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Note critiche
MOVIMENTO OPERAIO
E LOTTE SOCIALI IN PIEMONTE
Franca Pieroni Bortolotti
Fino a che punto decenni -di storia del movimento operaio abbiano pro
dotto un capitale di ricerche utilizzabile in nuovi lavori, da non disper
dersi con la leggerezza che alcuni autori talvolta rivelano, scambiando
questa angolazione con altre assai meno precise, e testimoniato da questo
volume collettivo di saggi *, tutti assai ben impostati e densi di un ma
teriale che puo controbattere le facili deformazioni in uso in gran parte
della storia sociale: diretti da Aldo Agosti e da Gian Mario Bravo,
i singoli autori hanno tenuto presente il rapporto tra mutamenti strut
turali, storia politica e vicende culturali, riuscendo a far coincidere in
qualche modo il quadro cronologico con la progressiva acquisizione di
coscienza delle classi, dei partiti, degli individui.
Ne questo e avvenuto attraverso quella chiusura del movimento operaio
nelle proprie vicende che, spesso, di la dalle intenzioni, si manifestava
a volte in questo tipo di studi, quasi che esprimere i massimi problemi
dell'epoca e tentarne una via di soluzione non fosse stato - e non resti
ancor oggi - il compito della classe operaia, piuttosto che l'evidenziarsi
come insieme di categorie scisse dal mondo circostante.
Tanto per indicare il punto a mio giudizio sintomatico dell'interesse di
questi saggi, vorrei notare che vi si trova espressa in concreto, e non
solo enunciata, la rilevanza che questioni in apparenza << specifiche >>
come il femminismo e la problematica femminile rivestono per il mo
vimento operaio, nella sua storia in atto e nella vicenda storiografica,
rilevanza confermata dalle osservazioni sparse nei singoli lavori di questa
raccolta, per quanto a volte esigenti ulteriori indagini: e il caso del
troppo rapido cenno dato da Mariella Nejrotti ed Emilia Mariani, che
postulano la necessita di conoscerne i tentativi di organizzazione degli in
segnanti, e insieme la stampa femminile di fine secolo, in una parola
il momento di confluenza dell'? emancipazionismo >> nel socialismo. Si
potrebbe a questo proposito notare che un unico filo conduttore puo
reperirsi nei diversi studi sul periodo preindustriale, sulle ? universita >>
* Storia del movimento operaio, del socialismo e delle lotte sociali in Piemonte
diretta da Aldo Agosti e Gian Mario Bravo, vol. I, Dali'e ta preindustriale alla fine
dell'Ottocento, Bari, 1979.
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638 Franca Pieroni Bortolotti
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639 Movimento operaio e lotte sociali in Piemonte
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640 Franca Pieroni Bortolotti
Forse l'accenno alla parabola politica del Michels, che chiude il saggio
e l'intero volume, risulta inadeguato a definire i successivi sviluppi del
l'<< intellettualita >> di una citta che tanto peso avrebbe esercitato (Gobetti
e Gramsci sono i primi, elementari punti di riferimento) sulla cultura,
e sulla cultura politica soprattutto, dell'Italia e dell'Europa del nostro
tempo.
In definitiva, questa raccolta ci da piu di quanto si proponga esplici
tamente, cioe piu di << una storia sociale dell'intero movimento operaio,
delle sue lotte, delle sue organizzazioni, della sua cultura, dei suoi di
battiti, delle sue maggiori riflessioni sui suoi maggiori problemi, lungo
un arco storico di piu secoli e attraverso cambiamenti sociali ed eco
nomici profondissimi >>. Direi che ci da una storia del Piemonte tutto
intero, indagata nei suoi diversi aspetti, dalla fabbrica all'universita, da
un punto di vista moderno, partendo cioe dalle esperienze del prota
gonista storico dell'eta contemporanea. Non ci si trova cioe di fronte
ad una delle tante storie sociali in cui, nonostante le dichiarazioni pro
grammatiche, la vicenda politica viene elusa nella sua propria interna
dialettica, nei partiti e nei loro reciproci rapporti, ne di fronte ad uno
di quei tentativi di operare uno iato fra organizzazione operaia e cultura
regionale, che neppure in Italia sono mancati. Qui i diversi aspetti della
realta regionale sono studiati nei loro legami e nelle loro interrelazioni,
tanto che, passando dalla prima alla seconda parte, piu propriamente
<< sovrastrutturale >>, per usare un termine assai tradizionale, ma idoneo a
render brevemente l'idea, non si avverte il peso dell'antico schema (che
a mio parere esige di essere ancora piu risolutamente dissolto) sia per la
presenza, nella prima parte, di saggi dedicati ai mutamenti istituzionali,
alla storia dei partiti, sia per l'evidenza che risulta chiarissima, della fun
zione di coagulo svolta dal socialismo del tempo tra vita di fabbrica e
orientamenti culturali, qualunque siano state le interne contraddizioni e i
limiti tante volte notati del Psi, e qui nuovamente attestati, per 1'eta
giolittiana.
Forse non avrebbe nociuto qualche apertura a nuove tematiche, come i
mutamenti avvenuti nella vita familiare, il modificarsi dei modelli di
comportamento, che pure in questo periodo risultano particolarmente
dinamici, e di cui ormai, per altri periodi, o per altre aree geografiche
esistono, in lavori di ambito locale europeo, o in trattazioni complessive,
esempi indicativi, che esigono tuttavia riscontro e verifica anche per le
regioni italiane.
Ma nel complesso, sia come contributo alla conoscenza della storia europea
in una delle sue zone piu vive, sia come ho gia detto, come ripresa
non pedante di un'impostazione concettuale da rinnovare piuttosto che
da respingere, la fatica di Agosti, di Bravo, e dei loro collaboratori in
questo primo volume (lasciamo da parte l'analisi del successivo, che richiede
esso pure un discorso a se, e che sara seguito da altri) ha messo capo ad
uno dei lavori piu riusciti e phi utili di questi ultimi anni.
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