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Il rapporto tra poesia e natura è sempre stato molto forte. Il giardino è un luogo amato da letterati e
filosofi per le sue componenti simboliche di matrice religiosa, presto però mondanizzato come
proiezione del desideri, come sogno di uno spazio utopico..
Il “giardino” deriva sia :
-dal fr jardin
-dal lat.medioevale gardinium
-dal gallo romano hortus conclusus
in molte lingue invece viene connesso con l’idea del paradiso( ebraico -> pardes; greco->
paradeios).
Con il giardino si intrecciano due concetti: quello di recingere un luogo e quello di valorizzare ciò
che si vuole tutelare.
Dal punto di vista “architettonico” abbiamo varie tipologie di giardini:
- Giardino alla francese-> generalmente pianeggiante, molti specchi d’acqua e nicchie, linee
rette che prevalgono sulle curve ed elementi orizzontali che prevalgono su quelli verticali.
- Giardino all’inglese-> traccia rettangolare. Imita il paesaggio naturale, piante libere e
spontanee.
- Giardino all’italiana -> tracciato simmetrico e regolare, in pendio, scalinate, terrazze e
cascate d’acqua.
- Giardino d’inverno -> stanza con pareti di vetro.
Il tema del giardino come locus amoenus (come luogo di beatitudine, dove la natura è
incontaminata, opposto al locus horridus), ha una lunga storia che parte già dal’ antichità ebraica: è
presente nella Bibbia: nella Genesi si parla dell’Eden, è uno spazio di steppa sottratto all’aridità.
Per noi l’Eden corrisponde al piacere, ad un luogo di delizia. Nel racconto biblico è un luogo fatto
per l’uomo e la sua felicità. Fu dato ad Adamo ed Eva per coltivarlo e costudirlo. Questi però
furono cacciati da questo giardino a causa della loro pretesa di farsi da se e di autonomia.
Il locus amoenus è entrato a far parte della letteratura, non ha mai smesso di abitare l’immaginario
di poeti e letterati. C’è bisogno però di qualcuno che costudisca il giardino: il coltivatore, uomo che
si immedesima nel divino. L’uomo partecipa nella creazione. Nell’antico testamento, dopo la
resurrezione di G, la Maddalena non riconosce G, le sembra un giardiniere.
Anche nel Medioevo troviamo il tema del giardino: nel Cantico dei cantici: canto d’amore tar la
sposa e lo sposo. È un cantico di una forte valenza erotica. La donna diventa nelle parole dell’amato
un ortus conclusu (orto chiuso), ciò sta ad indicare la sua castità e verginità.
Roman de le rose, poema allegorico didascalico, un arts amandi (narrazione allegorica di una
conquista d’amore). La rosa candida rappresenta il punto d’arrivo della vita dell’uomo (si trova
all’interno di un giardino recintato all’interno di un castello, dentro il labirinto), viene identificata
con la donna: meta del cavaliere che vuole raggiungerla e per farlo dovrà passare vari stati d’animo.
All’interno di questa narrazione c’è proprio un percorso di cambiamento della mentalità. Lui si
nobilita. Ci sarà poi in una parte dove si parlerà di un castello spirituale che si riprende a quello
terreno. Sarà quindi un viaggio spirituale per migliorare se stesso e termina con la visione della
rosa( donna). Sembra un punto d’incontro con Dante è perchè si parla di un viaggio spirituale e alla
fine c’è la visione dell’amata.
Il paradiso terrestre di Dante è il locus amoenus per eccellenza posto alla sommità della montagna
del purgatorio, luogo dove le anime salgono prima di salire alle stelle. È accompagnato da Virgilio e
dal poeta lat Stazio.. il paradiso terrestre è l’antefatto del paradiso celeste. L’Eden viene presentato
come una divina foresta in cui soffia una brezza leggera data dal ruotare delle sfere celesti.
Anche nella tradizione greca troviamo il tema del locus amoenus ma solo quando viene messa in
contatto con la letteratura alessandrina.
Giardino dei pomi d’or-> custodito da Adone (donna serpente). C’è sempre un giardino che
costudisce qualcosa di importante: i pomi d’or.
I campi elisi-> per la classicità sono luoghi che trasmettono tristezza e melanconia. Virgilio li
descrive nell’Eneide, e anche dante.
Giardino di Alcino re dei feaci ->giardino dove regna la primavera che permette, il rigoglio.
Odissea 7imo libro. Il topus del locus amoenus si intreccia con quello del prime vere, primavera.
Primo ver->componimento di d’annunzio. La chiave per entrare all’interno del giardino è il vate.
Poema paradisiaco-> dentro questo poema ci saranno delle sezioni. Saranno i poemi dei giardini:
classici, abbondanti, pieni di statue. Questi giardini sono recintati, non per difesa ma per proteggere
qualcosa all’interno.
Francesco Petrarca à Chiare fresche et Dolci acque à percezione interiore del mondo vegetale,
ricerca della vita contemplativa e solitaria. Giardino si laicizza
Giovanni Boccaccio à cornice al Decameron à giardini con natura caratterizzati da eleganza e
raffinatezza opposti all’orrido decadimento della città distrutta dalla peste.
Quattrocento laurenziano à giardino luogo ideale in un mondo irreale e fantastico, emblema elitario
distintivo, raffinato e prezioso, della nuova società signorile. Umanesimo à giardino sia rifugio
contemplativo che fonte di reddito. Nel 400 laurenziano giardino sede dell’idillio e della perfezione
Natura libera e padrona di sé à il totale controllo che l’uomo ha sulla natura nei giardini fa pensare
allo spaventoso e disruttivo potere che può avere la natura libera senza nessuna forma di controllo.
Calvino descrive il sito archeologico maya di Palenque, in cui racconta come la natura sovrasta le
costruzioni maya come i bassorilievi che stessi parlavano della foresta e della vegetazione vengono
ora ricoperti dalla stessa vegetazione di cui parlano, come se la foresta li ritenesse superflui in
quanto la foresta descritta è lì intorno a loro.
Dante.
Nasce a Fi nel 1265. Appartenente ad una famiglia guelfa. Si scontra con i Ghibellini nella battaglia
di Campaldino. I guelfi erano divisi in Guelfi bianchi e neri. I bianchi con a capo la famiglia dei
Cerchi, a cui apparteneva anche Dante, erano costituiti dal popolo minuto. I neri, con a capo i
Donati, erano costituiti dalla parte più ricca, ed erano alleati con il papa. Bonifacio 8 vuole
distruggere i bianchi. Dante viene messo al confino, esiliato poi, è un esule, non un senza patria.
Girerà per varie regioni d’Italia. Resta comunque uomo di passione, legato alla politica della sua
città.
Vita
1265 à nasce a Firenze, famiglia piccola nobiltà guelfa.
1285 à sposa Gemma Donati à 3 o 4 figli.
1289 à Partecipa alla battaglia di Campaldino (Arezzo) à e guerra contro Pisa
1295 à corporazione dei medici e degli speziali à sale alla ribalta nella politica cittadina
1300 à divisione in fazioni: Bianchi (vogliono un’amministrazione autonoma del comune) e Neri
(alleanza col papato per motivi mercantili)
Dante con Bianchi
1301 à Dante convocato dal Papa a Roma
1302 à Dante non a Firenze à podestà Conte de Gabrielli di Gubbio lo condanna al confino per 2
anni con l’ingiunzione di dover pagare 5000 fiorini entro 3 giorni à Dante non si presenta e il
podestà lo condanna a morte insieme ad altri 14 esponenti della parte bianca
Calvario dell’esilio à mai più piede a Firenze à pellegrinaggio in varie corti in cui offre servizi in
cambio di ospitalità
1315 à concesso il ritorno ma deve fare pubblico atto di sottomissione e pagare un’ammenda à si
rifiuta.
1321 à muore a Ravenna.
Non solo un modello stilistico, ma tanti diversi stili di scrittura, cercando sempre un contatto con
situazioni concrete e questo lo porta ad essere visto come padre della letteratura italiana
Laboratorio sperimentale:
Egli non segue un solo modello stilistico, ma adotta modi di scrittura diversificati attraverso una
ricerca nella quale mira ad appropriarsi di tecniche differenti. Il Fiore e il Detto d’amore sono
poemetti che si rifanno al Roman de la ros, ci sono riferimenti allo stile di amore cortese. Anche il
fiore è un ars amandi perché si parla della conquista della donna, ovvero il fiore. Il detto è una
summa degli elementi canonici dell’amor cortese. Vita Nuova-> in latino, l’intento è quello di
scrivere un libro sulla figura della donna. Più alta testimonianza i registro stilnovista. È la storia di
lui che conosce Beatrice a 9 anni e si rivedono dopo 9 anni. (elementi simbolici e religiosi). Le
rime circolano sotto forma di manoscritto tematico e sperimentalistico…
Convivio-> il titolo significa banchetto al quale il lettore è invitato per essere istruito nella scienza
speculativa per raggiungere la sapienza. È formato da 14 canzoni di tema amoroso. È considerata un
enciclopedia dottrinale però lasciata incompiuta.
De vulagri eloquentia-> opera in lat che ha per oggetto l’eloquenza ovvero l’arte di dire in lingua
volgare. Anche questo è incompiuto. È costituito da due libri: uno fa da introduzione e l’altro tratta
del volgare illustre e dello stile elevato. Si deve differenziare il latino dal volgare: il lat è quello che
si impara all’uni, mentre il volgare è la lingua del volgo.
Monarchia-> trattato in lat di tema politico d’incerta datazione. Dante interviene sui rapporti tra
papato e impero.
Epistolae-> scritte a tiolo personale, di argomento diverso ma soprattutto politico.
Egloghe-> due componimenti in esametri latini in risposta a Giovanni del Virgilio che scrive a
Dante di smettere di usare il volgare per cercare la gloria nella poesia latina à Dante risponde
ribandendo il volgare
Questio de acqua et terra à trascrizione di una lezione a tema cosmologico
La commedia.
(Divina da Boccaccio mettendo in risalto aspetto spirituale e la magnificenza dell’opera) 3 cantiche
à 33 canti (+1 all’inferno come intro) à viaggio all’aldilà fino alla visione di Dio. Inferno,
Purgatorio e paradiso. Tema centrale-> sentimento di giustizia terrena e divina, il regista è
attore(parla con le anime), che spettatore( osserva e descrive). È pure narratore, protagonista del
viaggio, bagaglio che lo porta alla crescita sempre sotto giudizio divino. La commedia contiene al
suo interno un plurilinguismo: nell’ inferno per esempio usa termini non aulici, volgari. In Paolo e
Francesca usa il loro linguaggio che non era contemporaneo a quello di Dante. Nel paradiso invece i
termini sono aulici, sublimi, vengono usati latinismi e grecismi. È proprio nel plurilinguismo che
risiede buona parte della grandezza di Dante. Ma la nuova cultura che si afferma nel corso del 300,
volta le spalle al plurilinguismo dantesco. Già nel periodo di Petrarca, viene definito arcaico.
Viaggio in 7 giorni àgiovedì si perde nella selva oscura àvenerdì si inoltra nell’inferno à sabato =
inferno, domenica arrivo al purgatorio e lo percorre in 4 giorni (camminare solo con la luce del
sole), ascensione al paradiso = 19 ore à arrivo all’Empirio (ultimo cerchio e fuori dal tempo).
Virgilio (ragione umana) fino in cima al purgatorio, Beatrice (fede, grazia e scienza divina) fino
all’Empirio e San Bernardo alla visione di Dio. Mescola due generi medievali, quello del viggio
allegorico-didattico e quello della visione dell’aldilà.
Canto V. La bocca mi baciò tutto tremante secondo cerchio peccatori per scelta
contrappasso = non resistono alla potenza della passione forte vento. Paolo Malatesta e
Francesca da Polenta inizialmente lei attribuisce le colpe della loro passione alla letteratura
cortese, poi però nella seconda parte si lascia andare alla passione e ricorda i momenti d’amore con
Paolo, il quale rimane in silenzio per tutto il tempo per poi solo singhiozzare alla fine dante
condanna la letteratura cortese in quanto celebra l’amore terreno e non l’amore-virtù Dante
pensoso di fronte alla fragilità dei due amanti in quanto vede la loro fragilità e la fragilità di ogni
creatura umana sviene.
Vedi appunti
Petrarca.
Nasce ad Arezzo nel 1304. È il maggiore dei poeti italiani, dopo dante. È un poetalirico con il quale
muta l’orizzonte artistico: si sposta dalla rappresentazione integrale della realtà allo scavo nei
meandri del cuore. I 40 anni che separano Dante da P registrano una svolta profonda che segna la
crisi della civilità comunale. Petrarca studia diritto per 4 anni all uni di Montpelier e poi a Bolo.
Dopo la morte del padre si trasferisce ad Avigone. Presso la corte papale di Fr (dove il latino si
impone come lingua ufficiale). Petrarca si distingue per la sua brillantezza. Esaurito il patrimonio
familiare diventa chierico ( si discosta da D che era laico) la condizione di chierico dava il diritto a
ricoprire uffici ecclesiastici e a ricevere in cambio sovvenzioni. Come chierico venne assunto dalla
famiglia dei Colonna. Riesce in questo modo a risolvere i suoi problemi economici. Rimane
vincolato a questa famiglia fino al 1347. Nel 1341 verrà esaminato dal dottissimo Roberto D’Angiò,
re di Napoli che ne certifica la cultura e nello stesso anno nell’aprile viene incoronato d’alloro in
Campidoglio. Nel 1353 scrive un epistola in latino d’ossequi all’italia. Declina l’invito di
Boccaccio, accetta quello dell’antifiorentino Visconti il quale avrebbe garantito e tutelato il suo
stato signorile. Petrarca maneggia due lingue diverse: il latino e il volgare ( bilinguista)
1) Il latino è la lingua che gli conferisce fama. È lo strumento della comunicazione culturale, la
lingua che recupera la limpidezza dello stile classico e serve nella circolazione di idee. Per
lui è il modo più normale per esprimersi.
2) Il volgare lo considera come una lingua secondaria, è invece la lingua delle liriche che egli
compone con grande dedizione. Per Dante il volgare era la lingua naturale della realtà,
forma che aderisce alla cronaca del quotidiano. Per Petrarca è la lingua dell’affettività, che
comunica i sentimenti più intimi.
La scelta del volgare per il Canzoniere viene da motivi diversi rispetto a quelli di Dante: il tratto
distintivo della scrittura dantesca è lo sperimentalismo (utilizzare registri e forme diverse per
conoscere aspetti diversi della realtà). A petrarca invece interessa la forma, la purezza della parola.
La parola va modificata, migliorata, corretta. Mentre D scrive per conoscere, P scrive per
correggere, ha l’ossessione per la prefazione poiché pieni di varianti, modifiche e correzioni.
Anche quando scrive lettere ad amici e parenti usa un linguaggio adeguato e ricercato, tratta di
riflessioni autobiografiche, eventi personali etc..
Scrive inoltre una sorta di diario privato: dialogo tra S.Agostino e Francesco. Scretum
Scritti latini minori:
- Poesia latina ne affida la fama, ma poi si sposta al volgare
- Trattati storico eruditi passione alla storia antica
- Trattati morali
- Attacchi polemici scritti d’occasione, anche con toni polemici e aggressivi
I trionfi in volgare poema allegorico incompiuto si ispira alla Commedia Poeta si
addormenta a Valchiusa e ha 6 visioni una dopo l’altra personaggi storici, leggendari e
mitologici 6 personificazioni di 6 figure allegoriche Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo,
Eternità ascensione dalla terra al cielo, dal peccato alla salvezza. Temi stessi del Canzoniere
Canzoniere (1326)
Le due opere scritte in volgare sono il Canzoniere e Trionfi.
Il Canzoniere è la prima raccolta di rime in volgare organicamente strutturata. L’opera può essere
letta come un romanzo dell’io (non ha una dinamica narrativa o romanzesca). Il tema di quest’opera
è l’amore per Laura (fanciulla storica e reale). Questo amore provoca in lui una reazione: processo
di autoinvestigazione del proprio io. L’ncontra tra L e P diventa scintilla e scaturisce
autoinvestigazione, come in motore di indagine che il poeta fa su se stesso. I due si incontrano nella
chiesa di S.Chiara ad Avignone il 6 aprile 1327. Ogni cosa diventa memoria, duplicata: i mattini, le
ore si sono duplicati… laura scende dal paradiso, giardino che ha le sembianz di un locus amoenus,
anche se sarà trasformato come paradiso in terra. Laura è cosi tanto sublime che più che una
presenza carnale è la sensazione di una presenza, creazione poetica. Il nome stesso della donna
viene modulato con associazioni che ne sottolineano il valore simbolico (laura=aria, il lauro=alloro.
L’auro=oro) laura non è come Beatrice, donna angelo che si proietta in cielo e dè simbolo di fede,
qui Laura è una creatura terrena, emblema del cielo in terra. Lei vibra anche di tensione erotica.
Dopo il primo incontro scatta la celebrazione. Dopo il tema della morte lei (muore di peste),
introduce il tema del vuoto che evoca la sua assenza. La sua aseenza logorail poeta, è alla ricerca
dei suoi frammenti lui. Il poeta parla del “giovanile errore”: amore carnale e passionale per lei da
cui poi lui prenderà le distanze perché il poeta prova vergogna per come è stato dominato dalla
passione. Anche gli amici stessi di petrarca dubitano della presenza di Laura. Petrarca però in una
lettera all’amico Colonna, conferma la sua esistenza. Laura ci viene presentata a frammenti nella
prima strofa. Nella descrizione ci laura il poeta utilizza una forma linguistica preziosa e raffinata.
Petrarca si rifà alla lirica stilnovista, ma la sottopone ad un processo di concentrazione. La lingua
del Canzoniere è opposta a quella della commedia, non c’è plurilinguismo ma monolinguismo.
Dante usa vari registri per rappresentare le diverse realtà. Petrarca attraverso la sua introspezione
utilizza una uniformità di toni, registri e stile.Dante è inimitabile, Petrarca è imitabile.
Il titolo:
Il Canzoniere è un nome non d’autore. Il titolo lat era “ Frammenti di cose volgari e Francesco
Petrarca poeta laureato”. X tutti è canzoniere. La prima edizione fu quella del 1470, comprende 266
testi. Si traccia un itinerario che va dal “ giovanile errore” fino alla vergogna.
È diviso in 2 parti: 1 la passione per Laura viene assecondata
- 2 turbamento dopo la sua morte
Quasi ogni testo parla di Laura, ma di lei non si hanno notizie accertate.
Boccaccio.
Nasce a Fi nel 1313, figlio illegittimo di Giovanni Boccaccino mercante facoltoso originario di
Certaldo. Nel 1327 segue il padre che si trasferisce a Napoli alla corte di Roberto D’Angiò come
agente della potente famiglia di banchieri: Bardi, fino a 1312 avevano monopolizzato il mercato
economico. Inizialmente si applica all’ apprendistato del bancario, dopodichè si occupa di studi di
letteratura cortese. Nel 1345 i Bardi falliscono a causa di una crisi, Firenze nella prima parte del 300
fino al 45 era la capitale finanziaria del mondo. I banchieri fiorentini in quel periodo avevano le
sorti del mondo occidentale in mano. Tutto ciò viene interrotto dall’arrivo della peste nel 48. La
peste posta carestia-> passaggio da un clima lieto ad uno conflittuale. In questo periodo c’è
l’affermazione di una nuova classe sociale, ovvero la borghesuia, che si contrappone tra il “popolo
minuto” che sono i poveri e i lavoratori. Si mettono tra i lavoratori e gli aristocratici.
Dopo molte opere napoletane e quelle fiorentine, porta a termine tra il 1349/51 il Decameron. Le
delusioni dei soggiorni a Ravenna lo portano sempre di più verso Fi. Nel 1351 Boccaccio visita
Petrarca a Padova e gli rivolge l’invito ad insegnare presso lo studio fiorentino, ma lui rifiuta.
Boccaccio scrive anche la biografia di Petrarca “Vita e costumi del signor F.Petrarca”. Al pari di
P, b diventerà chierico. Boccaccio però non è distratto dalle relazioni affettive: avrà 4 figli. Inoltre
scrive una biografia di Dante perché prova ammirazione per lui “ trattatello in laude di Dante”.
- Le opere napoletane-> galante mondo intriso di cultura cortese della Napoli angioiana. Opere
con tema amoroso, non in senso stilnovistico, ma in senso sessuale e terrestre. La scrittura è
estroflessa, guarda all’esterno, molto schietta nella comunicazione e dell’intrattenimento. Le
opere napoletane sono 4: Caccia di Diana, Filocolo, filostrato e Teseida.
- Le opere fiorentine-> viene influenzato dai modelli della tradizione toscana. Sono 4 le opere:
Commedia delle ninfe fiorentine, Amorosa visione, Ninfale fiesolano ed Elogio di
madonna Fiammetta.
Inoltre scrive alcune epistole, 3 indirizzate a Petrarca. L’ultima scrittura creativa è Corbacco-> in
prosa volgare contro le donne paragonate ai corvi. Ferito dall’amore x una vedova.
Il Decameron.
L’opera muove dall’orrido cominciamento di Firenze devastata dalla peste nel 1348. L’epidemia
sconvolge la città, 2/3 della popolazione muore. Le relazioni sociali e familiari sono alterate.
Difronte a tutto questo disordine ritrova l’equilibrio attraverso il raccontare da parte di un gruppo di
ragazzi delle novelle. Ciò ridà un ordine razionale, attraverso le novelle si passa alla multiforme
realtà del mondo.
Giornate 1 tema libero, 2 fortuna a lieto fine, 3 industria (abilità, intelligenza attiva e operosa), 4
amore epilogo tragico, 5 amore lieto fine, 6 intelligenza (buon uso del linguaggio) , 7-8 beffa, 9
libera, 10 atti d cortesia.
I temi hanno una loro struttura, le novelle sono suddivise in 10 gg ed hanno un movimento
ascenzionale. Siamo in un momento medievale anche qui c’è una struttura come quella che Dante
da al suo al suo viaggio allegorico. Si parte dalla 1^ gg a tema libero fino ad arrivare al 10^gg dove
abbiamo l’apoteosi della cortesia.
Il Decameron è il libro dei mercanti in cui l’epopea mercantesca è messa in risalto-> nuovi valori
culturali-> gli stessi che lui aveva vissuto nella prima parte a Napoli preso i D’Angiò (ambiente
raffinato). Al territorio mercantile appartiene anche la taccagneria, l’avarizia e avidità. Al mondo
cortese appartiene la superficialità ed orgoglio.
Il narratore dipinge i personaggi con varie e diverse sfaccettature. Dinanzi a questa varietà del reale,
il narratore è mosso da una una profonda gioia di raccontare. Nel proemi dichiara di dedicare la sua
opera alle donne che amano per intrattenere piacevolmente e tenere la noia mortale, le donne erano
recluse a casa. Anche B in passato ha commesso il “giovanile errore”( come Petrarca)-> fu
abbandonato dall’amore, lo hanno salvato i suoi amici dalla morte. Lui adesso vuole aiutare come
fu aiutato lui stesso in passato. I nomi delle ragazze e dei giovani sono gli stessi delle opere scritte
nel periodo napoletano. Il premio del torneo del cavaliere è la donna in carne ed ossa. B scrive per
le donnne anche per ampliare i suoi lettori, la sua opera era per tutti,.
Anche qui viene usato plurilinguismo e stilismo-> Dante fa urtare tra loro i vari registri, mentre B
adotta uno stile medio, non ga netti contrasti. Questo stile è dato dall’utilizzo della prosa latinizzata.
Il Decameron è stato composto tra il 1349/51. È una raccolta di 100 novelle, divise per 10 gg. La
città è invasa dalla peste per questo 7 fanciulle e 3 ragazzi si incontrano nella chiesa di S.Maria
Novella e decidono di ritirarsi in campagna per ristabilire un ambiente elegante. Ogni giorno un re
decide il tema. Dioneo sempre tema libero e sempre ultimo a raccontare.
Inizia nell’orrido a Firenze orrido = devasto dovuto alla peste, decadimento di principi etici e
morali, completo caos a questo si oppone la vita dei 10 giovani che si ritirano in campagna per
sfuggire alla peste, con una vita dettata da regole e ordine.
Si inizia a novellare di mercoledì e si termina il martedì della 3^settimana. È molto probabile che
l’opera sia stata diffusa per segmenti. Boccaccio definisce le sue novelle( racconti brevi), come
favole, parabole(significato morale), historie ( qualcosa che ha a che vedere con i fatti veri, nomi,
luoghi etcc).
L’orrido cominciamento. Pag 21
Dopo il Proemio, abbiamo la 1^g Martedì mattina. l’opera è dedicata alle donne, dopo viene
descritta la peste. Le ragazze lasciano la città, la morte è più lontana, la natura è più amena.
Umanesimo.
Quando parliamo di Umanesimo e quando parliamo di Medioevo dobbiamo stare attenti perché
parliamo di etichette che sono state assegnate a priori da storici che hanno rivisto i periodi storici e
li hanno nominati in base ad alcune caratteristiche che hanno trovato. Se parliamo dell’etichetta del
Medioevo, età di mezzo, a chiamarla così sono stati gli umanisti perché si trovava a metà tra la
calssicità e l’umanesimo e rinascimento. Gli umanisti si sono considerati i successori di questo
periodo classico, separata dall’età buia ma è qui che sono state gettate le basi per l’Umanesimo.
Quando si parla di umanesimo si dice che c’è sempre una nuova concezione dell’uomo : come
individuo, cioè il rapporto con il creato e con la divinità, cambia l’approccio con il divino. Si
recupera una dignità dell’esperienza umana, terrena, si recupera grazie ad una riflessione di quello
che è l’uomo e la sua vita, si recupera l’importanza della ricerca di una felicità terrena.
Come individuo sociale-> c’è un nuovo modo di intendere il nuovo ruolo dell’intellettuale e della
cultura stessa. Diventano centrali le discipline che studiano e che partono dall’uomo. La parola
“umanesimo” è il recupero della parola umanista: intellettuale che si dedica agli studi umanistici.
Gli studi umanitatis -> studio della storia, retorica, filosofia morale etc..
Nell’ umanesimo c’è una riscoperta dei classici da punto di vista fisico: si ritrovano fisicamente i
codici che erano stati conservati nei monasteri dai monaci amanuensi. Gli umanisti vanno
fisicamente nei monasteri e ritrovano i codici dimenticati. Grazie a quest’opera non solo si
recuperano queste opere, ma si mettono in comunicazione tra loro (rapporti epistolari). Ed è in qst
momento che Bracciolini trova il “De rerum natura” di Lucrezio ( testo fondamentale per la
letteratura rinascimentale).
Riscoperta dei classici dei testi -> studio dei testi è il tentativo di recuperare il testo originale. Nelle
trascrizioni dei monaci, potevano esserci degli errori o delle frasi fraintese. Gli umanisti quindi
hanno il compito di ricercare gli errori : ragionare sugli errori fatti, toglierli per riscoprire il testo
originale. Si calcola il testo dal punto di vista storico, si storicizza.
C’è una riscoperta che dal punto di vista ideologico-> nel medioevo non avveniva perché non ci si
interrogava sul testo. La riscoperta dei classici vuol dire usarli per far si che abbiamo un impatto.
Un esempio è proprio Valla che riflette sulla “Donazione di Costantino” -> l’imperatore donava i
suoi possedimenti alla chiesa, ciò significava la legittimazione dei territori della chiesa. La chiesa
aveva il potere spirituale, la donazione di C legittimava il potere territoriale della chiesa. Valla si
accorge che il latino con cui era scritto non era classico ma medievale, lo confronta con altri
documenti, e i due latini non corrispondevano. Ci scrive un libro sopra.
Dal punto di vista geografico l’età dell’umanesimo è problematica: abbiamo una vasta diffusione di
diverse aree. Abbiamo un enorme policentrismo-> l’Italia è divisa, i sono tanti centri diversi che
attraggono. il centro principale è Fi nel 400. Firenze però si trova in un periodo difficile, nel 48 ci fu
la peste e la crisi di seguito, quindi la troviamo nel 400 un po' ammaccata.
Area settentrionale à università (saperi medievali) e corti (letteratura cavalleresca di Francia) à corte
di Ferrara à interesse romantico à Orlando innamorato di Boiardo
Area aragonese di Napoli à Re Alfonso d’Aragona à rinascita culturale
Umanesimo civile:
Firenze nel 1400 è una repubblica: abbiamo famiglie che governano. L’umanesimo civile
rappresenta una grande stagione per intellettuali che partecipano alla vita politica. Nel 1434 la
famiglia Medici inizia a prendere potere (con Cosimo il vecchio che si inserisce nelle assemblee e
piano piano si farà sempre più importante fino a influenzare la politica. Dal 1469al 1492 con la
morte di Lorenzo il Magnifico cambia un’epoca.
Umanesimo laurenziano:
Si chiama così perché si concentra attorno alla figura di Lorenzo il Magnifico. L’intellettuale non si
può dedicare più alla politica perché si stava andando verso la figura dell’intellettuale cortigiano->
inserito nell’ambiente di corte (di Lorenzo), ha uno scopo ovvero promuovere l’impostazione
culturale del suo signore. L’intellettuale si sente superiore al monaco, lui sa il latino, l’intellettuale è
dipendente dal signore. La stessa cosa succede a Milano con i Visconti e gli Sforza e a Napoli con
gli Aragona. Attorno a Lorenzo si unisce un gruppo di intellettuali. Tra i vari intellettuali quello più
importante è Poliziano. I testi stessi di Poliziano hanno un influenza sui testi di Lorenzo.
Tra loro c’è un rapporto anche di amicizia. Questo rapporto sfocia in un primo periodo di quella che
verrà chiamata la Brigata Laurenziana : gruppo di intellettuali che si riunisce attorno a Lorenzo.
Fratelli Pucci saranno una parte fondamentale-> la poesia comico-realista che nell’area di Fi è stata
fondamentale. La Brigata Laurenziana ha avuto un importante ruolo nel rinnovamento della
letteratura, metteva in contatto tra loro artisti con diversi backgroung. Botticelli faceva parte di
questo. In un secondo momento, Lorenzo si avvicina a Marzilio Plicinio, filosofo di famiglia. La
sua presenza era stata voluta fortemente da Cosimo che gli aveva chiesto di tradurre le opere di
Platone. Lorenzo così si avvicina al neoplatonismo, etichetta data dai commentatori. Quando
parliamo di platonismo rinascimentale ci si basa sulle interpretazioni che ne hanno fatto. Si legge
Platone anche alla luce di una nuova ottica.
Nel 1462 viene fondata l’Accademia Neoplatonica-> istituzione culturale formata da intellettuali.
Sede a villa careggi , fu voluta da Cosimo, Lorenzo la riprende. La villa era dotata di un giardino,
Lorenzo voleva che il giardino fosse destinato agli aspetti umanistici. Voleva che la natura
accompagnasse l’intelletto dell’uomo e innalzasse l’animo umano. Il giardino al suo interno era
all’italiana per far si che ricordasse la classicità. Il giardino deve accogliere l’intellettuale.
La natura nobilitata da mano umana. Il rapporto tra natura e mano umana=rapporto tra politica e
letteratura. Il potere era nobilitato dalla letteratura e non il contrario.
I giardini laurenziani erano dei parchi botanici a cielo aperto, al suo interno c’erano statue tantissimi
tipi di piante.
Poliziano.
Fa parte della seconda parte dell’umanesimo. Si fa notare perché traduce una parte dell’Iliade. Tra
lui e Lorenzo c’è un rapporto stretto tanto che nel 1478 è con Lorenzo quando c’è la congiura dei
Pazzi nella cattedrale di Santa Maria del fiore. I pazzi pagano i sicari per ammazzare Giuliano e
Lorenzo. Giuliano muore. Nel 1480 viene chiamato prof di poetica e retorica allo studio fiorentino.
Poliziano è il più erudito. Il suo stile è una funzione tra classica eleganza e spigliata naturalezza. Si
contrappone ad altri umanisti perché riesce a manipolare la lingua, prende più testi e li modifica,
sceglie molteplici modelli e li cambia tra loro: più è bravo, più modelli riesce a trattare insieme e a
cambiarli.
Poliziano è l’autore delle incompiute Stanze per la giostra (1494) e Rime (1480)
Ludovico Ariosto.
Ariosto vive ed elabora nel periodo che noi chiamiamo rinascimentale. N giovane età entra al
servizio della corte di Ippolito d’este. Nel 1507 a Mantova espone la trama dell’orlando furioso. In
seguito rinuncia a seguirein Ungheria il cardinale Ippolito e passa al servizio del duca Alfonso.
Rientrerà poi a Ferrara e passerà il resto della sua vita fino ai suoi ultimi giorni.
In gioventù pratica la poesia in latino secondo i canoni della produzione umanistica: carmi corti
armoniosi ed encomiastici si sente però che sono esercizi di scuola. è molto più abile con la lirica in
volgare toscano: canzoni e madrigali(le rime). La prima rima è dedicata al duca ippolito d’este, i
riferimenti alla famiglia sono ricorrenti. Si indirizza al pubblico cortigiano, vuole dare l’idea di un
mondo eroico e virtuoso. Ma Ariosto conosce bene anche l’altra faccia della medaglia: menzogna,
violenza e follia. Il tema dell’amore non si spiritualizza, ma mantiene colori e toni vividi. Inoltre
Ariosto nutre una passione per lo spettacolo, corte ferrarese tra gli anni 80/90. Scriverà 2 pezzi “la
Cassaria”, “i suppositi”. La prima parla di un mondo fiabesco, la seconda di due bambini nati e poi
scambiati, questo parte da una serie di equivoci. Novità introdotta è l’ambiente ferrarese. Riprende
poi l’impianto strutturale da Plauto e Terenzio e innovazione linguistica.
Satire ->l’attitudine all’osservazione realistica della cronaca autobiografica disincantata,
descrizione di vite comuni e per niente avventurose. Sono 7, si intrecciano su un’immagine dialogo
tra Ariosto e vari personaggi.
1- Rottura con il Cardinale Ippolito
2- Corruzione ambiente ecclesiastico a Roma.
3- Disagi di vita di corte
4- Nostalgia x Ferrara.
5- Pro/contro matrimonio.
6- Buon maestro x il figlio.
7- Rifiuto nomina di ambasciatore.
Orlando Furioso.
3 edizioni: 1513,16,22.
Calvino ha amato quest’opera. La descrive come poema che non inizia e non finisce.
Ariosto si attacca ad un poema scritto in passato da Boiardo: orlando innamorato. Anche questa
storia era stata ripresa da una serie di poemi che si chiamano la Chanson de geste che raccontava
delle gesta di Carlo magno e dei suoi paladini contro i saraceni, uno dei suoi paladini è Orlando che
si sacrifica per il suo re. Già con Boiardo si sono recuperati 2 temi: materia carolingia e il ciclo
bretone che ha come protagonista Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Erano argomenti più
sentimentali per questo il titolo “innamorato”. Queste storie erano famose e cantate nelle piazze dai
canterini. Ariosto si riallaccia alla tradizione dei canterini: richiamo al pubblico. Abitudine a
cambiare spesso argomento, intrecciando storie diverse.
Lo stesso A, paragona il suo poema ad una tela: prende un personaggio, lo seguiamo in alcune sue
avventure e viene fatta la stessa cosa con gli altri. i personaggi vengono lasciati nei momenti di più
alta tensione proprio per tenere alta l’attenzione del lettore: entrelacment. La simultaneità è uno dei
cardini del suoi sistema narrativo.
3 linee portanti 1. Militare (dall’Orlando innamorato di Boiardo) guerra tra cristiani e
saraceni. 2. Passione di Orlando per Angelica qui si svolga il tema della pazzia di Orlando. 3.
Amore corrisposto tra Bradamante (guerriera cristiana) e Ruggiero (eroe saraceno destinato a
convertirsi). episodio culminante della Furia di Orlando è esattamente al centro dell’opera
Il poema è come se descrivesse un intero mondo. Il poema non finisce perché l’Ariosto ci lavora per
tutta la vita. Fu il poema che ebbe più successo. Macchiavelli lo legge e dice che è bello tutto e in
alcune parti è mirabile.
Il cariare delle corde e dei suoi fa si che l’universo del Furioso appaia dominato dalla casualità.
Furioso significa pazzo perché innamorato di una principessa Angelica che non lo vuole. Per questo
pazzo, perché si sposa con un fante ,Medaro e questo lo fa diventare pazzo ( tema amoroso). C’è
poi anche il tema della guerra di Carlo Magno contro i Saraceni. I paladini però seguono poco la
guerra, sono alla continua ricerca di qualcosa. L’ultimo filone è quello di Ruggero e Bramante ->
filone encomiastico, vuol dire che fa riferimento alla famiglia Este. Su questa coppia c’è una
maledizione: una volta che avranno un bambino Ruggero morirà. Questi filoni sono abbastanza
abbozzati ma l’autore aggiunge ironia. È un poema intessuto d’ironia (ironia sovrana), la usa dal
punto di vista della tecnica narrativa: è come se facesse finta di essere un canterino, ma sa di
rivolgersi alla corte e non al popolo. Quindi anche la struttura è ironica, la sua ironia si rivolge ai
contenuti, si genera dallo scontro tra finzione e realtà. I personaggi appartengono ad un altro tempo:
tempo dei cavalieri dove si sono codici comportamentali rigidissimi. Ariosto però si scontro con un
tempo in cui questi codici non esistono più. L’Ariosto vede il dubbio della menzogna, le leggi non
sono più certezze, ma confusione. Ad esempio Orlando è innamorato della principessa, lui è il
paladino della storia. Di solito si sposano sempre, qui no. La principessa scappa per buona parte del
poema fino a che non si trova un fante ferito e si innamora di lui. Orlando quando arriva nel posto
in cui i due hanno giaciuto e hanno inciso i loro nomi sull’albero, fa fuori di testa perchè
improvvisamente tutti i codici su cui aveva basato la sua vita falliscono.
Tema del giardino: la natura entra nell’ Orlando sotto la veste della selva. Queste selve sono le
metafore del libro stesso, tempo natura. Come teatro d’azione, accanto a questa natura ci sono stati
tagliati degli spazi-> maga Alcina. Ruggero e Bramante in groppa all’Ippogrigo (animale fantastico
che ci fa riflettere sul fatto che nel poema c’è elemento del meraviglioso. Qui si nota la modernità
dell’Ariosto perché descrive per far divertire.). il giardino della maga Alcina contrasta con il
giardino della Sorella Logistilla, sorella di lei, maga buona. Alcina è una maga vecchia e brutta e
anche il suo giardino, ma grazie alla magia compare come donna bellissima e anche il suo giardino
appare paradisiaco a Ruggero che dimentica il suo doveri cavallereschi e amorosi verso
Bradamante e resta invaghito di Alcina la maga Melissa veglia su Ruggero e gli rivela la vera
natura di Alcina, allora Ruggero fugge inorridito e arriva al castello di Logistilla (sorella buona di
Alcina) il quale giardino è opposto a quello della sorella. Alcina seduzione perversa e piaceri
terresti che fanno smarrire il senso del dovere. Logistilla ragione, equilibrio e virtù.
La pazzia di Orlando. Pag 124.
Questo episodio viene collocato volutamente alla metà dell’opera. Orlando, insegue il cavaliere
saraceno Mandiriccardo, decide di riprendere le forze in una radura che era stata il suolo d’
incontro tra Angelica e Medaro. Orlando scopre gli indizi della passione li consumata. L’eroe si
illude che ciò che vede non sia vero, ma le speranze si infrangono quando dopo aver chiesto
ospitalità ad un pastore, scoprirà che il letto dove dorme è lo stesso dove i due amanti hanno
passato la notte. Orlando cade in preda alla follia e distrugge tutto ciò che trova nel suo cammino,
si toglie anche l’armatura. La crisi verrà risolta solo da Astolfo il quale andrà sulla luna per
riprendere il suo senno.
Commento:
Nel locus amoenus dell’amore tra Angelica e Medaro, è il luogo in cui Orlando è sottoposto ad un
grande trauma emotivo. La dolcezza del paesaggio e la cornice pastorale rendono la tensione
interna dell’eroe. Ciò che scatena la sua follia non è solo il loro matrimonio, ma la smentita dei
codici d’onore ai quali lui credeva: la bella donna che si deve sposare con un eroe e non uno
qualunque. Il paladino si rivela uomo con animo nobile. La sua pazzia ribalta il percorso dell’amore
stilnovistico, che conduce alla nobiltà spirituale. Qui il tragitto è inverso. L’amore rifiutato lo
conduce ad avere uno spirito animalesco.
L’isola della maga Alcina. Pag 58
Ruggero giunge in sella ad un ippogrifo nell’isola della maga Alcina: una maga vecchia e brutta e
anche il suo giardino, ma grazie alla magia compare come donna bellissima e anche il suo giardino
appare paradisiaco (boschetti profumati, palude, cedri, aranci) a Ruggero che dimentica il suo
doveri cavallereschi e amorosi verso Bradamante e resta invaghito di Alcina che rappresenta la
seduzione ed i piaceri terreni.
I giardini pensili di Longistilla. Pag 61.
La maga Melissa veglia su Ruggero e gli rivela la vera natura di Alcina, allora Ruggero fugge
inorridito e arriva al castello di Logistilla . Al giardino della malefica Alcina, si oppone quello della
sorella, emblema di ragione e virtù. Il castello è costituito da gemme preziose che hanno il dono di
consentire a chi le guarda di vedere la propria anima. Mentre i fiori di Alcina sono destinati ad
appassire e morire, questi no, sono duraturi.
Per alcuni l’isola della maga è l’Eden, per altri è l’isola dei Feaci. Di regola si collocano lontano dai
mari e dagli uomini, popolato da semidei. Ariosto x la descrizione dei giardini si è ispirato a quelli
di Ferrara degli Estensi i quali erano ricchi di elementi architettonici che apparivano come luogo
d’inganno.
Torquato Tasso.
Tasso si lascia alle spalle il rigoglio della idealità rinascimentale in pieno clima controformistico.
Nasce a Sorrento. Il padre deve sottostare alle peregrinazioni di una sorte errabonda (esislio). Da
Napoli viaggia per l’Italia, il padre poi scappa ad Urbino, presso la corte dei della Rovere. A 18
anni scrive Rinaldo-> poema cavalleresco di 12 canti in ottave. Dopo si sposta a Ferrara al servizio
del cardinale Luigi D’Este alla corte di Alfonso ll. qui inizia a scrivere Aminta ( favola pastorale.
Nel 1575porta a termine Gerusalemme Liberata. Diventa poi vittima di se stesso e chiede alla
chiesa di leggere il suo capolavoro per timore di essere incorso nell’eresia. Diventa pazzo. Il duca
Alfonso vuole arrestarlo. Viene rinchiuso per 7 anni in manicomio dove compone molte liriche e
parte dei Dialoghi. Dopo la sua liberazione viene affidato alla cote di Mantova dove pubblicherà
Gerusalemme Conquistata.
Rime.
La scrittura lirica è attività che l’accompagna la sua intera esistenza. I nuclei giovanili sono più
significativi sono formati dai versi d’amore per Lucrezia Bendido (corte estense ) e Laura Pererara (
mantova). Solo nell’ultima parte fa una revisione globale delle rime pubblicate sparse. Tasso opta
per un tematiche variegate.
Aminta.
Tra le opere minori c’è Aminta -> divisa in 5 atti, è una favola pastorale anche alla corte estense.
Aminta esprime la stagione della felicità. Tra idillio pastorale e ambiente ducale si stabilisce un
nesso di corrispondenza ( i personaggi delle favole sono quelli della corte estense). La storia
d’amore tra un pastore Aminta e la bella ninfa Silvia. Dafne, amica più matura la invita a non
rifiutare il corteggiamento di Aminta e Tirsi, consigliere, aiuta Aminta a dichiararsi. Originale è il
tono con cui è stata scritta: intreccio favolistico a lieto fine, endecasillabi e settenari con effetti
antifrastici e musicali.
Gerusalemme Liberata.
A 16 anni Tasso inizia a pensare alla stesura di un poema epico avente come tema la prima crociata.
Inizia a stendere i primi versi ma si interrompe perché capisce di essere immaturo dinanzi a una
grande impresa. Riprenderà poi in un secondo momento la stesura intitolando l’opera Goffredo dal
nome del condottiero dell’esercito cristiano. Durante però il periodo in manicomio viene stampata
una parte sotto il nome di Goffredo senza autorizzazione. Ciò costringe l’autore ad affidare a Bannò
la prima stampa autorizzata con il titolo di Gerusalemme Liberata.
Orlando furioso e Gerusalemme Liberata sono entrambi poemi narrativi in ottave, sono però
antitetici.
Orlando furioso -> poema cavalleresco che si rifà alle gesta del ciclo bretone e carolingio: tratta con
ironia la materia leggendaria.
Gerusalemme -> poema epico di origine classica che si rifà ai modelli greco latini, intende
recuperare la tradizione antica fondata su intreccio unitario di argomento storico, serio e non ironico
sulle unità aristoteliche. Si opta per una coerente unità della trama, sceglie un argomento storico ed
eliminati elementi magici dei romanzi cavallereschi. Il racconto della storicità è tale da consentire il
criterio del verosimile e del meraviglioso cristiano (eventi straordinari, ma conducibili ad un
intervento divino).
L’argomento della crociata unisce ideali eroico-militari e religiosi. Tutto ruota attorno a
Gerusalemme. È la storia tra l’esercito pagano e cristiano, nel campo cristiano è Goffredo il quale
delle tenere gli eroi uniti nel bene e tenere uniti i compagni erranti. Rinaldo prigioniero della maga
Armida nel suo giardino. Dopo essere stato liberato perde parte alla conquista del Santo Sepolcro.
Altro combattente è Tancredi che però è in lotta con se stesso perché innamorato di una guerriera
pagana: Clorilda. Sarà lui che senza saperlo ucciderà la sua amata in un duello. .
3 figure femminili sono importanti: Armida-> maga dell’eros. Clorinda-> guerriera pagana,
Erminia-> fanciulla dolce e vulnarabile innamorata di Tancredi. Il poema disegna intersezioni
continue tra i due opposti: il bene e il male.
Alcune caratteristiche dell’opera sono i chiaroscuri e la dissonanza: l’armonizzazione dei contorni
(Ariosto) appartiene al passato. L’opera esprime un conflitto tra due sistemi ideologici opposti tra
loro: uno controformistico ( si manifesta negli eroi cristisni, valori di unità e fede religiosa) e uno
umanistico-rinoscimentale( da sfogo a evasioni sentimentali ed erotiche)-> bifrontismo.
Dialoghi e le ultime opere:
Dialoghi -> prose riflessive su temi letterari, filosofici e morali. Si isprirava ai modelli di Platone.
RE Torrismondo-> 5 atti , paesaggio nordico emblema di solitudine interiore.
Il giardino di Armida. Pag 70 testo
La descrizione del giardino rimanda al giardino eterno di Venere nelle stanze. In questo caso il
giardino introduce il tema eroico, epico, il tema dell’amore e dell’eros. Il giardino è appariscente ma
falso, risulta bloccato dalla magia. Viene presentato come se fosse uno spettacolo dopo che si apre il
sipario. Il canone classico qui ha un accezione negativa: si avverte un senso di pace e serenità che
presto sarà destinato a sparire. Fugace bellezza, attimo fuggente, paradiso del piacere sensuale che
fa smarrire l’uomo. Rinaldo infatti ha smarrito la propria missione. Si dice che il giardino sia
ripreso da parco reale di Torino. Tasso aprì la strada al giardino naturale, che nel 700 diventerà
quello all’inglese.
L’idea di giardino –paradiso dai testi biblici e omerici diventa una struttura mentale della poesia. Le
descrizioni poliziane e laurenziane sono lontanissime dalla descrizione di Ariosto. Due cultura che
offrono di se due immagini che si rispecchiano in quei luoghi privilegiati destinati all’otuim
umanistico che sono i giardini. Careggi-> accademia platonica, questa cultura muta con la morte di
Lorenzo. Nello stato di adesso i giardini servono più per creare una giustificazione pubblicitaria.
Con queste caratteristiche vengono creati i giardini di Ferrara. Ariosto prenderà spunto da essi per
Longistilla e Alcina. Attraverso il giardino di venere nelle Stanze si vuole rispecchiare l’idea di quel
mondo che Lorenzo ha e anche del paesaggio.
Giardino In la Gerusalemme Liberata ed Aminta il giardino è luogo di inganno e finzione con
Tasso il giardino smette per sempre di essere un luogo edenico
Il giardino del tatto è più importante, momento culminabile della sua formazione. Il tatto è
importante perché la conoscenza avviene attraverso tutto il corpo, mentre quella visiva è solo
qualcosa di astratto. L’educazione di Adone procede con un percorso che parte da un piano fisico
per arrivare a quello intellettuale. Arriva al sapere attraverso l’esperienza sensibile. In questo
giardino c’è un esaltazione della vita sensoriale e dell’erotismo. L’ Adone viene definito un poema
di lusso e lussuria, maliconia e morte. Nell’ Adone manca un intreccio si sentimenti e passioni. Una
moltiplicata presenza è quella della rosa che potrebbe essere definita come il fiore tipico del gusto
barocco mariniano. Nell’opera si trova un altro elemento compositivo, l’amore inteso come sfogo
sessuale e contatto di epidermidi. Questo poema si può definire lusso e lussuria. Per Tasso invece
la vita è un perpetuo fiorire di illusioni che ogni tanto sfociano in delusioni.
Anche la natura descritta è lussureggiante, giardini descritti sono innumerevoli m la natura che
predomina è la natura morta.
Elogio della rosa. Testo
È collocata nel canto III. È intitolato innamoramento. Adone stanco si addormenta, Venere per
avvicinarsi a lui si punge con una rosa il piede, contempla l’amato. Lo desta con un bacio e lui al
invita a medicarsi.
Venere in queste 6 ottave, si rivolge indirettamente alla rosa facendole un elogio, perché anche se
indirettamente è stata la causa del suo innamoramento e la proclama regina dei fiori.
In poliziano -> c’è il puro sentimento della bellezza.
In Marino-> non c’è il sentimento della natura, la poesia spettacolo vocalizzato , descrizione a
tendenze liriche.
In qualche modo sembra aver ripreso il tasso, ma mentre lui agiva nel senso dell’onore e del culto
divino, Marino gisce sull’eros, meridionizzandolo fono ad arrivare all’assoluzione per delitto
d’onore.
Arcadia.
Accademia a Roma, dove il presidente ebbe l’appellativo di custode. Le sedi erano le colonie.
Accademia che denomminò il gusto poetico per quasi mezzo secolo. La volontà era quella di
ritrovare un linguaggio semplice e sponrtaneo. Si crearono due filoni:
1- Classicismo intregale-> doveva scegliere come modelli quelli greci antichi e Dante.
2- Collegarsi al petrarchismo 500esco.
Romanticismo (700)
Nel 700 grazie all’uso sempre maggiore della poesia arcadica che rilancia il fascino del mondo
pastorale, la natura si idealizza secondo la tradizione bucolica classica, con criteri di semplicità e
leggiadria e la stilizzazione canonica d’un paesaggio spirituale.
Nella prima metà del 700 si ha una rivalutazione dell’estetica e di ciò che è bello e naturale e
anche del paesaggio e del giardino in conseguenza all’affermarsi dell’estetica come disciplina
filosofica nasce la moderna emozione paesaggistica.
Nella seconda metà del 700 l’ambiente naturale prende anche connotati etici e morali
In tutto il 700 si diffonde in Inghilterra il giardino all’inglese (o giardino naturale) cioè un giardino
con natura apparentemente libera e non addomesticata dall’uomo, ma in realtà è sempre una
natura accudita dall’uomo. Il concetto di giardini con natura apparentemente libera va sempre di
più ad espandersi e a contrastarsi con l’idea rinascimentali di giardini ordinati e razionali. Poi alla
natura in movimento (quindi lasciata libera) si associa il concetto del punto di vista mutevole.
Il gusto del giardino all’inglese si diffonde in Italia nell’800 senza però riscuotere grande successo.
In Italia prendono grande importanza due passi che hanno come protagonista la natura: il giardino
di Giacomo Leopardi e la Vigna di Alessandro Manzoni. Mentre la vigna di Manzoni mostra il
dolore come conseguenza di mancanza della figura umana responsabile, Nel giardino di Leopardi il
dolore viene visto come qualcosa caratteristica di ogni individuo.
Manzoni.
Nasce nel 1785 a Milano. Passa 10 anni in collegio. Ha una solida preparazione classicista. Scriverà
Adda e i 4 Sermoni. Scrive poi In morte di Carlo Imbonati.
Si sposa con Enrichetta con rito calvinista.
In questo passaggio di fede, medita sul ruolo del libero pensatore. Nella prima metà dell’800 scrive
moltissime opere. Nel 27 la prima stampa dei promessi sposi. Manzoni poi torna a Parigi dove entra
in contatto con un gruppo di storici liberali da cui trae conferme per la storiografia che sarà la
premessa per Adelchi. Nell’ultimo periodo della sua vita si distacca dalla scena pubblica, diventa
spettatore. La vera storia del Manzoni poeta ha inizio dopo il primo soggiorno parigino e la
“conversione”. Vuole scrivere un’opera che narri delle festività religiose, ma solo 5 sono state
portate a termine. Quando viene ultimata la Pentecoste c’è un abbandono lirico e una riscoperta del
messaggio evangelico. Gli altri sono: la resurrezione, il nome di Maria, La Passione, il Natale.
Manzoni però si è lasciato alle spalle la ricercatezza formale e lessicale (linguaggio colto). Emerge
Un punto d’osservazione collettivo (struttura corale) e mette in risalto una volontà di
rappresentazione oggettiva, epico drammatica. Prima degli Inni Sacri, Manzoni scrive altri due
componimenti che rappresentazione due linee separate: lirica sacra (ideale cristiano), lirica civile
(vicende politiche). Per giungere alle tragedie Manzoni doveva congiungere la lirica sacra e la lirica
civile. Le tragedie di Manzoni vogliono essere lo studio dell’individuo in altre circostanze storiche,
i drammi di Manzoni rappresentano una svolta proprio per questo. Si abbandonano le unità
aristoteliche di spazio tempo e azione. Non richiedono allo spettatore un immediato coinvolgimento
nell’identificazione sentimentale, chiedono un distacco e riflessione. ( vedi appunti Vins)
Romanzo di un romanzo.
La scelta del genere narrativo rappresenta la sintesi di tutta la ricerca manzoniana. Gli umili
personaggi, le figure che rappresentano il vero volto di una società. Questi umili sono rappresentati
con gioia e dolori. Diventano persone proprio nel momento in cui si scontrano, con i potenti. Il
narratore ha la possibilità di organizzare il racconto a proprio piacere: fonde il caso dei due
promessi sposi con la vita del loro villaggio e con la trama più vasta degli avvenimenti politici. Tale
libertà è fondamentale per il narratore perché gli permette di unire il rispetto analitico della
ricostruzione storica con un giudizio eretico sempre presente nel racconto. I promessi sposi è un
opera di contestazione contro la violenta umana, contro i soprusi dei più forti sui più deboli ->
romanzo relalistico, inaugura la grane tradizione del romanoz trad 800esco eu.
Fasi elaborative:
Composizione in 3 tappe 1. Redazione iniziale Fermo e Lucia (mai stampata, pubblicata solo
nel 1905). 2. Prima edizione nel 1827 (ventisettana). 3. Edizione definitiva nel 1840 (quarantana).
Fermo e Lucia è composto da 4 tomi in cui però è molto forte un sentimento di ansia sperimentale,
di cui se ne rende conto lo stesso autore che si rende conto della necessità di un rifacimento totale
e quindi mette mano su tutto arrivando così all’assetto definitivo da Fermo e Lucia a i Promessi
sposi composto da 38 capitoli e in cui il narratore-regista è più dietro le quinte. Mentre nel Fermo
e Lucia la componente linguistica è caratterizzata da un grande plurilinguismo (lombardo, toscano,
francese e latino), nella ventisettana si passa al solo uso del toscano in quanto era la lingua più
usata comunemente tra gli italiani, però era un toscano scritto, lontano dalla lingua parlata
nell’uso comune. Quindi nella versione finale della quarantana, l’unico cambiamento che si ha è
quello della lingua che passa appunto ad un toscano più vivo e d’uso.
Colloquio tra Cardinale Borromeo e Don Abbondio. Testo
Manzoni prova sia disprezzo e compatimento x D. Abbondio e lo fa attraverso Borromeo.
Dice che si deve ascoltare le “ragioni del coniglio”: se Don Rodrigo minaccia, lo fa seriamente. Non
possiamo biasimarlo se non ha avuto le palle, avremmo ammirato se avesse sposato i due.
All’ostinazione accanita del povero curato che si schermisce con reticenze e con silenzi, si oppone
la violenza dell’incitamento all’erotismo da parte del cardinale. Il narratore parla addirittura di
“ripugnanza a proseguire”. La ripugnanza è verso il cardinale.Questo colloquio prende luogo dopo
che Agnese rivela la responsabilità del parroco nel rifiutarsi di celebrare il matrimonio. Don
Abbondio è caratterizzato da un’ostinazione accanita e da molti silenzi, mentre il cardinale incita
violentemente all’eroismo. Si ha un senso diseroicizzato della realtà e un senso realistico della
letteratura. Abbondio non ne esce assolto o ridicolizzato, ma semplicemente con una forte auto
degradazione di un uomo comune che in un secolo feroce ha scelto di vivere invece che di morire.
Manzoni è il padre del romanzo storico, lui non si è potuto ispirare a nessuno prima di lui, utilizza
una variatio di registri, ha conferito un originale fisionomia al romanzo italiano. È sulla base di una
storia reale e positiva, sulla quale poi si sviluppano le idee del poeta. L’originalità del romanzo sta
in questo: l’ideale non è una idea del poeta , ma è membro effettivo ed organico di una storia reale e
concreta. Ha sottratto alla storia il carattere semplice di cornice scenografica, adesso ha una grande
connessione con il destino degli uomini, dei grandi e piccoli.
Leopardi.
Vita caratterizzata da un isolamento in una provincia arretrata, con una educazione evoluta nella
solitudine della biblioteca domestica.
1798 Nasce a Recanati spesso soffre di incomprensione in un ambiente domestico
conformista. Non è molto vicino alla madre, figura gelida e autoritaria, ma si avvicina di più al
padre, letterato e storico, e ai fratelli minori (1 fratello e 1 sorella)
In casa è presente una ricca biblioteca dove Leopardi viene istruito da giovane, e dove impara da
autodidatta il greco e l’ebraico dimostrando di essere molto precoce. Già da molto giovane inizia a
scrivere componendo 2 tragedie e varie traduzioni.
Con l’aggravarsi della malattia inizia a sentire un’infelicità irrimediabile e cresce i desiderio di
evadere per potersi inserire nel dibattito tra classicisti e romantici (1816), dove Leopardi si schiera
con i classicisti.
1816 conversione letteraria da studi eruditi alla poesia
1819 conversione filosofica da cattolicesimo (abitudine familiare) a convincimento ateo e
materialistico.
1819 tenta di fuggire ma viene scoperto dal padre
1822 – 1823 permesso un soggiorno a Roma dallo zio ancora più isolato e in solitudine
frequenta solo studiosi stranieri torna a Recanati = declino di molte speranze
1825 Milano si illude di potersi guadagnare da vivere con le sue opere
Settembre 1825 Bologna
1827 Firenze varie conoscenze tra cui Manzini e Gino Capponi
Prima metà 1828 Pisa poi rientro a Recanati
1830 lascia per sempre Recanati Firenze grandi opposizioni alla sua linea di cultura
soprattutto contro le Operette Morali.
Distacco da Recanati (borgo odiato ma anche luogo di memorie) atteggiamento più aperto
socialmente e combattivo
1831 Firenze prima edizione dei canti conosce e si innamora di Fanny Targioni-Tozzetti
ispira ciclo di Aspasia
A Firenze conosce Antonio Ranieri (stretta amicizia) 1833 con lui a Napoli muore nel 1837.
1818: all’inizio il poeta si presenta con poesie non armonizzate tra loro = Poesia
sentimentale( canzoni civili con attitudine razionale ed eroica)e Poesia d’immaginazione ( idilli,
evocativo e fantastico).
1- Poesia sentimentale (canzoni) tono sentenzioso e dottrinario poesia filosofica e
concettuale poesia di idee e cultura, non fantasia. Esasperato autobiografismo autore
= eroe protagonista ideali patriottici intenti educativi incitamento alla virtù
incitare il pubblico contemporaneo a nobili azioni contro la corrotta mediocrità del
presente.
Ultimo leopardi:
Col il definitivo allontanamento da Recanati e quindi la fine dell'isolamento Leopardi inizia ad
affrontare meglio i rapporti umani, riuscendo a scrivere quindi con una più grande consapevolezza
di sé stesso e più esperienza nelle relazioni sociali. Recupero degli ideali filosofici già tipici delle
canzoni civili. La tensione filosofica e la suggestione evocativa si uniscono nella Ginestra-> dolore
privato diventa invito alla solidarietà umana per la creazione di un mondo migliore.
Ciclo di Aspasia-> 5 componimenti ispirati all’innamoramento per Fanny. Sono tutti componimenti
sull’amore e testimoniano l’atteggiamento eroico dell’ultimo leopardi.
La Ginestra-> in questa canzone si saldano le due linee delle canzoni civili e degli idilli (poesia
sentimentale e poesia d'immaginazione), in cui Leopardi invita alla solidarietà in quanto viene vista
come la speranza di un mondo migliore ed è l’unica arma contro la ferocia della natura che però è
già una guerra senza speranza di vittoria. Non si ha più come protagonista l'io del poeta ma si
punta ad un viaggio nel passato per poter arrivare al presente per poter attestare la terribilità della
natura e la condizione umana.
Canti.
La prima stampa del 1831 vede 23 componimenti, ma la seconda del 1835 cambia identità. La
stampa del 1831 è caratterizzata da componimenti esclusivamente lirici e una struttura lineare e
chiusa che si articola tra i nuclei principali degli idilli, la canzoni e i canti pisano-recanatesi. Con
l’edizione del 1835 i componimenti salgono a 39 e si ha un impianto più frastagliato e una
struttura più aperta
A se stesso. Pag 337 testo
Composto a Firenze. Dieci endecasillabi. Segna il momento della speranza e desiderio per Fanny. È
un dialogo-soliloquio con il proprio cuore che cessi di innamorarsi. Scarsi sono gli aggettivi perché
importa più la sostanza che l’attributo. Il cuore viene visto come alter ego che occorre istruire sulla
negatività dell’esistere x riportarlo alla quiete-> imperativi.
La Natura per Leopardi Leopardi è un poeta di paesaggi che non si direbbero essere scalfiti
dall’uomo natura nella poesia di Leopardi ha la funzione di calmare l'ansia e il tedio e il dolore
tipico di uno stato di costante infelicità. Leopardi vede la natura con rispettoso timore, in quanto
capace di dare la vita ma anche di enorme distruzione. Il pensiero leopardiano verso la natura
inoltre si può dividere in 3 momenti, in un primo momento la natura viene vista come madre
pietosa, che nasconde la crudele verità di eterna sofferenza all’uomo, in seguito si passa ad una
natura matrigna in quanto non dona agli esseri umani la felicità obbiettiva, infine la Natura viene
vista come malefica dopo la scoperta di Leopardi del pessimismo antico, scoprendo che l’infelicità
non era una conseguenza dei tempi moderni, ma una costante nell’esistenza umana.
Zibaldone:
Giardino “soggiorno di gioia”. Pag 108
Il tutto è preceduto da un brano che inizia con “ tutto è male”che ribadisce il pessimismo di
Leopardi. Il significato logico dell’intero brano è che la morte è preferibile alla vita. Nel testo
Leopardi descrive un giardino apparentemente paradisiaco, ma in cui in realtà ogni cosa sta
soffrendo e gli esseri viventi che appaiono, api, formiche, zanzare, una fanciulla, un giardiniere, ma
anche lo stesso lettore che è stato invitato ad entrare nel giardino, inconsciamente provocano
dolore straziante alla vegetazione.
Il male naturale è diverso da quello di Manzoni che è frutto di umana cattiveria. Qui l’effetto è
inconsapevole: le api lavoratrici producono miele, ma fanno strage di fiorellini, nella vigna di Renzo
è un cercar ordine nel caos.
Leopardi a Bolo:
1826 periodo di pessimismo della sua vita, la sua mente era sempre occupata in un a costante
meditazione che aveva per oggetto la ragione umana-> stato di servitore con l’espiazione di
condanna imposta dalla Sovrana Natura. Scrive : “ l’uomo non nasce per goder la vita, ma per
perpetuare la vita, x comunicare agli altri cosa succede.
Le laudi-> D soggiorna a Napoli e Abruzzo dove lavora a : Maia, Elettra, Alcyone. Il progetto era 7
libri, uno per ciascuna delle stelle più luminose delle Pleiadi.
Nel 1910 travolto dai debiti va in Francia, gli arredi della sua villa vengono venduti, nel 1915 torna
in Ita e prende parte al conflitto. Le sue prose non sono più lussureggianti, ma placate: il Notturno.
Assume poi questo atteggiamento polemico nei confronti della misera Italia, c’è desiderio di
riscatto , vuole celebrare l’artista come maestro di sensibilità per questo fa particolarmente
attenzione al culto della bellezza . D è diventato l’esponente dell’estetismo-> arte come fuga dal
quotidiano, scrittura per evadere.
Con D’Annunzio troviamo motivi tipici del repertorio decadente: sadismo, erotismo inquieto ,
accostamento tra amore e odio, sacro profano, bellezza e morte.
Alcyone-> 3 libro, dopo Maia e Elettra. In Maia il superuomo è in veste di Ulisse, in Elettra viene
esaltato come vate dalle glorie nazionali. Alcyone rappresenta la tregua nella vita, preferisce il
ristoro delle rive, dei boschi, dei prati. Il superuomo è andato in villeggiatura. D dice che ha una
“volontà di canto” che nasce dalla natura. La raccolta si presenta come un diario estivo, una sorta
di sposalizio con la natura. Si apre con il presentimento di una primavera, raggiunge lo zenit ad
agosto e si chiude con le prime ombre di settembre.
I giardini incantati del “Piacere”: il tema del giardino è un tema ricorrente. Estetizzazione della
natura in rapporto alla sensibilità del protagonista Andrea Sperelli. Intorno a Sperelli tutto
gigantesca, è fuori dall’ordinario, tanto da elevare il protagonista al di sopra della realtà. In un
passaggio descrive lo spettacolo : giardino stupefacente, prodigioso. Il termine “orto” non indica
l’intimità familiare, ma viene usato come latinismo per giardino o parco.
Poema paradisiaco: opera del multiforme D’Annunzio. Si presenta come un insieme di buoni
sentimenti, purezza spirituale, saturi di passioni galanti. Vengono descritti volti infelici e
malinconici, giardini solitari e chiusi. Il titolo anticipa questo desiderio di salvezza: paradesos= dal
gr. “poema dei giardini”
È diviso in 3 sezioni:
1- . Hortus conlusus (giardino chiuso) prigionia dei sensi dalla quale si vuole evadere.
2- Hortus Larvarum (giardino dei fantasmi) rievocazione di amori infelici.
3- Hortus Animae (piccolo giardino dell’anima) angolo segreto della bontà interiore. Si ha
quindi un distaccarsi da allettamenti mondani verso la ricerca dell’innocenza.
Poema paradisiaco
Hortus Conclusus. pag 131 testo
Richiamo alla bibbia, dove l’amato paragona l’amata ad un giardino chiuso, simbolo di castità ed
inviolabilità. In D’Annunzio prende un significato diverso. Giardino chiuso = luogo seducente di una
raffinatezza aristocratica perduta, la seduzione delle cose stupende cose defunte. Giardino muto
diventa spazio della nostalgia e del rimpianto in contrasto col volgare presente. La natura qui ha 2
attributi 1 senso del mistero, 2 fascino dell’artisticità
Siamo di fronte a un topos letterario. Il parco presenta fonate, statue, vigne, è il luogo tipico della
natura aristocratica. Nella cultura borghese si rappresenta come uno spazio morto in cui il sogno e
la malinconia si rifugiano. Il parco in questo caso non è natura. Gozzano è attratto dal tema delle
statue di marmo.
Ironia e disincanto.
Già negli anni del pieno successo di D, si facevo spazio i poeti crepuscolari, in contrapposizione
con il pensiero di D’Annunzio. Uno tra questi Gozzano il quale di fronte alla grandiosità del vate
superuomo, minimizza se stesso e il suo stile che tende alla semplicità colloquiale. Gozzano si
allontana sia dall’estetismo dannunziano, ma anche dallo spirito di aristocrazia che si associa da
poetica estetizzante. Sono anche diversi nell’accezione di giardino: 1- D arriva a toccare gli accenti
+ originali. Gozzano ne parla con insistenza, ritiro appartato dal mondo, un rifugio di quiete e pace.
Guido Gozzano.
1833 Torino
1903-1906 studia Legge a Torino poi lettere
1904 primi segni di Tubercolosi vivere località di mare morte prematura
1907 prima raccolta (la via del rifugio). Relazione con la poetessa Amalia Guglielminetti
1912 -1913 speranza per migliorare la salute viaggio in India
1916 muore a Torino postumi alla sua morte diverse opere.
Poesia e prosa:
1- libro in versi -> la via del rifugio 1907, i colloqui 1911, i viaggi in India 1912
2- prosa-> i talismani 1914, la principessa si sposa, l’ultima traccia.
La sua poesia è raffinata ed ambigua-> ciò deriva dalla condizione del presente: civiltà industriale
senza alcuna bellezza, dove la letteratura è qualcosa di superfluo. Il poeta è un “ venditore di
parole”. C’è un sentimento di nostalgia nei confronti del passato, si è consapevole che è
impossibile tornare li. Per combattere ciò usa l’ironia come difesa. La bellezza lo avvicina a
Dannunzio , ma non lo riprende perché non ne condivide l’orgogliosa fiducia nel valore dell’arte.
Nella “Via del Naufragio” x es ha sostituito gli amori per le principesse x domestiche e cuoche, fiori
preziosi, li ha sostituiti con verdura e legumi. Ha evocato un mondo del passato, una vita piccola
borghese, ha descritto gli interni di mezzo secolo prima. Ha proposto questi ambienti in
componimenti di carattere narrativo. A tutto ciò ritorna con affetto, ma usa ironia perché sa che
non si può tornare indietro. Le sue opere sono di liquidazione sia nei confronti dell’estetismo
dannunziano, sia nei confronti della nostalgia sentimentale. Anche lo stile si compiace a
recuperare forme antiche ed auliche per metterle in contrasto con quelle popolari -> vento di
malinconia. L’autore si sente un “sopravvissuto”, non esiste certezza. La Morte, La signora vestita
di nulla appare come unico confronto reale.
Da I colloqui:
Alle soglie.
Comprende i testi più significativi. Organizzato come un libro organico in 3 sezioni: il giovanile
errore(vagabondo), alle soglie (colloqui con la sua malattia fisica, dialogo drammatico con il
proprio cuore), il reduce ( stato d’animo di chi si rassegna alla vita sorridendo).
Il cuore per la prima volta in lett non è inteso come metafora o come simbolo del sentimento, è
proprio inteso come muscolo cardiaco. Gozzano rievoca il momento di una visita medica,
momento degli accertamenti. I gelidi raggi ( x) invadono al casa del cuore. Il senso di sgomento
viene tenuto a freno da un sorriso amaro e ironico. Vicenda straziante descritta da versi nitidi e
cristallini.
Pasolini è attratto dallo stile tragico-comico, dalla struttura e dall’ambientazione realistica che
distinguono i componimenti di Gozzano.
Palazzeschi è coetaneo di Gozzano, anche lui tende a disfare il mondo esteta di Dannunzio. Con
Palazzeschi abbiamo una clamorosa parodia del giardino formale. Egli prova ammirazione per
Boccaccio (Le sorelle materassi saranno ambientate ai piedi delle colline fiesolane, giardini
descritti da Boccaccio), in questo caso la natura non cade mai nel fosco, orrido, romantico o
sensuale. Il paesaggio è costellato da parchi e giardini che creano un atmosfera da sogno. Il ricordo
di Boccaccio è immediato tanto che palazzeschi gli indirizza un saluto “ da umile e lontano
nepote”. La sua ironia deriva dalla sua apertura verso i plurimi e vari e contraddittori aspetti del
mondo circostante.
Il futurismo.
Palazzeschi ha aderito al futurismo fin da subito 1909. Amico di Marinetti alcune delle sue opere
sono i capolavori della lett futurista. Con il futurismo condivide le idee di rinnovo profondo del
linguaggio e temi, su alcuni punto non è d’accordo come l’idea politica e le parole in libertà.
Questo periodo lo porterà ad allontanarsi nel 1914 al futurismo. Fedele Azari invece è un futurista
ortodosso e paralibero, pubblica dei manifesti in collab con Marinetti. Egli scrive “ la flora futurista
ed equivalenti plastici di odori artificiali”. (porta la sua firma un manifesto “ il contro dolore”->
apologia del riso. Allegria è sovversiva, insofferente e provocatoria. Il ritmo è cantilenante,
cantabile. S iabolisce io soggettivo, deriva dal rifiuto di una società alienata.) dobbiamo constatare
che la flora naturale non corrisponde più al nostro gusto. Le ragioni della decadenza dei fiori sono:
1- Fiori sempre rappresentati con linee delicate, sfumature di colori.
2- La velocità ha rimpicciolito la sensibilità
3- I profumi sono insufficienti. C’è bisogno di un profumo più violento.
4- Sono stati usati per tutto fino alla nausea. Si cerca nuove forme. Stabilito che i fiori in
natura non soddisfano più, i futuristi hanno creato una flora di platica( metalli, stoffe,
legno). Per esempio Depero attraverso la stilizzazione del fioreha rappresentato fiori
inesistenti in natura.
Aldo Palazzeschi.
Oltre a Gozzano si discosta da D’Annunzio tramite l’ironia dei suoi giardini anche Palazzeschi, che
si riavvicina invece più a Boccaccio, parlando dei giardini descritti nel Decameron.
Palazzeschi aderisce al Futurismo sin dai suoi inizi (1909) alcune opere capolavoro
letteratura futuristica. Concorda con il futurismo per la necessità di un rinnovamento di temi e
lingua in letteratura, ma non concorda l’interventismo politico, lui si dichiara più neutralista.
allontanamento dal futurismo.
Vita
1885 Firenze
1905 genitori fanno costruire una Villa a Settigiano dove vivono vicini a D’Annunzio
1909 adesione al futurismo
Vive a Firenze fino al 1941 dedicandosi all’attività letteraria, con soggiorni regolari a Parigi.
1941 muoiono i genitori e lui si sposta definitivamente a Roma con soggiorni estivi a Venezia
1974 muore
La poesia del saltimbanco:
Collabora con la voce, pubblic 3 raccolti di poesia:
1905 i cavalli bianchi: gusto liberty
1907 lanterna: tematica aulica con influenze crepuscolari
1909 i poemi: ironia, approccio al futurismo
Dopo la grande guerrra, P abbandona la poesia e scrive 2 raccolte: Cuore Mio 1968, Via delle
cento stelle 1972.
Nel dopoguerra e con l’arrivo del fascismo si dedica alla narrativa e non al verso. 3 nuovi romanzi: -
- Stampe dell’800 (1932),
- Sorelle Materasso (1934),
- Il palio dei buffi (1937) si dedica al ricordo dove in situazioni di quotidiana normalità irrompe il
“buffo” visto come qualcosa che evidenzia l’assurdità del quotidiano e metta in dubbio la norma
ordinaria dell’esistenza.
Il controdolore 1914 manifesto futuristico che porta la firma di Palazzeschi. Apologia del riso
che annuncia un luminoso regno d’allegria l’allegria deriva da un rifiuto della società
benpensante. Palazzeschi cerca un ritmo cantilenante che non cerca la lettura, ma
l’interpretazione e la recita, con forte mimica e gesticolazione, andando a dissacrare tutto ciò che
viene rappresentato.
Da Poemi
I prati di Gesù. Pag 168
Pubblicato nel 1909. 9 componimenti che hanno come tema il prato.
Le prime raccolte si caratterizzano per uno stile semplice, colloquiale, toni fiabeschi e sognanti. Si
apre con un prato fiorito, multicolorato, ma con prepotenza di rosa( peschi). Il prato-giardino
assume valori edenici: come l’ingresso del paradiso in mezzo ai fiori ballano 11 principesse.
Bellezza incantata, irreale. Ci sono descritti colori: rosa( pesco), verde( prato), bianco ( massola),
giallo ( chiome bionde).
L’incendiario.
I fiori.
2 raccolte poetiche edite in Poesia.
La prima raccolta è legata all’adesione al futurismo. Opera originale e battagliera. L’innovazione
riguarda la libertà delle soluzioni espressive e il trattamento leggero di temi inattesi e ironici.
Nella seconda raccolta vengono riportate anche composizioni nuove, come I fiori: dove si ironizza,
sbeffeggia e si fa sarcasmo sulla millenaria tradizione lirica. Infatti, Palazzeschi fa parodie su tutti i
fiori del giardino, facendo per esempio diventare la Rosa (sempre simbolo di amore e bellezza e
anche di castità) una prostituta. Questi versi si prestano molto bene alla recitazione. Però non si ha
solo il riso e la parodia, in quanto negli ultimi versi emerge un sentimento di angoscia.
Il segreto di Pala è quello di vedere alla rovescia, ribaltare i luoghi comuni della lett. Il suo compito
era quello di sciogliere ogni incanto. Per questo si trovò bene con l’idea del futurismo( non politico
però). Ebbe in comune con i crepuscolari il rifiuto della poesia di fine 800 Pascoli e D’Annunzio. P è
alla continua ricerca di elementi che gli permettano di frantumare il codice dei valori passati per
rendere un mondo + leggero.
Dino Campana
1885 Marradi (Firenze)
12 anni disturbi psichici pazzia internamento in manicomio (33 anni)
Studia prima a Bologna poi a Firenze
1903 carcere a Parma (poco)
1906 ospedale psichiatrico Imola
Interrompe gli studi
1907 Francia
1908 America Latina diversi lavori
Ritorno Belgio prigione 3 mesi ospedale psichiatrico
1910 rientro in Italia
1913 affida delle poesie manoscritte ai direttori di una rivista che lo perdono disperato e
senza altre copie riscrivere a memoria e stamparlo a proprie spese, saranno i Canti Orfici.
Guerra cerca di arruolarsi, ma riformato
1916 relazione con Sibilla Aleranno (molto tumultuosa)
1917 fine relazione
1918 internato per sempre in ospedale psichiatrico
1932 muore
1971 ritrovato manoscritto perduto (il più lungo giorno) redazione originaria dei Canti Orfici
differenze sostanziali con quello del 1914 stampe nel 1973.
L’originalità della sua poesia è che accosta alla tradizione letteraria di Carducci e D’Annunzio, la
grande lezione europea di Baudlaire e Rimbaud. Lui non condivide la polemica sul ruolo del poeta,
ansi, rilanzia l’idea carducciana e dannunziana del poeta come guida e vate. Sente questo bisogno
impellente di ribellarsi, di evadere dal presente e dalla realtà verso un mondo ideale
irraggiungibile tipico tema del viaggio = allontanamento e fuga insoddisfatta da una condizione
di sofferenza. Nelle sue opere gli oggetti fisici si dissolvono. Si parte quindi da oggetti terreni e
fisici, che però iniziano a dissolversi creando oggetti irreali e immaginari, iniziando così il viaggio.
Interpreta così in mondo sconsolato e caotico.
I canti Orfici -> I canti orfici hanno un’epigrafe-> “ La tragedia dell’ultimo germano in Italia”, a cui
segue la polemica “ A Guglielmo II imperatore dei germani”. Questo aiuta a capire la cultura di
Campana, legata al mito della stirpe germanica. Il super uomo per lui non è come quello di
D’Annunzio, ma è un paladino sconfitto e spaesato in cerca di una patria, proteso verso un suo
ideale di purezza e di morale eroica, in un mondo che lo umilia. Misto di versi e prosa riflette
questa impossibile aspirazione libro di sconfitta ma anche trasalimenti fantastici e repentine
illuminazioni. I canti sostituisce il precedente “ Il più lungo giorno”, titolo che era una citazione
d’un passo della terza parte ( Il ritorno ) e del poemetto i prosa iniziale ( LA notte)
Da i Canti Orfici
Giardino autunnale. pag 535
La prima stesura col nome Boboli “ella” dell’ultimo verso si riferisce alla Chimera
(componimento successivo). Giardino descritto = Boboli. Paesaggio autunnale = angosciosa
solitudine. Luogo sempre più in ombra = presagio di maligno e morte. Suono fanfara (caserma lì
vicina) =imprevista miracolosa salvezza. Boboli = personale esperienza di abbandono, continua
presenza dell’io. Giardino autunnale = non più io, ma più descrizione del luogo. Sentimento di
solitudine e disperazione non più personale (io) ma diffuso nello spazio e nel paesaggio. L’io è
catturato dalla suggestione delle tenebre immerse nel silenzio. In questa solitudine appare un
fantasma, una figura che può dare rifugio, sollievo e salvezza, ma è impenetrabile e non può
essere riconosciuta o afferrata.
In Giardino-> il giardino si pone in primo piano. Il ricordo della donna presente in Boboli, in
Giardino scompare, il senso di solitudine e di morte qui è affidato a elementi della scenografia
seicentesca e alla natura.
Eugenio Montale
1896 Genova (commercianti)
1915 diploma ragioniere
1917 interrompe studi di canto
WW1 ufficiale di fanteria lega ad ambienti letterari genovesi e torinesi
1927 Genova – Firenze
1929 direttore Gabinetto scientifico-letterario di Vieusseux
1938 lasciare l’incarico perché non iscritto al partito fascista disoccupato collaborazioni
giornalistiche e traduzioni
Da 1939 vive con Drusilla Tanzi (Mosca) sposano 1962 1963 lei muore
1945 Firenze Il Mondo
1948 Milano (Corriere della sera e Corriere d’informazione)
1967 Senatore a Vita
1975 premio Nobel
1981 morte a Milano
Tutta la sua produzione lirica è stata riunita in Tutte le poesie, del 1977. Dopo di chè alla
produzione vengono aggiunti nuovi testi e pubblicato il tutto in L’opera in versi 1980.
Farfalla di Dinard -> prose narrative di fantasia e d’invenzione
Auto da Fè-> scritti letterari
Nel Nostro Tempo (1972) raccolta di scritti letterari
Fuori di casa 1969 registri di viaggio
Sulla Poesia 1976 critiche e saggistica
Prima alla Scala 1981 recensore musicale)
Giardino autunnale composizione che apre la strada ad un disfacimento novecentesco
solitudine.
Meriggiare Pallido e assorto manifesto del moderno male di vivere.
Poesia lasciarsi alle spalle natura come rifugio guardare in faccia la squallida verità
Ossi di seppia 1925 libro d’esordio segno definitivo nella letteratura.
Assimila la negatività dei crepuscolari, ma ha una novità, non inno celebrativo o canto
consolatorio, ma una ferma consapevolezza, senza ironia, della propria disarmonia con il mondo.
Poesia non cambia la realtà, aiuta a conoscerla meglio nei lati quotidiani, non eroici o esaltanti.
Opera incapace di comunicare positive certezze. Conoscenza del negativo consapevolezza di un
mondo spietato e disgregato linguaggio puntiglioso e tecnico. Davanti al caos della storia e al
male di vivere la poesia e la cultura vengono protetti e visti come un alto valore di civiltà.
Primo tempo Ossi di seppia roba sopra + rari istanti di illusione e dolcezza che sono solo
transitori e possono derivare da varie cose come odore di limoni.
Le occasioni 1939 seconda raccolta lirica paesaggio esterno ridotto in quanto sempre più
cupa la situazione storica agli albori della nuova guerra intenzione di mettere al primo piano le
esperienze dell’autore che cerca di dare un senso alla sua vita. Ancora più forte la
contrapposizione tra il male di vivere e i momenti passeggeri di gioia dati da piccole cose che
vengono da un mondo più umano.
La bufera e altro 1956 Venezia terzo libro presentimenti ne Le occasioni diventate
certezze bufera di un’Europa distrutta. Male di vivere ora volto di avvenimenti concreti MA
non poesia civile, ma sempre dramma interiore, alleviato da improbabili barlumi di felicità che
vengono da lontano.
La stagione di Satura quarto ed ultimo tempo vecchiaia e stagione conclusiva molto
operosa. Stile drammatico, alto, teso. Linguaggio discorsivo e familiare. Attenzione contro i miti e
idoli della società consumistica del tempo. Nascosto un senso di sconfitta e smarrimento.
In le occasioni, nella posizione centrale si hanno 20 brevi poesie senza titolo in cui ci si riferisce ad
una figura femminile enigmatica chiamata Clizia. In realtà Clizia è una donna statunitense
conosciuta dal poeta nel 1933 e rientrata negli stati uniti nel 1938.
A liba che parte prima parte di Le occasioni, dedicata ad una giovane israelita inglese che è
costretta a tornare in Inghilterra nel 1938, allora l’autore la saluta alla stazione di Firenze dove lei
parte con il suo gatto visto ormai come simbolica divinità della famiglia dispersa. La poesia
funzione come biglietto di saluto e un augurio che addolcisce l’addio.
Meriggiare (mezzogiorno) pallido e assorto (1916) secondo componimento dei 22 testi senza
titolo in Ossi di seppia. Qui si hanno le caratteristiche delle prime opere di montale (paesaggi liguri,
linguaggio e suoni aspri e convulsi, senso doloroso del vivere). La fisicità della natura assume
valore di condizione esistenziale. Orto = spazio domestico e limitato. Natura non estetizzante
come DA e non ironica come Gozzano, ma natura negativa e ostile, che ferisce l’anima suoni
striduli e secchi, presenze vegetali che possono ferire, creature animali di una povera quotidianità,
quello che si può toccare è ruvido e spietato, ciò che può fare bene (il mare) è lontano e
irraggiungibile.