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LEZIONE 30

In questa traduzione, abbiamo la ripetizione della parola predmet, cioè l’oggetto. Che deve essere
spogliato della sua confezione letteraria e l’oggetto diventa il focus, il nuovo elemento di dignità
dell’arte.
Con gli oberiuti abbiamo l’oggetto in quanto tale.
In questo primo frammento, gli oberiuti ci dicono di guardare l’oggetto con occhi nudi, occhi privi
di pregiudizio, di una lente, di un filtro, occhi che non hanno condizionamenti, che vedono per la
prima volta. Quindi l’invito è a scoprire l’oggetto senza farsi condizionare. Siamo agli antipodi
della poetica acmeista, il cui l’oggetto, ma anche la parola, doveva recuperare tutta la storia dei
contenuti di utilizzo dell’oggetto/parola, accumulati nella storia della letteratura. La poetica degli
oberiuti ci viene introdotta con questo concetto di nuovo, al punto quasi di non riconoscere più.
Se il segno/significante e il significato perdono il loro rapporto di univoca corrispondenza, che
risultato ho? Ho un risultato, col futurismo, ma qui andiamo un passo altro, perché per gli oberiuti il
referente diventa irrappresentabile. Non solo guardando l’oggetto con occhi nuovi e nudi, sono più
leggero rispetto a una tradizione culturale precedente, ma allo stesso tempo la realtà stessa mi viene
data per difficilmente codificabile e rappresentabile, perché la realtà è irrappresentabile, quindi io
faccio saltare tutte le normali interrelazioni che dovrebbero esistere tra significante e significato. E
creo una poetica che non può più distinguere tra conosciuto e non conosciuto, tra vecchio e nuovo.
Uno dei procedimenti formali fondamentali messi in atti dagli oberiuti è quello della similitudine
tautologica. Esempio: Mi sono spogliata del tutto, ed ecco il risultato: tutta una continuazione del
viso. Perché è una similitudine tautologica? Perché gli oggetti sono il viso e il corpo per intero. Il
corpo non è un corpo, ma una continuazione del viso, non lo vedo più come corpo, ma come fosse
un viso allungato. È una similitudine, non una metafora, perché continuazione del viso significa che
il corpo è simile al viso; è tautologica perché continuazione del viso identifica il corpo, quindi si
fonda su una tautologia, cioè un’identità di termini.
Quello che dovrebbe apparire consueto, il corpo, viene mostrato in modo totalmente nuovo, come
continuazione del viso. Questo è un modo di procedere degli oberiuti.
Charms nasce nel 1905 a Pietroburgo e parte dalla poesia, drammaturgia, per approdare in un
secondo momento nella prosa. Nella sua vita, c’è un anno spartiacque, il 1931, in cui viene
condannato per la prima volta al confino. Verrà allontanato dalla città, forzato a risiedere in una
regione lontana, nel nord, e poi potrà rientrare dopo 4-5 anni. Rientra al termine della condanna e
scrive “Casi”. Verrà condannato una seconda e ultima volta, nel 1938, nel corso delle grandi
purghe, internato presso l’ospedale psichiatrico di Leningrado e lì, sottoposto a trattamenti sanitari
obbligatori, e troverà una infausta morte, nel 1940 (o 1941). Nel 1931, l’Unione Sovietica è molto
diversa dagli anni ’20. Perché nel 1929 si è prodotta la grandissima svolta, in cui Stalin, già al
potere da un quinquennio, mette in atto il suo piano di industrializzazione formata e
modernizzazione del Paese e porta avanti la propria campagna repressiva nei confronti di una serie
di classi sociali e categorie di nemici del popolo e nel 1939 viene dato avvio alla campagna di
collettivizzazione forzata delle campagne, che significa espropriazione di terre e aziende dei
possidenti, su tutto il territorio sovietico, e questi contadini ricchi (cioè indipendenti dallo stato, non
ricchi, chiamati kulakì, che significa pugno) vengono tutti allontanati dalle proprie terre, deportati,
uccisi e fucilati, portati nelle prigioni e nei lager di lavoro forzato (i gulag).
Il ’31 è anche l’anno di apertura della metropolitana di Mosca.
Stalin nel 1929 avvia l’industrializzazione forzata e il varo del primo piano quinquennale
(programmi delle acquisizioni dei risultati da raggiungere in termini economici, di produttività,
stabiliti cinque anni prima, e che prevedevano una pianificazione dell’economia e una conseguente
organizzazione delle forze produttive a cinque anni prima; dovevano portati i risultati preventivati,
molto alti). A son di piani quinquennali, riesce a diventare la seconda potenza mondiale, a
competere con gli USA. Grazie soprattutto alle forze di lavoro gratuite, diffuse su tutto il territorio
sovietico.
Clima di pressione, di paura degli anni ’30.
La dittatura del proletariato che si era voluta instaurare, da un lato si realizza (qualsiasi cellula di
proprietà privata viene smantellata) (termine proletariato: non possiede nulla, se non la prole).
L’arte degli oberiuti viene recepita come contraria alla dittatura del proletariato, perché corrobora
gli sforzi del partito e delle forze produttive, non contribuisce. Viene stigmatizzata come arte di
nemici del popolo.
Charms, dopo il ritorno dalla prima condanna, che già aveva percepita l’assurdità della realtà, in cui
non trovava più la ragione logica per cui certe cose si verificassero, in cui il rapporto causa-effetto
viene infranto, inadeguatezza della realtà alla rappresentazione. Diventa più certo delle proprie
intuizioni, e più cupa ed estrema la sua sperimentazione. È qui che nasce in modo compiuto il senso
dell’assurdo di Charms, il nonsense. Ma l’assurdo di C e di tutti gli oberiuti, non è follia, scissione
dalla realtà, rinuncia alla realtà, è una risposta a ciò che si osservava ed è un atto di iper-lucidità
tragica. Si imposta per la prima volta una poetica dell’assurdo. Nasce perché solo in US c’erano le
condizioni socio-politiche da spingere un artista così all’estremo da privare la realtà del proprio
diritto alla rappresentazione. Solo qui nascono persone capaci di registrare l’assurdità del reale,
creando una nuova estetica, oltrepassando la sperimentazione futurista. Il mondo è irrappresentabile
perché non ha senso, vedere ciò che sta succedendo, rispetto alle tesi di Marx e di aprile di Lenin,
rispetto a quello che si propaganda e si professa. Il mondo in cui si vive appare come un testo
frammentato, non più lineare e compiuto, dotato di senso. Si perde il nesso che tiene il tutto con il
tutto, la causa-effetto. Il mondo è dato da pezzi di mosaico, e l’isolamento di ogni frammento,
privato del nesso causa-effetto, per conseguenza diventa sterile e mortale. Tutte le cose, gli oggetti,
sono mortali, tutto muore, perché non c’è relazione intelligibile tra le cose. Se manca il nesso causa-
effetto e non c’è differenza tra vecchio e nuovo, le cose avvengono in serie: serialità, non in modo
ordinato, ma in serie 1 1 1 1, 2 2 2.
Vecchie che cadono: caso numero 3.
Vyvàlivatza/vìvalitza (vy: prefisso che indica uscita; val ha a che vedere con il giacere): significa
sporgersi e cadere.
Con prefisso c: cadere da un’altura.
Le vecchie cadono da una finestra, perché si sporgono (quindi Vi).
Ljubopitctvo: curiosità
Mera: misura
Una vecchia, per la troppa curiosità, si sporse dalla finestra, cadde e si sfracellò. Dalla finestra si
affacciò un’altra vecchia e iniziò a guardare di sotto la sfracellata. Poi dalla finestra si affacciò una
terza vecchietta, poi una quarta e poi una quinta. Quando si sporse la sesta vecchietta, mi venne a
noia di guardarle e andai al mercato, dove si dice che a un cieco avessero regalato uno scialle
cucito.
Questo è un esempio chiaro di serialità. Non c’è una conseguenza, un legame di premessa,
svolgimento e conseguenza, non c’è nessun collegamento tra queste. Le vecchiette ripetono la
stessa identica azione e non c’è nemmeno la conoscenza pregressa, che traggo da un certo tipo di
esperienza. L’assurdo di Charms: ripetere esattamente la stessa azione. Ma C non sta dicendo che le
vecchie sono stupide o prive di capacità raziocinante, non è questo il messaggio, ma è il contrario:
quello che vede accadere nella realtà (gli arresti, le repressioni, la propaganda che non si rispecchia
nella realtà oggettiva) non è razionale. Vive il fatto che viene mandato al confino per aver creato un
proprio tipo di arte. Se la rivoluzione ha come scopo quello di liberare l’uomo dai suoi sopraffattori,
perché allora il partito è sempre più ingerente, perché viene mandato al confino? Non è logico tutto
questo, rispetto a quella che sarebbe dovuta essere la liberazione. Lui si limita a registrare, non ha
una risposta. E questo è il suo modo di registrarlo. I casi sono caratterizzati da un atteggiamento da
parte del narratore totalmente inespressivo, il narratore non compartecipa a quello che racconta. La
totale mancanza di empatia, di sintonizzazione, la frammentazione: ecco come si esprime Charms.
C’è humor, ma è un humor nero, amaro, tragico, non è un riso cechoviano (già crudele come
scrittore), non è un riso di divertimento.
razbivat’/razbit’: frantumare
ctat’ + infinito: iniziare a…

Caso n.10 Quaderno azzurro


C’era una volta un uomo rossastro di capelli, il quale non aveva né occhi né orecchie. Non aveva
nemmeno i capelli, per cui lo chiamavano rossastro per convenzione. Non sapeva parlare, poiché
non aveva la bocca. Non aveva nemmeno il naso. Non aveva persino braccia, gambe, mani e piedi.
E la pancia non ce l’aveva. E la schiena non ce l’aveva, e la spina dorsale non ce l’aveva, e non
aveva nessun organo interno. Non c’era nulla. Per cui, non si capisce di chi si parli. E allora, è
meglio se di questo (tizio) smettiamo proprio di parlarne.
Yg: su su (russo parlato).
Ecco la prosa charmsiana dell’assurdo.
Il primo elemento da mettere in evidenza: la mortalità delle cose. Non è che l’uomo muoia, ma non
è certamente vivo, mai, non è nemmeno esistito. Abbiamo 10 righe, quindi una forma di racconto
miniaturizzata, una micro-prosa che concentra il testo su se stesso, tutti gli elementi in modo
ravvicinato. Sono elementi fattuali, che descrivono fatti, che portano a una tale concentrazione di
fatti, di narrato, che questo crea pure assurdità, perché mancano tutti i nessi, tutti i connettivi.
Assistiamo a un procedimento di distruzione del testo, il testo si distrugge da solo, perché la ratio
della sua esistenza non c’è. È una dimensione parodica della letteratura, è una parodia della
letteratura. È la piccola forma di Cechov ripresa e reinterpretata da Charms, in un vuoto ontologico
libero, il racconto rimane forma, vuota costruzione, non c’è più nulla dentro, sembra quasi additare
al fatto che certe tesi e programmi sono vuota costruzione. Il personaggio qui si smembra, pezzo a
pezzo, e così anche il racconto finisce perché non c’è più nulla da dire. Siamo ai confini della
letteraturietà. Nichilismo, è il nulla che continua a esistere, ma questo nulla non è una rivolta
nichilista, è il tentativo estremo di dire ancora qualcosa sulla realtà in cui C sta vivendo. Il corpo
umano è uno degli oggetti principali presi di mira dagli oberiuti. Più del nulla dominante vediamo
l’incorporeità della realtà. Il reale, la realtà è così brutta, cattiva, terrificante, illogica, che io artista
mi rifiuto di riconoscerla come reale, quindi la realtà è inesistente. Siamo all’opposto di Hegel. La
storia non esiste, è un’allucinazione.
Una della performance date dagli oberiuti nel gennaio del 1928, a Leningrado, alla Casa della
Stampa, esemplifica questa valutazione della realtà. Durante la loro prima serata, intitolata “Tre ore
di sinistra”, il gruppo presenta il proprio manifesto e, in questa serata, annunciano la partecipazione
di vari poeti. E non avviene nulla, nessuno arriva, nessuno legge niente. Il nulla. Ma, nello stesso
tempo, questo poeta che era stato nominato, era da qualche parte a declamare le sue poesie a giro
per la città. Qui vediamo il gesto scandalistico, desunto dai futuristi, ma innestato in una poetica
decisamente più assurdo, che sgancia i collegamenti tra pezzi e pezzi di realtà. Sono serate molto
divertenti, che si svolgono fino al 1931. si abbatte la distinzione tra vecchio e nuovo, tra vivo e
morto, l’elemento tragicomico, in questo contesto vive e si colloca armonicamente, perché il
tragicomico viene reinterpretato nella forma di impossibilità di distinguere, tra vivo e morto.
Kassirscia
Ci troviamo in un supermercato (in epoca sovietica i supermercati non esistevano, esistevano negozi
di generi alimentari, dove c’era la del’, cioè il reparto della frutta, del pane, del formaggio, della
carne… e per ogni reparto c’era un commesso o commessa.
Traduzione letterale: Mascia è la protagonista,
Mascia ha trovato un fungo, lo raccolse e lo portò con sé al mercato. Qui, la presero a botte sulla
testa, e le promisero di prenderla a botta anche sulle gambe. Lei si spaventò e corse via, corse corse
fino al negozio di alimentari della cooperativa e volve nascondersi dietro alla casa, ma il
responsabile del negozio la vide e le chiese cosa aveva nelle mani. Un fungo risponde lei. E il
responsabile dice: che ribelle che abbiamo qui! (È molto volgare) che vuoi? Che ti dia un posto di
lavoro.
Non ti riesce mica
Eccome se mi riesce
E mise M a girare la cassa
Lei girava la cassa e all’improvviso morì. Arrivò la polizia e ordinò al responsabile di pagare una
multa di 15 rubli.
Perchè
Per omicidio
Il resp si spaventò, pagò la multa e disse di portare via quella cassiera morta velocemente possibile
Il commesso del reparto ortofrutta disse no: non era la cassiera Lei girava solo la manopola della
cassa, invece la cassiera guarda dove sta a sedere. La polizia dice: non ce ne importa nulla, ci hanno
detto di portarla via e la portiamo via.
Il resp: signori, ci siamo incasinati, ma cosa dobbiamo fare ora con la defunta?
Eheh, non è mica facile mettermi in un vicolo cielo, facciamo così, mettiamo la defunta a sedere
dietro la cassa, del resto ci sta che la gente non comprenda chi veramente sta a sedere dietro la
cassa.
Misero la defunta a sedere dietro la cassa, nei denti misero una bella sigaretta, affinché
assomigliasse di più a una viva, e nelle mani, sempre per la vero somiglianza, un fungo. Sta a sedere
dietro la cassa come fosse una viva, ma il colore del volto è verde, e un occhio è aperto, ma l’altro
completamente chiuso.
Il resp: he vuoi che sia, ve bene, va bene.
Qui abbiamo un prodigio linguistico di parlato e l’uso anarchico della categoria logica di causa-
effetto è esemplificato qui, in tutta la sua potenza.
Caso n. 1, 2, 3, 8. (pag.152 a 154 “Cadere”).

Flauto di vertebre NO, flauto di grondaie ABBIAMO FATTO, SI è CONFUSA LEI. (Nel
documento precedente)

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