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L' IDEOLOGIA DELLA
SOCIALDEMOCRAZIA TEDESCA *
* Zur Ideo
Hans-Josef Steinberg, Sozialismus und deutsche Sozialdemokratie.
der Partei vor dem I. Weltkrieg, Hannover, Verlag f?r Literatur und
logie
Zeitgeschehen, 1962, pp. 176.
i da una parte Von
Cfr., per le due opposte interpretazioni, Iring Fetscher,
Marx zur Sowjetideologie, Frankfurt jBerlin-Bonn, 1963 10, cosl come Erich Matthias,
Kautsky und der Kaut sky anismus. Die Funktion der Ideologie in der deutschen
Sozialdemokratie vor dem ersten Weltkrieg, in ? Marxismusstudien ?, II, 1957,
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non si sottrae a questa sollecitazione (pp. 22-23; 43-44), che gli impedisce di
applicare all'opera engelsiana le stesse coordinate metodologiche applicate al Capitale
e in generale alla diffusione del marxismo: di porsi cioe il problema se gli elementi
che hanno resa possibile l'interpretazione manualistica ed eclettica dell'Antidiihring
siano interni o esterni all'opera di Engels - problema che acutamente ha solle
vato V. Gerratana proponendo alcune convincenti risposte 3.
Gli elementi che Steinberg propone come punto di partenza per affrontare
il problema della diffusione e della interpretazione del marxismo, tuttavia, pre
sentano aspetti di notevole interesse: essi pggiano sulla analisi della influenza del
darwinismo e sulla definizione del ruolo di Kautsky e del kautskysmo.
I1 darwinismo occupa una posizione chiave nella formazione della genera
zione di militanti socialdemocratici che giungeva a maturita nel periodo delle leggi
eccezionali, soprattutto attraverso la larga diffusione delle opere popolareggianti
di Biichner, di Haeckel e infine di Aveling. Basti pensare che il libro di Biichner
Kraft und Stoff ebbe fino al 1904 ben 21 edizioni, e che del Weltritsel di
Haeckel vennero acquistate in venti anni piiu di 400.000 copie, mentre la ridu
zione della teoria darwinista ad opera di Edward Aveling fu il primo volume
della Internationale Bibliothek, la collana dell'editore socialdemocratico Dietz sulla
cui importanza piu di una volta e stata richiamata l'attenzione.
Le cognizioni che scaturivano dalle letture di questo tipo di opere costitui
vano per i militanti un elemento di ottimistica chiarezza, in senso antiidealistico
e anticristiano, e il fondamento della fiducia nel progresso e nella evoluzione che,
coin,volgendo tutti i processi della realta, erano la garanzia della vittoria finale del
socialismo. In s.6 e per se, tuttavia, il darwinismo non avrebbe trovato spazio che
nelle volgarizzazioni di problemi scientifici e di storia naturale - che ipure furono
un settore di enorme rilievo nella pubblicistica socialdemocratica- se la legge del
l'evoluzione non fosse stata trasportata dal campo della natura organica a quello
delle scienze sociali. L' Arbeiterfrage di F. A. Lange puo essere considerata da questo
punto di vista come il primo tentativo di quella mediazione - anche se va spe
cificato che essa rappresenta un aggregato, ben piiu complesso, di neomalthusia
nesimo e v lotta per l'esistenza? - ma l'operazione di maggiore portata e per
l'autore <<la sintesi kautskyana di darwinismo e marxismo >>(pp. 46-52).
Per quanto introdotta in questi termini, la figura del maggiore teorico della
socialdemocrazia tedesca viene tratteggiata dallo Steinberg - che ne sta preparando
una biografia- attraverso la ricostruzione delle principali itappepercorse da Kautsky
nel siuo catmmino intellettuale, a partire dall'incontro col marxismo, fino agli inizi
della prima guerra mondiale.
t questo uno dei problemi centrali affrontati dallo Steinberg, e la risposta
cui egiunto, e che consiste nella negazione della esistenza stessa di un kautskysmo
come nocciolo indistinto della ideologia integratoria della socialdemocrazia tedesca,
consente di sbloccare questo genere di studi dall'impasse in cui li avevano costretti
discussioni ideologiche e lavori da esse apertamente influenzati.
Una prima fase, caratterizzata da forti componenti neomalthusiane e darwi
niste, Kautsky se la lascio alle spalle con la seconda meta degli anni '80, e mostro
di averla definitivamente superata nello scritto su <<Socialismo e darwinismo >>,
del 1890 (p. 52).
Non tutto, pero, ando perduto di quella esperienza intellettuale: se dopo il
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1890 non 'e piiu possibile individuare con chiarezza una componente darwinista
in senso stretto nel pensiero di Kautsky, la categoria generale della evoluzione
mantenne un posto decisivo nel suo sviluppo intellettuale. I1 fatto che per questa
via - ma non solo per questa via - Kautsky contribuisse in modo determinante
alla fondazione del << marxismo della II Internazionale >>non consente pero, secondo
lo Steinberg, ne di affermare che il kautskysmo fosse la ideologia della socialde
mocrazia tedesca tout court, ne che esso fosse una ideologia della integrazione, e
cioe <<la base teorica per la tattica ufficiale del .partito>> (p. 75). La critica alla
nota tesi di E. Matthias viene impostata principalmente dallo Steinberg intorno
a tre temi. In primo luogo viene dimostrato chiaramente come nel quindicennio
successivo al 1890 la prospettiva di una scissione non abbandonasse Kautsky ed
altri <<marxisti ortodossi >>, di fronte alla crescita della influenza di Vollmar e
della corrente riformista da lui impersonata, allo scopo di mantenere alla social
democrazia le proprie caratteristiche di partito di classe e per favorire la creazione
di un partito radicale, capace di una opposizione piu decisa rispetto ai gruppi
tradizionali della opposizione democratica tedesca (p. 76). Il secondo tema sotto
lineato dallo Steinberg e quello delle alleanze: Kautsky fu sempre decisamente
contrario all'atteggiamento tipico di tutto il partito, che si esprimeva nella formula
di Liebknecht: << Nessun compromesso, nessuna alleanza elettorale >>. Nel dicembre
1896, egli scriveva a Bernstein: << Gli atteggiamenti alla Vollmar nascono da un
bisogno reale. Siamo troppo cresciuti, per poter rimanere un partito di pure e
semplici dimostrazioni. La nostra tattica va cambiata. Dobbiamo studiare gli altri
partiti e le altre masse (poiche essi non sono una massa reazionaria) per cooperare
occasionalmente con l'uno o con l'altro. La politica del compromesso e difficile,
richiede uno studio attento delle condizioni reali, mentre la politica del non
compromesso va d'accordo con le chiacchiere>> (p. 79). Di qui, la coincidenza non
piena e solo occasionale, traKautsky e il partito, sul concetto di rivoluzione: l'epi
sodio della rottura tra Kautsky e la direzione del partito a proposito dell'opuscolo
La via al potere ne costituisce l'esempio piu significativo, e segna al tempo stesso
il punto piu alto toccato da Kautsky sul terreno del suo distacco dalle previsioni
dottrin-arie sullo Zukunftsstaat 4. Secondo lo Steinberg, in sostanza, la definizione
del kautskysmo come ideologia della integrazione, e applicabile solo a partire dal
momento in cui il centrismo kautskyano riceve una determinazione immobilistica
dalla inconciliabilita delle contrapposizioni ideologiche in atto nel partito, e cioe
dal 1910 )(pp. 82-83).
L'elemento centrale, quasi un amalgama, alla base del contraddittorio emergere,
nello sviluppo della ideologia del partito, di posizioni riformistiche e di atteggia
menui intransigenti - <?fatalismo >>, << pathos radicale >>, <<radicalismo formale >>,
<?riformismo >>,<? praticismo ?>- 'e costituito ad avviso dello Steinberg non tanto
dal kautskysmo, quanto piuttosto dall'idea della evoluzione naturale che derivava
dalla mediazione tra darwinismo e marxismo. La negazione della dialettica che ne
scaturiva aveva il risultato, immediatamente politico, del distacco dall'attivismo
dinamico, dalla sottolineatura degli elementi soggettivi e della volonta: << cio che
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debba venire intesa come reazione al dogmatismo del marxismo volgare, e tende
a limitarne la trattazione essenzialmente alla figura di Bernstein (p. 89). In realta,
la definizione del revisionismo come << bernsteinismo >> 'e altrettanto riduttiva di
quella che tende a fame una semplice espressione della pratica riformistica del
partito. Dalle pagine stesse dello Steinberg, del resto, si trae la conclusione che
intorno alla meta degli anni '90 la tendenza alla revisione di alcuni punti del
pensiero di Marx e di Engels <?era nell'aria?* (p. 89). Lo stesso Kautsky, nelle
sue discussioni eplstolari con Bernstein, si mostra sensibile a questo problema
e disponibile per numerosi spostamenti di accento. Resta fuori, dal tipo di
approccio proposto dallo Steinberg il dibattito che si apre nel partito, e non solo
ad opera di Bernstein, sui grandi cambiamenti prodottisi *nei rapporti interna
zionali e nella realta economica e sociale dei maggiori Stati europei - i nuovi
fenomeni collegati all'inizio dell'eta dell'imperialismo - in rapporto alla ideologia
dominante nella socialdemocrazia, la ricostruzione del quale 7 consente non solo
di meglio definire la questione delle origini del revisionismo, ma anche di com
prendere le vie attraverso le quali a partire dai primi anni del secolo XX attorno
a Bernstein e ai << Sozialistische Monatshefte >> si raccoglie un vasto gruppo di
dirigenti politici e di intellettuali (Schippel, Quessel, Hildebrandt, ecc.) portatori
non di esclusive istanze teoriche, ma di una vera e propria linea politica. Anche la
parte dedicata alla fase culminante del passaggio di Bernstein dalle posizioni
<<ortodosse >>a quelle dell'aperto revisionismo - lo studio dell'opera di F. A. Lange
e il commercio intellettuale con Stanislaus Mendelsohn (pp. 90-92) - non offre
particolari elementi di novita rispetto alle insoddisfacenti biografie di Bernstein
attualmente disponibili 8
t opportuna tuttavia proprio a questo proposito un'ultima osservazione
sulle fonti e sulla loro utilizzazione da parte dell'autore: anche nelle parti in cui
le conclusioni dello Steinberg non appaiono del tutto soddisfacenti, l'ampiezza
della ricognizione dei fondi conservati nell'archivio dell'Internationaal Instituut
voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam, e nell'archivio della S.P.D. a Bonn,
cosl come l'uso di fonti a stampa finora considerate marginali - i giornali
umoristici del partito, i manuali di propaganda elettorale, ecc. - rendono per
ulteriori ricerche sulla ideologia e l'organizzazione della socialdemocrazia tedesca
anche se - ma forse non poteva essere altrimenti - non tutte le compo
nenti della <?ideologia di partito >: Rosa Luxemburg e quasi assente dal volume,
mentre non compare mai il nome di Karl Liebknecht. Si tratto di posizioni << per
denti>> nella socialdemocrazia tedesca, ma che non soggiacquero alla curva della
sua crisi e che, pur sorte su quel terreno ideologico, seppero pero superarne i limiti
e proiettarsi verso la creazione di nuovi strumenti di interpretazione della realta e
di nuovi modelli di organizzazione politica della classe operaia.
Franco Andreucci
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