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12/1/2020 Libero Mail_ Posta ISPI Focus - Taiwan_ due identità al voto Stampa
QUALI CANDIDATI?
I tre partiti che costituiscono l’universo politico di Taiwan sono tutti in corsa
verso la presidenza. Stando agli ultimi sondaggi , la presidente uscente Tsai
detiene circa il 50% delle preferenze elettorali da oltre due mesi. Un dato
significativo per il suo DPP che alle elezioni amministrative del 2018 era stato
sconfitto dal GMD. La sconfitta era stata così bruciante (48,7% dei voti
andarono al GMD contro il 39,2% detenuti dal DPP) da costringere Tsai a
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dimettersi dalla leadership di partito, cedendo la carica prima al suo vice Li Yu-
chang, e poi a Cho Jung-tai che lo guida da ormai un anno.
Composto dai superstiti alla Guerra Civile del 1949 fuggiti a Taiwan dopo la
sconfitta per mano del Partito Comunista Cinese (PCC) di Mao Zedong, il
GMD ha governato ininterrottamente sull’isola per 55 anni, fino al 2000,
quando Chen Shui-bian del DPP vinse le presidenziali per due mandati
consecutivi. Il GMD riuscì a tornare alla presidenza solo nel 2008, sotto la
leadership di Ma Ying-jeou, il cui controverso incontro con il presidente Xi
Jinping a Singapore nel 2015 costò un nuovo ciclo presidenziale al partito. Già
nel 2014, infatti, centinaia di studenti avevano occupato lo Yuan legislativo per
settimane, durante un ciclo di proteste che i media soprannominarono il ‘
Movimento dei girasoli ’, chiedendo una maggiore trasparenza negli accordi
commerciali con la Cina. Durante l’incontro a Singapore, Ma aveva ribadito la
validità del “ Consenso del 1992 ” che proponeva la “politica di un’unica Cina”.
In breve, questa norma riconosce un solo stato sovrano a portare il nome
‘Cina’ (la nomenclatura ufficiale per Taiwan infatti è Repubblica di Cina, mentre
quella assegnata alla Cina continentale è Repubblica Popolare Cinese). Il
DPP, e la presidente Tsai in particolare, non riconoscono il Consenso del 1992
e si oppongono a qualsiasi interferenza esterna alla sovranità di Taiwan. La
questione cinese rimane infatti al centro della propaganda elettorale di tutti i
partiti, e Tsai, insieme al suo vice l’ex premier William Lai, rimane ancorata ai
principi cardine del DPP, quali il nazionalismo e l’anti-comunismo così come
il rispetto dei diritti umani e la costruzione di un’identità taiwanese. Il DPP è in
carica dal 2016 sotto la presidenza di Tsai che concorre ora per un secondo
mandato presidenziale.
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A cura di:
Giulia Sciorati, ISPI China Programme
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