, la 51esima ad
Est e la 55esima ad Ovest
TURISTA = si 6ene lontano dalla zona
2) Spiegare
• Martina mi ha lasciato perché desiderava che io le dedicassi più
attenzioni e perché, dato che io non lo facevo, pensava che
avessi un’altra.

• L’universo esiste perché c’è stato il Big Bang.

• La Seconda Guerra mondiale è scoppiata a causa della politica


internazionale aggressiva di Hitler e dell’iniziale atteggiamento
conciliante delle altre grandi potenze europee.
H
• Le spiegazioni sono centrali tanto nella vita quotidiana quanto
nella SCIENZA
3) Argomentare e convincere
• Non bisogna assolutamente permettere che in
una coppia omosessuale sia possibile per uno
dei due partner adottare il figlio biologico
dell’altro. Ciò infatti aprirebbe le porte alla
pratica immorale della maternità surrogata.

• La nuova legge elettorale è pessima perché


sacrifica la rappresentanza democratica senza
garantire la stabilità dei governi.
4) Compiere azioni socialmente vincolanti

• Ti prometto che verrò (Promettere)


• Esci subito di qui! (Ordinare)
• Vi dichiaro marito e moglie (Sposare)
• L’imputato è condannato a cinque anni di
reclusione (Condannare)
• Questo bambino si chiamerà «Nicola» Dare un
nome
Niente linguaggio F Niente Umanità
SPECIE UMANA
H
CULTURA
H
AZIONI LINGUISTICHE DI VARIO TIPO
H
LINGUAGGIO
ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI
1) SEGNO
2) COMUNICAZIONE
3) LINGUAGGIO ≠ LINGUA
4) SINCRONIA ≠ DIACRONIA
5) LANGUE ≠ PAROLE
6) COMPETENZA ≠ ESECUZIONE
7) ENUNCIATO ≠ PROFERIMENTO ≠ ASSERZIONE
8) TIPO ≠ TOKEN
IL SEGNO (I)
• Struttura generale del segno:

x (significante) rinvia a/sta per/significa y (significato)

• F. De Saussurre (1857-1913), nel Cours de linguistique


générale (1916) afferma che:
Il segno è un’entità a due facce F
SIGNIFICANTE+SIGNIFICATO
• Significante: un’entità fisica.
• Significato: ciò a cui il significante rinvia/informazione
veicolata dal significante.
IL SEGNO (II)
• Il segno comunica qualcosa
• A CHI? F INTERPRETE/RICEVENTE
• Bisogna inserire il riferimento all’interprete nella
struttura del segno
H
x (significante) rinvia a/sta per/significa y (significato)
per z (ricevente).
• Z è un ricevente possibile/potenziale
• Se non si inserisse il riferimento al ricevente nella
definizione di “segno” bisognerebbe considera un
segno qualsiasi fenomeno naturale.
• .
Indici, icone e simboli (C.S. Peirce, 1839-
1914)
• Peirce (1906) dis]ngue fra:

a) Segni mo]va], b) Segni non mo]va] (Simboli)


SEGNI MOTIVATI F a) Indici b) Icone
• Nei segni mo]va] c’è una relazione oggeava fra
significante e significato in virtù della quale il primo
rinvia al secondo.
• Relazione oggeava = il suo sussistere non dipende dalle
intenzioni di un soggeeo o dalle convenzioni che vigono
in una comunità.
Indici
• Sono quelli che S. Agostino e poi P. Grice (1959)
chiamavano “segni naturali”

•Il significante rinvia al significato in virtù di una regolarità


naturale (nessi causa-effetto determinati da leggi di natura)
F segni motivati naturalmente

Esempi
- Nuvole/tuoni/fulmini INDICANO/SIGNIFICANO pioggia
- Orme INDICANO/SIGNIFICANO passaggio di una
persona/animale.
Le Icone (Immagini)
Nelle icone/immagini il significante rinvia al significato in virtù
della somiglianza fra i due F segni motivati analogicamente
Esempi
Il quadro La Gioconda
RAPPRESENTA una certa
donna

I due disegnini nel segnale


stradale RAPPRESENTANO
due bambini che corrono.
Segni non motivati, detti da Peirce
«Simboli»
• Nei segni non motivati la connessione fra significante e
significato è arbitraria F NON dipende da alcuna
relazione oggettiva fra significante e significato
H
1) La parola “mamma”, non ha nulla in comune con le
mamme.

2)

SIGNIFICA che è vietato transitare, ma non ha nulla in


comune col divieto di transito (inteso come una situazione
rappresentata).
L’Importanza dei segni
• I segni in grado maggiore o minore realizzano il
DISTANZIAMENTO (Mazzone, 2005):
H
• Ricevere e trasmettere informazioni anche su ciò che non è
presente percettivamente.

• La capacità di comunicare che si realizza grazie all’uso di


segni dà un fondamentale vantaggio evolutivo F facilita la
cooperazione nell’interazione con l’ambiente.
• Onnipresenza dei segni nella nostra esperienza: una parte
rilevante della nostra esperienza (anche se non tutta)
consiste nella produzione/interpretazione di segni
H
PRIMO ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE (Watzlawick, Beavin,
Jackson 1967) = Non è possibile non comunicare
La comunicazione (I)
COMUNICAZIONE:
Trasmissione intenzionale di informazioni che si
realizza fra un
B lo
A) EMITTENTE e un A dice qualcosa a B e

interpreta ed estrae
B) RICEVENTE/INTERPRETANTE l' informazione .

(A) produce dei SEGNI e (B) li interpreta/decodifica


estraendo l’informazione contenuta in essi.
• SEGNI: Veicoli della comunicazione = ciò che
contiene l’informazione e che ne permette la
segni veicoli della comunicazione nel senso
trasmissione quelli che contengono l' informazione
I sono i

e permettono
ne

la trasmissione .
La comunicazione (II): i codici
• La comunicazione è un processo di CODIFICA di
informazione in un sistema di segni e di sua DECODIFICA.
• Codifica: manifestazione/espressione di un
messaggio/informazione tramite il suo accoppiamento
con un elemento fisicamente percepibile
(immagini/parole).
• Decodifica: estrazione dell’informazione dal mezzo
fisicamente percepibile.
• Tanto la codifica quanto la decodifica presuppongono
l’esistenza di un codice F insieme di regole che
istituiscono un rapporto fra l’elemento fisicamente
percepibile e il messaggio/informazione ad esso
accoppiato.
• Il linguaggio è un codice per comunicare.
La comunicazione (Shannon & Weaver
(1949)
Nel mondo esistono linguaggio
diverse ma il è uno
lingue
.

Mamma
"
significa
persona che
linguaggio ¹ lingua
ti
sempre
ha fatto nascere e ti ha cresciuto" anche in altre lingue
Esogamia .

Diverse comunità umane parlano DIVERSE LINGUE ma tutti gli ROTHER


=

uomini possiedono IL LINGUAGGIO Il linguaggio è caratterizzato da :

H
1) Le caratteristiche comuni a tutte le lingue
l'insieme
2) Facoltà della specie umana le facoltà della specie umana
cerebrali sociali
sono

di caratteristiche fisiche , ,

H mentali grazie
e .

alle quali riusciamo parlare e a

capire lingua #a una


insieme di caratteristiche (fisiche, cerebrali, mentali, sociali) in virtù
.

delle quali gli uomini possono parlare e comprendere una lingua.

• Lingua: specifica realizzazione storico-culturale del linguaggio


• Studio delle lingue: GLOTTOLOGIA: studio diacronico (storico) e
comparativo.
• Studio del linguaggio LINGUISTICA TEORICA: studio sincronico
(astorico)
-

'

Ad esempio un uomo che è stato scongelato dopo centinaia di anni non capiva
fisiche
una anche se
lingua in
possesso di capacità ,
cerebrali e mentali, ✗chè
caratteristiche sociali dato che non ha assistito ✗ molto tempo
gli mancano le
all' evolversi del linguaggio.
Sincronia Vs Diacronia (1)
• Studio sincronico: prescinde dallo *
sviluppo/trasformazione temporale di una lingua,
descrivendone le caratteristiche ad un determinato
tempo.
Esempi
a) la sintassi dell’italiano odierno;
b) la descrizione del significato delle parole che
compongono oggi l’italiano
c) l’insieme delle conoscenze che mettono in grado
un individuo di parlare una certa lingua
(competenza linguistica) *
studia la lingua
lo studio sincronico di una lingua ,

in un determinato momento temporale sento,

trasformazioni
tenere conto degli sviluppi e .
Sincronia Vs Diacronia (2)
• Studio diacronico: studia le caratteristiche di una lingua
nella loro trasformazione storica.

Esempi
a) L’etimologia F la derivazione di “duomo” da “domus”.
b) Le trasformazioni nel vocabolario di una lingua.

• La dimensione sincronica è fondamentale sia per lo


studio delle lingue che del linguaggio.
• La conoscenza, implicita, che ognuno di noi ha della
propria lingua è sincronica.
La conoscenza che ognuno
di noi ha della
sincronica della
lingua
la dimensione
è sincronica
e
lo studio delle lingue e
,

fondamentale per
lingua e
del linguaggio .
Langue Vs Parole (De Saussurre)/Competenza Vs
Esecuzione (N. Chomsky)
AstraCo/Potenziale Concreto/Attuale

Langue: la lingua come sistema Parole: i concreti atti di


astratto considerato parola/proferimenti delle
indipendentemente dai concreti usi espressioni di una lingua da parte
che ne fanno i parlanti ? dei parlanti

Competenza: la conoscenza Esecuzione: le frasi effettivamente


implicita che i parlanT hanno della proferite e comprese dai parlanti.
propria lingua e che permeUe loro
di formulare e comprendere un
numero potenzialmente infinito di
La conoscenza che le persone hanno
frasi della gli permette di
propria
capire e formulare
linguaun numero o
di frasi
Parole, enunciati (tipo/occorenza),
proferimenti, asserzioni
• Parola = unità sinta*co-seman0ca minima F la più piccola parte del
discorso che può occorre in isolamento dotata di significato.

• Enunciato = unità discorsiva minima F la più piccola sequenza di


espressioni di una lingua che può essere usata per esprimere un
pensiero. Un enunciato/concetto
è l' insieme più piccolo di
espressioni
con cui si
può
esprimere un
pensiero .

ü Enunciato--po: nella frase “la neve è bianca e la neve è bianca” compare


due volte lo stesso enunciato (0po). ?
ü Occorrenza (token) di un enunciato: nella frase precedente vi sono due
diverse occorrenze/repliche dello stesso enunciato 0po. ?

ü Rapporto fra 0po e occorrenza F universale e astra9o (0po) Vs


par-colare e concreto (occorrenza) F possono esservi più occorrenze
di UN SOLO enunciato (0po). ?
ü La dis0nzione 0po/occorrenza non si limita alle espressioni linguis0che
F es. : Andrea e Pietro hanno la stessa giacca ?
…continua ?
• Proferimento = emissione di un’occorrenza di enunciato da parte di
un certo parlante ad un certo tempo.
ü Il rapporto fra enunciato (tipo) e proferimento è uguale a quello fra
tipo e occorrenza = universale e astratto Vs particolare e concreto
F possono esservi più proferimenti di UN SOLO enunciato.

• Asserzione = l’atto di proferire un enunciato per dire che le cose


stanno (potrebbero stare, staranno) in un certo modo.
N.B. F si può proferire un enunciato senza fare alcune asserzione
Esempi
1) Proferisco ripetutamente “Sono sardo” solo per allenare la mia
pronuncia in italiano.
2) Proferisco “Dov’è Piazza Università?” F non sto asserendo niente, ma
sto domandando qualcosa.
H
Col proferire un enunciato si possono fare diverse cose F Una delle cose
studiate dalla Pragmatica = le diverse azioni che possiamo compiere
proferendo gli enunciati.
• DA COSA DIPENDE LA
PRODUTTIVITA’ DEL LINGUAGGIO?
ovvero
• QUALI CARATTERISTICHE DEL
LINGUAGGIO NE SPIEGANO LA
PRODUTTIVITA’?
(A) La doppia articolazione
• Il linguaggio è costituito da due livelli di articolazione F entità
linguistiche complesse composte da entità più semplici:

Prima articolazione: entità dotate di significato complesse sono


costituite da entità dotate di significato più semplici
H
frasi complesse composte da altre frasi composte da parole

Seconda articolazione: entità minime dotate di significato composte


da entità prive di significato
H
parole composte da fonemi (vocali e consonanti)
Il rapporto fra doppia articolazione e
produttività
• Grazie alla seconda arDcolazione ogni lingua
può avere vocabolari forma3 da migliaia di
parole (sempre in numero finito) a loro volta
formate a par3re da pochi fonemi.

• Grazie alla prima arDcolazione si possono


formare un numero infinito di espressioni
complesse a par3re da un numero finito di
espressioni semplici
(B) La sintassi
• La sintassi è condizione necessaria della prima
articolazione e dunque della produttività.
SINTASSI:
insieme finito di regole (regole sintattiche) che
permettono di distinguere le sequenze di parole che
sono enunciati di una lingua da quelle che non lo sono
e di formare enunciati di complessità arbitraria a
partire da un numero finito di parole (simboli primitivi).

• Due caratteristiche delle regole della sintassi


fondamentali per la produttività sono:
1) La ricorsività
2) La dipendenza dalla struttura
Ricorsività
• Ricorsività = una regola si può applicare ai suoi stessi
risultati.
Esempio
Regola per formare frasi con in verbi che reggono «che»
Frase Þ soggetto + verbo + che + frase
1) Marco vede che Maria corre,
2) Maria vede che Marco vede che Maria corre
……
• Le incassature multiple: grazie alla ricorsività le frasi di
una lingua possono essere composte da un numero
arbitrario di espressioni dello stesso tipo INCASSATE
(contenute) una dentro l’altra (come delle matrioske)
Dipendenza dalla struttura
• Dipendenza dalla struttura: le regole della sintassi istituiscono delle
dipendenze gerarchiche fra parti delle frasi indipendentemente
dall’ordine di successione lineare in cui queste si trovano.
Esempio
1) Mario corre
2) Gli amici di Mario corre*
3) Gli amici di Mario corrono

• La forma che assume il verbo della frase non dipende dalla parola
che la precede immediatamente (come si potrebbe pensare
basandosi solo su (1), ma da una parola che riveste un determinato
ruolo nella frase (il “soggetto”/la “testa” del sintagma nominale)
indipendentemente da quanto essa sia distante.
La complessità sintattica
1) Gli amici dello zio del cugino della fidanzata di Mario
corrono

• Complessità sinta<ca: grazie all’azione combinata di


ricorsività e dipendenza dalla struTura si possono
formare frasi estremamente complesse, formate da
blocchi, fra le cui parV sussistono relazioni gerarchiche
a distanza.

• La complessità sintaWca è una caraTerisVca unica del


linguaggio verbale umano assente da altri sistemi di
segni.
C) La composizionalità
• La sintassi è una condizione fondamentale della produttività
perché rende possibile la composizionalità del linguaggio:
H
Il significato di una frase è determinato dal significato delle
parole che la compongono e dal loro ordine (regolato dalla
sintassi).
Ovvero
Il significato di una frase è funzione del significato delle
espressioni semplici che le compongono e della sua struttura
sintattica (Frege, 1898)
H
• In un segno linguistico il significato del tutto può essere
calcolato sulla base della conoscenza del significato delle
parti e della conoscenza della sintassi
Frege: il principio di composizionalità
• Le prestazioni della lingua sono veramente sorprendenti:
esprimere un immenso numero di pensieri con poche sillabe
– o addirittura trovare il modo di dare a un pensiero, che un
terrestre ha or ora afferrato per la prima volta, una veste
che permetta che un altro, cui esso è del tutto nuovo, lo
riconosca. Ciò non sarebbe possibile se non potessimo
distinguere nel pensiero delle parti alle quali corrispondano
parti dell’enunciato, di modo che la costruzione
dell’enunciato possa valere come immagine della
costruzione del pensiero. [….] Se si considera quindi il
pensiero come composto di parti semplici e se si fanno
inoltre corrispondere a esse certe parti semplici
dell’enunciato, diviene comprensibile come si possa costruire
una grande molteplicità di enunciati cui corrisponda, di
nuovo, una grande molteplicità di pensieri (Frege, 1923)
Esempi di composizionalità

1) «Carlo ama Maria» ha un significato diverso


da «Maria ama Carlo» solo in virtù
dell’inversione delle posizioni reciproche di
«Carlo» e «Maria»
2) «Carlo ama Maria» ha un significato diverso
da «Carlo odia Maria» solo in virtù della
sostituzione di «ama» con «odia».
(D) La sistematicità
La sintassi è parte della sistemaHcità del linguaggio
H
le proprietà linguisTche dei simboli del linguaggio non si esauriscono
nella relazione fra simboli e realtà extralinguisTca ma dipendono
anche dalle relazioni fra simboli che sono soggeCe a
regole/principi generali.

a) Relazioni sintaXche fra le parole


b) Relazioni semanTche F La capacità di comprendere una singola
espressione linguisTca comporta sempre la capacità di
comprenderne altre.

Esempi:
a) Se comprendo “il cane insegue il gaUo” posso comprendere
anche “il gaUo insegue il cane” (in questo ha un ruolo la sintassi)
b) Se comprendo “Cane” comprenderò anche “animale” e
“abbaiare” e saprò che fra “Cane” e “animale” c’è la stessa
relazione che c’è fra “rosa” e “pianta (iponimia) .
Le parti della linguistica
Studiare il linguaggio: le parti della
linguistica
• La linguistica teorica si articola in quattro aree
disciplinari che corrispondono a quattro distinti livelli di
analisi del linguaggio:
1) Fonetica e fonologia
2) Grammatica F Morfologia e Sintassi
3) Semantica
4) Pragmatica

(1) – (2) F Significante


(3) F Significato
(4) F Uso nell’azione e nella comunicazione
Fonetica e fonologia: (I) la fonetica
• Le parole di cui è composto un linguaggio sono articolazioni di un
numero finito di suoni F unità minima di analisi della linguistica.
H
a) foni, studiati dalla FONETICA
b) fonemi studiati dalla FONOLOGIA
Foni: suoni come entità fisiche che si distinguono fra loro per
caratteristiche quali la frequenza dell’onda sonora e il modo in cui
vengono prodotti dall’apparato fonatorio.
• La fonetica classifica i suoni di cui è composto il linguaggio in base
a tali caratteristiche.
• Distinzione fondamentale: vocali Vs consonanti
• Vocali: non vengono frapposti ostacoli al flusso d’aria nel
passaggio attraverso l’apparato fonatorio
• Consonanti: vengono frapposti ostacoli di varia forma e in vari
luoghi dell’apparato fonatorio.
.
Fonetica e fonologia: (II) la fonologia

• La fonologia studia i fonemi: suoni come enDtà


caraGerizzate dalla loro funzione linguisDca F
funzione che svolgono rispeGo alle unità
linguis9che più grandi che cos3tuiscono (parole).

• Funzione dis$n$va: il contributo dato dai suoni


alla disDnzione fra diverse parole.
Esempi

• I foni [l] e [r] sono in italiano fonemi diversi perché


sostituendoli/permutandoli l’uno con l’altro nel contesto
sa_to si ottengono due parole diverse (salto/sarto).

• Ma i foni [a] e [æ] corrispondono ad uno stesso fonema


F dicendo [mare] e [mære] si pronuncia la stessa parola
in modo diverso non si dicono due diverse parole.

• Dunque: due foni sono due fonemi (in una lingua)


quando esistono due parole di quella lingua che
differiscono solo perché un fono compare al posto
dell’altro.
Foni e fonemi
• Foni diversi possono contare come un unico fonema in
una lingua e come fonemi diversi in un’altra
Es: i foni /l/ ed /r/ non sono fonemi distinti in cinese e
giapponese.
• I fonemi sono l’effetto del modo in cui una lingua
segmenta/raggruppa i suoni dando ad essi funzione
linguistica.
• I fonemi sono entità astratte: classi di foni.
• La proprietà di essere un fonema (a differenza di quella
di essere un fono) è sempre relativa ad una lingua.
Grammatica (I): La morfologia
• La Grammatica studia i meccanismi di formazione di
entità significanti complesse a partire da entità
significanti più semplici F Prima articolazione

a) Morfologia: studia come le parole si formano a


partire dai morfemi.

• Morfema: la più piccola entità, in una lingua, che


contribuisce al significato di una parola.

• Individuazione dei morfemi: ruolo


distintivo/permutazione.
Esempi
• “GaG_” e “MaG_” sono in italiano due
morfemi diversi perché hanno un ruolo
dis3n3vo al livello del significato per le parole
“gaGo” e “maGo”.

• “ga” e “ma” non sono in italiano morfemi:


“gaGo” e “maGo” differiscono per queste due
par3 ma esse non apportano un contributo
alla differenza di significato delle due parole.
Morfemi, parti di parole e parole
• Il morfema non deve essere confuso né con
una parola né con una qualsiasi parte di una
parola, ad esempio una sillaba.

sillaba (“ga” è una sillaba ma non è un morfema)


parola: “gatt” è un morfema ma non una parola
F la parola “gatto” è formata da due
morfemi “gatt” (radice) e “o” (desinenza
maschile singolare).
Grammatica II: la sintassi

• Sintassi: studia come si formano le


frasi/enunciati a partire dalle parole : l’insieme
di regole che determinano se una sequenza di
parole è o non è una frase di una lingua.
H
Campo di studi rivoluzionato, a partire dagli
anni ‘60, da Noam Chomsky F Grammatica
generativa.
La grammatica/linguistica generativa
• Approccio dominante negli studi contemporanei sulla sintassi,
dovuto agli studi di N. Chomsky (Syntactic Structures, 1957).
TESI CENTRALI
1) Alla base della competenza sintattica vi è il possesso di una
grammatica universale (G.U.) innata che contiene un insieme
di principi sintattici comuni a tutte le lingue naturali.
2) La caratteristica della G.U. è la generatività F le sue regole
devono potere generare un insieme infinito di enunciati
complessi a partire da un insieme finito di elementi semplici
3) Il possesso della G.U. è una componente fondamentale della
facoltà del linguaggio F l ’ insieme delle capacità e
conoscenze che permettono agli esseri umani di parlare e
comprendere una lingua.
4) La facoltà del linguaggio è specie-specifica F un carattere
proprio della specie umana, geneticamente determinato.
Semantica
• Studia il significato le9erale delle espressioni linguis0che (la sintassi
si disinteressa del significato)
• Significato le9erale = quello posseduto da un’espressione in virtù
delle convenzioni linguis0che (per le parole) e della sintassi
H
Il significato le[erale di un enunciato è determinato dal significato delle
parole + sintassi F COMPOSIZIONALITA’

a) In virtù di che cosa un’espressione linguis0ca ha un significato?


b) Che cos’è il significato di un’espressione linguis0ca (in generale)?
c) Cosa differenzia i significa0 di diversi 0pi di espressione linguis0che?
d) Come viene determinato il significato di un’espressione complessa a
par0re dal significato delle sue par0?
e) In cosa consiste la comprensione del significato di un’espressione
linguis0ca?

• La seman0ca è la parte della linguis0ca più resistente ad un


approccio scien0fico-empirico, e che può essere affrontata da
prospe*ve diverse (linguis0ca, psicologica, filosofica).
Pragmatica
• Studia i modi in cui i parlanti possono usare il
linguaggio (gli enunciati) in situazioni concrete
per comunicare e più in generale per agire.
• Es.: posso usare l’enunciato “c’è un caldo
tremendo” (il cui significato letterale è che c’è un
caldo tremendo) per comunicare che vorrei che si
aprisse la finestra.
• Il confine fra semantica e pragmatica è
controverso (si può sostenere infatti che l’uso
degli enunciati in circostanze concrete ha un
effetto sul loro significato letterale)
Riferimenti bibliografici
• Chomsky, 1957, Syntactic Structures, Mouton, The Hague.
• De Saussurre, 1967, Cours de linguistique générale, 1916, trad. it. Id.,
Corso di linguistica generale, Laterza, Roma-Bari.
• Frege, 1898, «Uber Sinn und Bedeutung», Trad. it, in Id.: Senso,
funzione e Concetto, Laterza, Roma-Bari, 2001.
• Grice, 1959, «Meaning», Philosophical Review, 66, pp. 377-88, trad.
it. In Id. Logica e Conversazione, Il mulino, Bologna, 1993.
• M. Mazzone, 2005, Menti simboliche. Introduzione agli studi sul
linguaggio, Carocci, Roma,
• C.S. Peirce, 1906, “Prolegomena to an Apology for Pragmaticism”,
The Monist 16; trad. it. In Id. , Opere, Bompiani, Milano, 2003. ].
• Shannon,C.E., Weaver, W., The Mathematical Theory of
Communication, University of Illinois Press, 1949
• Watzlawick, Beavin, Jackson 1971, Pragmatica della comunicazione
umana, Astrolabio, Roma.

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