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«Mi sembra che potrò facilmente dimostrare la felicita dell’esser solo, se insieme additerò gli svantaggi e

gl’inconvenienti del trovarsi in molti, passando in rassegna le azioni degli uomini che questa vita (la
solitaria) rende amanti della pace e tranquilli, quella violenti, preoccupati, affannosi. Uno e infatti il
fondamento di tutto ciò: questa vita si basa su di un ozio sereno, quella su di una triste attività. [...] dimmi,
o padre, quanto valuti tu questi beni che sono alla portata di tutti: vivere come vuoi, andare dove vuoi,
stare dove vuoi, [...] in ogni stagione essere padrone di te, e, dovunque ti trovi, vivere con tè stesso,
lontano dai mali, lontano dall’esempio dei cattivi, senza essere spinto, urtato, influenzato, incalzato; senza
essere trascinato a un banchetto mentre preferiresti aver fame, costretto a parlare mentre brameresti star
zitto, o salutato in un momento inopportuno, o afferrato e trattenuto agli angoli delle strade [...] Frattanto,
stare come in un posto di vedetta, osservando ai tuoi piedi le vicende e gli affanni degli uomini, e vedere
ogni cosa - e particolarmente te stesso - passare con tutto l’universo; [...] dimenticare così gli autori di tutti i
mali che ci sono accanto, talvolta anche noi stessi, e spinger l’animo tra le cose celesti innalzando al di
sopra di sé [...] È questo un frutto - e non è l’ultimo - della vita solitaria: chi non l’ha gustato non l’intende”.

Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila

«La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo
o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro
sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi
l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha
traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi».

Quasimodo, Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra 


trafitto da un raggio di sole: 
ed è subito sera.

Quindi la solitudine è una condizione ideale per fare un bel lavoro interiore su di sé. Tant’è che le anime più
antiche o coloro che intraprendono un percorso spirituale, hanno bisogno di solitudine, proprio per
dimorare nella dimensione dello Spirito. (NB: se sei tra queste ricorda però che alla fine bisogna far ritorno
al mercato, come direbbe il maestro Zen!).

Tra l’altro, studi scientifici hanno constatato che le persone più intelligenti e creative sono quelle che vivono
più in solitudine. Tanto è vero che chi ha una vita più solitaria (per scelta o meno) riesce a sviluppare più
talento e una mente più brillante.

Per cui, trovare nella propria vita degli spazi in cui poter coltivare la presenza, il ritiro, la meditazione è
importante, ma questo non significa essere ritirati, distaccati dal mondo o addirittura meno felici.

La solitudine non è una condizione infelice, piuttosto ci permette di ritrovare il luogo dove la
vera felicità nasce.
D’altronde la felicità non dipende dall’esterno, da ciò che succede, da quello che possiedi o dalle persone
della tua vita!

Per cui se stai “soffrendo” di solitudine, puoi cercare di trasformare questa condizione “apparentemente”
spiacevole in una occasione per riconnetterti alla tua parte più profonda.
Al contrario, se ti “riempi” la vita perché hai paura di stare da solo/a, potresti cercare invece momenti di
solitudine per creare il silenzio interiore che ti permetterà di accedere a quello spazio sacro dentro di te da
dove tutto nasce: la gioia, la felicità, la pace.
La solitudine, in questo caso, non è intesa come una chiusura da tutto e da tutti, ma riguarda un grande
lavoro interiore passato ad apprezzarsi e ad amarsi. Stare bene con se stesi è fondamentale per molte cose.
Sentirsi soli… oppure avere il coraggio di consegnarsi alla solitudine come scelta consapevole, per ritrovare
il contatto con se stessi, per affrontare la paura è una scelta forte. Scoprire che solo siamo adatti a noi e che
ci bastiamo è importante per trovare l’armonia con il mondo esterno. Spesso la gente è convinta di non
poter fare a meno degli altri perdendo di vista il rapporto con il proprio io, con i propri bisogni e con i propri
desideri. Distaccarsi ogni tanto dal mondo, dal modo di pensare degli altri, aiuta a non perdersi e ad
apprezzarsi. Solo stando soli è possibile scavare dentro il proprio io. Solo mantenendo un rapporto di
amore con se stessi si potrà stare bene anche con gli altri.

La solitudine stessa diventa un’opportunità per tutti perché aiuta a lavorare su di sé: spesso quando diventa
strumento di conquista della propria vita le cose assumono una prospettiva assolutamente differente.
Spesso, in questo modo la gente impara ad apprezzarsi di più e ad essere credibili anche dinanzi il mondo
intero. Solo le persone che hanno un buon rapporto on se stessi e che non hanno paura di viaggiare, di
muoversi da sole, sono capaci di instaurare un rapporto di rispetto con gli atri.

Certo è che la solitudine va presa in un modo specifico, va assaporata ma non esasperata. Le persone
troppo sole spesso perdono il contatto con il mondo circostante e questo non è certo un bene. E’
fondamentale trovare il giusto equilibrio, ma questo per star bene anche e soprattutto con gli altri. Gli
uomini sono animali sociali e non sono in grado di vivere senza comunicare e questo è davvero bellissimo,
tuttavia, ci sono dei momenti che è fondamentale imparare a stare ben on se stessi.

La solitudine è un problema di oggi, quella cronica, quella esasperata e quella che porta alla depressione.
Nel corso del XX secolo sono cambiate abitudini, lavoro e modalità con cui vivere il concetto di casa, che ieri
faceva riferimento a uno spazio, fisico e virtuale. Le persone che spesso si chiudono in se stesse però
rischiano di star male alla fine sia con se stessi che con gli altri.

Stare bene con se stessi è un dono per poter trovare anche la propria anima gemella. Tuttavia questo non
significa isolarsi ma imparare ad apprezzarsi anche nei silenzi e riflettendo con l’io più profondo per riuscire
a trovare l’armonia tra corpo e mente e alterità.

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