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Pedagogia dei saperi

Problemi, luoghi e pratiche per l’educazione

Berta Martini
Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”
Pedagogia come attività razionale

Pedagogia dei saperi

Pedagogia come attività razionale Pedagogia dei saperi


Un proprio campo di esperienza esperienza nei luoghi della
formazione al sapere
Rapporto personale e pubblico al
sapere
Uno schema concettuale costrutti della pedagogia e della
didattica
Un insieme di problemi evoluzione, trasmissione, selezione,
valore formativo
Pedagogia dei saperi
saperi educazione

Rilevanza della dimensione conoscitiva dell’esperienza


Azione educativa di tipo razionale

I saperi segnano in Individuare le


senso oggettivo e condizioni
soggettivo pedagogiche che
l’esperienza qualificano
individuale e sociale l’esperienza educativa
Sommario
1. Oggetti e problemi della pedagogia dei saperi
1.1. Questioni di confine: i saperi e i loro rapporti
Oggetti e problemi
1.2. I saperi e la tecnica
1.3. I saperi e la mente
2. Epistemologie pubbliche: saperi per formare
2.1. I saperi e “lo spirito del tempo”
2.2. I saperi tra conservazione e innovazione
Dispositivi euristici
3. Epistemologie personali: le immagini del sapere
3.1. Paradigmi e filosofie implicite
3.2. Il rapporto al sapere
4. Saperi e pratiche formative
4.1. La lettura
4.2. L’ascolto musicale
4.3. La risoluzione di problemi matematici
5. I luoghi della formazione ai saperi Prasseologia
5.1. Il museo
5.2. La biblioteca
5.3. La scuola
Oggetti e problemi della pedagogia dei saperi
“la mente e il mondo sorgono insieme” (F.J. Varela)
questioni epistemologiche
i saperi e i loro rapporti

questioni formative
disciplinarità/interdisciplinarità

Ipotesi di lavoro: interpretazione dei saperi come sistemi di conoscenze autonomi e


capaci di auto-organizzazione, ossia “come se” fossero sistemi “autopoietici”.

Saperi di Sistemi viventi


conoscenze analogia

Modello metodologico Impegno ontologico


I saperi come “sistemi”
La prospettiva sistemica ci permette:

sguardo “interno”
sguardo compiuto da un sguardo “esterno”
osservatore interno al sguardo compiuto da un
sistema osservatore esterno

Relazione sistema-ambiente

visione “statica” visione “dinamica”


forme e organizzazione sviluppo ed evoluzione
La prospettiva sistemica
“Sistema” → synestanai → “porre insieme”

Il tutto è maggiore della somma delle parti

Approccio cartesiano versus Approccio sistemico

riduzionismo olismo
vitalismo
organicismo

Approccio riduttivistico e sistemico costituiscono due diverse descrizioni


dei sistemi, rispettivamente statica e dinamica.

Evidenza storica della necessità delle due descrizioni per la scienza.


La teoria generale dei sistemi (Tgs)
L’affermarsi di un nuovo paradigma:

Concetti della Tgs: interazione e apertura/chiusura

Interazione: P1 R P2 due elementi sono in interazione quando


modificano il proprio comportamento in
dipendenza del comportamento dell’altro.

(Comportamento P1 )R P2 ≠ (Comportamento P1 )R P3
Apertura/chiusura: un sistema è aperto (chiuso) se (non) ha uno
scambio continuo verso l’esterno e verso l’interno.
Un sistema aperto ha una successione di stati
stazionari.

Sistemi aperti: organismi viventi


Sistemi chiusi: sistemi della fisica classica
Il sistema dei saperi

sapere
Sistema -sapere

Ambiente-mondo

Relazioni interne: responsabili dei processi di specializzazione disciplinare delle


conoscenze.
Relazioni esterne: responsabili delle contaminazioni interdisciplinari.

La disciplinarità e l’interdisciplinarità come “fenomeni sistemici”: fenomeni


“emergenti “ dall’interazione dei sottosistemi
Saperi ≈ Sistemi della TGS

• I sistemi dei saperi sono costituiti di parti


interagenti;

• è possibile considerare ogni sistema-sapere come


parte di un supersistema e come insieme di
sottosistemi;

• ogni sistema-sapere è aperto, nel senso che scambia,


attraverso la comunicazione, informazioni con
l’esterno.
obiezioni (ovvero: a quale tipo di sistemi assimiliamo i
saperi)

D1.: qual è la natura dello scambio tra sapere e ambiente esterno

D2.: in che modo l’apertura del sistema garantisce autonomia ed


eteronomia

Evoluzione all’interno di una cultura Identità disciplinare

analogia tra l’evoluzione della conoscenza e l’evoluzione biologica

• Il contributo di Karl Popper


• Il contributo di Luca Cavalli Sforza
analogia tra l’evoluzione della conoscenza e
l’evoluzione biologica
Hp.: i saperi sono sistemi di tipo adattivo
Il contributo di Karl Popper

Mondo 1: mondo degli stati fisici


Mondo due: mondo degli stati di coscienza o degli stati mentali
Mondo tre: mondo dei contenuti oggettivi di pensiero

Epistemologia come storia dell’accrescimento della conoscenza: la conoscenza del


“mondo tre” si accresce secondo il metodo delle congetture e confutazioni

P1 → TT → EE → P2
Problema di partenza
Eliminazione Problema
Tentativo di soluzione o errori o critica nuovo
teoria provvisoria
evoluzione della conoscenza oggettiva ≈
evoluzione biologica
Approccio biologico al mondo tre

P1 → TT → EE → P2

processo di tipo evoluzionistico


soluzioni provvisorie in
competizione e eliminazione
dell’errore

Mondo tre (contenuti oggettivi Mondo della vita (piante,


di conoscenza) animali)

teorie soluzioni di problemi

Autonomia relativa del mondo tre: i nuovi problemi emergono come sottoprodotti
non intenzionali delle soluzioni effettivamente prodotte.
analogia tra evoluzione della conoscenza ed
evoluzione biologica
Il contributo di Luca Cavalli Sforza

Hp.: la cultura è un meccanismo biologico in quanto dipendente dagli


organi che ne permettono la produzione
Secondo la teoria neo-darwiniana, ogni variazione evolutiva è il risultato di mutazioni
casuali seguiti da selezione naturale

Estensione dei concetti della teoria dell’evoluzione al dominio della cultura


Evoluzione biologica Evoluzione della cultura
Trasmissione di unità genetiche; corredo delle Trasmissione di “idee”; corredo di conoscenze
sequenze nucleotidiche del (DNA). di una certa generazione.
Verticale/lenta/conservatrice Verticale e orizzontale/più gradi di velocità
Mutazione (provoca un cambiamento del Creazione
gene); è casuale non è casuale
Selezione naturale (la variazione ereditata Selezione: accettare o rifiutare un’idea
viene selezionata in modo da migliorare
l’adattamento)
analogia tra evoluzione della conoscenza ed
evoluzione biologica
obiezioni all’ipotesi di Cavalli Sforza
1. La prospettiva privilegia un approccio riduzionista che contrasta con
l’interpretazione dei saperi come sistemi;
2. il legame conoscenza e vita non è di tipo diretto, ma mediato dall’uomo come
artefice dei prodotti culturali;.
3. la prospettiva non dice nulla sui rapporti reciproci tra saperi.

Il contributo di Vernadskij

1. Recupera un approccio sistemico;


2. presenta una concezione dell’evoluzione che include il sistema delle conoscenze
nel sistema della vita;
3. attraverso il concetto di “confine” tra sistemi interagenti permette
un’interpretazione coerente degli scambi tra interno ed esterno del sistema
Il contributo di Vernadskij

contatto tra esterno e interno


sistemi di confine: luoghi di
noosfera
Grande sistema
biosfera

geosfere

Gli organismi viventi non subiscono solo la pressione


dell’ambiente. Essi scelgono, sulla base della loro organizzazione
interna, i frammenti del mondo esterno rilevanti per il loro
sviluppo.
Il contributo di Vernadskij
L’ambiente, è il mondo in cui gli organismi sono immersi e del quale tendono a
modificare la struttura fisica in conformità con la propria struttura interna.

Questa modificazione è massima nel caso della noosfera,


ultimo degli stadi di evoluzione della biosfera.

In quest’ultima opera una nuova “forza geologica”, il


pensiero scientifico, da cui è plasmata e trasformata in
noosfera

la scienza è un sistema autopropulsivo e autonomo generato dall’attività


della noosfera

“la noosfera è zona di confine”: zona di demarcazione (garantisce identità e


autonomia al sistema) e linea di contatto (mette in relazione il sistema con
l’ambiente esterno e attraverso processi di trasformazione e traduzione
permette l’accrescimento del sistema in senso eteronomo)
Il contributo di Vernadskij

I saperi sono sistemi adattivi autonomi ed eteronomi.

La costruzione dei saperi e dei loro rapporti sono descrivibili in base alla loro relativa
autonomia organizzativa e alla loro eteronomia.

La relativa indipendenza dell’organizzazione del sistema dall’ambiente esterno


avviene a mezzo dell’attività all’interno e sul confine della noosfera.

L’ambiente esterno, costituito dal super-sistema dei saperi, non determina


univocamente l’organizzazione del sistema considerato. È quest’ultimo che
all’interno del dominio in cui è immerso seleziona e traduce gli elementi compatibili
con la sua organizzazione interna e utili al suo accrescimento e alla sua evoluzione.

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