Caltagirone Arte e Storia

13/7/2020 CALTAGIRONE ARTE E STORIA - CALTAGIRONE CITTA' BAROCCA
CALTAGIRONE ARTE E STORIA

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Caltagirone sorge a 611 metri su un rilievo dei Monti Erei che

dal centro della Sicilia si sviluppano verso sud-est, saldandosi
proprio qui con gli Iblei. La città si estende sulle pendici a
mezzogiorno di
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tale altura, avendo nel tempo inglobato la collina di San

Giorgio a levante e poi quella adiacente di S. Francesco
d’Assisi a cui fu collegata nel XVI secolo da un grandioso
ponte. Attualmente conta circa 39.000 abitanti ed è la
seconda città per territorio, dopo il capoluogo, della provincia
di Catania, da cui dista 76 Km. per la strada rotabile e 91 Km.
per ferrovia.
La sua origine antichissima è testimoniata da reperti e
documenti numismatici ed artistici che la rivelano come una
delle numerose città sciane, sicule o greco-sicule. Nel suo
territorio si sono rinvenute monete greche e sicule, oltre al
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ricco materiale ceramico e metallico che si trova presso il

Museo Archeologico di Siracusa, i Musei Civici
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/musei_civici_lu
e il Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone
(http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database
ID=2&IdSito=38). Testimonianze monumentali della remota
presenza umana nella zona, sono le necropoli preistoriche
della Rocca, della Montagna, del Salvatorello, delle Pille e gli
abitanti siculo-greci di S. Mauro, Altobrando, Piano Casazze e
altri.

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Più rari reperti attestano la dominazione romana, bizantina e

saracena, dalla quale ultima, la città fu temporaneamente
liberata nel 1030 dai Genovesi. Per riconoscenza i calatini
avrebbero adottato, nel petto dell’aquila del loro stemma, che
tiene tra gli artigli un osso di gigante per significare l’antica
origine, quello della grande Repubblica marinara: lo scudo
crociato rosso in campo bianco, sostenuto da due grifoni; dal
canto loro i Genovesi innalzarono un tempio al proprio
patrono S. Giorgio in cima all’altura orientale della città.
Tornata sotto il dominio musulmano, Caltagirone fu
definitivamente liberata dal Gran Conte Ruggero il Normanno
all’alba del 25 luglio 1090, giorno in cui la Chiesa cattolica
celebra il martirio di San Giacomo Maggiore, al cui intervento
soprannaturale il Conte attribuì la vittoria per averne invocato
l’aiuto. Per questa ragione Caltagirone prescelse l’Apostolo a
proprio patrono, in sostituzione di S. Nicola di Mira.
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Dopo i Normanni, la città subì la dominazione degli Svevi e poi

degli Angioini che furono cacciati dall’isola in seguito ai Vespri
Siciliani. Ad essi partecipò attivamente con il barone Gualtiero
di Caltagirone, la cui azione per l’indipendenza siciliana
continuò accanita contro Pietro D’Aragona. Perseguitato,
inseguito, scoperto ed arrestato con altri congiurati, fu
decapitato il 22 maggio 1283 nel Piano di San Giuliano, oggi
Piazza Umberto.
Le floride condizioni di Caltagirone nei secoli seguenti, si

rivelano attraverso le visite illustri, le concessioni ed i privilegi
ottenuti. L’Infante Giacomo I d’Aragona la visitò per ben due
volte, Federico III vi si recò nel 1299; nel 1458, nel castello che
sorgeva in cima alla collina maggiore, si incoronò re di

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Sicilia Giovanni di Castiglia che, per gratitudine per i soccorsi

ricevuti nelle varie imprese da lui compiute, tornò a dichiarare
Caltagirone città demaniale. Anche, Giovanni d’Aragona e
Ferdinando il Cattolico le concedettero e confermarono altri
privilegi, tra cui quello del “mero e misto imperio”.
Alla conquista di Tunisi, Caltagirone partecipò con onore,

nell’impresa della Goletta (1535), mandando a Carlo V la galea
“San Giacomo” al comando del patrizio calatino Antonio
Gravina. Nel 1542 un terremoto sconvolse buona parte della
città, ma fu quello dell’11 gennaio 1693 a produrre gravissimi
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danni all’abitato che ebbe distrutti molti edifici, chiese

sontuose e magnifiche opere d’arte di cui si era adornata nei
secoli precedenti.
La città tuttavia mantenne, in occasione della conseguente

ricostruzione, l’impianto tardo rinascimentale rappresentato
dalla crux viarum, costituita verticalmente dalla Scala Santa
Maria del Monte
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/scala_santa_m
e dal Corso, e orizzontalmente dalle vie di S. Giorgio e di San
Giacomo: nello stesso tempo rappresentazione e simbolo
dello stemma araldico cittadino. L’enfatizzazione del sapiente
gioco delle prospettive e degli affacci, ampiamente utilizzato
dagli architetti della ricostruzione, diede luogo all’attuale
aspetto della città di monumentale e suggestiva scenografia.

Le emergenze più significative e rappresentative della

ricostruzione sono: la Chiesa di S. Maria del Monte
(http://www.diocesidicaltagirone.it/parrocchia-maria-ss-del-
monte/), al termine della monumentale omonima Scala; la
Chiesa di San Giacomo Apostolo
(http://www.diocesidicaltagirone.it/parrocchia-san-giacomo/),
Patrono

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della città, una delle prime riedificate dopo il terremoto; la

Chiesa di S. Giuseppe
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Repository/caltagirone/
ai piedi della Scala di Santa Maria del Monte, ricostruita su
progetto di Rosario Gagliardi; il vasto Complesso Conventuale
dei Domenicani che, con la Chiesa di S. Domenico
di-San-Domenico-o-del-Rosario.jpg), crea uno spazio
altamente scenografico contrapponendosi alla Chiesa del SS.
Salvatore
del-SS-Salvatore.jpg); la Chiesa di S. Chiara
(http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/Acce
mode=guest&type=auto&code=84353&Chiesa_di_Santa_Chiara
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anch’essa di Rosario Gagliardi; la Chiesa del Gesù e il

Convento dei Gesuiti
(http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/sche
sercd=84354); la gaginesca Corte Capitaniale
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/corte_capitani
realizzata tra il 1587 ed il 1601, raro esempio di architettura
civile superstite alle distruzioni del terremoto del 1693; il
Carcere Borbonico
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/carcere_borbo
dell’architetto siracusano Natale Bonaiuto, uno dei più
interessanti e preziosi esempi di tipologia carceraria
settecentesca, oggi sede del Museo Civico
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/museo_civico_
il Monte delle Prestanze
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/monte_delle_p
anch’esso del Bonaiuto; il Monastero di S. Stefano e la Chiesa
_Copia.jpg) annessa con le finte vetrate in maiolica; la Chiesa e
il Convento di S. Francesco d’Assisi
(http://www.distrettodeadimorgantina.it/caltagirone/compless
monumentale-dei-frati-minori-convenutali-e-chiesa-
dellimmacolata/), oggi sede del

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Vescovado e del Museo e della Biblioteca diocesani

(http://www.museodiocesanocaltagirone.it/), collegati alla
città dal grandioso Ponte
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/ponte_di_s_fra
seicentesco, che incornicia il barocco Palazzo dei Principi di S.
Elia
il Tondo Vecchio
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/tondo_vecchio
dell’architetto Francesco Battaglia; il Teatrino
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/teatrino_del_b
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elegante e scenografico belvedere sulla città, costruito nel

1792 dall’architetto Natale Bonaiuto, attuale ingresso del
Museo Regionale della Ceramica.
ID=2&IdSito=38)
Con la formazione degli stati nazionali e con le prime lotte

sociali, la città assiste ad una profonda crisi di identità con
l’accesso alle cariche pubbliche della borghesia locale e
l’inurbamento dei contadini che determinano la nascita di
un’edilizia moderna lussuosa e di quartieri periferici poveri,
malsani e degradati. A questa nuova situazione urbana, alla
sempre maggiore espansione verso la pianura meridionale,
alla perdita di sacralità del centro e della sua capacità di
rappresentare, con i monumenti che lo costituiscono, l’intera
città sente l’esigenza di reagire con una nuova fondazione.
La creazione del Giardino pubblico Vittorio Emanuele II

(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/giardino_pubb
nella metà dell’Ottocento su progetto di Giovan Battista
Filippo Basile, risponde pienamente a questa esigenza,
realizzando un vero e proprio parco urbano di valore e qualità
europei.
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Il nuovo elemento verso l’ulteriore espansione della città è,

agli inizi del ‘900, la costruzione della linea ferroviaria
Caltagirone-Catania che colloca la stazione
notevolmente fuori città, in contrada Fontanelle. Alla
necessità del collegamento si risponde con la realizzazione
del Rettifilo, attuale Via Giorgio Arcoleo, che rappresenta
l’inizio di quel “Piano” di espansione di Don Luigi Sturzo
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/personaggi_illu
Sindaco negli anni dal 1909 al 1920, che prevede un triangolo
viario ed urbanizzabile: oltre al Rettifilo, il Viale dei Villini, (oggi
Via S. Maria di Gesù) e la Via delle Industrie.
Sarà proprio da un lato di questo triangolo che si

applicheranno l’espansione e la viabilità del secondo
dopoguerra e poi quella odierna che assiste alla diluizione
della viabilità a servizio della residenza, delegando le
comunicazioni più lunghe e ad alta velocità ai larghi viali del
Piano Regolatore ed alle circonvallazioni, che stringono in un
nuovo anello la città antica.

Per tutto il ‘700, l’800 e il ‘900, la città ha sempre svolto un

singolare ruolo politico, sociale e culturale; quest’ultimo
espresso anche da diverse istituzioni museali, costituiti da:
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Museo Civico al Carcere

borbonico
Museo d’Arte Contemporanea
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/macc_museo_
all’Ospedale delle Donne
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/ospedale_delle
Museo delle Ville Storiche Caltagironesi e Siciliane a Villa Patti
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/museo_delle_v
Museo Internazionale del Presepe “Collezione Luigi Colaleo”
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/museo_interna
all’ex Scuola Elementare S. Luigi
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/scuola_elemen
il Museo Naturalistico
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/naturalistico.a
presso la Frazione di Santo Pietro
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/santo_pietro_f
e il Museo Hoffman. Emblematico è il Museo Regionale della
Ceramica
ID=2&IdSito=38) (unico in Sicilia), considerato che la
produzione artistica e artigianale della ceramica costituisce da
millenni un elemento presente in tutte le manifestazioni della
cultura locale, dall’architettura all’arredo urbano, al folklore.
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Numerose sono le manifestazioni, religiose e non, che si

svolgono in città evidenziandone l’aspetto barocco e
scenografico.

T ra tutte si segnalano: la Pasqua

(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/Pasqua.aspx)
con la tradizionale “Passione di Cristo
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/la_passione_ra
–rappresentazione vivente, la “Processione del Cristo Morto e
dell’Addolorata
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/la_processione
il venerdì santo e “‘a Giunta
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/a_giunta.aspx)
nella domenica di Pasqua; “La Scala Infiorata
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/Scala_infiorata
allestita nel mese di maggio e consistente in un grandioso
disegno realizzato con vasi fioriti lungo i 142 gradini della
Scala di Santa Maria del Monte
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/scala_santa_m
in onore della Madonna di Conadomini
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/s_maria_conad
che si festeggia a maggio e il 31 maggio con il tradizionale
corteo de ‘a Rusedda
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/s_maria_conad
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processione cui partecipano i carri siciliani e i trattori

addobbati; la Festa del Santo Patrono San Giacomo
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/San_Giacomo.
il 25 luglio, che è la festa religiosa più rilevante della città, con
la tradizionale Scala Illuminata ”Luminaria”
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/la_luminaria.a
del 24 e 25 Luglio, celebrazioni solenni in basilica
(http://www.diocesidicaltagirone.it/parrocchia-san-giacomo/)
e processione accompagnata dalle Autorità civili e religiose
con il fastoso Corteo Storico del Senato Civico
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/corteo_storico
in costumi settecenteschi; la Scala Illuminata “Luminaria” si
realizza disponendo sulla Scala Santa Maria del Monte,
simbolo della città, seguendo un disegno che cambia ogni
sera, circa 4.000 coppi a forma di cilindro di carta colorata con
lucerne ad olio che, accese nel buio della notte formano un
tappeto di luci tremolanti; da parecchi anni la Scala torna ad
essere “Illuminata” allo stesso modo, nelle sere del 14 e 15
agosto in onore di Maria SS. del Ponte
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/s_maria_del_p
compatrona della città. Infine per il Natale
(http://www.comune.caltagirone.gov.it/Turismo/Natale.aspx),
Caltagirone diventa la “città del presepe”, con allestimenti di
presepi di ceramica e non solo nelle varie botteghe e in
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diversi punti del centro storico nonché mostre in cui si

espongono presepi in terracotta di moderna produzione e di
maestri del passato.
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Caltagirone sorge a 611 metri su un rilievo dei Monti Erei che

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ricco materiale ceramico e metallico che si trova presso il

Più rari reperti attestano la dominazione romana, bizantina e

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