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Dottrina dello stato

1. INDIPENDENZA DEL REGNO DALL’IMPERO E DAL PAPATO


La genesi storica dell’idea di sovranità è collegata alla formazione dello stato moderno, e spesso sono usati
come sinonimi.
La sovranità ha una storia legata alle vicende storiche con il tentativo dei regni di affiancarsi alle loro
autorità superiori, ossia l’impresa e il papato, assumendo cosi caratteri propri.

Questo distaccamento dal regno ha origini fin dal medioevo, in cui:


- Regno—> forma politica che governava un unico determinato popolo e ha una forte identità
- Impero—> forma politica che governava popoli diversi, che comunque mantenevano le loro
caratteristiche

Nel X secolo—> eclissi tra imperi e nascono i regni che cercano di affiancarsi all’impero e al papato—> con
questa lotta i re francesi chiamano il loro regno: stato sovrano.
Per il diritto comunque il re era sottoposto all’imperatore romano, ma con i giuristi francesi—> cambia il
principio di diritto e si afferma che il re è nel principe e imperatore del suo regno

Nel 1308 il re di Germania Enrico di Lussemburgo propone la superiorità universale del dell’imperatore
romano —> Re di Francia gli risponde con il principio per cui il re non riconosce alcuna autorità superiore di
se.

Filippo il Bello si ritiene l’unica autorità competente a determinare quale sia il diritto applicabile, perche
dotata di imperium —> nasce l’idea che il re è la fonte di diritto.

La lotta tra autorità laica e quella ecclesiastica di trasferisce in particolare tra papa e re di Francia (prova che
l’autorità laica è nel regno)—> la lotta inizia dopo che il papa si era dichiarato titolare supremo del potere
temporale

Sempre Filippo il bello affermerà che sul piano temporale il regno e la chiesa di Francia dipendono dal re—>
due principi inviolabili che in Francia regolano il rapporto tra chiesa e regno:
1. Il papato non ha giurisdizione sui regni governati da re Cristiano.
2. Il papato ha un potere limitato dal diritto canonico del regno

2. DA UNA PLURALITÀ DI AUTORITÀ ORIGINARIE AD UN POTERE


MONOPOLIZZATO.

I regni in origine erano divisi in piccole unità, in cui un signore esercita il proprio potere—> c.d. Feudi.

In questo tipo di sistema vi è un rapporto di soggezione tra signore feudale e soggetti sottoposti a lui, con
una struttura gerarchica: Ogni vassallo deve obbedire al suo superiore e il superiore a sua volta avrà sopra
di sé un’altra autorità

I rapporti tra queste autorità sono regolati da contratti e consuetudini: i diritti e i doveri di cui le autorità
sono titolari, non dipendono da loro. Il signore feudale puo pretendere obbedienza dal suo vassallo ma
NON PUO determinare il contenuto degli obblighi del vassallo nei suoi confronti—> il superiore è privo di
discrezionalità: il signore feudale si deve tenere alla lettera dell’obbligazione su cui si fonda la sua autorità.

Questo non significa che cio è rimasto uguale: i signori vogliono avere sempre piu poteri e i soggetti
sottoposti vogliono avere sempre di piu—> cio è stato perseguito con operazioni natura giuridica e il limite
a cui questa operazione è sottoposta è un limite che vincola tutta la gerarchia.
Il re non poteva emettere delle ordinanze con valore legislativo perché questo poteva avere solo una base
giuridica e non volontaristica e quindi si ha:
- Una pluralità di autorità con poteri fondati su un titolo giuridico modificabili solo con la modifica
dell’atto stesso

La nascita di stati signorili e di stati urbani, i primi sono piccoli stati territoriali con a capo un signore,
mentre gli altri sono stati basati sulla cittadinanza, ha significato molto per la sovranità.
Tra i signori feudali spicca la figura del re che anche poteri religiosi: nei regni inizia con il processo
con cui si raggiunge una forma di potere che alle stesse caratteristiche della sovranità.

Nello stesso periodo nascono anche le assemblee generali, che hanno il compito di:
• Trasmettere le decisioni del re
• Hanno funzione di poteri esecutivo
• Hanno il compito di rendere esecutive le decisioni del re
• Producono i regolamenti: un regolamento è l’espressione della volontà del re, sono generali astratti e
hanno il carattere di universalità. il regolamento non limita il potere del re, anzi è una forma della sua
espressione

3. SOVRANITÀ-LEGGE NEL PENSIERO DI LOYSEAU E BODIN


Loyseau: teorico della funzione pubblica.
Afferma che la sovranità è un potere unico e astratto da imputare a una singola persona
Egli afferma tale principio partendo dal presupposto che bisogna distinguere diversi tipi di signoria:
- Signoria privata: attiene alle cose private e puo essere esercitata da qualsiasi consolidato
- Signoria pubblica: attiene alla funzione pubblica e puo avere ad oggetto anche cose altrui.

Bodin: sostiene che il re è l’autorità suprema di tutto l’ordinamento e sopra di lui vi è solo l’autorità divina.
Per lui la sovranità si sostanzia nella funzione legislativa, detenuta dal re.
La sovranità per lui è assoluta, ossia originaria e indipendente:
- Originaria: Solo un ordinamento giuridico che nasce da circostanze storico fattuali può essere
sovrano, perché non dipende da nessuno fattore esterno
- Indipendente: un ordinamento è sovrano se non dipende da nessun altro ordinamento esterno, se
no il suo esercizi0o sarebbe condizionato

Caratteristica della sovranità condivisa da entrambi: la sovranità deve essere perpetua.

4. LA SOVRANITÀ-LEGGE: UN IDEA PERMANENTE


La legge espressione della sovranità è un’idea permanente fin dalla nascita dello Stato moderno ai giorni
nostri

La legge ha tre caratteristiche:


1. Unilaterale: poiché nasce da un'unica volontà
2. Autoritaria: è efficace a prescrivere dal destinatario
3. Suprema: è applicabile a tutti i soggetti di diritto

Per queste caratteristiche la legge ≠ contratto, perche:


- Il contratto nasce dall’unione di più volontà
- Il contratto è efficace solo se accettato dal destinatario
- Il contratto non è universale ma vale solo tra i contraenti
Per quanto riguarda il rapporto tra legge e consuetino, riflettere su questo rapporto serve a evidenziare
l’idea di sovranità-legge intesa come atto volontaristico e non arbitrario del re.
Bodin afferma che la legge puo infrangere la consuetudine ma non il contrario
Ho se invece afferma che è impossibile che la legge sia soggetta a desuetudine.

Per quanto riguarda l’abrogazione, il suo compito è quello di assicurare la storicità del diritto e nasce per la
necessita di adeguamento. Il sovrano deve poter abrogare le leggi anche sei suoi predecessori. Se non lo
potesse fare, non puo essere definito tale.

Per l’interpretazione invece sorge il problema del suo rapporto con la sovranità.
 Bodin afferma che il magistrato non puo e non deve sostituirsi al sovrano: per evitare cio è necessario
porre dei limiti all’interpretazione
 Ho se afferma che i delegati del sovrano possono interpretare oggettivamente le norme purché non ci
sia contrasto—> interpretazione letterale
 Spinoza afferma che la funzione interpretative deve essere attribuita dal sovrano ad un organo
formato da soggetti indipendenti—> anticipazione del garantismo

5. LEGGE ATTO A CONTENUTO NORMATIVO: UN IDEA PERMANENTE


Se la legge = sovranità—> legge deve essere generale e astratta
Principio fondamentale nel 1789 con dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

Grozio: secondo lui l’imposizione di una legge unica comporta la fine dello stato.
Il diritto positivo in Grozio è la traduzione giuridica del diritto naturale e per questo motivo deve essere
caratterizzato da generalità e astrattezza

Hobbes: la funzione della sovranità è quella di prescrivere regole che permettono ad ogni uomo di fare ciò
che non è vietato dalle regole
L’autorità viene esercitata con la produzione di norme con lo scopi di garantire la pace sociale.
Pone sulla sovranità tre principi:
- La sovranità si esprime con la legge
- La legge deve essere generale e astratta
- La legge positiva deve tradurre il diritto naturale

Locke trova ≠ funzioni della sovranità—> tutte hanno fondamento nel potere legislativo—> la legge limita
la sovranità.

Rousseau identifica la legge = genesi popolare: la legge è tale non perche ha i caratteri di generalità e
astrattezza ma perche nasce dalla sovranità popolare (il popolo decide)

6. IL POTERE LEGISLATIVO SOVRANO DELLO STATO E


L’ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
Lo stato sovrano si trova sempre a rapportarsi con altri ordinamenti, anche essi indipendenti e originari.

 Originari: lo stato è sovrano se è originario: se non nasce da un atto di diritto, ma si genera di fatto

Non sarebbe indipendente, perche il


venir meno dell’atto comporta
l’estinzione dello stato
Se uno stato sovrano appartiene ad un ordinamento internazionale, la sua originarietà NON è lesa:
l’ordinamento internazionale non ha poteri in merito all’estinzione o creazione di stati sovrani.

Nell’ordinamento internazionale vengono adottati atti che hanno collegamenti con la genesi dello stato
sovrano: tali atti hanno efficacia certificati a, e NON costitutiva.

Anche l’ordinamento internazionale è originario perche la sua esistenza giuridica non deriva da nessun altro
ordinamento.

 Rapporti tra ordinamento statale e internazionale: due teorie:

1. Teoria dualistica: i due ordinamenti sono distinti e impermeabili


Questa teoria distingue i due ordinamenti: ognuno indipendenti e originari e l’uno non puo incidere
sull’altro—> hanno oggetti ≠:
- Ordinamento internazionale: regola i rapporti tra stati sovrani
- Ordinamento statale: regola i rapporti tra soggetti e stato.

La visione dualistica ha importanti conseguenze: perche le norme di un ordinamento possono rilevare


nell’altro è necessario un atto di richiamo: non significa che gli obblighi che valgono nel diritto
internazionale sono effettivi in tutto l’ordinamento, ma l’efficacia dipende da un atto positivo
dell’ordinamento interno.

Nel 900 la maggiora parte dei filosofi patteggiava per questa teoria

2. Teoria monistica
Kelsen critica la teoria dualistica e usa la sua critica per dimostrare la correttezza della teoria monistica.
Afferma che la teoria dualistica pone problemi sul modo di conciliazione dei due ordinamenti: la
soluzione di Kelsen è quella di unire i due ordinamenti in un unico ordinamento che assuma come norma
fondamentale o quella internazionale o quella statale. Cio implica che:
- Dato che si ha un unico ordinamento, questo ordinamento è formato da piu parti
- Le norme valgono per tutto l’ordinamento, senza bisogno dell’atto di richiamo
- Dato che è unico non si puo contrastare da solo.

Vi è il problema di definire se tale monismo è internazionale o statale—> non riconoscere l’originarietà di


uno dei due ordinamenti:
- Monismo statale: riconosce come unico ordinamento quello statale e nega l’orginarietà di quello
internazionale
- Monismo internazionale: riconosce come unico ordinamento quello internazionale e nega
l‘originarietà di quello statale.

PRIMATO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE


Kelsen individua gli elementi del monismo nella teoria dualistica—> afferma che non è necessario un atto di
richiamo per l’efficacia delle norme di un ordinamento nell’altro, ma è sufficiente un atto di volontà.

Tra monismo internazionale e statale, kelsen, in base ad argomentazioni etico-politiche predilige il


monismo internazionale, perche piu in grado di mantenere la pace e la solidarietà tra gli stati.

Oltre a kelsen vi sono altre dottrine che conferiscono il primato all’ordinamento internazionale:
 Argomentazione sociologica: si basa sul fatto che i due ordinamenti governano comunità ≠:
o Ordinamento internazionale governo una unica comunità data dall’unione di comunità
diverse
o Ordinamento statale: governa un'unica comunità data dall’unione di soggetti diversi.
Dato che la comunità governata dall’ordinamento internazionale è di maggior rilievo, viene dato il
proemiato a lei.
 Argomentazione logica: pone il primato all’ordinamento internazionale poiché il particolare non puo >
sull’universale.

Vi sono altre dottrine (2) che mirano alla realizzazione istituzionale del diritto internazionale
1. Dottrina che afferma la presenza necessaria di principi fondamentali oggettivi in entrambi gli
ordinamenti. Questi sono norme non scritte che vanno riconosciute.
Per far si che questi principi diventano vincolanti: è necessaria una politicizzazione —> sono ammesse
norme di adeguamento degli ordinamenti interni per dare rilevanza all’ordinamento internazionale.
2. Dottrina che afferma la necessaria coincidenza tra i due ordinamenti. Questa dottrina conferma il
primato al diritto internazionale MA attribuisce anche efficacia provvisoria alle norme del diritto
interno, che pero non devono essere in contrasto con il diritto internazionale.

Efficacia è provvisoria nell’attesa che il


diritto internazionale abroghi le norme
del diritto interno

 Criterio di indifferenza
Kelsen afferma che dal punto di vista scientifico è indifferente sostenere il monismo internazionale o
statale, basta che poi vi sia una coerenza in campo giuridico.

Afferma che il giurista ha il compito di creare il diritto e quindi di decidere se affidare il valore di norma
fondamentale a quella interna o a quella internazionale —> cio è impossibile perche questi assetti non sono
frutto di immaginazione, ma sono determinati dai fatti. Se il giurista fosse abilitato a cio: è nella posizione di
determinale la gerarchia delle fonti—> cio non puo essere perche è determinato solo dai fatti e i fatti
determinano che entrambi gli ordinamenti sono indipendenti e originari.

ORDINAMENTO INTERNAZIONALE E STRUMENTO DI POLITICITÀ DELLO STATO


Con gli istituti del diritto internazionale, lo stato si è messo alla cura degli interessi della sua
comunità.
Carattere della sovranità è l’esigenza di politicità: ossia l’esigenza di ogni stato di potere
provvedere potenzialmente agli interessi della comunità che governa.

La sottomissione dello stato


all’ordinamento internazionale è un
aiuto in questo senso—> l’ordinamento
internazionale da allo stato strumenti
giuridici per assolvere la funzione di
garante di politicità

Per quanto riguarda la consuetudine internazionale: la


sottoposizione dell’ordinamento statale a quello internazionale si configura:
- Sottoposizione alle leggi internazionali
- Sottoposizione alle consuetudini internazionali
Le consuetudini sono norme giuridiche vincolanti che vengono ad
esistenza tramite i processi giuridici tradizionali

Per quanto riguarda la cittadinanza —> il requisito sostanziale per dare la cittadinanza a un
soggetto dello stato è la sussistenza di un rapporto tra stato e soggetto

Deve dimostrare la reale appartenenza


del soggetto a un gruppo sociale

Quindi nel conferimento della cittadinanza deve


essere rispettato un dato oggettivo che nasca come atto di volontà dello stato.

Cio ha scatenato un dibattito in dottrina circa l’incidenza sulla sovranità dello stato MA la
cittadinanza non limita la sovranità, anzi è un requisito per esercitare a in modo valido.

L’ordinamento dello stato deve essere idoneo a perseguire la politicità: per questo motivo lo stato
nazionale è:
- Sovraordinato —> lo stato si è fatto portatore della funzione di garante del l’uguaglianza
sostanziale per i suoi consociati e per fare cio è stato necessario che lo stato si sia spostato
dalla sua posizione di accentramento per valorizzare le autonomie territoriali, che sono
diventate titolari di funzioni attive
- Sottodimensionamento—> le istituzioni che formano l’ordinamento internazionali sono
indispensabili per l’ordinamento interno, ma bisogna stabilire se queste istituzioni
influenzano la sovranità nazionale—> SI: il sottodimensionamento comporta limitazioni
oggettive di sovranità, ma non limitazioni soggettive.
o Lo stato non perde la sua sovranità, perche, le istituzioni internazionale, che sono
sovrane, perche possono esercitare il loro governo per legge, traggono il loro
fondamento dai trattati internazionali

Atti giuridici che dipendono solo dalla


volontà dello stato
 I TRATTATI INTERNAZIONALI
Sono oggetti di stridio della dottrina circa il loro rapporto con la sovranità degli stati, perche questi
trattati sono apparati organici che producono atti rilevanti per lo stato.
Il fatto che negli ordinamenti degli stati costituzionali moderni ci sono delle norme che
giustificano questo sistema, che determina il trasferimento della sovranità oggettiva, è prova del
fatto che gli ordinamenti hanno acconsentito a questo in modo volontario: la sovranità dello stato
è salva perche è lei stessa a determinato questo trasferimento oggettivo della sovranità

7. IL POTERE LEGISLATIVO DELLO STATO E IL POTERE


DELL’ORDINAMENTO RELIGIOSO
Il problema del rapporto tra lo stato e gli altri ordinamenti si pone anche se questi sono religiosi
(chiesa cattolica)
Il problema va analizzato sotto due punti di vista:
- Effetti che vi sono sulla sovranità dello stato
- La posizione dello stato in relazione all’attività esercitata dall’ordinamento religioso sul
territorio statale.

A) Effetti che vi sono sulla sovranità


Il compito della politicità non è piu collegato anche alla sfera religiosa e morale dei cittadini—>
questa affermazione è data dall’unione di due dottrine diametralmente opposte.
1. Dottrina di Aristotele (—> Rousseau), c.d. Dottrina totalizzante uomo è un essere
incompleto, stolto e resta tale fino a quando non entra a far parte di una comunità statale
(polis, o stato nazionale). Lo stato crea l’uomo completandolo
2. Dottrina del cristianesimo, c.d. Dottrina spirituale: l’uomo è perfetto perche figlio di dio. Lo
stato assume un ruolo ≠, perche in questa dottrina lo stato non puo e non deve completare
l’uomo e ciò significa che allo stato gli sono precluse le materie inerenti all’uomo, in primis
quella religiosa e spirituale e deve garantire la massima libertà
a. Lo stato moderno si basa su questa dottrina.
Dato che allo stato gli è preclusa la materia religiosa, l’autorità religiosa (sovrana, originaria e
indipendente) NON lede la sovranità dello stato

La chiesa in realtà si presenta come ordinamento universale: ritiene che i suoi precetti sono validi
ovunque, ma lo stato laico riesce a bilanciare gli interessi

Come non impone di seguire nessuna


dottrina morale, non accetta
imposizioni di questo genere
dall’esterno

B) Posizione dello stato in relazione all’azione della chiesa nel territorio sovrano.
Lo stato sovrano esercita il proprio potere incondizionato su un determinato territorio.

Il fatto che la chiesa agisce sullo stesso territorio oggetto di sovranità nazionale, questo potrebbe
comportare ad una limitazione della sovranità.
Per evitare confusione lo stato impone alla chiesa cattolica di assoggettarsi alle norme e di diritto
comune quando la chiesa opera come ente giuridico, e quindi non si mette in dubbio la sovranità
dello stati, ma la sovranità della chiesa.

8. LE DIVERSE TITOLARITÀ DELLA SOVRANITÀ NON NE MUTANO LA


NATURA
L’identificazione della sovranità nella legge fa si che la sovranità resta immutata anche se cambia il
titolare dal punto di vista giuridico.

Dal punto di vista politico pero ci sono delle differente: se cambia il titolare della sovranità (re-
parlamento, gruppo di sovrani)—> allora se sovranità =legge, questa rimane solo oggettivamente
immutata.
BODIN: afferma che la sovranità appartiene o ad un singolo, o a un gruppo di notabili o a tutti o
alla maggioranza dei cittadini, e questi devono avere o una monarchia o una democrazia o una
aristocrazia.
Se la sovranità è unica e indivisibile: NON possono esistere regimi misti: esistono solo tre
tipi di stato: democrazia, monarchia e aristocrazia.
Questo pensiero lo troviamo anche in LOYSEAU
HOBBES E SPINOZA: affermano anche loro che i tre stati possibili sono democrazia, monarchia e
aristocrazia, ma hanno delle preferenze:
Hobbes predilige la monarchia
Spinoza predilige la democrazia perche secondo lui è la forma di stato che piu di tutte è in grado di
mantenere la pace generale e a mantenere un equilibrio in grado di mantenere la libertà dei singoli

ROUSSEAU anche lui predilige la democrazia perche esprime l’opportunità politica di un ordinamento
Non predilige ne l’aristocrazia ne la monarchia perche secondo lui la sovranità deve essere espressione
della volontà generale

La teoria di rousseau è alla base dei principi fondamentali della rivoluzione francese:
- Trasferimento della sovranità dal re alla nation
- La sovranità resta assoluta (senza garanzie)

9. IL POTERE SOVRANO E I LIMITI DI DIRITTO DIVINO E NATURALE


Nelle riflessioni sulla sovranità, i teorici riscontrano come unico limite per il sovrano il diritto divino: il
sovrano è colui che crea il diritto positivo ( e per questo ne è sottratto), ma non al diritto divino.

BODIN: afferma che il sovrano deve rispettare la legge divina e naturale


Per legge naturale si intende la legge fondamentale del regno

LOYSEAU: afferma che la sovranità ha origine divina e per questo è sottomessa


Per lui la legge naturale è l’insieme dei principi che sono in grado di aiutare il sovrano nella ricerca
della felicita dei cittadini

Nonostante l’esistenza di questi limiti, essi svaniscono:


- I limiti del diritto divino vengono meno con la riforma di Lutero: con lui la chiesa sovrana è un
organizzazione che predica il Vangelo e non piu una persona unica che delibera universalmente
- I limiti del diritto naturale vengono meno quando gli stessi giusnaturalisti ne negano la superiorità
al diritto positivo (i giusnaturalisti affermano che diritto positivo > diritto naturale).

10 . LA SOVRANITÀ POTERE GIURIDICO E I LIMITI ISTITUZIONALI


 AUTOLIMITAZIONE
I limiti alla sovranità possono essere solo di natura ordinamentale ma sono veri e propri autolimiti.

La Là sovranità= legge ha delle caratteristiche:


1. Atto che esige di essere rispettato da tutti, anche dal suo autore
2. Atto che esige che tutti gli altri atti sono conformi ad esso
3. Diventa un atto anti-volontaristico con il processo di spersonalizzazione

JELLINEK
Lui pensa che lo stato è tale solo se i limiti a lui posti sono determinati dalla sua volontà: questi limiti quindi
sono delle auto limitazioni (c.d. Auto-limiti)
La sovranità non chiede di essere senza limiti, ma chiede che i limiti derivano dalla sua volontà.

Jellinek teorizza un auto-limite che possa essere allo stesso tempo:


- Limite in senso proprio: poiché il limite oggettivo non è sottoposto alla volontà dello stato
- Limite compatibile con la sovranità statale—> la sovranità non deve essere lesa dall’imposizione di
questo limite (dato che questo limite nasce dalla volontà stessa della sovranità)

Quindi la sovranità per jellinek è un potere giuridico che ha la capacità di auto-limitarsi

Inoltre jellinek afferma che lo stato deve dotarsi di una organizzazione propria per esercitare le proprie
funzioni e questa è una necessità—> è proprio questa necessità l’auto-limite della sovranità per jellinek:
uno stato deve poter cambiare la sua organizzazione ma non può staterelli senza: privarsi della sua
organizzazione comporta la fine dello stato

Ordinamenti contemporanei: la maggior parte degli ordinamenti contemporanei sono formati secondo un
sistema costituzionale.
Il sistema costituzionale prevede un atto legislativo al vertice della gerarchia delle fonti e questo
atto è volto ad essere il piu possibile espressione della volontà unanime del territorio interessato.

In questo contesto la costituzione assume un ruolo guida nello stato ma assume indirizzi politici ≠ a
seconda dell’epoca storica della nazione

JHERING
Secondo jhering lo stato puo legittimamente imporre il proprio diritto ai consociati solo se allo stesso
tempo il diritto lo impone a se stesso: la norma è vincolante per il gruppo sociale solo se il vincolo vale
anche per lo stato.

Il limite per jhering è la norma giuridica: anche questo è un auto limite perche per definizione la norma
giuridica è l’esternalizzazione della volontà dello stato.

DUGUIT
Secondo la sua dottrina la legge obbliga i governanti e i sudditi, poiché i governanti sono vincolati da uno
stato di diritto basato sulla solidarietà sociale.

La solidarietà sociale per Duguit è fondamento di diritto:


- La vita in società ha fondamento naturale e quindi il vivere in societa implica la solidarietà sociale.

La legge in Duguit:
• è vincolante sia per i governanti che per i governati
• è lo strumento necessario per mantenere in vita le formazioni sociali
• è portatrice di norme generali e astratte
• è espressione diretta della sovranità.

Duguit afferma che la norma giuridica non puo essere violata—> la sua violazione comporta un attentato
alla solidarietà sociale—> questo determinerebbe una reazione del corpo sociale e non è possibile
immaginare una vita senza queste regole.

L’autolimitazione per duguit è caratterizzata da un limite permanente vincolatività e volontario:


- Volontario: lo stato sovrano trova un limite assunto sulla base della propria volontà, espressa nel
fatto di emanare una legge.
Il legislatore sa che la legge vincola sia i governanti che i governati
- Permanente vincolatività: dato che non è possibile vivere senza la norma giuridica, tale norma
giuridica p un limite per lo stato è ha il carattere di perpetua vincolatività e questo è un carattere
necessario per mantenere in vita la solidarietà sociale

 DIVISIONE DEI POTERI


Lo studio analitico delle funzioni pubbliche—> storia molto antica, fin dai tempi di Aristotele, che distingue
la deliberazione, dal comando e dalla giurisdizione

Successivamente in Locke troviamo la distinzione tra:


- Potere legislativo
- Potere federativo (relazioni internazionali)
- Potere esecutavi
Le dottrine fino a Montesquieu presentano un carattere descrittivo, poiché attestano la realtà del loro
periodo storico.

MONTESQUIEU
Elabora un vero e proprio dogma-> elabora un principio politico- costituzionale che assicura la libertà dei
cittadini.

Montesquieu si pone il problema della libertà, intesa come libertà dei cittadini che deve essere considerata
in relazione alla sovranità, e quindi affronta il problema autorità- libertà.
Trova una soluzione ideale, ossia una costituzione che regola questo rapporto trovando un equilibrio tra
sicurezza di tutti e libertà di ognuno: la libertà per Montesquieu è quello di fare tutto cio che le leggi non
vietano.
 Caratteristica fondamentale di questi principio consiste nella necessita che si proceda sulla base di un
atto generale e astratto
Lo scopo della riflessione di Montesquieu è quella di sciarrare la salvaguardia della libertà dle popolo e cio è
riflesso anche nella divisione dei poteri:
1. Potere legislativo è legato al popolo con il meccanismo della rappresentanza
2. Potere esecutivo esegue cio che è prodotto dal potere legislativo
3. Potere giudiziario è la bocca della legge

Per garantite la salvaguardia della libertà dei cittadini è necessario evitare che il sovrano degeneri in un
autoritarismo e per evitare cio è necessario imporre autolimiti istituzionali.
Primo tra questi autolimiti è quello che i re poteri siano posti a tre autorità diverse

Se cosi non fosse verrebbe meno la divisione vera e propria e si creerebbe uno squilibrio tra autorità-
libertà, a favore della prima.
Se l’esecutivo legifera vi sarebbe meno la garanzia della libertà della legge (che deve essere uguale
per tutti). Infatti l’esecutivo potrebbe emettere provvedimenti particolari
Se il giudiziario legifera—> orienta arbitrariamente i propri giudizi

Vale il principio indefettibile:


Ogni atto pubblico deve essere preceduto da una legge, che ad
essa deve essere conforme.
La legge deve seguite un procedimento definito e deve avere un
precetto definito, generale e astratto
 SPERSONALIZZAZIONE DEL POTERE SOVRANO
La storia occidentale ha dimostrato la sua preferenza alla sovranità imparziale, ma vi sono state delle
parentesi in cui il potere non ha avuto il carattere dell’imparzialità, ma queste sono state superate dalla
cultura, che ha una tendenza opposta (art 97 cost)

Per affermare cio è necessario soffermarci sull’excursus storico:


Nello stato catastale—> vi era la divisione in caste e chi apparteneva alla casta superiore deteneva il potere
di comando. Questi eleggono un magistrato responsabile configurando cosi un ufficio, che era il titolare
astratto delle funzioni.

Nel principato monocratico (monocratico= formato da un solo giudice) vi era un principe assoluto in cui vi
era identificato lo stesso stato. Il principe non ha un potere illimitato—> si deve sottoporre all’ordinamento
dell’amministrazione dei servizi e deve rispettare determinato procedure, tecniche…

Nella borghesia dominante i ceti borghesi dominanti manifestano la necessita di avere un sistema di regole
di diritto privato codificate.

Nella repubblica catastale—> personalizzazione della comunità privilegiata


Nel principato monocratico il monarca diventa il simbolo dello stato
Nella societa borghese viene personalizzata l’amministrazione pubblica.

La configurazione di una entità astratta è l’unico modo per garantire l’imparzialità dell’esercizio della
sovranità.

Oggi: vi è stato il raggiungimento della spersonalizzazione: vi è una persona giuridica o non piu fisica ed è
costretta ad esercitare il potere politico con una organizzazione complessa.
La legge non è piu il comando del sovrano ma il frutto di una attività complessa.

Il fatto che ad esercitare il potere sovrano è un entità astratta—> questo p un elemento di garanzia per i
cittadini, che sono sicuri che la sovranità (e quindi la legge) non è frutto della volontà di un singolo, ma è il
frutto di un procedimento complesso di piu soggetti persone fisiche.

KELSEN: teorizza la dottrina pura del diritto con cui risponde alla domanda che cos’è e com’è il diritto ma
non a quella “come deve essere costituito”.

La dottrina pura del diritto è scienza del diritto.


In questa dottrina il diritto è composto solo da norme, nate da considerazioni morali o giuridici di merito.
Le nome si generano tutte dalla groundnorm.

Kelsen non teorizza lo stato persona giuridica, ma per lui l’ordinamento è un ordinamento che garantisce
l’imparzialità e la salvaguardia della norma rispetto alla volontà delle persone fisiche, per mezzo delle quali
deriva la creazione di un comando astratto

BETTI sostiene che per comprendere la norma nel suo significato oggettivo, non è necessario considerare la
volontà del legislatore quando emana la norma, perche nel momento in cui la norma viene emanata,
questa si distacca dalla volontà di colui che l’ha concepita diventando un’entità a se stante.
11 . SOVRANITÀ NAZIONALE E SOVRANITÀ POPOLARE
GENESI
Sovranità popolare La sua genesi risale alla dottrina di Rousseau, il quale ritiene che alla base dello stato
vi sia un contratto tra tutti i consociati.
Questo contratto è necessario per uscire dallo stato di natura in cui vivono.
Il contenuto del contratto è il conferimento da parte di tutti gli uomini di tutti i loro
diritti in cambio della pace.
Ogni uomo si priva in minima parte della propria libertà e in forza di questa
privazione ogni uomo diventa sovrano
Sovranità nazionale Art 3 dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino: il principio di ogni sovranità
risiede nella nazione.
Non è concepibile un imputazione frazionata della sovranità a ciascun individuo
membro di una determinata societa.
La nazione è personificata e solo lei è titolare della sovranità.
La sovranità appartiene alla collettività nell’insieme, ma mai ad un singolo o a un
gruppo di persone.
La sovranità deve essere esercitata da organi legittimati dalla costituzione

VOTO
Sovranità popolare È previsto il suffragio universale.
Dato che ogni individuo è sovrano il voto è un diritto inalienabile

Sovranità nazionale Il voto non è un diritto ma una funzione.


Chi vota svolge una competenza in nome della nazione.
Questa competenza è attribuito a un soggetto dalla costituzione

MANDATO rapporto tra chi è titolare della sovranità e colui che è l’esecutore cambia a seconda
IMPERATIVO: della sovranità popolare o nazionale
Sovranità popolare Dato che ogni consociato è sovrano—> la loro volontà è sovrana.
È il popolo che decide il contenuto della legge e quindi ci saranno altri soggetti che
ne daranno esecuzione.
Il popolo sovrano vincola i governanti con un mandato imperativo (li obbliga ad
eseguire alla lettera la legge
Sovranità nazionale La sovranità non è frazionata e quindi è inconcepibile un mandato imperativo.
Il divieto di mandato imperativo è un istituto nato per la prima volta nella
costituzione del 1791 e poi è stato un principio fatto proprio delle costituzioni
moderne
MODALITÀ DI
ESERCIZIO
Sovranità popolare Dato che tutti sono sovrani, lo sono tutti allo stesso modo.
L’esercizio concreto di questa sovranità si ha:
- Sia con l’utilizzo di un metodo rappresentativo
- Sia con l’uso della democrazia diretta (=dato che tutti sono titolari di una
sovranità, allora sono in grado di esercitarla in modo diretto)
Sovranità nazionale L’unico modo per l’esercizio della sovranità è tramite l’uso di sistemi
rappresentativi

L’adozione di uno o dell’altro concetto comporta quindi conseguenze giuridiche rilevanti

12. SOVRANITÀ E POTERE COSTITUITO DI REVISIONE


Negli ordinamenti costituiti da piu fonti ≠ che danno vita a leggi diverse è necessario individuare chi è il
titolare della sovranità.

Negli ordinamenti a costituzione rigida le fonti sono poste in un sistema gerarchico, al cui vertice si ha la
costituzione rigida, seguita da leggi ordinarie, regolamenti, ecc…—> quindi il titolare della sovranità è colui
che distribuire il potere legislativo.
Nella prassi pero è tutto l’ordinamento che regola la collettività, e quindi si ha che:
- Oggettivamente sovrano: è l’ordinamento nel suo complesso normativo
- Soggettivamente sovrani: è chi ha il potere di attribuire le competenze normative.
Il potere sovrano è inscritto nella costituzione perche contiene i criteri di distribuzione delle competenze
legislative.

Nel nostro caso si ha una costituzione già costituita da un processo costituente già concluso: la nostra
costituzione rimane sovrano perche è l’unica in grado di modificare questo assetto anche se ha già esaurito
il suo ruolo di distributrice delle competenze.

In dottrina si discute se si debba attribuire il potere sovrano al:


• potere costituente originario
• potere costituito

Abbiamo detto che la sovranità è un potere giuridico che per sua natura ha degli auto-limiti—> quindi è
legittimo dire che un potere costitutivo è sovrano anche se limitato dalla costituzione.

POTERE COSTITUENTE COSTITUITO E POTERE COSTITUITO DI REVISIONE IN SENSO STRETTO


- Potere costituente costituito ha poteri tali da poter procedere ad una revisione globale della
costituzione
- Potere costituito di revisione in senso stretto ha la competenza di rivedere i singoli istituti

 Limiti storico fattuali imposti al potere costituente originario nel contesto storico attuale.
Questi limiti essendo storico fattuali non possono essere oggetti di considerazioni giuridiche.

Il potere costituito incontra sia limiti di forma che di sostena a.

Ci si chiede quindi se il potere sovrano è:


- Un potere costituente costituito—> ha competenze tali da poter procedere ad una revisione
globale della costituzione
- Un potere costituito di revisione—> ha le competenze tali da poter rivedere i singoli istituti (ha
quindi un potere di correzione).

Bisogna rammentare che le procedure di revisione sono dotate di forti garanzie, che devono essere
applicate.
Per capire se il potere sovrano dia un potere costituente costituito o un potere costituito di revisione,
bisogna chiedersi se in entrambe le procedure possono essere applicabili le garanzie della procedura di
revisione

Es: art 138 cost: procedimento di revisione costituzionale


In dottrina questo procedimento è stato ritenuto idoneo a revisionare i singoli istituiti, ma inidoneo per
una revisione globale della costituzione.
Quindi il procedimento di revisione è un potere costituito di revisione.
 Da tenere in mente è il caso realmente accaduto: progetto di revisione di due titoli della
costituzione:
o Forma di governo
o Ordinamento delle autonomie territoriali
Cio non è stato reso possibile dall’art 138 cost: le due letture del parlamento avevano approvato il progetto
ma questo è stato sottoposto a referendum popolare.
Il popolo non è in grado di esprimere la propria volontà per la riforma organica di due titoli della
costituzione—> crea confusione

Infatti ≠ è la situazione in cui l’elettore deve esprimere la sua volontà per un singolo fatto—> non vi è il
turbamento della volontà.

13. LO STATO FEDERALE


Il dilemma di Calhoun è utile per comprendere la sovranità nello stato federale.

Calhoun parte dal presupposto che la sovranità è unica e indivisibile, presupposto che vale anche per la
sovranità dello strato federale in cui il titolare della sovranità deve essere unico.

Partendo da questo Calhoun teorizza che ci sono due tipi di stato federale:
 Confederazioni di stati: gli stati membri sono uniti in una confederazione in cui tutti sono sovrani.
Non vi è la creazione di un entità astratta e i rapporti tra gli stati sono regolati dal diritto
internazionale tramite un trattato
 Stato unitario: lo stato centrale è l’unico titolare della sovranità ed è dotato di costituzione propria.
Gli stati membri non sono titolari e i loro rapporti sono regolati dalla costituzione.

Questa teoria è collegabile a ≠ contesti storici:


 Esperienza tedesca: gli stati dovevano mantenere la sovranità perche era la condizione per essere
ammessi al Reich
 Esperienza nord-americana: questa esperienza nasce come una confederazioni di stati per poi
diventare uno stato unico basato su una costituzione. Questo cambiamento è causato dal
mutamento della fonte di diritto: il trattato internazionale diventa costituzione.

LA REVISIONE NELLO STATO FEDERALE


Il problema dell’attribuzione delle competenze legislative, consiste nel regolare i criteri di distribuzione tra
stato federale e stati membri.

Nello stato federale il compito di revisione è affidato al parlamento, composto da due camere:
- Una camera rappresenta gli stati membri
- L’altra rappresenta lo stato federale

PRINCIPIO DI MAGGIORANZA NELL’ASSEMBLEA DEGLI STATI


In dottrina si discute se anche negli stati federali le decisioni vengono prese con il principio di maggioranza.
Questo principio è adottato dal parlamento nell’esercizio della sovranità intesa come potere di revisione
degli assetti legislativi consolidati; lo stato federale NON GARANTISCE il mantenimento della sovranità ai
singoli stati, perche con il p.io di maggioranza ammette la possibilità che una decisione viene presa con il
consenso solo di una parte degli stati (non tutti).
Quindi ci sarebbero alcuni stati che anche con il loro dissenso, subiscono le conseguenze.

Nell’assetto federale gli stati mantengono la loro sovranità perche gli è stata data la possibilità di
determinare parzialmente la volontà generale in merito a decisioni di revisione: ogni stato ha una potestà
astratta di incidere sulla decisione.

14. SOVRANITÀ DEL POPOLO E SOVRANITÀ DELLO STATO NELLA


COSTITUZIONE ITALIANA
La sovranità nell’ordinamento italiano fa si che:
- La costituzione puo porre dei limiti alle leggi (ed quindi alla sovranità, se sovranità =legge)
- La sovranità diventa la competenza delle competenze, ossia ha il potere di decidere a chi attribuire
la potestà legislativa

Ma in uno stato unitario si puo avere il passaggio in uno stato federale??


 L’art 1 della cost afferma che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità
appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti dettati dalla costituzione

Nasce un dibattito dottrinale se la sovranità appartiene al popolo o alla nazione

SOVRANITÀ POPOLARE SOVRANITÀ NAZIONALE


La sovranità è esercitata dal popolo e lo stato è uno “Sovranità appartiene al popolo” è imprecisa ed era
strumento per il suo esercizio. meglio “la sovranità emana dal popolo” (tramite un
atto di approvazione popolare.

Indipendentemente dall’appoggiare l’una o l’altra teoria—> ci sono principi di fondo comuni:


1. La costituzione è legittimata ad essere sovrana poiché è l’unica in grado di produrre norme di cui
determina lei il contenuto
2. La legge si ispira al principio democratico: la sovranità dello stato non nega che il polo sia incluso
nell’esercizio della sovranità, ma nega che il popolo possa essere definito titolare perche nella
maggior parte dei casi non puo esprimerla direttamente

15. SOVRANITÀ DEMOCRATICA E DEMOCRATICITÀ DEL PARTITO


Dato che.
- Bisogna sempre garantire la tenersi democratica della legge-sovranità
- Le leggi sono formate dagli organi rappresentativi, che sono sempre in grado di esprimere la
volontà popolare
Un grande contributo arriva dai partiti politici, ex art 49 cost: sono organizzazione i sociali che organizzano
la società in modo da raccordare il piu possibili organi rappresentativi e popolo rappresentato
Opera di mediazione: sulla base del programma del partito politico, l’elettore investe l’eletto delle sue
funzioni: è necessario che il soggetto che è stato eletto è vincolato: sia dal partito che dal programma del
partito

Influenza del partito nella nascita della rappresentanza: pensando al processo che porta alla nascita delle
liste elettorali —> requisito per essere eletti, queste sono le liste formate dai partiti.
I partiti influenzano le votazioni con un azione che riguarda le candidature: solo chi è candidato puo
essere eletto.

Influenza del partito nella formazione dell’indirizzo politico di governo: una volta arrivati in parlamento, i
rappresentanti eletti formano i gruppi parlamentari, che a loro volta formano le commissioni permanenti.
I gruppi parlamentari sono la proiezioni in scala della situazione del partiti
Le commissioni permanenti sono fondamentali nel processo di formazione delle leggi

DEMOCRATICITÀ DEL PARTITO


È necessario porre delle garanzie verso il partiti politici per assicurare un effettivo esercizio.
L’art 49 cost fa riferimento al metodo democratico, riferendosi all’organizzazione interna dei partiti.
Il partito deve organizzarsi du base democratica sulla base della funzione di raccordo che ha tra le
organizzazioni rappresentative e il popolo rappresentato, per evitare l’interruzione del rapporto.

Per quanto riguarda le associazioni, la costituzione prevede:


- Le associazioni private: la costituzione non detta ne regole ne limiti perche gli atti delle associazioni
private hanno effetti solo tra gli associati
- Le associazioni pubbliche: la costituzione detta regola e limiti per la sua organizzazione perche il
loro atti u possono incidere anche sulla sfera giuridica di altri soggetti.

L’art 39 cost afferma che l’organizzazione sindacale è libera. La condizione per la registrazione è che gli
statuti dei sindacati devono avere un organizzazione interna a base democratica.
Se il sindacato non ha rilevanza pubblica allora non è richiesto nessun requisito per il suo
ordinamento interno.

16. SOVRANITÀ DEMOCRATICA E GIUSTIZIA COSTITUZIONALE


Il ruolo degli organi di giustizia costituzionale potrebbe essere un problema in relazione all’esercizio della
potestà: le corti costituzionali possono essere una minaccia, perche in alcuni casi potrebbero avere funzioni
che la sovranità invece affida ad altri organi amministrativi.

Es: repubblica federale tedesca


La giurisprudenza costituzionale tedesca ha modificato la concessione di diritti fondamentali, che
da pretese soggettive sono ora intesi come diritti oggettivi e quindi come valori che devono essere
efficaci di per se.
Diritto alla libertà di scienza: consiste nell’obbligo per lo stato di adibire i mezzi adeguati per
garantire il rispetto di questo diritto.
Il diritto oggettivo determina delle conseguenze: significa assegnare un compiuto allo stato e quindi cio crea
uno squilibrio

17. LIMITI DI DIRITTO INTERNAZIONALE ALLA SOVRANITÀ-LEGGE.


Art 1 cost: l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.
Co 2: la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.

Riferimento alla modalità di


esercizio della sovranità Interessano l’ordinamento dello stato,
legislativa poiché le fonti dello stato possono
anche non r
Art 10 cost: consuetudini internazionali
L’articolo sancisce che il diritto consuetudinario internazionale si trova tra e fonti dell’ordinamento
costituzionale.
Quando il legislatore italiano vuole regolare materie già regolate dalla consuetudine internazionale, egli
trova un limite.

Infatti la consuetudine internazionale puo essere considerata come:


- Legge ordinaria—> e quindi potrebbe prevalere una legge successiva
- Legge atipica—> potrebbe prevedere la necessita di una legge costituzionale per la sua modifica
- Legge costituzionale—> potrebbe derogare la costituzione.
DIRITTO INTERNAZIONALE PATTIZIO
Il d.i.p pone limiti al nostro ordinamento e il dibattito è molto ampio.
La dottrina è divisa in tre orientamenti:
 Nell’art 10 cost vi è il riferimento alle nome pattizie e non solo a quelle consuetudinarie. Anche le
norme pattizie quindi producono effetti nell’ordinamento nazionale e quindi vige il principdio di
adeguamento automatico
 Nell’art 10 cost non c’è il riferimento al diritto internazionale pattizio e quindi questo orientamento
nega che ci siano effetti nel nostro ordinamento. Per renderli tali è necessaria la produzione di atti
di adeguamento la cui emanazione sia libera.
 Il terzo orientamento sostiene che l’art 10cost non attribuisce alle norme pattizie un adeguamento
automatico nel nostro ordinamento, ma pensa che nell’art 10 cost vi sia un obbligo per gli organi di
darvi esecuzione.
Primo e terzo orientamento concordano sul p.io pacta sunt servanda

 Confutazione al primo orientamento: gli organi costituzionali non sostengono il primo indirizzo perche
il diritto positivo ha veri e propri atti che vanno a rendere esecutivi i trattati internazionali
nell’ordinamento interno.
o Questi atti non possono essere ignorati dai sostenitori della prima dottrina, e li hanno
considerati atti di promulgazione, infatti secondo loro non rendono esecutivi i trattati
internazionali ma attestano la loro esistenza.
 Anche questo è confutabile perche di volta in colpa possono assumere diversa
efficacia formale e questo prova che tali norme servono a rendere esecutive le
norme dei trattati. Se fossero atti di promulgazione dovrebbero essere sempre
prodotti nella stessa formula
Inoltre l’art 117 cost prevede che le regioni devono dare esecuzione agli atti dei trattati
internazionali —> se lo devono fare le regioni lo deve fare anche lo stato.
 Confutazione al secondo orientamento: in base a quanto detto finora è impossibile sostenere la
seconda tesi.

L’unica via possibile è il terzo indirizzo: nell’art 10 cost è presente un obbligo di adeguamento.
Agli obblighi internazionali si deve dare esecuzione e questa non è automatica.
L’unico modo per leggere l’art 10 cost è vedere un obbligo costituzionale di adeguamento.
Questo obbligo implica che si devono emanare atti specifici di adeguamento: questi atti sono
costituzionalmente necessitati e quindi vanno emanati per forza.
Dato che l’emanazione di questi è imposta dalla costituzione, l’emanazione dovra prevalere su altre norme
ordinarie che tenteranno di derogarla o rimuoverla.

La legge di attuazione per questo motivo deve essere una legge atipica.

18. I LIMITI DEL DIRITTO ECCLESIASTICO PATTIZIO E LA LEGGE SOVRANA


STATO ITALIANO E CHIESA CATTOLICA
Art 7 cost: stato italiano e chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai patti lateranensi.

Le norme del concordato sono in grado di limitare la sovranità dello stato e questa limitazione è un auto-
limite perche è voluta dallo stato.

EFFICACIA FORMALE DELLE NORME CONCORDATARIE


Le norme concordatarie non sono costituzionali e qu9indi non possono incidere ne sulla costituzione ne
sulle leggi costituzionali.
Sono leggi inferiori alla costituzione—> infatti possono essere modificate anche da leggi ordinarie quando vi
è il consenso della chiesa.
Per la modifica non è necessaria la revisione costituzionale ex art 139 cost, ma un accordo tra le
due parti (stato e chiesa)
La revisione si ha solo quando vi è la modifica unilaterale di queste norme, quindi quando la chiesa
non ha dato il consenso.

Il principio concordatario è un principio costituzionale: infatti per modificare il contenuto degli accordi tra
stato e chiesa è necessario un patto tra questi due.

La legge di attuazione del concordato è una legge atipica: i patti lateranensi sono stati resi esecutivi in italia
con una legge, considerata atipica in quanto dotata di particolare forza passiva (> leggi ordinarie).

Procedimento aggravato per la sua


abrogazione
Discorso uguale vale anche per le altre confessioni diverse dalla
cattolica che hanno stipulato intese con lo stato.
Anche qui sono leggi atipiche per forza passiva

19. LA REPUBBLICA UNICA E UNITARIA


La distinzione tra stato federale e unitario è la diversa titolarità della sovranità.
Nel nostro stato unitario vi sono due problemi
1. Sarebbe legittimo il passaggio da stato unitario a stato federale?
2. Esiste un evoluzione che sta attribuendo agli enti territoriali competenze legislative?

P.N 1: STATO UNITARIO—> STATO FEDERALE


Il passaggio da stato unitario a stato federale significa il passaggio da parlamento che rappresenta il popolo
a parlamento che rappresenta gli interessi particolari di enti e regioni.

Ex art 5 cost definisce la repubblica una e indivisibile e riconosce e promuove le autonomie territoriali.
 Una: necessita che l’ordinamento statale sia uno solo è rispettato sia dallo stato unitario che da
quello federale.
o In entrambi è la costituzione che:
 regola i rapporti tra stato e altre entità territoriali
 Distribuisce le competenze legislative
 Indivisibile: anche questo requisito sarebbe salvo nel passaggio unitario-> federale se questa viene
considerata come circostanza che indivisibile è l’esercizio della sovranità.
o Nello stato federale la sovranità è esercitata in maniera unica e indivisibile tramite il
parlamento.

Un eventuale passaggio da unitario-> federale sarebbe costituzionalmente legittimo perché vengono


rispettati i requisiti dell’art 5 cost.

Invece non sarebbe legittimo il passaggio da stato unitario a una configurazione confederale, perche lo
stato confederale è dato dall’insieme di diversi stati, tutti sovrani, che non creano un entità unica e astratta
ma si limitano a unirsi in un organo e i loro rapporti sono regolati dal diritto internazionale, e non dalla
costituzione.

P.N 2: COMPETENZA LEGISLATIVA AGLI ENTI TERRITORIALI


In questo problema bisogna far riferimento a 2 norme:
1. Art 116 cost ultimo comma
2. Art 117 co4.
Art 116 ultimo comma:
Ha per oggetto il procedimento con cui alle regioni possono essere attribuiti poteri legislativi ulteriori
rispetto a quelli già attribuiti dalla costituzione.
Solo lo stato puo prendere questa decisione ma lo stato non puo avviare questa procedura se non è
azionata dalla regione e il contenuto della legge = contenuto dell’intesa.

Quindi ci troviamo in una circostanza in qui il potere legislativo è azionato sia dallo stato che dalle regione e
questa situazione è una situazione particolare in cui lo stato unitario prende il tratti di uno stato federale.

Art 117 co4:


Elenco di materie la cui potestà legislativa non espressamente riservate allo stato, spetta alle regioni.

Cio comporta du effetti giuridici:


- Le regioni acquisiscono la potestà legislativa su materie legislative riconosciute come tali ma non
ancora ripartite
- Le regioni possono acquisire competenze legislative su nuove materie —> per comprendere questo
secondo punto è necessario soffermarci sull’esigenza di politicità.
La funzione dello stato è quella di governare tutti gli interessi sociali della comunità governata e la regione
andrebbe a concorrere in questa funzione.
Cio comporta un importante conseguenza: alla regione viene data la potestà legislativa a titolo
originario—> e quindi la regione si trova ad avere le caratteristiche della sovranità.

IMPUTAZIONE SOGGETTIVA DELLA SOVRANITÀ


Titolare soggettivo della sovranità è lo stato—> dimostrazione:
Le regioni hanno questo potere perché è stato concesso a loro dalla costituzione, ma come gliel’ha
concesso, è sempre in grado di revocarlo in qualsiasi momento

Nel procedimento di revisione costituzionale le regioni non hanno voce in capitolo perche il nostro stato
non è federale e quindi la titolarità soggettiva della sovranità è dello stato

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