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BRIGHELLA

INTRODUZIONE:
Brighella è una maschera popolare bergamasca della Commedia dell'Arte. Il suo personaggio era
originariamente quello del servo buffo e intrigante. È il degno compare di Arlecchino, entrambi sono servi ed
entrambi sono nati in provincia di Bergamo.
Intorno alla metà del XVII secolo la fama di Brighella fu documentata anche in Francia; nello stesso periodo
venne messa a punto la figura di Brighella, parodiante quella di un maggiordomo, mentre il suo carattere
venne definito in modo chiaro da Carlo Goldoni.
ORIGINE DEL NOME:
L’origine più probabile del nome di Brighella deriva dalle parole “brigare” o “briga” vale a dire intrigo, che è
proprio una delle caratteristiche del personaggio, infatti, ancora oggi si usa dire «fare il brighella» cioè
comportarsi in modo poco serio, fare il burattino.
CARATTERISTICHE:
A differenza di Arlecchino, Brighella è un “primo Zanni”, un servo astuto e opportunista, furbo e intrigante,
malizioso e furfante, lascivo e crudele, ladro e insolente, e all’occasione ubriaco e assassino, egli non fa solo
il servitore, ma un’infinità di altri mestieri, più o meno onesti e leciti e così si ritrova sempre in mezzo a
svariati intrighi.
Elementi caratteristici del personaggio sono la prontezza e l’agilità della sua mente. Completamente privo di
scrupoli, è anche un grandissimo bugiardo: racconta frottole con una convinzione e una naturalezza che gli
deriva da una lunga esperienza di inganni e trappole escogitati non solo per spillare quattrini ai ricchi o per
rimediare un pranzo succulento, ma soprattutto per il gusto stesso di imbrogliare il prossimo. Essendo un
sentimentale, gli piaceva consolare i poveri innamorati, specialmente i vecchietti dal cuore tenero e dalla
borsa piena. A 12 anni è stato in prigione, a 15 l’hanno messo alla gogna, a 20 l’hanno frustato. Brighella è
molto abile nel cantare, suonare e ballare.
COSTUME:
Nel corso degli anni la maschera ha cambiato molte volte il suo costume, fino a raggiungere l’attuale divisa.
Il costume che si vanta di indossare e con il quale esercita il suo potere sui servitori semplici è la livrea, il
simbolo dell’appartenenza al padrone. La larga gonna bianca orlata di verde, della maschera originaria, ha
lasciato il posto a una casacca bianca indossata sopra ampi pantaloni decorati con nastri verdi. A completare
l’abbigliamento un mantello con bordature dello stesso colore. Accessori vari arricchivano l’insieme: un
bastone (strumento utilizzato per rimestare la polenta) che in seguito si trasformò in uno spadino, un’ampia
borsa di pelle, entrambi attaccati a una cintura, e un berrettone bianco. Le scarpe e la cintura variamente
raffigurate o color giallo o color cuoio. La mezza maschera di tinta verde-oliva, che lasciava intravedere uno
sguardo licenzioso, comprendeva un naso aquilino ed era indossata sopra una folta barba, nera e irsuta, e su
un bel paio di baffi da cavaliere.
PARLATA:
La sua parlata era in dialetto bergamasco ma con singolari accentuazioni che rendevano spiritoso il suo modo
di parlare. Brighella nel corso degli anni migliorò nel carattere e mitigò le proprie scelleratezze diventando
nel Settecento divenne servo fedele e saggio, tutore a volte di padroncini scapestrati, oppure albergatore
avveduto o buon padre di famiglia.

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