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SCRIVO UN TESTO RIGUARDO UNA PAROLA PER ME BELLA

SILENZIO

Una parola che mi piace molto e mi fa pensare è: “silenzio”.

Questa parola proviene dalla parola latina silentium, derivazione di silere che vuoldire: “tacere, non far
rumore”, usandola in certi contesti essa assume appunto questo tipo di significato, ma se la esaminiamo più
in generale io la vedo più come una cosa astratta. Essa infatti mi fa suscitare spazi dedicati a me stesso che
posso dedicare a ragionare su di me e talvolta raggiungere il mio profondo, scovando pensieri, idee e spunti
che poi potrei attuare veramente per migliorarmi come persona. Alla fine poche volte realizzo tutto ciò,
perché io di obbiettivi ne ho e anche abbastanza chiari, ma soprattutto per alcuni di questi servono molta
determinazione e voglia che io in questo momento non ho.

Penso e spero che ognuno abbia o abbia già avuto i suoi “momenti di silenzio” perché personalmente
aiutano molto a riflettere sulla tua persona e sulla tua posizione attuale di pensiero, carattere e personalità.

Ultimamente mi mancano un po' questi spazi personali che prima sperimentavo frequentemente, perché
ora passo le giornate o con ritmi molto molto spenti oppure in modo molto frenetico.

Il silenzio però oltre che una parte astratta mi fa pensare anche a fatti concreti: ad esempio mi ricorda la
musica, a me, che ho imparato a suonare la chitarra per quei tre anni e mi riporta alla mente i ricordi di
quel periodo che seppur sia di solo due anni fa, mi sembra lontano molto di più.

Il silenzio mi fa pensare anche ai miei nonni, ormai solo nonne ahimé, che passano molto tempo da sole,
senza compagnia e questo mi fa rabbia.

Usando uno sguardo più storico invece mi fa pensare alle due Guerre Mondiali e alle conseguenze che esse
hanno avuto nei decenni successivi per i sopravvissuti e anche per quelli delle generazioni successive, ma
soprattutto per i soldati che direttamente le avevano vissute e che magari sono rimasti là per sempre. Il
silenzio e vuoto nelle loro menti, nei loro pensieri dopo per esempio un compagno caduto, oppure
l’immagine della famiglia o dell’amata distante da loro per tutto quel tempo, incessante e malvagio, freddo.

Nell’attualità penso invece a tutti quegli episodi non narrati che stanno accadendo nel mondo in questo
momento, i quali esistono e urlano per farsi sentire, ma solo alcuni vengono condivisi, e a pezzi.

Penso anche a tutte quelle persone che non hanno la forza per parlare e denunciare o semplicemente
confidare a qualcuno tutto ciò che le sta accadendo e quindi preferiscono starsene nella loro “bolla di
silenzio”, piuttosto che uscire allo scoperto, affrontando le loro insicurezze ed esporsi così agli altri.

Per concludere quindi il termine “silenzio può” per me assumere vari significati a seconda del contesto e
della situazione in cui lo si sta menzionando, ma riesce pur sempre a farci riflettere sia su argomenti molto
seri della Storia passata e di quella contemporanea sia su fatti personali che lo sono troppo per parlarne
con un’altra persona, ma fondamentali da affrontare con noi stessi per crescere ed imparare.

Per lo più in mia opinione queste parola è affascinante perché racchiude un velo di mistero e uno squarcio
di fantasia.

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